75 - Maggio 2011 - Parrocchia S. Maria della Clemenza e S. Bernardo

Transcript

75 - Maggio 2011 - Parrocchia S. Maria della Clemenza e S. Bernardo
Anno XXXV - Maggio 2011 - Periodico della parrocchia S. M. Clemenza S.Bernardo
DON PEPPINO E I SUOI
50 ANNI... DA SACERDOTE
Il tempo passa proprio rapidamente,
ricordo infatti come fosse ieri la preparazione del libretto a ricordo del
40° di ordinazione sacerdotale, distribuito in occasione della benedizione
delle case del 2002... invece sono
passati velocemente altri 10 anni, e
il mio amico don Peppino ricorderà
quest’anno le sue nozze d’oro con il
Signore. Dopo 11 anni di collaborazione, tanto sono gli anni da cui ci
conosciamo, e con il suo entusiasmo
di sempre, don Peppino ha accettato
la mia idea di dedicare al suo 50
esimo di ordinazione sacerdotale la
prima pagina del S. Bernardo ‘75,
sostituendomi eccezionalmente al suo
tradizionale messaggio alla comunità, che occupa questa pagina da
18 anni, da quando l’allora Vescovo
Giacomo Capuzzi lo inviò a S. Bernardo da Guardamiglio.
Allora don, da cosa vogliamo iniziare, per 50 anni di storia ci sarebbero tante cose da chiedere, forse
non basterebbero tutti i S. Bernardo
‘75 degli ultimi 18 anni, tanti ormai
sono gli anni che sono passati dal
tuo arrivo come parroco a S. Bernardo. Prima delle domande, però
vorrei fare un breve riassunto dei
tuoi principali incarichi pastorali:
- vice-Parroco a Cavacurta
(10/61-1962)
- vice Direttore Casa della Gioventù
(07/62-66)
- assistente Scout (62-69)
- vice-Parroco all’Ausiliatrice in Lodi
(08/66-69)
- vicerettore del Collegio Vescovile
(01/69)
- Pro-Rettore del Collegio Vescovile
(09/73-08/83)
- Parroco di Galgagnano
(11/76-10/79)
- collaboratore pastorale dell’Addolorata
in Lodi (10/79-82)
- Parroco di Guardamiglio
(08/83-07/93)
- amministratore della parrocchia di
Valloria, frazione di Guardamiglio
(09/86-88)
- Parroco di S. Maria della Clemenza e S. Bernardo (dal settembre
1993)
La tua Ordinazione è avvenuta nella
chiesa dell’Ausiliatrice, come mai?
Nel 1961 il Duomo era inagibile
perchè in ristrutturazione e perciò si
è trovato ospitalità nella parrocchia
dell’Ausiliatrice. Il 27 maggio sono
stati ordinati 5 sacerdoti, altri 2 il 28
maggio.
Ricordo una giornata piena di sole
e poiché in macchina si era in so-
Don Peppino con i suoi genitori, 1961
1
vrannumero, il vigile ci ha fermati e
voleva multarci, ma poi saputo che
si andava per la mia Ordinazione,
mi sono salvato con la promessa di
un’Ave Maria!
E della prima Messa celebrata il 1
giugno 1961 a Graffignana, dove
risiede la tua famiglia, che ricordo
hai?
Era la festa del Corpus Domini, hanno partecipato i miei genitori e le mie
due sorelle, e vi è stata grande partecipazione dei miei concittadini. La
banda del paese mi accompagnò
da casa alla chiesa e i chierichetti
furono estratti a sorte dai coscritti della classe del ‘37, l’omelia fu tenuta
da don Gianni Bergamaschi ed il
parroco dirigeva la corale. Poi frugale pranzo all’asilo parrocchiale e
al pomeriggio solenne processione
per le vie del paese addobbato a
grande festa, ma alla processione
era assente mio padre, che da buon
coltivatore diretto, al pomeriggio dovette ritornare in stalla, per mungere
le nostre 5 mucche.
Tornando indietro negli anni, come
è nata la tua vocazione? Quale
l’apporto della tua famiglia alla
tua scelta, e successivamente in
tutti questi anni?
In ogni vocazione, compresa anche
quella matrimoniale, l’apporto della
Don Peppino in Kenya, gennaio 2009)
2
famiglia non manca mai, e nel mio
caso è stato rispettoso della mia
scelta, anche se mio padre avrebbe
preferito che continuassi la sua attività di agricoltore diretto in proprio,
ma probabilmente c’era bisogno
che facessi l’agricoltore, ma in campi più vasti... così dalle mucche della stalla, mi sono trovato invece alle
pecore! Le solite sorprese della vita.
Come mai sei conosciuto da tutti
come “don Peppino” e non come
“don Giuseppe”, tuo nome di battesimo?
Il nome è dovuto al fratello di mio
padre, che si chiamava Peppino in
paese, ed è morto sul Carso nella
guerra del 1915-18! Come si usava allora, tutti i fratelli di mio padre,
erano in 6, hanno un figlio chiamato
“Peppino”.
Dopo 50 anni di sacerdozio, non
ti chiedo se sei contento della tua
scelta, perchè è talmente evidente
e scontata la risposta, però come ti
sei trovato nelle realtà dove i Vescovi lodigiani ti hanno chiamato ad
esercitare il tuo ministero, e cosa ti
hanno lasciato queste esperienze?
Dove il Vescovo mi ha mandato, mi
sono trovato sempre bene, ed anche
per questo mi ritengo fortunato. Non
ho mai chiesto di occupare un posto
o un altro, anzi quando dovevo es-
sere trasferito, mi dispiaceva sempre
un po’, perché sapevo chi lasciavo
e non sapevo chi trovavo, ma trovandomi bene poi, la nostalgia durava
una settimana! Poi sono un ottimista
e allora delle varie realtà dove mi
sono trovato, ricordo sempre e soprattutto il positivo.
CASA DELLA GIOVENTU’-AUSILIATRICE (dal 1962): è stata la mia
prima esperienza pastorale stabile
(poiché l’anno prima la mia esperienza pastorale è stata con la valigia in mano: Volpiano (TO), San
Giuliano Milanese, Caselle Lurani,
Galgagnano, Cavacurta), dove sotto la guida di due esperti maestri,
don Giulio Marazzina e don Nino
Staffieri, ho imparato a fare il prete in mezzo ai giovani. Un mestiere
che non ho mai dimenticato, anzi ho
sempre cercato di aggiornare. Allora la casa della gioventù era il centro giovanile della città: ricordo la
catechesi il sabato sera alle ore 21
(ben 150 partecipanti dai 15 ai 30
anni), sono stato assistente spirituale
“qualificato” degli Scout del gruppo
Lodi I, poi lo sport con squadre di
calcio, pallavolo, basket, tennis,
ping-pong, biliardo; il gruppo culturale con il ricostruito cinema-teatro
del Viale (quante ore in prefettura a
Milano per i vari permessi, una volta
mi hanno anche “rubato” la 500
per sosta vietata), gite in montagna
e ferie al mare, l’esperienza alla domenica con i giovani al carcere Beccaria, tornei di calcio, tennis… con
spirito missionario. Il primo corso per
fidanzati a Lodi, è stata una nostra
invenzione, per preparare comunitariamente i giovani al matrimonio.
Ricordo che quando mi hanno destinato al collegio Vescovile, ho sofferto un po’, perché questa è stata
un’esperienza forte ed irrepetibile.
Quanti giovani della città ho conosciuto e che ora rivedo, ma come
papà e nonni!
COLLEGIO VESCOVILE (dal dicembre 1968 all’agosto 1983): era il
periodo della contestazione giovanile e studentesca con scioperi, cortei,
occupazioni nelle scuole pubbliche
e tutti i 420 studenti del collegio ne
venivano coinvolti. E’ stato un periodo difficile sia sotto il profilo educativo che disciplinare, allora bisogna-
va usare la carota in una mano e
nell’altra il bastone, e molto dialogoconfronto con tutti. Disciplina ma
famigliare, così la chiamavo. Sono
molti i miei ex alunni, di cui ho celebrato il matrimonio, con i quali sono
in contatto, anche su Facebook! Tutti quelli del Vescovile, ricordano il
“profumo del clan” della mia pipa,
quando capita d’incontrarci ancora, per qualche rimpatriata, dopo
30 anni! In quegli anni ero anche
al mattino insegnante di religione
all’Itis Volta ed al Bassi: bellissimo,
riuscivo 2 volte all’anno (a quei tempi di contestazione) a fare anche
il compito in classe di religione ed
ogni mattino, il momento di preghiera in sala mensa! Diverse classi, mi
invitano ancora alle loro rimpatriate.
Negli anni del Collegio sono stato
PARROCO A GALGAGNANO (dal
1976 al 1979), un paese che allora
contava circa 250 abitanti, che in
poco tempo ho conosciuto tutti personalmente, una piccola comunità
ed una piccola famiglia. Con uno
stratagemma e in una settimana ho
saldato il forte debito che pesava
sulla comunità, messo e pagato il
riscaldamento in chiesa. Per favorire
meglio l’unità in paese, ho istituito
la “festa popolare cristiana” alla cascina Cagnola, in sostituzione della
festa dell’unità e dell’amicizia, che
erano diventate motivo di divisione
nel piccolo paese. Un’esperienza di
cui andavo orgoglioso: aver organizzato, in accordo con il sindaco
di allora, il doposcuola per le elementari, invidiatoci dai paesi vicini
Parroco a GUARDAMIGLIO (dal
1983 al 1993) con i miei guardamigliesi: commercianti, generosi e
cortesi, insomma i “barasin della
bassa”! Il mio predecessore aveva
iniziato molti lavori in parrocchia, ma
poi a causa del tumore è deceduto,
lasciandomi l’onore di terminarli e
l’onere di pagarli: il restauro interno
ed esterno della chiesa parrocchiale,
la posa delle nuove statue sulla facciata, la nuova casa parrocchiale, la
sala teatro e la sala bar oratorio da
“sistemare” ed allargare, la costruzione della grotta della Madonna di
Lourdes in piazza … E mi sono trovato senza coadiutore in oratorio con
catechesi, grest, il campo scuola che
durava un mese, momenti aggregativi con tornei sportivi, palio dei rioni,
serata di S. Lucia ... che spettacolo!
La generosità dei guardamigliesi non
solo ha saldato tutto... ma non ho neanche lasciato la cassa vuota! Una
soddisfazione pastorale: dopo pochi
anni a Guardamiglio, ho smantellato le “panchine” e avevo l’oratorio
sempre pieno di ragazzi e giovani, e
grande partecipazione alla Messa. E
le polemiche con “i vicini”, mi davano la carica!
Parroco a S. MARIA DELLA CLEMENZA E S. BERNARDO (dal 1993): da
Guardamiglio ritorno a Lodi, dopo
10 anni di serena periferia guardamigliese. E’ questa una parrocchia
aperta e vivace, dove i molteplici
gruppi sono la sua colonna portante,
con un oratorio molto frequentato, dai
ragazzi ai … nonni. E quanti lavori
per avere degli ambienti accoglienti:
rifatta totalmente la chiesetta dell’Olmo e quella dei morti dell’Arabia,
nuovo impianto di riscaldamento e di
aria condizionata nella parrocchiale,
rifatti ex-novo bocciodromo,sala bar,
sala teatro e sala giochi dei ragazzi,
rivisitato il tetto della chiesa e della
casa parrocchiale, rifatto il campo di
calcio in oratorio e la vetrata nell’abside del coro. Ma se un motivo di
“santo orgoglio” a Guardamiglio è
stato anche di aver abbattuto “le panchine” e di aver portato unità nella
vita dell’oratorio e parrocchia, a San
Bernardo è stato l’input alla costituzione sia del gruppo culturale con l’inizio
degli spettacoli teatrali mensili, che a
quello del gruppo missionario giovani con gesti di volontariato in Romania, in Kenia e alla casa dell’accoglienza ogni domenica, poi la realtà
sportiva in oratorio-parrocchia come
occasione d’incontro e di aggregazione (da 5 a 11 le nostre squadre
di calcio, da 2 a 7 le squadre di pallavolo, le bocce con 58 tesserati, il
gruppo podistico con già 41 tesserati
in due anni), le gite all’estero, il rilancio della corale, il mercatino della
nonna, del libro e la pesca,le cene
insieme in novembre e marzo con la
media di ben 150 coperti ogni volta
e in compagnia dei catechisti ed allenatori, il torneo cittadino di calcio
dell’amicizia, la catechesi biblica al
lunedì sera ed il corso della storia
delle religioni, gli esercizi spirituali
inizialmente solo per adulti ad Assisi
ed ora da parecchi anni per i giovani
(lo scorso 39 iscritti!), una inaspettata ripresa alla Messa festiva... Certo
che a San Bernardo non è oro tutto
quello che luccica, ma anche l’argento che luccica, non è da buttare via,
anzi averne!
Sicuramente in 50 anni, ci sarà stato
qualche momento di difficoltà, quale
è la ricetta di don Peppino per superare i momenti di crisi che si incontrano nel cammino della vita?
Avere la Fede nella Resurrezione perchè
il bene alla fine vincerà; il saper vedere i
miracoli sempre presenti e possibili nella
vita di ogni persona cioè l’ottimismo; il
voler bene a tutti e una buona dose di
umorismo e di pazienza.
Un momento divertente che ricordi in
particolare. Quando il Sambe vince,
allora si dice “Sambe vincente, don
Peppino presente”, e con lo staff si
va nello spogliatoio a stringere la
mano ai ragazzi della squadra, che
sotto la guida di Salva intonano l’inno: “OI OI OI OI OI OI OI don
Peppino gioca con noi!!” e si condivide pane e salame (è il mensile che
prende chi gioca a San Bernardo!)
Non abbiamo pensato a grandi
cose per festeggiare il tuo anniversario, proprio perchè don Peppino ama le cose semplici, “frugali”
come dici tu... Si celebreraranno
due S. Messe, sabato 28 e domenica 29 maggio alle ore 18, alle
quali la comunità di S. Bernardo e
gli amici non mancheranno sicuramente, facendoti sentire quanta sia
la gratitudine per quanto hai fatto
in tutti questi anni. Potremmo scrivere un libro per raccontare la tua
vita, però il mio direttore (che alla
fine sei sempre tu!!!) mi richiama
all’ordine perchè lo spazio a disposizione è esaurito!! Nella speranza
di aver in poche righe evidenziato
il lato umano di don Peppino, che
molti parrocchiani, ma non tutti,
come me hanno avuto il piacere
di conoscere, l’augurio più vivo, di
ritrovarci qui fra 10 anni, per festeggiare il 60°!
Paolo Brambati
3
Educazione: cosa di cuore
«I ragazzi sono sole o tempesta del
domani», lo dice il grande educatore don Orione. All’occasione dei
50mo di vita sacerdotale del nostro
Parroco Don Peppino, che, di educazione dei ragazzi ne sa tanto,
vorrei iniziare con voi un percorso
sull’argomento: Educazione. Sembra oggi obsoleta parlarne se ci crediamo al gran chiacchiere pessimista al riguardo. Ma i nostri Vescovi
affermano che c’è un “emergenza
educativa causata da tanti disagi
nel quale vivono le nostre famiglie e
dei mali della nostra società”. Ci ha
sempre creduto San Giovanni Bosco
quando afferma che “educare è una
questione di cuore, che i ragazzi devono sapere che li amate.” E se di
cuore, ne abbiamo tanto oggi, dovrebbe essere facile accompagnare
i ragazzi e invece... “ Il giovane
deve comprendere che viviamo per
lui e che il suo bene è il nostro bene;
deve anche sentire che siamo pronti
a fare per lui dei sacrifici, e sacrificarci per la sua felicità e la sua
salvezza”. Parole sante di grandi
santi come Don Orione, che sembrano lontane dalla realtà eppure ci
colpiscono in prima persona perché
dicono l’esperienza umana. Senza
indugio, iniziamo questo percorso
affrontando in questo articolo il primo nocciolo di questo arduo esercizio di educare: La prevenzione.
Parmigiani tullio
Commercio salumi e formaggi
vedere per... credere e... comprare!
Via Roma, 89 - Tel. 0371.88807
graffignana
4
EDUCARE E’ PREVENIRE
Non è di rado che nei nostri incontri
coi genitori o in confessionale avvertiamo l’angoscia, o l’amaro pentimento di alcuni pur avendo seminato
tanto nella vita dei figli e spendersi
per il loro bene si ritrovano sempre
a fare conti col rimosso di coscienza. Magari perché il figlio o la figlia
ha preferito una via diversa. E’ vero
dunque che non c’è un contenitore
educativo standard che va bene per
tutti. San Giovanni Bosco, nei suoi
tentativi di educare i ragazzi parla
di un sistema di prevenzione perché
educare è laborioso. Non si può
fare un educazione all’amatoriale.
Le persone che diventano prematuramente genitori o educatori di riferimento devono prendere coscienza
che i loro soggetti non sono delle
bambole con cui fare delle smorfie
ma dei “prodotti per il mercato umano di domani” ossia degli essere
umani da tirare sù. Educare è una
questione seria.
Prevenire che significa arrivare prima
o anticipare o eventuali disguidi o
devianze, E’ meglio impedire il sorgere di una malattia che affaticarsi
a guarirla. Nel mestiere di educare,
non dobbiamo cadere nella trappola del “poverino, è così piccolo” per
darle tutte vinte al bambino o ragazzo. Né dobbiamo dire: “è piccolo,
poi si correggerà nel futuro.” Non
si macchia un vestito nuovo dicendo: poi potrò smacchiarlo, questo
appartiene agli inganni della pubblicità televisiva. Le abitudini non buone, una volta entrate dentro, sono
di difficile espulsione. Se su una
rivista apparisse l’avviso “tutti i funghi dichiarati commestibili nell’ultimo
numero sono, in realtà, velenosi, ci
scusiamo con i lettori”, non ci penseremmo un momento: la rettifica è da
galera. Il metodo preventivo di Don
Bosco dice due cose: preservare il
ragazzo da esperienze e situazioni
che lo possono portare a cadere
e indicargli l’opera di sostegno, di
fortificazione interiore per attrezzar-
lo a camminare sulla via del bene
e dell’impegno personale. Sempre
Don Bosco diceva: “E’ più facile formare un ragazzo che aggiustare un
uomo” . E’ nell’infanzia che si firma
la cartella sanitaria fisica e psichica e soprattutto morale del figlio.
Dunque, amo oggi il bambino, per
non doverlo punire poi nel futuro; gli
parlo oggi con verità e sincerità per
risparmiare tante sgridate quando
sarà adolescente, giovane poi...
“adulto”. Insomma si tratta di giocare in anticipo. Un “NO” educativo
detto oggi,fa male al ragazzo e
all’educatore, ma è un fondamenta
sicuro che si impianta per la costruzione di un uomo domani. E’ quello
che Gesù intende quando dice: Costruire la sua casa sulla roccia.
Il secondo punto nel prossimo articolo sarà: Educare è tifare.
Auguri a don Peppino per i suoi 50
anni di vita sacerdotale in seguito a
Cristo maestro e nell’impegno arduo
di FORMARE degli uomini e donne
per la gloria di Dio.
Don Adolfo
orari S. messe
a S. Bernardo
Feriale 8,30 - 17
Sabato
e prefestivi
in parrocchia ore: 20,30
festivi e domenica
in parrocchia ore
8 - 9,45 - 11 - 18
all’Olmo ore: 10
confessioni
ogni sabato ore 15
DALL’ARCHIVIO PARROCCHIALE
I SACRAMENTI: dono da accogliere e valori da far crescere!
C’è il rischio e la possibilità che i Sacramenti siano vissuti come passaggi “obbligati “ per essere uguali agli
altri e come un fatto culturale della
tradizione occidentale ed industrializzata, e perciò non come un dono
di Dio, ma come un peso, ma pesante, che la Chiesa ti mette sulle spalle
e che poi dovrai portare per tutta la
tua vita! Ecco perché alcuni dicono:
aspettiamo dopo i 18 anni a dare
il Battesimo e gli altri Sacramenti,
perché non li considerano un dono
di Dio, ma un peso! E’ la comunità
parrocchiale e la famiglia, che sono
chiamati a vivere questi momenti
aggregativi e occasioni di crescita
nella Fede, doni-regalo del Padre, in
una responsabilità di riconoscenza e
di crescita, che dovrebbe continuare
poi nel tempo della vita di una persona cristiana. Ogni adulto cristiano
dovrebbe testimoniare agli altri i
valori per i quali varrebbe la pena
impegnarsi nella vita, e che danno
senso e sapore a tutta un’esistenza.
Battesimi 2011
BASSI LEONARDO MARIA
BEGA SARA
BRAVI MATTia GIUSEPPE
BRICCHI LORENZO BRUNO
CALZARI LINDA
CASSELLA LISA
CIPOLLA NOEMI MARIA
CIPOLLA PIETRO
CREMASCHI ANSELMO
CREMASCHI MIRKO
CROCE NICOLÒ
D’AMBROSIO VIOLA
FIORENTINO FILIPPO
lepore sofia
LUMACHI LUCA DOMENICO
MARNINI GINEVRA ELENA
MASSARI LUCA
NEGRI MARCO ANTONIO
PALMISANO REBECCA
PRUGNOLI SOFIA
RAVIZZINI DANIELE
REDEGALLI MATTIA GIANNI
SACCHI CHIARA
SESINI EMMA ANGELA
SESINI MATTEO
TRAINA SIMONE
VASTANO SVEVA MARIA
VIOTTI SARA ANGELINA
VODOUNON PHILOMENE
Prima Confessione 2011
Un anno ricco e soddisfacente. Preparare la 1^ Confessione per questi
bambini è stato stimolante e arricchente. Una classe vivace ma partecipe, con tanti bambini che amano
l’interattività e che pongono domande intelligenti e più che consone alla
loro età. Il programma era già strutturato e pronto, aiutando molto i catechiste permettendogli di concentrarsi
su tanto altro che non era
solo e soltanto “preparare
la lezione”. Con questo
programma hanno
lavorato insieme
tutte e 4 le
catechiste Ritali,
M.Grazia,
Cecilia e Cleme.
BIANCHI MARTINA
BASSI NICOLO’
BERGOMI LUCA
BONOLDI CARLO
BOTTI DAVIDE
CARMINATI EMANUELE
CASSANI LINDA
CELLA ELENA
CIPOLLA FRANCESCA
GAVINA GIULIA
INCATASCIATO GIORGIO
MANTOVANI GAIA
FAVINI SIRIA
SIRONI ANGELO
SIRONI IDA
URSO MARCO
COSTA ALESSANDRO
MASTRONI MARTA
CASALI GIORGIA
DANCI DENISSA
GANDOLFI FRANCESCA
S. Comunione 2011
La partecipazione dei bambini è stata attiva e interessata. Poche sono
state le assenze, e si è percepita una
grande attesa e “curiosità” per il Sacramento che presto riceveranno.
Ottima è stata la collaborazione
delle loro famiglie, alcuni genitori
si sono messi anche a disposizione
per assistere e partecipare alla catechesi domenicale. Sempre numerose
le presenze agli incontri di catechesi con i genitori (uno in Avvento e
uno in Quaresima). Durante l’anno
la “Scatola del Sorriso” è diventato
l’elemento con cui i bambini hanno
potuto contribuire ad un gesto di carità nei confronti dei più bisognosi.
Ogni domenica infatti hanno portato
una piccola offerta in denaro, frutto
del loro sacrificio settimanale, che
confluirà nell’acquisto di materiale
scolastico da donare ai bambini di
Haiti durante la celebrazione della
Prima Comunione. Le catechiste Maria Grazia Rovida e Cristina Sacchi.
ABBATISTA MICHELE
AMATO EMANUELE
ANELLI GLORIA
ATTANASIO ALICE
BERGAMASCHI ERIC
BRACCHI SIMONE
CASTELLI ANDREA
CELLA SIMONE
CINELLI PAOLA
COBIANCHI ARON
CORNALBA LUCA
DE CLEMENTE SILVIA
FORCATI ALBERTO
GONNI ALESSANDRO
JOLI CHRISTIAN
LATINO LORENZO
LOCATELLI ANDREA
LUMACHI DAVIDE
MANTOVANI GIULIA
MARASCO MARTA
MOLTI MATTEO
SAMMARTANO CHRISTIAN
SIMONETTI MATTEO
SISTO LAURA
TANSINI PIETRO
TRAMONTI GIULIA
VILLARI FABRIZIO
ZANONI FEDERICO
5
Cresima 2011
(Catechisti Luca, Ingo
e Resy)
I ragazzi sono interessati quando si
trattano degli argomenti che sono
più vicini a loro: cosa significa vivere la fede concretamente nel proprio
vissuto quotidiano, “la storia della
MIA salvezza” e soprattutto quando
devono intervenire per rispondere a
domande dirette su cosa pensano riguardo determinati argomenti.
Quando si trattano contenuti “più
teorici/noiosi” diventa più difficile
mantenere l’attenzione e gestire la
vivacità in particolare dei ragazzi;
le ragazze sono notoriamente più
tranquille. La partecipazione ad
esperienze come la gita in montagna, l’incontro con il Vescovo, la
raccolta alimentare o le lodi mattutine durante la quaresima con successiva colazione vengono vissuti come
possibilità di vivere la fede nella comunità cristiana. Complessivamente
non ci sono gravi carenze sulle cose
fondamentali e questo è emerso in
particolare quando abbiamo fatto
una verifica sul programma svolto.
ANELLI IACOPO
ASTI MARIOLINA
BONOLDI GIULIA
BOTTI ANDREA
CAPPATO ANDREA
CASCONE GIANLUCA
CELLA SIMONE
CERIOLI CLARA
CERRI ROBERTA
COPPOLA ORLANDO
DE FEO MARTINA
DI MARCO LUDOVICA
DI ROCCO MAURIZIO
FILIPPONE LUCA
FRANCESCA FUSTOLO
GALLUCCIO BEATRICE
GAROTTA ANDREA
GAZZOLA MARCO
GIRATI MARGAUX
GORLA ALESSIO
GRAZIOLI DAVIDE
HEYDECKER LEONARDO
HÜLSENBECK JOHANNES
INCANTASCIATO GIULIA
KOUASSI JOCELIN
LANDI DANIELE
LEONI ALESSANDRO
LUMACHI PAOLO
MARASCO SARA
MASPERO VALERIA
MERALDI MARTA
NEGRI LORENZO
ORSINISARA
PARRELLA SHARON
PASSERINI LAURA
RIZZO LUCA
ROSSETTI NICOLO’
ROSSI LUCA
ROSSILORENZO
SCOTTI ERIKA
STELLA GIANLUCA
TARCHISOFIA
TENSINI MATTIA
TENSINI MATTIA
TRAMONTI ALICE
TREVISONNO REBECCA
Matrimoni 2010/2011
RANCATI MATTEO
con GALLOTTA CLAUDIA
PADOVANO ANTONIO
con LO CASTO CINZIA
CARDIN LORENZO
con CICOGNINI VALENTINA
MORO SERGIO
con ROSSI LUCIA
BRICCHI ALESSANDRO
con CAPPATO ROBERTA
REPOSI DAVIDE
con PORCHERA SILVIA
PAVESI MATTEO
con CIPOLLA ELENA
CAZZAMALI PAOLO
con RAGGI FEDERICA
GARILLI GABRIELE
con BERTOLOTTI MICHELA
RUGGERI MIRKO
con RAIMONDI STEFANIA
SESINI MASSIMILIANO
con CAMPAGNOLI BARBARA
DIEFFE IMPIANTI sas
impianti elettrici civile ed industriali
impianti citofoni, video cc, reti telematiche
sistemi di sicurezza e controllo accessi
6
di Diego Festari e C.
Sede legale ed amministrativa:
26900 Lodi - Via Secondo Cremonesi, 4
Tel. 0371.416317 - Cell. 335.290458
E-mail: [email protected]
BORCHIA PAOLO
con RIVA ALESSANDRA
GANGI LORENZO
con FELINI PAOLA
Defunti 2011
BALCONI JOLANDA
CINQUANTA GIUSEPPE
D’OVIDIO RENATO
DE BENETTI REDENTO
FELLONI ANGELO PAOLO
FRIGOLI LUIGI
GAGGIANI GIORGIO
GILARDONI MARIA
GOBBI VITTORIA
GUERCILENA ANGELO
GUERINI ROSANNA
MENEGAZZO EMMA
MORANDI GAINCARLO
ROSSI DOMENICO
RUFFINI SILVIO
SARTORIO NATALE
Floricoltura
di Cecchini Luciano
26900 LODI
Casa S. Giuseppe, 32/B (SS 9 Emilia)
Tel. 0371/30362 - Fax 0371/436203
non buttate
via libri usati
e oggetti
vecchi - antichi
Se possiedi o hai in casa libri
(non scolastici), giornali, giornaletti, fumeti, oggettistica varia antica o vecchia che non ti
serve più:
li puoi portare in parrocchia per il prossimo mercatino della
nonna e del libro per
la sagra di settembre.
grazie per la collaborazione!
Chiesa di San Bernardo=Dom de Milan?
Occorre risalire al 1984 per vedere
realizzati gli ultimi lavori di restauro
esterno della Chiesa: era allora Parroco don Carlo Ferrari. Detti lavori
non interessavano tutto il complesso
degli edifici adiacenti alla Chiesa stessa e, seppure importanti e
sufficienti a mantenere in uno stato
decoroso l’intero complesso della
Parrocchia, non erano risolutivi per
quanto riguarda il problema delle
infiltrazioni di acqua, che continuavano a verificarsi in concomitanza
con forti temporali. L’attuale Parroco,
don Peppino Bertoglio, decise di far
effettuare un sopralluogo generale
al gruppo di fabbricati che compongono il complesso parrocchiale.
L’accesso al sottotetto, difficoltoso e
angusto, avviene con l’ausilio di una
scala alla marinara posta all’interno
del campanile. Il tecnico incaricato
rilevò i punti cruciali dove si rendeva
necessario e urgente intervenire. Il
tetto infatti era in più parti rappezzato con lastre di fibronite, i listelli che
sorreggevano la copertura, coppi,
erano malandati e fatiscenti, il solaio era ricoperto di macerie risultanti
da altri interventi e lasciati sul posto.
Gran parte dei canali era in lamiera
zincata e marci.
Il sopralluogo si è limitato, per motivi
di effettiva difficoltà di ispezione, al
sottotetto absidale della Chiesa, a
quello della casa del Parroco, della sala S. Monica e della casa del
Coadiutore. Impossibile ispezionare
il sottotetto delle navate laterali e di
quella centrale. Quest’ultima è stata
raggiunta dall’esterno, mediante l’utilizzo di un’autoscala con cestello.
Si diede così avvio con urgenza alle
pratiche necessarie per ottenere l’autorizzazione alla procedura di inizio
lavori che richiede, come ben sappiamo tempi lunghi.
In breve:
Il progetto è stato redatto in data
28 maggio 2010 e visionato dalla Commissione Parrocchiale il
20/06/2010; il 2 luglio 2010 è
stato inviato alla Sopraintendenza
per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano, che ha concesso
l’autorizzazione ai lavori con lett. del
13 settembre 2010, prot. n. 9991,
indirizzata alla Curia Vescovile di
Lodi, con la seguente condizione:
“che l’esecuzione delle opere sia affidata a Ditta di restauro di provata
esperienza e visionata da Direttore
dei Lavori iscritto all’Ordine”. Per motivi di risparmio economico e di tempo
i lavori sono stati appaltati separatamente per quanto riguarda il ponteggio e le opere di ristrutturazione:
- l’allestimento del ponteggio tubolare lungo tutto il perimetro dei
fabbricati oggetto dell’intervento,
dopo regolare gara, è stato affidato alla ditta EUROPONT s.a.s.
di Conti Carmelo & C. di Melegnano
- le opere di restauro sono state affidate all’Impresa Corrù Raimondo
di Cavenago d’Adda e consistono in:
• rimozione dei coppi esistenti e sottostante listellatura in legno
• fornitura e posa di nuovi listoni in
legno o assitto in legno
• fornitura e posa di lastre sottocoppo in ondulina catramata
• riposizionamento dei coppi precedentemente rimossi, che saranno fermati con ganci in rame
• fornitura e posa di nuovi colmi
• fornitura e posa di profili fermavolatili ed altre opere che si rendessero necessarie per dare il lavoro
ultimato a regola d’arte.
• fornitura e posa in opera di: nuovi
canali e scossaline in rame
Salvo imprevisti e/o condizioni atmosferiche avverse, l’ultimazione
delle opere è prevista per fine giugno p.v.
I ponteggi rimarranno per un periodo ulteriore, in quanto si provvederà
alla tinteggiatura dei prospetti late-
rali della Chiesa e del relativo campanile, che è stata affidata alla ditta
VID artigiana di Cavenaghi Angelo.
Breve cronistoria dall’inizio lavori.
Nonostante le previsioni dei vari meteorologici di turno, che davano condizioni atmosferiche avverse, i lavori
sono comunque potuti iniziare il 28
marzo 2011, grazie alle preghiere
intercessorie del Parroco! Le stesse
non sono valse, fino ad ora, anche
se non si perde la speranza, ai fini
di un ritrovamento di tesoretti celati
nel sottotetto! Ahimé è stata trovata
invece una trave di colmo marcia e
travetti coperti di muffa.
A oggi il tetto della Chiesa, limitatamente alla navata centrale, è stato
ultimato. Nei giorni seguenti si provvederà alla sistemazione del tetto
delle navate laterali per poi proseguire nelle rimanenti parti dell’intero
fabbricato. Il termine previsto è la
fine di giugno 2011, sperando che
continuino le buone condizioni atmosferiche, grazie ai rapporti diretti del
ns. Parroco con il Padre Celeste.
Un grazie alla fondazione comunitaria della provincia di Lodi per
il grande contributo offerto e ai
numerosi parrocchiani per le loro
offerte-donazioni.
Dati tecnici:
Progetto e Direzione Lavori: arch.
Emilio Vignati, iscritto all’Albo degli
Architetti della Provincia di Lodi al n.
47
Piano di Sicurezza e coordinamento
per la sicurezza durante l’esecuzione : Edilproject di Lodi: Ing. Paolo
Esposti e geom. Alfonso Gaboardi.
Ditte interessate:
- per il ponteggio: EUROPONT
s.a.s. di Conti Carmelo & C.
- per il restauro: Corrù geom. Raimondo di Cavenago D’Adda
- per la tinteggiatura: ditta VID artigiana di Cavenaghi Angelo
COSTI: e 135.000/150.000
Vignati arch. Emilio
7
Gli alunni stranieri,
fanno ricca o povera una classe
e gl’immigrati la società ?
E’ oramai da qualche anno, che
anche la scuola, come le città ed i
paesi, le squadre sportive, i ns. oratori... appaiono come realtà multi
colorate e di culture diverse.
Ogni cultura infatti, è un modo diverso di vedere, di guardare, di
affrontare e di vivere la realtà della vita, e mai come oggi, questo è
assolutamente necessario.
Spesso noi intendiamo l’aiuto e la
risorsa dello straniero in termini puramente e soprattutto economici,
mentre sarebbe molto più importante studiare e vedere come chi non
appartiene alla ns. cultura affronti
e veda i problemi dai suoi punti di
riferimento.
Anche in una classe scolastica,
superata la curiosità iniziale, data
dall’aspetto esteriore, quali il colore della pelle, il modo di vestire,
una lingua diversa… il dialogo che
necessariamente si instaura, anche
in una classe, pone l’una di fronte
all’altra le persone, come portatrici di valori diversi, con tradizione
diverse, con linguaggi diversi, che
vanno solo condivisi, capiti ed accolti.
Alla base ci deve essere il rispetto
reciproco e la sincerità nell’affrontare insieme le difficoltà dell’incontro
e del conoscersi nelle rispettive culture e tradizioni. Se questo avviene
nella scuola, questa si arricchisce,
se avviene in oratorio questo diventa aggregativo, se avviene nello spogliatoio questo diventa uno
sport stimolante, se avviene in una
parrocchia è segno di universalità.
Nel confronto tra l’occidentale e lo
straniero, spesso i figli del ricco Occidente, appaiono stanchi e senza
stimoli e demotivati, mentre i figli
degli stranieri, hanno voglia di affermarsi, di emergere e di riuscire.
8
I nostri figli dell’ Occidente (cioè i
nostri lodigiani–milanesi…) occupano il tempo libero nel divertimento
e con la playstation, mentre i figli
degli stranieri s’impegnano nello
studio e molti hanno positivi risultati.
I figli dell’occidente pagano l’affitto
della casa dove abitano, gli stranieri, si fanno il mutuo e si comperano
la casa dove abitano. Spesso negli
stranieri vi è un forte desiderio di realizzarsi, che dovrebbe essere il desiderio ed il progetto di ogni giovane sia straniero che occidentale. Un
pizzico di orgoglio, il confronto con
gli altri, che partendo svantaggiati
ci stanno superando e c’insegnano
(mai visto uno straniero-immigrato
che soffre di .. depressione!), sia
motivo, non per dare addosso allo
straniero (come stupidamente alcuni fanno) ma incitamento a fare del
nostro meglio: dalla scuola al lavoro. Un indiano adolescente di 16
anni, alla domanda, come “occupi
oggi il tuo tempo libero?” ha risposto: “medito, leggo e imparo, per
conoscere e conservare le mie radici e costruirmi una vita migliore”.
La parrocchia di S. Bernardo, è
aperta a tutti quelli che la vogliono veramente frequentare, italiani
e non, volentieri abbiamo dato il
ns. oratorio per la festa della Vergine del Cisne (Equador), per il
Signore dei miracoli (Perù), per un
matrimonio stile africano togolese,
per commemorazione di parenti defunti, nella realtà sportiva calcio e
pallavolo (speriamo anche bocce
e podismo), nel gruppo missionario
giovani... dicono di trovarsi bene e
di sentirsi ben accolti ed integrati,
OK siamo sulla buona strada evangelica!
don Peppino
e un gruppo del g.m.g.
di San Bernardo
Proverbi
Proverbi: dicono che sono la saggezza dei poveri e dell’esperienza della vita,
e poi la saggezza è un frutto gustoso per tutti i palati, anche se i giovani, è
naturale ma anche dispiace, ordinariamente non l’appetiscono. In questa pagina, sono presentati ed elencati tutta una serie di proverbi e detti su un tema
e su un valore importante: L’ AMICIZIA. Dicono che l’amicizia è il maggior
bene del mondo e che chi trova un amico, trova un tesoro! Ma dove sono e
quali sono i veri amici? dove trovarli e come riconoscerli? Mi hanno detto che
chi diventa ricco, perde gli amici, e anche che li perde chi diventa povero, ed
allora cosa facciamo? Poi si sa: sul lavoro, non ci sono amici, ma colleghi, mi
ha detto mio padre, forse dalla sua esperienza? Ma fortunatamente l’amico
è anche colui che ti conosce veramente e profondamente, nel positivo e nel
negativo, e nonostante questo ti vuole bene e vuole il tuo bene!
Gli amici da passatempo, cambiano come il vento.
Se sei amico dell’orso, tieniti vicino anche una scure.
Per sapere se il tuo amico è leale, mangia con lui un quintale di sale.
Ama il marito e l’amico tuo, anche e nonostante il vizio suo.
L’amicizia è un gran tesoro,da apprezzare + dell’oro.
Ogni luogo è un deserto, senza un amico certo .
Amici veri nella giovinezza, diventano fratelli nella vecchiezza.
Se vuoi vivere in letizia, trovati una vera amicizia.
Chi cessa di essere amico, non fu mai amico.
Non avere amici è grave, e il non essere amico è + grave.
Si può essere amico di tutti e non avere nessun amico.
Da certi amici, mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io.
Te lo dico: se cadi in povertà puoi perdere l’amico.
Un’amicizia riconciliata, può essere una piaga mal sanata.
L’amico non dice “farò”, ma fa subito ciò che può.
Chi vuol avere molti amici, ne provi pochi.
Amico di ventura, poco dura.
E’ facile trovare amici, difficile è mantenerli.
Molti amici avrai, fin che soldi avrai.
Un vero amico saggio, ti corregge con coraggio.
Chi è amico in casi avversi, costui è da tenersi!
Se non hai amici, non andare alle feste.
Amicizia improvvisata, se ne va in una nottata.
Amicizia oltraggiata, difficilmente recuperata.
Meglio un cane amico, che un amico cane.
I nemici più amari, li puoi trovare tra i tuoi cari.
Il vero amico si getta in mare, per non farti affogare.
Sia l’amico che l’amore, si conoscono nel dolore !
L’ora di Religione
cattolica
a scuola: perché?
Se sei genitore che iscrivi tuo
figlio/a ad una scuola del primo
ciclo, fai una scelta che ha un valore educativo. Se sei uno studente e
t’iscrivi alle scuole superiori, allora
sei tu che scegli, ma insieme ai tuoi
genitori.
Motivazioni per la scelta dell’ora
di religione cattolica, che evidentemente noi ti consigliamo:
1)
L’insegnamento della religione
cattolica, promuove il rispetto delle diversità ed è, in questo senso,
risorsa e non ostacolo alle strategie
di integrazione di tutti gli alunni.
2)Aiuta a conoscere ciò che appartiene alle radici culturali,
spirituali e bibliche , giudaiche
e cristiane del nostro popolo.
Ognuno e ciascuno può riconoscere ciò che gli appartiene,
perché nato o perché vive nella
storia italiana.
3) La religione cattolica a scuola non
è per convertire e per professare o
testimoniare la fede cristiana, questo è uno dei compiti principali che
le parrocchie devono svolgere con
la catechesi in oratorio. In classe
invece, nel confronto, nel dibattito,
nel dialogo, l’insegnamento e la
conoscenza della religione, sollecita tutti gli studenti, cristiani e non
cristiani, a farsi consapevoli della
propria identità religiosa ed insieme attenti a valori religiosi in cui gli
altri si riconoscono.
4) Nella scuola e durante l’ora di
religione, ciascuno impara a conoscere se stesso e gli altri, a capire il senso della vita, il valore
della cultura e della conoscenza
anche interpersonale, a stare
con gli altri ed accettare gli altri, credenti o non credenti o atei
o di altre esperienze religiose..
che non sono nemici da temere
o da combattere, ma persone
da rispettare e con i quali confrontarsi, rispettarsi e dialogare.
Questi sono alcuni motivi, che devono essere alla base ed a sostegno per scegliere l’ora di religione
cattolica.
9
TRE LIBRI per l’estate
Giacomo Biffi
“L’Unita’ d’Italia
centocinquant’anni
1861-2011 - contributo
ritato una conoscenza più approfondita
della storia italiana, in ogni caso si tratta di una lettura stimolante e una buona
base di partenza per un dibattito che è
soltanto incominciato.
edizione cantagalli 2011
Beppe Quintini
di un italiano cardinale a una
rievocazione multiforme
e plebiscitaria”
e 8,00.
Giacomo Biffi, cardinale emerito di Bologna, non è nuovo ad uscite “controcorrente”. Il sottotitolo di quest’ultimo suo
libro e contributo di un italiano cardinale
ad una rievocazione multiforme e problematica, esprime già l’intenzione di “dire
la sua” nel dibattito in corso, in modo
come sempre originale ma intelligente e
proprio. La tesi di fondo del libro è: l’Italia ha conosciuto un passato glorioso,
in ambito culturale, anche e soprattutto
prima dell’unità d’Italia. Il cardinale Biffi,
parte dall’assunto che il termine stesso
“risorgimento”, indica in qualche modo
che l’Italia era morta ed adesso ci si
adoperava a farla risorgere. “Un passaggio degl’italiani dalle tenebre alla
luce, dalla morte alla vita”, e si chiede
“ma fu veramente un risorgimento culturale, morale e spirituale del ns. popolo?”
Scrive il Cardinale: fino allo sconquasso
napoleonico, s’irradia ancora dall’Italia
e su tutti i popoli una luce ammirata di
civiltà, di genialità artistica e di scienza. Le ns. regioni non sono soltanto i
musei degli straordinari capolavori del
passato, sono anche laboratori attivi di
varia umanità. Le genti italiche, una volta raggiunta la sospirata unità ed indipendenza politica, hanno solo cercato
d’imitare un po’ tutti: i francesi ed inglesi
ed a rassegnarsi all’attuale condizione
di colonia culturale statunitense. E se ci
fu un “risorgere“, questo è stato relativo
e parziale. Anzi l’unificazione statuale è
stranamente coincisa con un certo calo
della ns. naturale creatività e sul piano
dei valori, abbiamo perso anche un po’
del ns. smalto”. In particolare l’analisi
del cardinale si concentra sul rapporto
con la realtà cattolica, sostenendo che
“è stato un dramma spirituale e morale
che a motivare e condurre il processo
unitario fosse un’ideologia deliberatamente antiecclesiale, mettendosi così in
conflitto con i sentimenti più profondi del
nostro popolo e con le sue tradizioni più
radicate.” Forse la stimolante e pungente riflessione del cardinale, avrebbe me10
“Voci soffocate”
un libro thriller,
edizioni Watson, e18,00
Aprendo il libro “Voci Soffocate”, e sbirciando nei ringraziamenti, si legge: “Un
omaggio doveroso è riservato al mio
amico Don Peppino: non ci si stanca mai
di incontrare persone straordinarie sul
proprio cammino. Grande!” Il parroco di
San Bernardo e Beppe Quintini, l’autore
lodigiano del thriller, sono davvero due
grandi amici. Il libro, pubblicato dalla
Watson edizioni di Roma, è uscito nelle
librerie il 18 Marzo e sarà presente al
Salone del libro di Torino con la seconda ristampa. Il commento del giornalista
Mattia Eccheli de “L’Adige” descrive così
il libro: “L’alchimia dei luoghi, combinata
con una trama ben architettata e ricca di
colpi di scena, conferisce autorevolezza
a questo romanzo d’esordio… che ha
trasformato il Trentino nel palcoscenico
di un avvincente thriller.” Mathias Novari, ex poliziotto lacerato dal proprio
passato, e l’agente Marina Bruni, donna
caparbia e determinata, sono i protagonisti di Voci Soffocate. Saranno loro,
insieme agli altri personaggi del romanzo, a risolvere il mistero inquietante che
avvolge un caso. Un sequestro finito in
tragedia, intrighi politici e tradimenti si
perdono nella nebbia invernale, e fanno
da sfondo ad una corsa contro il tempo
per decifrare l’enigma che cela la verità.
Il libro è in vendita a Lodi in tutte le librerie. Se volete vedere il booktrailer, andate sul sito www.youtube.it e digitate “voci
soffocate”; può essere che qualcuno di
voi riconosca le scarpe di… uno di San
Bernardo!
Don Carlo Gnocchi
“l’educazione del cuore”
in vendita presso
la libreria san Paolo
di Lodi, via Cavour.
Un altro segreto della santità di don
Carlo Gnocchi , fu il suo ottimismo ed il
suo entusiasmo, che ha saputo trasmettere nel libro “l’educazione del cuore”,
un libro di ancora grande attualità, e
che vorrei invitare genitori e giovani a
leggere, con interesse, perché soprattutto oggi, c’è bisogno di fiducia e di
speranza,ma non di utopia che poi è
deludente. Per stimolarvi e spronarvi
alla lettura di questo libro, vi presenterò
alcune frasi significative, che vi danno
lo spessore educativo del saggio: “C’è
troppo panico, nel campo degli educatori cristiani. Davanti ad un mondo che
sfoggia tutta la falsa ed inebriante opulenza della sua vita, molti s’impauriscono e si rannicchiano nel proprio guscio
e si abbandonano alle geremiadi o alle
invettive.
Come è tetra l’aria di certi ambienti educativi, anche cristiani. Non vi risuonano
altro che allarmi, non brillano nel buio
che semafori rossi, e dicono “guardatevi! Il mondo è corrotto! Non c’è più
onesta e purezza! Ma dove andremo
a finire?” Nulla è più deprimente sull’animo giovanile, di queste apocalissi,
anche perché nulla è più falso. Bisogna
spalancare le finestre dell’anima al più
solare ottimismo. Bisogna far sentire ai
giovani, che i buoni non sono pochi,
che la virtù ed il bene esistono ancora,
anche se nascosti, anzi appunto perché nascosti, bisogna dare loro il senso
corroborante della solidarietà nel bene.
Siate sempre ottimisti, nella vostra opera
di educatori o di genitori.
Fate che i giovani crescano nel bene,
nella gioia, nella capacità dell’accoglienza a tutti, non solo in quello ideale, ma in quello vivente ed operante nel
mondo, giovani e persone dalle braccia
spalancate. Anche nel mondo moderno,
di oggi, perché dopo tutto questa è la
verità. Chi di noi può essere pessimista?
Bisognerebbe non avere occhi e non
conoscere la storia intima di mille anime giovanili, che è storia di eroismi non
indegni della prima generazione cristiana. Il nostro tempo, con le sue posizioni
estreme, non ammette più compromessi
o contaminazioni di principi. O con Cristo o contro Cristo. Cristiani a bagnomaria, non sono più possibili. Perché
non provare ad essere ottimisti anche
come cristiani ed educatori?”
Ennio Apeciti
sambe calcio
intervista a fabio ASTI
CAPITANO DEL SAMBE CALCIO
Se la Juve ha il suo Del Piero, la
Roma il suo Totti, il San Bernardo
ha Fabio Asti… non solo un capitano.. una “bandiera” vera
Fabio vuoi presentarti e descrivere come è iniziata la tua avventura nel Sambe?
Caro Pietro, sono passati talmente
tanti anni che ormai faccio fatica a
ricordarmi quando ho iniziato a indossare le scarpette da calcio all’oratorio di Sambe.
A parte gli scherzi, quest’anno è la
mia venticinquesima annata con addosso la maglia granata e per uno
juventino come me non è per niente
facile indossare questi colori!!! Ho
fatto tutta la trafila nel settore giovanile e 13 anni fa ho iniziato la mia
avventura con la prima squadra
fino a diventare l’attuale capitano.
…fino al fatidico giorno in cui ti è
stata consegnata la fascia di capitano… cosa significa per te essere
capitano del Sambe Calcio?
Non può essere altro che motivo
di orgoglio!!! Era il mio sogno fin
dai tempi dei pulcini e quando si
è realizzato è stata un’emozione
unica ed indescrivibile. E’ una bella
responsabilità perché bisogna essere delle guide positive verso i compagni di squadra e messaggeri di
correttezza e lealtà su tutti i campi
verso gli avversari.
È vero che nel corso della tua carriera hai ricevuto diverse e allettanti offerte da altre squadre?
Io penso che nella vita innanzitutto bisognerebbe essere realisti. Mi
avrebbe fatto piacere sfondare nel
calcio professionistico ma purtroppo madre natura non mi ha dato
quelle doti per poterci riuscire. Di
conseguenza è stato facilissimo per
me scegliere. Il Sambe è casa mia,
rispetta i valori umani con i quali
sono cresciuto e quindi non mi è
mai passata neanche nell’anticamera del cervello l’idea di poter cambiare squadra.
Chi ti ha più aiutato nella tua crescita calcistica e cosa ti ha portato
ellemme
new Mode Romina
innovazione&professionalità
Parrucchiere Centro Benessere
Via Polenghi Lombardo, 10 - 26900 Lodi
Tel. 0371.428464
a scegliere sempre il San Bernardo diventando così una vera e
propria “bandiera”?
Innanzitutto un grazie di cuore lo
devo ai miei genitori, i quali mi
sono sempre stati vicino consigliandomi e non “obbligandomi” nelle
scelte. Per quanto riguarda la crescita calcistica un grazie lo devo a
tutti gli allenatori che ho avuto.
Non mi piace fare dei nomi ma
posso dire sinceramente che ognuno di loro mi ha dato qualcosa.
Qual è il rapporto con i compagni
e con l’allenatore?
Con i compagni c’è un rapporto
fantastico!! Nonostante la differenza d’età con alcuni, si è riuscito
a costruire un gruppo veramente
coeso. Con il mister ormai c’è un
rapporto di stima reciproca che si
è consolidato con il passare degli
anni e spero prosegua per molti altri.
Ormai è diventato un “sanbernardino” a tutti gli effetti.
E con Don Peppino?
Non ci sono aggettivi per Don Peppino. E’ il nostro Padre spirituale,
Primo tifoso, amico….e molto altro
ancora. Non mi immagino un Sambe senza Don Peppino e quindi
“lunga vita” al nostro parroco.
Toglici una curiosità… è vero che
gli allenamenti sono così duri
come si dice…?
Sono leggende!!!!…se devo essere onesto quest’anno abbiamo faticato molto meno rispetto agli anni
passati introducendo nuovi metodi
di allenamento con il solo utilizzo
del pallone. Penso che il maggior
sforzo che il mister ci chieda sia a
livello mentale. E’ un PERFEZIONISTA!!!!
Hai mai provato a essere tu in prima persona l’allenatore?
Ho allenato per qualche anno i pulcini del Sambe.
E’ stata un’esperienza unica ed indimenticabile, ma la cosa che mi
11
fa più impressione è che alcuni di
quei bambini che allenavo ai tempi, adesso giocano con me.
E questo mi fa riflettere e pensare
che forse sono diventato vecchio…
Il campionato si sta avviando alla
conclusione, vuoi fare qualche
considerazione?
E’ stata un’annata difficile (soprattutto a causa degli infortuni nella prima
parte di stagione) ma positiva. Il nostro motto che ci ha accompagnato
in questi 5 anni di Mister Acernozzi
è “impossibile in nothing”!!!!
Vuoi aggiungere qualcosa di tuo
che ci siamo dimenticati di trattare?
Assolutamente niente!! Ti dico solo
che ti concederò la prossima intervista tra cinque anni!!! Tanto io ci
sarò ancora e avrò la mia fascia
attorno al braccio!!!
L’ultima domanda che ti volevo
fare – “sarai ancora il capitano
del San Bernardo anche l’anno
prossimo?” – ma mi hai già risposto: anche per il 2011-2012 sarà
Fabio Asti … come Del Piero per
la Juve e Totti per la Roma.
PIETRO CERESA
Azienda Agricola
paolo
corrù
Vendita uova di giornata
Tel. 0371.487.131
Cascina Primavera - Basiasco
sos sponsor
Chi fosse interessato alla sponsorizzazione delle realtà sportive (calcio, pallavolo o ciclismo
o bocce...) rivolgersi in parrocchia. Grazie in anticipo!!!
12
SAMBE pallavolo
Siamo ormai giunti alla fine della stagione pallavolistica 2010/2011
e stanno giungendo i primi verdetti riguardanti la nostra societa’ che ha
presentato al via ben 6 squadre suddivise nelle categorie under 13 e 14,
allieve, juniores,topjunior, open. Con vera soddisfazione la nostra squadra
allieve ha ottenuto il primo posto assoluto fregiandosi del titolo di campione provinciale ed acquisendo il diritto di partecipare alla fase regionale
che avrà inizio il 22 maggio.
Un’altro risultato positivo viene dalla squadra juniores che dopo un campionato sempre di vertice alla fine per un solo punto non si e’ qualificata
per la finale ed ha ottenuto solo un meritato 4° posto. Manca ancora poco
alla fine del mese e qualcosa bolle ancora in pentola perche’ la squadra
under 14 si e’ qualificata per la finale 1° e 2° posto che si effettuerà il
22 maggio nella palestra di Orio Litta e la squadra open, che dopo aver
dominato la prima fase del campionato, sta in questa fase finale per infortuni e defezioni subendo il ritorno delle squadre avversarie. A queste due
squadre un in bocca al lupo per queste ultime fatiche ed a tutte le atlete,
agli allenatori, ai dirigenti un sentito ringraziamento
per aver coltivato l’amicizia, lo spirito di gruppo ma sopratutto per aver
“tenuto alto” il nome del San Bernardo.
Samarati Gipo
Agriturismo Luna
Cascina Luna
MARUDO
tel. 0371.933148 - cell. 348.3972576
www.agriturismoluna.it
[email protected]