Animali: test scientifici, Bruxelles salva le scimmie

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Animali: test scientifici, Bruxelles salva le scimmie
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi
Anno IV – n.202  giovedì 6 novembre 2008
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Obama, un’altra America
Il candidato democratico deve la sua vittoria soprattutto alla conquista degli Stati-chiave e di alcuni del Sud
Ora non
dimentichi
l’ambiente
Lorenzo Senni
[email protected]
© KRISTIN CALLAHAN/ACEPIXS/INFOPHOTO
Il cambiamento
ci sarà. Il programma
di Barack è realmente
innovativo, grazie al suo
impegno per la lotta ai
cambiamenti climatici,
la riforma della sanità
e la redistribuzione
delle risorse. è la
rivincita dei keynesiani
 Alessio Postiglione a pagina 2 
L’arma anti-ecomafie
Presentato un emendamento affinché per i delitti contro l’ambiente siano ancora possibili le intercettazioni
Serena Di Natali
[email protected]
Napoli,
l’ambiente è
una priorità
2
L’Italia
militarizzata
del Cav
3
L
e inchieste su reati gravissimi come il
traffico illecito dei rifiuti e l’incendio boschivo
rischiano di subire un grave
colpo con l’approvazione
del Lodo Alfano. Il disegno
di legge in discussione alla
Camera, infatti, esclude
questi due reati dalla lista
per i quali è concesso l’uso
delle intercettazioni e rischia di vanificare il lavoro
svolto dalla magistratura e
dalle forze dell’ordine contro due delitti che ogni anno
danneggiano in modo grave
vaste aree del Paese mettendo a rischio l’incolumità e la
salute delle persone. Per evitare che questo accada ieri
in una conferenza stampa
organizzata da Legambiente a Roma, è stato illustrato
un emendamento bipartisan al Ddl Alfano che porta
le firme di Ermete Realacci,
ministro dell’Ambiente del
governo ombra del Pd e di
Fabio Granata, capogruppo
Pdl in commissione Cultura della Camera. L’emendamento prevede che, a differenza di quanto accadrebbe
con l’approvazione del Lodo
Afano così com’è, questi due
delitti non siano tra quelli per i quali è escluso l’uso
delle intercettazioni. “Il ri-
Dal 2002 sono state condotte
109 inchieste per 679 arresti e
2.277 persone denunciate tra
imprenditori, autotrasportatori
funzionari pubblici e tecnici
corrotti, intermediari nella
gestione dei rifiuti
schio che si corre è quello
di tagliare uno straordinario
e formidabile strumento di
indagine – ha spiegato il responsabile dell’Osservatorio
ambiente e legalità di Legambiente Enrico Fontana
– che ha permesso di individuare i responsabili di veri e
propri disastri ambientali e
fare luce sui metodi di smal-
timento illecito, le collusioni
nella pubblica amministrazione e le connessioni con i
clan”. Realacci ha sottolineato poi una certa incoerenza
sulle recenti proposte fatte
in materia di rifiuti: “Da un
lato si propone addirittura
di rendere reato l’abbandono, in Campania, di rifiuti
ingombranti, dall’altro poi
si manda un segnale contrastante con questa norma”. A
fianco del ministro ombra
anche il deputato Pdl Granata: “Sarebbe un bel segnale un voto all’unanimità
– ha aggiunto quest’ultimo
–. Senza le intercettazioni
non si sarebbe venuti a capo
di tutta una serie di scoperte
importanti, e questo lo dicono i fatti. E questo ce lo dice
anche la Direzione Nazionale Antimafia – ha sottolineato Granata riferendosi
all’appoggio
all’emendamento dichiarato dal procuratore nazionale antimafia
Pietro Grasso, assente dalla
conferenza per un grave lutto familiare – e non perchè
l’Antimafia debba dettare la
linea alla politica, ma perchè se non è l’Antimafia ad
indicarci cosa fare nella lotta alle ecomafie, chi altro lo
dovrebbe fare?”. “Sarebbe
davvero grave – hanno concluso i due parlamentari – se
ora, invece di inserire tutti i
delitti contro l’ambiente nel
Codice Penale, come richiesto anche dall’Unione Europea, governo e parlamento
decidessero di azzerare di
fatto l’efficacia delle sanzioni e degli strumenti di lotta
contro gli eco-criminali.
Siamo convinti che esiste un
vasto schieramento pronto a
sostenere l’emendamento”. 
Animali: test scientifici, Bruxelles salva le scimmie
Più limiti per i test sugli animali negli esperimenti
scientifici, da usare solo nel caso di totale assenza
di alternative e migliorando le procedure per ridurre i danni. Ma anche divieto di utilizzare scimmie
antropomorfe - scimpanzé, bonobo, gorilla e orango
- nelle procedure scientifiche.
Unica eccezione prevista all’uso di questi primati
“quando sia in gioco la sopravvivenza stessa della
specie e di fronte a una malattia imprevista potenzialmente mortale o invalidante per gli esseri umani”.
Sono le indicazioni contenute nella proposta presentata ieri dalla Commissione europea per rafforzare la
tutela degli animali usati in laboratorio. La proposta,
inoltre, punta anche “a garantire all’industria parità di condizioni su tutto il territorio comunitario e a
migliorare la qualità della ricerca condotta nell’Ue”,
si legge in una nota di Bruxelles in cui si sottolinea
che “ogni anno nell’Unione vengono utilizzati a fini
sperimentali circa 12 milioni di animali”.
“è di cruciale importanza - ha detto il commissario
europeo per l’ambiente, Stavros Dimas - mettere fine
agli esperimenti sugli animali. La ricerca scientifica
deve fare il possibile per trovare metodi alternativi
e, in assenza di tali metodi, la situazione degli animali ancora impiegati per esperimenti deve essere
migliorata”. Con la proposta la Commissione vuole
rafforzare la normativa comunitaria in vigore, in particolare richiedendo valutazioni etiche prima di autorizzare progetti in cui vengono impiegati animali e
stabilendo requisiti minimi per le cure offerte.
L’America democratica festeggia Barack Obama e si
prepara – insieme a tutto il
mondo – al “cambiamento”
globale annunciato dal neo
Presidente durante tutta la
propria campagna elettorale. L’occasione è senza dubbio storica: è la prima volta,
infatti, che un afroamericano diventa l’inquilino della
Casa Bianca (giocandosi,
tra l’altro, il ruolo di candidato democratico con una
donna, Hillary Clinton,
altro precedente storico),
ridando linfa e speranza
all’American dream. Obama, però, smaltita la sbornia da festeggiamento, si
troverà davanti agli occhi
una situazione veramente
difficile, e dovrà essere, nonostante il grande appeal
politico ma al contempo la
scarsa esperienza, all’altezza delle enormi aspettative,
non solo americane. La crisi dei mercati internazionali, le vicende irachene e afgane, solo per citare alcune
tematiche calde, aspettano
risposte. Che non devono e
non possono tardare ad arrivare. Messi da parte i due
nefasti mandati presidenziali di G.W. Bush, Obama
deve trovare la forza ma
soprattutto il coraggio di
invertire la rotta, di fare da
traino al processo globale
che deve dare al mondo un
nuovo ordine. Ci vorrà del
tempo e tanta buona volontà ma Barack ha l’obbligo di
fare il tentativo. Lo deve a
tutti quelli – non solo negli Stati Uniti – che hanno
creduto al “Yes, we can!”
(“Si, possiamo!”) e che si
sono fidati del cambiamento promesso dall’ex governatore dell’Illinois. Lo deve
al mondo.
E a proposito di mondo: ma
la questione energetico-ambientale? E la lotta ai cambiamenti climatici? Obama,
durante la campagna elettorale, ha dimostrato, perlomeno a parole, una grande
sensibilità in chiave ambientalista, promettendo grande
attenzione (da interpretare
soprattutto come grandi
investimenti e sforzi economici) all’environment. Sulla questione, l’economista
John Dvorak, analizzando
e cercando di anticipare su
MarketWatch.com le mosse dei mercati finanziari ha
le idee chiare: “L’ambiente è
una delle priorità dell’agenda del nuovo Presidente. E
l’intera industria collegata
alle energie rinnovabili ne
trarrà beneficio”. Sono, infatti, massicci i fondi che
la nuova amministrazione
dice di voler destinare alle
rinnovabili, soprattutto per
quanto riguarda l’energia
proveniente dal vento e dal
sole. Un dato importante,
un segnale incoraggiante
che speriamo non rimanga
solo una promessa elettorale come spesso succede
da questo lato dell’oceano.
E che getti le basi affinché
anche gli Stati Uniti aprano
finalmente al Protocollo di
Kyoto.
2
giovedì 6 novembre 2008
Gli Usa adesso cambieranno pelle?
Il senatore dell’Illinois ha ribaltato l’idea del Democratico amato sulle due coste e odiato nell’America profonda
dalla prima
O
bama vince e stravince; ed è il nuovo presidente degli
Usa. Il senatore dell’Illinois
stacca il rivale di più di 6
milioni di voti e lo batte
338 a 155 voti elettorali. E’
una vittoria a valanga, travolgente, ottenuta in quegli
Stati chiave che si erano
recentemente espressi a
favore del Gop (Grand Old
Party il partito di John McCain), come la Florida o che
erano tradizionalmente vicini ai Repubblicani, come
la Virginia, dove il partito
dell’Asinello non vinceva
addirittura dal 1964. Altri
Stati chiave come Pennsylvania e Ohio vanno ad
Obama.
La forza del neopresidente è stata quella di lottare
in tutti gli Stati, voto per
voto. è partito da lontano;
ha attraversato le durissime
primarie Democratiche da
inseguitore, mentre Hillary Clinton – la candidata dell’establishment – lo
guardava dallo specchietto
retrovisore. Che cosa significherà, adesso, questa
vittoria per gli Stati Uniti?
Il “NY Times” titola “Le
barriere razziali cadono e
gli elettori abbracciano la
richiesta di cambiamento”.
Il “Washington Post” e il
“Wall Street Journal” parlano entrambi di “Elezioni
storiche”.
Ad Obama, infatti, è riuscita una (parziale) vittoria
al Sud, rovesciando l’idea
del Democratico amato
sulle due coste ed odiato
nell’America profonda. Le
vittorie in Colorado e, soprattutto, in Florida e New
Mexico dimostrano che ha
TERRITORIO
Ztl Roma. Bonelli: la giunta
è inadempiente, esposto
alla Commissione europea
“L’inchiesta e le motivazioni della Corte dei Conti
sulla mancata tariffazione delle soste a pagamento a
Roma sono la conferma di quanto noi Verdi diciamo
da mesi: la giunta Alemanno ha in poco tempo indebolito e abolito le zone a traffico limitato nel centro
storico della Capitale sospendendo la sosta tariffata
ed eliminando così un efficace strumento per contrastare l’inquinamento atmosferico”. Lo ha detto
l’esponente dei Verdi Angelo Bonelli. “Questa giunta ritiene di non dover applicare le norme europee
previste per contrastare l’inquinamento atmosferico
e il traffico di una grande città come Roma. Norme
per altro già introdotte dalla precedente giunta - ha
continuato l’esponente del Sole che ride - ma completamente ostacolate da quella attuale. I costi sanitari e ambientali sono tutti scaricati sulle spalle dei
cittadini”.
“La situazione risulta quanto mai insostenibile: invierò presto un esposto alla Commissione Europea
- ha concluso Bonelli - denunciando la totale inadempienza della giunta Alemanno sulle direttive
comunitarie relative al contrasto dell’inquinamento
atmosferico”.
Lazio/Sanità: Mariani,
se l’Asp ci serve
stabilizziamo i ricercatori
“Se l’Asp ci serve, dobbiamo stabilizzare il personale
che ne caratterizza l’attività principale, vale a dire i
ricercatori”. Così Peppe Mariani (Verdi), presidente della commissione Lavoro e politiche sociali del
Consiglio regionale del Lazio.
“Non c’è un ricercatore con contratto a tempo indeterminato”, ha proseguito Mariani dopo aver ascoltato Roberta Bernardeschi, segretario generale della
Direr - Dirl, l’associazione sindacale dei dirigenti
regionali e degli enti sub regionali che ha chiesto
l’audizione. “Grande struttura, tanti dirigenti, ma
coloro che danno linfa alla funzione stessa dell’Asp
sono persone che stanno nell’incertezza anche da
dieci anni”, ha aggiunto Mariani, il quale ha poi preso
carta e penna e ha scritto subito una lettera indirizzata al presidente della Regione, Piero Marrazzo e
(per conoscenza) all’assessore al Lavoro, Alessandra
Tibaldi, per sollevare il problema nell’ambito della
riorganizzazione della sanità laziale.
“A questo punto abbiamo una megastruttura che è
lievitata - ha proseguito il dirigente sindacale -, ma
non dal punto di vista della ricerca, bensì dal punto di vista organizzativo e gestionale. Si è sviluppata
una grossa cupola amministrativa sempre più piena
di dirigenti”.
iRose
abbattuto le barriere razziali perché è stato votato
dal Sud e dai latinos, tradizionalmente Repubblicani.
Solo Clinton, recentemente, fece di più, strappando
all’Elefantino
Kentucky,
sta? – ritiene che l’America
non cambierà.
è, Obama, solo una faccia
nuova per un vecchio establishment? La forza del senatore dell’Illinois e del suo
fundraising è la prova che
La vittoria di Obama è la prova che
l’American Dream può conquistare
ancora. Una vittoria dell’emozione
e della passione che non è retorica,
perchè a queste elezioni hanno
partecipato cittadini che non
votavano più
Georgia, Lousiana e Tennessee; ma Clinton era
bianco e dell’Arkansas, giova ricordarlo.
Mentre Obama porta a casa
questa storica vittoria, c’è
già chi – realista o pessimi-
le lobby ne hanno disinnescato la carica progressista?
Il programma di Obama ci
dice di no. Il neopresidente non è un “socialista” ma
molte sue proposte sono
assolutamente progressi-
ste. I tre punti principali
del suo programma sono
la redistribuzione della ricchezza, la riforma del sistema sanitario e la lotta al
cambiamento climatico. In
un Paese dove aumentare
le tasse ai ricchi è percepito come una mortificazione
della meritocrazia; riformare la sanità più costosa
ed inefficiente dell’Occidente praticamente impossibile; parlare di Protocollo
di Kyoto è paragonabile ad
essere luddisti: il programma del neo presidente è
assolutamente innovativo.
Ma c’è di più. Dalla rivoluzione neoliberale di Reagan
in poi, i Democratici hanno
sempre inseguito i Conservatori su temi come le
liberalizzazioni e la deregulation. Ma ora, dopo la crisi
finanziaria, quando proprio
i Repubblicani hanno deci-
so di imboccare una strada interventista, ecco che
la tradizione keynesiana
dell’Asinello sembra essere l’antidoto migliore e più
credibile. è la vittoria di un
Obama neoprotezionista,
allora? Fra i suoi piani, c’è
l’idea di rivedere il Nafta, è
vero. Ma l’attenzione prestata all’Europa è un chiaro
segnale di apertura al dialogo, in opposizione all’unilateralismo di Bush. Infine, la
vittoria di Obama è la prova che l’American Dream
può conquistare ancora.
Una vittoria dell’emozione
e della passione che non è
retorica, in quanto a queste
elezioni hanno partecipato
cittadini che non si recavano più alle urne. Un cambiamento vero, in sintesi.
Che farà bene agli States e
anche all’Europa. Non solo
alle élite liberal. 
Napoli, l’ambiente è una priorità
Approvata su proposta dei Verdi una direttiva per raggiungere l’obiettivo “20-20-20”
Redazione
[email protected]
L
a Giunta Comunale di Napoli, su proposta dell’assessore all’Ambiente Rino Nasti, concretizza con una delibera il
piano d’azione per concorrere alla
strategia internazionale definita
“20-20-20”. Si tratta di una strategia chiamata così perché tesa a
ridurre del 20% le emissioni di gas
serra in atmosfera, mediante l’incremento dell’efficienza energetica
del 20% e dell’aumento dell’utilizzo
di energia da fonti rinnovabili del
20% entro il 2020. La prima concreta applicazione del piano sarà
l’approvazione dei progetti e il relativo affidamento all’Arin (l’azienda per le risorse idriche di Napoli)
della realizzazione dei primi 42
impianti fotovoltaici in altrettante scuole di tutte le Municipalità
cittadine. La consapevolezza che il
contrasto dei cambiamenti climatici richieda un’attenta organizzazione ed armonizzazione delle
politiche pubbliche a livello locale
ha indotto il Comune di Napoli,
tra i primi in Italia, ad approvare
una direttiva che parte dall’azione
amministrativa propria nonché di
tutto il settore delle aziende partecipate, per poi puntare coinvolgere, attraverso una concertazione
ampi imprese, enti pubblici e privati e cittadini. Il buon avvio di un
processo che prevenga e contrasti
il deterioramento dell’ambiente
metropolitano nel suo complesso, in primo luogo avviando, per
quanto concerne il Comune di Napoli, un processo dal proprio interno, intervenendo sui comportamenti del personale, sull’efficienza
energetica e sugli attuali modelli
di acquisto e consumo dei beni e
servizi. In particolare si cercherà
di ridurre in maniera significativa
gli impatti ambientali di prodotti
e servizi acquistati dal Comune
(e dalle sue aziende partecipate)
attraverso la sistematica revisione
delle procedure per l’acquisto dei
beni e servizi attraverso l’introduzione di criteri che tengano conto
degli impatti ambientali che questi possono generare nel corso del
ciclo di vita. Inoltre si razionalizzeranno e ridurranno i consumi di
energia e si tenterà di sensibilizzare i dipendenti perché diventino
soggetti attivi nel raggiungimento
di benefici ambientali nell’ambito
della scelta degli acquisti di prodotti eservizi e del risparmio energetico; Il contenuto della Direttiva
interviene sulla pianificazione urbana e sulla qualità della città, sui
trasporti e sulla mobilità urbana,
sulle scelte energetiche mediante un’ampia diversificazione che
garantisca la sicurezza energeti-
L’applicazione immediata del provvedimento
sarà l’approvazione di alcuni progetti affidati
all’Arin (l’azienda per le risorse idriche) per
la realizzazione di 42 impianti fotovoltaici in
altrettante scuole delle Municipalità cittadine
ca di Napoli. Il Comune punta a
raggiungere un elevato standard
grazie ai programmi europei che
premiano le migliori pratiche e
la capacità di fare rete (il networking) ambientale. “Collegare in
modo concreto gli interessi economici e quelli ambientali è lo
strumento migliore, più efficace
e comprensibile per coinvolgere
tutti – dichiara l’assessore all’Ambiente del Comune di Napoli Rino
Nasti – nell’obiettivo di tutelare,
preservare e migliorare l’ambiente, promuovendo una economia
dinamica, sviluppo dell’occupazione, maggiore coesione sociale
e territoriale. La coesistenza tra la
comunità di chi vive in città, di chi
ci lavora (imprese, city users) e di
chi compete (utilities, design creativi, poli produttivi e della ricerca,
università) vanno poste sotto una
governance chiara”. “L’eco-innovazione e le eco-tecnologie – conclude Nasti – potranno trovare a
Napoli un importante mercato, al
fine di ridurre il divario con altri
paesi europei e dare finalmente
un’immagine di città che punta ad
essere più efficiente, competitiva e
rispettosa della biodiversità intesa
come la trama della vita”. 
giovedì 6 novembre 2008
Ambiente: tutti i consigli
per una casa in salute
3
Il Cav militarizza l’Italia
Il ricorso all’esercito sembra la panacea di tutti i mali. Ma la qualità della democrazia si assottiglia sempre di più
Il pericolo viene dall’alto, ma anche dal basso, da destra e da sinistra: tanto soffitti quanto pavimenti e pareti delle case possono essere il “nido” di sostanze altamente inquinanti. Dal suolo può venire – se si trova
nel terreno su cui è edificata la casa – il radon, gas presente nelle rocce, inodore e incolore, che danneggia i
tessuti polmonari, mentre il tetto come i muri possono
ospitare, tra gli isolanti e i collanti utili alla loro buona
riuscita, sostanze sintetiche che invece non promettono nulla di buono per chi ne è circondato. Che però
non per questo dev’essere deresponsabilizzato riguardo alla possibilità di fare qualcosa per la salute propria
e dei suoi coinquilini: costruzione della casa e responsabilità del progettista a parte, sono infatti tanti gli accorgimenti – riguardanti sia le scelte di arredamento
e utensili sia le abitudini comportamentali – che chi
abita in case pericolose (per lo più nonostante la loro
“messa a norma”, e anzi per una “messa a norma” che
utilizza materiali sbagliati) può seguire per ridurre il
più possibile il danno.
Una di queste è per esempio evitare di mettere l’armadio dei vestiti in camera da letto: emissioni tossiche
durevoli nel tempo sono infatti emanate dagli abiti lavati a secco e dai prodotti anti-tarme (una soluzione
alternativa alla stanza-guardaroba è arieggiare bene
i capi usciti dalla lavanderia e usare essenze naturali
come lavanda o pepe nero per sconfiggere gli animaletti buca-maglioni). Nella stessa camera da letto una
buona pratica sarebbe quella di usare, oltre a lenzuola
fatte di fibre naturali non trattate, reti con doghe di
legno, per assicurare al materasso una buona ventilazione e quindi una protezione dagli acari che si cibano
dei frammenti di pelle persi naturalmente dall’uomo
durante il sonno. In cucina, invece, il rischio di emissione di ossido e biossido di azoto (e del mortale monossido di carbonio) conseguente a una combustione
incompleta è evitabile con l’acquisto di piani di cottura a gas che ne impediscono la fuoriuscita in caso
di spegnimento totale o parziale della fiamma, mentre cappe aspiranti con scarico all’esterno, oltre a un
buon arieggiamento del locale, dovrebbero permettere
di evitare la proliferazione di muffe e microrganismi
vari (prodotti anche da impianti di climatizzazione e
condizionamento a cui non siano sostituiti i filtri con
continuità) favorita dal depositarsi sulle pareti del vapore acqueo formatosi con la cottura dei cibi.
Andrea Drudi
[email protected]
“P
er il Corridoio 5
il Governo potrà
ricorrere anche
all’uso della forza. Lo Stato
garantirà la possibilità di riprendere i lavori dei trafori
alpini anche attraverso l’uso
dei militari così come è stato
a Napoli per i rifiuti”: è l’ennesimo spot (dannoso) del presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, “sparato” questa
volta durante il suo intervento all’inaugurazione dell’Eicma 2008, il Salone del ciclo
alla Fiera di Rho. Con parole
molto simili a quelle, poi ritrattate, che aveva usato per
annunciare l’intervento della
polizia contro le occupazioni
di scuole e università, il Premier ha infatti sottolineato
che “una minoranza non può
pretendere di fermare un
cantiere, perché questo non è
espressione diretta di democrazia, va contro ai cittadini,
ai viaggiatori e allo Stato”.
Davanti a queste dichiarazioni viene da chiedersi se il
Premier sia davvero a conoscenza del significato della
parola “democrazia”. Una parola che trae le sue origini ai
tempi dell’antica Grecia e che
nell’arco di più di due millenni si è evoluta fino a giorni
nostri. In una democrazia
non si usa la forza per imporre una “volontà di pochi”.
Gli esempi di uso della forza
nella legislatura in corso non
mancano: basti pensare ai
militari piantati di guardia
Monica Frassoni: “è molto triste che in
Europa si parli del nostro Paese
solo a causa delle posizioni stravaganti
del governo Berlusconi che rifiuta
la collaborazione sul pacchetto energia
o pretende di usare l’esercito per
gestire il territorio”
davanti alle discariche della
Campania o alla minaccia di
imporre ai cittadini la realizzazione di centrali nucleari
con l’impiego dell’esercito per
difendere i cantieri ed impedire di manifestare dissenso
rispetto alla realizzazione di
una centrale che minerà per
sempre il territorio.
La questione della Val di Susa,
dove si dovranno realizzare i
trafori alpini del Corridoio
5, è un esempio di democrazia: sono state raccolte oltre
30.000 firme contro l’Alta
Velocità e migliaia di cittadi-
Festival di Roma, luci e ombre
Si è conclusa la kermesse capitolina con l’assegnazione dei premi da parte della critica e del pubblico
Gian Lorenzo Masedu
H
a chiuso i battenti, con
i suoi vincitori ed i suoi
vinti, la terza edizione del
Festival Internazionale del Film
di Roma, il primo sotto la guida
del quasi ottantasettenne Gianluigi Rondi e con Gianni Alemanno
come sindaco della Capitale: è tempo di consuntivi.
A vincere i Marc’Aureli, i premi
principali, assegnati dalla critica, sono stati, come miglior film,
“Opium War” dell’afgano Siddiq
Barmak, Donatella Finocchiaro
come migliore attrice per “Galantuomini” di Edoardo Winspeare e
Bohdan Stupka come miglior attore
per “Il cuore in mano” del polacco
Krzysztof Zanussi. I film “La tenuta
al nord” del portoghese João Botelho e “Aide toi, le ciel t’aidera” del
francese François Dupeyron hanno
invece ricevuto una menzione speciale. Il pubblico invece ha tributato
il proprio Marc’Aurelio d’Oro a “Resolution 819” di Giacomo Battiato.
Infine, per quanto riguarda invece
i film con tematiche interessanti i ragazzi, hanno vinto il premio
Alice nella città “Magique!” di Philippe Muyl, per quanto riguarda la
categoria 8-12 anni, mentre il film
“Summer” di Kenneth Glenaan si è
imposto per quanto riguarda la categoria 13-17 anni. I premi alla carriera erano invece andati all’Actors
Studio che lo aveva ricevuto tramite
uno dei suoi presidenti, Al Pacino, e
a Gina Lollobrigida.
Cosa rimane di questi dieci giorni
di proiezioni? Poco, davvero molto poco. Infatti, se molti sono stati
i film proiettati, nella realtà, poco
è stato il cinema. E non è cosa da
poco. Già il cambio di nome, avrebbe dovuto far capire qual era l’intendimento della nuova gestione della
kermesse capitolina. Si è passati
dalla Festa del cinema di Roma al
Festival internazionale del Film di
Roma. Se le parole sono importanti, e sempre lo dovrebbero essere,
pare chiaro come gli organizzatori
intendessero già mettere le mani
avanti, avvertendoci che pellicola
filmata ve ne sarebbe stata tanta, cinema, quindi arte, molto di meno.
D’altronde il film sta alle rime come
il cinema sta alla poesia. Una rima
non è necessariamente una poesia
e, allo stesso tempo, un film non è
automaticamente cinema. Ci vuole
un qualcosa in più.
Non è casuale che in questi dieci giorni si siano viste poche cose
davvero memorabili, al contrario
di quanto era accaduto l’anno scorso quando pellicole come “Into the
Wild” di Sean Penn, “Onora il padre e la madre” di Sidney Lumet e
“Juno” di Jason Reitman avevano
conquistato gli spettatori ed i criti-
ci all’unanimità. “Appaloosa” di Ed
Harris, “Si può fare” di Giulio Manfredonia e “Louise-Michel” di Gustave de Kervern e Benoît Delépine
sono alcune tra le perle che ci ha
offerto questo Festival.
Le cose migliori, alla fine, sono state
gli incontri del pubblico con i grandi
del cinema: Al Pacino, David Cronenberg, Viggo Mortensen, Michael Cimino, Carlo Verdone e Toni Servillo
hanno saputo dare il meglio di loro,
entusiasmando le platee dei presenti. Segno evidente che non è rinunciando alle star che si fa un Festival.
E, ancora, tra le cose da ricordare, la
rassegna dedicata ad Al Pacino; il focus dedicato al cinema brasiliano e la
giornata in celebrazione della casa di
produzione russa Mosfilm.
Ci si chiede: ha un senso la competizione quando i film presenti sono
quelli scartati precedentemente da
Cannes e Venezia (e da Berlino e
da…)? Probabilmente, Roma dovrebbe fungere più come una vetrina e tornare ad essere quello che era:
una vera e propria Festa del Cinema.
Da ripensare, poi, la presenza dei
film italiani: erano 21 ma davvero
pochi meritevoli di essere visti, tout
court. Per la quarta edizione, meno
film e più cinema, per favore. 
Nel corso delle dieci giornate del Festival, il primo
dell’era Rondi, si sono visti tanti film, soprattutto italiani,
ma poche sono state le pellicole veramente meritevoli
di essere ricordate dagli spettatori
ni, aderendo alla campagna
“Compra un posto in prima
fila”, hanno acquistato una
porzione di terreno nei luoghi dove il governo vorrebbe
costruire il tunnel di oltre 50
Km. Sembra davvero assurdo, in un clima di crisi economica, che il Governo sia
disposto a spendere circa 20
miliardi di euro per costruire
la TAV imponendone il tracciato senza alcun confronto
con chi ci abita, creando un
enorme disastro ambientale
e rischi sanitari per gli abitanti della valle.
Nei giorni scorsi a Chiaiano,
nell’area destinata ad ospitare
una discarica per far fronte
all’emergenza rifiuti, un blitz
della magistratura ha consentito di scoprire le condizioni
di degrado in cui versa la zona
dove verrà allestita una discarica, sorvegliata notte e giorno dall’esercito. Qui sono stati
infatti rinvenuti, in quattro vasche di cemento abbandonate
e sotterrate, eternit e amianto,
ma anche altri generi di rifiuti
speciali e pericolosi. A questo punto, la militarizzazione non solo è una forzatura
democratica, ma anche un
modo per nascondere cosa
accade all’interno dei cantieri
ai cittadini che vivono e lavorano nelle immediate vicinanze. E se non fosse intervenuta
la magistratura, chi l’avrebbe
mai scoperto? Un dialogo tra
cittadini e istituzioni, la bonifica delle aree inquinate e un
serio programma di raccolta
differenziata dei rifiuti: questa
sarebbe stata una vera “soluzione democratica”. Anche il
paventato ricorso al nucleare, secondo quanto previsto
dal disegno di legge 1441-ter,
“Disposizioni per lo sviluppo
e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia
di energia”, prevede esplicitamente che in caso di mancata
intesa con le autorità locali a
proposito della realizzazione delle centrali, il Governo
potrà far ricorso alla forza
pubblica. La militarizzazione
della democrazia è, dunque,
avviata. Qualcuno li fermi. 
ENERGIA
Geotermia toscana,
l’elogio del Financial Times
A porre la questione è uno dei quotidiani più
blasonati della Gran Bretagna: il Financial Times, attraverso la penna di Trincia Holly Davis,
ipotizzando che il calore della terra potrebbe rappresentare una soluzione per il grave problema
dei cambiamenti climatici, spiega che se venisse
sfruttato il calore contenuto nei primi 5 chilometri della crosta terrestre, si soddisferebbe circa
500.000 volte l’attuale fabbisogno energetico del
pianeta.
Nell’articolo intitolato “La soluzione potrebbe
trovarsi proprio sotto i nostri piedi”, la Davis ricorda che il problema della geotermia è la sua scarsa
accessibilità: devono, infatti, coesistere specifiche
condizioni geologiche che permettano di trasferire in superficie il vapore dalle zone profonde più
calde, allo scopo di trasformarlo in elettricità e
in calore. Condizioni che in Toscana sussistono:
Enel, il cui investimento nel settore geotermico è
di 620 milioni di euro per l’Italia e di 360 milioni
in America Latina, sta appunto sviluppando - si
legge nell’articolo - la tecnologia occorrente per
trasformare anche l’energia geotermica a bassa
temperatura (entalpia) in elettricità, allo scopo di
incrementare e ottimizzare la produzione geotermica sul territorio nazionale ed internazionale.
Oggi, nel mondo, la capacità installata è pari a 10
GW, per cui “solo una frazione del potenziale totale del settore, restando molto indietro rispetto
all’idroelettrico, le biomasse e l’eolico”.
Questo perché la tecnologia necessaria per superare le barriere geologiche e gli elevati costi iniziali
va ulteriormente sviluppata. Enel, uno dei leader
mondiali nel settore, è pronta per fare della geotermia un motore di sviluppo, tenendo insieme la
produzione di energia da fonte rinnovabile con il
rispetto per l’ambiente, come confermano i progressi fatti registrare sul fronte dell’azzeramento
delle emissioni con l’Amis e con l’ottimizzazione
delle tecnologie, a partire dalla Toscana.
SI RINGRAZIA L’EDITORE PER LO SPAZIO CONCESSO
PER INFORMAZIONI: 06.4461325 O WWW.LAV.IT
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