Arlecchino con Specchio di Pic
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Arlecchino con Specchio di Pic
“Picasso. Figure”, Verona ospiterà la mostra del pittore cubista Verona ospita Pablo Picasso, dal 15 ottobre 2016 al 12 marzo dell’anno prossimo. Con la rassegna Picasso. Figure (1895-1972) una selezione di 90 opere del pittore esposte a Parigi si potrà ammirare anche in Italia, al Museo Amo – Arena Museo Opera della città scaligera. L’esposizione è promossa dal Comune di Verona, organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con il Musée National Picasso parigino, e curata da Emilie Bouvard, conservatrice dello stesso museo francese. Ogni anno dell’artista è descritto da un’opera simbolo, scelta per ripercorrere la vita di uno dei maggiori interpreti del Novecento. Per raccontarne l’evoluzione nel corso dei decenni, passando attraverso le varie suggestioni del pre-cubismo, del cubismo, dell’età classica, del surrealismo. Non solo quadri, ma anche opere di arte grafica e sculture, per rendere ancora di più completa l’esplorazione dell’arte di Picasso, la sua capacità nel rappresentare, scomporre e reinterpretare la figura umana. Da segnalare la presenza nella mostra di quadri come Nudo seduto (da Le Demoiselles d’Avignon, 1907), Il Bacio (1925) dal sapore grottesco e primitivo con venature surrealiste, l’angosciante e dinamico La Femme qui pleure (1937), icona del cubismo che ritrae l’amante e musa Dora Maar disperata per la perdita di una persona cara durante il bombardamento di Guernica, ma anche un più solare Portrait de Marie-Thérèse, dedicato a un’altra amante nonché madre di Maya WidmaierPicasso, figlia del pittore. Per informazioni: Picasso. Figure (1895-1972) al Museo Amo – Arena Museo Opera di Verona http://www.arenamuseopera.com/ di Valentino Salvatore L’Arlecchino con Specchio di Picasso in mostra a Napoli Dal 17 giugno all’11 settembre 2016 a Palazzo Zevallos Stigliano, museo delle Gallerie d’Italia di Intesa San Paolo su via Toledo a Napoli, sarà possibile ammirare il celebre quadro di Pablo Picasso, L’Arlecchino con Specchio. Il quadro proviene dalla collezione del museo Thyssen-Bornemisza di Madrid. Questo di Picasso sarà il secondo “Ospite illustre” del museo di Palazzo Zevallos Stigliano dopo la fortunata esposizione del Ritratto d’uomo di Antonello da Messina di questo inverno. Arlecchino con specchio è una delle opere più popolari del pittore spagnolo. Il dipinto appartiene alla serie dei grandi “Arlecchini seduti” realizzata nel 1923, quando, dopo un viaggio in Italia del 1917, Picasso ritorna alla figura “e a un interesse per l’antico e la tradizione classica nel cosiddetto movimento del ritorno all’ordine”. Questa mostra presenta al pubblico un’opera di grande rilievo proveniente da collezioni prestigiose mentre contemporaneamente una o più opere delle collezioni del Palazzo Zevallos sono prestate all’istituzione da cui proviene l’ospite. Infatti il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio della collezione di Palazzo Zevallos andrà alla mostra “Caravaggio y los pintores del Norte” del Museo Thyssen- Bornemisza di Madrid dal 21 giugno al 18 settembre 2016. Dal 17 giugno all’11 settembre 2016 Palazzo Zevallos Stigliano in via Toledo 185 Napoli Prezzo biglietto: 5 euro ridotto 3 Contatti e informazioni: Numero verde 800 454229 http://www.gallerieditalia.com/it/napoli/ A Treviso la mostra: El Greco La Metamorfosi di un Genio Di Marzia Santella. L’Arte è immortale: non esiste l’oblio, non esiste fugace successo. Esiste, invece, una unanime considerazione che travalica i secoli, supera le monarchie ed i mecenati per giungere fino a noi, nel XXI secolo. La Casa dei Carraresi di Treviso diviene, così, il fulcro dell’attenzione, dal 24 ottobre al 10 aprile 2016, grazie all’eccezionale mostra dedicata a Doménikos Thotokópulos: “El Greco Metamorfosi di un genio”. L’evento, ha ricevuto importanti riconoscimenti istituzionali quali il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia e del comune di Treviso ed il prestigioso patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) in collaborazione con il Polo Museale Veneto. Treviso conclude, idealmente, le mostre che hanno celebrato il quarto centenario della morte dell’artista greco avvenute in Grecia e in Spagna e Stati Uniti. El Greco nacque nel 1541 a Candia, Creta, a quel tempo dominio veneto. Nella sua isola divenne maestro d’arte ma decise poi di partire. A 26 anni intraprese il viaggio verso Venezia, città in cui trovò lavoro, come assistente, nella bottega di Tiziano Vecellio. Le sue opere di quel periodo parlano dell’influsso di Vecellio che si unì al suo figurativismo realistico naturalista di matrice bizantina. L’artista permane nella città lagunare per una decina d’anni e studia le opere di Jacopo Bassano, viene influenzato dalle opere di Tintoretto e dei Maniersti Veneti. Qui seppe trasformarsi da iconografo ortodosso in un artista innovativo e rivoluzionario. In seguito si mosse verso Firenze e Roma, un periodo controverso per l’artista che non riuscì ad ottenere i desiderati riconoscimenti. Nel 1576 si trasferì in Spagna, dove ricevette l’appellativo di “El Greco” che lo accompagnerà per sempre. Qui lavorò per il re Filippo II ma non seppe soddisfarlo. Sfumato il sogno di diventare il pittore del re si stabilì a Toledo. Lì raggiunse la piena produttività artistica: realizzò la sua prima opera importante: l’altare maggiore di Santo Domingo cui seguì la “Cattura di Cristo” e “Espolio” dove sono evidenti la profonda ispirazione mistica; per l’Escorial dipinse: “Sogno di Filppo” e “Martirio di San Maurizio”. A Toledo dipinse , inoltre, numerosi ritratti ospitati in numerosi musei. Capolavori indiscussi, poi, sono il “Battesimo di Cristo” e la “Pentecoste”. Dopo aver vissuto una vita di successo lì morì nel 1614, El Greco, Maestro indiscusso del ‘500 non venne compreso nel suo periodo storico ma la critica moderna lo ha definito un “visionario illuminato”. L’esposizione a Treviso di 30 opere racconta il periodo veneto dell’artista, attraverso le tappe che hanno scandito il suo complesso iter artistico e spirituale tra Creta, l’Italia e la Spagna. Un’avventura irripetibile che indaga il processo creativo, il metodo di lavoro e la bottega di un artista controverso: un percorso di opere del grande artista e dei grandi maestri che hanno influenzato il suo lavoro: Tiziano, Tintoretto, Correggio, Jacopo Bassano vanta prestiti importanti. Obiettivo del curatore Lionello Puppi, emerito di Cà Foscari con alle spalle mezzo secolo di studi sull’artista, coadiuvato da un comitato scientifico internazionale, è scoprire, insieme ai visitatori, il percorso di un artista geniale che continua a stupire. Lionello Puppi ha definito l’artista dicendo: “Se la realtà dell’uomo si rende peggio che sfuggente, inafferrabile, anche ai contesti entro i quali le opere furono realizzate, sfumano in una nebbia disorientante”. El Greco, infatti, dopo la morte, avvenuta in povertà, venne dimenticato fino al XIX secolo quando il re Luigi Filippo D’Orleans decise di far allestire una Galleria Spagnola al Louvre esponendo alcuni dipinti di El Greco suscitando profondo interesse tra i critici e gli intellettuali. La fama dell’artista divenne planetaria solo nel XX secolo sopratutto per il riconoscimento della critica e degli artisti stessi dell’epoca tra i quali Pablo Picasso e Pollock. Le avanguardie del ‘900 si ispirarono alla modernità dei suoi manierismi nel disegnare le figure, alla stravaganza nel comporre immagini dai cromatismi inaspettati per la sua epoca. Lo stesso Pablo Picasso ebbe a dire: “Il Cubismo ha origini spagnole ed io sono il suo inventore. Dobbiamo cercare le influenze spagnole in Cézanne e osservare l’influenza di El Greco nella sua opera”. Nella mostra sarà presente anche una rarissima icona, recentissimamente attribuita a Doménikos Thotokopulos, firmata dall’artista, raffigurante San Demetrio, la più integra delle tre da lui realizzate. Tra i membri del Comitato Scientifico composto da: prof. Robin Cormack e Maria Paphiti, Serena Baccaglini ha commentato: “La genialità del Greco sta nell’essere riuscito a fondere due culture contrapposte: quella greco ortodossa e quella rinascimentale cattolica romana. Sorprendente è la sua capacità di non negare nessuno dei due linguaggi e riuscire a fonderli insieme in uno stilema originale e unico. E questo fa di El Greco un artista, eminentemente sconvolse Manet, Cézanne e Picasso”. visionario, che Non si tratta di una mostra, ma di un viaggio emozionale verso la conoscenza di un artista che prepotentemente rapirà l’ attenzione dei visitatori. El Greco ha raggiunto, attraverso i secoli, il sogno, forse, di ogni artista: l’immortalità. Cento capolavori dello Städel Museum di Francoforte in scena a Roma di Cinzia Colella “Il fascino dell’Istituto Städel consiste in un’immensa energia concentrata in uno spazio ristretto. Vi è quasi tutto ciò che ha avuto origine dai grandi moti dell’animo dei popoli europei e tutto in opere di prim’ordine”. E’ il 1905 quando il direttore della Hamburger Kunsthalle Alfred Lichtwark fa visita al museo e rimane impressionato dalla bellezza delle opere esposte. Dal 1 aprile fino al 17 luglio il Palazzo delle Esposizioni di Roma accoglie “100 capolavori dallo Städel Museum di Francoforte. Impressionismo, Espressionismo, Avanguardia”: una ricca selezione del celebre museo di Francoforte – una delle istituzioni culturali più antiche e ricche della Germania – fondato nel 1815 dal mercante e banchiere Johann Friederich Städel e che oggi custodisce più di centomila opere d’arte che documentano l’intero svolgimento dell’arte europea dal Rinascimento ai giorni nostri. In linea con la vocazione prettamente modernista e contemporanea del Palazzo delle Esposizioni, il percorso storico-artistico messo in scena dal curatore Felix Kramer offre una panoramica che spazia dai Nazareni ai Romantici, dal Realismo all’Impressionismo, dal Simbolismo alle Avanguardie, seguendo una chiave critica che “intende portare il grande pubblico a familiarizzare con una prospettiva geograficoculturale dell’arte europea più ampia, variegata e sorprendente di quella cui ci ha abituato una visione univocamente franco-centrica della storia dell’arte europea tra fine XIX e inizio XX secolo”, dichiara il Presidente di Azienda Speciale Palaexpo, Emmanuele Francesco Maria Emanuele. Articolata in sette scansioni stilistico–cronologiche distribuite nelle sette gallerie del palazzo espositivo le stanze raccolgono i cento capolavori dei maggiori esponenti della pittura tra XIX e il XX secolo, di casa nella monumentale sede sulla sponda opposta del Meno. L’apertura del percorso è affidata al celebre ritratto di Goethe nella campagna romana, realizzato nel 1787 da Johann Henrich Wilhelm Tischbein e divenuto presto un’icona – tanto da essere ripreso da Andy Warhol in una serigrafia del 1982 -, simbolo della stagione del Grand Tour che sintetizza tutti gli elementi comuni al Neoclassicismo e al Romanticismo. Attorno a Tischbein si snoda la sezione dedicata al classicismo europeo di primo Ottocento e a quei pittori, tra cui Pforr, Blechen e Koch, che trovarono in Italia fonte di ispirazione per le loro opere. Si passa quindi alla pittura realista francese della metà del XIX secolo, che vede esposti i paesaggi di Corot e Coubert, i ritratti luminosi di Renoir e la Parigi ricca delle pennellate corpose di Degas, e le suggestioni impressioniste di Monet, di Renoir e di Sisley. Proseguendo si incontrano quei pittori che dall’impressionismo prendono le mosse, ma che da quella pittura risultano ormai lontani: van Gogh, i Nabis e i simbolisti che aprono il varco alle atmosfere oniriche, a volte stranianti di Bocklin, Moreau, Munch e Redon. Si arriva all’Espressionismo tedesco, fiore all’occhiello della collezione dello Städel, che vanta capolavori del gruppo Die Brücke, nato a Dresda nel 1905. A Max Beckmann e alla sua potente pittura è dedicata un’intera sezione; la sua produzione, difficilmente riconducibile ad una o un’altra corrente artistica, fu fortemente influenzata dagli eventi storici che segnarono la sua esperienza e racconta una Germania inedita, attraverso il filtro di una forte sensibilità. Concludono la mostra i grandi pittori che inaugurano le avanguardie del Novecento: Max Ernst, Paul Klee e Pablo Picasso: un inno alla modernità, che conclude il percorso storico artistico della mostra e suggella la grande testimonianza che lo Stadel Museum dà all’Arte attraverso la sua ricca e multiforme collezione. “E’ stata una collaborazione veramente straordinaria” ha dichiarato Felix Kraemer. “Le opere del museo non vengono solitamente prestate all’estero ma l’amore e la devozione per l’arte contemporanea ci ha spinto a cogliere questa occasione offerta dall’Italia – ha precisato Max Hollein, direttore dello Städel – Abbiamo ritenuto questa del Palazzo delle Esposizione una grande opportunità. Poter vedere la nostra collezione in un altro luogo è per noi una grande e significativa occasione”. Per informazioni: “100 capolavori dallo Städel Museum di Francoforte Impressionismo, Espressionismo, Avanguardia” Palazzo delle Esposizioni – Via Nazionale 1 aprile – 17 luglio 2011 Martedì, mercoledì, giovedì: 10.00 – 20.00 Venerdì, sabato: 10.00 – 22.30 Domenica: 10.00 – 20.00. Lunedì: chiuso (tranne il 25 aprile quando il Palazzo sarà aperto dalle ore 10 alle ore 20). www.palazzoesposizioni.it