L`influenza della Libera Muratoria nello Sviluppo dell

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L`influenza della Libera Muratoria nello Sviluppo dell
I STITUTO T ECNICO S TATALE
G RAZIA D ELEDDA
T RIESTE
I NDIRIZZO : D IRIGENTE DI C OMUNITÀ
E SAME DI S TATO A NNO SCOLASTICO 2012 - 2013
L’influenza della Libera Muratoria
nello Sviluppo dell’Identità dell’Individuo
C ANDIDATO : L UCIO A RZON
Sommario:
L’INFLUENZA DELLA LIBERA MURATORIA NELLO SVILUPPO DELL’IDENTITÀ DELL’INDIVIDUO............................................... 1
SOMMARIO:................................................................................................................................................................................................................. 1
Ringraziamenti .......................................................................................................................................................... 2
STORIA ........................................................................................................................................................................... 3
Le origini della Libera Muratoria............................................................................................................................. 3
Il Grande Equivoco della Massoneria Illuminista .................................................................................................... 4
La Diffusione in Italia, gli Scismi ed il Ritorno alla Tradizione ............................................................................... 4
RELIGIONE ...................................................................................................................................................................... 6
I dissapori tra Chiesa Cattolica e Libera Muratoria ................................................................................................ 6
PSICOLOGIA .................................................................................................................................................................... 7
Lo studio della mente umana attraverso il metodo sperimentale.............................................................................. 7
La formazione dell’Identità dell’individuo affiliato alla Libera Muratoria.............................................................. 8
PEDAGOGIA .................................................................................................................................................................... 9
L’Infanzia prima e dopo il XVIII secolo.................................................................................................................... 9
Educare un Nuovo Uomo per una Nuova Società..................................................................................................... 9
LETTERATURA ITALIANA .............................................................................................................................................. 11
Le Favole come metodo educativo .......................................................................................................................... 11
Il messaggio di Pinocchio ....................................................................................................................................... 11
Edmondo de Amicis ed i valori del Cuore............................................................................................................... 17
EDUCAZIONE MUSICALE ............................................................................................................................................... 18
Le Allegorie nella Musica di W.A. Mozart .............................................................................................................. 18
ALCUNI PERSONAGGI FAMOSI ISCRITTI ALLA MASSONERIA .......................................................................................... 20
BIBLIOGRAFIA .............................................................................................................................................................. 21
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Ringraziamenti
Non so se sia inusuale dedicare qualche riga per i ringraziamenti nella “tesina” di un maturando
ma, considerata l’età nella quale ho raggiunto un traguardo che mi sono prefissato due anni prima
della stesura di questo documento, non posso fare a meno di citare alcune delle persone che mi
hanno aiutato, sopportato e supportato in questo periodo. Un periodo molto impegnativo ma
altrettanto divertente, durante il quale ho dovuto far coincidere il lavoro in un periodo di grave crisi,
la famiglia, il poco tempo libero, gli hobbies e lo studio.
Così ringrazio:
i miei giovani compagni di scuola, che mi hanno accolto come un coetaneo e dai quali ho avuto
spunti di riflessioni e occasioni di scambi di vedute, hanno avuto una fondamentale importanza nel
raggiungimento della conclusione di quest’avventura;
gli insegnanti dell’Istituto Grazia Deledda, dai quali ho ricevuto istruzione e educazione e che mi
hanno sopportato anche nei momenti in cui la stanchezza aveva il sopravvento;
la mia famiglia e i miei amici, scusandomi per essere stato latitante per un periodo senza
precedenti;
mio figlio Matteo, che si è divertito in una temporanea inversione dei ruoli e nell’aiutarmi a
realizzare la grafica per questo lavoro;
i miei amici ospiti delle strutture nelle quali in passato ho portato un contributo volontario, che mi
hanno acceso il desiderio di disporre di competenze specifiche per svolgere quelle attività che
avevo affrontato solo con il cuore.
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Storia
Le origini della Libera Muratoria
Prima di affrontare le influenze della massoneria, definita anche Libera
Muratorìa e Ars Regia, e del pensiero massonico in tutte gli aspetti del
progresso sociale (educazione e pedagogia in particolare) dal XVIII secolo a
oggi, è necessario premettere cosa sia la Massoneria e come nasca.
Sulle origini leggendarie potremmo affermare tutto e il contrario di tutto, dalla
setta degli Esseni del tempo di Gesù, per passare ai Cavalieri Templari, alla
setta dei Catari, al presunto collegamento di Robert St. Claire e la Cappella di
Rosslyn e tra i Templari e i primi massoni ma, per ovvie ragioni sia di opportunità
sia di metodologia utilizzata alla finalità di questo lavoro, ci limiteremo alle origini
storiche, documentate e verificate.
Oltre alla situazione politica, un’altra eredità del medio-evo giunta fino all’inizio
del ‘700 furono le gilde degli artigiani: corporazioni che raccoglievano gli artefici
delle varie professioni; queste si davano dei codici di comportamento in difesa
della categoria e per la salvaguardia dei segreti del mestiere. Spiccavano, per
considerazione ed ammirazione, coloro che costruivano i templi gotici in Francia
e nel resto d’Europa: i muratori. Essi godevano di privilegi particolari in quanto
avevano necessità di spostarsi dal loro rispettivo comune di provenienza, nel
quale vigevano leggi peculiari dettate dallo specifico reggente, in comuni nei
quali erano chiamati a trasferirsi anche per lungo tempo e nei quali le leggi
erano evidentemente diverse. Essi, quindi, erano esentati dal rispettare alcune
delle leggi che riguardavano quella che oggi definiremmo “immigrazione” e
godevano della libera circolazione nei diversi Comuni e Stati esistenti all’epoca.
Per questo motivo furono definiti e si definivano “Liberi Muratori”.
Nel 1717 a Londra sopravvivevano ancora quattro sezioni di questa
corporazione, chiamate logge (dal luogo nel quale si riunivano al termine dei
lavori accanto alla cattedrale in costruzione). Alcuni aristocratici e borghesi
reputarono il codice di comportamento di quella corporazione degno di essere
fatto proprio, pur non esercitando il mestiere di muratori. Era il “Poema Regius”,
del 1390.
Con l’unione delle quattro logge e l’ammissione di membri non operativi, nacque
la massoneria moderna (dal francese mason, casa) speculativa. I membri non
operativi assunsero le regole e gli strumenti dei muratori operativi e li
applicarono alla propria morale ed alla propria spiritualità, per costruire il proprio
Tempio Interiore. L’unione delle prime quattro logge si attribuì il nome di Gran
Loggia di Londra la sera del ventiquattro giugno 1717 nella “Taverna dell’Oca e
la Graticola”.
Oltre ai ferrei regolamenti di comportamento nei confronti di se stessi e nei
confronti degli altri, i “massoni” redassero dei rituali fondati su simbolismi
richiamanti le Sacre Scritture, sulle quali anche la società occidentale ha fondato
la sua cultura d’origine giudaico-cristiana. 1
Per la confraternita massonica, tutto ciò che non può essere trasmesso, da
maestro ad apprendista, o da fratello a fratello, tramite la comunicazione fisica
(in uno qualsiasi dei suoi aspetti) può essere riferito attraverso i simboli, dal
rituale e da altri “segni esoterici”.
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Per gli stessi motivi di opportunità è necessario trascurare qui quali siano stati i metodi ed i
riferimenti specifici che hanno portato alla redazione dei rituali massonici.
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Il Grande Equivoco della Massoneria Illuminista
Tra le teorie più comuni c’è quella di far derivare la Libera Muratoria dal pensiero
Illuminista del XVIII secolo. La Massoneria, però, non nasce da un pensiero che
vede la razionalità ed il metodo scientifico al centro, piuttosto dal pensiero
neo-Platonico, che vede l’iniziato in uno stato umano e spirituale mutato rispetto
al suo stato precedente, e che utilizza l’Intuizione, piuttosto che la ragione, per
cogliere l’essenza di ogni cosa.2
Nei primi anni del 1800 la Gran Loggia di Londra si trasformò, dopo evoluzioni
interne qui non rilevanti, nella Gran Loggia Unita d’Inghilterra, la quale è tutt’oggi
ritenuta la depositaria della Tradizione e della Regolarità della massoneria
originaria.
Fu il Grande Oriente di Francia, nel 1877, a togliere dai propri rituali ogni
riferimento al Grande Architetto dell’Universo ed al Sacro, ed a sostituirlo con il
trittico “Libertà, Uguaglianza e Fraternità”, ispiratore della Rivoluzione Francese
del 1789.
Omettendo qui innumerevoli dettagli, si può riassumere la questione affermando
che nella massoneria delle sue origini il Sacro ed il Divino hanno una
collocazione fondamentale e che il metodo massonico ha lo scopo di migliorare
ogni singolo uomo. Solo di riflesso e conseguenza vi sarà una Società più
giusta, democratica e liberale.
Per la massoneria francese, invece, il pensiero razionale, l’intelletto ed il
relativismo sono alla base del progresso dell’uomo, tramite il quale il massone si
pone al di sopra dell’uomo profano e lo guida, influendo direttamente sulla vita
sociale e sugli aspetti quotidiani del popolo.
La Diffusione in Italia, gli Scismi ed il Ritorno alla Tradizione
Con il massone Napoleone Bonaparte e l’influenza francese nell’Italia del 1800,
la massoneria “illuminista” approda a Torino (Loggia Ausonia fondata l’8 ottobre
1859) e pone le basi del Grande Oriente d’Italia. Gran parte dei personaggi di un
certo rilievo pubblico o politico vennero a far parte di quest’Ordine, fino a quando
non vi fu un primo scisma nel 1908, dal quale nacque nel 1910 la “Serenissima
Gran Loggia d’Italia”.
Le questioni sulle quali si basò lo scisma furono molteplici ma, in particolare, vi
fu un diverso pensiero da parte di molti affiliati rispetto ai vertici del G.O.I.
La diatriba di carattere politico che coinvolgeva parlamentari massoni riguardava
l’obbligatorietà dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola
elementare.
Come avvenne per i totalitarismi di altri Paesi, durante il periodo del regime
fascista la massoneria venne dichiarata incompatibile con l’iscrizione al partito
ed osteggiata, cosicché la Serenissima Gran Loggia d’Italia, che aveva in
precedenza appoggiato la Marcia su Roma, dovette sciogliere le sue logge.
Venne poi rifondata, nel 1943, con il nome di “Gran Loggia d’Italia”, divenendo
un ordine misto che accettava quindi anche le donne e distaccandosi così dalla
tradizione.
Per spiegare, invece, il secondo e più recente scisma del G.O.I. si deve arrivare
al 1979 quando La Loggia Propaganda 2, con il Maestro Venerabile Licio Gelli,
cominciò a discostarsi dal lavoro massonico e divenne una mera congrega di
2
Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia Ill.mo e Ven.mo Fr. Dott. Fabio Venzi –
Allocuzione alla Gran Loggia Regolare d’Italia del 12/12/2009.
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personaggi prestigiosi con lo scopo di agire direttamente, e non sempre
legalmente, negli affari e nell’assetto geo-politico non solo nazionale. Le indagini
della magistratura e gli scandali conseguenti indussero il G.O.I. a disconoscere
l’affiliazione della Loggia e, inevitabilmente, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra a
togliere l’attestato di “Massoneria Regolare” all’Ordine italiano, che aveva
ottenuto nel 1972. Questo ed altre questioni interne indussero il Gran Maestro,
in carica dal 1990, a dimettersi dal G.O.I. nel 1993 ed a riconsiderare la
massoneria italiana fondando un nuovo Ordine che si edificasse sull’originaria
interpretazione dei Principi e dei Valori muratori nonché sui tradizionali lavori di
Loggia. Nacque così il 16 aprile del 1993 la “Gran Loggia Regolare d’Italia”, che
ottenne già nel dicembre del medesimo anno il riconoscimento di “massoneria
regolare” da parte della Gran Loggia Unita d’Inghilterra e a oggi l’unico Ordine
italiano riconosciuto come “regolare”.
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Religione
I dissapori tra Chiesa Cattolica e Libera Muratoria
La religione cattolica romana, nel corso dei secoli, ha enunciato dei dogmi,
alcuni dei quali con lo scopo di dare una risposta chiara sia a controversie in
materia religiosa, sia a dubbi o domande esternati dei fedeli.
La massoneria, invece, pur essendo un metodo per la crescita spirituale
dell’Individuo, non può essere definita una religione rivelata in quanto non
contiene alcun dogma ed alcuna certezza, tranne che il seguente: per essere
ammessi in massoneria è necessario credere in un Essere Supremo, definito
Grande Architetto dell’Universo, che abbia progettato il Creato e che abbia
definito le leggi naturali alle quali il Tutto deve sottostare. Non vi è alcuna
indicazione più precisa ed il massone è libero di identificare tale Essere nel Dio
cattolico, in quello della tradizione ebraica, nell’Hallà islamico, nella Natura o in
qualsiasi altra Coscienza che abbia architettato tale Progetto, del quale l’Uomo
fa parte. La motivazione di questa preclusione agli atei, apparentemente
contraddittoria, ha un senso nel complicato ed esoterico metodo massonico. Al
contrario delle certezze fornite dalle religioni rivelate, quindi, la massoneria dà
spazio al “dubbio” ed alla incontestabile Verità individuale.
A causa di questo “relativismo” la Chiesa Cattolica Romana ha, fin dall’inizio,
contrastato la massoneria, che aveva già fatto la sua comparsa a Firenze ed a
Roma dal 1733: nel 1738 Papa Clemente XII ha emanato la bolla “In Eminenti”,
nella quale egli scomunicava chiunque fosse entrato a far parte della
massoneria in quanto riuniva uomini di diverse religioni sotto la stessa istituzione
obbligandoli a mantenere il segreto su quanto accadeva all’interno delle logge.
L’evoluzione della massoneria non fu intaccata da questa bolla perché i massoni
cattolici sono liberi di seguire i dettami della propria religione senza che questo
contrasti con il metodo massonico. Ed è proprio la libertà di pensiero insita nel
metodo massonico che ha preoccupato la religione cattolica tanto quanto i
totalitarismi politici.
In Italia, poi, altro motivo di conflitto della Chiesa Cattolica Romana furono le
iniziative della massoneria al fine dell’unificazione del Paese e del conseguente
ridimensionamento dello Stato della Chiesa, fino alla “Breccia di Porta Pia” del
20 settembre 1871, limitando il potere temporale del Papa.
Negli ultimi decenni, però, si è instaurato un dialogo tra le due Istituzioni, fino ad
una nuova apertura da parte di Papa Giovanni Paolo II nel nuovo diritto
canonico del 1983. Anche diversi Gesuiti si sono interessati in senso positivo
alla massoneria, fino ad affermare che la massoneria appare come “una
riunione, al di sopra delle divisioni politiche e religiose del momento, di uomini
che credono in Dio, rispettando la morale naturale e desiderano conoscersi,
aiutarsi e lavorare insieme, malgrado le differenze di rango sociale, le diversità
di fede religiosa e la loro appartenenza a confessioni e partiti più o meno
contrapposti”3
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Psicologia
Lo studio della
sperimentale
mente
umana
attraverso
il
metodo
Tra il 1700 ed il 1800 erano molti i filosofi e gli scienziati che si ponevano
domande concrete sulla mente umana, che necessitavano di risposte certe.
Così, come avvenne per la filosofia (dalla quale la psicologia deriva), le teorie
sulle soluzioni e sui metodi per arrivare ad esse variavano con il variare del
pensiero
filosofico
individuale.
Nacquero
visioni
diverse
quasi
contemporaneamente rispetto alla formazione e all’evoluzione della mente
umana e del pensiero stesso.
Gli Strutturalisti osservavano la mente come un insieme di singole strutture
intercomunicanti descrivendo i contenuti elementari della coscienza evidenziano
le leggi che presiedono al loro combinarsi.
I Funzionalisti, in antitesi con gli strutturalisti e la loro visione elementistica,
basavano la loro teoria ponendo al centro la questione del funzionamento e
dell’utilità dei processi mentali invece di studiare che cosa essi siano.
I Comportamentisti erano convinti che la chiave della psiche fosse da ricercare
nei comportamenti simili comuni come risposta alla stessa stimolazione.
Anche se non fu proprio il primo ad eseguire degli esperimenti strumentali su
soggetti umani (vedi gli esperimenti acustici di Carl Stumpf), nel 1876 Wundt fu il
primo a codificare un metodo scientifico sperimentale per studiare le reazioni
della mente umana in risposta a determinati stimoli. Lo studio con metodo
scientifico consentì alla psicologia di attribuirsi la definizione di Scienza
indipendente.
L’influenza del pensiero illuminista, quindi, incise sulla volontà di ottenere delle
risposte alle grandi domande riguardanti l’Uomo e la sua essenza, fino ad allora
fornite esclusivamente dalla religione e dalla filosofia.
I pensatori, i filosofi e, di conseguenza, anche gli psicologi, però, arrivarono alla
conclusione che non tutto poteva o voleva essere spiegato razionalmente.
Contemporaneamente alla corrente romantica letteraria, nata in Germania e
diffusasi in tutta Europa, nacquero nuovi approcci psicologici allo studio
dell’uomo: un esempio è quello della Gestalt, in cui l’unità non è la semplice
somma delle sue parti. Ciò lasciò spazio alla dimensione ineffabile dell’Uomo, al
Sacro, al Divino.
Quest’approccio influenzò nettamente gli studi e le innovazioni portate da
personaggi come Immanuel Kant, Sigmund Freud, Carl Gustav Jung, fino al
quasi contemporaneo Abrahm Maslow, non a caso tutti iscritti alla massoneria.
Per le teorie di Freud i comportamenti dell’individuo sono dettati dalla necessità
di soddisfare le pulsioni psico-sessuali istintive ed innate dell’istanza denominata
“Es”, in contrapposizione con le regole morali e sociali insite nell’istanza
denominata “Super-Io” (formatasi sin dall’infanzia) con la mediazione dell’ “Io” tra
le altre due istanze.
Carl Gustav Jung, dopo aver abbracciato le teorie dell’amico Freud, lasciò
spazio ad una componente collettiva, una parte d’inconscio presente in tutti gli
individui, ben più complessa delle istanze di Freud, contenente quelle necessità
di introspezione e di risposte a quesiti che esulano dalla quotidianità e dalle
pulsioni psico-sessuali. Iniziò così ricerche e studi di ciò che Freud definì in
modo dispregiativo “occulto”, tanto da scrivergli, in una lettera del 1909: “[…]
Resto pertanto in attesa di saperne di più circa le sue ricerche su complesso
spiritico, con l’interesse che si ha per un’amabile illusione non
condivisa”.(Ricordi, sogni, riflessioni, C.G.Jung - Pag. 431)
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La formazione dell’Identità dell’individuo affiliato alla Libera
Muratoria
La formazione e l’identità dell’individuo ed i suoi comportamenti sono senz’altro
influenzati dalle relazioni che ha con altri individui e dalla sua appartenenza ad
un gruppo. Il bisogno di appartenenza e di affiliazione ad un gruppo è uno dei
bisogni primari dell’individuo (piramide di Maslow) ed i comportamenti che egli
assumerà saranno influenzati dalle caratteristiche del gruppo stesso.
Secondo Abraham Maslow il bisogno di affiliazione è conseguente al bisogno di
sicurezza. Una semplice aggregazione di persone, però, non basta per essere
definita “gruppo” e quindi soddisfare il bisogno di affiliazione. E’ necessaria una
comunità d’intenti ed un reciproco supporto tra gli individui. Nella Libera
Muratoria gli individui condividono credenze, valori, costumi, abitudini ed un
linguaggio, con l’intento di sopperire ai propri bisogni. Questa teoria di Maslow
spiega ogni forma di società organizzata, politica o meno, che possiamo
prendere in considerazione, ma non spiega ancora l’affiliazione alla massoneria.
Per la piramide di Maslow, solo una volta soddisfatti i bisogni primari, l’individuo
ha la possibilità di provvedere a soddisfare i propri bisogni secondari, tra i quali
la stima e l’auto-realizzzione. In massoneria il bisogno di stima è soddisfatto dal
riconoscimento, da parte dei membri di grado più elevato, del cambiamento
avvenuto nella personalità e dei comportamenti in linea con le regole del gruppo,
e celebrato con i riti di passaggio nei vari gradi. L’auto-realizzazione si ha
quando il soggetto si porge, individualmente, risposte soddisfacenti alle
domande che il gruppo si pone.
Il vertice della piramide di Maslow è raggiungibile in massoneria in quanto è
proprio al vertice che lo psicologo americano pone la spiritualità. Il bisogno di
spiritualità sorge dopo che tutti gli altri bisogni sottostanti sono stati soddisfatti.
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Pedagogia
L’Infanzia prima e dopo il XVIII secolo
“Braccia da lavoro”. Era questa la considerazione che i contadini (l’agricoltura
era il principale settore economico fino alla rivoluzione industriale del 1700)
avevano dei figli, anche se molto piccoli. Già da quando erano in grado di tenere
in mano gli attrezzi da lavoro, infatti, i bambini contribuivano direttamente
all’economia famigliare lavorando nei campi. Erano così privati di quel periodo di
spensieratezza, gioco compreso, necessario per un sano sviluppo conseguente
alla gradualità delle esperienze e dell’apprendimento.
In questo modo chi nasceva in una famiglia “popolare” rimaneva per tutta la vita
legato alle uniche certezze che la sua condizione gli permetteva di avere: la
terra, la famiglia e la religione.
Il nuovo pensiero filosofico del XVIII secolo, comincia a considerare non
accettabile tale situazione perché ogni uomo doveva avere la possibilità di
innalzarsi e trovare la propria dimensione e dignità.
Educare un Nuovo Uomo per una Nuova Società.
Rilevante apporto alla pedagogia è stato portato da John Locke, i cui trattati di
filosofia politica furono preso in grande considerazione dalla nascente
massoneria speculativa.
“La libertà naturale dell’uomo significa il non riconoscere sulla terra alcun potere
a lui superiore, non essere soggetto né alla volontà né all’autorità legislativa di
alcuno ed il porsi come norma esclusivamente il diritto naturale.
La libertà dell’uomo nella società significa invece essere soggetti solo al potere
legislativo, stabilito nello Stato in base ad un accordo generale, e non
riconoscere alcun’altra autorità e nessuna legge, tranne quelle che quel potere
ha creato secondo il compito ad esso affidato.” (Two treatises of Government –
Jhon Locke – 1690).
Un pensiero che nella società moderna consideriamo scontato, ma che alla fine
del 1600 era assolutamente rivoluzionario, come fu la sua “Epistola sulla
Tolleranza” del 1690.
Per ottenere una società di uomini per i quali tali pensieri liberali fossero
acquisiti, John Locke si occupò anche di educazione pedagogica
prevalentemente, in linea con la società di quel tempo, indirizzata alla
formazione (tramite un precettore) di una classe elitaria di liberali detentori del
potere, lasciando ai poveri il destino dell’educazione al lavoro. (Pensieri
sull’Educazione).
Jean Jaques Rousseau, nella sua opera in quattro volumi “L’Emilio“ pubblicata
nel 1762, porta il “fanciullo” fuori dalla società per ricondurlo ad una dimensione
naturale. Secondo Rousseau il bambino nasce “buono” ed è necessario
estirparlo dalla società che lo influenzerà negativamente per affidarlo
all’educazione in simbiosi con la Natura in ambiente rurale. Con la guida di un
precettore, che lo indirizzerà e lo aiuterà in tutte le fasi educative, sarà infine in
grado di essere immune dalle influenze negative della società e, al contrario, ad
influenzarla a sua volta con la propria formazione.
Con Rousseau, quindi, inizia una nuova concezione dell’educazione, che non è
più una semplice “istruzione”, una semplice introduzione d’informazioni utili nella
mente del bambino, ma ci si comincia a preoccupare anche del suo aspetto
psicologico e delle conseguenti ripercussioni cognitive ed emotive.
Un’altra fondamentale figura pedagogica di quel periodo fu Friedrich Wilhelm
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August Fröbel, anch’egli iscritto in una loggia massonica. L’influenza del
pensiero neo-platonico sull’idea pedagogica di Fröbel è rilevante: l’Uomo, fin
dalla nascita, è parte integrante di un Progetto, e deve imparare a portare il
proprio contributo con dignità, partecipando attivamente alla sua realizzazione,
gestendo le sue parti interiori, sia quella materiale sia quella spirituale.
L’istruzione di base, unita all’educazione alla dignità del lavoro e, fin da
piccolissimo, all’educazione ai sentimenti ed alla Divinità, mettono il fanciullo
nelle condizioni di poter completare il proprio Essere ed avere la possibilità di
agire, da adulto, con giustizia, libertà intellettuale e saggezza.
Fröbel fu il primo ad elaborare l’idea che il bambino, per avere i risultati
prefissati, dovesse essere educato fin dalla prima infanzia in luoghi atti a tale
scopo. I giardini d’infanzia sono la soluzione da lui proposta ed attuata. Essi
erano costituiti da sale interne, da un cortile per gli esercizi ginnici e dal giardino.
In quest’ultimo il bambino aveva la possibilità di imparare a prendersi cura di
piante, assimilando i concetti di Natura, di responsabilità, di soddisfazione.
Per i più piccoli Fröbel ideò dei “doni”, con i quali rapportarsi e giocare.
Inizialmente una sfera (una palla), la quale trasmetteva il concetto d’infinito e di
ricorsività, simile al concetto massonico dell’Huroboro; successivamente un
cubo, con i concetti di limite e di regolarità, simile alla pietra levigata della
tradizione massonica; infine il cilindro, un’unità con l’insieme dei concetti
precedenti: l’Uomo nella sua integrità morale, materiale e spirituale.
Un contemporaneo svizzero del tedesco Fröbel, Enrico Pestalozzi, partendo
dalle idee del citato collega elaborò nella nascente Italia unita un esempio
concreto di scuola per l’infanzia.
Per Pestalozzi, che come Fröbel si era iscritto ad una loggia massonica,
l’educazione aveva anche il compito di trasmettere ai fanciulli, fin da molto
piccoli, quei principi naturali, etici, religiosi, morali e sociali che avrebbe
permesso loro di fondare la propria vita sui buoni sentimenti e sulla saggezza
dell’esperienza interiore.
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Letteratura
Italiana
Le Favole come metodo educativo
Negli stessi decenni nei quali Fröbel e Pestalozzi mettevano in pratica le loro
teorie pedagogiche in vari istituti, in Italia anche la letteratura italiana iniziò ad
occuparsi di trasmettere ai bambini gli stessi concetti umani utilizzando il metodo
della “Metafora”, velandoli quindi dietro favole apparentemente assurde. Uno di
questi letterati fu Carlo Lorenzini, alias Carlo Collodi, scrittore e giornalista
fiorentino che scrisse “Le avventure di Pinocchio – Storia di un Burattino”.
Non ho trovato documentazione certa che veda Lorenzini affiliato alla
massoneria, ma indubbiamente tutta la favola è intrisa di riferimenti esoterici ed
alchemici che descrivono gli effetti sull’Uomo di un’iniziazione massonica.
Il messaggio di Pinocchio
Pinocchio, sintetizzando, è la storia di una creatura che nasce in condizioni
familiari, psicologiche ed economiche assolutamente disastrose. Egli, quando
nasce, non è un vero bambino (è di legno) ed è sottoposto a diverse
importantissime prove iniziatiche, dovendosi difendere da molti pericoli ed
avendo la necessità di riconoscere, nei vari personaggi, il Bene ed il Male,
anche se a volte le apparenze possono trarlo in inganno. Dopo aver superato
queste prove Pinocchio, grazie alla magia della Fata Turchina (colore che a
livello esoterico riporta all’immortalità), è trasformato alchemicamente in un
bambino (e quindi un Uomo) vero.
Carlo Collodi fa iniziare la favola così: «C'era una volta...- Un re! - diranno subito
i miei piccoli lettori. No ragazzi, avete sbagliato: c'era una volta un pezzo di
legno.». Da queste prime parole s’intuisce che il personaggio principale è intriso
di una sovranità innata, quale quella dell’Uomo, biblicamente interpretato.
Non vi è, purtroppo, qui la possibilità di descrivere tutti i riferimenti esoterici ed
alchemici del racconto, mi limiterò, quindi, a descrivere quelli che secondo me
sono i più significativi.
Il padre di Pinocchio è Geppetto, un falegname (come il padre di Gesù). Il
legno del quale è fatto Pinocchio appare come la materia grezza universale,
plasmata da un demiurgo-architetto. Geppetto, detto Polentina per via del colore
giallo della sua parrucca (il giallo, proveniente dalla Luce, è associato
esotericamente al blu; la trasformazione alchemica del blu e del giallo portano
dall’oscurità al colore finale: il rosso, che è associato alla vita), riceve il pezzo di
legno in regalo da Mastr’Antonio, detto Ciliegia per via del colore del suo naso
sempre rosso, in quanto egli viene spaventato dal fatto che il pezzo di legno gli
parla; è una materia grezza, quindi, già pregna di vita. Geppetto invoca la Fata
(che appare quale Iside-Grande Madre, signora della api, delle trasformazioni e
degli animali). Nella favola originaria non si fa riferimento alla Fata come moglie
di Geppetto.
Dopo aver terminato il burattino, questi comincia subito a mancargli di rispetto
ed appena Geppetto gli insegna a camminare, Pinocchio non perde tempo a
scappare per strada (con atteggiamento che si rifà alla provata naturale scarsa
valutazione del rischio da parte dei giovani). Geppetto lo insegue ma finisce per
essere arrestato da un Carabiniere (simbolo di autorità alla quale egli deve
sottostare, anche se per rispondere degli atti compiuti dal figlio) e Pinocchio
torna a casa da solo. Una volta a casa incontra il Grillo Parlante (voce benevola
della sua coscienza) che lo rimprovera. Pinocchio lo mette subito a tacere con
una martellata (e quindi sopprime con la razionalità l’innata coscienza etica che
è presente in ogni essere umano). Quando cerca in casa qualcosa per sfamarsi
trova un uovo (altro fondamentale simbolo esoterico della vita che si rinnova) ma
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quando lo rompe ne esce un pulcino (la rinascita quale premonizione del suo
destino). Esce per cercare cibo ma rimedia una secchiata d’acqua (uno dei
quattro elementi attraverso i quali è necessario transitare per la trasformazione
alchemica dell’Uomo) e così, affamato e fradicio, torna a casa e si addormenta
appoggiando i piedi sul braciere, e prende fuoco (secondo elemento). Tornato
dalla prigione, Geppetto gli ricostruisce i piedi e lo sfama con tre pere.
Pinocchio, felice, gli promette che andrà a scuola, ed il padre vende la propria
giacca per comprargli un vestito di carta ed un abbecedario.
Pinocchio si dirige verso la scuola ma viene distratto dalla musica
proveniente dal Teatro dei Burattini. Incuriosito, vende l’abbecedario per
comprare il biglietto ed entrare a vedere lo spettacolo. (rifiuta l’istruzione per
andare dai suoi simili), I burattini, quando lo vedono, interrompono lo spettacolo
per festeggiarlo (lo riconoscono come loro compagno e non come uno spettatore
normale): Il burattinaio Mangiafuoco dapprima ordina di gettarlo nel fuoco, poi si
impietosisce alla storia di Pinocchio e lo lascia andare, regalandogli anche
cinque zecchini d’oro. (il cinque è un numero associato alla simbologia
dell’Uomo, l’Oro è il metallo nobile per eccellenza, quindi Mangiafuoco gli dà
nelle mani gli strumenti per divenire un Uomo Nobile).
Pinocchio, mentre torna a casa, s’imbatte in due imbroglioni, il Gatto e la
Volpe (uno cieco e l’altra zoppa: uno, quindi, non vede la strada e si affida a chi
non è in grado di percorrerla). Valuta malamente, ancora una volta, i due e si
fida al punto di raccontare delle cinque monete d’oro, e viene convinto a
sotterrarle in un vicino Campo dei Miracoli, dove i soldi si moltiplicano senza fare
praticamente nulla. Prima di seppellire le monete vanno alla trattoria del
Gambero Rosso (il rosso ed il suo significato tornano sui suoi passi,
camminando all’indietro come un gambero). Dopo aver mangiato fino a
scoppiare i due imbroglioni anticipano Pinocchio che, quando si sveglia, tenta di
recarsi al Campo dei Miracoli ma viene intercettato dal Gatto e la Volpe travestiti
da Assassini (la parola deriva dalla setta islamica degli Zairiti, chiamami
Hashashyyn in quanto prima di attaccare ed uccidere il nemico si drogavano con
hashish), che tentano di rapinarlo delle monete, ma riesce a scappare,
ritrovandosi a bussare alla porta di una casa bianca. Si affaccia una bambina dai
capelli turchini, che gli dice che in quella casa sono tutti morti, compresa lei, e
che sta aspettando la bara (s’imbatte così, per la prima volta, con la realtà della
morte quale profezia di ciò che gli succederà). Viene raggiunto dagli Assassini
che, non riuscendo ad estrargli le monete dalla bocca, dove le aveva nascoste,
decidono di appenderlo (per aria, terzo elemento) ad una quercia per tornare più
tardi ad estrarre le monete dalla bocca spalancata dell’impiccato (l’Appeso è
associato, anche nell’arcano n.12 dei Tarocchi, al simbolismo dell’iniziazione
passiva, mistica: nella saggezza orientale, il vero sapere non si ottiene
attraverso la ricerca attiva, lo studio, la sperimentazione, ma rimanendo
immobili, disponibili alla ricettività ed all’ascolto).
La bambina della casa, che si scopre essere la Fata, lo fa salvare da un suo
servitore Can-barbone e lo fa portare nella casa, dove chiama tre medici, uno
dei è quali il Grillo Parlante redivivo, per guarirlo. Pinocchio deve trangugiare
una medicina, ma si rifiuta perché amara (adeguato prezzo per ottenere la
redenzione dagli errori compiuti). La beve solo alla vista di quattro conigli neri
che portano una bara (il quattro è esotericamente il numero che unisce la
Monade(l’Uno) con il Triangolo (il Tre), e simboleggia l’Eterno, e l’Uomo che
porta in sé il Principio Divino. Il Quattro era usato da Pitagora per comunicare ai
discepoli l’ineffabile nome di Dio).
Pinocchio, spaventato da quella vista, beve la medicina e racconta la storia
alla Fata, mentendo però sul nascondiglio delle monete, e gli si allunga il naso.
La Fata gli spiega che esistono due tipi di bugie: quelle che hanno le gambe
corte (e che quindi non vanno molto lontano) e quelle che hanno il naso lungo
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(che sono palesi ed evidenti). La Fata, poi, accorcia il naso a Pinocchio e gli
permette di andare incontro a Geppetto, precedentemente avvisato della sua
presenza nella casa. Pinocchio, però, non riesce a raggiungere il babbo perché
incontra nuovamente il Gatto e la Volpe, che lo convincono nuovamente a
seppellire le monete nel Campo dei Miracoli (credendosi più furbo della stessa
Fata e dei briganti, accetta). Dopo aver atteso venti minuti in una città vicina che
il campo dia i suoi frutti, torna al luogo della sepoltura, ma un pappagallo (che
rappresenta la magia del colore e la comunicazione) lo informa che durante la
sua assenza il Gatto e la Volpe erano tornati a rubare le monete.
Pinocchio, disperato, si rivolge ad un giudice (un gorilla, che non ha quindi la
consapevolezza né la giustizia umana) che però lo condanna alla prigione.
Quattro mesi dopo viene indetta un’amnistia e l’imperatore decreta la libertà per
tutti i furfanti. Pinocchio rischia di rimanere in galera in quanto innocente, ma
riesce ad uscirne dichiarandosi colpevole (e passa così anche la prova del
disonore della colpa umiliante dell’innocente. L’umiltà è una caratteristica
fondamentale dell’aspirante Uomo Giusto).
Uscito di prigione si reca subito alla casa della Fata, che considera ormai
come una sorella (ormai è attratto dalla magia della trasformazione alchemica).
Viene però fermato da un serpente dalla coda infuocata (il serpente è un altro
simbolo esoterico della vita che si rigenera, come nella Genesi, l’Uroboro che si
morde la coda, ma in questo caso è impraticabile la trasformazione in quanto ha
la coda fumante), sul quale Pinocchio inciampa cadendo nel fango. Il serpente
muore letteralmente dalle risate e Pinocchio riesce a proseguire il cammino.
Viene però preso in una tagliola mentre tenta di rubare, in un campo, dell’uva
(l’uva simboleggia l’abbondanza e una vita agiata. Simbolicamente Pinocchio
cerca di ottenerla senza meriti, ma non ci riesce). Il padrone del campo, allora, lo
costringe per punizione a fargli da cane da guardia, con collare e catena al collo,
al posto del suo cane Melampo, morto la stessa mattina. Durante la notte viene
svegliato da quattro faine, che avevano comprato il silenzio di Melampo per
spartirsi le galline che avrebbero rubato ogni notte. Pinocchio dapprima fa finta
di accettare poi, però, rinchiude le faine nel pollaio e avverte il proprietario del
campo, che lo ringrazia e lo libera (ottiene così un compenso per essere stato
virtuoso ed aver eseguito il suo compito di cane da guardia, nonostante egli
fosse un burattino di legno).
Torna alla casa, ma al suo posto trova solo una lapide con incise queste
parole: “Qui giace la bambina dai capelli turchini morta di dolore per essere stata
abbandonata dal suo fratellino Pinocchio”. La bambina dai capelli turchini,
dunque, è sotto terra (quarto elemento), sotto la lapide. Inoltre Collodi, così, vuol
far intendere che non bisogna abbandonare la strada della trasformazione
alchemica perché non è certo che vi sia sempre l’opportunità di riprenderla a
piacimento.
Mentre Pinocchio si dispera, un grosso colombo lo avverte che Geppetto sta
partendo per il Nuovo Mondo per cercarlo (il colombo è per antonomasia
portatore di messaggi, ma Collodi forse ha anche giocato con il nome del
navigatore che ci ha portati al Nuovo Mondo).
Pinocchio salta in groppa al colombo che si offre di portarlo lontano, lì dove
Geppetto sta salpando per con una barchetta sull’oceano per andare a cercarlo
ma, quando arrivano a destinazione, il babbo è già partito e lo si vede in
lontananza, sbattuto dalle onde. Geppetto cade in acqua alla vista del figlio, che
per soccorrerlo si tuffa anch’egli e tenta di raggiungerlo. Dopo una notte di nuoto
Pinocchio approda sulla riva di un’isola, dove un delfino lo informa che
probabilmente il babbo era stato inghiottito da un terribile Pesce, l’Attila dei pesci
e dei pescatori. Arriva al “Paese delle Api industriose”, dove cerca di
elemosinare per poter mangiare, ma gli abitanti gli offrono dei lavoretti da
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compiere per poter guadagnare onestamente il suo pane. Pinocchio rifiuta
sempre, ma alla fine accetta di portare una brocca d’acqua a casa di una donna,
che lo ricompensa con un piatto di pane, cavolfiori ed un confetto.
Nel Vangelo di Luca (22, 10) troviamo scritto “Ed egli rispose: «Appena
entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua.
Seguitelo nella casa dove entrerà” Egli che parla è Gesù. In quel passo del
Vangelo la Pasqua si avvicina e Gesù chiede ai Dodici di preparare l’agape in
una casa. Loro gli chiedono dove avrebbero dovuta prepararla, e Gesù risponde
con quella frase. La Pasqua ebraica ha, come significato, il passaggio dalla
schiavitù egiziana alla Libertà del Popolo, per il Cristianesimo è il passaggio
dalla morte alla risurrezione, alla Nuova Vita. La casa nella quale entrano sia
l’uomo con la brocca d’acqua del Vangelo, sia Pinocchio, quindi, è la sede nella
quale verrà celebrato il passaggio dalla schiavitù (intesa come non Libertà),
dalla morte e dalla condizione di burattino, rispettivamente a quella di Libertà, di
risurrezione e di bambino in carne ed ossa.
Può essere rilevante, per la corretta lettura di questo passo del Vangelo
ripreso nella storia di Collodi, l’interpretazione esoterico-astronomica che ne fa
qualche cultore, riferendosi all’uscita dall’era dei Pesci (il pesce è uno dei simboli
cristiani per antonomasia, correlato alle origini degli Esseni) a quella
dell’Acquario in conseguenza alla precessione dell’asse terreste, evento
accaduto il 21 dicembre 2012.
Ma torniamo a Pinocchio … La donna per la quale porta l’acqua si rivelerà
essere la Fata, fintasi morta e trasformatasi in donna che, perdonato Pinocchio
visto il pentimento provato sulla sua finta tomba, decide di considerarsi la sua
mamma e gli promette di trasformarlo in un bambino in carne ed ossa, prima
però egli dovrà frequentare la scuola e cercarsi un buon mestiere. Pinocchio
promette che diventerà il “primo della classe”.
Un giorno alcuni compagni lo convincono a marinare la scuola per andare
sulla spiaggia dove, secondo loro, sarebbe stato possibile vedere il Pesce che
aveva ingoiato Geppetto. Pinocchio finisce per fare a botte con i compagni che
vogliono che egli diventi un ragazzaccio come loro, Durante la lotta un grosso
libro di Pinocchio viene tirato da un compagno in testa ad Eugenio, che sviene.
Tutti scappano tranne Pinocchio, che tenta di soccorrerlo. Due Carabinieri lo
arrestano pensando che sia lui il colpevole ma Pinocchio riesce a fuggire
(questa volta viene perdonato dalla sorte in quanto evidentemente innocente).
Non potendolo raggiungere i Carabinieri lo fanno rincorrere da un cane,
Alidoro, che lo segue nel mare dove si è rifugiato. Alidoro sta per annegare ma
Pinocchio lo salva, in cambio della libertà. Il cane dei Carabinieri promette a
Pinocchio di sdebitarsi alla prima occasione. Continuando a fuggire dai
Carabinieri Pinocchio entra in una grotta, ma viene preso in una rete insieme ad
altri pesci. Dalla grotta, infatti, esce un pescatore dalla pelle verde, con una
lunghissima barba verde, i capelli increspati verdi e gli occhi verdi.
Questo personaggio simboleggia il risveglio della natura ed il rinnovamento
della vita stessa, ma per Pinocchio non sembra ancora essere il momento di un
rinnovamento completo, ed infatti sta per essere “fritto” dal pescatore verde,
insieme agli altri pesci. Alidoro, però, attirato dall’odore della frittura, lo salva,
restituendogli così il favore.
Pinocchio, rimasto senza vestiti, si fa rivestire con un sacco da un vecchietto
in una casa poco distante (le persone anziane, con parole ed opere dettate dalla
loro esperienza, possono “ricoprire” le nudità dei giovani, se per nudità
intendiamo la mancanza di dignità), ed apprende da questi che Eugenio si è
ripreso dallo svenimento. Rinfrancato torna, di notte e sotto una pioggia
scrosciante, a casa della Fata. Bussa ma la cameriera Lumaca è così lenta ad
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aprire che lui si spazientisce e dà un calcio alla porta, rimanendo incastrato con
il piede. Occorrono molte ore prima che la Lumaca arrivi alla porta e la apra
(così Pinocchio impara la pazienza e la tolleranza, virtù necessarie in un Uomo
Giusto). Quindi gli offre la colazione, ma i cibi sono di gesso e di cartone: è la
crudele lezione della Fata, e Pinocchio sviene. Dopo quella lezione Pinocchio si
comporta bene per tutta l’anno, è il più bravo a scuola e viene promosso a pieni
voti, così la Fata, contenta, gli annuncia che il giorno successivo sarebbe stato
trasformato in un Bambino Vero. Pinocchio, per la contentezza, invita tutti i suoi
compagni ad una grande colazione per festeggiare. Cerca anche il suo amico
più svogliato, Romeo (detto Lucignolo) e lo trova sotto il portico di una casa di
campagna, dove sta aspettando il carro che lo porterà al Paese dei Balocchi, un
paese dove non esistono scuole e dove gli abitanti si divertono dalla mattina alla
sera. Pinocchio aspetta con lui il passaggio del carro alla mezzanotte, ma
quando arriva si fa convincere a partire con Lucignolo. All’arrivo nel Paese dei
Balocchi i due si divertono pazzamente e diventano amici di tutti.
Dopo cinque mesi di questa vita dorata, una mattina Pinocchio si sveglia e si
accorge di avere le orecchie come quelle di un asino. Una Marmottina vicina di
casa, gli comunica che la diagnosi è “febbre da somaro” e che entro poche ore
si sarebbe trasformato completamente in un ciuco. Questa è una malattia,
spiega la Marmottina, che colpisce tutti i ragazzi che passano troppo tempo a
divertirsi invece che studiare. Pinocchio corre a cercare Lucignolo e scopre che
entrambi si stanno trasformando in somari. Appena ultimata la trasformazione,
l’omino che guidava il carro li porta alla piazza del mercato per venderli.
L'Omino, infatti, era diventato milionario raccogliendo i ragazzi svogliati per il
mondo e conducendoli al Paese dei Balocchi, dove diventavano in poco tempo
dei veri somari e li poteva vendere al mercato.
Pinocchio viene comprato dal direttore di un circo, che lo fa esercitare con
frustate e dandogli paglia come cibo. Dopo tre mesi di duri esercizi Pinocchio
debutta nello spettacolo ma, saltando un cerchio, vede tra il pubblico la Fata,
che ha un medaglione al collo con il suo ritratto, ma che subito svanisce. Quella
vista lo distrae, cade e si azzoppa (l’Ignoranza porta a dover sottostare agli
ordini ed alle condizioni di chiunque abbia desiderio di sfruttare la situazione, e
svanisce, si smaterializza, la possibilità della trasformazione alchemica). A
questo punto il direttore del circo non può far altro che venderlo al mercato, e
così viene acquistato da un uomo che vuole ricavare un tamburo dalla sua pelle.
Il compratore gli lega un sasso al collo e lo getta nel mare per affogarlo, ma
quando lo ritira a galla scopre che il somaro si è trasformato in un burattino di
legno. Allora decide di venderlo come legna da ardere, ma Pinocchio riesce a
sfuggirgli e si rifugia in mare.
Nuotando vede su uno scoglio una capretta dello stesso colore dei capelli
della Fata (la lana della capretta simboleggia il desiderio di distacco dal mondo
profano: in arabo “suf” significa lana, ed i Sufiti, o Sufi, erano coloro che si
vestivano di sola lana, per accentuare il loro distacco dal mondo ed
intraprendere la via del misticismo), cerca di raggiungerla ma vien ingoiato da un
mostro marino. E’ il terribile Pesce di cui tanto si parlava nel Paese delle Api
Industriose. Nell’interno buio del pesce Pinocchio incontra un Tonno filosofo, che
lo invita a rassegnarsi al proprio destino. Ma Pinocchio vede una luce lontana.
La raggiunge e trova il suo babbo Geppetto, inghiottito due anni prima dal
Pesce. (anche nella Bibbia, il profeta Giona viene inghiottito da un grosso Pesce
e vi rimane tre giorni e tre notti, come Gesù Cristo nel sepolcro; quest’ultimo ne
esce risorto). Pinocchio ha un’idea per fuggire insieme a Geppetto, approfittando
della bocca aperta del Pesce, dovuta alla sua asma. Oltrepassati i tre filari di
denti (ancora tre, come i giorni dalla morte alla risurrezione del Cristo), quindi, si
gettano in mare, Geppetto si fa trasportare da Pinocchio e fuggono a nuoto.
Stremati vengono aiutati dal tonno che, fuggito anch’egli allo stesso modo, li
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trasporta sulla sua groppa fino a raggiungere la riva.
Giunti a terra e salutato il tonno, Pinocchio e Geppetto incontrano il Gatto e la
Volpe, ormai vecchi e ridotti allo stremo delle forze, che chiedono la carità.
Pinocchio si fa beffe di loro (primo evidente segno della mutazione di Pinocchio).
Poco dopo i due trovano una piccola capanna, nella quale vive il Grillo Parlante,
che afferma di aver avuto in dono la capanna da una capretta dalla lana
turchina. I due si sistemano nella capanna del Grillo e Pinocchio va a cercare del
latte per sostentare il babbo. L’ortolano Giangio propone a Pinocchio di tirare su
dalla cisterna 100 secchi d’acqua per annaffiare le piante in cambio di un
bicchiere di latte per il babbo, e Pinocchio accetta. (secondo segno della
mutazione) Quando l’ortolano lo porta a vedere il ciuchino, ormai in fin di vita,
che aveva sempre svolto quel lavoro, Pinocchio si accorge che si tratta di
Lucignolo, che muore in quel momento. (terzo segno della mutazione avvenuta).
Per cinque mesi Pinocchio lavora duramente riuscendo così a mantenere se
stesso ed il babbo, esercitandosi contemporaneamente nello studio. Un giorno,
mentre sta andando a comprare dei vestiti, incontra la Lumaca, la cameriera
della Fata, che gli dice che la sua padrona giace malata e povera in un letto di
ospedale. Pinocchio le offre tutti i suoi quaranta soldi di rame (il quaranta è un
altro numero ricorrente nell’esoterismo e nella Cabala), e promette di lavorare
ancora più duramente per aiutare la Fata.
Quella stessa notte la Fata gli appare in sogno, bella e sorridente, che gli
comunica, visto il buon cuore dimostrato, di perdonarlo per tutte le sue
monellerie passate. Al risveglio Pinocchio si accorge di essere stato trasformato
in un bambino in carne ed ossa, la capanna è diventata una bella casetta, i suoi
vecchi vestiti trasformati in nuovi ed in tasca trova un portamonete d’avorio con
un biglietto: la Fata gli restituisce i quaranta soldi e lo ringrazia, ma i soldi sono
diventati quaranta zecchini d’oro. Anche Geppetto si è trasformato: è ritornato un
arzillo vecchietto e sta lavorando, felice, ad una cornice. Sorridendo gli indica un
burattino appoggiato su una sedia: è il
vecchio involucro di Pinocchio, che si
rivede come una buffa marionetta, ed è
contento e soddisfatto di essere diventato
un bambino vero.
La materia grezza (il legno) si è
trasformato, attraverso il percorso del
metodo massonico, in Uomo degno di
vivere la propria esistenza dando la giusta
rilevanza ai valori considerati fondamentali
sia per la propria quotidianità sia per la
propria spiritualità.
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Edmondo de Amicis ed i valori del Cuore
Un altro esempio di valori, che riguardano più la sfera morale che spirituale,
trasmessi attraverso la letteratura per ragazzi è quello di Edmondo de Amicis ed
il suo libro di racconti intitolato “Cuore”.
I messaggi pedagogici di de Amicis sono certamente diversi da quelli di
Lorenzini, nonostante anche de Amicis fosse vicinissimo alla massoneria.
Probabilmente appartenente alla loggia Concordia di Montevideo (Uruguay), di
stampo garibaldino, il suo spirito massonico era successivo alla diversificazione
tra la tradizione inglese e la visione del Grande Oriente di Francia, quindi più
attento a valori patriottici e dell’onore che a quelli spirituali ed etici.
Particolarmente dedicato, come premette De Amicis, ai ragazzi delle scuole
elementari tra i nove ed i tredici anni, “Cuore” è una sorta di diario di un anno
scolastico scritto da un alunno di terza. In questo diario, una volta al mese, vi è
un racconto che esalta doti come il coraggio, l’onore, l’appartenenza alla famiglia
ed all’allora recente unità nazionale.
Racconti come “Il piccolo patriota padovano”, “La piccola vedetta lombarda”, “Il
tamburino sardo”… elevavano al rango di “eroi” bambini o ragazzi nei quali valori
superiori avevano il sopravvento sulla fragilità della loro condizione.
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Educazione
Musicale
Le Allegorie nella Musica di W.A. Mozart
Wolfgang Amadeus Mozart venne iniziato all’età di 28 anni nella loggia
“La Beneficienza” di Vienna il 14 dicembre 1784. Dieci giorni dopo fu ospite della
loggia “Alla Vera Armonia” per assistere all’iniziazione del suo amico e collega
Franz Joseph Haydn.
Oltre ad aver scritto sublime musica espressamente per accompagnare i lavori
di loggia, Mozart compose opere dichiaratamente “esoteriche”, che
rappresentavano cioè eventi che, in realtà, celavano messaggi chiaramente
ispirati dal rituale e dal messaggio massonico, come ne “La Clemenza di Tito” o
“Il Flauto Magico”, alla quale è seguita.
Una stessa ricerca spirituale li unisce: l’inevitabile passaggio attraverso la morte
ed il suo superamento per raggiungere uno stato superiore; perfetta illustrazione
del percorso massonico. 4
Nel 1791 la massoneria austriaca era accusata di simpatizzare per la rivoluzione
francese. Vi fu così un vivido impegno, da parte delle logge, nel divulgare il
messaggio corretto del metodo massonico, che vuol’essere svincolato da
movimenti politici. La massoneria tradizionale concepisce la società ottimale
come il risultato dell’eccellenza degli uomini che la compongono.
Mozart non si astenne da quest’impegno, e scrisse “La clemenza di Tito” perché
faccia parte dei festeggiamenti del 1791 all’incoronazione di Leopoldo II, Re di
Boemia, il primo principe ad aver abolito la tortura e la pena di morte nel suo
Stato di Toscana. La scelta del titolo e di conseguenza del libretto proviene da
un gruppo di aristocratici di Praga, tutti appartenenti alla stessa loggia; Tito è un
imperatore idealizzato, specchio di Leopoldo II.
Il percorso massonico prevede che l’uomo termini la propria esistenza per
rinascere simbolicamente, tramite un rituale di iniziazione, uomo rinnovato,
illuminato. L’indicazione che questo necessario passaggio si sta realizzando
nell’opera “La clemenza” si è evidenziato quando, all’inizio del primo atto nella
rappresentazione diretta al Teatro Verdi di Trieste nella stagione 2012-2103 da
Jean Louis Grinda, viene esposto sul palco un quadro raffigurante un teschio
con tibie, simile ai simboli contenuti nel quadro di loggia scoperto durante i lavori
rituali di terzo grado.
Le azioni narrate si svolgono nell’arco di ventiquattro ore: iniziano a
mezzogiorno e terminano al mezzogiorno successivo. Una delle spiegazioni a
questa simbologia del “Mezzogiorno” è che è questo il momento in cui iniziano i
lavori di loggia: secondo il rituale, essendo la massoneria diffusa su tutta la terra,
c’è indubbiamente almeno una loggia che inizia i lavori quando il Sole è allo
Zenit.
L’opera cela, quindi, messaggi che vanno oltre la storia raccontata: durante la
confessione dei cospiratori viene portato in scena un tavolo con sopra un teschio
ed un calamaio con penna. Nel rituale scozzese antico ed accettato il “bussante”
(il candidato all’iniziazione), prima della cerimonia, riflette per qualche ora sulla
sua vita, sulla fine della stessa e scrive il suo testamento spirituale prima della
rinascita da iniziato; testamento che rimarrà tra gli atti segreti della loggia per
sempre.
Il “traditore”, quando rientra in scena per l’epilogo, ha una benda sugli occhi ed è
guidato da due valletti, proprio come fanno i diaconi con il profano nella
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Libretto d’Opera “La Clemenza di Tito” – Anno 2013 – Note di regia
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cerimonia di iniziazione.
L’imperatore Tito rappresenta il Maestro Venerabile della loggia che, avendone il
potere e pur dopo esser stato tradito, modifica la condizione di “condannato alla
definitiva morte” del suo amico fraterno Sesto “donandogli” una nuova vita, come
avviene nell’iniziazione massonica.
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Alcuni Personaggi famosi iscritti alla massoneria
Letteratura
Spettacolo
Musica
- 1707 - Carlo Goldoni
- 1874 - Harry Houdini
- 1678 - Antonio Vivaldi
- 1725 - Giacomo Casanova
- 1749 - Vittorio Alfieri
-1749 - Johann Wolfgang von Goethe
- 1884 - Ettore Petrolini
- 1892 - Oliver Hardy
- 1898 - Antonio De Curtis (Totò)
- 1732 - Franz Joseph Haydn
- 1756 - Wolfgang Amadeus Mozart
- 1770 - Ludwig Van Beethoven
- 1778 - Ugo Foscolo
- 1901 - Gino Cervi
- 1782 - Niccolò Paganini
- 1802 - Alessandro Dumas (padre)
- 1901 - Walt Disney
- 1797 - Franz Schubert
- 1826 - Carlo Lorenzini (Collodi)
- 1905 - Aldo Fabrizi
- 1803 - Hector Berlioz
- 1828 – Lev Tolstoj
- 1906 - Paolo Stoppa
- 1811 - Franz Liszt
- 1835 - Giosuè Carducci
- 1906 - Billy Wilder
- 1813 – Giuseppe Verdi
- 1835 - Mark Twain
- 1907 - Jhon Wayne
- 1813 - Richard Wagner
- 1846 - Edmondo De Amicis
- 1925 - Peter Sellers
- 1858 – Giacomo Puccini
- 1854 - Oscar Wilde
- 1855 - Giovanni Pascoli
- 1926 - Claudio Villa
- 1927 - Hugo Pratt
- 1859 - Arthur Conan Doyle
- 1932 - Alighiero Noschese
- 1863 - Gabriele D’Annunzio
- 1871 - Carlo Alberto Salustri (Trilussa)
- 1865 - Rudyard Kipling
- 1901 - Salvatore Quasimodo
Filosofia
Psicologia
Psichiatria
Politica
Società civile
Altre scienze
- 1632 - Jhon Locke
- 1694 - François - Marie Voltaire
- 1724 - Immanuel Kant
- 1706 - Benjamin Franklin
- 1808 - Luigi Napoleone Bonaparte
(Napoleone III)
- 1808 - Antonio Meucci
- 1863 - Henry Ford
- 1856 - Sigmund Freud
- 1732 - George Washington 5
- 1809 - Abram Lincoln
- 1875 - Cesare Battisti
- 1875 - Carl Gustav Jung
- 1743 - Thomas Jefferson
- 1810 - Camillo Benso Conte di Cavour
- 1879 - Albert Einstein
- 1745 - Alessandro Volta
- 1813 - Agostino Depretis
- 1880 - Gino Olivetti
- 1762 - Giorgio IV (Re d’Inghilterra) 6
- 1818 - Francesco Crispi
- 1880 - Nazario Sauro
- 1874 - Wiston Churchill
- 1765 - Guglielmo IV (Re d’Inghilterra)
- 1821 – Nino Bixio
- 1881 - Alexander Fleming
- 1769 - Napoleone Bonaparte
- 1827 - Goffredo Mameli
- 1784 - Gerolamo Bonaparte 7
- 1843 - Matteo Renato Imbriani
- 1882 - Franklin Delano
Roosvelt
- 1888 - Francesco Baracca
- 1798 - Massimo D’Azeglio
- 1858 - Theodor Roosvelt
- 1805 - Giuseppe Mazzini 8
- 1807 - Giuseppe Garibaldi
- 1858 - Guglielmo Oberdan
- 1895 - Giorgio VI (Re
d’Inghilterra)
- 1896 - Italo Balbo
- 1861 - Armando Diaz
- 1901 - Enrico Fermi
5 Primo presidente degli Stati Uniti d’America
6 I re d’Inghilterra sono automaticamente Gran Maestri della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Nel caso regni una regina è Gran Maestro il suo
parente maschio più prossimo. Attualmente il Gran Maestro è il duca di Kant, cugino di primo grado della Regina Elisabetta II.
7 Fratello di Napoleone Bonaparte
8 Non vi sono documenti che comprovino un’eventuale iniziazione di Mazzini in una loggia, ma certamente egli era vicino alla massoneria e
partecipava alle riunioni informali.
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“L’INFLUENZA DELLA LIBERA MURATORIA NELLO SVILUPPO DELL’IDENTITÀ DELL’INDIVIDUO”
a
Lucio Arzon – 5 F – Istituto Tecnico Statale GRAZIA DELEDDA
Bibliografia
Titolo
Alla ricerca del Medioevo
Carl Gustav Jung – Ricordi, sogni, riflessioni
Cuore
Fratelli d’Italia
I Papi – Storia e segreti
Identità e differenza
Il Poema Regius
Il segreto dei massoni
La Bibbia di Gerusalemme
La Chiave d’Hiram
La loggia massonica
Lavori rituali
La massoneria
La massoneria – La storia, gli uomini, le idee
La massoneria dell’Arco Reale
La simbolica Junghiana
La simbologia massonica
Gradi scozzesi
La simbologia massonica
Le cattedrali del mistero
Lettera sulla tolleranza
Lo studio della personalità
Pinocchio
Simboli della scienza sacra
Storia della psicologia
Autore
Jaques Le Goff
Aniela Jaffè
Edmondo De Amicis
Ferruccio Pinotti
Claudio Rendina
Martin Heidegher
Roberto Lomas
Edizione
Mondadori
Bur
E-book REA Multimedia
RCS Libri
Newton & Compton
Adelphi
Brenner
Mondadori
Paoline
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2003
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2011
2007
1983
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2012
2003
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