I diritti Tv del calcio liberi di circolare in Europa

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I diritti Tv del calcio liberi di circolare in Europa
F INIS T ERRAE
GIOVEDÌ 13 OTTOBRE 2011
L’It nel 2011 crescerà del 2,2%
La prima metà dell’anno non era stata male. Poi ci si è avvicinati
all’estate e tutto è cambiato. Insomma, il quadro d’insieme è piuttosto chiaro e si traduce, nella sostanza, in una decisa accusa alla scarsa reattività del sistema Italia. A dichiararlo è stato Giorgio Rapari,
presidente di Assintel (Associazione nazionale imprese ict), durante
la presentazione del Rapporto 2011. Nonostante questo scenario poco rassicurante, il mercato dell’Information Technology cresce, seppur a fatica. Secondo le stime di Next Value, la società di consulenza
che ha realizzato il Rapporto Assintel 2011 sullo stato del mercato
It italiano, dagli oltre 19,2 miliardi di euro dello scorso anno (quando
la flessione fu del 7,6%) si arriverà a sfiorare nel 2011 quota 19,7
miliardi, con un incremento del 2,2 per cento. Non c’è comunque da
esultare troppo, visto e considerato che il 63% delle imprese ha fatto
intendere come i loro budget It rimarranno stazionari nei prossimi
12 mesi e che il 19% pensa addirittura di ridurli. A suggerire qualche speranza è la crescita del giro d’affari dei servizi cloud, passato
dai 280 milioni del 2010 ai previsti 393 milioni per quest’anno e
destinato a coprire circa il 7% dell’intero mercato It. Che il computing a nuvola sia una realtà in forte espansione lo dice la previsione
di crescita del fatturato per i prossimi tre anni, pari al 32 per cento.
Nello specifico, secondo Nextvalue, il Saas (Software as a service) si
prenderà la fetta maggiore degli investimenti con circa 260 milioni,
poi vengono le soluzioni Iaas (Infrastructure as a service) con 91
milioni e quindi i progetti Paas (Platform as a service) che non va
oltre i 40. La spinta maggiore per la crescita della spesa It, - 4,2
miliardi è fornita da banche e industria, due settori che hanno ricominciato a investire con ritmi di incremento fra il 2 e il 3 per cento.
Bulgari
È
destinata a diventare una telenovela che finirà soltanto tra
sei mesi, l’acquisizione di Bulgari
da parte del colosso francese del
lusso Lvmh. Si ricorderà che i fratelli Paolo e Nicola, nell’accordo con il
gruppo guidato da Bernard Arnault, avevano dimenticato 57mila
azioni di proprietà personale, che
poi però sono state consegnate nell’Opa di scambio azionario. Di questo fatto non era stata data informazione al mercato e soltanto il 18 luglio, a operazione conclusa (lo
scambio tra Lvmh e i Bulgari si è
chiuso il 30 giugno), Lvmh ha pubblicato un comunicato con il quale
ha ammesso che le 57mila azioni
non sono state computate nell’accordo per un «errore materiale». Anche se si tratta di un’inezia (lo
0,2% del capitale), alcuni fondi hanno eccepito che Lvmh avrebbe violato il principio di parità di trattamento informativo. Consob aveva aperto un’indagine, ma il 4 agosto aveva poi dato il placet all’Opa obbligatoria su Bulgari al prezzo offerto da
Lvmh. La decisione non è andata
bene al fondo Usa Hbk Master fund
che ha fatto ricorso al Tar del Lazio
chiedendo l’annullamento del provvedimento della Commissione di
Giuseppe Vegas. Ieri, il Tar ha stabilito che la questione sarà decisa
direttamente nel merito, il 4 aprile
2012. L’Opa si è chiusa a metà settembre, ma Arnault dovrà aspettare ancora per regalarsi un Bulgari.
Dexia Crediop
Dexia Crediop, la controllata ita-
liana del gruppo franco-belga
Dexia, sarà presto messa in vendita. L’ipotesi, già più volte riportata
anche da F&M, questa volta è stata rilanciata da Reuters citando una
fonte vicina alla situazione. La quale avrebbe detto che «Dexia Crediop
era in vendita prima delle ultime vicende del gruppo, e presto tornerà
a esserlo». La variante, come intuibile, diventano i tempi: «Prima degli ultimi fatti si ipotizzava una vendita di Dexia Crediop con calma,
adesso avverrà in fretta», continua
la citazione dell’agenzia. A margi-
B. POP. EMILIA ROMAGNA
Quotazioni in euro
6,41
-1,38%
8,50
8,25
8,00
7,75
7,50
7,25
7,00
6,75
6,50
6,25
6,00
LUG
AGO
SET
STIME DELL’INFORMATION TECHNOLOGY NEL 2011
Fonte: Assintel
Consuntivo mercato IT 2011
Hardware
Servizi
Software
+2,2%
+2,5%
+3,3%
+2,6%
+6%
Quelli che restano invece col segno meno
PA
Enti Locali
Sanità
Micro imprese
Piccole imprese
19.698
mln di euro
DA EST A OVEST
19.271
USA
mln di euro
Alcoa
-0,8%
+2,4%
+3,6%
I segmenti tornati in terreno positivo
Banche
Industria
Commercio/Servizi
Consumer
=a
Nel 2010
-2,4%
-0,5%
-2,2%
-2,4%
-2,8%
ne di un convegno a Roma il presidente della banca italiana Mario
Sarcinelli, interpellato in merito, si
è mostrato stupito e si è limitato a
una battuta. «Se fosse vero andrei
scalzo al Divino Amore», ha detto.
Non è chiaro se Sarcinelli abbia utilizzato l’espressione metaforica alla stregua di una scommessa, ossia
per valorizzare la propria sicurezza
che la cosa non possa avvenire, al
punto che, in caso si sbagliasse affronterebbe il tragitto penitenziale.
O se abbia di fatto espresso un voto
al Divino Amore, nel senso: se
P
rima che Alcoa presentasse i risultati martedì dopo la chiusura di Wall Street, il colosso dell’alluminio aveva registrato un rimbalzo
(anche superiore al 3%), ma ieri l’inversione di tendenza è stata netta.
Alcoa, infatti, è stato di gran lunga
il peggior titolo del Dow, segnando
una flessione superiore al 5% nella
seduta dopo aver annunciato un rialzo degli utili inferiore alle attese del
Il segnale
positivo arriva dalle
Imprese Top
Medio Grandi
+3,2%
+6,8%
CHE SONO ANCHE
I MAGGIORI
SPENDER IT,
COPRENDO BEN IL
61%
ALCOA
DEL TOTALE
MERCATO
Quotazioni in dollari
Dexia venderà la controllata italiana, il suo presidente è pronto a ringraziare percorrendo una propria
personale scalza Via Crucis. L’interpretazione di Sarcinelli resterà dubbia. Di sicuro, nel caso si preasentasse un compratore a valorizzare
Crediop, chi sarebbe pronto a ringraziare i cieli sono le tre popolari
italiane (Bpm, Banco e Bper) che
ne hanno un 10% ciascuna. E che
si trovano nella scomoda situazione di non poter uscire. Né tantomeno entrare di forza nella banca.
[email protected]
16,50
15,75
15,00
14,25
13,50
12,75
12,00
11,25
10,50
9,75
9,00
LUG
AGO
SET
mercato. Il gruppo Usa, che tradizionalmente apre la stagione delle trimestrali Usa, non ha dato certo indicazioni positive. «Con l’eccezione
dell’Europa - ha dichiarato il chief
executive Klaus Kleinfeld - abbiamo
visto crescere il mercato finale, ma
a un passo più lento rispetto al primo semestre, dal momento che la fiducia nella ripresa è scemata».
PUNTO DI VISTA
I diritti Tv del calcio liberi di circolare in Europa
C’era una volta (anzi, c’era fino a ieri) in
Europa un sistema di sfruttamento dei diritti sugli eventi sportivi e sulle relative trasmissioni televisive che si era strutturato
sulla base di una serie di esclusive territoriali nazionali tali per cui l’emittente che,
per esempio, aveva acquistato i diritti di trasmissione in diretta in Inghilterra delle partite del campionato di calcio inglese era in
grado di impedire che la intraprendente proprietaria in un pub di Portsmouth-Hampshire potesse offrire ai propri avventori la visione in diretta di una partita di quello stesso campionato utilizzando, a costi di abbonamento molto
più bassi, un decoder che captaLa Corte di
va il segnale di
Giustizia Ue,
una emittente
greca.
a Grande
Il caso capita
Sezione,
però davanti alla Corte di Giuha ribaltato
stizia Ue che, adil sistema
dirittura a Grande Sezione, osdi esclusive
sia nella forma
sullo sport
più solenne e autorevole, dice
che no, questo
sistema non è conforme all’Ordinamento
Comunitario e che quindi la normativa inglese in base alla quale la gerente del pub
di Portsmouth era stata condannata e sanzionata va disapplicata. Il pub potrà dunque continuare a utilizzare a man salva il
decoder e la scheda acquistati in Grecia.
E non importa, aggiunge la Corte, se tali
acquisti sono stati fatti utilizzando la gherminella di un nome e un indirizzo falso - cosa probabilmente resasi necessaria per aggirare l’ostacolo dovuto al fatto che a sua
volta l’emittente greca, in base all’accordo
di licenza concluso con la titolare dei diritti
sulle partite del campionato inglese, non
poteva vendere i propri decoder e schede al
di fuori del territorio greco - perché il truc-
di Giacomo Bonelli*
chetto è stato utilizzato per ovviare a una
restrizione illegittima.
La sentenza è stata ovviamente accolta
dalla profonda costernazione sia degli enti
titolari dei diritti delle partite dei vari campionati di calcio nazionali, sia e soprattutto
delle emittenti che tali diritti hanno acquistato pagandoli profumatamente, proprio
anche allo scopo di ottenere esclusive territoriali che adesso, sulla base della sentenza in questione, non appaiono più difendibili e hanno quindi perso gran parte del loro
valore, salvaguardato ormai solo dalle bar-
riere linguistiche.
Dal punto di vista giuridico, la decisione
appare tutt’altro che imprevista; da un lato, infatti, i dispositivi utilizzati difficilmente possono essere considerati «illeciti», posto che scheda e decoder sono stati legalmente immessi sul mercato e legalmente
funzionano; dall’altro è indubbio che il sistema complessivo creatosi tende a compartimentare i mercati impedendo la circolazione in ambito intracomunitario dei servizi di radiodiffusione satellitare delle partite di calcio da parte di coloro che hanno ac-
quisito i relativi diritti, sia pure limitatamente a uno Stato dell’Unione.
Da un punto di vista commerciale la cose
però appaiono molto più complicate: tutti i
controinteressati hanno fatto presente che
il sistema di esclusive territoriali è l’unico
che garantisce una adeguata remunerazione ai servizi in parola e ai diritti a essi sottostanti.
Se la Corte ha avuto buon gioco nel liberarsi da questa obiezione col dire che la
massimizzazione dei profitti non è un buon
motivo per derogare alla regola fondamen-
tale di libertà della circolazione intracomunitaria di beni e sevizi, sembra invece abbia
decisamente tagliato corto sugli aspetti
economici, per esempio col dire che la compartimentazione dei mercati creerebbe differenze «artificiose» (ma non è invece logico che per le trasmissioni in diretta di partite del campionato inglese si paghi sensibilmente di più in Inghilterra che in Grecia?) e
che, in buona sostanza, le licenze che verranno in futuro stipulate potranno tenere
conto «del numero effettivo e potenziale di
teleascoltatori» nel nuovo scenario a barriere abbattute (ma questo non potrebbe portare a delle onerosissime superlicenze
esclusive per
tutto il territoNegli addetti
rio europeo creforme di
ai lavori per ora ando
oligopolio o moha prevalso
nopolio ben più
sotlo smarrimento pericolose
to il profilo conanche perché
correnziale?).
Questi e altri
nessuno può
interrogativi soprevedere
no più che legitl’unica coi nuovi equilibri timi;
sa certa è che la
sentenza della
Corte ha dato una potente spallata a un assetto ormai consolidatosi, mettendo potenzialmente in crisi il sistema di gestione e
sfruttamento non solo del calcio, ma di tutti gli eventi sportivi.
La reazione degli addetti ai lavori per il
momento è stata di preoccupazione e smarrimento, anche perché nessuno è in grado
di prevedere come il mercato reagirà e quali nuovi equilibri troverà. Vi è solo da augurarsi che la Corte non abbia scambiato per
patologico ciò che era fisiologico, perché
questo creerebbe gravi scompensi, come
sempre avviene quando si verifica uno scollamento troppo forte fra il diritto e la realtà
che questo è chiamato a regolare.
*Partner Studio Mondini Rusconi