Navigando su Internet lasciamo molte tracce. Sui siti che

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Navigando su Internet lasciamo molte tracce. Sui siti che
Attualità Privacy violata
LA RETE
TI SPIA
di Arianna Dagnino
Navigando su Internet lasciamo molte tracce. Sui siti che guardiamo,
sui nostri gusti... Informazioni in teoria riservate. Che però, tramite
i grandi motori di ricerca, c’è chi registra ed elabora. Per poi rivenderle
O
rmai Internet può guardarti e sorvegliarti da
ovunque, anche dall’alto, 24 ore su 24, e seguire
ogni tua mossa. Sa dove vai e cosa cerchi quando
navighi online, quali film ti piacciono, che tipo
di acquisti prediligi, quali parole usi più assiduamente nelle tue mail, a chi indirizzi i tuoi
messaggi, dove si trova la tua casa, com’è fatto il tuo quartiere e
quali perversioni sessuali si nascondono dietro quella tua aria
da professionista serio e indefesso.
L’incubo di un Grande Fratello inquisitore, onnisciente e onnipresente, sta uscendo dalle pagine della fantascienza di stampo orwelliano per entrare nelle nostre vite domestiche. Questo è quello che
teme un numero crescente di persone di fronte all’inesorabile
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avanzata di motori di ricerca – Google in primis – sempre più sofisticati e ramificati nel modo in cui captano, intrecciano ed elaborano le informazioni che ognuno di noi lascia inesorabilmente in
Rete ogni giorno al suo passaggio.
E queste informazioni, privatissime, che rivelano molto di ciò che
siamo e facciamo, potenzialmente possono finire in mano di chiunque: funzionari governativi, agenzie di spionaggio, compagnie di
assicurazione, ricattatori senza scrupoli, comuni cittadini. L’ultimo caso, che sembra il più improbabile, è già avvenuto, suscitando non poco clamore fra i paladini della privacy e mettendo
a dura prova la credibilità di un colosso della Rete. Lo scorso agosto, i dati sulle ricerche compiute nel giro di tre mesi da 658
mila utenti di Aol (America Online, del gruppo Time Warner) e
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Attualità Internet & privacy
destinati a un centro di ricerche, sono
erroneamente finiti in pasto al pubblico
di Internet.
Per quanto i dati più strettamente personali dei singoli utenti fossero stati eliminati prima del fatidico invio, molti
blogger e attivisti a difesa della privacy
avevano fatto notare come, mettendo
insieme i vari pezzi di informazioni, si
poteva risalire a un mosaico in grado di
rivelare troppe cose; a riprova sta il fatto
che, nel giro di pochi giorni, alcuni
reporter del New York Times sono stati in
grado di identificare un utente semplicemente incrociando i dati relativi alle
sue ricerche personali.
I
l sito News.com di notizie online ha dato una dimostrazione pratica prendendo il caso
dell’utente n. 710794, che in
base ai tipi di ricerche da lui
Se i siti non sono protetti e ultrasicuri, per gli hacker è uno scherzo violarli
effettuati si rivela essere un golfista sovrappeso, proprietario di una Porgono informazioni sensibili». «Molto spesso quello che la gente cerca
sche del 1986, di una Cadillac SLS del 1998 (informazioni preziose
può essere un chiaro indicatore di chi è e di chi conosce», conper il fisco americano) e supporter della squadra di basket della Uniferma Richard Smith, fondatore della Boston Software Forensics,
versity of Tennessee. Fino a qui tutto normale. Se non fosse che lo
società di consulenza sulla sicurezza e la privacy in Internet.
stesso utente, sempre il n. 710794, compie anche ricerche regolari
La cosa si fa ancora più subdola quando i dati delle ricerche vensulle lolitas, cioè di video e fotografie di minori nudi o impegnati in
gono incrociati con i dati provenienti da altre fonti di informaatti sessuali. Atti
Si può risalire a un utente
zione. Com’è il caso
riprovevoli ma resta
di Google, il più
il fatto che con le stesse modalità d’indagine si può identificare qualsolo incrociando i dati delle
noto e utilizzato
siasi persona andando a scandagliare la sua più intima vita privata. sue ricerche online motore di ricerca al mondo, che nel frattempo ha esteso la sua
gamma di attività aprendo un servizio gratuito di posta elettronica
Aol è stata costretta a fare pubblica
online (Gmail) e fornendo, sempre a costo zero, le carte stradali
ammenda su questo caso, seppur involontario, di violazione della
di Google Maps da incrociare con le mappe satellitari di Google
privacy e, per fugare ogni sospetto sul proprio operato, ha deciso di
Earth, talmente dettagliate che consentono, utilizzando la funlicenziare in tronco i tre dipendenti responsabili dell’incidente.
zione «zoom» per l’ingrandimento di particolari aree,
Ma questo episodio non fa che gettare ulteriori ombre
di identificare senza ombra di errori il proprio quarsinistre sul potere dei grandi motori di ricerca. «Credo
tiere e la propria abitazione come se li si sorvolasse
che queste problematiche non siano da prendere sota bassa quota con un elicottero.
togamba», sostiene Ari Schwartz, vicedirettore del Cen«Tutti i dati degli utenti vengono archiviati ed elater for Democracy and Technology. «Le aziende che
borati per ricavarne informazioni sui gusti, le abigestiscono motori di ricerca debbono capire che deten-
Motori di ricerca sotto processo
I motori di ricerca di Google, Yahoo
e compagnia elettronica sono ormai
diventati la principale fonte di informazione per chi lavora utilizzando il
computer. Ma ora le stesse società
potrebbero rimanere vittime del loro
incredibile successo.
La questione è diventata d’attualità
soprattutto negli Stati Uniti, dove
Google detiene il primato delle ricerche online con il 49,4% del mercato.
Seconda Yahoo con il 23%, poi Msn
con il 10,3, Aol con il 6,9 e a seguire
tutti gli altri.
I nodi da sciogliere sono diversi: conoscere come funzionano i motori di
ricerca, innanzitutto. Ma soprattutto
sapere se i risultati sono influenzati in
qualche modo e se, a loro volta, possono avere un qualche impatto sociale
ed economico.
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Foto di: Corbis (3)
Attualità Internet & privacy
tudini, gli stili di vita da rivendere poi a
inserzionisti pubblicitari», ha denunciato un collettivo di hacker, che sotto lo
pseudonimo di Ippolita ha redatto il
libro-denuncia The dark side of Google (Il
lato oscuro di Google), in pubblicazione
entro fine anno da Feltrinelli. D’altronde
la stessa Google nella sua webpage dedicata alle norme sulla privacy parla
chiaro: «Google raccoglie dati personali
quando vi registrate per accedere a un
servizio di Google o quando fornite altrimenti tali informazioni volontariamente. Possiamo combinare le informazioni che ci avete fornito con informazioni provenienti da altri servizi di Google o fornite da terzi allo scopo di acquisire una maggiore conoscenza dell’utente, ivi inclusi i contenuti personalizzati apposta per voi. Google si serve
di cookies e altre tecnologie per capire
come utilizzate i servizi di Google allo
scopo di migliorarne la qualità. Quando
visitate il nostro sito web, i server di Google registrano automaticamente informazioni quali l’Url, gli indirizzi, il tipo
Trasparenti come ai raggi X: ecco come rischiamo di essere navigando in Internet
di browser, il linguaggio del browser,
la data e l’ora della vostra richiesta».
«La maggior parte della gente non lo sa ma esistono dei dossier
potrebbe raggiungere nel momento in cui questi dati potessero
molto dettagliati sulle navigazioni online che ognuno di noi effetessere analizzati da software dedicati come Beagle, messo a punto
tua che vengono venduti ai pubblicitari e che costituiscono le
dall’italiana Export System e già utilizzato con successo per elafonti principali di introito dei vari motori di ricerca, Google per
borare i dati (intercettazioni telefoniche, documenti, e-mail, verprimo», denuncia Massimo Marchiori, professore di Computer
bali di interrogatori) legati all’indagine su Calciopoli. Beagle fa
science all’Università di Venezia e al MIT di Boston. E ora questi
parte della piattaforma Cogito, creata per l’analisi linguistica e
dossier potrebbero
la comprensione semantica delle informazioni non strutturate,
I
dossier
personali
sono
finire nelle mani dei
e cioè in grado di
ministeri di Giustizia dei singoli Stati, a partire dal Dipartimento
il principale introito dei interpretare il corretto
di Giustizia degli Stati Uniti, che ha
significato di ogni tergià ripetutamente chiesto ai maggiori motori di ricerca
mine e il modo in cui questo viene utilizzato all’interno di un
motori di ricerca americani di ottecontesto. «Quando per esempio cerco la parola “calcio” il nostro
nere informazioni sulle ricerche condotte da milioni di utenti,
sistema riesce a distinguere se si tratta del calcio di una pistola,
con l’obiettivo di implementare il Child Online Protection Act, la
del calcio inteso come elemento chimico o come gioco del pallegge federale che mette al bando i siti Internet che potrebbero
lone», spiega Stefano Spaggiari, amministratore delegato di Expert
arrecare danno ai minori.
System.
Analizzando i nomi di cose, i nomi propri di persona, i nomi delle
località o delle entità economiche, il sistema è in grado di opeahoo, Msn di Microsoft e Aol hanno già accettato
rare un collegamento – anche sotto il profilo temporale – fra perdi fornire questo tipo di informazioni, stando alle
sone che si conoscono tra loro, gradi di parentela, amicizie
recenti dichiarazioni di un portavoce del suddetto
comuni, interessi comuni, profili d’acquisto simili. A quel punto,
ministero, mentre Google continua a opporvisi,
l’unica via di fuga dal terribile occhio indagatore telematico sarà
sostenendo di non essere parte in causa nell’azione
staccare la spina da Internet (cioè dal mondo intero) o, più banallegale attualmente in corso. Ma fino a quando riumente, non aver assolutamente nulla da nascondere. Nudi, o
scirà a resistere a questo tipo di pressioni?
meglio «trasparenti», alla meta.  A.D.
Immaginiamo poi il grado di raffinatezza informativa che si
Y
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