Una donna di classe Sbagli - Associazione Succede solo a Bologna

Transcript

Una donna di classe Sbagli - Associazione Succede solo a Bologna
Una donna di classe
di Emanuela Ferrari
Una donna di classe
ci si volta a guardarla.
Ma con lui
si infrange
la mente.
Cade rovinosamente
scivolando in un messaggio triviale,
in una battuta fuori tempo
che trova nel silenzio
il suo interlocutore.
Stramazzata al suolo,
naso e orecchie
fuori posto.
Lui ride di lei
che informe e nuda
si chiede perché
ha perso l’equilibrio
in uno schianto ilare
morta ancora e ancora.
Lui la uccide
ogni volta.
E questo,
questo
lei crede sia Amore.
Sbagli
di Emanuela Ferrari
Sbagli! Sbagli! dice.
Poi mi regala
occhi lucidi e neri
e un elefante graffiato,
compagno da sempre
di corni da streghe
e gatti fatati.
Sbagli!
Sbaglio?
Nel silenzio del testimone offeso
ascolto quegli occhi
di ricordi stracciati,
di fradici orologi
e punti liquefatti …
Sbagli, ancora, e sempre, sbagli:
ma dietro le sue mani maldestre
(tra le pieghe)
si nasconde
la malinconia di una poesia.
Ci si vuole bene così.
Ci si vuole bene
tra
gli
spazi,
nelle virgole che ci trascinano avanti,
scivolando tra gli elenchi.
E quando dietro ai due punti:
incolleriti!!
la spiegazione è un abbraccio
di parentesi,
i punti esclamativi
tremano di rossore,
quelli interrogativi
chiedono silenzio
e
nonesistonopiùpausetraleparoleenemmenolavoce
ma solo
due paia di neri e lucidi
occhi
pieni di stelle e
ricordi stracciati
che nella Babele dei linguaggi
liquidi e molli
muti si parlano.
Parole affollate
di Emanuela Ferrari
Kilt e fisarmoniche
violini che definiscono
un cielo irlandese
vengo a salutarti,
tu accenni ad uno sbadiglio
io parlo senza silenzi
battute a soggetto per riempire i vuoti
del mio personaggio
che da troppo tempo ormai corre
inciampando spesso
piangendo e strillando
per delusioni
mirando a finti traguardi
- Quelli veri li ho persi di vista.
Fingo di sentire quello che
dici
ma facciamo troppo
rumore.
Che frastuono le nostre parole vuote
unite ai violini
in un evento che vuole attirare gente.
Quante parole piene di folla
di moltitudine
di niente.