Relazione tecnica di parte sul caso C.A.

Transcript

Relazione tecnica di parte sul caso C.A.
Dr. CARMELO GALIPO’
Medico-chirurgo
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni
Via Appia Nuova, 153
00182 Roma
Tel. 06/45654106-347/3589096
RELAZIONE MEDICO-LEGALE SUL CASO CLINICO DI:
C. A.
Ho ricevuto mandato dalla sig.ra C. A., nata in Castelfranco il 02.11.19__ e residente
in Santa G., Via Processione 2a, onde redigere relazione medico-legale di parte,
relativamente all’errato trattamento ortopedico effettuato in seguito a trauma
fratturativo dell’omero sinistro, che ha portato alla necessità di reintervento e alle
conseguenze che ne sono derivate.
Scopo della presente relazione è valutare l’eventuale responsabilità medica dei
sanitari e della struttura e le conseguenti affezioni patite, l’inabilità temporanea
relativa e assoluta e l’eventuale danno biologico.
Per attendere a tanto, dopo aver consultato specialista Ortopedico, ho incontrato la
paziente ed ho esaminato la documentazione clinica dalla stessa fornitami.
LESIONI RIPORTATE ED EVOLUZIONE CLINICA
Dalla documentazione clinica e dal resoconto della sig.ra C., risulta che la sua storia
iniziava nel mese di Marzo dell’anno 2006 quando, in seguito a caduta accidentale, in
data 31/03 riportava un grave traumatismo a carico del braccio sinistro. Trasportata
presso l’Ospedale di C., veniva ricoverata nel reparto di Ortopedia e Traumatologia
con diagnosi di ammissione: “Frattura pluriframmentaria omero sinistro” e, in data
02/04/2006, veniva sottoposta ad intervento chirurgico di riduzione della frattura ed
osteosintesi con chiodo bloccato anterogrado.
La C., nel periodo successivo all’intervento, si sottoponeva a tutte le cure del caso, tra
cui numerose sedute di riabilitazione, ciò nonostante persisteva a carico della spalla
grave sintomatologia dolorosa con marcata limitazione funzionale.
Si rivolgeva pertanto all’Istituto Ortopedico R. dove veniva consigliata la rimozione
del chiodo endomidollare, intervento effettuato in data 06/08/2007. Durante
l’intervento, i sanitari, oltre ad asportare il chiodo endomidollare che aveva provocato
un grave danno alla cartilagine articolare del quadrante superiore della testa omerale,
provvedevano alla sutura della lesione della cuffia dei rotatori creata dalla accesso
chirurgico precedente (“si apprezza cuffia dei rotatori degenerata”), per un difetto
del punto di infissione del chiodo stesso che risultava estremamente medializzato.
Attualmente, nonostante i numerosi trattamenti riabilitativi a cui la C. si è
successivamente sottoposta, il quadro clinico-funzionale risulta particolarmente
scadente.
2
Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò
ESAME SUBIETTIVO
La paziente lamenta persistente dolore e limitazione funzionale della spalla sinistra,
oltre a deficit di forza dell’arto superiore.
ESAME OBIETTIVO
Arto superiore sinistro: si osserva cicatrice chirurgica che decorre nella regione
anteriore dalla spalla fino al terzo prossimale del braccio, infossata e discromica,
della lunghezza di circa 18 cm; notevole ipotonotrofia muscolare a carico del cingolo
scapolo-omerale; la palpazione e la digitopressione in corrispondenza della spalla e
del terzo prossimale del braccio risvegliano viva sintomatologia dolorosa. La
elevazione attiva è possibile fino a circa 100°, con viva reazione antalgica
all’ulteriore sollecitazione passiva, mentre risultano ridotte la intra-rotazione di circa
20° e la extra-rotazione di circa 15°.
3
Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò
CONSIDERAZIONI MEDICO-LEGALI
Dalla attenta disamina della documentazione sanitaria si evince che la sig.ra C. A., in
seguito a caduta accidentale, nel mese di Marzo 2006 subì una grave frattura
dell’omero sinistro, confermata dalle indagini strumentali effettuate durante il
ricovero presso il Presidio Ospedaliero di C.
La frattura dell’omero prossimale è un frattura molto comune della spalla; soprattutto
negli individui anziani a causa dell’osteoporosi.
Nelle fratture dell’omero prossimale, la gravità spesso dipende da quanto sia
scomposta (l’omero prossimale può essere suddiviso in quattro parti, quindi una
frattura si può scomporre in 2 frammenti, 3 frammenti, o in 4 frammenti principali).
In generale, quanto più numerosi sono i frammenti della frattura e sono scomposti,
tanto peggiore è la prognosi.
Normalmente queste fratture sono provocate o da un colpo diretto alla spalla oppure
da una colpo indiretto che si verifica in seguito ad una caduta sulla mano con l’arto
teso. Nei giovani queste fratture si osservano nei traumi ad elevata energia (incidenti
stradali o sportivi) a carico della spalla, che il più delle volte determinano una frattura
pluriframmentaria scomposta associata, in alcuni casi, ad una lussazione dei capi
4
Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò
articolari. Nei pazienti anziani con osso osteoporotico, è sufficiente talvolta anche un
trauma a bassa energia (una banale caduta a terra).
In caso di lesioni più gravi, quando la frattura è costituita da più frammenti ed è
scomposta può essere necessario un intervento chirurgico per fissare la frattura,
riallinearla o in casi complessi sostituire l’osso danneggiato con una protesi
articolare. Decidere qual è il miglior trattamento chirurgico dipende da molti fattori,
tra cui:

età del paziente

arto dominante oppure no

livello di attività del paziente

quantità dei frammenti di frattura

grado di spostamento dei frammenti della frattura

esperienza del chirurgo.
I frammenti di osso possono essere fissati con:
1) placche e viti:
Questo intervento viene considerato il golden standard. Consente una riduzione
ottimale dei frammenti ma soprattutto una stabilizzazione molto solida. Talvolta però
5
Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò
è un intervento complesso e che quindi richiede mani esperte per la sua corretta
esecuzione.
2) chiodi endomidollari: il vantaggio di questo intervento è la sua esecuzione più
semplice per il chirurgo e la minore esposizione; lo svantaggio è che, per inserire
questo dispositivo di metallo, il chirurgo può danneggiare i tendini della cuffia dei
rotatori, che sono i principali motori della spalla.
Nel caso di specie, si può affermare che il trattamento della complessa frattura
poliframmentaria meta-epifisaria prossimale dell’omero sinistro riportata dalla
paziente, sia stato marcatamente aggressivo e condotto con tecnica errata.
In particolare, considerata la giovane età della C., sarebbe stato più indicato l’uso di
una placca anatomica a stabilità angolare, sia perché l’epifisi omerale era
perfettamente integra, sia perché tale approccio avrebbe risparmiato la cuffia dei
rotatori e la cartilagine articolare del quadrante superiore della epifisi stessa.
Infatti, il chiodo endomidollare bloccato è particolarmente indicato nelle fratture
epifiso-metafisarie prossimali di omero di persone anziane, in quanto può essere
applicato con tecnica mini-invasiva minimizzando così il trauma chirurgico e
rispettando perfettamente la cuffia dei rotatori e la cartilagine articolare della testa
omerale.
Nel caso in esame invece, c’è stato anche un grave errore di tecnica chirurgica, in
quanto il punto di ingresso del chiodo risulta estremamente medializzato così da
6
Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò
provocare un grave danno alla cuffia dei rotatori e alla cartilagine articolare del
quadrante superiore della testa omerale.
CONCLUSIONI MEDICO-LEGALI
Dall’attenta disamina della documentazione sanitaria e dall’anamnesi, si evince che
la sig.ra C. A., a seguito di frattura scomposta dell’omero sinistro, cruentamente
trattata presso l’Ospedale di C., ha subito un peggioramento della funzionalità della
spalla omolaterale, che comporta importante limitazione articolare e deficit di forza.
Il tutto comporta una grave ripercussione negativa sulla cenestesi personale e
lavorativa e una incidenza negativa su tutte le attività esistenziali. Tale esito è
assolutamente addebitabile ad imperizia e negligenza dei sanitari che hanno avuto in
cura la perizianda.
Un intervento chirurgico eseguito con tecnica più appropriata
per l’età ed il tipo di frattura subita dalla paziente avrebbe
evitato di far sopportare alla paziente un re-intervento che,
oltrettutto, non ha corretto completamente il dismorfismo e le
limitazioni funzionali da cui è tuttora affetta.
Il danno attuale rilevabile, inteso come grave danno alla
funzionalità della spalla e del braccio, va interamente risarcito
come “maggior danno” in soggetto che con gli esiti “regolari”
di una frattura dell’omero avrebbe avuto postumi valutabili al
5%.
Il maggior danno sopportato dalla sig.ra C.A., valutabile nella
misura dell’8%, va inteso come differenza economica tra il 6° e
il 13° punto delle tabelle del Tribunale di Milano.
7
Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò
CONCLUSIONE MEDICO-LEGALE
Per quanto suddetto, la sig.ra C. A., a causa dell’operato negligente ed imprudente dei
sanitari dell’Ospedale di C., ha subito un maggior grave danno biologico e un
maggior periodo di inabilità quantificabile come segue:
INABILITA' TEMPORANEA ASSOLUTA: gg. 80 (ottanta);
INABILITA' TEMPORANEA PARZIALE al 50%: gg. 90 (novanta);
Allo stato attuale la paziente risulta affetta da limitazione funzionale della spalla
sinistra ed ipotrofia del cingolo-scapolare che, per la persistenza a distanza di circa
tre anni, sono da considerare a carattere permanente.
La riduzione della validità psico-fisica della perizianda, in relazione allo stato
anteriore, determina un Maggior danno biologico permanente, valutato secondo
criteriologia Medico Legale di analogia e proporzionalità, tenendo conto della
prognosi e dell’età della perizianda, e con riferimento ai Baréme della R.C.1’,
valutabile nella misura del
8% (otto).
- Spese come da documentazione fiscale allegata.
Roma lì, 19.01.2016
Dr. Carmelo Galipò
M. Bargagna ed Altri: “Guida Orientativa per la valutazione del Danno Biologico” Ed. Giuffrè MI 2001 e R. Luvoni ed Altri:
“Guida alla valutazione Medico Legale del Danno Biologico e della Invalidità Permanente”. Ed. Giuffrè MI 2002
1
8
Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò