Un ottimo affare

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Un ottimo affare
Percorso 5
Ridiamo insieme
William Sidney Porter
Che cosa leggerai…
Un ottimo affare
1 Alabama:
stato
sudorientale
degli Stati
Uniti.
2 macinino:
termine
scherzoso con
cui si designa
un’automobile
vecchia e
malandata.
Due gangster
un po’ balordi
credono
che il rapimento
del figlio
di un rispettabile
e ricco signore
sia un buon affare:
preparano
le provviste,
si ritirano
in una grotta,
studiano
il messaggio
da mandare
alla famiglia.
Ma…
S
embrava proprio un buon affare: ma aspettate che vi racconti tutto.
Eravamo, Bill Driscol ed io, giù nell’Alabama1, quando ci passò per la
testa quell’idea di rapire un bambino. Fu, come Bill spiegò poi, «durante
un momento di temporanea confusione mentale»; ma ce ne accorgemmo
troppo tardi.
Scegliemmo come nostra vittima il figlio unico di un cittadino in vista, di
nome Ebenezer Dorset, un uomo rispettabile e duro. Ci immaginavamo
che egli si sarebbe precipitato a pagare un riscatto di duemila dollari. Ma
aspettate che vi racconti tutto.
Ridiamo insieme
Antologia volume 2
7
Il bambino colpì Bill
dritto in un occhio
con un pezzo di mattone…
3 stecconato:
steccato.
4 marmitta:
recipiente da
cucina.
5 scotennare:
tagliare
il cuoio
capelluto,
secondo l’uso
pellerossa.
6 coltri:
coperte da
letto.
8
A circa due miglia da Collalto, c’era una
montagnola ricoperta da una fitta macchia
di cedri. In alto, nel retro di essa, una grotta,
dove noi raccogliemmo le provviste.
Una sera dopo il tramonto, guidammo il nostro macinino2 oltre la casa del vecchio Dorset. Il bambino era nella strada e tirava sassi a un gattino aggrappato allo
stecconato3 della casa di fronte.
– Ehi, giovanotto! – disse Bill. – Ti piacerebbe un pacchetto di caramelle e fare una bella corsa in macchina?
Il bambino colpì Bill dritto in un occhio con un pezzo di mattone, e cominciò a dibattersi come un grosso orso bruno; ma infine lo stendemmo
in fondo alla macchina e via. Lo portammo su alla grotta. Quando fu
buio, portai la macchina al villaggio distante tre miglia dove l’avevamo
presa a nolo, quindi ritornai a piedi al nostro colle.
Bill stava incollandosi dei cerotti sui graffi e le ammaccature del viso. Dietro la grossa roccia dell’entrata della grotta c’era un fuoco acceso, e il ragazzo stava a guardare bollire una marmitta 4 di caffè, con due penne di
coda di falco piantate nei capelli rossi. Punta un bastone contro di me che
sto salendo e grida:
– Ah! maledetto viso pallido, osi entrare nell’accampamento di Capo
Rosso, il terrore delle praterie?
– Si è calmato, ora – dice Bill, arrotolandosi i calzoni ed esaminandosi alcune ammaccature sugli stinchi. – Stiamo giocando agli Indiani. Io
sono Vecchio Laccio, il Cacciatore, prigioniero di Capo Rosso, e lui mi
deve scotennare5 domattina all’alba. Per Geronimo! quel ragazzo sa picchiar sodo!
Sissignori, quel ragazzo sembrava divertirsi come mai in vita sua. L’eccitazione di accamparsi in una caverna gli aveva fatto dimenticare di essere
lui stesso un prigioniero. Mi battezzò subito Occhio di Serpente, la Spia,
e mi annunciò che quando i suoi uomini fossero ritornati dal sentiero di
guerra, al levare del sole sarei stato bruciato vivo.
Ogni tanto si ricordava di essere un insopportabile pellerossa; allora afferrava il bastone che gli serviva da fucile e in punta di piedi andava all’imboccatura della grotta a spiare gli esploratori dei visi pallidi. Ogni tanto
lanciava un grido di guerra che faceva rabbrividire.
– Capo Rosso – dissi al ragazzo – ti piacerebbe andare a casa?
– A far che? – disse quello. – Non mi diverto a casa. Non mi piace andare a scuola. Mi piace accamparmi all’aperto. Non mi porterete a casa, Occhio di Serpente, vero?
Andammo a coricarci circa alle undici. Stendemmo per terra coltri6 e coperte di lana e mettemmo Capo Rosso in mezzo a noi. Ci tenne svegli
per altre tre ore, saltando e correndo a prendere il suo fucile e strillando:
– Zitti, compagni! – nelle orecchie mie e di Bill, quando lo scricchiolìo
di un ramoscello e il fruscìo di una foglia rivelava alla sua immaginazione
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Antologia volume 2
7 il verdetto:
la sentenza.
8 Re Erode:
Erode, re di
Giudea, viene
ricordato
soprattutto
per la
«strage degli
innocenti»,
cioè per aver
ordinato
l’uccisione di
tutti i bambini
maschi al di
sotto dei due
anni, allo
scopo di far
morire anche
il piccolo
Gesù. In
questo caso
il richiamo al
crudelissimo
infanticida è
ovviamente
scherzoso.
infantile l’avvicinarsi furtivo di una banda di fuorilegge. Finalmente
caddi in un sonno agitato, e sognai che ero stato rapito e legato a una
pianta da un feroce pirata dai capelli rossi.
Era prima dell’alba che fui svegliato da una serie di orribili urli: venivano
da Bill. Saltai su a vedere cosa mai succedesse. Capo Rosso sedeva sul petto di Bill, e con una mano gli aveva afferrato i capelli. Nell’altra teneva il
coltello tagliente che usavamo per affettare la pancetta; e si sforzava nel
più realistico dei modi di impadronirsi del cuoio capelluto di Bill, secondo il verdetto7 pronunciato la sera precedente.
Strappai il coltello al bambino e lo obbligai a coricarsi di nuovo. Sonnecchiai per un po’, ma verso l’alba mi ricordai che Capo Rosso aveva deciso che io sarei stato bruciato al palo al sorgere del sole. Non ero nervoso o
spaventato: ma mi misi a sedere appoggiandomi contro la roccia e accesi
la pipa.
– Perché ti alzi così presto, Sam? – chiese Bill.
– Io? – risposi. – Ah! ho un certo dolore in una spalla. Ho pensato che
sarei stato meglio seduto.
– Sei un bugiardo! – disse Bill. – Tu hai paura. Dovevi essere bruciato
all’alba e temevi che lui l’avrebbe fatto. E lo farebbe, se potesse trovare un
fiammifero. Non è spaventoso, Sam? Credi che qualcuno possa sborsare
dei soldi per riprendersi indietro un demonio di quel genere?
– Certo – dissi io – sono proprio i mascalzoncelli di quel genere che i genitori amano alla follia. Ora tu e il Capo Rosso vi alzate e preparate la colazione, mentre io salgo sulla cima della collina a fare un’ispezione.
In quel momento sentimmo una specie di grido di guerra, simile a quello
che Davide deve aver emesso quando stese a terra il gigante Golia. Capo
Rosso aveva tirato fuori dalla sua tasca una fionda, e ora stava prendendo
la mira girando intorno a se stesso.
Balzai rapidamente da parte e sentii un forte colpo sordo e un profondo sospiro: un sasso nero grosso come un uovo aveva colpito Bill dietro
l’orecchia sinistra. Egli perse l’equilibrio e cadde sul fuoco sopra la marmitta di acqua calda per lavare i piatti. Lo trascinai fuori e gli versai acqua
fredda sulla testa per una buona mezz’ora.
Un po’ alla volta Bill si mette a sedere, si palpa dietro all’orecchio e dice:
– Sam, sai qual è il mio personaggio biblico preferito?
– Coraggio – dissi io. – Presto starai bene.
– Re Erode8 – disse lui. – Tu non andrai via e mi lascerai qui solo, vero,
Sam?
Uscii, afferrai il ragazzo e lo scossi sino a fargli saltare le budella.
– Se non ti comporti bene – gli dissi – ti porterò diritto a casa. Dunque,
starai buono o no?
– Stavo soltanto scherzando – disse quello improvvisamente. – Non avevo intenzione di far male a Vecchio Laccio. Sarò bravo, Occhio di Serpente, se non mi manderete a casa e mi lascerete giocare oggi all’Esploratore
Nero.
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Antologia volume 2
9
9 deprezzare:
far diminuire
di valore.
10 villani:
abitanti della
campagna.
10
– Non conosco il giuoco – dissi. – Lo dovete decidere tu e il signor Bill.
È tuo compagno di giuochi, per oggi. Devo andar via per affari per un po’.
Adesso vieni dentro, fa’ la pace con lui e digli che ti dispiace di avergli fatto male, altrimenti andrai a casa subito.
Volli che lui e Bill si scambiassero una stretta di mano, quindi presi in disparte Bill.
– Tornerò verso sera – dissi. – Devi far divertire il ragazzo e tenerlo tranquillo fino al mio ritorno. E ora scriviamo la lettera al vecchio Dorset.
Bill e io prendemmo carta e matita e lavorammo alla lettera, mentre Capo
Rosso, avvolto in una coperta, andava fieramente avanti e indietro davanti all’imboccatura della caverna, per proteggerla. Bill mi pregò con le lacrime agli occhi di ridurre la somma del riscatto da duemila a millecinquecento dollari.
– Non sto cercando di deprezzare9 – disse – il tanto celebrato affetto
paterno, ma noi stiamo trattando con degli esseri umani e nessun essere
umano può essere tanto umano da perdere duemila dollari per quel lentigginoso gatto selvatico da due soldi. Sarebbe una fortuna per noi riuscire ad avere millecinquecento dollari. Ti pagherò io la differenza.
Così, per togliere un peso a Bill, accettai; insieme combinammo la lettera,
e firmammo: «Due uomini disperati».
Me ne andai poi a Ca’ dei Pioppi e mi sedetti dalle parti della posta e della
drogheria a parlare con i villani10 che venivano in paese a trafficare. Comperai un po’ di tabacco, feci un accenno al prezzo di una certa qualità di
piselli, impostai furtivamente la lettera e me ne venni via.
Quando ritornai alla caverna, non ci trovai più Bill e il ragazzo. Esplorai
nelle vicinanze, arrischiai anche qualche richiamo, ma non ebbi risposta.
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Antologia volume 2
11 rinnegato:
persona che
non riconosce
più i princìpi
in cui credeva
prima.
12 virile: da
uomo forte.
13 egocen­tri­
smo: tendenza
ad accentrare
tutto su di
sé; spesso
significa
«egoismo».
14 surrogato:
prodotto
sostitutivo
di un altro;
in questo
caso Bill ha
mangiato
sabbia
fingendo che
fosse avena.
15 ineffabile:
indicibile,
che non
può essere
espresso a
parole.
16 cronico:
si dice di
una malattia
persistente.
17 malaria:
malattia
trasmessa
dalla puntura
della zanzara
anofele.
Circa mezz’ora dopo sentii frusciare i cespugli e Bill avanzò incerto nella piccola radura di fronte alla caverna. Dietro di lui c’era il ragazzo che lo
seguiva senza farsi sentire, come un vero esploratore, con una smorfia divertita sul viso. Bill si fermò, si tolse il cappello e si asciugò la faccia con un
fazzoletto rosso. Il ragazzo si fermò a circa trenta metri da lui.
– Sam – disse Bill – certamente mi prenderai per un rinnegato11, ma non
ho potuto farne a meno. Non sono più un ragazzo, ho un temperamento
virile12 e l’abitudine di difendermi, ma arriva un momento in cui tutti i
tuoi princìpi di egocentrismo13 e di dominio vengono meno. Il ragazzo se
n’è andato. L’ho mandato a casa. Tutto è finito. Ci sono stati dei martiri
nei tempi antichi – continuò Bill – che sopportavano la morte, piuttosto
che rinunciare alle loro idee. Ma nessuno di essi fu mai sottoposto a torture soprannaturali come lo sono stato io. Ho cercato di mantenermi fedele al nostro patto di rapina; ma c’è un limite a tutto.
– Cos’è successo, Bill? – gli chiesi.
– Ho fatto il cavallo – disse Bill – per quelle novanta miglia sino alla palizzata, senza ribellarmi. Poi, quando i coloni sono stati liberati, ho mangiato l’avena. La sabbia non è un surrogato14 gradevole. Poi per un’ora ho
dovuto spiegargli perché nei buchi non c’è niente, come un’unica strada
può portare in due diverse direzioni e cos’è che fa verde l’erba. Te lo dico
io, Sam, era insopportabile. L’ho preso allora per il colletto e l’ho trascinato giù dal monte. Lui continuava a tirarmi calci: le mie gambe sono tutte un livido dal ginocchio in giù; e poi mi ha dato dei morsi al pollice e
alla mano. Gli ho mostrato la strada e ce l’ho mandato a furia di calci.
Mi dispiace che abbiamo perso i soldi del riscatto; ma dovevo scegliere fra
quelli e il manicomio.
Bill soffia ed ansima, ma c’è un’espressione di pace ineffabile15 e di contentezza crescente nei suoi lineamenti.
– Bill – gli chiedo – nessuno ha avuto il mal di cuore nella tua famiglia,
vero?
– No – disse Bill – nulla di cronico16 eccetto la malaria17 e le disgrazie.
Perché?
– Allora puoi voltarti – dissi io – e dare un’occhiata dietro di te.
Bill si volta, vede il ragazzo e cambia colore; cade a sedere pesantemente
per terra e comincia a strappare un filo d’erba dopo l’altro, automaticamente. Per un’ora temetti per la sua ragione. Quindi gli dissi che il mio
piano era di agire immediatamente e che avremmo avuto i soldi del riscatto e che per mezzanotte saremmo potuti essere in viaggio, se il vecchio
Dorset avesse accettato la nostra proposta.
Alle otto e mezzo io ero ad aspettare il messaggero, nascosto sulla pianta
come un corvo. In perfetto orario, ecco un ragazzetto arrivare in bicicletta per la strada, e infilare un biglietto dentro una scatola da pasta ai piedi
dello steccato.
Aspettai per un’ora e, concluso che tutto andava bene, scesi dalla pianta, presi il biglietto, scivolai lungo lo steccato e me la battei attraverso i
Ridiamo insieme
Antologia volume 2
11
18 impudente:
sfacciato.
19 mocassini:
in questo caso
si intende il
particolare
tipo di
calzatura dei
pellerossa
americani.
boschi: in una mezz’ora ero di ritorno alla caverna. Apersi il biglietto e,
avvicinandolo alla luce della lanterna, lo lessi a Bill. Era scritto a penna in
una scrittura illeggibile, e questo era in sostanza il suo contenuto:
Ai due uomini disperati
Signori,
ho ricevuto oggi per posta la vostra lettera, riguardante il riscatto per
la restituzione di mio figlio. Penso che vi siate tenuti un po’ troppo
alti nelle vostre richieste e perciò vi faccio una controproposta, che ho
l’impressione che voi accetterete. Portatemi a casa Johnny e pagatemi duecentocinquanta dollari in contanti, ed io acconsentirò a liberarvi di lui. Sarà meglio che veniate di notte, perché i vicini credono
che si sia perduto e io non potrei rispondere per quello che essi farebbero a chiunque vedessero riportare il ragazzo.
Molto rispettosamente
Ebenezer Dorset
– Per tutti i pirati della Malesia! – dissi io. – Nessuno fu mai più impudente18…
Ma, data un’occhiata a Bill, esitai. C’era nei suoi occhi l’impressione più
supplichevole che mai abbia visto.
– Sam – disse – che cosa sono dopotutto duecentocinquanta dollari? Li
abbiamo. Un’altra notte con questo ragazzo ed io sarò pronto per il manicomio.
Lo portammo a casa quella notte. Lo persuademmo a partire dicendogli che suo padre gli aveva comperato un fucile incrostato d’argento e un
paio di mocassini19, e che il primo giorno saremmo andati a caccia di orsi.
Era mezzanotte quando bussammo alla porta di casa di Ebenezer. Proprio nel momento in cui io avrei dovuto ritirare, secondo il piano primitivo, i millecinquecento dollari dalla scatola sotto la pianta, Bill ne contava
duecentocinquanta in mano a Dorset.
Quando il bimbo si accorse che stavamo per lasciarlo a casa, cominciò
a urlare come un indemoniato e si attaccò come una sanguisuga ad una
gamba di Bill. Suo padre riuscì a staccarlo di lì un po’ alla volta, come si fa
con i cerotti.
– Per quanto tempo potete tenerlo stretto? – chiese Bill.
– Non sono più forte come una volta – rispose il vecchio Dorset – ma
posso permettermi di tenerlo per dieci minuti.
– È sufficiente – disse Bill – in dieci minuti avrò il tempo di attraversare
gli Stati del Centro, del Sud e dell’Ovest e di incamminarmi rapidamente
verso la frontiera del Canada.
Per quanto fosse buio e per quanto grasso fosse Bill e per quanto io sapessi
correre, egli si trovava già a un miglio e mezzo fuori di Collalto prima che
lo potessi raggiungere.
W. S. Porter, in Umoristi del Novecento, Garzanti
12
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