L`ETICA DEL BARATTO E DEL RIUSO

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L`ETICA DEL BARATTO E DEL RIUSO
L’ETICA DEL BARATTO E DEL RIUSO
L’esperienza accumulata in questi dieci anni di lavoro, insieme agli amministratori locali, alle famiglie, agli
insegnanti, ai ragazzi e ai bambini, agli operatori del sociale e dell’educativo, ai produttori del Nord e del
Sud del mondo, ci ha radicato nella consapevolezza che l’economia di relazione è in grado di produrre
ricchezza e benessere per i cittadini del territorio, salvaguardando l’ambiente naturale e moltiplicando le
risorse a disposizione delle generazioni future. Le modalità di produzione e di utilizzo delle risorse (private e
comuni) che danno vita a tale modello economico, pongono al centro dei processi di scambio di beni e
servizi la relazione fra le persone, vista come strumento e, allo stesso tempo, come finalità da perseguire
nell’amministrazione della “casa comune”. Se, infatti, l’etimologia stessa della parola “economia” insiste sul
concetto di oikos, ovvero di casa/sistema di relazioni vitali per l’individuo, è solo attraverso la ri-attivazione
di una fitta rete di legami tra le persone e tra queste e gli altri soggetti del territorio che si può costruire
un benessere realmente economico. Infatti, la realizzazione di uno scambio di beni, di saperi e di servizi,
non mediata dalla logica del “mercato”, ovvero dello sdebita mento seduta stante attraverso il corrispettivo
di un prezzo, contribuisce a costruire e ad alimentare una rete di relazioni fra persone in stato di costante
indebitamento positivo, poiché il valore di ciò che viene cambiato è comunque eccedente il valore
intrinseco dell’oggetto stesso, in quanto aumentato dall’esperienza di relazione che si viene a costruire
fra i soggetti protagonisti dello scambio. Tale esperienza di relazione alimenta, inoltre, il senso di
appartenenza e di sicurezza ad un territorio, poiché permette alle persone che promuovo questa economia
di sperimentare che, la soddisfazione dei propri bisogni personali e famigliari, sia materiali che
immateriali, non deve passare necessariamente attraverso la logica della mercificazione, ovvero del
pagamento di un corrispettivo in denaro per l’acquisto di un bene o di un servizio, bensì può realizzarsi
attraverso lo scambio e il riuso delle risorse a disposizione di ciascuno, in primis il proprio tempo e la
propria disponibilità ad apprendere. Lo scambio e il riuso, infatti, oltre a soddisfare in maniera efficiente,
poichè a bassissimo costo, i bisogni degli individui e delle famiglie, favoriscono lo sviluppo della creatività e
delle abilità personali, in quanto l’oggetto di cui si entra in possesso a volte necessita di essere riparato
oppure può essere reinventato nelle sue modalità di utilizzo (come, ad esempio, la vaschetta da bagno per i
neonati che diventa una fioriera) o addirittura trasformato (come le forchette e i cucchiaia che diventato
preziosi monili per il collo e per le orecchie, o le vecchie cravatte che, sapientemente cucite tra loro, danno
vita ad originali gonnelline). Man mano che questi processi inventivi e artistico-artigianali accadano, si
sviluppa e si coltiva la generatività che è insita in ciascun individuo, ovvero la propria capacità di
immaginare e di plasmare le proprie idee, dando loro concretezza e rendendole visibili e fruibili sia per se
stessi che, eventualmente, anche per altre persone. La scoperta delle innumerevoli vite che gli oggetti, i
vestiti, i giocattoli, le attrezzature, possono acquisire, aiuta a restituire alle cose il proprio valore d’uso,
ovvero a riconoscere che, se anche un indumento o un giocattolo hanno perso di valore per l’attuale
proprietario (poiché si sono modificati i suoi gusti o la sua taglia), essi possono avere ancora un’utilità, e
quindi un valore, attraverso la loro ri-destinazione, trasformazione o donandole ad altri. In questo modo,
essi continuano ad essere dei “beni”, anziché trasformarsi in dei rifiuti che vanno smaltiti, ovvero
alimentano un modello di oikos-nomia che non si basa sul consumo delle risorse, bensì sul loro utilizzo e
sulla loro rigenerazione, nel rispetto dei bisogni delle generazioni presenti e di quelle future.
REGOLAMENTO DELLA FIERA
Il circuito della fiera del Baratto e del Riuso nasce a Ravenna nel 2009 col desiderio di sensibilizzazione alla
tematica del riuso e della cooperazione. Non è intesa come opera assistenziale, anche se in realtà in parte
sopperisce anche a questo. A Faenza siamo arrivati alla 6° edizione.
1. NO DENARO. “La fiera del Baratto e Riuso” non prevede la circolazione di denaro in alcuna forma
durante la fiera stessa. Per chi volesse o non avesse oggetti è possibile barattare il tempo: 1h di
volontariato per 6 gettoni.
2. VALUTA UNICA. La sola moneta riconosciuta ed utilizzabile all’interno della Fiera del Baratto e
Riuso è quella recante (almeno da un lato) il timbro di Villaggio Globale e costituita dai seguenti
tagli: gettone in legno del valore di 1; tondo in stoffa gialla del valore di 10; fascia di stoffa
arancione del valore di 20; assegni di carta di valore nominale.
3. 1=1 Ogni oggetto vale un gettone sia in entrata che in uscita, indipendentemente dal suo valore
commerciale o affettivo, dalle sue dimensioni e dalla sua condizione di nuovo/usato. Non sono
ammesse contrattazioni volte ad aumentare il valore dell’oggetto. Le minuterie (es. sorprese
Kinder,figurine, ecc) vengono conteggiate a sacchetti.
4. CONFERIMENTO. Ogni oggetto conferito deve essere accettato, ad eccezione di materiale
pornografico, armi, farmaci ed alimenti scaduti, indumenti sporchi. Non possono essere rifiutati
oggetti in base a valutazioni estetiche o di utilizzo personale. I materiali rotti o in cattivo stato
(obbligatoriamente ritirati) possono non essere esposti dagli organizzatori e destinati ad altri
luoghi( discarica, laboratori creativi…)
5. BARATTO. Tutti i baratti devono avvenire esclusivamente presso le botteghe allestite. L’ecobanca si
occupa solo del conferimento e dello smistamento. Le tempistiche di distribuzione alle botteghe
sono modulabili a seconda delle esigenze degli organizzatori.
6. DESTINAZIONE DEL MATERIALE RACCOLTO. Il materiale raccolto e che resta a fine fiera verrà
utilizzato nelle altre fiere del circuito di Ravenna e Forlì a cui siamo affiliati, oppure verrà donato a
enti di solidarietà come Caritas.