Prova Invalsi d`italiano classe seconda N°2 - "Galileo Galilei"

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Prova Invalsi d`italiano classe seconda N°2 - "Galileo Galilei"
VOLUME 2
PER LA PROVA
INVALSI
Unità 4
Little Mary
Il racconto autobiografico
Cognome
Nome
Classe
Data
CHI L’HA SCRITTO?
Elias Canetti (1905-1994),
nato in Bulgaria da una
famiglia ebrea di origine
spagnola, viaggiò molto e
scrisse in tedesco romanzi e
saggi.
Tra i suoi libri ricordiamo: Auto
da fé, Le voci di Marrakech, Il
frutto del fuoco.
Ha ricevuto il Premio Nobel
per la letteratura nel 1981.
DA DOVE È TRATTO?
Da La lingua salvata.
DI CHE COSA PARLA?
Del primo innamoramento
infantile.
COME NE PARLA?
Con un linguaggio semplice
e suggestivo.
1. cricket: gioco inglese che si
effettua con una palla di legno
rivestita di cuoio e lanciata da
un bastone a spatola.
2. filatelica: riguardante la
raccolta di francobolli.
In questo brano l’autore ricorda il trasferimento della famiglia in Inghilterra, l’approccio con la nuova lingua e la scuola, le nuove amicizie, ma soprattutto il suo breve innamoramento per una compagna di classe dalle guance rosse. Questo
particolare aspetto fisico, che lo affascina, trova la sua ragione profonda in un altro episodio piacevole della prima infanzia, quando una donna gli cantava la canzoncina delle “meline rosse”.
Poco dopo il nostro arrivo a Manchester, cominciai ad andare a
scuola. La scuola era in Barlowmore Road, a circa dieci minuti di strada da casa nostra. La direttrice si chiamava miss Lancashire, e poiché
la contea in cui si trovava Manchester si chiamava pure Lancashire,
mi meravigliai molto di quel nome. La mia classe era mista e di colpo
mi ritrovai in mezzo a bambini e bambine inglesi. Miss Lancashire era
una donna giusta e trattava tutti i suoi scolari con la stessa cordialità.
In tutte le mie esperienze di allora in Inghilterra quello che mi affascinava era l’ordine. A Rustschuk la vita era stata rumorosa, movimentata e ricca di vicende dolorose. Eppure in quella scuola doveva
esserci qualcosa che mi rammentava la terra in cui ero nato. Le aule
erano spaziose, a pianterreno, come nella nostra casa in Bulgaria, anche qui non c’erano piani superiori, come invece li avevamo nella nuova abitazione di Manchester, e il resto della scuola dava su un grande
giardino. Le porte e le finestre della nostra classe erano sempre aperte
e ogni occasione era buona per uscire in giardino. Lo sport era di gran
lunga la materia più importante, fin dal primo giorno gli altri bambini
conoscevano tutte le regole, come se fossero venuti al mondo giocando
a cricket1. Donald, il mio amico, ammise dopo qualche tempo che
all’inizio gli ero sembrato un po’ stupido perché prima di capire le
regole era stato necessario spiegarmele e rispiegarmele varie volte. Da
principio mi aveva rivolto la parola solo per compassione, era il mio
compagno di banco, ma quando un giorno mi fece vedere i suoi francobolli e di ciascuno di essi gli seppi dire la provenienza, e poi addirittura tirai fuori dei francobolli della Bulgaria che lui ancora non conosceva e, invece di scambiarli, subito glieli regalai, perché io “di
quelli ne avevo tanti”, allora cominciò a interessarsi più seriamente a
me e diventammo amici. Non credo di averlo voluto corrompere, ero
un bambino molto orgoglioso, ma sicuramente volevo impressionarlo,
perché avvertivo il suo tono di condiscendenza.
La nostra amicizia filatelica2 si sviluppò con tale rapidità che conti-
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3. gote: guance.
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nuavamo a trafficare furtivamente sotto il banco con i francobolli anche durante le ore di lezione. Non ci dissero mai nulla, semplicemente
fummo separati nella maniera più gentile, e così i nostri giochi dovettero limitarsi al percorso da scuola a casa.
Al posto di Donald mi fu messa accanto una bambina, Mary Handsome. Subito la serrai nel mio cuore come un francobollo. Il suo nome, che vuol dire “bella”, mi meravigliava, non sapevo allora che anche i nomi potessero avere un significato. Era più piccola di me, con i
capelli biondi, ma la cosa più bella in lei erano le gote3 rosse, “come
meline”. Cominciammo subito a chiacchierare e lei rispondeva a tutte
le mie domande, ma anche quando non parlavamo, durante le ore di
lezione, non potevo fare a meno di guardarla ininterrottamente. Ero
così incantato da quelle gote rosse che non facevo più attenzione a
miss Lancashire, non ascoltavo più le sue domande e quando dovevo
rispondere mi sentivo turbato e confuso. Avevo una gran voglia di
baciare quelle gote rosse e dovevo fare uno sforzo per trattenermi.
Dopo la scuola l’accompagnavo a casa, abitava nella direzione opposta
a quella di casa mia, e così piantai in asso Donald, che aveva sempre
fatto la mia stessa strada quasi fino a casa, senza nemmeno dargli una
spiegazione. Accompagnavo Little Mary, come la chiamavo, fino
all’angolo della sua strada, la baciavo frettolosamente sulla guancia e
poi correvo svelto a casa, senza far parola con nessuno di tutto questo.
La cosa si ripeté per parecchie volte e fintanto che le diedi il bacio
d’addio all’angolo della strada, non accadde nulla, forse anche lei non
ne parlò a casa sua. Ma la mia passione per le gote rosse crebbe, la
scuola non mi interessava più, aspettavo soltanto il momento in cui mi
sarei trovato per la strada accanto a lei, e ben presto la strada fino
all’angolo divenne troppo lunga e cercai di baciarla sulla gota rossa
prima di arrivarvi. Lei si ribellò e disse: – Mi puoi baciare solo all’angolo, quando mi saluti, altrimenti lo dico alla mia mamma. – L’espressione good-bye kiss che lei usò, mentre si voltava di scatto dall’altra
parte, mi fece una profonda impressione e allora presi a camminare
ancora più svelto fino all’angolo di casa sua, lei si fermò come se niente fosse stato e io come al solito le diedi un bacio. Il giorno dopo perdetti la pazienza e la baciai subito, appena fummo per strada. Per prevenire la sua furia, mi infuriai a mia volta ed esclamai con aria
minacciosa: – Ti bacerò tutte le volte che vorrò, non ho intenzione di
aspettare fino all’angolo. – Lei tentò di scappare, io la tenevo stretta,
procedemmo di qualche passo, tornai a baciarla e ribaciarla fino all’angolo. Quando finalmente la lasciai andare, lei non mi disse good-bye,
disse soltanto:
– Adesso lo dico alla mamma!
Sua madre non mi faceva paura, la mia passione per quelle gote rosse
era ormai talmente grande che a casa, con enorme stupore della nostra
governante, mi misi a cantare a gola spiegata: – Little Mary is my sweetheart! Little Mary is my sweetheart! Little Mary is my sweetheart!
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4. squittivo: in questo
caso, ridevo.
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Il giorno seguente arrivò a scuola Mrs Handsome. D’improvviso ce
la trovammo lì: era un’imponente signora che mi piacque ancor più di
sua figlia. Fu quella la mia fortuna. Parlò con Miss Lancashire e poi
venne verso di me e disse in tono molto deciso: – Non accompagnerai
più a casa la piccola Mary. La strada per casa tua è un’altra. Non starete più nello stesso banco e non parlerai più con lei. – Il tono non era
irritato, né lei sembrava inquieta, ma soltanto risoluta; eppure il suo
modo di parlarmi era diverso, molto diverso da quello che avrebbe
avuto mia madre.
Questa fu la fine della storia. Ma in seguito mi raccontarono che
non si era affatto risolta così semplicemente. Miss Lancashire aveva
mandato a chiamare i miei genitori e aveva discusso con loro se io
dovessi o meno rimanere in quella classe. Mai le era capitato di vedere
nella sua scuola una passione così impetuosa; era piuttosto perplessa e
si domandava se ciò potesse dipendere dal fatto che i bambini “orientali” sono tanto più precoci di quelli inglesi. Mio padre l’aveva tranquillizzata, garantiva lui che si trattava di una cosa assolutamente innocente. Probabilmente dipendeva dalle gote rosse della bambina, che
colpivano davvero la fantasia. Pregò Miss Lancashire di tentare per
un’altra settimana ed ebbe ragione. Credo che non degnai mai più di
uno sguardo la piccola Mary. Dal momento stesso in cui si era nascosta dietro sua madre, per me si era dissolta in lei. A casa parlai ancora
spesso con ammirazione di Mrs Handsome. Non so invece che cosa
Little Mary abbia fatto in seguito a scuola, fin quando vi sia rimasta,
se la portarono via e la mandarono in un’altra scuola, il mio ricordo di
lei non va oltre l’epoca in cui la baciai.
Fino a che punto mio padre avesse ragione quando aveva detto che
tutto dipendeva probabilmente da quelle gote rosse, lui stesso certo
non lo sapeva. Più tardi ho riflettuto su quel mio amore precoce, che
non dimenticai mai del tutto, e un giorno mi venne in mente la prima
canzoncina infantile spagnola che avevo udito in Bulgaria. Mi portavano ancora in braccio e una donna mi si avvicinava cantando: – Manzanicas coloradas, las que vienen de Stambol – (Meline rosse che vengono da Istanbul) e così cantando mi puntava l’indice verso la gota,
avvicinandolo sempre più e poi all’improvviso ce lo premeva sopra
con forza. Io squittivo4 di divertimento, lei mi prendeva in braccio e mi
baciava tutto. Accadeva così spesso che alla fine avevo imparato
anch’io quella strofa, che cantavo insieme a lei; fu la mia prima canzoncina e tutti quelli che volevano indurmi a cantare dovevano cominciare di lì. Quattro anni più tardi ritrovai le meline rosse nelle gote di
Mary, una bimba più piccola di me che chiamavo sempre “piccola”, e
mi meraviglio soltanto che non mi sia venuto in mente di premerle
l’indice sulla gota prima di baciarla.
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da E. Canetti, La lingua salvata, Adelphi, Milano 1980
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1. Perché, secondo quanto emerge dalle sue riflessioni, l’autore si era invaghito di Mary?
A. Perché era una bambina simpatica.
B. Perché anche lei gli aveva dimostrato affetto.
C. Perché le sue guance gli ricordavano un periodo felice dell’infanzia.
D. Perché i bambini orientali sono più precoci di quelli inglesi.
2. L’aggettivo risoluta (riga 84) significa:
A. materna.
B. arrabbiata.
C. delusa.
D. decisa.
3. La frase In tutte le mie esperienze di allora in Inghilterra quello che mi affascinava era l’ordine
(righe 8-9), può essere collegata alla frase successiva da:
A. anche se.
B. mentre.
C. infatti.
D. quindi.
4. Trascrivi almeno due aspetti della scuola che ricordano al protagonista la sua terra d’origine:
A. .........................................................................................................................................................................................................
B. .........................................................................................................................................................................................................
5. Che cosa significa l’espressione come se fossero venuti al mondo giocando a cricket?
A. Che per loro giocare a cricket è un’attività naturale.
B. Che sono i migliori giocatori di cricket al mondo.
C. Che incominciano a giocare molto piccoli.
D. Che sono nati mentre si disputava una partita di cricket.
6. Nell’espressione continuavano a trafficare furtivamente (riga 32), furtivamente può essere sostituito con:
A. rubando.
B. di nascosto.
C. rapidamente.
D. scambiandoli.
7. Per quale motivo il protagonista decide di non degnare mai più di uno sguardo la piccola Mary
(righe 97-98)?
A. Perché Miss Lancashire glielo ha vietato.
B. Perché il padre glielo ha vietato.
C. Perché Mary lo ha deluso riferendo tutto alla mamma.
D. Perché ha litigato con Mary.
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8. Quale congiunzione si può mettere tra Ti bacerò tutte le volte che vorrò (riga 68) e non ho intenzione di aspettare fino all’angolo (righe 68-69) per rendere più chiaro il significato?
A. Quindi.
B. Sebbene.
C. Perché.
D. Però.
9. La convinzione dell’insegnante che i bambini “orientali” sono tanto più precoci di quelli inglesi
(righe 92-93) si basa:
A. su una costatazione.
B. su un pregiudizio.
C. su quanto è stato riferito dai genitori.
D. su quanto ha verificato l’insegnante.
10. Il protagonista, durante le ore di lezione, era generalmente:
A. attento e interessato.
B. serio e impegnato.
C. distratto e chiacchierone.
D. maleducato e svogliato.
11. Il brano che hai letto presenta il punto di vista:
A. dei diversi personaggi.
B. del protagonista-autore.
C. di un autore che ha assistito alle vicende.
D. della piccola Mary.
12. Che cosa indica l’espressione Fino a che punto mio padre avesse ragione (…) lui stesso certo non lo
sapeva (righe 104-106)?
A. Che il padre ha affermato qualcosa a caso per giustificare il figlio.
B. Che il padre ha formulato un’ipotesi dettata dal buon senso.
C. Che il padre non aveva le prove per affermare quanto aveva detto.
D. Che il padre era simile al figlio.
13. Alla riga 106 l’indicatore temporale più tardi, indica:
A. alcuni istanti dopo.
B. alcuni anni dopo.
C. quello stesso giorno.
D. quattro anni dopo.
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14. Perché Donald deve rispiegare più volte al protagonista le regole del cricket?
A. Perché Donald non sa essere chiaro.
B. Perché il cricket è un gioco difficile.
C. Perché il protagonista è lento a capire.
D. Perché il protagonista non ha mai visto né sentito parlare del gioco.
15. Perché Mary accetta di essere baciata solo all’angolo della strada?
A. Perché nessuno li veda.
B. Perché considera il bacio un semplice “arrivederci”.
C. Perché la sua mamma disapprova questa abitudine.
D. Perché Mary è una bambina abitudinaria.
Quesiti di Grammatica
1B. Nell’espressione mi portano ancora in braccio (righe 108-109), mi è:
A. complemento di termine.
B. complemento oggetto.
C. soggetto.
D. complemento di luogo.
2B. Nella frase forse anche lei non ne parlò a casa sua, ne è:
A. complemento di specificazione.
B. complemento partitivo.
C. complemento di moto a luogo.
D. complemento di denominazione.
3B. Nella frase Il giorno seguente arrivò a scuola Mrs. Handsome, il soggetto è:
A. giorno.
B. Mrs. Handsome.
C. sottinteso.
D. mancante.
4B. Nella frase le aule erano spaziose, spaziose è:
A. attributo.
B. parte nominale.
C. complemento di modo.
D. complemento oggetto.
5B. La voce verbale abbia fatto è:
A. congiuntivo presente passivo.
B. congiuntivo passato passivo.
C. congiuntivo presente attivo.
D. congiuntivo passato attivo.
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6B. Nell’espressione mi meravigliai molto, molto è:
A. avverbio di quantità.
B. aggettivo al grado positivo.
C. aggettivo al grado superlativo.
D. locuzione avverbiale.
7B. Il sostantivo meline è:
A. alterato.
B. composto.
C. primitivo.
D. derivato.
8B. Nell’espressione mi si avvicinava cantando, cantando è legato al verbo avvicinava da un rapporto di:
A. contemporaneità (le due azioni avvengono nello stesso momento).
B. anteriorità (l’azione del cantare avviene prima).
C. posteriorità (l’azione del cantare avviene dopo).
D. non ci sono rapporti tra le due azioni.
9B. Nella frase Fino a che punto mio padre avesse ragione quando aveva detto che tutto dipendeva da
quelle gote rosse, i tempi verbali sono:
A. condizionale passato – indicativo imperfetto – indicativo imperfetto.
B. congiuntivo passato – indicativo trapassato prossimo – indicativo imperfetto.
C. congiuntivo trapassato – indicativo trapassato remoto – indicativo imperfetto.
D. congiuntivo imperfetto – indicativo trapassato prossimo – indicativo imperfetto.
10B. Inserisci il pronome relativo adatto a completare la frase Meline rosse era la canzoncina ................................
doveva cominciare chi volesse indurmi a cantare.
A. di cui.
B. che.
C. da cui.
D. la quale.
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