Ass. Ipri-Rete CCP (Associazione Istituto Ricerca per la Pace

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Ass. Ipri-Rete CCP (Associazione Istituto Ricerca per la Pace
Ass. Ipri-Rete CCP
(Associazione Istituto Ricerca per la Pace-Rete Corpi Civili di Pace)
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Firenze 30/3/2011
A Gino Strada
ed alla redazione della nuova rivista
E mensile
Via Vida 11,
20127 Milano
Caro Gino
scusa se ti do del tu ma nell'ascoltarti, l'altra sera, al Teatro Verdi di Firenze, mi è sembrato
di trovare un fratello, uno che la pensa come me e che per le sue idee è disposto a lotte ed a sacrifici, come
abbiamo fatto sia voi che io e mia moglie, in campi diversi. Noi contro le centrali nucleari civili in Toscana,
contro la base di Comiso in Sicilia, e contro la guerra del Kossovo, andando, come ambasciatori di pace, in
quella zona per cercare soluzioni alternative alla guerra. Queste c'erano, sia trovate da una Agenzia per la
Pace svedese sia da noi (come Campagna Kossovo), ma non sono state applicate per poi fare la guerra, ma
più tardi, per farla finire, sono state utilizzate le stesse proposte che, se messe in pratica prima, quando si
erano fatte conoscere a tutti i possibili responsabili, avrebbero potuto evitarla. Gli amici svedesi, che avevano
fatto le prime proposte, hanno scritto di Rambouillet (l'incontro degli stati per risolvere il conflitto del
Kossovo) che questo non era servito per “prevenire la guerra” ma per “prevenire la pace”!. Per questo, sia
noi che l'Associazione che presiedo, lottiamo da anni per prevenire le guerre e per creare una alternativa agli
eserciti attraverso quei corpi civili di pace preparati alla nonviolenza attiva ed alla risoluzione nonviolenta
dei conflitti, che Alex Langer aveva proposto al Parlamento Europeo, e che questo ha riconosciuto, in varie
occasioni, come strumenti utili di prevenire le guerre. Ma gli stati nazionali europei, e non solo loro, invece
di istituire i corpi di pace, costruiscono e vendono armi e fanno le guerre.
Per queste ragioni, condividendo in pieno il vostro appello, almeno quello firmato da te, da altri ed
anche da Don Ciotti e da Luisa Morgantini, (con Don Ciotti, ed il Gruppo Abele, e con la Morgantini,
collaboriamo da tempo) io e la mia Associazione vi abbiamo subito aderito.
Ma noi, eredi del pensiero e dell'operato di Aldo Capitini, uno dei pochi professori universitari che
si sono rifiutati di prendere la tessera del fascio, oltre ad essere contro la guerra, contro tutte le guerre, siamo
convinti che anche l'uso delle armi e della violenza da parte dei movimenti di liberazione sia sbagliato,
perché la violenza, anche se giustificata, porta ad altra violenza. Per questo abbiamo molto gioito per le lotte
di liberazione nonviolenta che hanno portato alla caduta dei dittatori della Tunisia e dell'Egitto, e siamo
convinti che, nel caso della Libia, il fatto di aver tanto appoggiato Gheddafi, noi ed altri paesi occidentali,
per i nostri interessi energetici ed economici, sia stata una della cause non secondarie del suo rifiuto di
accettare queste lotte e della sua risposta violenta contro di loro. Ma come giustamente hai detto te ad Anno
Zero dell'altra settimana facciamo ora la guerra contro di lui, ma non abbiamo fatto nulla, prima, per
contrastare le sue violenze contro i suoi cittadini, anzi le abbiamo tacitamente accettate, dandogli anche le
nostre armi per combatterli. Lo stesso era successo, da parte del mondo occidentale, in passato, con Bin
Laden e con Saddam. Per questo concordiamo con te sulla necessità di un cambiamento totale di politica
che metta la pace, e la prevenzione dei conflitti armati, al primo posto.
Non ci siamo invece trovati completamente in accordo con l'appello del Coordinamento 2 Aprile
(anche se alcune delle organizzazioni che fanno parte della nostra Associazione sono tra le firmatarie), ed
alle manifestazioni da questo promosse in varie parti d'Italia (compresa Firenze) perché in queste si parla
solo di sostegno alle rivoluzioni ed alle lotte per la libertà e la democrazia dei popoli arabi (senza
distinguere tra nonviolente e armate), e tra le attività da portare avanti dopo il 2 aprile, si parla solo di
solidarietà con i movimenti, ma non si parla invece di lavorare seriamente e congiuntamente per una politica
di prevenzione dei conflitti armati. In un convegno internazionale organizzato da noi in collaborazione con il
Master per Operatori di Pace della Provincia di Bolzano e dell'Università di Bologna, uno dei massimi
esperti di questi temi ha calcolato che per la prevenzione dei conflitti armati si spende solo 1€ contro almeno
10.000€ per fare le guerre. Se non si riesce a cambiare questa situazione il nostro futuro sarà pieno di guerre.
Ma nella nostra lettera di adesione al tuo appello abbiamo fatto anche un'altra proposta, e cioè di dar
vita ad una “Costituente per la Pace” che accetti e dichiari apertamente di riconoscersi nella nonviolenza
attiva, che non neghi la violenza cosiddetta buona*(come quella per la liberazione dei popoli dalle dittature)
ma la superi attraverso forme di lotta più umane e più efficaci delle altre, e queste sono, se fatte bene e ben
preparate ed organizzate, le lotte nonviolente di popolo (che danno vita agli esempi storici che sono stati
chiamati “lotte del potere popolare”) come, tra le ultime, quelle della Tunisia e dell'Egitto e di altri paesi del
Maghreb.
Solo se si riesce a dar vita ad uno strumento di questo genere che cerchi di superare “senza se e
senza ma”, per usare il tuo linguaggio, la violenza da qualsiasi parte venga e da qualsiasi parte sia portata
avanti, credo sia possibile fare dei passi avanti verso una politica veramente di pace.
Al Teatro Verdi di Firenze ho consegnato ai tuoi collaboratori,perché te la facciano avere, una copia
del mio ultimo lavoro su “Gramsci e la Nonviolenza” dalla lettura del quale te ed i tuoi collaboratori potrete
comprendere meglio le mie idee e le mie tesi, che ho insegnato per anni ai miei allievi universitari del corso
per operatori di pace (che ho contribuito a fondare a Firenze) ed ho promesso al redattore della vostra nuova
rivista, alla quale auguro un grande successo, di fare avere copia di questo mio libro “Per un futuro senza
guerre” nel quale troverai, se avrai occasione e tempo di leggerlo, molte conferme alle tesi che hai illustrato
in modo così chiaro al Teatro Verdi.
Con la speranza che questo sia solo un inizio di una collaborazione reciproca per lottare, insieme,
contro la cultura della guerra e della violenza, ti mando i miei più sinceri auguri di buon lavoro.
Cordialmente
Alberto L'Abate
*la violenza cosiddetta “buona” mi ricorda tanto, mutate mutandis, la tesi teologica cattolica della “guerra
giusta” che poco ha contribuito all'avanzamento della Pace ed ancor meno della Nonviolenza.
Mitt.
Via Antonio Mordini 3,
50136 Firenze,
tel. 055/690838,
E mail <[email protected]>
Organizzazioni aderenti all’Associazione I.P.R.I.- Rete CCP
ITALIAN PEACE RESEARCH INSTITUTE – RETE CORPI CIVILI DI PACE
Ass. “Aiutiamoli a vivere” (Pescara); ALON – GAN (Forlì-Cesena); Associazione Operatori di Pace della
Campania (Napoli); Associazione per la Pace (Roma); Berretti Bianchi Onlus, (Lucca); Centro Studi
Sereno Regis (Torino); Fondazione A. Langer (Bolzano); G.A.V.C.I. (Bologna); Lega Obiettori di
Coscienza (Milano);Lega Disarmo Unilaterale (Milano); Movimento Internazionale della Riconciliazione
(Torino) ; Movimento Nonviolento (Verona); Servizio Civile Internazionale (Roma); Comitato Pace
Convivenza e Solidarietà “Danilo Dolci” (Trieste).