Via le rughe senza bisturi Una pianta “benedetta”: il cardo mariano

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Via le rughe senza bisturi Una pianta “benedetta”: il cardo mariano
24
ottobre2002
DERMATOLOGIA
Via le rughe senza bisturi
Scopriamone le cause e conosciamo le più recenti terapie anti-età
Recenti studi hanno evidenziato
come la medicina estetica sia
sempre più diffusa ed esercitata
in Italia. La cura del corpo ha acquistato grande importanza e
sono ormai di dominio pubblico
termini come peeling, antiaging,
filler, etc. L’acquisto ed il consumo di creme o lozioni antirughe,
così come il ricorso a trattamenti
estetici, sono molto aumentati sia
nelle donne che negli uomini. La
cute è infatti l’organo di confine
con il mondo esterno e rappresenta uno dei principali mezzi di
comunicazione non verbale. Da
q u i l ’ i mpor tanza di cur ar e
l’aspetto della pelle, soprattutto
del volto e delle mani, in modo da
trasmettere un messaggio di benessere e bellezza.
In questa puntata e in quella successiva affronteremo il tema delle
rughe e dell’invecchiamento cutaneo, cercando di scoprirne le
cause e di illustrare le più recenti
terapie antietà.
Con il termine ruga si descrive
tutto ciò che differisce dalla cute
liscia che caratterizza il corpo del
bambino. Si formano con il trascorrere del tempo a livello del
volto, collo, mani e sono considerate - a torto o a ragione - il principale segno di passaggio dall’età
giovane a quella senile. Ciò spinge molte persone a cercare rimedi per attenuare od eliminare questi segni di invecchiamento. Forse non tutti sanno però che le rughe si formano per varie cause ed
in
par ticolar e
per
l’invecchiamento cutaneo cronologico nel suo complesso, per la
degenerazione delle fibre elastiche e collagene provocate principalmente dall’esposizione solare, per i movimenti muscolari ripetuti (rughe d’espressione) e
per la forza di gravità. Queste cause incidono in modo diverso sulla
f o r m a z i one
dei
segni
dell’invecchiamento, a seconda
del tipo di ruga presente.
Si parla, ad esempio, di tramatura
o tessitura cutanea, indicando
con tale termine le linee di depressione presenti sulla superficie cutanea e che intersecandosi
fra loro circoscrivono aree di forma romboidale. Nel bambino la
tramatura cutanea è così poco incisa da essere difficilmente osservabile, mentre nell’età senile la
tessitura si modifica radicalmente: le linee sono infatti meno frequenti ma più profondamente incise rispetto alla superficie cutanea. La tramatura è allora ben visibile a occhio nudo e contribuisce in grande misura a determinare l’aspetto di cute senescente. Esistono poi le cosiddette
rughe di espressione che si formano soprattutto intorno alla oc-
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chi (volgarmente dette “zampe di
gallina”), alla bocca e alla fronte,
in seguito ai ripetuti movimenti
della muscolatura. Già sui 30 anni
le linee di espressione sono ben
disegnate, esse non aumentano
di numero nel corso del tempo,
ma si approfondiscono sempre
più, divenendo così maggiormente visibili. Le linee di espressione
del volto sono considerate un segno fedele per attribuire l’età ad
una persona. Tuttavia possono
essere influenzate anche da fattori indipendenti dall’età quali malattie intercorse, sofferenze psichiche e fisiche, ambiente di lavoro e soprattutto, dall’esposizione
solare.
Ci sono poi le rughe da lassità
muscolocutanea e da modificazioni ossee. Tali rughe possono comparire nell’anziano a seguito dei fisiologici processi di in-
vecchiamento dell’organismo e
sono dovute alla riduzione della
componente elastica e collagene
del derma, che non è più in grado
di controbilanciare la forza di gravità. Con l’età si riduce inoltre il
turgore del grasso cutaneo; la
massa muscolare diminuisce e talora, per riassorbimento osseo, si
ritrae il supporto scheletrico. La
cute del volto può allora cadere
secondo la forza di gravità dando
pieghe ben evidenti, in particolare a livello mandibolare e peribuccale.
Ci sono infine le cosiddette rughe
da posizione del dormire. Queste
linee da posizione si sviluppano
tardivamente, quando gran parte
delle fibre elastiche sono state
danneggiate dai raggi solari o si
sono alterate nel processo di senescenza cutanea. La causa è
l’appoggio, durante il sonno, della
testa sul cuscino e sono più evidenti alla fronte e alle guance
dove determinano disegni a rettangolo o a rombo di varia dimensione. Nei soggetti giovani le linee da posizione del dormire
sono presenti solo al risveglio e
scompaiono per distensione cutanea in poco tempo. Nei soggetti
anziani sono invece sempre presenti senza apparente modificazione dal risveglio alla sera. Queste rughe possono anche non formarsi se durante il sonno si limita
l’appoggio alla zona nucale. Per
prevenirle vengono infatti commercializzati appositi cuscini che,
trattenendo la testa, impediscono
gli appoggi che le generano.
Il
trattame nto
dell’invecchiamento cutaneo rappresenta un problema non facile
da affrontare, sia per la cosmetologia che per la moderna dermo-
cosmetologia medica e chirurgica. Non esiste, infatti, “la bacchetta magica” in grado di bloccare i
proce ssi
biologici
dell’invecchiamento cutaneo e di
far scomparire tutte le rughe, con
un tocco. Dopo questa doverosa
premessa bisogna però dire che
attualmente è possibile trattare in
modo efficace gran parte dei segni dell’invecchiamento.
Le terapie finora utilizzate per eliminare le rughe variano dalle creme ad azione idratante a quelle
contenenti retinolo e alfa-idrossiacidi, dai peeling chimici superficiali (acido glicolico) a quelli
profondi (acido tricloroacetico,
fenolo, etc), dalle iniezioni di collagene e tossina botulinica ai filler, dalla dermoabrasione ai trattamenti con laser chirurgici (laser resurfacing con laser CO2 ed
Er:Yag) fino alla chirurgia plasti-
OMEOPATIAOMOTOSSICOLOGIA
Una pianta “benedetta”:
il cardo mariano
Molto antica è stata rivalutata per alcune sue proprietà estremamente interessanti
Il cardo mariano è una pianta
erbacea con foglie lucenti, venate di bianco e capolini fiorali
rosso porpora. È una pianta
medicinale molto antica, che è
stata rivalutata recentemente
per alcune sue proprietà terapeutiche estremamente interessanti.
Essa contiene una grande
quantità di bioflavonoidi: queste sono sostanze molto utili
per il nostro organismo, in
quanto
hanno
proprietà
antiossidanti e quindi migliorano la respirazione cellulare.
Ma, in realtà, il cardo mariano
è molto conosciuto in ambito
terapeutico per le sue attività
vantaggiose per il fegato. La
sostanza attiva principale è la
silimarina: quest’ultima è risultata avere un effetto protettivo
nei confronti di sostanze tossiche chimiche, compreso l’alcol.
Il fegato è il nostro principale
organo-filtro e, attualmente, è
sottoposto ad uno sforzo continuo di depurazione in quanto
noi ingeriamo purtroppo una
grande quantità di sostanze
tossiche; inoltre, esso è
l’organo che per primo viene
coinvolto nel metabolismo
dell’alcool. Gli estratti di cardo
mariano vengono quindi utilizzati con discreto successo nella
prevenzione e cura delle epatopatie alcoliche, ma può risultare molto utile nei danni epatici da farmaci e da altre sostanze tossiche.
Poiché molte delle nostre potenzialità antivirali risiedono
nel fegato, questa pianta si è rivelata molto utile anche nella
terapia delle epatiti virali acute
e croniche, con effetto di regolarizzazione dei valori delle
transaminasi e di altri indici
epatici; d’altra parte un fegato
mantenuto in buone condizioni ci consente di difenderci meglio anche dall’aggressione di
altri virus, compresi quelli influenzali. Il trattamento endovenoso con un derivato solubile della silibinina (altro componente del cardo) è molto importante nei casi di avvelenamento dal fungo Amanita
phalloides: l’azione epatopro-
tettiva è stata studiata a lungo
negli animali da esperimento,
nei quali è stato possibile diminuire in modo significativo i
tassi di mortalità.
Il cardo ha un’azione tonica e
rigenerante epatica, e protegge le cellule nei frequentissimi
casi di steatosi epatica (o fegato grasso), riuscendo ad avere
quindi dei risultati importanti
anche in alcuni casi di ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia. Esistono anche altre indicazioni, forse meno conosciute
ma
altrettanto
importanti, come per esempio
la sua attività regolarizzante gli
ormoni femminili, può stimolare il latte materno nelle puerpere, ha attività febbrifuga, stimola l’appetito ed ha proprietà
aperitive. Viene addirittura
utilizzato in cucina in insalate e
come verdura cotta (il suo sapore è simile agli spinaci).
In terapia si può utilizzare sia
come fitopreparato (estratto
secco ecc.) sia come prodotto
omeopatico. Esistono anche
delle precauzioni da consi-
derare riguardo al fitopreparato: può avere un blando
effetto lassativo dovuto alla stimolazione della colecisti, che
dura solo pochi giorni per poi
scomparire; l’unica vera raccomandazione è la cautela nei
soggetti con ipertensione arteriosa, in quanto il cardo contiene tiramina che può leggermente aumentarla.
In sintesi, mi sembra di poter
dire che questa pianta è veramente una benedizione per il
genere umano, poiché ha delle
azioni terapeutiche che si rivelano molto interessanti ed utili
nei nostri tempi, dove tossine e
stress fanno la parte del leone;
averla a disposizione ci consente di difenderci meglio per condurre un buon tenore di vita.
dott. Danilo Vaccai
medico-chirurgo
omeopata-omotossicologo
specialista in reumatologia
Gli interessati a maggiori informazioni
possono rivolgersi
alla nostra redazione
il lunedì e il martedì
tel. 055340811, fax 055340814
e-mail [email protected]
ca.
Con queste terapie si possono ottenere risultati variabili, in gran
parte legati al grado di invasività
della metodica. Ad esempio con i
trattamenti più leggeri e superficiali (creme, lozioni, peeling con
acido glicolico) si hanno effetti
clinici minimi e parziali (miglioramento della tramatura cutanea).
Allo stesso modo l’utilizzo di prodotti in grado di “riempire” le rughe (collagene, filler) o di “paralizzare” la muscolatura cutanea
(tossina botulinica) garantiscono
risultati estetici buoni ma temporanei; vanno perciò ripetuti con
frequenza variabile, esponendo a
possibili rischi locali e generali.
Non c’è dubbio che i risultati estetici migliori e più duraturi si possono ottenere solo con le metodiche più invasive. Tali tecniche
(peeling profondi, dermoabrasione, laser resurfacing chirurgico,
chirurgia plastica) a fronte di una
dimostrata efficacia, espongono
però ad alti rischi operatori (spesso è necessaria l’anestesia locale
o generale) e post operatori (frequente incidenza di cicatrici, ipopigmentazioni, macchie), impedendo alle persone di condurre
per lungo tempo una normale vita
di relazione. Molte persone vorrebbero attenuare le rughe e contrastare l’invecchiamento cutaneo, senza però esporsi ai rischi e
alla difficile gestione post operatoria che le metodiche più invasive richiedono.
Questo obiettivo, un tempo considerato impossibile da raggiungere, si può ora ottenere grazie allo
sviluppo di una nuova metodica:
quella del ringiovanimento cutaneo con Laser Non Ablativo. Questa innovativa tecnologia consente di stimolare la neoformazione
del collagene dermico, vera “impalcatura” naturale della pelle,
senza ferire (appunto non ablativo) la cute sana. La pelle così
“riattivata” diventa progressivamente più liscia, riacquistando
tono e luminosità, mentre le rughe più sottili si attenuano; il tutto
senza effetti collaterali e periodi
di ricovero.
Nella prossima puntata affronteremo il tema del ringiovanimento
cutaneo con Laser Non Ablativo,
illustrando le potenzialità e le applicazioni cliniche di questo rivoluzionario trattamento anti-età.
dott. Maurizio Bellini
specialista in dermatologia
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