Le dinamiche della popolazione
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Le dinamiche della popolazione
02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 1 Le dinamiche della popolazione • L’evoluzione dimensionale di una popolazione, la sua crescita o diminuzione, è generata dall’interazione di quattro eventi precisamente individuati e misurabili NASCITE MORTI IMMIGRAZIONI EMIGRAZIONI • Le dinamiche demografiche si possono definire come i cambiamenti che si verificano nelle dimensioni di una popolazione in seguito all’azione ed interazione reciproca dei quattro fattori sopra citati 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 2 La popolazione • La misurazione della popolazione avviene attraverso stime e soprattutto attraverso i censimenti che si effettuano a scadenze regolari e che attraverso un’operazione di rilevazione statistica diretta consentono di accertare lo stato generale della popolazione. 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 3 Il movimento naturale della popolazione • • • • Deriva da due fattori 1) natalità 2) mortalità Ciò vuol dire che la differenza tra nascite e decessi segna l’aumento (ma anche il decremento) demografico di una certa area. SALDO NATURALE DELLA POPOLAZIONE come valore assoluto oppure TASSO DI INCREMENTO NATURALE come rapporto tra il saldo naturale e il numero complessivo degli abitanti (DE VECCHIS, 2001, p. 104) 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 4 Il movimento naturale della popolazione ITALIA (dati 2011) • Il tasso di incremento della popolazione è pari al 3,7 per mille, inferiore rispetto al 4,7 per mille del 2010. In termini assoluti l'aumento è di 224 mila unità in un anno. 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 5 Il movimento naturale della popolazione • Per quanto riguarda la componente naturale: • la rilevazione del numero dei nati vivi permette di calcolare il tasso di natalità (Rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000); • la rilevazione del numero dei decessi permette di conoscere il tasso di mortalità (Rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000). • La differenza tra i due tassi si dice tasso di crescita naturale. • La componente migratoria deriva dalla differenza tra iscrizioni e cancellazioni anagrafiche conseguenti a trasferimenti di residenza. Il tasso migratorio netto è il rapporto tra il saldo migratorio dell’anno e l’ammontare medio della popolazioneDott.ssa residente, moltiplicato per 1.000 6 02/12/2014 Rosalba Minafra Il movimento naturale della popolazione ITALIA (dati 2011) • Sono 556 mila i bambini nati nel 2011, seimila in meno rispetto al 2010. Il numero di persone morte nell'anno è pari a 592 mila, quattromila unità in più dell'anno precedente. Ne deriva, per il quinto anno consecutivo, una dinamica naturale della popolazione di segno negativo per oltre 36 mila unità. 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 7 L’età media della popolazione La combinazione dei 3 indicatori della transizione demografica (natalità, mortalità e durata media della vita) incide inevitabilmente sull’età media della popolazione. Questi dati, necessari a un’accurata indagine demografica e funzionali alla creazione di modelli di previsione attendibili, possono essere rappresentati nella cosiddetta «piramide delle età» o «piramide della popolazione». 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 8 La piramide della popolazione (1/1) • Rappresenta graficamente la struttura per età e genere di una popolazione. • E’ costituita da due istogrammi ruotati in modo da avere la stessa base: convenzionalmente quello a sinistra rappresenta la distribuzione per età della popolazione maschile e quello a destra la distribuzione per età della popolazione femminile. 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 9 La piramide della popolazione (2/2) • Dalla forma assunta dalla piramide è possibile trarre indicazioni sia sui fattori che caratterizzano la struttura per età e genere della popolazione attuale che sull’evoluzione passata nonché previsioni per un arco di tempo non superiore a un secolo. • Tali indicazioni possono essere tratte analizzando i seguenti elementi della piramide: - La base, che fornisce indicazioni circa il flusso delle nascite. Se è molto larga, si ha un flusso di nascite in forte aumento; se è sufficientemente larga, le nascite sono costanti o in lieve aumento; se è stretta significa che il flusso delle nascite è in diminuzione. - L’inclinazione dei lati, che fornisce indicazioni circa il livello generale di eliminazione per morte. Se l’obliquità dei lati è forte, si ha un’alta mortalità; se è debole, si ha una bassa mortalità. - La presenza di rigonfiamenti o strozzature per particolari classi d’età, che fornisce indicazione dell’intervento di particolari fattori di perturbazione (es. Prima Guerra Mondiale). - http://www.istat.it/it/files/2011/05/piramide.wmv 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 10 Flussi migratori MIGRAZIONI: spostamenti di popolazione (flussi in entrata e flussi in uscita) che portano a un cambio di residenza, dal luogo di origine o partenza al luogo di destinazione o di arrivo. Uscita da un territorio: emigrazione Entrata in un territorio: immigrazione Il saldo migratorio è determinato dal conteggio di questi due flussi. • E’ positivo quando le immigrazioni sono più numerose delle emigrazioni • E’ negativo: nel caso contrario 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 11 Migrazioni storiche e tipi di migrazioni attuali Fino al Medioevo i movimenti migratori a lunga distanza sono stati prevalenti rispetto a quelli a breve raggio. A spostarsi erano soprattutto i popoli nomadi e guerrieri. In età moderna e contemporanea le migrazioni sono state accelerate da due grandi avvenimenti storici: • le grandi scoperte geografiche, dal XV secolo; • la Rivoluzione industriale. Dopo la metà del XVIII secolo, la mobilità della popolazione è diventata più complessa sotto l’aspetto spaziale e temporale. Si distinguono: • migrazioni internazionali – la popolazione si sposta da uno Stato all’altro o da un continente all’altro; • migrazioni interne – la popolazione si muove da una regione all’altra dello stesso Stato, dalla montagna alla pianura, dalla campagna alla città, dalle aree agricole a quelle industriali; • migrazioni coatte – la popolazione si sposta dal luogo d’origine non per propria scelta, ma perché è costretta; • migrazioni permanenti – la popolazione si trasferisce stabilmente nel luogo d’arrivo; • migrazioni temporanee – lo spostamento si limita a un periodo più o meno lungo; • movimenti pendolari – spostamenti quotidiani di persone che si muovono dal luogo di residenza a quello di lavoro e viceversa, entro un raggio che normalmente non supera i cinquanta chilometri. 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 12 Conseguenze del fenomeno migratorio Conseguenze geografiche dell’emigrazione • Aree di origine • riduzione del tasso di natalità e della popolazione attiva; • invecchiamento della popolazione; • matrimoni consanguinei; • riorganizzazione dell’economia; • eliminazione/attenuazione della disoccupazione; • miglioramento delle colture agricole, anche per le rimesse degli emigrati; • crisi socioeconomica della regione. • Aree di arrivo incremento del tasso di natalità e della popolazione attiva; • aumento della popolazione giovane; • impulso alle attività preesistenti; • iniziative nuove e diversificate, soprattutto nel settore terziario; • problemi sociali; • nuova popolazione con diverso patrimonio genetico. 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 13 Le aree terrestri abitate dall’uomo • Ecumene Insieme di aree abitate permanentemente dall’uomo. • Grazie al progresso tecnologico e scientifico l’ecumene ha conquistato sempre nuove spazi che vengono definiti frange pioniere. • Si ritiene che attualmente oltre 120 milioni di chilometri quadrati di superficie terrestre (e quindi oltre l'80% delle terre emerse) siano occupati dall'uomo per soggiornarvi o per svolgere la propria attività lavorativa. 14 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 A QUALE PREZZO? • Si pensi al caso delle grandi foreste equatoriali e boreali che hanno subìto pesanti diboscamenti, tali da rendere ancora più inospitali gli ambienti che si volevano sfruttare. • Simili «operazioni di rapina» rischiano di provocare la desertificazione, per esempio, di vaste aree dell’Amazzonia. 15 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 16 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Le aree terrestri abitate dall’uomo • Anecumene • Insieme di aree in cui l’uomo non può vivere in permanenza. • Le aree anecumeniche sono determinate da limiti polari, limiti altimetrici, limiti morfologici, limiti climatici. 17 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Le aree terrestri abitate dall’uomo • Subecumene • Zone di transizione abitate saltuariamente in funzione delle risorse presenti. • Si pensi agli insediamenti stagionali montani (alla ricerca del pascolo nelle stagioni calde), ai percorsi di transumanza dei popoli di pastori nomadi dell'Africa Saheliana, alle regioni caratterizzate da un turismo stagionale (stazioni sciistiche). 18 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Incremento della popolazione mondiale Il miglioramento delle condizioni di vita e i progressi in campo medico dal XIX secolo hanno consentito di: • sconfiggere alcune malattie; • ridurre la mortalità infantile; • prolungare la vita media. Ma la crescita della popolazione non è uniforme su tutta la Terra: • Paesi la cui popolazione aumenta a ritmo elevato; • Paesi in cui diminuisce; • Paesi dove si ha un aumento delle risorse più che proporzionale a quello demografico; • Paesi dove la popolazione, già povera e in parte sottoalimentata, cresce più rapidamente delle risorse disponibili. 19 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Distribuzione territoriale della popolazione La popolazione mondiale risulta così distribuita: Asia 61% Africa 13,6% America 13,9% Europa 11% Oceania 0,5% • La gran parte dell’umanità vive tra: • la zona temperata • la zona subtropicale 20 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Distribuzione territoriale della popolazione 21 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Il pianeta e l’uomo. Spazi economici • Uno dei problemi fondamentali dell’umanità sta nel rapporto tra il rapido accrescimento della popolazione e l’incremento delle risorse necessarie per la vita degli esseri umani. • Se è vero che la crescita economica è per definizione espansione continua del prodotto dell’attività umana, va anche detto che per svolgere tale attività, oltre al contributo dell’uomo, occorrono risorse, come il capitale (che possono essere riprodotte), nonché risorse naturali e ambientali, che sono per loro natura limitate. • Uno dei più rilevanti e discussi problemi del nostro tempo riguarda la possibilità che la crescita economica possa procedere senza erodere in maniera indiscriminata lo stock di risorse naturali ma anche senza deteriorare la qualità dell’ambiente naturale. 22 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Natura dell’attività economica RISORSE naturali e umane ATTIVITÀ ECONOMICA BISOGNI UMANI L’attività economica ha una funzione strumentale: consiste essenzialmente nella individuazione di mezzi e modalità per la soddisfazione dei bisogni umani. L’attività economica assume forme e modalità differenti in funzione dei diversi bisogni da soddisfare. I bisogni e i Beni L’uomo, nel corso della vita, avverte molteplici bisogni di vario genere. Per soddisfare i propri bisogni l’uomo deve procacciarsi dei mezzi necessari per soddisfarli. I mezzi, materiali o immateriali, atti a soddisfare i bisogni sono detti BENI 24 I bisogni e i Beni quando i beni si presentano in condizioni di scarsità sono detti BENI ECONOMICI (per l’ottenimento dei quali si devono sopportare degli oneri) 25 I bisogni e i beni L’attività di produzione e l’attività di consumo di beni economici è detta Attività economica 26 • BENE : è qualsiasi realtà materiale ed immateriale idonea a soddisfare i bisogni umani, quindi, dotata di utilità e disponibile in quantità non sufficiente a soddisfare le esigenze degli individui • BISOGNI : sono le esigenze lecite degli individui, capaci di determinare domande economiche e sono per loro natura illimitati • RISORSE : sono composte da quegli elementi dell’ambiente fisico ed umano che assumono carattere di utilità nella soddisfazione dei bisogni umani. • RISERVA : è quella parte delle risorse naturali che l’uomo è in grado di sfruttare. Le risorse diventano riserve quando l’uomo riesce ad utilizzarle in modo economicamente conveniente. 27 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Le risorse naturali e le attività economiche • Le attività economiche (primarie, secondarie, terziarie e quaternarie) sono tutte le attività rivolte a soddisfare i bisogni (materiali e spirituali) degli esseri umani. 28 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Fattori di produzione • Lavoro (risorse umane) • Terra e materie prime (risorse naturali) • Capitale (risorse derivate) 02/12/2014 Dott.ssa Rosalba Minafra 29 Risorse naturali Dal punto di vista dell’utilizzazione, le risorse si dividono in tre categorie: • rinnovabili, (si rinnovano mediante un ciclo biologico breve) • non rinnovabili (sono presenti in quantità predeterminate e si formano solo dopo lunghi cicli geologici) • permanenti (es. energia solare) 30 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Risorse naturali 31 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 Le risorse naturali non rinnovabili I combustibili di origine fossile • • • Petrolio Carbone Gas naturale = Metano Percentuale del consumo mondiale di energia (fonte IEA) Assicurano l’80% del consumo mondiale di energia Rinnovabili 14% Caratteristiche: Distribuzione spaziale ineguale Richiedono una gran quantità di investimenti per estrarle dal loro ambito naturale e renderle commerciabili Sono sostituibili => favoriscono le innovazioni tecnologiche Nucleare 6% Petrolio 35% Gas metano 20% Carbone 25% Le risorse naturali rinnovabili Rispondono alla condizione di equità intergenerazionale • • • • • • Irradiazione solare => Energia solare diretta Acqua => Energia idraulica Vento => Energia eolica Biomasse ( comprendono vari materiali di origine biologica, scarti delle attività agricole riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica). Gradienti termici e maree (energia termica derivata dalla differenza di temperatura tra gli strati superficiali degli oceani riscaldati direttamente dal sole e gli strati profondi più freddi Geotermia (utilizza il calore interno della Terra) La rinnovabilità delle risorse non è un concetto assoluto: Si tratta di una rinnovabilità che risulta dal lavoro della natura, che opera con i suoi ritmi e le sue regole, cosicché la risorsa «rinnovabile» può esaurirsi qualora il suo tasso di utilizzo superi il tasso di accrescimento. Alcuni esempi di sfruttamento delle energie rinnovabili I settori dell’attività economica Società e spazio si strutturano sulle esigenze dell’economia, fattore primo a condizionare la sistemazione dello spazio (De Vecchis, 2001, p. 120) Per l’analisi delle attività economiche e della loro organizzazione bisogna tenere presente innanzitutto la distribuzione della popolazione per forme di attività professionali. La popolazione attiva comprende tutti coloro che sono (o potrebbero essere) impegnati in attività lavorative. 35 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 I settori dell’attività economica La popolazione viene articolata in categorie e settori che offrono riferimenti sintetici della situazione economica di un Paese. Ancora molto utilizzata è la tradizionale tripartizione a cui di recente si è aggiunta un’ulteriore distinzione. Le attività con le quali l’uomo utilizza e trasforma le risorse vengono raggruppati in quattro settori: • primario • secondario • terziario • quaternario o terziario avanzato (servizi specializzati come istruzione e ricerca scientifica, finanza, alta tecnologia, ecc.). 36 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 I settori dell’attività economica • Primario • comprende le attività con le quali si utilizzano le risorse presenti nell’ambiente naturale senza che esse subiscano evidenti processi di trasformazione, sono quindi: • l’agricoltura, l’allevamento, l’estrazione mineraria, la caccia e la pesca, la silvicoltura,.. 37 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 I settori dell’attività economica • Secondario • abbraccia tutte le attività industriali e artigianali che si occupano della trasformazione delle materie prime in prodotti finiti o semilavorati (barre di acciaio, tessuti,..); e il prodotto finito può essere: • un bene di consumo, cioè un bene in grado di soddisfare direttamente un bisogno (pane, giocattolo, vestito,..) • un bene strumentale, che serve a produrre altri beni (macchine utensili, impianti,..) • Fanno parte di questo settore produttivo le industrie tessili, alimentari, metallurgiche, meccaniche, chimiche, elettriche, quelle che lavorano il legname e producono mobili, fabbriche di materiali per l’edilizia,.. 38 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 I settori dell’attività economica • Secondario • L’artigianato si distingue a sua volta in tre settori: • produzione di beni di consumo (comprende tutta la produzione di beni di consumo progettati, realizzati e venduti da sarti, falegnami, magliai), • produzione di servizi (riparazioni, installazione di impianti elettrici, idraulici, lavori di tappezzeria,..) e • produzione artistica (oggetti artistici come prodotti di oreficeria, sculture in legno, prodotti ceramici e di vetro,..). 39 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 I settori dell’attività economica • Terziario • raggruppa quelle attività lavorative che prevedono la commercializzazione dei beni e prodotti e l’offerta di servizi, i quali garantiscono alla società comodità, benessere e sicurezza e permettono di usufruire al meglio dei beni prodotti dal settore primario e dal secondario. • Questo settore può essere suddiviso in: • terziario tradizionale, nel quale possono essere raggruppate tutte le attività lavorative connesse con la Amministrazione Pubblica, con la distribuzione dell’energia e dell’acqua, la sanità, con l’istruzione, la difesa, la giustizia, i beni culturali e lo spettacolo, con il credito e la previdenza, con le telecomunicazioni, i trasporti e il turismo, con il commercio e tutti i servizi alla persona (parrucchieri, estetiste, ecc.) • terziario sociale, nel quale operano persone che offrono servizi assistenziali ad handicappati, anziani 40 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014 I settori dell’attività economica • Terziario Avanzato • nel quale operano coloro che offrono servizi alle imprese caratterizzati da un’elevata professionalità, quali i liberi professionisti, gli studi tecnici, informatici, consulenti per l’organizzazione aziendale, finanziaria, legale, fiscale, per la formazione di risorse umane, i professionisti che operano nella ricerca e nella progettazione, nel marketing, nella pubblicità e tutti i servizi dell’informazione, della finanza e alta tecnologia, • Il settore terziario avanzato in questi anni si è rivelato così importante da diventare autonomo e prendendo il nome di quaternario. 41 Dott.ssa Rosalba Minafra 02/12/2014