il Sass lino - Cattedrale di Aosta

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il Sass lino - Cattedrale di Aosta
©
grafica by  Mel
il Sass
lino
n. 15
9 aprile
2016
Informazioni settimanali per i cristiani
residenti e di passaggio nella parrocchia
di SANTO STEFANO in Aosta.
Si pubblica il sabato.
Ufficio parrocchiale: Via Martinet, 16 - 11100 Aosta - tel. 0165 40 112
Dal lunedì al venerdì h 9:30 - 11:30.
4 Celebrazioni Eucaristiche della Settimana
Il simbolo
indica le feste di precetto.
questo foglio è consultabile anche sul sito:
www.cattedraleaosta.it
Gesù si avvicinò, prese il pane e lo
diede loro, e così pure il pesce.
(Gv 21,13)
DOM 10 ● TERZA DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA
GIORNATA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA
(vigilia) h 17:30 def. Assunta e Albino
h 9:00 per la comunità parrocchiale
LITURGIA DELLA PAROLA
At 5,27b-32.40b-41 Ap 5,11-14
lun 11
mar 12
mer 13
gio 14
ven 15
sab 16
Gv 21,1-19
h 18:30 def. Eugenia Bonjean Norat (messa di 30a)
h 18:30 def. Eva Cuaz | def. Emilia e Gabriele
————
h 18:30 def. Stefano Fracassi (messa di 7a) | def. Giuseppe e Maria
h 18:30 def. Cesare e Lella Cometto
————
DOM 17 ● QUARTA DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
(vigilia) h 17:30
h 9:00 per la comunità parrocchiale
LITURGIA DELLA PAROLA
At 13,14.43-52 Ap 7,9.14b-17
Gv 10,27-30
U Agenda Settimanale della Comunità
(Parrocchiale, Zonale, Diocesana)
DOM 10 ■ Chiesa parrocchiale, eucaristia delle h 9:00 / Tosca, di Mattia Caliano e Irene
Rimediotti rinascerà alla vita divina. I genitori hanno chiesto il battesimo affinché
la loro figlia venga inserita nella comunità dei redenti e possa essere salva in
Gesù Cristo nostro Signore.
■ Santo Stefano e Cattedrale, dalle h 15:00 / Celebrazione giubilare per la Zona
Pastorale n. 2.
v L’Orazione della Liturgia
(È l‘orazione pronunciata all’inizio dell’eucaristia
domenicale o festiva. Facendo spesso riferimento alle
tre letture, lungo la settimana può servire a ricordare la
Parola di Dio ascoltata).
Padre misericordioso, accresci in noi la
luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa riconosciamo il tuo
Figlio, che continua a manifestarsi ai suoi
discepoli, e donaci il tuo Spirito, per proclamare davanti a tutti che Gesù è il Signore.
mar 12 ■ Convento Cappuccini di Châtillon, h 20:30 / Incontro ecumenico di preghiera.
mer 13 ■ Chiesa Santa Croce, h 18:30 - 19:00 / Adorazione Eucaristica.
gio 14
■ Chiesa parrocchiale, h 20:45 - h 21:45 / Adorazione Eucaristica (ogni giovedì
del Tempo di Pasqua). Nella prima parte si celebrano i Vespri.
ven 15 ■ Salone parrocchiale, h 15:30, gruppo “Anziani sì... ma sempre giovani” / Proiezione di «Un viaggio in Marocco, Emirati Arabi, Oman: paesaggi, città, ricchezza
e povertà», a cura di Alessandra Mondino. Incontro aperto a tutti.
sab 16 ■ Oratorio San Filippo, h 19:00, “Famiglie in Oratorio” / Dopo l’eucaristia delle h
18:00 in cattedrale, incontro di formazione con Fabio Brédy; segue la cena comunitaria.
■ Seminario, h 21:00 / Veglia di preghiera per le vocazioni e Adorazione Eucaristica.
DOM 17 ■ Seminario e Cattedrale, dalle h 9:30 / Giubileo dei Ministranti.
■ Cattedrale, h 15:00 / Nell’ambito del Giubileo dei Ministranti, nel corso
dell’Eucaristia presieduta dal vescovo, tre seminaristi – Stefano Tasca, Alessandro Valerioti, Paolo Viganò – celebreranno il Rito di Ammissione tra i Candidati
al Presbiterato.
Pochi secondi per un sorriso
«Siamo agli sgoccioli», disse il rubinetto
guasto.
Appunti e Noterelle...
Fratelli e Sorelle,
stiamo celebrando, fino a Pentecoste, il
Tempo di Pasqua, tempo liturgico nel quale
siamo invitati a gioire per il fatto di essere
dei battezzati, cioè persone immerse nella
morte e risurrezione di Gesù e chiamate
quindi, per sua grazia, alla vita eterna.
Eppure continuano ad arrivare,
nell’ufficio della cancelleria diocesana dove
presto servizio, richieste di “sbattezzo”. Ho
messo questo termine tra virgolette, sia
perché si tratta di una parola non ancora
accolta ufficialmente nella lingua italiana,
sia perché in sé errata, perché fa pensare
alla possibilità di cancellare un avvenimento accaduto nel passato, cosa ovviamente
impossibile, anche nel caso che a quell’atto
no non venga attribuito alcun valore simbolico e spirituale.
In tutti i casi, con la parola gergale
“sbattezzo” si indica l’atto ufficiale con il
quale un individuo chiede alla Chiesa di
non essere più considerato battezzato e
quindi cristiano. L’espressione corretta per
indicare questa procedura giuridica è
“Separazione formale dalla Chiesa Cattolica”.
Visto il fenomeno sociologico in corso,
e cioè l’aumento di queste domande, e viste anche le richieste di informazioni che
mi sono state rivolte da alcuni parrocchiani,
ritengo utile parlarne, anche se, come ho
scritto più sopra, siamo nel Tempo di Pasqua, nel tempo della gioia dei battezzati.
Partiamo dal fatto che, per ora, ancora
la stragrande maggioranza degli italiani è
stata battezzata nei primi mesi o nei primi
anni di vita.
Il battesimo degli infanti avviene, lo dice il catechismo, nella fede dei genitori,
non essendo l’infante in grado di professare autonomamente alcuna fede.
Per secoli e secoli questa fede si è
sempre data per scontata e sottintesa. Anzi, in pratica nessuna fede veniva chiesta
esplicitamente ai genitori: il battesimo si
celebrava semplicemente dietro loro richiesta, che praticamente non mancava mai
nella società europea, dove l’essere battezzati significava pieno inserimento in una
struttura sociale con caratteristiche, almeno formalmente, cristiane.
Addirittura, per secoli e secoli, la Chiesa ha continuato ad usare per gli infanti il
rito del battesimo degli adulti, chiedendo la
professione di fede direttamente a bimbi
nati da pochi giorni. La risposta alle do-
essere cristiani:
una palla
al piede?
mande e la professione di
fede, allora, venivano pronunciate dal padrino, che
“prestava” la voce al bimbo.
Il Concilio Vaticano II,
per la prima volta nella storia bimillenaria della Chiesa, ha elaborato uno specifico rito del battesimo degli
infanti, nel quale le domande sulla fede vengono rivolte direttamente agli adulti che chiedono il battesimo e cioè genitori, padrino e madrina. Ecco perché
il battesimo è celebrato “nella fede” dei genitori che, nel corso del rito, si impegnano
altresì a fare il possibile per trasmettere
questa fede al loro figlio.
Nei 316 battesimi che ho celebrato finora (comprendendo anche quello di questa domenica), più volte ho avuto forti dubbi sulla fede dei genitori che me lo chiedevano. Ma la Chiesa è generosa e dice che
laddove ci sia una richiesta di battesimo, lo
si celebri comunque; sarà poi la comunità
parrocchiale, con il catechismo, a comunicare ciò che i genitori non saranno stati capaci di trasmettere.
Questa la prassi sacramentale attualmente in vigore. Di fatto, poi, moltissime
persone battezzate – vuoi per la trascuratezza nella trasmissione della fede da parte
della famiglia, vuoi per scelta personale –
una volta diventate adulte, vivono ignorando nella teoria e nella pratica il battesimo
ricevuto.
Ma – ed ecco la novità degli ultimi anni – qualcuno non si accontenta di una esistenza di fatto libera da ogni legame con la
Chiesa, ma desidera che questa scelta sia
formalizzata.
In fondo, almeno in teoria, questa scelta dello “sbattezzo” ha in sé una certa
“nobiltà”. È come se la persona interessata
dicesse: «Riconosco talmente il valore della Chiesa che, avendo io fatto altre scelte,
ritengo giusto che la Chiesa conosca la
mia posizione e non mi conti più tra i suoi
membri, in questo vicendevole rispetto reciproco».
Non so se tutti coloro che chiedono lo
“sbattezzo” la pensino così. Forse per qualcuno si tratta soltanto di un gesto polemico;
ma, come ho scritto, almeno teoricamente,
la richiesta di separazione formale dalla
Chiesa può essere considerata un gesto
JDa Segnare sul Calendario
■ Dal 3 al 6 ottobre si svolgerà il pellegrinaggio giubilare diocesano a Roma. Programma e quote esposti nella bacheca in
chiesa. Se interessati, rivolgersi in curia
vescovile (entro il 30 aprile), dove ci si potrà iscrivere compilando l’apposito modulo
e versando la caparra.
che esprime una coerenza rispettabile.
Concretamente cosa accade? In seguito alla richiesta, con l’autorizzazione
dell’Ordinario Diocesano, nell’atto di battesimo originale viene annotato che, a partire
da un certa data, quel battezzato non vuole
più essere considerato membro della Chiesa. Quindi, da quel momento, egli non potrà svolgere alcun ruolo nella Chiesa (per
esempio il compito di padrino) e neppure
celebrare i sacramenti; e non avrà diritto
neppure ai riti esequiali cristiani.
Però, al di là di una certa coerenza positiva che queste richieste di “sbattezzo”
portano con sé, nascono in me delle domande. Infatti colui che chiede di non essere più annoverato tra i cristiani, anche se,
forse, non ha ricevuto alcuna testimonianza dai genitori, quasi certamente ha fatto il
catechismo. E allora quale messaggio negativo gli è stato trasmesso quand’era
bambino? E ora che è adulto, quale messaggio negativo continuiamo a trasmettere,
noi cristiani, con la nostra vita?
È vero che la nostra vita non è del tutto
coerente con il vangelo, ma questo fatto
potrebbe essere, per chi riflette sulla propria fede, quasi uno stimolo ad impegnarsi
a provare a fare meglio, nel seguire Gesù,
la cui parola rimane comunque così affascinante. E invece no: alcuni fratelli, alcune
sorelle ritengono di poter ignorare del tutto
quelle parole, impegnative certo, ma anche
così sublimi, che Gesù ha pronunciato.
Ancora una volta ci troviamo di fronte
al mistero dell’autodeterminazione umana,
che Dio vuole rispettare, lasciandoci tutto il
peso, il rischio e la nobiltà dell’essere liberi.
E a noi discepoli, più o meno fedeli, il
rinnovato impegno della testimonianza.
Carmelo
p Un minuto per Pensare...
Il bambino è come un foglio bianco: tutti
quelli che gli passano vicino lasciano il
segno.
Proverbio cinese