Mortificazione per amore

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Mortificazione per amore
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Mortificazione per amore
24.2.2016
Che cosa significa mortificazione? La mortificazione è un mezzo cristiano che ci
avvicina a Gesù Cristo, il quale, per amore degli uomini, patì e morì sulla Croce.
Essa consiste nel fare, per amore a Dio, atti che comportano piccole rinunce
–interiori o esterne- per mettere da parte ciò che ci allontana da Lui e unirci alla
sua Passione. È quindi un modo di partecipare alla redenzione del Signore per la
salvezza di tutti.
La Chiesa Cattolica ha sempre sostenuto che il sacrificio deve essere presente
nella vita del cristiano come fu nella vita di Cristo, come manifestazione di amore
a Dio e agli altri.
Proponiamo alcuni punti di San Josemaría per parlare con Dio della
mortificazione.
Non c'è amore senza rinuncia
Non dimenticare che il Dolore è la pietra di paragone dell'Amore.
Cammino, 439
Il Signore non si è limitato a dirci che ci ama: ce lo ha dimostrato con le opere,
con tutta la sua vita. — E tu?
Forgia, 62
Questa è la verità del cristiano: donazione e amore — amore di Dio e, per Lui, del
prossimo —, fondati sul sacrificio.
Forgia, 528
L'amore che dà gusto, che rende felice l'anima, si fonda sul dolore: non c'è amore
senza rinunzia.
Forgia, 760
La via dell'Amore si chiama Sacrificio.
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Forgia, 768
Nella forgia di dolore che accompagna la vita di tutte le persone che amano, il
Signore ci insegna che chi cammina senza paura — anche se costa — sulle orme
del Maestro, trova la gioia.
Forgia,816
Questa croce è la tua croce: quella di ogni giorno
Motivi per la penitenza? Espiazione, riparazione, supplica, ringraziamento: mezzi
per andare avanti...: per te, per me, per gli altri, per la tua famiglia, per il tuo
paese, per la Chiesa... E mille altri motivi.
Cammino, 232
Fate tutto per Amore. —Così non ci sono cose piccole: tutto è grande. —La
perseveranza nelle piccole cose, per Amore, è eroismo.
Cammino, 813
Che motivo hai di guardare, se il “tuo mondo” lo porti dentro di te?
Cammino, 184
Se non ti mortifichi non sarai mai anima d'orazione.
Cammino, 439
Quella parola ben trovata, la battuta che non uscì dalla tua bocca; il sorriso
amabile per colui che ti annoia; quel silenzio davanti a un'accusa ingiusta; la
benevola conversazione con i seccatori e gli importuni; quel non dare importanza,
quotidianamente, ai mille particolari fastidiosi e impertinenti delle persone che
vivono con te... Tutto questo, con perseveranza, è davvero solida mortificazione
interiore.
Cammino, 173
Quando vedi una povera Croce di legno, sola, senza importanza e senza valore...
e senza Crocifisso, non dimenticare che quella Croce è la tua Croce: quella d'ogni
giorno, quella nascosta, senza splendore e senza consolazione..., che sta
aspettando il Crocifisso che le manca: e quel Crocifisso devi essere tu.
Cammino, 178
Nelle cose piccole
Cerca mortificazioni che non mortifichino gli altri.
Cammino, 179
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Se sono stati testimoni delle tue debolezze e delle tue miserie, che importa che lo
siano della tua penitenza?
Cammino, 197
Quanti di coloro che si lascerebbero inchiodare a una croce davanti allo sguardo
attonito di migliaia di spettatori non sanno soffrire cristianamente le
punzecchiature di ogni giorno! Pensa, allora, che cosa è più eroico.
Cammino, 204
Gesù arrivò alla Croce dopo essersi preparato per trentatré anni, tutta la sua Vita!
— Se davvero i suoi discepoli vogliono imitarlo, devono trasformare la propria
esistenza in corredenzione di Amore, con l’abnegazione di sé, attiva e passiva.
Solco, 255
La mortificazione è il ponte levatoio, che ci agevola l’entrata nel castello
dell’orazione.
Solco, 467
Se la parola amore esce molte volte dalla bocca, senza essere sostenuta da
piccoli sacrifici, finisce per stancare.
Solco, 979
Lo spirito di mortificazione, più che una manifestazione d’Amore, scaturisce come
una delle sue conseguenze. Se cedi in queste piccole prove, riconoscilo, viene
meno il tuo amore per l’Amore.
Solco, 981
Non hai contrariato, qualche volta, in qualcosa, i tuoi gusti, i tuoi capricci? — Bada
che Chi te lo chiede è inchiodato su una Croce — a soffrire in tutti i suoi sensi e le
sue facoltà —, e una corona di spine copre il suo capo... per te.
Solco, 989
Curare le piccole cose comporta una mortificazione costante, cammino per
rendere più gradevole la vita agli altri.
Solco, 991
La vocazione cristiana è vocazione di sacrificio, di penitenza, di espiazione.
Dobbiamo riparare per i nostri peccati — Dio sa quante volte abbiamo distolto lo
sguardo da Lui per non vederlo! — e per tutti i peccati degli uomini. Dobbiamo
ricalcare da presso le orme di Cristo: Portiamo sempre e dovunque nel nostro
corpo la morte di Gesù, l'abnegazione di Cristo, il suo annientamento sulla Croce,
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perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Il nostro è un cammino
di immolazione che conduce a trovare, nella rinuncia, il gaudium cum pace, la
gioia e la pace.
È Gesù che passa, 9
La mortificazione è il sale della nostra vita. E la migliore mortificazione è quella
che — in piccole cose, lungo tutta la giornata — combatte contro la
concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita.
Si tratta di mortificazioni che non mortificano gli altri, che ci rendono più garbati,
più comprensivi, più aperti con tutti. È evidente che non puoi considerarti
mortificato se sei suscettibile, se soddisfi solo il tuo egoismo, se sopraffai gli altri,
se non sai privarti del superfluo e, a volte, del necessario; se ti rattristi quando le
cose non si realizzano secondo le tue previsioni. Sei invece mortificato se sai farti
tutto a tutti, per guadagnare tutti.
È Gesù che passa, 9
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