Il "Punto Nave" - Lega Navale Italiana
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Il "Punto Nave" - Lega Navale Italiana
il punto nave del Presidente Nazionale LEGA NAVALE Il diporto sostenibile ovvero: conserviamo il piacere di andare per mare! Amm. Angelo Mariani I lettori di Lega Navale avranno certamente notato che negli ultimi tempi, in tutte le sedi ove si parla di nautica, il termine diporto viene sempre più spesso accompagnato da una precisazione: sostenibile. Per noi della Lega Navale, che nella nostra tradizione culturale non abbiamo mai disgiunto il concetto di diporto nautico da un profondo e sentito rispetto per l’ambiente marino, la precisazione può sembrare pleonastica, ma non è così. E’ infatti il segno di una nuova sensibilità ambientalista, sempre più diffusa nell’opinione pubblica, che sta crescendo di pari passo con la consapevolezza che il mare – pur nella sua infinita grandezza e potenza – è vulnerabile e non può più sopportare senza danno l’offesa sempre crescente che gli portiamo per liberarci di ciò che non vogliamo più con noi sulla terra. E questo non può che far piacere a tutti coloro che – come noi – amano il mare e l’andar per mare. Ma per noi della Lega Navale, vi è un motivo di soddisfazione in più. Infatti, sulla nozione di diporto sostenibile, riteniamo di poter vantare una primogenitura, sia sul piano terminologico che su quello operativo, dal momento che già oltre due anni fa usammo questa nozione per identificare un nostro organo tecnico, la Commissione per il diporto sostenibile: il diporto – dicemmo allora – “dei veri appassionati e dei buoni marinai”. E per questo, oltre che per la nostra esperienza più che centenaria nel diporto nautico, riteniamo di aver il diritto/dovere di elaborare un poco più a fondo questa nozione. Quale diporto è dunque per noi “sostenibile”? Quando parliamo di diporto sostenibile nella Lega Navale, pensiamo ad un diporto evoluto, altamente responsabile e maturo, nel quale rispetto, tutela e conservazione del patrimonio marino si esprimono in forma completa su tutti i fronti. Innanzitutto, il fronte della tutela ambientale. Il diporto sostenibile punta ad elevare qualità e consapevolezza della fruizione dell’ambiente marino e si pone il vincolo di amare e conservare il suo contesto di bellezza e purezza, come grande patrimonio di tutti e risorsa comune per il futuro. Il diporto sostenibile non inquina e non danneggia. Conosce e comprende le norme ed i metodi per evitare di farlo, si documenta e li applica con cura. Auspica che tutte le barche vengano costruite come barche ecologiche ed intanto si adopera per render tale la propria barca, per quanto si può agosto-settembre 2004 attraverso la manutenzione e le abitudini di comportamento di tutti quelli che si trovano a bordo. Vi è inoltre il fronte della sicurezza in mare. Il diporto sostenibile conosce il mare e lo rispetta; è previdente, e prudente nella giusta misura; non si lascia cogliere di sorpresa; non mette mai a rischio l’imbarcazione e le persone che sono a bordo. Il diporto sostenibile sa ben navigare anche con mare sfavorevole, ma non è mai avventuroso; rifugge dall’azzardo e dalla sicumera, dall’incoscienza e dal rischio. Conosce e rispetta le norme sulle dotazioni di sicurezza e ne cura scrupolosamente la completezza e l’efficienza. Segue poi il fronte dell’arte marinaresca e della buona marineria. Il diportista sostenibile ama l’arte del navigare, del ben manovrare, dell’ormeggiare efficacemente; usa gli strumenti più moderni in quanto fattore aggiuntivo e di conferma dei sempre indispensabili sistemi tradizionali; conosce il gusto di una stima accurata, la soddisfazione di tre rilevamenti che si intersecano con precisione, il piacere di un crepuscolo in altura occupato dall’osservazione e dal calcolo delle rette d’altezza. Ultimo, ma non certo per importanza, il fronte di una sensibilità marinara interpretata come rispetto non solo per il mare, ma anche per sé e per gli altri. Il diporto sostenibile non disturba mai nessuno, non è rumoroso, non eccede in velocità, non è arrogante, non crea onde che possano infastidire altre imbarcazioni o bagnanti. Il diporto sostenibile conosce ed ama la tradizione marinara, usa il suo linguaggio e rispetta la sua etichetta. Il diporto sostenibile non è mai trasandato, o peggio, perché sa che tradizione, linguaggio ed etichetta non sono altro che una espressione esteriore di autocontrollo, autodisciplina e rispetto: le doti di fondo di chi è diportista non perché va in barca, ma perché è “marinaio dentro”. Nel diporto sostenibile della Lega Navale, quindi, c’è molto di più del solo ambientalismo; c’è cultura del mare, amore per il mare e rispetto. Solo così il diporto resterà espressione di una migliore qualità della vita e di sintonia con la natura, e potrà trovare crescente diffusione e consenso. Solo così i diportisti potranno continuare a conservare e trasmettere alle generazioni future il grande piacere dell’andar per mare. 1