La Filosofia Contemporanea? È vicina. Di Leone

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La Filosofia Contemporanea? È vicina. Di Leone
La Filosofia Contemporanea? È vicina. Di Leone Venticinque
1. Quattro giorni per pensare; tre notti in cella, nel silenzio dell’ Identità.
Monte Compatri (RM), Casa d’accoglienza di S. Silvestro, Scuola Estiva “PENSARE SENZA
RINGHIERE”. Uno spazio di quiete, strappato agli affari ed alla economia domestica. Effimero
ed efficace, da condividere per alleviare tutti insieme il disagio della pluralità. 50 corpi in fuga dall’Altro, adiacenti e stazionari, a riflettere sulle strade percorse e da percorrere. Lasciate
a sé stesse, le storie di vita parallele o divergenti, radicate o radicali, arretrano stordite dalle
responsabilità. Qui sono convenute e, nel calore energetico del gruppo, affermano: scegliere?
È il problema.
Siamo stati contadini, pastori e soldati. Poi sudditi, poi produttori, classi emergenti e intelligentzije rivoluzionarie. Abbiamo spaccato tutto, e i cocci sono in polvere. Frammenti di
persone, deboli corpi in corazze d’acciaio ormai sovradimensionate. Maschio-femmina, o
Femmina-maschio? Di fronte alla dittatura di un genere, per sovvertire fallocrazie antiche e
impotenti, la Filosofia della Differenza1 raccoglie oggi le voci che un tempo mancavano alla
storia degli storiografi. Quelle voci hanno parlato, facendo un ‘68. In palio era l’Identità di
genere: forze nuove e giovani per sfondare un diaframma anelastico, che è caduto cedendo le
armi. Arendt aveva scritto: processa il Male a Norimberga e lui ti risponderà come un coro,
banale: «Eseguivo solo degli ordini.»2.
La Società degli Uomini, oggi, rantola; i colpi di coda non mancano e fanno male, ma sono
gli ultimi. Adesso più donne possono guardarsi attorno, senza ringhiere, per constatare i danni e chiamare la carne con un nuovo nome: Persona.
La Società delle Persone ha sudato e sanguinato fatti: da Parigi a Berkeley; da Padova a
Trento. Gli eventi proseguono ancora per 30 anni: la subentrata Società degli Individui, anomica ed egotica, scricchiola e trema sotto i colpi che vengono da dentro. Accerchiamento?
Piuttosto coesistenza forzata col nemico che è nell’Io-Me. Facendo posto allo smarrimento il
corpo, nudificato dei suoi “titoli”, è ora libero di guardarsi attorno. C’è polvere, da convertire
in nuova calce viva.
Globalizzazione3 no, G-Localizzazione4 sì. Ciascuno dunque torni dalla trinc ea comune al
proprio dialetto, al proprio lessico famigliare, a casa propria. Per difenderla, con ogni mezzo.
Epperò, il problema della Identità non finisce dove comincia il focolare. E, a guardar bene,
l’identità dei corpi senza più un nome significante è confusa anche in camera da letto: non sa
che pesci pigliare. Cerchiamo aiuto: qualcuno risponde, nell’Agosto 2001.
2. Cronache da Monte Compatri
Dal 26 al 30 Agosto ‘01 una opportunità di aggiornamento, promossa dall’Università di
Roma Tre, ha fornito ai numerosi partecipanti della Scuola Estiva Pensare senza ringhiere
(H. Arendt) una panoramica sulla Filosofia Contemporanea. Tra le diverse correnti di pensiero alcune, a nostro avviso, possono interessare anche i non filosofi professionisti per il loro
valore riconducibile a problematiche d’attualità.
1
Per ulteriori approfondimenti: Delco A. (1988), Filosofia della differenza: la critica del pensiero rappresentativo in
Deleuze. Locarno, Pedrazzini Edizioni. Ruby, Ch. (1989) Les archipels de la difference: Foucault, Derrida, Deleuze,
Lyotard. Paris. Forcina M. (2000) Soggette: corpo, politica, filosofia: percorsi nella differenza, Milano. Cavarero A.
(2000), "La filosofia della differenza sessuale" (www.emsf.rai.it/).
2
Arendt H. (1963), Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil, New York, The Viking Press. Trad. It. La
banalità del male. Eichmann in Gerusalemme, Milano, Feltrinelli.
3
Paolazzi L. (1987), Globalizzazione dei mercati e sfide etiche. Urbino, Quattroventi.
4
A.A.V.V. (2000) Genova c[a]pitale: newsletter della glocal economy. Genova, De Ferrari.
Il tema esistenzialista del rapporto tra l’Io e l’Altro da Me emerge e si sviluppa nel corso
del ‘900. Da J.-P. Sartre ad E. Levinas; da H. Arendt a L. Irigaray, con le dovute distinzioni.
Le profonde lacerazioni nel tessuto della convivenza, assieme alle mutazioni socioculturali
degli ultimi 30 anni, hanno accompagnato il dibattito filosofico: anche il recente Finestre
dello psichiatra Pontalis sembra portare avanti l’idea di una possibile contaminazione tra i
generi filosofico e letterario, già proposta da J. Derrida ne La differànce (1968). Ne emerge
una filosofia della Differenza, un quadro poliedrico di contributi intorno al tema della Alterità e del riconoscimento reciproco tra Soggetto ed Oggetto, in un rispecchiamento che alterna
i rispettivi ruoli.
In Filosofia Estetica gli sviluppi della teoria musicale dal Secondo Dopoguerra hanno profondamente ridiscusso il valore del silenzio, della pausa tra eventi sonori come parte integrante dell’esperienza percettiva. Accanto a questa innovazione, nello stesso ambito disciplinare si è manifestata una riscoperta della natura come fonte del Bello. Anche per la coeva
sensibilizzazione sociale intorno ai temi dello sviluppo sostenibile, il concetto di una natura
vista come fonte di bellezza in se stessa è riconducibile all’Adorno della maturità. Successivi
sviluppi (I. Gaskell, la Geofilosofia di L. Bonesio) hanno aperto un dibattito con evidenti relazioni con la corrente artistica del Nouveau Réalisme, di cui Christo è il rappresentante forse
più conosciuto per le sue installazioni al tempo stesso colossali ed effimere5.
Contemporaneo ai percorsi teorici appena rievocati, il problema della genesi del linguaggio naturale vs. normativa ha avuto alterne vicende, ripercorse in un recente saggio di J.
McDowell, Mente e mondo (1999). La svolta linguistica di Wittgenstein in un primo momento aveva contribuito ad una sorta di riduzione a codice del processo comunicativo. La conoscenza del mondo e le stesse tematiche filosofiche in un certo senso atterrebbero a convenzioni linguistiche, con evidenti riferimenti alle scoperte scientifiche della fisica sulla struttura
della materia. I contributi al dibattito forniti da R. Carnap e W.V. Quine hanno recuperato un
aspetto della tradizione normativa Kantiana: il linguaggio è codice in quanto Quaestio iuri.
Così, dall’approccio materialista -storico che con L.S. Vygotskij aveva in un primo momento
affermato l’origine strumentale della comunicazione umana, altri autori – N. Chomsky in
particolare – avrebbero prevalso con una prospettiva mentalista del linguaggio. Così, il pr oblema di una unica forma di comunicazione comune, un codice condiviso, rimane in un certo
senso irrisolto. Sebbene le possibilità effettive di comunicazione globale siano oggi garantite
da risorse tecnologiche avanzate, vari Autori discutono e si confrontano sulla possibilità di
un ritorno alla pluralità dei linguaggi – alla Glocalizzazione.
Spunti di riflessione sulle incognite della modernità sono emersi anche dalle relazioni di F.
Bianco e G. Marramao. In riferimento all’Etica della responsabilità teorizzata da H. Jonas
(1993), nonché alla complessa questione del confronto storico-culturale tra Oriente ed Occidente. Su quest’ultimo aspetto l’attenzione si è rivolta al saggio di E.W. Said, Orientalismo
(1999), per il quadro interpretativo non trascurabile che propone. L’identità Orientale nel suo
insieme, in un certo senso, avrebbe avuto una genesi interamente Occidentale nell’ultima fase
del periodo coloniale. Successivamente, secondo lo studioso di origine Palestinese, tale identità nata all’esterno sarebbe stata re-importata e fatta propria dalle diverse etnie e culture,
contemporaneamente al diffuso processo di decolonizzazione.
5
Già negli anni ’60 l’artista bulgaro aveva mostrato il concetto di Pacquetage in un happening alla Galleria Nazionale
d’Arte Moderna di Roma, utilizzando materiali plastici in fusione. Si vedano in proposito anche le installazioni LandArt di R. Long).