Rassegna Stampa

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Rassegna Stampa
Rassegna Stampa
Domenica 16 gennaio
Lunedì 17 gennaio 2011
TREVISO
Lunedì 17 gennaio, pag. 15
Domenica 16 gennaio, pag. 14
Il decreto di condanna
Falso prosecco Igt Multe salate per tre fratelli
CONEGLIANO. Erano accusati di aver venduto migliaia di litri di vino facendo comparire
sull’etichetta la dicitura, non rispondente al vero, di «origine Marca Trevigiana Igt».Il prosecco ed il
verduzzo venduti ad una mezza dozzina di clienti, invece, stando alle accuse, non sarebbero stati
prodotti con uve provenienti da vitigni Igt.Tre dei cinque produttori imputati, i fratelli Zaninotto,
hanno deciso di accettare il decreto penale che li condanna a pagare rispettivamente 5700 euro di
multa, poi 6840 euro e 4560 euro.Gli imputati, con ruoli e responsabilità diversificati, tra il 2005 e il
2009, avrebbero venduto migliaia di litri di vino e svariati quintali d’uva, attestando, stando alle
accuse, che i terreni nel Comune di Tarzo erano Igt per il Prosecco. Fatto che invece non
risponderebbe a verità.Gli altri due imputati, tra i quali i fratelli Zaninotto, hanno deciso di
continuare la battaglia giudiziaria in tribunale per cerare di dimostrare la loro innocenza.
Il giudice Gioachino Termini ha quindi ammesso le prove richieste sia dalla Procura che dagli
avvocati che rappresentano i produttori. Il dibattimento è quindi stato aggiornato. Due imputati
proseguono la battaglia.
Domenica 16 gennaio, pag. 27
IL
PROCESSO
Produttori
a
giudizio
per
aver
venduto
migliaia
di
litri
di qualità diversa da quella dichiarata (non era Igt): due danno battaglia
Prosecco col trucco: condannati tre fratelli
Roberto Ortolan
Colpo di scena nel processo nel quale cinque aziende produttrici di vino (dal prosecco al verduzzo)
e uva erano chiamate a rispondere dell’accusa di aver venduto migliaia e migliaia di litri facendo
comparire sull’etichettatura "origine Marca Trevigiana Igt" quando non era vero. Tre dei cinque
imputati, consigliati dai rispettivi avvocati, hanno deciso di rinunciare ai rispettivi decreti penali di
condanna mentre gli altri due continueranno la battaglia giudiziaria per dimostrare la propria
innocenza.
Con l’assistenza degli avvocati Bosco, Scantamburlo, Riponti, Zanchetta e Bottega, sono finiti a
giudizio - in seguito all’opposizione al decreto penale di condanna del giudice Elena Rossi - gli
imprenditori Mario Zaninotto, 41 anni, di San Polo di Piave; Giorgio Zaninotto, 37 anni, di
Conegliano; Giovanni Zaninotto, 46 anni, di Conegliano; Gian Ernesto Cattel, 46 anni, di San Donà
(l’unico chiamato a rispondere anche di falso); e Lionello Lot, 43 anni, di Farra di Soligo. I tre
fratelli Zaninotto (Mario per la propria azienda gli altri due quale presidente e amministratore della
Moinet srl) hanno così accettato il decreto penale che li condanna a pagare rispettivamente 5700
euro di multa (in sostituzione di 5 mesi di reclusione); 6840 euro (al posto di 6 mesi) e 4560 euro
(al posto di 4 mesi). Aggiornato il processo per gli altri due imputati.
I cinque imputati, con ruoli e responsabilità diversificati, con artifici e raggiri cartolari - tra il 2005
e il 2009 - avrebbero venduto migliaia di litri di vino e svariati quintali di uve - secondo la tesi
dell’accusa - a una mezza dozzina di clienti (Collina srl, Cide srl, Vinicola Tambucco srl;
Montereale srl; Paladin Giovanni & C snc; e A.C. srl) con fasulle credenziali di "Prosecco colli
Trevigiani Igt). Cattel - sempre per l’accusa - avrebbe falsamente attestato che terreni nel Comune
di Tarzo, erano zona Igt per il prosecco.
Il giudice Termini, dopo aver ammesso le prove richieste da Procura e avvocati difensori, ha
aggiornato il dibattimento durante il quale Lot e Cattel contano di dimostrare la propria innocenza.
Domenica 16 gennaio, pag. 10
L’EXPLOIT
La Carpenè Malvolti brinda anche nel 2010
CONEGLIANO - Rinnovata gestione aziendale, investimenti di impianti industriali e una crescita
dei risultati con 5,7 milioni di bottiglie vendute con un +7,9%. Una chiusura dell'annata nel segno
positivo quindi per la Carpenè Malvolti di Conegliano, storica casa spumantistica nel panorama
nazionale ed internazionale.
Un 2010 da ricordare non solo per gli innumerevoli successi che hanno fatto brillare il Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, la stella dell'azienda coneglianese nel firmamento delle
bollicine e sul piano della gestione aziendale è stata rinnovata e predisposta una struttura "Vendite marketing–produzione–ricerca & sviluppo–amministrazione&controllo" che dovrà favorire la
realizzazione del Piano di Sviluppo programmato per i prossimi tre anni.
«Per vendite e distribuzione sul mercato Italiano – illustra Antonio Motteran, direttore generale
della Carpenè - di rilevante importanza è stato il cambiamento del partner per la distribuzione che
dal 21 aprile 2010 è il Gruppo Italiano Vini, ovvero l’azienda di maggiori dimensioni che opera sul
mercato italiano nel settore del vino. Per quanto attiene ai volumi complessivi, sia del Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg sia degli spumanti dell'Arte Spumantistica, di Grappa e
Brandy in Italia più l'export, nell’esercizio solare si sono superati i 5,7 milioni di bottiglie, pari ad
un valore di 23,7 milioni di euro distribuiti per il 45% in Italia e per il 55% sui mercati esteri, in
particolare Svizzera, Canada/Quebec, Inghilterra, Giappone e Australia».
Nella performance positiva degli spumanti il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg
è in pool position e si attesta su una crescita in volumi pari al 7,9% e del 5,3% in valore dove la
crescita ha avuto luogo sui mercati esteri che hanno molto apprezzato la qualità del Prosecco
Carpenè Malvolti nel segmento di prezzo di fascia medio-alta.
I valori riferiti alle bollicine a livello nazionale per il 2010 – diffusi dall’Osservatorio Economico
Vini Effervescenti Italiani – registrano invece una leggera riduzione del mercato interno. Conclude
Moteran: «Contenuta la redditività, nonostante un incremento della cifra d'affari, a causa
dell'aumento del costo delle materie prime e del lavoro, inoltre la Carpenè come sempre investe in
ricerca e anche in questo esercizio ha realizzato importanti investimenti per il potenziamento
dell’impiantistica di cantina, con ampliamenti della capacità produttiva e interventi specifici,
finalizzati a migliorare ulteriormente il livello qualitativo».
Michele Miriade
Domenica 16 gennaio, pag. 30
Cinque parchi contro le piene
Dieci ettari di verde con centinaia di alberi si trasformeranno in vasche di laminazione
Annalisa Fregonese
Cinque vasche di laminazione, parchi pubblici e risparmio energetico: sono le caratteristiche salienti
del "Piano degli Interventi", braccio operativo del Pat, piano di assetto del territorio. In altre parole
si tratta dello strumento operativo che indica ai privati la strada da seguire per rispettare quanto
previsto dal Pat nell'elaborazione dei progetti che poi vengono presentati in municipio per
l'approvazione. «Il PI - ha spiegato il vice sindaco Bruno De Luca durante l'approvazione di questo
piano - contiene disposizioni operative, distribuisce i diritti edificatori di trasformazione territoriale,
ed ha una durata di cinque anni. Dopo di che tutto decade, si riparte da zero». Nel corso del 2010 i
tempi sono stati anticipati, ancor prima che il PI venisse approvato sono stati approvati ben diciotto
accordi urbanistici con ditte e privati cittadini. «Questo modo di operare - ha continuato De Luca ci ha permesso di reperire importanti risorse che abbiamo impiegato per attuare il programma in
termini di opere, infrastrutture importanti». Scendendo nel dettaglio, le cinque casse di laminazione
con valenza ambientale sono considerate strategiche. In sostanza si tratta di zone dove l'acqua
piovana può trovare sfogo, evitando a vie e quartieri di finire sott'acqua. Giocoforza queste zone
debbono essere mantenute a verde, ed ecco che esse assumono anche il ruolo di parco pubblico. Tra
poco ne saranno realizzate ben tre su cinque: zona Brandolini, zona cimitero via Altinate, zona ex
discoteca Mixer/Fratta. «La diffusione dei parchi - ha annotato De Luca - cioè spazi di svago e di
relazione, ad esempio nel quartiere Brandolini e nell'ex Mixer - sono circa 10 ettari - oltre ad
assumere caratteristiche ambientali di pregio, con la piantumazione di centinaia di alberi ed essenze,
è fondamentale sul piano idraulico perchè all'occorrenza verranno trasformati in vasche di
laminazione». In tema di sostenibilità ambientale, il regolamento edilizio collegato al PI anticipa le
regole regionali per il risparmio energetico degli edifici. Riguardo il dimensionamento, il PI ha
affrontato il tema del consumo del suolo. «Sotto il profilo della "superficie agricola utilizzata" - ha
spiegato De Luca - nell'analisi del Pat è stata calcolata una «sau» massima trasformabile, di 406mila
metri quadri. Questo è ciò che si potrebbe sviluppare. Il Pat però mette in gioco 215mila metri
quadri, cioè meno del 52% disponibile. Quindi una quantità che rispetta i concetti che stanno alla
base del nostro piano: sviluppo sostenibile, recupero e restauro del territorio. Non mangiare altra
terra, recupera quella che hai, restaura, rifà". Concetti espressi nella legge regionale di qualche anno
fa, approvata anche sulla spinta del «basta capannoni».
Domenica 16 gennaio, pag. 23
Ampliamento della Mestrinaro
Il Comune prepara l’appello
ZERO BRANCO. Stop all’ampliamento della Mestrinaro, il Comune gioca la carta del ricorso al
Consiglio di Stato ed incarica il legale trevigiano Antonio Munari. Dopo che, lo scorso novembre, il
Tribunale amministrativo regionale del Veneto aveva dato ragione alla ditta di trattamento inerti,
respingendo il doppio ricorso presentato dal Comune e dai cittadini della zona Bertoneria,
l’amministrazione Feston torna nuovamente ad appellarsi al Consiglio di Stato. La giunta ha
conferito l’incarico professionale all’avvocato Munari, che ha già seguito il Comune in precedenza
nella «partita Mestrinaro». Nel settembre del 2009, proprio il secondo grado del giudizio
amministrativo aveva stravolto la sentenza del Tar, dando ragione all’amministrazione zerotina e
quindi fermando l’ampliamento per l’attività di trattamento e recupero di rifiuti speciali su un’area
estesa 8.320 metri quadrati. Ma la Mestrinaro, nei mesi seguenti, aveva ripresentato il progetto,
ottenendo l’ok sia dalla giunta regionale che dalla commissione Via. La battaglia era tornata
tornatain tribunale. Ora l’ennesima partita, davanti ai giudici romani del Consiglio di Stato. (ru.b.)
Domenica 16 gennaio, pag. 9
IL PRECEDENTE Nel 1985 tracce a Nervesa e Arcade
ENERGIA Entro fine giugno due società londinesi devono presentare il progetto per la ricerca
Gas nel sottosuolo: è conto alla rovescia
Mauro Favaro
TREVISO - La ricerca di gas e petrolio nella Marca si sdoppia. Alla fine dell'anno scorso la
Celtique Energie, società che aveva richiesto al Ministero dello sviluppo economico di passare al
setaccio il sottosuolo trevigiano, ha ceduto la metà del permesso alla Apennine Energy. Entrambe
società londinesi con sedi in Italia: la prima a Matera e la seconda, controllata dalla Consul Oil &
Gas che conta già vari permessi di ricerca in giro nel nostro Paese, a Roma. Quest'ultima, inoltre, è
stata nominata «rappresentante unica» e guiderà le prossime indagini per individuare giacimenti di
idrocarburi nella Marca. Indagini che, dentro il perimetro dei 530 chilometri quadri del progetto
«Carità» (che comprende 35 comuni, da Susegana a Roncade, escluso il centro di Treviso) ormai
sono imminenti. Le società inglesi, infatti, sono chiamate a presentare agli uffici del Sant'Artemio il
Piano delle ricerche, condotte attraverso la formazione in superficie di onde sismiche controllate,
entro la fine di giugno. In primis perché «la società è tenuta, nel corso dello svolgimento delle
attività di ricerca - come si legge nel decreto ministeriale - a osservare tutte le prescrizioni,
indicazioni e condizioni del decreto della Provincia». Il che vuol dire che per togliere il velo dal
Master plan ci sono poco più di cinque mesi di tempo. Ma nel mezzo ci sono le elezioni provinciali,
e questo di certo non faciliterà le cose. Dopodiché la Celtique e la Apennine avranno tre anni di
tempo per iniziare i lavori di perforazione per le ispezioni vere e proprie (attraverso trivellazioni di
pozzi profondi sino a quattro chilometri). «La società è tenuta a iniziare i lavori di indagine
geofisica nell'area del permesso entro dodici mesi dalla prima, nel tempo, della date di consegna e
di pubblicazione nel Bollettino ufficiale degli idrocarburi (in questo caso del luglio del 2010, ndr) si legge nel documento di conferimento del permesso - ed è tenuta a iniziare i lavori di perforazione
entro quarantotto mesi dalla stessa data». Quel che è certo, comunque, nonostante il petrolio sia
sempre benvenuto, è che in cima alla lista dei desideri delle due compagnie ci sono le tracce di gas
già rilevate dall'Agip, nel 1985, sotto le colline di Nervesa e nel vicino territorio di Arcade. Anche
se nei piani delle società rientrerebbero pure le zone delle Grave del Piave e di alcuni tratti del Sile.
Domenica 16 gennaio, pag. 6
Rate negate per l’errore del Caf nonno vigile
strangolato dalle tasse
La pensione bassa. Un’auto da pagare, ovviamente a rate. Poi la disavventura tra i meandri della
burocrazia. E la vita di un nonno-vigile diventa presto un calvario. Tutto per colpa di un errore di
valutazione commesso da uno sportello Caf della città. Per questo sbaglio ad un pensionato
trevigiano non è stato possibile rateizzare il versamento delle tasse relativo all’ultima denuncia dei
redditi. Per far fronte all’esborso di 1.340.000 euro, l’uomo è stato costretto a scomodare i genitori
che a fatica gli hanno concesso il prestito, ma stringendo ancor più la cinghia. L’odissea è iniziata lo
scorso fine aprile, quando con tutta la documentazione necessaria in mano, il nonno-vigile si è
presentato ad un Caf della città, il solito a cui si rivolgeva da 40 anni, per compilare il 730.
«Mi trovai di fronte un’addetta evidentemente poco ferrata in materia - racconta sconsolato il
pensionato -. Tanto che ad ogni mia domanda era costretta a rivolgersi ad una responsabile. Così
presentai i miei documenti più quelli di mio figlio a carico facendo presente che aveva sforato lo
scaglione d’imposta. Ma l’impiegata stralciò la posizione del figlio, sostenendo che quel reddito era
già stato tassato alla fonte. Accettai, tornando a casa con un forte dubbio». Infatti non fu la scelta
più felice. «Consultai una persona esperta sulla dichiarazioni dei redditi e mi confermò che era stato
commesso un grossolano errore. A metà ottobre mi precipitai allo stesso Caf ed un’altra impiegata,
più preparata della precedente, per mio figlio mi fece compliare l’Unico. Pagai la mora di 21 euro.
Avevo 620 euro a credito a fronte di 1.340.000 da versare». Ora veniamo al dunque: «Ho chiesto di
poter rateizzare il versamento come avevo fatto qualche anno prima per mia figlia, contestando
l’errore. Ma la risposta secca fu un bel no! Ho quindi suggerito una cessione di credito sui 620 euro.
Ma nulla è cambiato. Non contento delle risposte ricevute, mi sono messo sulle tracce del
responsabile del Caf a cui telefonicamente spiegai il mio caso. Si riservò di darmi una risposta. Solo
il 29 dicembre la seconda addetta a cui mi ero rivolto, si degnò di sciogliere i dubbi del responsabile
e mi disse che "non possiamo venirle incontro perché lo statuto non lo prevede sui figli a carico".
Per fortuna, con grossi sacrifici e rinunce, prima del 31 dicembre avevo già saldato il conto con
l’Agenzia delle Entrate». Storie di ordinaria burocrazia.
Domenica 16 gennaio, pag. 14
PREGANZIOL
Radicchio e prodotti artigianali: giornata clou
PREGANZIOL - (nd) I migliori produttori del Radicchio Rosso di Treviso Igp si daranno
appuntamento stamane a Preganziol per la rassegna dedicata al ricercato ortaggio invernale. La
manifestazione, giunta alla sua 40. edizione, viene organizzata dalla Pro loco di Preganziol con il
patrocinio dell'amministrazione comunale. La mostra si terrà lungo viale Roma che dal Terraglio
porta alla stazione ferroviaria.
A fare da cornice alla trentina di espositori del "rosso fiore d'inverno" saranno anche le bancarelle
di
prodotti
artigianali
e
gastronomici
e
tante
altre
attrazioni
per
il
pubblico.
Per i golosi ci sarà inoltre la possibilità di degustare gli assaggi a base di radicchio. Ieri sera
all'Hotel Krystal c'e stata la proiezione del video "Fiore d'Inverno", seguita dalla cena di gala
promossa da Slow Food.
Domenica 16gennaio, pag. 25
Domenica 16gennaio, pag. 25
Lunedì 17 gennaio, pag. 14 edizione NAZIONALE
RISCHI ALIMENTARI
Arriva l’etichetta salvaconsumatori di Galan
Domani sarà una giornata importante per l'alimentazione in Italia. È prevista infatti l'approvazione
del disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria con l'indicazione della provenienza dei cibi, più
volte richiesta da alcune categorie, come ad esempio i produttori di suini che nel Veneto sono molto
presenti. Il provvedimento diventerà legge e sarà licenziato dalla commissione Agricoltura della
Camera in sede legislativa, pone una premessa fondamentale per la tutela dei consumatori e degli
stessi produttori onesti che puntano alla qualità. Un elemento questo di cui il made in Italy si è fatto
da sempre portabandiera. Il provvedimento italiano introdurrà l'obbligo di segnalare in etichetta
l'indicazione del luogo di origine o provenienza e anche l'eventuale utilizzazione di Ogm, in
conformità alla normativa comunitaria in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di
produzione iniziale fino al consumo finale. L'approvazione della norma è stata ampiamanete
auspicata anche dall'attuale ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan. Attualmente in Italia
l'obbligo di indicare l'origine è in vigore carne bovina, pollo, uova, olio extravergine di oliva, miele,
latte, frutta e verdura, passata di pomodoro. Ma presto lo diventerà anche per prodotti come carne di
maiale, di agnello e di coniglio, per yogurth, formaggi.
Domenica 16 gennaio, pag. 10 edizione NAZIONALE
ROVIGO Intervento della Finanza a Medà di Castagnaro in una struttura con 700 animali
Cinese gestiva un macello e un allevamento abusivi
ROVIGO - Agghiacciante scoperta dei finanzieri della Compagnia di Rovigo, ieri pomeriggio, a
Menà di Castagnaro, nella Bassa Veronese. Le fiamme gialle hanno trovato un macello
completamente abusivo e un allevamento di 700 capi di cui nessuno conosceva l’esistenza. Animali
morti, carcasse, liquami di natura biologica, strutture parzialmente realizzate in eternit. A gestirlo un
cinese trentaseienne, Z.C, che vive dal 2005 nella zona con la moglie. A pianterreno i coniugi
abitavano e praticavano la macellazione, in totale spregio delle norme sanitarie e comunitarie, con
coltello e mannaia, senza storditore o altro. Nell’immobile e nelle vicinanze centinaia di animali di
diverse specie, tra anatre, oche, faraone, polli, capre, tacchini, fagiani, maiali, cani e daini, oltre a 50
piccioni trovati morti nelle voliere. I finanzieri sono arrivati a Menà dopo aver controllato un
camion su strada. Nel cassone avevano trovato diversi animali macellati da poco, e malriposti in
sacchi di plastica, nonché un cartone contenente dei piccioni torraioli (specie protetta), secchi
contenenti frattaglie e residui della macellazione. Ieri l’ispezione. C’erano dei daini rinchiusi nel
ripostiglio adiacente i locali di macellazione. Probabilmente la carne era destinata a ristoranti
polesani.
Cristina Fortunati
Domenica 16 gennaio, pag. 11 edizione di PORDENONE
Il rilancio da una rapa
L’ambizioso progetto "Aspettando il brovedar" promosso da Moggio e Val Aupa
Paola Treppo
MOGGIO - C'è una piccola rapa alla base di un grande progetto promosso, a Moggio Udinese e in
Val Aupa, dal Comune, dagli agricoltori locali e dall'Ente Parco regionale delle Prealpi Giulie.
È stato presentato di recente in seno alla prima manifestazione gastronomica dedicata a questo
particolare ortaggio, Aspettando il brovedar, che ha visto esporre in piazza i loro prodotti non solo i
coltivatori ma anche gli allevatori e i gestori di trattorie, osterie, locande e rifugi. «L'obiettivo di
questa iniziativa è duplice - spiega il sindaco Daniela Marcoccio -; da una parte vogliamo far
conoscere e valorizzare la piccola rapa tipica del nostro paese, unica nel suo genere. Dall'altra
vogliamo andare a creare una nuova opportunità di lavoro per le donne che vivono a Moggio».
Tutto nasce dalla consapevolezza che la crisi economica di questi ultimi due anni ha messo in
ginocchio molte famiglie della montagna dell'Alto Friuli: a causa della chiusura di aziende e del
ricorso massiccio alla cassa integrazione, il tessuto economico legato all'industria si è indebolito.
Cosa fare nell'attesa di una ripresa, che forse richiederà anni? Offrire un'alternativa lavorativa a chi
vive in zone disagiate e lontane dei poli produttivi che ancora resistono alla recessione.
Puntare, quindi, su quello che di unico ha un comune e trasformarlo in elemento di forte richiamo
per la il turista gastronomico, che sia friulano, italiano o straniero. «Abbiamo cominciato scavando
nella nostra storia alimentare e recuperato, da una tradizione che è sempre rimasta orale e che si
stava disperdendo, un piatto originale, il brovedar». Si tratta di «una minestra che si serve dopo
oltre dieci ore di cottura i cui ingredienti di base sono appunto la piccola rapa di Moggio che viene
fatta macerare nelle sue foglie. Al preparato che si ottiene vengono poi aggiunti altri prodotti, che i
vecchi del posto cercando di mantenere segreti».
Slow Food è già fortemente interessato a questo piatto che ben presto si andrà ad aggiungere agli
altri presidi del Friuli Vg. «A livello economico, l'idea è di creare poi una cooperativa tra le donne
di Moggio che si dedichino alla coltivazione e alla trasformazione di questa particolare rapa». Il
progetto si chiama «Donne per il brovedar» e promette di dare nuovo impulso all'agricoltura di
questa parte della montagna.
Domenica 16 gennaio, pag. 11 edizione di PORDENONE
Ridolfi, allevamento in piena montagna
MOGGIO - (Pt) A Moggio Udinese l'azienda agricola «Ridolfi» si occupa di un tipo di allevamento
un pò diverso dal solito: conigli, agnelli, capretti e puledri vivono insieme in mandria in un
ambiente incontaminato senza l'impiego di concimi chimici o l'uso di mangimi artefatti.
Qui l'erba e i pascoli costituiscono la prima fonte di cibo per animali che vengono allevati. Le
famiglie in visita possono trovare un cavallo tranquillo per godersi una rilassante passeggiata tra i
boschi freschi e i pascoli inseriti nello scenario unico delle Prealpi Giulie.
Domenica 16 gennaio, pag. 11 edizione di PORDENONE
A CAVASSO NUOVO
Slow Food, in lizza la cipolla rossa
CAVASSO NUOVO - (Pt) Punta a diventare presidio Slow Food anche la "cipolla rossa" di
Cavasso Nuovo: il Comune, infatti, insieme ad alcuni piccoli produttori e appassionati del paese, ha
intrapreso un'azione di riscoperta e valorizzazione del prodotto. In pochi mesi di attività
promozionale avviata nel 2010 si è ottenuto un ottimo riscontro, sia da parte di persone intenzionate
all'acquisto, sia da parte di operatori di settore che intendono utilizzare questa cipolla per
attivitàgastronomiche e commerciali.
Attraverso la campagna di sensibilizzazione delle famiglie e degli agricoltori del paese è previsto
un sensibile incremento della produzione già a partire dal 2011. Negli anni futuri lo sviluppo della
coltivazione andrà di pari passo con la richiesta che il mercato prospetterà e le previsioni appaiono
già rosee. Nel 2011 sarà avviata una nuova campagna promozionale, più incisiva e mirata, verso gli
addetti del settore (commercianti, ristoratori e cultori) e verso un pubblico più vasto.
Tra gli eventi in programma serate di cucina tipica a base di cipolla, una giornata dedicata alla
"cipolla rossa", partecipazione a fiere, mercati, ed esposizioni di prodotti tipici.