ACCESSORI: SULLA NEVE, LA CLASSE NON è ACQUA

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ACCESSORI: SULLA NEVE, LA CLASSE NON è ACQUA
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ACCESSORI: SULLA NEVE, LA CLASSE NON è ACQUA
di Elena Banfi | beToys | 4 febbraio 2015
Chi ha classe si distingue ovunque. Lo stile è così, un dono ineguagliabile mappato nel DNA, qualcosa di
intangibile, spesso difficile da descrivere, ma chi lo possiede cammina mezzo metro sopra gli altri e chi sa
riconoscerlo è già sulla buona strada. Chi poi ne possiede davvero tanto, diventa un’icona e ovunque si trovi, in
qualsiasi attività si impegni, farà la differenza e rimarrà scolpito nella memoria di chi gli sta intorno. Prendete,
per esempio, le piste da sci: difficile che la classe si manifesti anche qui? Ricredetevi.
Cercate delle foto storiche di Gianni Agnelli al Sestrière o a St. Moritz e ve ne accorgerete: aplomb ineccepibile
anche se non c’è traccia di abito sartoriale, look creativo e iper chic, esempio di uno stile che non subisce i
capricci delle mode e che punta su pezzi nati per sfidare il tempo, con una storia da raccontare. In montagna le
scelte più raffinate cadono su dettagli unici, su scelte inusuali.
Prima di tutto, chi ha stile sta alla larga da colori shock. Poi, da tutto quello che è inflazionato e stravisto.
Accessori di nicchia fanno la differenza, creazioni di ricerca, spesso made to measure e personalizzabili, che
stupiscono, emozionano, abbinano sapientemente materie naturali e lavorazioni manuali a soluzioni ad altissimo
tasso tecnologico.
Questo è il segreto: non cadere nella trappola del look unicamente rétro, ma mixarlo con pezzi rivoluzionari.
Segreto custodito, per esempio, dagli sci prodotti da una piccola impresa vicentina, utilizzando un unico pezzo di
legno massello e materiali aerospaziali. O dall’interpretazione contemporanea dello scarpone disegnato per
Rodolfo Valentino negli anni ’20 (e per Greta Garbo una ventina d’anni dopo) realizzato a mano con
costruzione norvegese. O nel cappello più classico del guardaroba maschile, tinto con estratti di fiori, foglie,
bacche e radici.
Da calcarsi sulla testa quando si toglie il casco, per emulare l’eleganza sorprendente e non comune del campione
di sci alpino Leo Gasperl che, in relax sulle cime negli anni ’50, appoggiava il suo feltro (sì, proprio un feltro!)
sulle racchette piantate nella neve. E si godeva il bacio del sole e gli sguardi ammirati di tutti gli altri.
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