vR 154 Villa Giusti, Cometti, detta “Palazzo rosso”
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vR 154 Villa Giusti, Cometti, detta “Palazzo rosso”
Villa Giusti, Cometti, detta “Palazzo rosso” Comune: Grezzana Frazione: Grezzana Località: Palazzo Rosso Via Fontana Vecchia, Irvv Ctr Vincolo: . ⁄ (); . ⁄ () Decreto: ⁄ ⁄ (); ⁄ ⁄ () Dati catastali: . , . Collocato al limite del centro abitato di Grezzana, il complesso si articola su un impianto a “L” che si chiude verso nord-ovest; è circondato dal parco che, grazie alla presenza di alberi secolari «che donano alla località una nota paesistica di non comune bellezza», viene sottoposto a vincolo di tutela ai sensi della legge n. del già nel , ma si dovranno aspettare altri otto anni affinché l’edificio padronale venga vincolato ai sensi della legge n. del . La villa è una delle più antiche sorte nella zona; la sua costruzione risalirebbe, secondo quanto si legge nella relazione allegata al decreto di vincolo e secondo il Viviani, al , mentre per il Dal Forno al . Primo proprietario fu Gerolamo Giusti che, sposato con Eurizia Verità, ebbe due figli: Gasparo, che sposò Ginevra Della Torre, e Francesco che sposò Antonia Bevilacqua Lazise. Questo ramo della famiglia subentrò nel possesso della villa fino al quando passò ai Ruzzenenti i quali, poco dopo, la vendettero ai Cometti, attuali proprietari. Il complesso è rappresentato in un’incisione datata dell’architetto Ettore Fagiuoli, dove, in una vista dall’alto, possiamo vedere il palazzo con gli annessi rustici e la cap- GREZZANA Incisione del complesso di Ettore Fagiuoli del (Archivio IRVV) Saletta con fregi a grottesche (Archivio IRVV) pella gentilizia. L’edificio padronale, denominato “palazzo rosso” per la tinta rosso mattone che lo contraddistingue, si sviluppa su pianta rettangolare e tre livelli. La facciata principale si presenta con una disposizione asimmetrica delle aperture ed è caratterizzata, nella parte centrale, da tre aperture ad arco, con pilastri e ghiera lavorati a bugnato e mascherone sul concio in chiave, che immettono in un portico ora chiuso da serramenti. In corrispondenza dei pilastri, sopra la trabeazione, trovano posto quattro scudi con insegne araldiche; sovrapposte a questi, leggere lesene lisce inquadrano tre finestre che, poggianti sul davanzale continuo, sembrano sorreggere una sottile trabeazione. Anfore si attestano in corrispondenza di ogni lesena; tra esse tre delle finestre circolari del sottotetto. Sulla parte sinistra, le finestre si dispongono secondo tre assi verticali, due al primo piano risultano binate e con unico davanzale, l’estrema di destra non trova la sua corrispondente al piano terra. Sulla parte di destra, invece, tre sole finestre illuminano i locali interni. Tutte sono profilate da cornici in pietra, che fortemente risaltano sul fondo scuro della parete. Si addossa all’edificio, sull’angolo nord-est, la torre colombara, mentre sul lato ovest un corpo di fabbrica più basso e arretrato lo collega agli edifici rustici che si dispongono in direzione perpendicolare al palazzo. Un’altra torre caratterizza il complesso all’angolo nord-ovest. L’oratorio, in stile settecentesco, è dedicato alla Vergine assunta: in una nicchia sopra il portale, trova posto una scultura della Beata Vergine assunta opera di Michelangelo Speranza. Ciò che però merita particolare attenzione in questa villa sono i locali interni, dove varie sale, compreso lo scalone, sono decorate da affreschi di buona fattura, parte eseguiti probabilmente verso la fine del Cinquecento, parte nel secolo successivo (Dal Forno, ). La soggettistica di molti elementi e il gusto 187 Sala con camino e decorazioni a grottesche (Archivio IRVV) La volta e le pareti dello scalone decorate con un finto pergolato fiorito e angioletti (Archivio IRVV) grafico stilistico, assieme al confronto con altri dipinti, portano gli storici ad attribuirne la paternità a Bernardino India. In ogni sala, una fascia di decorazioni a grottesche corre tutto intorno nella parte alta delle pareti, «dove si alternano raffaellesche cavalcate di tritoni e nereidi, realizzate con armonia e vivacità cromatica» (Dal Forno, ). Spesso si ritrovano nella parte centrale dei fregi scudi con le insegne araldiche dei vari proprietari che nel tempo si succedettero. Nello scalone, volta e pareti sono affrescate con motivi raffiguranti un pergolato fiorito; tra i tralci giocano angioletti, alcuni volano con ra- moscelli o ghirlande tra le mani, altri suonando il mandolino. Percorrendo interamente la scala, si può ammirare una Madonna, di realizzazione più tarda, attribuita dal Viviani a Pietro Rotari. Nel salone centrale al piano terra risaltano festoni di frutta pendenti da mascheroni e teste leonine, dipinti tra arconi a bugnato. Uno, in pietra, collega la partenza dello scalone, altri, solamente dipinti, si aprono su scorci e paesaggi trompe-l’oeil; ma dove si troviano forse le opere più interessanti è nel salone del piano nobile. Qui, al centro delle pareti, due grandi scene bibliche, Il ritrovamento di Mosè e Mosè che GREZZANA difende le figlie di Jetro, sono inserite in grandi e ricche cornici con volute, sempre dipinte, a loro volta circondate da una larga fascia decorativa animata da una gran varietà di elementi. Nella parte mediana inferiore fauni legati imboccati da bambini bianchi e mori, verso le estremità si inseriscono delle scimmiette, mentre fra le volute della cimasa si trovano angioletti musicanti, roditori e uccelli. Nei lati minori delle cornici sono incastrati specchi in maiolica con monocromi di figure allegoriche; sopra a questi, negli angoli superiori, teste personificanti le quattro stagioni pendono da drappi frangiati. Negli angoli inferiori sono dipinti un cane e un cinghiale. Inte- Il salone al piano terra, con decorazioni a trompel’oeil e festoni di frutta, con l’accesso allo scalone (Archivio IRVV) 188 ressante il primo dei due affreschi che riproduce, anche se con alcune varianti, il quadro di Paolo Veronese ora conservato al Museo del Prado, allora forse in casa dei Della Torre (Viviani, ). Ai lati, cariatidi si poggiano su mensole a voluta arricchite da scanalature orizzontali e foglie. Le vesti sono elegantemente drappeggiate e sul capo portano un capitello ionico, fingendo di sostenere la trabeazione sottostante al soffitto ligneo. Esse si alternano alle aperture, che sono pure completamente decorate nei loro elementi. Sopra le porte, in una cornice, compare un busto monocromo d’imperatore romano, circondato da amorini.