Relazione assemblea Collegio Regionale Maestri di Sci Friuli

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Relazione assemblea Collegio Regionale Maestri di Sci Friuli
Relazione assemblea Collegio Regionale Maestri di Sci Friuli
Venezia Giulia
22 ottobre 2007
Attività collegio regionale
L'attività svolta dal Collegio regionale durante il 2007 ha principalmente coinvolto tre settori: i
corsi di formazione e aggiornamento, la lotta all'abusivismo e i rapporti con l'amministrazione
regionale.
Per quanto riguarda i corsi si è conclusa la formazione dei nuovi maestri di sci alpino iniziata nella
primavera del 2006. Si è ulteriormente cercato di elevare il livello culturale dei candidati maestri
attraverso un'articolata proposta didattica che ha visto la partecipazione di numerosi docenti
qualificati, in grado di portare nuovi motivi di interesse e approfondimento non solamente
relativamente allo sci, ma al contesto della montagna in generale. Sono stati introdotti dei criteri di
valutazione aggiuntivi per tenere conto in modo quantitativo anche dell'interesse, dell'attenzione
prestata e del comportamento generale dell'allievo. In sede di esame si è conseguentemente avuta
una maggiore severità di giudizio che ha portato a numerosi casi in cui il candidato si è visto
costretto a ripetere le prove, sia in pista che in aula. Riteniamo sia molto importante far passare il
messaggio che superare il test attitudinale non implica di per se essere già diventati maestri di sci.
Quella del maestro di sci è una professione, e deve essere acquisita in quanto tale attraverso i corsi
di formazione, dove agli allievi vengono richieste capacità e competenze che vanno oltre alla
semplice esecuzione tecnica. Queste capacità, ne più ne meno di quelle tecniche, devono essere
dimostrate in sede di valutazione finale e non si deve avere la convinzione che siano di valore
inferiore a quelle. A fronte di queste considerazioni ci fa piacere evidenziare le ottime prove in sede
d'esame di numerosi candidati, fatto che ci deve far considerare quanto importante potrà essere il
loro contributo all'interno delle scuole di sci. Su questo punto è stato aperto un dibattito sia in sede
regionale che nazionale con la FISI, di cui parlerò tra breve. Qui mi limiterò a sottolineare quanto
possa essere importante il ruolo delle scuole di sci sia nella fase di formazione del maestro che nella
successiva fase di inserimento dello stesso nell'ambito professionale. Se abbiamo pochi maestri di
sci che dopo aver acquisita l'abilitazione lavorano con le nostre scuole, dobbiamo fare un'attenta
analisi di come le scuole si rapportano a questi giovani e quali prospettive essi possono vedere nel
lavorare all'interno di una scuola. Considerando la molteplicità delle competenze che i corsi di
formazione cercano di dare ai nuovi maestri, ci auspichiamo che i consigli direttivi delle scuole di
sci trovino delle strade che, attraverso un migliore sfruttamento (mi si perdoni il termine che può
sembrare scorretto) di queste risorse, trovino anche nuovi stimoli e prodotti da offrire ai propri
clienti. Il mercato dell'insegnamento dello sci, da un lato si sta restringendo per una serie di motivi
che possiamo identificare nella concorrenza di altre attività sportive praticabili nel medesimo
periodo stagionale e nei costi generali per la vacanza in montagna, con il conseguente confronto con
tipologie di vacanza diverse, di ottimo livello qualitativo e a un prezzo inferiore; dall'altro ha le
potenzialità di allargarsi con l'entrata in gioco di economie globali che permettono l'arrivo di flussi
turistici da Paesi sino a poco tempo fa impensabili. Tuttavia l'allargamento porta con se il costo di
dover rivedere le proprie tipologie di offerta, ponendoci di fronte al dilemma se privilegiare il
guadagno o la qualità del prodotto. Su questo argomento dobbiamo stare attenti a non dare risposte
affrettate, generate solamente da motivazioni “passionali” o posizioni dottrinali. Perdonatemi una
breve divagazione in un contesto che può sembrare molto diverso, quello dell'ecologia. Tra due
specie animali, una delle quali sia preda e l'altra cacciatore, la garanzia di sopravvivenza è data
dall'equilibrio tra le due specie. Infatti, se i cacciatori esaurissero tutte le prede, questi si
estinguerebbero per mancanza di cibo; al contrario, se i cacciatori sparissero per un qualsiasi motivo
esterno, le prede andrebbero in contro alla sovrappopolazione, con conseguente diffusione di
malattie, indebolimento della specie e, alla fine, estinzione. In un simile quadro non è corretto, dal
punto di vista delle specie, propendere più per l'una o per l'altra. Ritornando alle nostre scuole di
sci, un eccessiva ricerca di una qualità mono-tematica (come stiamo facendo ora) ci porta ad
allontanarci dalle aspettative di molta potenziale clientela, a dover quindi alzare i costi, con il
rischio di metterci, per quanto validissimi sotto determinati aspetti, fuori dal mercato. Al contrario,
una svendita conseguente ad una incontrollata liberalizzazione, porterebbe ad un maggior numero di
ore di lezione, ma suddivise su un numero elevatissimo di insegnanti con scadimento della qualità e
perdita di immagine a livello internazionale. Data la nostra posizione dovremmo valutare
attentamente l'apertura verso forme più diversificate, mantenendo alto il livello qualitativo,
rendendoci conto che un prodotto di qualità lo è per una moltitudine di aspetti. La qualità passa
attraverso una filiera di elementi che vanno dall'accoglienza sino al pagamento della lezione, dove
ogni passaggio negativo può pesare, più della capacità tecnica del maestro, nel portare alla perdita
del cliente. E parlando di questo non si può nuovamente non chiamare in causa l'interazione con le
altre componenti della stazione invernale, argomento che in questa relazione eviterò comunque di
toccare.
Per quanto riguarda i nostri corsi di formazione, ad un già ricco bagaglio tecnico e culturale
costruito nel corso degli anni, stiamo ora aggiungendo moduli che permettano al maestro di
avvicinarsi a nuove competenze, tra queste il nordic walking e lo sci d'erba, ultimamente centro di
un interessante dibattito nato dalla crescente difficoltà di organizzare allenamenti in ghiacciaio.
Contiamo di partire nella prossima primavera con un nuovo corso di formazione per tutte le
discipline, all'interno del quale inserire queste novità, oltre ad incrementare l'aspetto multidisciplinare. I corsi di formazione organizzati nella nostra regione sono unanimamente considerati
di ottimo livello sia per quanto riguarda la qualità che per l'innovazione metodologica e di questo
devo ringraziare Lorenzo Alberti che in questi anni ha lavorato non solamente per la loro
esecuzione, ma ha costantemente cercato di ottenere risultati sempre migliori attraverso il confronto
con le altre regioni, lo scambio di idee con il consiglio, con i direttori ed i maestri, il contatto con
esperti di discipline diverse che potevano portare il loro valido contributo nel nostro settore.
L'esperienza maturata con i corsi di formazione ci sta ora portando a ripensare le modalità di
svolgimento dei corsi di aggiornamento, ed è probabile che novità ci saranno sin dai prossimi
moduli.
La lotta all'abusivismo, che non voglio identificare con una semplicistica posizione di difesa dei
diritti acquisiti da parte di una categoria, ha segnato quest'anno delle tappe importanti. C'è stata una
maggiore attenzione da parte degli uffici regionali che hanno attivato una serie di controlli sul
campo che, se non hanno portato ad azioni clamorose, hanno fatto comprendere che l'insegnamento
abusivo è un reato e come tale non può essere l'oggetto di azioni di favoritismo personali o 'etniche'.
Se c'è una legge è giusto venga fatta rispettare. Sulle motivazioni per le quali riteniamo giuste
queste azioni non mi soffermerò in questa relazione avendone trattato abbondantemente in altre
assemblee e sul nostro bollettino periodico. Da recenti colloqui con la direzione regionale sappiamo
che i controlli continueranno ad essere effettuati anche nel corso della prossima stagione invernale.
A questo proposito vi è da riscontrare un sensibile miglioramento dei rapporti con l'amministrazione
regionale. Negli ultimi mesi abbiamo avuto la possibilità di incontrare più volte funzionari attenti
alle nostre problematiche e anche i contatti con i politici sono stati generalmente positivi. Manca
ancora un coinvolgimento istituzionale e costante nella valutazione delle strategie turistiche per la
montagna ma, da quanto abbiamo capito, non è un problema che coinvolge solamente noi:
probabilmente manca una vera cultura turistica montana a livello regionale, ritenendo che la nostra
montagna non sia all'altezza di quelle, ad esempio, austriache o altoatesine. La scelta di continuare
ad investire centinaia di milioni di euro su impianti e piste, se può farci piacere come maestri di sci,
forse non è strategicamente la migliore quando le infrastrutture ed i servizi continuano ad essere di
scadente qualità.
A corollario della parte dedicata ai corsi di formazione per maestri di sci e connessa al rapporto con
le istituzioni vi è da segnalare un'interessante iniziativa dell'Istituto di fisica dell'Università di
Trieste che ci ha invitato all'evento Fisica e Sport, dedicato agli studenti delle scuole medie
superiori. In tale occasione è emerso che il nostro modo di insegnare gli elementi di fisica agli
allievi maestri, partendo dalle sensazioni per arrivare ai concetti, rappresenta un percorso alternativo
allo studio di questa materia. Ci hanno pertanto invitato a partecipare con un relazione al congresso
Comunichiamo la Fisica tenutosi presso la stazione marittima, sempre a Trieste. In collaborazione
con la dottoressa Anna Gregorio abbiamo mostrato come sia possibile arrivare ad argomenti anche
complessi seguendo una strada che non implichi grandi conoscenze matematiche e come le stazioni
sciistiche possano essere considerate dei veli e propri “musei della fisica” dove, invece che
sperimentare su attrezzature appositamente costruite, si utilizza direttamente il proprio corpo e
l'attrezzo per mettere in luce molti concetti dinamici percependone direttamente l'effetto. Il 29
ottobre ripeteremo l'incontro con gli studenti all'istituto di fisica di Trieste. È nostra intenzione
utilizzare questa collaborazione con l'Università per maggiormente qualificare la nostra categoria
presso l'amministrazione regionale.
Attività collegio nazionale
A livello nazionale la principale attività è stata quella di proseguire nella progettazione dei nuovi
percorsi formativi per i maestri di sci. Se dal punto di vista degli obiettivi si è pervenuti ad una
piena condivisione tra FISI, Collegio nazionale e AMSI, presentata al recente convegno direttori di
Cavajon Veronese, per quanto riguarda la definizione dettagliata della struttura dei corsi siamo un
po' in ritardo a causa delle vicissitudini che stanno coinvolgendo la Federazione. A tutt'oggi non si è
ancora riunito il gruppo di lavoro, comprendente la componente degli istruttori, e che dovrà definire
le regole ed i contenuti della formazione.
Con la FISI si sta in ogni caso dialogando in modo piuttosto costruttivo. Ho già ricordato la
richiesta di incentivare lo sci d'erba in vista della possibilità di farne uno strumento complementare,
non alternativo, per l'allenamento delle categorie più giovani. Da parte della presidenza si è presa
posizione nei confronti delle attività delle scuole e degli sci club: “Rispetto dei vari ruoli: allo sci
club per la preparazione ed attività agonistiche, alla scuola di sci l’insegnamento sportivo di base e
turistico” recita una recente lettera del presidente Morzenti alle società sportive. Da parte FISI si
stanno ricercando delle formule atte ad incentivare l'affiliazione degli sciatori. Potrebbe essere
un'occasione per trovare nuove forme di collaborazione anche con le scuole di sci; gli uffici stampa
e marketing delle tre entità coinvolte nell'insegnamento dello sci in Italia stanno studiando soluzioni
in proposito.
A livello nazionale ci si sta anche occupando della situazione Sportass. Scampato per il momento il
pericolo di una sospensione definitiva all'erogazione delle pensioni agli aventi diritto, siamo in
attesa di sapere a quale ente ed a quali condizioni verranno trasferite le posizioni in essere. È stato
chiesto un incontro al ministro Melandri e siamo in attesa che una delegazione venga ricevuta per
ottenere maggiori delucidazioni.
Situazione economica
Abbiamo già altre volte parlato delle grandi fluttuazioni alle quali è soggetto il nostro bilancio alla
data di chiusura a causa dell'irregolarità dei tempi di erogazione dei finanziamenti regionali e ci
siamo in qualche modo abituati a non spaventarci in caso di perdita, come a trattenere l'euforia in
caso di grandi avanzi. Il consiglio ha valutato attentamente la portata di queste oscillazioni,
confrontandole con l'aumento dei costi generali sia di gestione che organizzativi. La conclusione è
stata che, a fronte di una sistematica diminuzione nel corso del tempo del finanziamento regionale
che, ricordiamo, viene utilizzato per l'organizzazione dei corsi di formazione, specializzazione,
qualificazione e aggiornamento, le entrate istituzionali potrebbero non essere sufficienti a coprire le
spese della gestione ordinaria in caso di prolungato ritardo di erogazione dei fondi da parte dell'ente
pubblico. Questo potrebbe portarci a dover chiedere un prestito alle banche, con conseguente
aggravio di costo dovuto agli interessi. Siamo perciò nella necessità di dover chiedere all'assemblea
l'aumento delle quote di iscrizione per i maestri operativi, quelli cioè iscritti all'albo. Tale aumento
avrebbe effetto a partire dalla stagione 2008-2009. Contestualmente il direttivo opererà al fine di
rivalutare i finanziamenti regionali, nel qual caso il rientro dal maggior esborso potrà aversi
attraverso la riduzione dei costi di iscrizione ai corsi di aggiornamento, qualificazione e
specializzazione.
Il consiglio pertanto propone all'assemblea di portare la quota annuale di iscrizione all'albo al valore
di
euro.
Mario Fabretto
Presidente Collegio Maestri di sci
Regione Friuli Venezia Giulia
Udine, 22 ottobre 2007