AE - Relazione e Idee per un Laboratorio

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AE - Relazione e Idee per un Laboratorio
LE DOMANDE DI VITA DEI RAGAZZI E LE ESPERIENZE SIGNIFICATIVE
L’itinerario educativo dell’ACR è definito esperienziale perché si mette in ascolto della vita e della realtà
dei ragazzi partendo dalle loro domande di vita. La domanda di vita rappresenta “i sogni, i progetti più
belli, le attese più profonde, che il ragazzo porta nel cuore”. Compito di ogni educatore è quello di
mettersi in ascolto e di far “venire a galla” le attese profonde dei propri ragazzi realizzando un cammino
di fede che li aiuti a crescere in verità e libertà. (Sentieri di speranza pp. 66 - 67)
Nel cammino di Iniziazione Cristiana pensato dall’AC, l’educatore vive ed è chiamato a far vivere ai
propri ragazzi delle esperienze che siano significative. La proposta formativa viene, quindi, “animata”
con esperienze che risultano significative quando:
 I contenuti parlano alla vita dei ragazzi;
 Il linguaggio è adeguato alla loro età;
 Si vivono in parrocchia relazioni significative con altri cristiani (educatore - testimone)
L’ACR nella propria proposta punta:
 Alla centralità della persona: la proposta ACR ha come protagonisti i ragazzi, con tutti gli aspetti
della loro persona e si prefigge di accompagnare gradualmente i ragazzi alla loro maturazione;
 Alla dimensione esperienziale: attraverso il gioco i ragazzi fanno esperienza di vita e scoprono la
concretezza delle scoperte fatte nel gruppo.
L’educatore ACR è chiamato ad animare la vita dei ragazzi “riempiendo di vita” le esperienze e la
proposta formativa. Parla alla vita e promuove esperienze evangeliche significative ed edificanti. La fede
è un’esperienza vitale, di scelte di vita.
L’educatore, allora, dovrà puntare ad essere:
 Un annunciatore credibile capace di educare attraverso la propria testimonianza;
 Un cristiano felice: perché l’annuncio di salvezza è una promessa di felicità anche quando
richiede sacrifici.
Attraverso Il gioco, ovvero non solo qualcosa di esclusivamente ludico, l’educatore crea uno “stile di
relazione” con i propri ragazzi che richiede alcune caratteristiche come:
 Allegria: un educatore che non sia sciocco o superficiale ma “sereno” perché spera in Lui;
 Entusiasmo: che sappia sempre coinvolgere il gruppo, pur nell’attenzione alle peculiarità e alle
sensibilità dei singoli;
 Interesse per la cura dei particolari nella relazione con i ragazzi (e con gli altri in generale),
attenzione a “non improvvisare” la relazione educativa, ma anche capacità di essere flessibile
alle circostanze e alle persone;
 Capacità e Volontà di prendere le cose sul serio, ma anche con la giusta ironia;
 Capacità di lasciarsi “toccare” in profondità dal mondo dei ragazzi e dal loro modo di vedere le
cose;
 Capacità di avere un rinnovato stile animativo alla luce di quello stretto rapporto tra educazione
e significato evolutivo del gioco.
Il gioco trova spazio all’interno di attività che devono sempre trasmettere contenuti significativi che
derivano dagli obiettivi formativi, dagli obiettivi di fase e dai contenuti di fede (il Vangelo, la liturgia ecc.)
Alcune attenzioni da tenere durante la programmazione delle attività:
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partire dalle esigenze soggettive dei ragazzi (non preparare attività che rispondono alle
esigenze della parrocchia, del programma, del proprio bisogno di fare qualcosa, alle esigenze
che noi abbiamo deciso che i ragazzi debbano avere);
trasformare gli obiettivi in fatti che interessano i ragazzi;
proporre iniziative che abbiano una conclusione e un successo finale (applausi, merenda, un
elogio…), non concludere le attività con indifferenza;
offrire relazioni significative:
discrete (non ci si sostituisce al bambino nelle sue scelte mature);
propositive (proporre stili di vita belli e attraenti di chi è in cammino prima di loro);
permettere di incontrare i fatti: l’interesse nasce dall’incontro con i fatti (noi abbiamo la mania
delle parole). Promuovere il contatto con il Vangelo, far assaporare le “cose evangeliche” (la
fede non è un bagaglio di nozioni anche se è allo stesso tempo conoscenza, ma proporzionata
all’età);
usare parole belle, nuove, personalizzate: Quale messaggio di novità appassionante veicolano
gli obiettivi? Cosa significano profondamente per me e per la Chiesa?
usare tutti i linguaggi cioè tutti gli strumenti di comunicazione (immagini, suoni, materiali…).
LABORATORIO
Analisi dei destinatari
Ci troviamo davanti un gruppo di bambini/ragazzi che si sono ritrovati alla Festa del Ciao. La maggior
parte di loro fa già parte del gruppo da un po' di tempo, perciò gli educatori dovrebbero conoscerli
meglio. Proprio questi ragazzi hanno invitato alla Festa del Ciao alcuni compagni per fargli conoscere
l'ACR. Hanno accettato l'invito a partecipare agli incontri tre nuovi ragazzi.
La domanda di vita: REALIZZAZIONE/PROGETTO
Nell'anno della sequela, l'educatore avrà il delicato compito di far emergere i sogni, i progetti dei ragazzi ed
aiutarli a fargli capire come è possibile realizzarli nella gioia del seguire Gesù. Sarà un cammino di
conoscenza di loro stessi, delle loro capacità, del loro “pensare” anche al prossimo nei loro progetti.
Obiettivo (Piccolissimi): Vogliono esprimere tutta la loro volontà di diventare grandi e pertanto ci
chiedono:
 di essere riconosciuti strumenti unici e perfetti; creati per amore di Dio a sua immagine e
somiglianza;
 di essere accompagnati a riconoscere Gesù come l'amico e maestro a cui guardare e affidarsi;
 di essere discepoli di Gesù che si mettono alla sua sequela per vivere la bellezza dello stare insieme e
mettere in pratica i suoi insegnamenti.
Obiettivo (6/8): Sono invitati a conoscere e a fidarsi del Signore Gesù che chiede a tutti di seguirlo senza
timore. Sperimentano di non essere troppo piccoli per essere discepoli e che in questa prospettiva
ciascuno di loro ha ricevuto in dono capacità uniche da coltivare con impegno. In questo cammino di
crescita si affidano alla cura e all'accompagnamento dei loro “maestri testimoni”. Per questo i bambini
chiedono:
 di imparare a leggere i propri desideri e a riconoscere le proprie capacità, sapendosi figli desiderati
dal Padre che è nei cieli e discepoli chiamati dal Signore Gesù;
 di vivere la scoperta della bellezza di seguire Gesù accompagnati da maestri che li sostengono senza
sostituirsi a loro;
 di condividere il cammino con una comunità che si impegna ad essere ogni giorno immagine di Gesù
che perdona, incoraggia, ri-accoglie;
Obiettivo (9/11): I ragazzi sono chiamati a mettersi alla prova, ad accogliere l'invito del Signore a seguirlo
in questo cammino, che trasforma la vita e la rende unica e originale. Per questo i ragazzi chiedono:
 di essere accompagnati nel cammino di scoperta di sé, per dire con gioia il proprio Si all'invito del
Signore a seguirlo;
 di sperimentarsi nel dono di sé attraverso esperienze che li aiutino a vivere da discepoli;
 di essere protagonisti nella comunità e nel mondo, per riuscire a manifestare l'azione di grazia, dono
di Gesù Eucaristia.
Obiettivo (12/14): Chiedono di essere sostenuti nel proprio percorso di crescita umana e spirituale, e
incoraggiati prima di tutto perché già capaci, oggi, di camminare con le proprie gambe sui passi del
Signore Gesù......Gli educatori dovranno tenere presente il senso di inadeguatezza – tipico di questa
fascia d'età – di fronte a modelli ritenuti degni di imitazione, e la voglia di libertà, di essere indipendenti
e autonomi. Per questo i ragazzi chiedono:
 di essere stimati e valorizzati per le potenzialità che esprimono al mondo già oggi e non soltanto per
ciò in cui potranno riuscire in futuro;
 di trovare nelle persone che li accompagnano guide sicure e discrete, capaci di favorire la scoperta
degli strumenti dati in dono a ciascuno e il discernimento sul modo per farli fruttare sempre di più e
sempre meglio;
 di essere incoraggiati, nell'accoglienza e nella docilità allo Spirito Santo, a fare progetti grandi nel
dono della propria vita e a perseguirli con la forza dell'Eucaristia e della Parola.