Week-end in VALLE STURA

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Week-end in VALLE STURA
Week-end in VALLE STURA
Passeggiata con gli asini e dintorni
Sabato
Aaaasinelli aaaasinelli oggi andiam dagli asinelli firulì-firulà!!!!
Non vedo l’ora!
Ore e ore di visione dei telefim di Pippi Calzelunghe mi han insegnato tutto e so di poter
cavalcare proprio bene: una gamba di qua, una di là, e vai cavallino, pardon, asinello!
Eccoli!!!!
Oh oh… come sono grandini….
E si muovono….
Mi riparo dietro le gambe di mamma mentre i grandi chiacchierano.
Siamo all’Azienda Agricola L’Impronta di Cinzia Dutto, ai Colli di Moiola, all’imbocco
della Valle Stura, una vallata larga larga che non sembra quasi di essere in montagna e
invece siamo già a 1000 metri di altitudine!
I signori hanno 15 asinelli, alcuni proprio piccoli piccoli che sembrano dei peluscioni!
Intanto preparano gli asinelli: spazzolata (si dice strigliata), pulizia degli zoccoli e sella in
groppa.
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Uno è proprio altissimo, si chiama Ulisse ed è marrone scuro. La signora Cinzia lo chiama
il gigante buono. L’altro è più piccolo, grigio screziato, e si chiama Mimì.
Su chi voglio andare? Su Ulisse, che domanda. Mi farei sfuggire una passeggiata a passo di
gigante?
Mamma e Papi prendono gli
zainetti e ci avviamo tutti assieme lungo la strada, loro a piedi e io in groppa eheheheh!!!
Che posizione elevata!
Si procede spediti per un poco, poi Ulisse comincia ad impuntarsi. È solo perchè a lui non
piace bagnarsi gli zoccoloni nel fango, e poi è la prima uscita che fa in questa primavera e
non sembra averne tanta voglia.
Il fatto è che a lui non piace la salitina di questo tratto, ma a me non piace tanto questo
fermarsi di colpo e così salto letteralmente in braccio a Mamma e preferisco continuare a
piedi di buona lena fin quasi all’arrivo, ossia ad un pratone dove i signori degli asinelli
portano di solito i gruppi di bambini per la merenda.
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Qui si fa pappa con i panini di Cinzia mentre gli asinelli brucano liberi e io comincio a
sciogliermi un poco!
Scatto anche qualche foto e poi vado con Cinzia a portare il pane avanzato agli asinelli.
Solo il pane, però, il formaggio no chè agli asinelli non piace.
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Quando è ora di riprendere il cammino…
“Vuoi salire?”… ma si!
Però salgo su Mimì, come mi suggerisce Mamma, e in effetti la sua sella è più piccolina e
decisamente più comoda per me…
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Ci prendo gusto e dico a Mamma di stare lontana che ormai ho la situazione “tra le
briglie”. Arriviamo così ad una bella chiesetta e… ci arrivo io per prima con Cinzia e
Mimì!! (anche perché è tutta salita e ad Ulisse la salita con questo caldo oggi non gli piace
proprio e va piano piano finchè
si ferma addirittura…).
La Chiesetta di Maria Assunta è
proprio suggestiva, posta in un
bel punto panoramico sulla
vallata.
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Un po’ di corse sul bel prato per sgranchirmi le gambe e si riparte, questa volta a piedi
perché c’è un pezzetto un poco ripido e strettino e in discesa. È meglio che gli asinelli
vadano da soli senza essere cavalcati perché la discesa è un po’ ripida e vanno giustamente
cauti cauti.
Poi di nuovo in sella fino a tornare sulla strada fatta all’andata. Siamo quasi ritornati alla
base quando Papi mi deve prendere un po’ al volo e ficcarmi nello zainetto porta-bimbi
perché ciondolo e mi sto per addormentare (e ci credo, sono le 16,00!!).
Così al centro degli asinelli ci arrivo addormentata e i grandi ne aprofittano per caricarmi
in auto e andare al B&B Notte Stellata dove dormiremo, a Gaiola.
Posto particolare perché i signori fanno corsi sulle erbe di montagna: portano la gente a
raccogliere erbe e fiori, insegnando loro a riconoscerli. E arrivati a casa… se li cucinano e
se li mangiano!
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Noi, invece, facciamo cena dalla signora Cinzia, alla casa degli asinelli che c’è anche tante
altre cose: una casetta dove fanno un percorso dei sensi, il museo dell’asino, e un piccolo
parco giochi!!
Che buono il risotto alle primule!!
Domenica
Oggi si risale la Valle Stura che continua ad essere bella larga e verde e andiamo a visitare la
borgata Lauzè (Fedio di Demonte), dove si trova Ospitiamo ala buna, una struttura
curiosa e di difficile collocazione.
Agritursimo? Non dà da mangiare cena….
B&B? Non sono solo due camere, hanno anche
l’angolo cottura… Rifugio? In effetti, ha una
camarata con letti a castello…
Non so come definirlo, ma è un posto
belissimo con fontana in mezzo al prato, tutto
ben ristrutturato e con due edifici laterali che
hanno tettoie (per ripararsi col maltempo),
forno a legna a disposizione e spazi per giocare a gogò.
Qui la signora Cinzia organizza d’estate una due giorni con gli asinelli e viene voglia di
provarlo perché l’idea di dormire qui mi piacerebbe proprio…
A me piace tanto la fontana chè l’acqua è fresca e io salgo in ginocchio sul bordo per bere.
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Risalendo ancora la vallata si arriva a Pontebernardo (Pietraporzio), borgatina carina che,
tra l’altro, è il paese di Stefania Belmondo, la grande fondista! E vista la vallata si capisce il
perchè: qui, d’inverno, le piste di fondo devono essere magnifiche! Papà cosa dici, potrai
trainarmi con il bob?
Noi veniamo per visitare l’Ecomuseo della Pastorizia.
Accozzaglia di vecchi attrezzi rugginosi-polverosi che nessuno sa più cosa siano?
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Macchè! Magnifica esposizione didattica di un’attività ancora viva e che si vuole rendere
sempre più attuale e diffusa!
Video, pannelli, costumi di pastori dell’area mediterranea e un ricovero da pastore dove si
respira la vita dell’alpeggio con le sue difficoltà e soddisfazioni… Un museo nuovo e ben
strutturato in cui perdersi tra lana e descrizioni!
Pensate che queste vallate sono collegate storicamente nientemeno che con la regione
della Crau, in Francia, e che si sta pensando ad un tracciato di sentieri che ripercorra il
tragitto che facevano da laggiù fino a queste zone!
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Adiacente al museo si trova anche il centro di salvaguardia della perla di questo luogo: la
pecora sambucana, un animale tipico di questa valle che, dopo aver rischiato negli anni
passati l’estinzione a causa di incroci poco accorti, è stata recuperata divenendo presidio
Slow Food.
Si può assaggiarne la bontà presso l’Osteria La Pecora Nera, un locale semplice che a
sorpresa rivela una cucina raffinata e particolare che merita certamente una visita.
A me piace tutto, e se proprio devo fare un appunto, speravo un po’ più di peluche di
pecorelle nere, ma questa è la mia opinione personale…
E poi… parco giochi! Un magnifico parco giochi con sagome di pecorelle da abbracciare e
tavolini dove fare merenda prima di lasciare questa vallata.
Ma sono certa che torneremo, questa volta per camminare lungo i sentieri trcciati dal
passaggio delle pecore nella loro transumanza.
Questa notte mi addormenterò contando le pecore… nere naturalmente!
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