evitiamo domani tristi ricordi
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evitiamo domani tristi ricordi
EVITIAMO DOMANI TRISTI RICORDI “Gerusalemme si ricorda di tutti i beni preziosi che possedeva…” (Lamentazioni 1:7) Questi versi, queste parole riferite a un popolo, a degli uomini così lontani a noi nel tempo, sono invece così vicine a noi nei sentimenti che esprimono. Il ricordo di Gerusalemme è un ricordo lontano, ma è soprattutto un ricordo doloroso. Il ricordo di beni preziosi che possedeva un tempo, ma che non ha saputo conservare, custodire. Beni che le erano stati donati e affidati dalla grazia di Dio, dal Suo amore. Approfittando della fine dell’anno e del nuovo che inizia, penso che abbiamo fatto tutti noi dei bilanci, delle valutazioni. Nelle nostre comunità si sono udite diverse testimonianze in ricordo di quanto il Signore ha compiuto di prezioso per noi nell’anno appena trascorso. Sono anche state elevate a Dio diverse preghiere per invocare le Sue benedizioni, la Sua provvidenza sulle nostre vite, sulle nostre famiglie e comunità per l’anno appena iniziato. Nei cuori di migliaia di credenti sono anche saliti al trono di Dio dei propositi, degli impegni, per il nostro immediato futuro… Tanti “beni preziosi” che noi ricordiamo, che noi invochiamo, che noi ricerchiamo e che influiscono, determinano la nostra vita, la nostra condizione. Principalmente interiormente e spiritualmente, ma anche familiarmente, materialmente, fisicamente ed in qualunque altro ambito della nostra esistenza. Per Gerusalemme, per il popolo di Dio di quel tempo era un ricordo di beni perduti; voglia invece essere per tutti noi il vivo ricordo di beni sui quali vogliamo vegliare per custodire gelosamente. In questo capitolo il profeta Geremia espone un lungo elenco di beni preziosi, oramai perduti dal popolo di Gerusalemme. Un tempo felice e popolosa; era divenuta triste e solitaria. Un tempo grande e forte; era ridotta in dura schiavitù. Un tempo nell’abbondanza e nella ricchezza; era ridotta alla fame e alla miseria. Un tempo santa e pura; si era corrotta ed era “divenuta come una cosa impura”, per la moltitudine dei suoi peccati. Un tempo piena di vita e di gioia; ora esprime così la sua angoscia: “dentro, è la morte… perché la mia ribellione è stata grave”. In questa lista di beni perduti, emergono due beni sui quali vogliamo tutti noi riflettere per apprezzarli e custodirli ed evitare così un domani segnato irreparabilmente da “tristi ricordi”. • La Veste La Bibbia spesso parla di una veste splendida, bianca, pura, che Dio dona al Suo popolo, ai Suoi figlioli. Questa veste ci parla del sommo bene che Dio ha donato all’anima nostra, quando abbiamo creduto nel Suo messaggio di salvezza; quando abbiamo accolto con fede Gesù come nostro Salvatore e Signore. Egli ha tolto da noi un cuore sporco, duro, ribelle… e ha messo in noi un cuore nuovo, puro, sensibile… Ci ha così rivestiti di una veste bianca, splendente, dopo aver tolto da noi gli “stracci sporchi”, i “panni lordati” della nostra vita nel peccato. Questa veste è un “bene” così prezioso, inestimabile, che Dio identifica in questo modo i salvati, i redenti: “Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello” (Apocalisse 7:14). Eppure questo popolo del passato ricorda la veste pura, ma con sofferenza, perché nel tempo, “tra le pieghe della sua veste”, ha nascosto della sporcizia! “La sua sozzura era nelle pieghe della sua veste; lei non pensava alla sua fine…” (v.9). Forse anche noi nascondiamo qualcosa tra le “pieghe” della nostra vita cristiana?… Quali sentimenti si celano tra le “pieghe” di un sorriso domenicale?… Quali azioni, quale condotta, si cerca di mascherare tra le “pieghe” della nostra onorata rispettabilità?… Come la purezza di un bambino che, crescendo, viene perduta e dimenticata nel tempo; perché sostituita dalla malizia, dalla furbizia e da altri sentimenti e comportamenti che sporcano la sua vita. Fratelli e sorelle, anziché venire a trovarci un tempo a soffrire della purezza perduta, “stendiamo le pieghe della nostra veste”! Apriamo il nostro cuore davanti al Signore! Forse vedremo delle macchie, della “sozzura”… ma Egli è in grado di lavarle e rendere nuovamente candida la nostra veste; rendere di nuovo puro il nostro cuore. Permettiamo al prezioso sangue di Gesù di pulire in profondità la nostra vita; manteniamo pura la nostra veste! “Beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna… Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte della città!” (Apocalisse 16:15; 22:14). • Il Consolatore Gesù disse ai Suoi discepoli: “Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità…” (Vangelo di Giovanni 14:16-17). Dopo aver lavato il nostro cuore ed averci rivestito delle vesti della salvezza, Dio ha messo in noi il Consolatore, lo Spirito Santo! La presenza del Dio vivente dentro di noi, per sempre! In ogni momento, in ogni luogo, in ogni circostanza…! Che tristezza però, ricordare la presenza di Dio, ma sentirla lontano… “Per questo, io piango; i miei occhi, i miei occhi si sciolgono in lacrime, perché da me è lontano il consolatore, che può ravvivare la mia vita” (v.16). Il Consolatore, Colui “che può ravvivare la mia vita”… Colui che poteva rialzarli, ravvivarli, era divenuto un ricordo lontano per questo popolo infedele e ribelle a Dio. E quando lo Spirito Santo è lontano, non c’è nulla che possa consolare e ravvivare il cuore dell’uomo. “…fra tutti i suoi amanti non ha chi la consoli… nessuno la consola… Sion tende le mani…non c’è nessuno che la consoli… Mi sentono sospirare…non c’è chi mi consoli” (v.2,9,17,21). Che ricordi tristi, amari… Ma grazie a Dio non finisce tutto qui! Caro lettore, anche per te non finisce tutto con delle tristi considerazioni! Il profeta, nello stesso libro delle Lamentazioni, rinnova il ricordo anche di qualcos’altro… • Le Compassioni di Dio “Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: È una grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le Sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!” (Lamentazioni 3:21-23). Fratelli e sorelle, cari amici amati dal Signore, ricordiamo senz’altro “tutti i beni preziosi” che Dio ci ha donato… Ricordiamo anche i nostri errori, per imparare da essi, per migliorarci, per conservare meglio i beni del Signore… Ma, ricordiamoci soprattutto delle compassioni di Dio: esse “…non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina”…! Di giorno in giorno, di mese in mese, di anno in anno! Mauro Stevanato Pubblicato su “Risveglio Pentecostale” gen.09