Animali: test scientifici, Bruxelles salva le scimmie
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Animali: test scientifici, Bruxelles salva le scimmie
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi Anno IV – n.202 giovedì 6 novembre 2008 Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma • Direttore responsabile: Enrico Fontana • Editore: undicidue srl, via del Portofluviale, 9/b - Roma • Stampa: Rotopress, via E. Ortolani, 33 - Roma Registrazione Tribunale di Roma n. 34 del 7/2/2005 • Redazione: via del Portofluviale, 9/b - 00154 Roma - tel. 0645470700 - fax 0642013131 - [email protected] • Stampato su carta ecologica • La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250 Obama, un’altra America Il candidato democratico deve la sua vittoria soprattutto alla conquista degli Stati-chiave e di alcuni del Sud Ora non dimentichi l’ambiente Lorenzo Senni [email protected] © KRISTIN CALLAHAN/ACEPIXS/INFOPHOTO Il cambiamento ci sarà. Il programma di Barack è realmente innovativo, grazie al suo impegno per la lotta ai cambiamenti climatici, la riforma della sanità e la redistribuzione delle risorse. è la rivincita dei keynesiani Alessio Postiglione a pagina 2 L’arma anti-ecomafie Presentato un emendamento affinché per i delitti contro l’ambiente siano ancora possibili le intercettazioni Serena Di Natali [email protected] Napoli, l’ambiente è una priorità 2 L’Italia militarizzata del Cav 3 L e inchieste su reati gravissimi come il traffico illecito dei rifiuti e l’incendio boschivo rischiano di subire un grave colpo con l’approvazione del Lodo Alfano. Il disegno di legge in discussione alla Camera, infatti, esclude questi due reati dalla lista per i quali è concesso l’uso delle intercettazioni e rischia di vanificare il lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine contro due delitti che ogni anno danneggiano in modo grave vaste aree del Paese mettendo a rischio l’incolumità e la salute delle persone. Per evitare che questo accada ieri in una conferenza stampa organizzata da Legambiente a Roma, è stato illustrato un emendamento bipartisan al Ddl Alfano che porta le firme di Ermete Realacci, ministro dell’Ambiente del governo ombra del Pd e di Fabio Granata, capogruppo Pdl in commissione Cultura della Camera. L’emendamento prevede che, a differenza di quanto accadrebbe con l’approvazione del Lodo Afano così com’è, questi due delitti non siano tra quelli per i quali è escluso l’uso delle intercettazioni. “Il ri- Dal 2002 sono state condotte 109 inchieste per 679 arresti e 2.277 persone denunciate tra imprenditori, autotrasportatori funzionari pubblici e tecnici corrotti, intermediari nella gestione dei rifiuti schio che si corre è quello di tagliare uno straordinario e formidabile strumento di indagine – ha spiegato il responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente Enrico Fontana – che ha permesso di individuare i responsabili di veri e propri disastri ambientali e fare luce sui metodi di smal- timento illecito, le collusioni nella pubblica amministrazione e le connessioni con i clan”. Realacci ha sottolineato poi una certa incoerenza sulle recenti proposte fatte in materia di rifiuti: “Da un lato si propone addirittura di rendere reato l’abbandono, in Campania, di rifiuti ingombranti, dall’altro poi si manda un segnale contrastante con questa norma”. A fianco del ministro ombra anche il deputato Pdl Granata: “Sarebbe un bel segnale un voto all’unanimità – ha aggiunto quest’ultimo –. Senza le intercettazioni non si sarebbe venuti a capo di tutta una serie di scoperte importanti, e questo lo dicono i fatti. E questo ce lo dice anche la Direzione Nazionale Antimafia – ha sottolineato Granata riferendosi all’appoggio all’emendamento dichiarato dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, assente dalla conferenza per un grave lutto familiare – e non perchè l’Antimafia debba dettare la linea alla politica, ma perchè se non è l’Antimafia ad indicarci cosa fare nella lotta alle ecomafie, chi altro lo dovrebbe fare?”. “Sarebbe davvero grave – hanno concluso i due parlamentari – se ora, invece di inserire tutti i delitti contro l’ambiente nel Codice Penale, come richiesto anche dall’Unione Europea, governo e parlamento decidessero di azzerare di fatto l’efficacia delle sanzioni e degli strumenti di lotta contro gli eco-criminali. Siamo convinti che esiste un vasto schieramento pronto a sostenere l’emendamento”. Animali: test scientifici, Bruxelles salva le scimmie Più limiti per i test sugli animali negli esperimenti scientifici, da usare solo nel caso di totale assenza di alternative e migliorando le procedure per ridurre i danni. Ma anche divieto di utilizzare scimmie antropomorfe - scimpanzé, bonobo, gorilla e orango - nelle procedure scientifiche. Unica eccezione prevista all’uso di questi primati “quando sia in gioco la sopravvivenza stessa della specie e di fronte a una malattia imprevista potenzialmente mortale o invalidante per gli esseri umani”. Sono le indicazioni contenute nella proposta presentata ieri dalla Commissione europea per rafforzare la tutela degli animali usati in laboratorio. La proposta, inoltre, punta anche “a garantire all’industria parità di condizioni su tutto il territorio comunitario e a migliorare la qualità della ricerca condotta nell’Ue”, si legge in una nota di Bruxelles in cui si sottolinea che “ogni anno nell’Unione vengono utilizzati a fini sperimentali circa 12 milioni di animali”. “è di cruciale importanza - ha detto il commissario europeo per l’ambiente, Stavros Dimas - mettere fine agli esperimenti sugli animali. La ricerca scientifica deve fare il possibile per trovare metodi alternativi e, in assenza di tali metodi, la situazione degli animali ancora impiegati per esperimenti deve essere migliorata”. Con la proposta la Commissione vuole rafforzare la normativa comunitaria in vigore, in particolare richiedendo valutazioni etiche prima di autorizzare progetti in cui vengono impiegati animali e stabilendo requisiti minimi per le cure offerte. L’America democratica festeggia Barack Obama e si prepara – insieme a tutto il mondo – al “cambiamento” globale annunciato dal neo Presidente durante tutta la propria campagna elettorale. L’occasione è senza dubbio storica: è la prima volta, infatti, che un afroamericano diventa l’inquilino della Casa Bianca (giocandosi, tra l’altro, il ruolo di candidato democratico con una donna, Hillary Clinton, altro precedente storico), ridando linfa e speranza all’American dream. Obama, però, smaltita la sbornia da festeggiamento, si troverà davanti agli occhi una situazione veramente difficile, e dovrà essere, nonostante il grande appeal politico ma al contempo la scarsa esperienza, all’altezza delle enormi aspettative, non solo americane. La crisi dei mercati internazionali, le vicende irachene e afgane, solo per citare alcune tematiche calde, aspettano risposte. Che non devono e non possono tardare ad arrivare. Messi da parte i due nefasti mandati presidenziali di G.W. Bush, Obama deve trovare la forza ma soprattutto il coraggio di invertire la rotta, di fare da traino al processo globale che deve dare al mondo un nuovo ordine. Ci vorrà del tempo e tanta buona volontà ma Barack ha l’obbligo di fare il tentativo. Lo deve a tutti quelli – non solo negli Stati Uniti – che hanno creduto al “Yes, we can!” (“Si, possiamo!”) e che si sono fidati del cambiamento promesso dall’ex governatore dell’Illinois. Lo deve al mondo. E a proposito di mondo: ma la questione energetico-ambientale? E la lotta ai cambiamenti climatici? Obama, durante la campagna elettorale, ha dimostrato, perlomeno a parole, una grande sensibilità in chiave ambientalista, promettendo grande attenzione (da interpretare soprattutto come grandi investimenti e sforzi economici) all’environment. Sulla questione, l’economista John Dvorak, analizzando e cercando di anticipare su MarketWatch.com le mosse dei mercati finanziari ha le idee chiare: “L’ambiente è una delle priorità dell’agenda del nuovo Presidente. E l’intera industria collegata alle energie rinnovabili ne trarrà beneficio”. Sono, infatti, massicci i fondi che la nuova amministrazione dice di voler destinare alle rinnovabili, soprattutto per quanto riguarda l’energia proveniente dal vento e dal sole. Un dato importante, un segnale incoraggiante che speriamo non rimanga solo una promessa elettorale come spesso succede da questo lato dell’oceano. E che getti le basi affinché anche gli Stati Uniti aprano finalmente al Protocollo di Kyoto. 2 giovedì 6 novembre 2008 Gli Usa adesso cambieranno pelle? Il senatore dell’Illinois ha ribaltato l’idea del Democratico amato sulle due coste e odiato nell’America profonda dalla prima O bama vince e stravince; ed è il nuovo presidente degli Usa. Il senatore dell’Illinois stacca il rivale di più di 6 milioni di voti e lo batte 338 a 155 voti elettorali. E’ una vittoria a valanga, travolgente, ottenuta in quegli Stati chiave che si erano recentemente espressi a favore del Gop (Grand Old Party il partito di John McCain), come la Florida o che erano tradizionalmente vicini ai Repubblicani, come la Virginia, dove il partito dell’Asinello non vinceva addirittura dal 1964. Altri Stati chiave come Pennsylvania e Ohio vanno ad Obama. La forza del neopresidente è stata quella di lottare in tutti gli Stati, voto per voto. è partito da lontano; ha attraversato le durissime primarie Democratiche da inseguitore, mentre Hillary Clinton – la candidata dell’establishment – lo guardava dallo specchietto retrovisore. Che cosa significherà, adesso, questa vittoria per gli Stati Uniti? Il “NY Times” titola “Le barriere razziali cadono e gli elettori abbracciano la richiesta di cambiamento”. Il “Washington Post” e il “Wall Street Journal” parlano entrambi di “Elezioni storiche”. Ad Obama, infatti, è riuscita una (parziale) vittoria al Sud, rovesciando l’idea del Democratico amato sulle due coste ed odiato nell’America profonda. Le vittorie in Colorado e, soprattutto, in Florida e New Mexico dimostrano che ha TERRITORIO Ztl Roma. Bonelli: la giunta è inadempiente, esposto alla Commissione europea “L’inchiesta e le motivazioni della Corte dei Conti sulla mancata tariffazione delle soste a pagamento a Roma sono la conferma di quanto noi Verdi diciamo da mesi: la giunta Alemanno ha in poco tempo indebolito e abolito le zone a traffico limitato nel centro storico della Capitale sospendendo la sosta tariffata ed eliminando così un efficace strumento per contrastare l’inquinamento atmosferico”. Lo ha detto l’esponente dei Verdi Angelo Bonelli. “Questa giunta ritiene di non dover applicare le norme europee previste per contrastare l’inquinamento atmosferico e il traffico di una grande città come Roma. Norme per altro già introdotte dalla precedente giunta - ha continuato l’esponente del Sole che ride - ma completamente ostacolate da quella attuale. I costi sanitari e ambientali sono tutti scaricati sulle spalle dei cittadini”. “La situazione risulta quanto mai insostenibile: invierò presto un esposto alla Commissione Europea - ha concluso Bonelli - denunciando la totale inadempienza della giunta Alemanno sulle direttive comunitarie relative al contrasto dell’inquinamento atmosferico”. Lazio/Sanità: Mariani, se l’Asp ci serve stabilizziamo i ricercatori “Se l’Asp ci serve, dobbiamo stabilizzare il personale che ne caratterizza l’attività principale, vale a dire i ricercatori”. Così Peppe Mariani (Verdi), presidente della commissione Lavoro e politiche sociali del Consiglio regionale del Lazio. “Non c’è un ricercatore con contratto a tempo indeterminato”, ha proseguito Mariani dopo aver ascoltato Roberta Bernardeschi, segretario generale della Direr - Dirl, l’associazione sindacale dei dirigenti regionali e degli enti sub regionali che ha chiesto l’audizione. “Grande struttura, tanti dirigenti, ma coloro che danno linfa alla funzione stessa dell’Asp sono persone che stanno nell’incertezza anche da dieci anni”, ha aggiunto Mariani, il quale ha poi preso carta e penna e ha scritto subito una lettera indirizzata al presidente della Regione, Piero Marrazzo e (per conoscenza) all’assessore al Lavoro, Alessandra Tibaldi, per sollevare il problema nell’ambito della riorganizzazione della sanità laziale. “A questo punto abbiamo una megastruttura che è lievitata - ha proseguito il dirigente sindacale -, ma non dal punto di vista della ricerca, bensì dal punto di vista organizzativo e gestionale. Si è sviluppata una grossa cupola amministrativa sempre più piena di dirigenti”. iRose abbattuto le barriere razziali perché è stato votato dal Sud e dai latinos, tradizionalmente Repubblicani. Solo Clinton, recentemente, fece di più, strappando all’Elefantino Kentucky, sta? – ritiene che l’America non cambierà. è, Obama, solo una faccia nuova per un vecchio establishment? La forza del senatore dell’Illinois e del suo fundraising è la prova che La vittoria di Obama è la prova che l’American Dream può conquistare ancora. Una vittoria dell’emozione e della passione che non è retorica, perchè a queste elezioni hanno partecipato cittadini che non votavano più Georgia, Lousiana e Tennessee; ma Clinton era bianco e dell’Arkansas, giova ricordarlo. Mentre Obama porta a casa questa storica vittoria, c’è già chi – realista o pessimi- le lobby ne hanno disinnescato la carica progressista? Il programma di Obama ci dice di no. Il neopresidente non è un “socialista” ma molte sue proposte sono assolutamente progressi- ste. I tre punti principali del suo programma sono la redistribuzione della ricchezza, la riforma del sistema sanitario e la lotta al cambiamento climatico. In un Paese dove aumentare le tasse ai ricchi è percepito come una mortificazione della meritocrazia; riformare la sanità più costosa ed inefficiente dell’Occidente praticamente impossibile; parlare di Protocollo di Kyoto è paragonabile ad essere luddisti: il programma del neo presidente è assolutamente innovativo. Ma c’è di più. Dalla rivoluzione neoliberale di Reagan in poi, i Democratici hanno sempre inseguito i Conservatori su temi come le liberalizzazioni e la deregulation. Ma ora, dopo la crisi finanziaria, quando proprio i Repubblicani hanno deci- so di imboccare una strada interventista, ecco che la tradizione keynesiana dell’Asinello sembra essere l’antidoto migliore e più credibile. è la vittoria di un Obama neoprotezionista, allora? Fra i suoi piani, c’è l’idea di rivedere il Nafta, è vero. Ma l’attenzione prestata all’Europa è un chiaro segnale di apertura al dialogo, in opposizione all’unilateralismo di Bush. Infine, la vittoria di Obama è la prova che l’American Dream può conquistare ancora. Una vittoria dell’emozione e della passione che non è retorica, in quanto a queste elezioni hanno partecipato cittadini che non si recavano più alle urne. Un cambiamento vero, in sintesi. Che farà bene agli States e anche all’Europa. Non solo alle élite liberal. Napoli, l’ambiente è una priorità Approvata su proposta dei Verdi una direttiva per raggiungere l’obiettivo “20-20-20” Redazione [email protected] L a Giunta Comunale di Napoli, su proposta dell’assessore all’Ambiente Rino Nasti, concretizza con una delibera il piano d’azione per concorrere alla strategia internazionale definita “20-20-20”. Si tratta di una strategia chiamata così perché tesa a ridurre del 20% le emissioni di gas serra in atmosfera, mediante l’incremento dell’efficienza energetica del 20% e dell’aumento dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili del 20% entro il 2020. La prima concreta applicazione del piano sarà l’approvazione dei progetti e il relativo affidamento all’Arin (l’azienda per le risorse idriche di Napoli) della realizzazione dei primi 42 impianti fotovoltaici in altrettante scuole di tutte le Municipalità cittadine. La consapevolezza che il contrasto dei cambiamenti climatici richieda un’attenta organizzazione ed armonizzazione delle politiche pubbliche a livello locale ha indotto il Comune di Napoli, tra i primi in Italia, ad approvare una direttiva che parte dall’azione amministrativa propria nonché di tutto il settore delle aziende partecipate, per poi puntare coinvolgere, attraverso una concertazione ampi imprese, enti pubblici e privati e cittadini. Il buon avvio di un processo che prevenga e contrasti il deterioramento dell’ambiente metropolitano nel suo complesso, in primo luogo avviando, per quanto concerne il Comune di Napoli, un processo dal proprio interno, intervenendo sui comportamenti del personale, sull’efficienza energetica e sugli attuali modelli di acquisto e consumo dei beni e servizi. In particolare si cercherà di ridurre in maniera significativa gli impatti ambientali di prodotti e servizi acquistati dal Comune (e dalle sue aziende partecipate) attraverso la sistematica revisione delle procedure per l’acquisto dei beni e servizi attraverso l’introduzione di criteri che tengano conto degli impatti ambientali che questi possono generare nel corso del ciclo di vita. Inoltre si razionalizzeranno e ridurranno i consumi di energia e si tenterà di sensibilizzare i dipendenti perché diventino soggetti attivi nel raggiungimento di benefici ambientali nell’ambito della scelta degli acquisti di prodotti eservizi e del risparmio energetico; Il contenuto della Direttiva interviene sulla pianificazione urbana e sulla qualità della città, sui trasporti e sulla mobilità urbana, sulle scelte energetiche mediante un’ampia diversificazione che garantisca la sicurezza energeti- L’applicazione immediata del provvedimento sarà l’approvazione di alcuni progetti affidati all’Arin (l’azienda per le risorse idriche) per la realizzazione di 42 impianti fotovoltaici in altrettante scuole delle Municipalità cittadine ca di Napoli. Il Comune punta a raggiungere un elevato standard grazie ai programmi europei che premiano le migliori pratiche e la capacità di fare rete (il networking) ambientale. “Collegare in modo concreto gli interessi economici e quelli ambientali è lo strumento migliore, più efficace e comprensibile per coinvolgere tutti – dichiara l’assessore all’Ambiente del Comune di Napoli Rino Nasti – nell’obiettivo di tutelare, preservare e migliorare l’ambiente, promuovendo una economia dinamica, sviluppo dell’occupazione, maggiore coesione sociale e territoriale. La coesistenza tra la comunità di chi vive in città, di chi ci lavora (imprese, city users) e di chi compete (utilities, design creativi, poli produttivi e della ricerca, università) vanno poste sotto una governance chiara”. “L’eco-innovazione e le eco-tecnologie – conclude Nasti – potranno trovare a Napoli un importante mercato, al fine di ridurre il divario con altri paesi europei e dare finalmente un’immagine di città che punta ad essere più efficiente, competitiva e rispettosa della biodiversità intesa come la trama della vita”. giovedì 6 novembre 2008 Ambiente: tutti i consigli per una casa in salute 3 Il Cav militarizza l’Italia Il ricorso all’esercito sembra la panacea di tutti i mali. Ma la qualità della democrazia si assottiglia sempre di più Il pericolo viene dall’alto, ma anche dal basso, da destra e da sinistra: tanto soffitti quanto pavimenti e pareti delle case possono essere il “nido” di sostanze altamente inquinanti. Dal suolo può venire – se si trova nel terreno su cui è edificata la casa – il radon, gas presente nelle rocce, inodore e incolore, che danneggia i tessuti polmonari, mentre il tetto come i muri possono ospitare, tra gli isolanti e i collanti utili alla loro buona riuscita, sostanze sintetiche che invece non promettono nulla di buono per chi ne è circondato. Che però non per questo dev’essere deresponsabilizzato riguardo alla possibilità di fare qualcosa per la salute propria e dei suoi coinquilini: costruzione della casa e responsabilità del progettista a parte, sono infatti tanti gli accorgimenti – riguardanti sia le scelte di arredamento e utensili sia le abitudini comportamentali – che chi abita in case pericolose (per lo più nonostante la loro “messa a norma”, e anzi per una “messa a norma” che utilizza materiali sbagliati) può seguire per ridurre il più possibile il danno. Una di queste è per esempio evitare di mettere l’armadio dei vestiti in camera da letto: emissioni tossiche durevoli nel tempo sono infatti emanate dagli abiti lavati a secco e dai prodotti anti-tarme (una soluzione alternativa alla stanza-guardaroba è arieggiare bene i capi usciti dalla lavanderia e usare essenze naturali come lavanda o pepe nero per sconfiggere gli animaletti buca-maglioni). Nella stessa camera da letto una buona pratica sarebbe quella di usare, oltre a lenzuola fatte di fibre naturali non trattate, reti con doghe di legno, per assicurare al materasso una buona ventilazione e quindi una protezione dagli acari che si cibano dei frammenti di pelle persi naturalmente dall’uomo durante il sonno. In cucina, invece, il rischio di emissione di ossido e biossido di azoto (e del mortale monossido di carbonio) conseguente a una combustione incompleta è evitabile con l’acquisto di piani di cottura a gas che ne impediscono la fuoriuscita in caso di spegnimento totale o parziale della fiamma, mentre cappe aspiranti con scarico all’esterno, oltre a un buon arieggiamento del locale, dovrebbero permettere di evitare la proliferazione di muffe e microrganismi vari (prodotti anche da impianti di climatizzazione e condizionamento a cui non siano sostituiti i filtri con continuità) favorita dal depositarsi sulle pareti del vapore acqueo formatosi con la cottura dei cibi. Andrea Drudi [email protected] “P er il Corridoio 5 il Governo potrà ricorrere anche all’uso della forza. Lo Stato garantirà la possibilità di riprendere i lavori dei trafori alpini anche attraverso l’uso dei militari così come è stato a Napoli per i rifiuti”: è l’ennesimo spot (dannoso) del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, “sparato” questa volta durante il suo intervento all’inaugurazione dell’Eicma 2008, il Salone del ciclo alla Fiera di Rho. Con parole molto simili a quelle, poi ritrattate, che aveva usato per annunciare l’intervento della polizia contro le occupazioni di scuole e università, il Premier ha infatti sottolineato che “una minoranza non può pretendere di fermare un cantiere, perché questo non è espressione diretta di democrazia, va contro ai cittadini, ai viaggiatori e allo Stato”. Davanti a queste dichiarazioni viene da chiedersi se il Premier sia davvero a conoscenza del significato della parola “democrazia”. Una parola che trae le sue origini ai tempi dell’antica Grecia e che nell’arco di più di due millenni si è evoluta fino a giorni nostri. In una democrazia non si usa la forza per imporre una “volontà di pochi”. Gli esempi di uso della forza nella legislatura in corso non mancano: basti pensare ai militari piantati di guardia Monica Frassoni: “è molto triste che in Europa si parli del nostro Paese solo a causa delle posizioni stravaganti del governo Berlusconi che rifiuta la collaborazione sul pacchetto energia o pretende di usare l’esercito per gestire il territorio” davanti alle discariche della Campania o alla minaccia di imporre ai cittadini la realizzazione di centrali nucleari con l’impiego dell’esercito per difendere i cantieri ed impedire di manifestare dissenso rispetto alla realizzazione di una centrale che minerà per sempre il territorio. La questione della Val di Susa, dove si dovranno realizzare i trafori alpini del Corridoio 5, è un esempio di democrazia: sono state raccolte oltre 30.000 firme contro l’Alta Velocità e migliaia di cittadi- Festival di Roma, luci e ombre Si è conclusa la kermesse capitolina con l’assegnazione dei premi da parte della critica e del pubblico Gian Lorenzo Masedu H a chiuso i battenti, con i suoi vincitori ed i suoi vinti, la terza edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il primo sotto la guida del quasi ottantasettenne Gianluigi Rondi e con Gianni Alemanno come sindaco della Capitale: è tempo di consuntivi. A vincere i Marc’Aureli, i premi principali, assegnati dalla critica, sono stati, come miglior film, “Opium War” dell’afgano Siddiq Barmak, Donatella Finocchiaro come migliore attrice per “Galantuomini” di Edoardo Winspeare e Bohdan Stupka come miglior attore per “Il cuore in mano” del polacco Krzysztof Zanussi. I film “La tenuta al nord” del portoghese João Botelho e “Aide toi, le ciel t’aidera” del francese François Dupeyron hanno invece ricevuto una menzione speciale. Il pubblico invece ha tributato il proprio Marc’Aurelio d’Oro a “Resolution 819” di Giacomo Battiato. Infine, per quanto riguarda invece i film con tematiche interessanti i ragazzi, hanno vinto il premio Alice nella città “Magique!” di Philippe Muyl, per quanto riguarda la categoria 8-12 anni, mentre il film “Summer” di Kenneth Glenaan si è imposto per quanto riguarda la categoria 13-17 anni. I premi alla carriera erano invece andati all’Actors Studio che lo aveva ricevuto tramite uno dei suoi presidenti, Al Pacino, e a Gina Lollobrigida. Cosa rimane di questi dieci giorni di proiezioni? Poco, davvero molto poco. Infatti, se molti sono stati i film proiettati, nella realtà, poco è stato il cinema. E non è cosa da poco. Già il cambio di nome, avrebbe dovuto far capire qual era l’intendimento della nuova gestione della kermesse capitolina. Si è passati dalla Festa del cinema di Roma al Festival internazionale del Film di Roma. Se le parole sono importanti, e sempre lo dovrebbero essere, pare chiaro come gli organizzatori intendessero già mettere le mani avanti, avvertendoci che pellicola filmata ve ne sarebbe stata tanta, cinema, quindi arte, molto di meno. D’altronde il film sta alle rime come il cinema sta alla poesia. Una rima non è necessariamente una poesia e, allo stesso tempo, un film non è automaticamente cinema. Ci vuole un qualcosa in più. Non è casuale che in questi dieci giorni si siano viste poche cose davvero memorabili, al contrario di quanto era accaduto l’anno scorso quando pellicole come “Into the Wild” di Sean Penn, “Onora il padre e la madre” di Sidney Lumet e “Juno” di Jason Reitman avevano conquistato gli spettatori ed i criti- ci all’unanimità. “Appaloosa” di Ed Harris, “Si può fare” di Giulio Manfredonia e “Louise-Michel” di Gustave de Kervern e Benoît Delépine sono alcune tra le perle che ci ha offerto questo Festival. Le cose migliori, alla fine, sono state gli incontri del pubblico con i grandi del cinema: Al Pacino, David Cronenberg, Viggo Mortensen, Michael Cimino, Carlo Verdone e Toni Servillo hanno saputo dare il meglio di loro, entusiasmando le platee dei presenti. Segno evidente che non è rinunciando alle star che si fa un Festival. E, ancora, tra le cose da ricordare, la rassegna dedicata ad Al Pacino; il focus dedicato al cinema brasiliano e la giornata in celebrazione della casa di produzione russa Mosfilm. Ci si chiede: ha un senso la competizione quando i film presenti sono quelli scartati precedentemente da Cannes e Venezia (e da Berlino e da…)? Probabilmente, Roma dovrebbe fungere più come una vetrina e tornare ad essere quello che era: una vera e propria Festa del Cinema. Da ripensare, poi, la presenza dei film italiani: erano 21 ma davvero pochi meritevoli di essere visti, tout court. Per la quarta edizione, meno film e più cinema, per favore. Nel corso delle dieci giornate del Festival, il primo dell’era Rondi, si sono visti tanti film, soprattutto italiani, ma poche sono state le pellicole veramente meritevoli di essere ricordate dagli spettatori ni, aderendo alla campagna “Compra un posto in prima fila”, hanno acquistato una porzione di terreno nei luoghi dove il governo vorrebbe costruire il tunnel di oltre 50 Km. Sembra davvero assurdo, in un clima di crisi economica, che il Governo sia disposto a spendere circa 20 miliardi di euro per costruire la TAV imponendone il tracciato senza alcun confronto con chi ci abita, creando un enorme disastro ambientale e rischi sanitari per gli abitanti della valle. Nei giorni scorsi a Chiaiano, nell’area destinata ad ospitare una discarica per far fronte all’emergenza rifiuti, un blitz della magistratura ha consentito di scoprire le condizioni di degrado in cui versa la zona dove verrà allestita una discarica, sorvegliata notte e giorno dall’esercito. Qui sono stati infatti rinvenuti, in quattro vasche di cemento abbandonate e sotterrate, eternit e amianto, ma anche altri generi di rifiuti speciali e pericolosi. A questo punto, la militarizzazione non solo è una forzatura democratica, ma anche un modo per nascondere cosa accade all’interno dei cantieri ai cittadini che vivono e lavorano nelle immediate vicinanze. E se non fosse intervenuta la magistratura, chi l’avrebbe mai scoperto? Un dialogo tra cittadini e istituzioni, la bonifica delle aree inquinate e un serio programma di raccolta differenziata dei rifiuti: questa sarebbe stata una vera “soluzione democratica”. Anche il paventato ricorso al nucleare, secondo quanto previsto dal disegno di legge 1441-ter, “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, prevede esplicitamente che in caso di mancata intesa con le autorità locali a proposito della realizzazione delle centrali, il Governo potrà far ricorso alla forza pubblica. La militarizzazione della democrazia è, dunque, avviata. Qualcuno li fermi. ENERGIA Geotermia toscana, l’elogio del Financial Times A porre la questione è uno dei quotidiani più blasonati della Gran Bretagna: il Financial Times, attraverso la penna di Trincia Holly Davis, ipotizzando che il calore della terra potrebbe rappresentare una soluzione per il grave problema dei cambiamenti climatici, spiega che se venisse sfruttato il calore contenuto nei primi 5 chilometri della crosta terrestre, si soddisferebbe circa 500.000 volte l’attuale fabbisogno energetico del pianeta. Nell’articolo intitolato “La soluzione potrebbe trovarsi proprio sotto i nostri piedi”, la Davis ricorda che il problema della geotermia è la sua scarsa accessibilità: devono, infatti, coesistere specifiche condizioni geologiche che permettano di trasferire in superficie il vapore dalle zone profonde più calde, allo scopo di trasformarlo in elettricità e in calore. Condizioni che in Toscana sussistono: Enel, il cui investimento nel settore geotermico è di 620 milioni di euro per l’Italia e di 360 milioni in America Latina, sta appunto sviluppando - si legge nell’articolo - la tecnologia occorrente per trasformare anche l’energia geotermica a bassa temperatura (entalpia) in elettricità, allo scopo di incrementare e ottimizzare la produzione geotermica sul territorio nazionale ed internazionale. Oggi, nel mondo, la capacità installata è pari a 10 GW, per cui “solo una frazione del potenziale totale del settore, restando molto indietro rispetto all’idroelettrico, le biomasse e l’eolico”. Questo perché la tecnologia necessaria per superare le barriere geologiche e gli elevati costi iniziali va ulteriormente sviluppata. Enel, uno dei leader mondiali nel settore, è pronta per fare della geotermia un motore di sviluppo, tenendo insieme la produzione di energia da fonte rinnovabile con il rispetto per l’ambiente, come confermano i progressi fatti registrare sul fronte dell’azzeramento delle emissioni con l’Amis e con l’ottimizzazione delle tecnologie, a partire dalla Toscana. SI RINGRAZIA L’EDITORE PER LO SPAZIO CONCESSO PER INFORMAZIONI: 06.4461325 O WWW.LAV.IT v a L a i c c a r b Ab A DEGLI IN DIFES E T T A B V SI HE ANNI, LA ’ T N E R T I LEGGE C I D D E T Ù S I O P P DA E DI PRO P O R TAV O C I A G L IE S O D N E FA C S S O B AT T O M O R P A N IM A L I L AV H A , I D IR IT T I . O R O L BANDONO I B A O ’ L IN L E , T E TU EZION LA V I V I S O R NSIVI, T N O C TI ENTI INTE M A V E L L IM P O R T A N A INI, GLI E C’È CLANDEST I T N E M D A FA R E I T O T T A L B O M M O C CORA A C’È AN M . I T N E M A TT A L A V. I M A LT R A TO. AIUT U I A O U T L ANCHE DE BISOGNO LAV - V I A P I AV E , 7 - 00187 R O M A