Nuovi sviluppi dell`Analisi Matematica: lo studio di equazioni alle
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Nuovi sviluppi dell`Analisi Matematica: lo studio di equazioni alle
Nuovi sviluppi dell’Analisi Matematica: lo studio di equazioni alle derivate parziali nel dominio tempo-frequenza Fabio Nicola Politecnico di Torino Il Tempo della Scienza – Incontri del Giovedı̀ 2012 Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica Torino, 3 Maggio 2012 Sommario Analisi Tempo-frequenza Sommario Analisi Tempo-frequenza Pacchetti d’onda ed equazione di Schrödinger Sommario Analisi Tempo-frequenza Pacchetti d’onda ed equazione di Schrödinger Decomposizione in pacchetti d’onda e ricostruzione Sommario Analisi Tempo-frequenza Pacchetti d’onda ed equazione di Schrödinger Decomposizione in pacchetti d’onda e ricostruzione Compressione del propagatore di Schrödinger e delle onde Oscillazioni e frequenze Le oscillazioni di un segnale f (t) sono rilevate dalla sua trasformata di Fourier: Z +∞ b f (ω) = e −2πitω f (t) dt, ω ∈ R. −∞ Le frequenze dominanti sono quelle ω per cui il modulo |fˆ(ω)| è grande: Oscillazioni e frequenze Le oscillazioni di un segnale f (t) sono rilevate dalla sua trasformata di Fourier: Z +∞ b f (ω) = e −2πitω f (t) dt, ω ∈ R. −∞ Le frequenze dominanti sono quelle ω per cui il modulo |fˆ(ω)| è grande: Sebbene la trasformata catturi tutte le informazioni contenute nel segnale, il modulo |b f (ω)| da solo non ci dice quando e per quanto tempo tali frequenze sono presenti. Sebbene la trasformata catturi tutte le informazioni contenute nel segnale, il modulo |b f (ω)| da solo non ci dice quando e per quanto tempo tali frequenze sono presenti. Short-time Fourier Transform Possibile rimedio: si localizza il segnale vicino ad un istante t = x moltiplicandolo per una finestra centrata in x: Short-time Fourier Transform Possibile rimedio: si localizza il segnale vicino ad un istante t = x moltiplicandolo per una finestra centrata in x: Allora se ne prende la trasformata di Fourier, ottenendo cosı̀ la Short-time Fourier Transform (STFT) di f : Z +∞ Vg f (x, ω) = −∞ e −2πitω f (t)g (t − x) dt, x, ω ∈ R. Le frequenze principalmente presenti in un intorno dell’istante x sono quelle ω per cui |Vg f (x, ω)| è grande. La funzione |Vg f (x, ω)|2 si dice spettrogramma di f . Quando la finestra g è normalizzata in L2 , |Vg f (x, ω)|2 si interpreta come densità di energia di f nel piano tempo-frequenza; vale infatti la formula di Parseval ZZ Z Z |Vg f (x, ω)|2 dx dω = |f (t)|2 dt kg k2L2 := |g (t)|2 dt = 1 . R2 R R Le frequenze principalmente presenti in un intorno dell’istante x sono quelle ω per cui |Vg f (x, ω)| è grande. La funzione |Vg f (x, ω)|2 si dice spettrogramma di f . Quando la finestra g è normalizzata in L2 , |Vg f (x, ω)|2 si interpreta come densità di energia di f nel piano tempo-frequenza; vale infatti la formula di Parseval ZZ Z Z |Vg f (x, ω)|2 dx dω = |f (t)|2 dt kg k2L2 := |g (t)|2 dt = 1 . R2 R R Esempio di un segnale vocale, nel dominio dei tempi e delle frequenze: Esempio di un segnale vocale, nel dominio dei tempi e delle frequenze: Corrispondente spettrogramma: una finestra più lunga (figura a destra) migliora la risoluzione in frequenza ma peggiora quella nei tempi. Principio di indeterminazione di Heisenberg (1927) Per un segnale f normalizzato in L2 , l’indeterminazione nei tempi ∆t e quella nelle frequenze ∆ω soddisfano la disuguaglianza ∆t · ∆ω ≥ 1 . 16π 2 Principio di indeterminazione di Heisenberg (1927) Per un segnale f normalizzato in L2 , l’indeterminazione nei tempi ∆t e quella nelle frequenze ∆ω soddisfano la disuguaglianza ∆t · ∆ω ≥ 1 . 16π 2 Non si può quindi definire un concetto di frequenza istantanea per segnali arbitrari. I segnali con indeterminazione minima sono le funzioni Gaussiane 2 φ(t) = e −At , A > 0, insieme alle loro traslate e modulate: 2 φx0 ,ω0 (t) = e 2πiω0 t e −A(t−x0 ) , A > 0, x0 , ω0 ∈ R. Definendo gli operatori di traslazione e modulazione come Tx0 f (t) = f (t − x0 ), Mω0 f (t) = e 2πiω0 t f (t). possiamo scrivere φx0 ,ω0 = Mω0 Tx0 φ. I segnali con indeterminazione minima sono le funzioni Gaussiane 2 φ(t) = e −At , A > 0, insieme alle loro traslate e modulate: 2 φx0 ,ω0 (t) = e 2πiω0 t e −A(t−x0 ) , A > 0, x0 , ω0 ∈ R. Definendo gli operatori di traslazione e modulazione come Tx0 f (t) = f (t − x0 ), Mω0 f (t) = e 2πiω0 t f (t). possiamo scrivere φx0 ,ω0 = Mω0 Tx0 φ. Pacchetti d’onda ed equazioni di evoluzione Pacchetto d’onda: una funzione φ(t) ben localizzata in tempo e frequenza, i.e. i suoi valori sono molto piccoli al di fuori di un certo intervallo, mentre in tale intervallo è approssimativamente periodica con frequenza determinata. Ad esempio, traslate e modulate della Gaussiana. Nelle applicazioni alle equazioni alle derivate parziali si sostituisce il piano tempo-frequenza col piano posizione-momento, i.e. lo spazio delle fasi. Pacchetti d’onda ed equazioni di evoluzione Pacchetto d’onda: una funzione φ(t) ben localizzata in tempo e frequenza, i.e. i suoi valori sono molto piccoli al di fuori di un certo intervallo, mentre in tale intervallo è approssimativamente periodica con frequenza determinata. Ad esempio, traslate e modulate della Gaussiana. Nelle applicazioni alle equazioni alle derivate parziali si sostituisce il piano tempo-frequenza col piano posizione-momento, i.e. lo spazio delle fasi. Strategia per studiare equazioni alle derivate parziali lineari di evoluzione: I Decomporre il dato iniziale in pacchetti d’onda I Studiare l’evoluzione di ciascun pacchetto I Ricostruire la soluzione per sovrapposizione Pacchetti d’onda ed equazioni di evoluzione Pacchetto d’onda: una funzione φ(t) ben localizzata in tempo e frequenza, i.e. i suoi valori sono molto piccoli al di fuori di un certo intervallo, mentre in tale intervallo è approssimativamente periodica con frequenza determinata. Ad esempio, traslate e modulate della Gaussiana. Nelle applicazioni alle equazioni alle derivate parziali si sostituisce il piano tempo-frequenza col piano posizione-momento, i.e. lo spazio delle fasi. Strategia per studiare equazioni alle derivate parziali lineari di evoluzione: I Decomporre il dato iniziale in pacchetti d’onda I Studiare l’evoluzione di ciascun pacchetto I Ricostruire la soluzione per sovrapposizione Nel caso dell’equazione di Schrödinger l’evoluzione dei pacchetti d’onda e’ stata studiata da Schrödinger (1927), Dirac (1930), e altri: i pacchetti d’onda in prima approssimazione seguono la traiettoria classica nel piano delle fasi, in accordo con il principio di corrispondenza di Bohr (1920), e si disperdono. Esempio: particella libera Equazione di Schrödinger per la particella libera di massa m in dimensione 1 (costante di Planck normalizzata ad 1) ( 1 ∂x2 ψ i∂t ψ = 4πm t, x ∈ R ψ(0, x) = ψ0 (x) 2 Stato iniziale: ψ0 (x) = Mp0 Tx0 e −πx . L’evoluzione per pacchetto nel piano delle fasi (coordinate x, p) segue la retta x(t) = x0 + (p0 /m)t, p(t) = p0 Esempio: particella libera Equazione di Schrödinger per la particella libera di massa m in dimensione 1 (costante di Planck normalizzata ad 1) ( 1 ∂x2 ψ i∂t ψ = 4πm t, x ∈ R ψ(0, x) = ψ0 (x) 2 Stato iniziale: ψ0 (x) = Mp0 Tx0 e −πx . L’evoluzione per pacchetto nel piano delle fasi (coordinate x, p) segue la retta x(t) = x0 + (p0 /m)t, p(t) = p0 (nella simulazione p0 = 1, x0 = 10, m = 1/(4π)): Decomposizione rispetto ad una base Basi finite In uno spazio vettoriale di dimensione finita ogni vettore x si può decomporre rispetto ad una base {e1 , . . . , en }, come x = x 1 e1 + x 2 e2 + . . . + x n en . Se la base è ortonormale rispetto ad un prodotto scalare h·|·i, allora xk = hek |xi. Decomposizione rispetto ad una base Basi finite In uno spazio vettoriale di dimensione finita ogni vettore x si può decomporre rispetto ad una base {e1 , . . . , en }, come x = x 1 e1 + x 2 e2 + . . . + x n en . Se la base è ortonormale rispetto ad un prodotto scalare h·|·i, allora xk = hek |xi. Basi di Fourier Il concetto di “base” si generalizza a spazi di dimensione infinita. Ad esempio, ogni segnale f periodico, di periodo 1 e a energia finita su [0, 1], si scrive come X f = ck ek ; ek (t) := e 2πikt , k∈Z con Z ck = 0 1 e −2πikt f (t) dt. Basi di ondine In L2 (R), sono molto usate basi di ondine (wavelets): ψk,j (t) = 2j/2 ψ(2j t − k), k, j ∈ Z (scala 2−j , risoluzione 2j ), con ψ opportuna; Haar (1910), Daubechies, Stromberg, Meyer, Mallat, .... Svariate applicazioni nell’elaborazioni di segnali e immagini (ad es. compressione JPEG). Decomposizione atomica di Gabor Data una finestra g , e α, β > 0, consideriamo gli atomi di Gabor (1946) gk,n := Mβn Tαk g , Vorremmo decomporre ogni segnale f come X f (t) = ck,n gk,n (t) k, n ∈ Z. ω 2β k,n∈Z β per opportuni coefficienti ck,n . α 2α t Decomposizione atomica di Gabor Data una finestra g , e α, β > 0, consideriamo gli atomi di Gabor (1946) gk,n := Mβn Tαk g , Vorremmo decomporre ogni segnale f come X f (t) = ck,n gk,n (t) k, n ∈ Z. ω 2β k,n∈Z β per opportuni coefficienti ck,n . Possiamo pensare di operare in due tempi: Cg f −−−−→ {ck,n } analisi Dg {ck,n } −−−−→ sintesi n X k,n∈Z o ck,n gk,n . α 2α t L’analogia con le serie di Fourier suggerisce di prendere Z +∞ ck,n = hgk,n |f i = f (t)gk,n (t) dt −∞ Z +∞ = f (t)e −2πiβnt g (t − αk) dt −∞ = Vg f (αk, βn). L’analogia con le serie di Fourier suggerisce di prendere Z +∞ ck,n = hgk,n |f i = f (t)gk,n (t) dt −∞ Z +∞ f (t)e −2πiβnt g (t − αk) dt = −∞ = Vg f (αk, βn). Si vuole inoltre I unicità e stabilità della ricostruzione (sintesi): X Akf k2 ≤ |hgk,n |f i|2 , (1) k,n∈Z I stabilità dell’analisi: X k,n∈Z |hgk,n |f i|2 ≤ Bkf k2 . (2) L’analogia con le serie di Fourier suggerisce di prendere Z +∞ ck,n = hgk,n |f i = f (t)gk,n (t) dt −∞ Z +∞ f (t)e −2πiβnt g (t − αk) dt = −∞ = Vg f (αk, βn). Si vuole inoltre I unicità e stabilità della ricostruzione (sintesi): X Akf k2 ≤ |hgk,n |f i|2 , (1) k,n∈Z I stabilità dell’analisi: X |hgk,n |f i|2 ≤ Bkf k2 . (2) k,n∈Z Il sistema di funzioni {gk,n } si dice Gabor frame se soddisfa a (1) e (2) per qualche costante A, B > 0 (Duffin-Schaeffer, Janssen, Feichtinger, Gröchenig, ...) Tuttavia, anche se {gk,n } è un frame, gli atomi gk,n non sono in generale ortogonali, quindi non vale la formula di ricostruzione ingenua X f = Dg Cg f = hgk,n |f igk,n . k,n∈Z Tuttavia, anche se {gk,n } è un frame, gli atomi gk,n non sono in generale ortogonali, quindi non vale la formula di ricostruzione ingenua X f = Dg Cg f = hgk,n |f igk,n . k,n∈Z Tuttavia: Esiste almeno una finestra γ (finestra duale di g ) tale che, per ogni segnale f , X f = Dγ Cg f = hgk,n |f iγk,n . k,n∈Z Si può prendere, ad esempio, l’unica soluzione γ dell’equazione Dg Cg γ = g . Il problema della decomposizione atomica si riduce quindi a verificare quando il sistema di vettori {gk,n } è un frame: per questo è I sufficiente che i passi α e β siano abbastanza piccoli e la finestra g abbia un poco di regolarità e un poco di decadimento all’infinito; I necessario che αβ ≤ 1 (se αβ > 1 gli atomi gk,n sono troppo rarefatti nel piano tempo-frequenza per poter rilevare ogni segnale). Il problema della decomposizione atomica si riduce quindi a verificare quando il sistema di vettori {gk,n } è un frame: per questo è I sufficiente che i passi α e β siano abbastanza piccoli e la finestra g abbia un poco di regolarità e un poco di decadimento all’infinito; I necessario che αβ ≤ 1 (se αβ > 1 gli atomi gk,n sono troppo rarefatti nel piano tempo-frequenza per poter rilevare ogni segnale). Una applicazione tipica è la compressione di segnali (approssimazione non lineare): Cg Dγ analisi sintesi f −−−−→ {hgk,n |f i} −→ {N coefficienti più grandi} −−−−→ f compresso Rappresentazione alias compressione di operatori In algebra lineare ogni operatore lineare si rappresenta con una matrice, una volta fissata una base {e1 , . . . , en }. Le rappresentazioni più utili sono quelle (se esistono) in cui tale matrice è diagonale. In quel caso i vettori e1 , . . . , en sono autovettori di A: A ek = λk ek , λk ∈ C. Rappresentazione alias compressione di operatori In algebra lineare ogni operatore lineare si rappresenta con una matrice, una volta fissata una base {e1 , . . . , en }. Le rappresentazioni più utili sono quelle (se esistono) in cui tale matrice è diagonale. In quel caso i vettori e1 , . . . , en sono autovettori di A: A ek = λk ek , λk ∈ C. Prototipo del caso di dimensione infinita: Fourier (1822) considera l’equazione del calore ∂t u − ∂x2 u = 0 per un anello metallico di lunghezza unitaria. Osserva che d2 ek (x) = −4π 2 k 2 ek (x), dx 2 (ek (x) = e 2πikx , k ∈ Z), Rappresentazione alias compressione di operatori In algebra lineare ogni operatore lineare si rappresenta con una matrice, una volta fissata una base {e1 , . . . , en }. Le rappresentazioni più utili sono quelle (se esistono) in cui tale matrice è diagonale. In quel caso i vettori e1 , . . . , en sono autovettori di A: A ek = λk ek , λk ∈ C. Prototipo del caso di dimensione infinita: Fourier (1822) considera l’equazione del calore ∂t u − ∂x2 u = 0 per un anello metallico di lunghezza unitaria. Osserva che d2 ek (x) = −4π 2 k 2 ek (x), dx 2 (ek (x) = e 2πikx , k ∈ Z), e trova la soluzione u(t, x) = X e −4π 2 2 k t ck e 2πikx , k∈Z dove ck sono i coefficienti di Fourier della distribuzione del calore al tempo t = 0. Nella rappresentazione di Fourier possiamo quindi leggere l’evoluzione direttamente sui coefficienti: ck 7−→ e −4π 2 2 k t ck . Nella rappresentazione di Fourier possiamo quindi leggere l’evoluzione direttamente sui coefficienti: ck 7−→ e −4π 2 2 k t ck . In generale è difficile se non impossibile trovare le autofunzioni di un operatore esplicitamente. L’idea è che opportuni pacchetti d’onda, adattati all’operatore in questione, possano essere delle autofunzioni approssimate. La rappresentazione dell’operatore rispetto a tali pacchetti risulta una matrice quasi-diagonale: gli elementi di matrice numericamente non trascurabili sono vicini alla diagonale principale. Quasi-diagonalizzazione di operatori ellittici Si consideri, come esempio, l’equazione Hu := − ∂2u + x 2k u = f , ∂x 2 k≥1 Dato f ∈ L2 , la soluzione è data da u = H −1 f , dove H −1 si rappresenta coma una matrice rispetto a un Gabor frame: Cg f hgk,n |f i Matrice hgk 0 ,n0 |H −1 |γk,n i H −1 H −1 f Dγ P 0 0 k,n hgk ,n |H −1 |γk,n ihgk,n |f i Quasi-diagonalizzazione di operatori ellittici Si consideri, come esempio, l’equazione Hu := − ∂2u + x 2k u = f , ∂x 2 k≥1 Dato f ∈ L2 , la soluzione è data da u = H −1 f , dove H −1 si rappresenta coma una matrice rispetto a un Gabor frame: Cg f hgk,n |f i Matrice hgk 0 ,n0 |H −1 |γk,n i H −1 H −1 f Dγ P 0 0 k,n hgk ,n |H −1 |γk,n ihgk,n |f i Tale rappresentazione è quasi-diagonale: per ogni N ∈ N, |hgk 0 ,n0 |H −1 |γk,n i| . (1 + |(k 0 , n0 ) − (k, n)|)−N In termini geometrici l’operatore H −1 sostanzialmente non sposta i pacchetti d’onda nel piano delle fasi, ma si limita ad alterarne l’ampiezza. Questo vale in dimensione qualsiasi per equazioni ellittiche. Rappresentazione di propagatori di Schrödinger rispetto ad un Gabor frame In generale, per equazioni di evoluzione si cercano rappresentazioni le cui matrici sono I sparse: in ogni colonna ad in ogni riga c’è solo un numero finito di elementi numericamente non trascurabili; I ben organizzate: gli elementi di matrice numericamente non trascurabili si trovano in posizioni ben determinate. Questo permette la selezione, a priori, degli elementi di matrice da considerare e l’implementazione di algoritmi di calcolo veloci. Consideriamo l’equazione di Scrödinger lineare in dimensione 1 i∂t ψ = H(x, 1 ∂x )ψ, 2πi con dato iniziale ψ(0, x) = ψ0 (x). Sia gk,n un Gabor frame, γ una finestra duale, e indichiamo con |ψ0 i, |gk,n i gli stati aventi come funzioni d’onda ψ0 e gk,n rispettivamente. Possiamo rappresentare il propagatore U(t) = e −itH come una matrice rispetto al Gabor frame gk,n : |ψ0 i Cg hgk,n |ψ0 i Matrice hgk 0 ,n0 |U(t)|γk,n i U(t) U(t)|ψ0 i Dγ P 0 0 k,n hgk ,n |U(t)|γk,n ihgk,n |ψ0 i Sparsità della rappresentazione di Gabor per l’equazione di Schrödinger Se la finestra g è, ad esempio, una Gaussiana, e l’Hamiltaniana H(x, p) cresce al più quadraticamente, allora gli elementi di matrice numericamente non trascurabili sono quelli che si trovano vicino al grafico del flusso Hamiltoniano classico χt : R2 → R2 . In formule, |hgk 0 ,n0 |U(t)|γk,n i| . (1 + |(αk 0 , βn0 ) − χt (αk, βn)|)−N per ogni N ∈ N; (Cordero, N., Rodino, 2009) p 2β β α 2α x Sparsità della rappresentazione di Gabor per l’equazione di Schrödinger Se la finestra g è, ad esempio, una Gaussiana, e l’Hamiltaniana H(x, p) cresce al più quadraticamente, allora gli elementi di matrice numericamente non trascurabili sono quelli che si trovano vicino al grafico del flusso Hamiltoniano classico χt : R2 → R2 . In formule, |hgk 0 ,n0 |U(t)|γk,n i| . (1 + |(αk 0 , βn0 ) − χt (αk, βn)|)−N per ogni N ∈ N; (Cordero, N., Rodino, 2009) In termini geometrici: l’immagine mediante il flusso Hamiltoniano χt di un rettangolo contenente il punto (αk, βn) si sovrappone solo ad un numero (uniformemente) finito di rettangoli, e questi sono nelle vicinanze del punto χt (αk, βn). p 2β β α 2α x Rappresentazioni sparse per equazioni iperboliche Per l’equazione delle onde ∂t2 u − ∂x2 u = 0, 2 con dati iniziali u(0, x) = 0, ∂t u(0, x) = e 2πip0 x e −π(x−x0 ) , x0 = 2, p0 = 0, abbiamo la seguente evoluzione nello spazio delle fasi: Nel limite dell’ottica geometrica (lunghezza d’onda piccola), i raggi percorrono nel piano delle fasi le rette ( x(t) = x0 ± t |pp00 | p(t) = p0 . Questo flusso “rispetta” la partizione dello spazio delle fasi corrispondente ad un Gabor frame: i raggi che partono da un “rettangolo di Gabor” raggiungono al tempo t solo un certo numero fissato di rettangoli, nelle vicinanze: la corrispondente matrice di Gabor è quasi-diagonale. Nel limite dell’ottica geometrica (lunghezza d’onda piccola), i raggi percorrono nel piano delle fasi le rette ( x(t) = x0 ± t |pp00 | p(t) = p0 . Questo flusso “rispetta” la partizione dello spazio delle fasi corrispondente ad un Gabor frame: i raggi che partono da un “rettangolo di Gabor” raggiungono al tempo t solo un certo numero fissato di rettangoli, nelle vicinanze: la corrispondente matrice di Gabor è quasi-diagonale. Lo stesso accade in dimensione maggiore, e dovrebbe generalizzarsi ad ogni equazione iperbolica a coefficienti costanti. x2 x(t) x0 x1 Equazione delle onde a coefficienti variabili Consideriamo l’equazione delle onde in un mezzo non omogeneo: ∂t2 u − c(x)2 ∂x2 u = 0. Il corrispondente propagatore non ha una rappresentazione sparsa rispetto ai Gabor frames. Equazione delle onde a coefficienti variabili Consideriamo l’equazione delle onde in un mezzo non omogeneo: ∂t2 u − c(x)2 ∂x2 u = 0. Il corrispondente propagatore non ha una rappresentazione sparsa rispetto ai Gabor frames. Geometricamente la cosa si spiega come segue: nel limite dell’ottica geometrica i raggi che partono dal rettangolo di Gabor contenente un punto (αk, βn) al tempo t sono sparpagliati su N rettangoli con N ∼ n → +∞ per n → +∞. Una partizione dello spazio delle fasi adatta è invece quella mostrata nella figura a lato. I corrispondenti pacchetti d’onda sono i cosiddetti atomi d’onda (Cordoba-Fefferman 1978, Demanet 2006), p 2 φx0 ,p0 (x) = c e 2πixp0 e −π|p0 |(x−x0 ) . Essi sono essenzialmente supportati, nello spazio delle fasi, in un rettangolo di dimensioni |p0 |−1/2 × |p0 |1/2 e centro in (x0 , p0 ). Nella partizione discreta, x0 = n2−j/2 , j ∈ N, n ∈ Z, |p0 | ∼ 2j . x Una partizione dello spazio delle fasi adatta è invece quella mostrata nella figura a lato. I corrispondenti pacchetti d’onda sono i cosiddetti atomi d’onda (Cordoba-Fefferman 1978, Demanet 2006), p 2 φx0 ,p0 (x) = c e 2πixp0 e −π|p0 |(x−x0 ) . Essi sono essenzialmente supportati, nello spazio delle fasi, in un rettangolo di dimensioni |p0 |−1/2 × |p0 |1/2 e centro in (x0 , p0 ). Nella partizione discreta, x0 = n2−j/2 , j ∈ N, n ∈ Z, |p0 | ∼ 2j . Vale qui la relazione estensione spaziale = (lunghezza d’onda)1/2 . A confronto, per gli atomi di Gabor, estensione spaziale = (lunghezza d’onda)0 = costante. x Varie generalizzazioni in dimensione maggiore. Si ottengono, in particolare, altri pacchetti d’onda, detti curvelets o shearlets, rispetto alla quali le equazioni iperboliche hanno pure una rappresentazione sparsa (Candes-Demanet 2005, Guo-Labate 2008). Bibliografia essenziale E. Candes and L. Demanet, The Curvelet Representation of Wave Propagators is Optimally Sparse, Comm. Pure Appl. Math., 58 (2005) 1472-1528. E. Cordero, F. Nicola and L. Rodino, Sparsity of Gabor representation of Schrdinger propagators, Appl. Comput. Harmon. Anal., 26 (2009), 357-370. A. Cordoba, C. Fefferman, Wave packets and Fourier integral operators, Comm. PDE, 3(11), 979-1005, (1978). L. Demanet, Curvelets, Wave Atoms and Wave Equations, Ph.D. Thesis, California Institute of Technology, May 2006. K. Guo and D. Labate, Representation of Fourier Integral Operators using Shearlets, J. Fourier Anal. Appl., 14, (2008), 327-371. K. Gröchenig , Foundations of Time-Frequency Analysis, Birkhäuser, Boston, 2001. S. Mallat, A Wavelet Tour of Signal Processing, Academic Press, 1999.