DISCORSO DEL PRESIDENTE

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DISCORSO DEL PRESIDENTE
CONFINDUSTRIA SERBIA
DISCORSO DEL PRESIDENTE
ASSEMBLEA GENERALE 2016
SESSIONE PUBBLICA
9/29/2016
Cari associati,
Cari colleghi del Consiglio Direttivo,
Questa quinta Assemblea Generale mi dà l’occasione per fare con voi il punto
sui risultati raggiunti e i progetti realizzati, che non solo vanno a confermare la
nostra posizione nel Paese dopo 4 anni di intensa attività ma che mostrano una
tendenza in continua crescita, e questo naturalmente grazie al vostro
contributo, ad una squadra sempre più preparata, alla passione di tutti i soci e
di coloro che hanno creduto e credono nel nostro lavoro.
Permettetemi a questo proposito di ringraziare e di salutare in sala innanzitutto
i rappresentanti del governo della Serbia ed il nostro Ambasciatore Giuseppe
Manzo.
Negli scorsi anni ho sempre amato dire che Confindustria Serbia è il porto
sicuro dell’impresa italiana, oggi posso dire che è diventata la casa degli
imprenditori italiani in Serbia. Abbiamo messo delle radici profonde e costruito
delle solide fondamenta, e lo dimostra il numero degli associati in continua
crescita.
La nostra spina dorsale è formata dai più grandi gruppi industriali, bancari ed
assicurativi del Paese, ma soprattutto da piccole e medie imprese, italiane e
serbe, che si rivolgono a noi per cogliere al meglio le opportunità di una
profonda amicizia che lega i nostri due paesi. A questo proposito mi fa piacere
salutare in sala Alberto Baban, presidente di Piccola Industria e vicepresidente
di Confindustria, voce autorevole di quel mondo che compone circa il 90 per
cento della nostra base associativa, proprio quelle piccole e medie imprese che
qui cercano e trovano territorio fertile per sviluppare il proprio potenziale.
Saluto in sala anche i rappresentanti della Camera di commercio della Serbia,
che ci fornisce un supporto insostituibile nelle relazioni con il mondo
imprenditoriale locale e con le istituzioni.
L’anno scorso ho concluso il mio discorso dinanzi a questa Assemblea
dicendomi convinto del fatto che una parte importante della crescita da
raccogliere risieda in questo Paese. Quest’anno ce lo confermano le istituzioni
economiche più importanti, dal Fondo monetario internazionale alla Banca
mondiale, che riconoscono gli sforzi compiuti dal governo per portare avanti
delle riforme indispensabili e soprattutto ne riconoscono i risultati.
Il Fondo monetario più di una volta quest’anno ha corretto al rialzo le
previsioni di crescita, e ad oggi vede per il 2016 un aumento del Pil del 2,5 per
cento, ma soprattutto una “ripresa economica in fase di accelerazione”. La
Banca mondiale ha parlato apertamente della Serbia come del Paese che
rappresenta l’economia più grande per dimensioni all’interno dell’area e che
dunque ha maggiormente contribuito, fra tutti e 6 gli Stati, all’andamento
positivo che si sta registrando nell’intera regione. Anche il presidente della Bers
ha confermato al termine della sua visita di fine di agosto che la Serbia
mantiene un ruolo chiave nel contesto della regione balcanica.
Proprio alla luce di queste analisi noi di Confindustria Serbia ribadiamo la
nostra convinzione, ovvero che questo Paese può essere il motore di uno
sviluppo importante per i Balcani occidentali e di tutta l’area.
La collaborazione è per noi il concetto chiave di questo sviluppo ed è per
questo che siamo impegnati per fare di Confindustria Serbia sempre più un
attore regionale: mantenendo ben salde le radici nella rete di Confindustria
Balcani abbiamo promosso attivamente la creazione di Assimont, l'Associazione
delle aziende italiane in Montenegro, e quella di Confindustria Albania, mentre
stiamo sponsorizzando una presenza più radicata in Croazia attraverso un
intenso dialogo con l’associazione degli imprenditori italiani in quel Paese.
Proprio in quest’ottica l’economia è però sempre più legata alla dimensione
politica e a quella necessità di pace e stabilità che deve essere posta come
condizione sine qua non nonostante le sfide che si possono presentare.
Come imprenditori apprezziamo fortemente l’impegno e la perseveranza del
premier serbo, Aleksandar Vucic, e della sua squadra di governo a favore della
pace e della stabilità regionale, anche attraverso operazioni di grande
concretezza quali sono i progetti infrastrutturali di importanza strategica. Il
primo ministro ha sostenuto con determinazione il progetto di autostrada che
lui stesso ha voluto definire “l’autostrada della pace”, e che partirà da Nis per
arrivare a Pristina ed infine a Durazzo in Albania. Il progetto è sostenuto
fortemente anche dall’Unione europea ed è stato discusso nell’ambito del
Processo di Berlino.
Questo importante vertice, dedicato ai Balcani occidentali, l’anno prossimo
verrà ospitato dall’Italia, Paese partner e amico da sempre di tutti gli Stati
della regione. Come ha dichiarato il nostro ministro degli Esteri, Paolo
Gentiloni, in una lettera indirizzata all’omologo serbo Ivica Dacic,
il vertice dell’anno prossimo sarà un’opportunità straordinaria per supportare
l’integrazione europea di questi Paesi attraverso il rafforzamento della loro
mutua cooperazione e attraverso la loro attiva partecipazione nel processo. I
preparativi del vertice sono già iniziati con una visita a luglio del
sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Amendola, che ha coinciso con una
riunione a Belgrado degli ambasciatori italiani di tutta la regione.
Nell’ottica di una necessità sempre più pressante di pace e stabilità abbiamo
apprezzato, come imprenditori di Confindustria Serbia, la compostezza ma allo
stesso tempo la ferma condanna da parte delle autorità serbe di ogni
rievocazione di fantasmi del passato, i quali non devono mai più
materializzarsi. Mi riferisco ad ogni forma di nazionalismo e di estremismo,
perché vogliamo e dobbiamo operare in Paesi che abbiano colto lo spirito di
un’Europa nata sulle ceneri degli orrori della Seconda guerra mondiale.
Chiediamo dunque, come imprenditori, una chiara presa di posizione da parte
delle istituzioni ed autorità politiche internazionali, contro ogni deviazione dai
valori fondanti dell’Europa e contro ogni revisionismo del passato che possa
essere diretto nei confronti di ideologie ma anche di accordi internazionali,
grazie ai quali è stata messa la parola fine alle guerre che hanno insanguinato
questa regione negli anni ’90.
Senza stabilità politica non ci può essere una vera crescita economica, e
questo è un concetto ribadito più volte dallo stesso premier Vucic. Non più
tardi della settimana scorsa, davanti alla sede internazionale più ampia e
prestigiosa, quella delle Nazioni Unite, Vucic ha dichiarato che oggi la Serbia si
presenta come pilastro di stabilità nel contesto dei Balcani occidentali, e ha
anche lanciato un monito sulla necessità di maggiori sforzi e volontà politica da
parte di tutti gli attori regionali. La Serbia, ha concluso, è fermamente
intenzionata a proseguire nella via della tutela della pace e dello sviluppo
economico.
Il Paese dimostra così di essere orientato più che mai verso un percorso
europeo, e lo dimostra anche l’apertura a luglio di due capitoli decisivi nei
negoziati di adesione, il 23 e il 24 che riguardano giustizia, diritti e sicurezza.
Ci auguriamo che la Serbia possa vedere al più presto l’apertura di altri capitoli
e così accelerare il suo percorso verso la piena adesione all’Unione europea e ci
auguriamo di poter dare anche noi un contributo a questo percorso di sviluppo.
Per fare questo pensiamo sia giusto puntare sulle risorse maggiori del tessuto
sociale, in particolare le donne e i giovani, e su un patrimonio culturale che
testimonia il forte legame fra i Paesi dell’area ed il resto d’Europa.
Quest’anno è stato contraddistinto da un’attenzione particolare da parte nostra
al mondo femminile, con eventi che hanno dato risalto all’importanza del
contributo delle donne alla nostra società, cultura ed economia. Abbiamo
cominciato con una mostra presso l’Istituto italiano di Cultura che volutamente
abbiamo inaugurato il 10 di marzo, non nella Giornata della donna dunque ma
in quella in cui le donne in Italia hanno ottenuto il diritto di voto e per questo
l’abbiamo voluta intitolare “Libere”. La stessa mostra è stata portata a maggio
a “Piazza Italia”, il centro culturale di Subotica. Ad aprile, invece, in questo
hotel, abbiamo organizzato una tavola rotonda per il rafforzamento del ruolo
femminile nell’economia, un evento questo che ha voluto rappresentare solo il
primo passo nella collaborazione tra la nostra associazione e tutte le istituzioni
competenti. Alla tavola rotonda è seguita la sfilata della giovane stilista serba
Marija Grahovac, intitolata “Touch”, supportata da Confindustria Serbia e
dall’associata Progetti che ha contribuito all’evento presentando le calzature
della nuova collezione Reda Milano.
Proprio questa idea nasce da quel concetto di Confindustria Serbia vista come
punto di riferimento per le giovani imprenditrici e i giovani imprenditori che
cercano nel collegamento fra i nostri due Paesi un’opportunità che può fare la
differenza.
Questi giovani sono capaci di anticipare innovazioni e spesso, permettetemi la
battuta, di prevedere il futuro. A questo proposito voglio salutare in sala
l’amico Giordano Riello, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria
Veneto ma soprattutto grande innovatore che ha saputo mostrare come sia
possibile il passo dall’industria tradizionale alla massima innovazione.
Esponente di una delle aziende che rappresentano da generazioni l’eccellenza
industriale italiana, Giordano ha saputo dimostrare un eccezionale intuito e
coraggio nel portare avanti i propri sogni.
Confindustria ha delle risorse vitali, che in Italia si chiamano Bocconi, Luiss,
Centro Studi Confindustria, ma ha anche a disposizione distretti industriali, poli
tecnologici e incubatori imprenditoriali. L’Area di ricerca scientifica e
tecnologica di Trieste ed il Polo Meccatronica di Rovereto sono degli esempi di
come i sogni possono trasformarsi in ricchezza e crescita, non solo per i singoli
ma per l’intera comunità. I giovani italiani come Giordano Riello possono
contare su una rete di Università e poli d’eccellenza, ma anche su istituzioni
finanziarie sensibili alle loro esigenze, che credono nelle loro idee e li aiutano
ad avviare le loro start-up.
Noi di Confindustria mettiamo a disposizione la nostra esperienza ed i nostri
successi per aiutare anche i giovani serbi a realizzare i loro sogni.
Abbiamo dunque cercato in questo anno di promuovere eventi che
testimoniano il forte legame fra l’economia e la società, e che hanno visto
coinvolte quelle categorie sociali che presentano a nostro avviso il maggior
potenziale e la più grande creatività, dote questa che accomuna senza dubbio i
nostri due Paesi. E su questa linea vogliamo continuare, per individuare delle
nuove opportunità soprattutto occupazionali, perché è proprio l’occupazione
uno dei pilastri della società sostenibile. In tal senso pensiamo che uno degli
elementi fondamentali, anzi ineludibili, sia rappresentato dalla formazione e
dall’istruzione. La chiave per la futura crescita del Paese sta proprio nella
capacità di formare quadri e forza lavoro dotati delle conoscenze e dei valori
richiesti dal sistema economico odierno.
Il focus di Confindustria Serbia nel prossimo periodo sarà anche puntato su
settori specifici dell’economia, come ad esempio il digitale. Quest’ultimo è a
nostro avviso una delle risorse più importanti per la Serbia, e non solo in
termini di cifre che si possono raggiungere. Vogliamo lanciare una proposta al
governo per far crescere anche in questo caso dei giovani talenti che possano
essere delle risorse attive nel settore ma che possano anche confluire in una
nuova generazione di imprenditori attraverso la creazione di parchi scientifici e
tecnologici che magari prendano ispirazione da quelli italiani sopra citati. Noi
come Confindustria siamo pronti a dare tutto il nostro supporto logistico e la
nostra esperienza imprenditoriale.
La Serbia è un Paese con una profonda tradizione industriale, ma che
attraverso la creatività e l’eccellente preparazione scolastica può fare quel
passo in più che collega il presente al futuro.
Siamo già sulla strada giusta: le aziende serbe con i loro software stanno già
facendo volare gli aerei di Ryan air e marciare le auto Tesla. Le stesse scelte
innovative potranno far volare il Paese e far marciare la regione verso il futuro.
Grazie a tutti voi, e come sempre,
Viva la Serbia, Viva l’Italia