75 - Maggio 2011 - Parrocchia S. Maria della Clemenza e S. Bernardo
Transcript
75 - Maggio 2011 - Parrocchia S. Maria della Clemenza e S. Bernardo
Anno XXXV - Maggio 2011 - Periodico della parrocchia S. M. Clemenza S.Bernardo DON PEPPINO E I SUOI 50 ANNI... DA SACERDOTE Il tempo passa proprio rapidamente, ricordo infatti come fosse ieri la preparazione del libretto a ricordo del 40° di ordinazione sacerdotale, distribuito in occasione della benedizione delle case del 2002... invece sono passati velocemente altri 10 anni, e il mio amico don Peppino ricorderà quest’anno le sue nozze d’oro con il Signore. Dopo 11 anni di collaborazione, tanto sono gli anni da cui ci conosciamo, e con il suo entusiasmo di sempre, don Peppino ha accettato la mia idea di dedicare al suo 50 esimo di ordinazione sacerdotale la prima pagina del S. Bernardo ‘75, sostituendomi eccezionalmente al suo tradizionale messaggio alla comunità, che occupa questa pagina da 18 anni, da quando l’allora Vescovo Giacomo Capuzzi lo inviò a S. Bernardo da Guardamiglio. Allora don, da cosa vogliamo iniziare, per 50 anni di storia ci sarebbero tante cose da chiedere, forse non basterebbero tutti i S. Bernardo ‘75 degli ultimi 18 anni, tanti ormai sono gli anni che sono passati dal tuo arrivo come parroco a S. Bernardo. Prima delle domande, però vorrei fare un breve riassunto dei tuoi principali incarichi pastorali: - vice-Parroco a Cavacurta (10/61-1962) - vice Direttore Casa della Gioventù (07/62-66) - assistente Scout (62-69) - vice-Parroco all’Ausiliatrice in Lodi (08/66-69) - vicerettore del Collegio Vescovile (01/69) - Pro-Rettore del Collegio Vescovile (09/73-08/83) - Parroco di Galgagnano (11/76-10/79) - collaboratore pastorale dell’Addolorata in Lodi (10/79-82) - Parroco di Guardamiglio (08/83-07/93) - amministratore della parrocchia di Valloria, frazione di Guardamiglio (09/86-88) - Parroco di S. Maria della Clemenza e S. Bernardo (dal settembre 1993) La tua Ordinazione è avvenuta nella chiesa dell’Ausiliatrice, come mai? Nel 1961 il Duomo era inagibile perchè in ristrutturazione e perciò si è trovato ospitalità nella parrocchia dell’Ausiliatrice. Il 27 maggio sono stati ordinati 5 sacerdoti, altri 2 il 28 maggio. Ricordo una giornata piena di sole e poiché in macchina si era in so- Don Peppino con i suoi genitori, 1961 1 vrannumero, il vigile ci ha fermati e voleva multarci, ma poi saputo che si andava per la mia Ordinazione, mi sono salvato con la promessa di un’Ave Maria! E della prima Messa celebrata il 1 giugno 1961 a Graffignana, dove risiede la tua famiglia, che ricordo hai? Era la festa del Corpus Domini, hanno partecipato i miei genitori e le mie due sorelle, e vi è stata grande partecipazione dei miei concittadini. La banda del paese mi accompagnò da casa alla chiesa e i chierichetti furono estratti a sorte dai coscritti della classe del ‘37, l’omelia fu tenuta da don Gianni Bergamaschi ed il parroco dirigeva la corale. Poi frugale pranzo all’asilo parrocchiale e al pomeriggio solenne processione per le vie del paese addobbato a grande festa, ma alla processione era assente mio padre, che da buon coltivatore diretto, al pomeriggio dovette ritornare in stalla, per mungere le nostre 5 mucche. Tornando indietro negli anni, come è nata la tua vocazione? Quale l’apporto della tua famiglia alla tua scelta, e successivamente in tutti questi anni? In ogni vocazione, compresa anche quella matrimoniale, l’apporto della Don Peppino in Kenya, gennaio 2009) 2 famiglia non manca mai, e nel mio caso è stato rispettoso della mia scelta, anche se mio padre avrebbe preferito che continuassi la sua attività di agricoltore diretto in proprio, ma probabilmente c’era bisogno che facessi l’agricoltore, ma in campi più vasti... così dalle mucche della stalla, mi sono trovato invece alle pecore! Le solite sorprese della vita. Come mai sei conosciuto da tutti come “don Peppino” e non come “don Giuseppe”, tuo nome di battesimo? Il nome è dovuto al fratello di mio padre, che si chiamava Peppino in paese, ed è morto sul Carso nella guerra del 1915-18! Come si usava allora, tutti i fratelli di mio padre, erano in 6, hanno un figlio chiamato “Peppino”. Dopo 50 anni di sacerdozio, non ti chiedo se sei contento della tua scelta, perchè è talmente evidente e scontata la risposta, però come ti sei trovato nelle realtà dove i Vescovi lodigiani ti hanno chiamato ad esercitare il tuo ministero, e cosa ti hanno lasciato queste esperienze? Dove il Vescovo mi ha mandato, mi sono trovato sempre bene, ed anche per questo mi ritengo fortunato. Non ho mai chiesto di occupare un posto o un altro, anzi quando dovevo es- sere trasferito, mi dispiaceva sempre un po’, perché sapevo chi lasciavo e non sapevo chi trovavo, ma trovandomi bene poi, la nostalgia durava una settimana! Poi sono un ottimista e allora delle varie realtà dove mi sono trovato, ricordo sempre e soprattutto il positivo. CASA DELLA GIOVENTU’-AUSILIATRICE (dal 1962): è stata la mia prima esperienza pastorale stabile (poiché l’anno prima la mia esperienza pastorale è stata con la valigia in mano: Volpiano (TO), San Giuliano Milanese, Caselle Lurani, Galgagnano, Cavacurta), dove sotto la guida di due esperti maestri, don Giulio Marazzina e don Nino Staffieri, ho imparato a fare il prete in mezzo ai giovani. Un mestiere che non ho mai dimenticato, anzi ho sempre cercato di aggiornare. Allora la casa della gioventù era il centro giovanile della città: ricordo la catechesi il sabato sera alle ore 21 (ben 150 partecipanti dai 15 ai 30 anni), sono stato assistente spirituale “qualificato” degli Scout del gruppo Lodi I, poi lo sport con squadre di calcio, pallavolo, basket, tennis, ping-pong, biliardo; il gruppo culturale con il ricostruito cinema-teatro del Viale (quante ore in prefettura a Milano per i vari permessi, una volta mi hanno anche “rubato” la 500 per sosta vietata), gite in montagna e ferie al mare, l’esperienza alla domenica con i giovani al carcere Beccaria, tornei di calcio, tennis… con spirito missionario. Il primo corso per fidanzati a Lodi, è stata una nostra invenzione, per preparare comunitariamente i giovani al matrimonio. Ricordo che quando mi hanno destinato al collegio Vescovile, ho sofferto un po’, perché questa è stata un’esperienza forte ed irrepetibile. Quanti giovani della città ho conosciuto e che ora rivedo, ma come papà e nonni! COLLEGIO VESCOVILE (dal dicembre 1968 all’agosto 1983): era il periodo della contestazione giovanile e studentesca con scioperi, cortei, occupazioni nelle scuole pubbliche e tutti i 420 studenti del collegio ne venivano coinvolti. E’ stato un periodo difficile sia sotto il profilo educativo che disciplinare, allora bisogna- va usare la carota in una mano e nell’altra il bastone, e molto dialogoconfronto con tutti. Disciplina ma famigliare, così la chiamavo. Sono molti i miei ex alunni, di cui ho celebrato il matrimonio, con i quali sono in contatto, anche su Facebook! Tutti quelli del Vescovile, ricordano il “profumo del clan” della mia pipa, quando capita d’incontrarci ancora, per qualche rimpatriata, dopo 30 anni! In quegli anni ero anche al mattino insegnante di religione all’Itis Volta ed al Bassi: bellissimo, riuscivo 2 volte all’anno (a quei tempi di contestazione) a fare anche il compito in classe di religione ed ogni mattino, il momento di preghiera in sala mensa! Diverse classi, mi invitano ancora alle loro rimpatriate. Negli anni del Collegio sono stato PARROCO A GALGAGNANO (dal 1976 al 1979), un paese che allora contava circa 250 abitanti, che in poco tempo ho conosciuto tutti personalmente, una piccola comunità ed una piccola famiglia. Con uno stratagemma e in una settimana ho saldato il forte debito che pesava sulla comunità, messo e pagato il riscaldamento in chiesa. Per favorire meglio l’unità in paese, ho istituito la “festa popolare cristiana” alla cascina Cagnola, in sostituzione della festa dell’unità e dell’amicizia, che erano diventate motivo di divisione nel piccolo paese. Un’esperienza di cui andavo orgoglioso: aver organizzato, in accordo con il sindaco di allora, il doposcuola per le elementari, invidiatoci dai paesi vicini Parroco a GUARDAMIGLIO (dal 1983 al 1993) con i miei guardamigliesi: commercianti, generosi e cortesi, insomma i “barasin della bassa”! Il mio predecessore aveva iniziato molti lavori in parrocchia, ma poi a causa del tumore è deceduto, lasciandomi l’onore di terminarli e l’onere di pagarli: il restauro interno ed esterno della chiesa parrocchiale, la posa delle nuove statue sulla facciata, la nuova casa parrocchiale, la sala teatro e la sala bar oratorio da “sistemare” ed allargare, la costruzione della grotta della Madonna di Lourdes in piazza … E mi sono trovato senza coadiutore in oratorio con catechesi, grest, il campo scuola che durava un mese, momenti aggregativi con tornei sportivi, palio dei rioni, serata di S. Lucia ... che spettacolo! La generosità dei guardamigliesi non solo ha saldato tutto... ma non ho neanche lasciato la cassa vuota! Una soddisfazione pastorale: dopo pochi anni a Guardamiglio, ho smantellato le “panchine” e avevo l’oratorio sempre pieno di ragazzi e giovani, e grande partecipazione alla Messa. E le polemiche con “i vicini”, mi davano la carica! Parroco a S. MARIA DELLA CLEMENZA E S. BERNARDO (dal 1993): da Guardamiglio ritorno a Lodi, dopo 10 anni di serena periferia guardamigliese. E’ questa una parrocchia aperta e vivace, dove i molteplici gruppi sono la sua colonna portante, con un oratorio molto frequentato, dai ragazzi ai … nonni. E quanti lavori per avere degli ambienti accoglienti: rifatta totalmente la chiesetta dell’Olmo e quella dei morti dell’Arabia, nuovo impianto di riscaldamento e di aria condizionata nella parrocchiale, rifatti ex-novo bocciodromo,sala bar, sala teatro e sala giochi dei ragazzi, rivisitato il tetto della chiesa e della casa parrocchiale, rifatto il campo di calcio in oratorio e la vetrata nell’abside del coro. Ma se un motivo di “santo orgoglio” a Guardamiglio è stato anche di aver abbattuto “le panchine” e di aver portato unità nella vita dell’oratorio e parrocchia, a San Bernardo è stato l’input alla costituzione sia del gruppo culturale con l’inizio degli spettacoli teatrali mensili, che a quello del gruppo missionario giovani con gesti di volontariato in Romania, in Kenia e alla casa dell’accoglienza ogni domenica, poi la realtà sportiva in oratorio-parrocchia come occasione d’incontro e di aggregazione (da 5 a 11 le nostre squadre di calcio, da 2 a 7 le squadre di pallavolo, le bocce con 58 tesserati, il gruppo podistico con già 41 tesserati in due anni), le gite all’estero, il rilancio della corale, il mercatino della nonna, del libro e la pesca,le cene insieme in novembre e marzo con la media di ben 150 coperti ogni volta e in compagnia dei catechisti ed allenatori, il torneo cittadino di calcio dell’amicizia, la catechesi biblica al lunedì sera ed il corso della storia delle religioni, gli esercizi spirituali inizialmente solo per adulti ad Assisi ed ora da parecchi anni per i giovani (lo scorso 39 iscritti!), una inaspettata ripresa alla Messa festiva... Certo che a San Bernardo non è oro tutto quello che luccica, ma anche l’argento che luccica, non è da buttare via, anzi averne! Sicuramente in 50 anni, ci sarà stato qualche momento di difficoltà, quale è la ricetta di don Peppino per superare i momenti di crisi che si incontrano nel cammino della vita? Avere la Fede nella Resurrezione perchè il bene alla fine vincerà; il saper vedere i miracoli sempre presenti e possibili nella vita di ogni persona cioè l’ottimismo; il voler bene a tutti e una buona dose di umorismo e di pazienza. Un momento divertente che ricordi in particolare. Quando il Sambe vince, allora si dice “Sambe vincente, don Peppino presente”, e con lo staff si va nello spogliatoio a stringere la mano ai ragazzi della squadra, che sotto la guida di Salva intonano l’inno: “OI OI OI OI OI OI OI don Peppino gioca con noi!!” e si condivide pane e salame (è il mensile che prende chi gioca a San Bernardo!) Non abbiamo pensato a grandi cose per festeggiare il tuo anniversario, proprio perchè don Peppino ama le cose semplici, “frugali” come dici tu... Si celebreraranno due S. Messe, sabato 28 e domenica 29 maggio alle ore 18, alle quali la comunità di S. Bernardo e gli amici non mancheranno sicuramente, facendoti sentire quanta sia la gratitudine per quanto hai fatto in tutti questi anni. Potremmo scrivere un libro per raccontare la tua vita, però il mio direttore (che alla fine sei sempre tu!!!) mi richiama all’ordine perchè lo spazio a disposizione è esaurito!! Nella speranza di aver in poche righe evidenziato il lato umano di don Peppino, che molti parrocchiani, ma non tutti, come me hanno avuto il piacere di conoscere, l’augurio più vivo, di ritrovarci qui fra 10 anni, per festeggiare il 60°! Paolo Brambati 3 Educazione: cosa di cuore «I ragazzi sono sole o tempesta del domani», lo dice il grande educatore don Orione. All’occasione dei 50mo di vita sacerdotale del nostro Parroco Don Peppino, che, di educazione dei ragazzi ne sa tanto, vorrei iniziare con voi un percorso sull’argomento: Educazione. Sembra oggi obsoleta parlarne se ci crediamo al gran chiacchiere pessimista al riguardo. Ma i nostri Vescovi affermano che c’è un “emergenza educativa causata da tanti disagi nel quale vivono le nostre famiglie e dei mali della nostra società”. Ci ha sempre creduto San Giovanni Bosco quando afferma che “educare è una questione di cuore, che i ragazzi devono sapere che li amate.” E se di cuore, ne abbiamo tanto oggi, dovrebbe essere facile accompagnare i ragazzi e invece... “ Il giovane deve comprendere che viviamo per lui e che il suo bene è il nostro bene; deve anche sentire che siamo pronti a fare per lui dei sacrifici, e sacrificarci per la sua felicità e la sua salvezza”. Parole sante di grandi santi come Don Orione, che sembrano lontane dalla realtà eppure ci colpiscono in prima persona perché dicono l’esperienza umana. Senza indugio, iniziamo questo percorso affrontando in questo articolo il primo nocciolo di questo arduo esercizio di educare: La prevenzione. Parmigiani tullio Commercio salumi e formaggi vedere per... credere e... comprare! Via Roma, 89 - Tel. 0371.88807 graffignana 4 EDUCARE E’ PREVENIRE Non è di rado che nei nostri incontri coi genitori o in confessionale avvertiamo l’angoscia, o l’amaro pentimento di alcuni pur avendo seminato tanto nella vita dei figli e spendersi per il loro bene si ritrovano sempre a fare conti col rimosso di coscienza. Magari perché il figlio o la figlia ha preferito una via diversa. E’ vero dunque che non c’è un contenitore educativo standard che va bene per tutti. San Giovanni Bosco, nei suoi tentativi di educare i ragazzi parla di un sistema di prevenzione perché educare è laborioso. Non si può fare un educazione all’amatoriale. Le persone che diventano prematuramente genitori o educatori di riferimento devono prendere coscienza che i loro soggetti non sono delle bambole con cui fare delle smorfie ma dei “prodotti per il mercato umano di domani” ossia degli essere umani da tirare sù. Educare è una questione seria. Prevenire che significa arrivare prima o anticipare o eventuali disguidi o devianze, E’ meglio impedire il sorgere di una malattia che affaticarsi a guarirla. Nel mestiere di educare, non dobbiamo cadere nella trappola del “poverino, è così piccolo” per darle tutte vinte al bambino o ragazzo. Né dobbiamo dire: “è piccolo, poi si correggerà nel futuro.” Non si macchia un vestito nuovo dicendo: poi potrò smacchiarlo, questo appartiene agli inganni della pubblicità televisiva. Le abitudini non buone, una volta entrate dentro, sono di difficile espulsione. Se su una rivista apparisse l’avviso “tutti i funghi dichiarati commestibili nell’ultimo numero sono, in realtà, velenosi, ci scusiamo con i lettori”, non ci penseremmo un momento: la rettifica è da galera. Il metodo preventivo di Don Bosco dice due cose: preservare il ragazzo da esperienze e situazioni che lo possono portare a cadere e indicargli l’opera di sostegno, di fortificazione interiore per attrezzar- lo a camminare sulla via del bene e dell’impegno personale. Sempre Don Bosco diceva: “E’ più facile formare un ragazzo che aggiustare un uomo” . E’ nell’infanzia che si firma la cartella sanitaria fisica e psichica e soprattutto morale del figlio. Dunque, amo oggi il bambino, per non doverlo punire poi nel futuro; gli parlo oggi con verità e sincerità per risparmiare tante sgridate quando sarà adolescente, giovane poi... “adulto”. Insomma si tratta di giocare in anticipo. Un “NO” educativo detto oggi,fa male al ragazzo e all’educatore, ma è un fondamenta sicuro che si impianta per la costruzione di un uomo domani. E’ quello che Gesù intende quando dice: Costruire la sua casa sulla roccia. Il secondo punto nel prossimo articolo sarà: Educare è tifare. Auguri a don Peppino per i suoi 50 anni di vita sacerdotale in seguito a Cristo maestro e nell’impegno arduo di FORMARE degli uomini e donne per la gloria di Dio. Don Adolfo orari S. messe a S. Bernardo Feriale 8,30 - 17 Sabato e prefestivi in parrocchia ore: 20,30 festivi e domenica in parrocchia ore 8 - 9,45 - 11 - 18 all’Olmo ore: 10 confessioni ogni sabato ore 15 DALL’ARCHIVIO PARROCCHIALE I SACRAMENTI: dono da accogliere e valori da far crescere! C’è il rischio e la possibilità che i Sacramenti siano vissuti come passaggi “obbligati “ per essere uguali agli altri e come un fatto culturale della tradizione occidentale ed industrializzata, e perciò non come un dono di Dio, ma come un peso, ma pesante, che la Chiesa ti mette sulle spalle e che poi dovrai portare per tutta la tua vita! Ecco perché alcuni dicono: aspettiamo dopo i 18 anni a dare il Battesimo e gli altri Sacramenti, perché non li considerano un dono di Dio, ma un peso! E’ la comunità parrocchiale e la famiglia, che sono chiamati a vivere questi momenti aggregativi e occasioni di crescita nella Fede, doni-regalo del Padre, in una responsabilità di riconoscenza e di crescita, che dovrebbe continuare poi nel tempo della vita di una persona cristiana. Ogni adulto cristiano dovrebbe testimoniare agli altri i valori per i quali varrebbe la pena impegnarsi nella vita, e che danno senso e sapore a tutta un’esistenza. Battesimi 2011 BASSI LEONARDO MARIA BEGA SARA BRAVI MATTia GIUSEPPE BRICCHI LORENZO BRUNO CALZARI LINDA CASSELLA LISA CIPOLLA NOEMI MARIA CIPOLLA PIETRO CREMASCHI ANSELMO CREMASCHI MIRKO CROCE NICOLÒ D’AMBROSIO VIOLA FIORENTINO FILIPPO lepore sofia LUMACHI LUCA DOMENICO MARNINI GINEVRA ELENA MASSARI LUCA NEGRI MARCO ANTONIO PALMISANO REBECCA PRUGNOLI SOFIA RAVIZZINI DANIELE REDEGALLI MATTIA GIANNI SACCHI CHIARA SESINI EMMA ANGELA SESINI MATTEO TRAINA SIMONE VASTANO SVEVA MARIA VIOTTI SARA ANGELINA VODOUNON PHILOMENE Prima Confessione 2011 Un anno ricco e soddisfacente. Preparare la 1^ Confessione per questi bambini è stato stimolante e arricchente. Una classe vivace ma partecipe, con tanti bambini che amano l’interattività e che pongono domande intelligenti e più che consone alla loro età. Il programma era già strutturato e pronto, aiutando molto i catechiste permettendogli di concentrarsi su tanto altro che non era solo e soltanto “preparare la lezione”. Con questo programma hanno lavorato insieme tutte e 4 le catechiste Ritali, M.Grazia, Cecilia e Cleme. BIANCHI MARTINA BASSI NICOLO’ BERGOMI LUCA BONOLDI CARLO BOTTI DAVIDE CARMINATI EMANUELE CASSANI LINDA CELLA ELENA CIPOLLA FRANCESCA GAVINA GIULIA INCATASCIATO GIORGIO MANTOVANI GAIA FAVINI SIRIA SIRONI ANGELO SIRONI IDA URSO MARCO COSTA ALESSANDRO MASTRONI MARTA CASALI GIORGIA DANCI DENISSA GANDOLFI FRANCESCA S. Comunione 2011 La partecipazione dei bambini è stata attiva e interessata. Poche sono state le assenze, e si è percepita una grande attesa e “curiosità” per il Sacramento che presto riceveranno. Ottima è stata la collaborazione delle loro famiglie, alcuni genitori si sono messi anche a disposizione per assistere e partecipare alla catechesi domenicale. Sempre numerose le presenze agli incontri di catechesi con i genitori (uno in Avvento e uno in Quaresima). Durante l’anno la “Scatola del Sorriso” è diventato l’elemento con cui i bambini hanno potuto contribuire ad un gesto di carità nei confronti dei più bisognosi. Ogni domenica infatti hanno portato una piccola offerta in denaro, frutto del loro sacrificio settimanale, che confluirà nell’acquisto di materiale scolastico da donare ai bambini di Haiti durante la celebrazione della Prima Comunione. Le catechiste Maria Grazia Rovida e Cristina Sacchi. ABBATISTA MICHELE AMATO EMANUELE ANELLI GLORIA ATTANASIO ALICE BERGAMASCHI ERIC BRACCHI SIMONE CASTELLI ANDREA CELLA SIMONE CINELLI PAOLA COBIANCHI ARON CORNALBA LUCA DE CLEMENTE SILVIA FORCATI ALBERTO GONNI ALESSANDRO JOLI CHRISTIAN LATINO LORENZO LOCATELLI ANDREA LUMACHI DAVIDE MANTOVANI GIULIA MARASCO MARTA MOLTI MATTEO SAMMARTANO CHRISTIAN SIMONETTI MATTEO SISTO LAURA TANSINI PIETRO TRAMONTI GIULIA VILLARI FABRIZIO ZANONI FEDERICO 5 Cresima 2011 (Catechisti Luca, Ingo e Resy) I ragazzi sono interessati quando si trattano degli argomenti che sono più vicini a loro: cosa significa vivere la fede concretamente nel proprio vissuto quotidiano, “la storia della MIA salvezza” e soprattutto quando devono intervenire per rispondere a domande dirette su cosa pensano riguardo determinati argomenti. Quando si trattano contenuti “più teorici/noiosi” diventa più difficile mantenere l’attenzione e gestire la vivacità in particolare dei ragazzi; le ragazze sono notoriamente più tranquille. La partecipazione ad esperienze come la gita in montagna, l’incontro con il Vescovo, la raccolta alimentare o le lodi mattutine durante la quaresima con successiva colazione vengono vissuti come possibilità di vivere la fede nella comunità cristiana. Complessivamente non ci sono gravi carenze sulle cose fondamentali e questo è emerso in particolare quando abbiamo fatto una verifica sul programma svolto. ANELLI IACOPO ASTI MARIOLINA BONOLDI GIULIA BOTTI ANDREA CAPPATO ANDREA CASCONE GIANLUCA CELLA SIMONE CERIOLI CLARA CERRI ROBERTA COPPOLA ORLANDO DE FEO MARTINA DI MARCO LUDOVICA DI ROCCO MAURIZIO FILIPPONE LUCA FRANCESCA FUSTOLO GALLUCCIO BEATRICE GAROTTA ANDREA GAZZOLA MARCO GIRATI MARGAUX GORLA ALESSIO GRAZIOLI DAVIDE HEYDECKER LEONARDO HÜLSENBECK JOHANNES INCANTASCIATO GIULIA KOUASSI JOCELIN LANDI DANIELE LEONI ALESSANDRO LUMACHI PAOLO MARASCO SARA MASPERO VALERIA MERALDI MARTA NEGRI LORENZO ORSINISARA PARRELLA SHARON PASSERINI LAURA RIZZO LUCA ROSSETTI NICOLO’ ROSSI LUCA ROSSILORENZO SCOTTI ERIKA STELLA GIANLUCA TARCHISOFIA TENSINI MATTIA TENSINI MATTIA TRAMONTI ALICE TREVISONNO REBECCA Matrimoni 2010/2011 RANCATI MATTEO con GALLOTTA CLAUDIA PADOVANO ANTONIO con LO CASTO CINZIA CARDIN LORENZO con CICOGNINI VALENTINA MORO SERGIO con ROSSI LUCIA BRICCHI ALESSANDRO con CAPPATO ROBERTA REPOSI DAVIDE con PORCHERA SILVIA PAVESI MATTEO con CIPOLLA ELENA CAZZAMALI PAOLO con RAGGI FEDERICA GARILLI GABRIELE con BERTOLOTTI MICHELA RUGGERI MIRKO con RAIMONDI STEFANIA SESINI MASSIMILIANO con CAMPAGNOLI BARBARA DIEFFE IMPIANTI sas impianti elettrici civile ed industriali impianti citofoni, video cc, reti telematiche sistemi di sicurezza e controllo accessi 6 di Diego Festari e C. Sede legale ed amministrativa: 26900 Lodi - Via Secondo Cremonesi, 4 Tel. 0371.416317 - Cell. 335.290458 E-mail: [email protected] BORCHIA PAOLO con RIVA ALESSANDRA GANGI LORENZO con FELINI PAOLA Defunti 2011 BALCONI JOLANDA CINQUANTA GIUSEPPE D’OVIDIO RENATO DE BENETTI REDENTO FELLONI ANGELO PAOLO FRIGOLI LUIGI GAGGIANI GIORGIO GILARDONI MARIA GOBBI VITTORIA GUERCILENA ANGELO GUERINI ROSANNA MENEGAZZO EMMA MORANDI GAINCARLO ROSSI DOMENICO RUFFINI SILVIO SARTORIO NATALE Floricoltura di Cecchini Luciano 26900 LODI Casa S. Giuseppe, 32/B (SS 9 Emilia) Tel. 0371/30362 - Fax 0371/436203 non buttate via libri usati e oggetti vecchi - antichi Se possiedi o hai in casa libri (non scolastici), giornali, giornaletti, fumeti, oggettistica varia antica o vecchia che non ti serve più: li puoi portare in parrocchia per il prossimo mercatino della nonna e del libro per la sagra di settembre. grazie per la collaborazione! Chiesa di San Bernardo=Dom de Milan? Occorre risalire al 1984 per vedere realizzati gli ultimi lavori di restauro esterno della Chiesa: era allora Parroco don Carlo Ferrari. Detti lavori non interessavano tutto il complesso degli edifici adiacenti alla Chiesa stessa e, seppure importanti e sufficienti a mantenere in uno stato decoroso l’intero complesso della Parrocchia, non erano risolutivi per quanto riguarda il problema delle infiltrazioni di acqua, che continuavano a verificarsi in concomitanza con forti temporali. L’attuale Parroco, don Peppino Bertoglio, decise di far effettuare un sopralluogo generale al gruppo di fabbricati che compongono il complesso parrocchiale. L’accesso al sottotetto, difficoltoso e angusto, avviene con l’ausilio di una scala alla marinara posta all’interno del campanile. Il tecnico incaricato rilevò i punti cruciali dove si rendeva necessario e urgente intervenire. Il tetto infatti era in più parti rappezzato con lastre di fibronite, i listelli che sorreggevano la copertura, coppi, erano malandati e fatiscenti, il solaio era ricoperto di macerie risultanti da altri interventi e lasciati sul posto. Gran parte dei canali era in lamiera zincata e marci. Il sopralluogo si è limitato, per motivi di effettiva difficoltà di ispezione, al sottotetto absidale della Chiesa, a quello della casa del Parroco, della sala S. Monica e della casa del Coadiutore. Impossibile ispezionare il sottotetto delle navate laterali e di quella centrale. Quest’ultima è stata raggiunta dall’esterno, mediante l’utilizzo di un’autoscala con cestello. Si diede così avvio con urgenza alle pratiche necessarie per ottenere l’autorizzazione alla procedura di inizio lavori che richiede, come ben sappiamo tempi lunghi. In breve: Il progetto è stato redatto in data 28 maggio 2010 e visionato dalla Commissione Parrocchiale il 20/06/2010; il 2 luglio 2010 è stato inviato alla Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano, che ha concesso l’autorizzazione ai lavori con lett. del 13 settembre 2010, prot. n. 9991, indirizzata alla Curia Vescovile di Lodi, con la seguente condizione: “che l’esecuzione delle opere sia affidata a Ditta di restauro di provata esperienza e visionata da Direttore dei Lavori iscritto all’Ordine”. Per motivi di risparmio economico e di tempo i lavori sono stati appaltati separatamente per quanto riguarda il ponteggio e le opere di ristrutturazione: - l’allestimento del ponteggio tubolare lungo tutto il perimetro dei fabbricati oggetto dell’intervento, dopo regolare gara, è stato affidato alla ditta EUROPONT s.a.s. di Conti Carmelo & C. di Melegnano - le opere di restauro sono state affidate all’Impresa Corrù Raimondo di Cavenago d’Adda e consistono in: • rimozione dei coppi esistenti e sottostante listellatura in legno • fornitura e posa di nuovi listoni in legno o assitto in legno • fornitura e posa di lastre sottocoppo in ondulina catramata • riposizionamento dei coppi precedentemente rimossi, che saranno fermati con ganci in rame • fornitura e posa di nuovi colmi • fornitura e posa di profili fermavolatili ed altre opere che si rendessero necessarie per dare il lavoro ultimato a regola d’arte. • fornitura e posa in opera di: nuovi canali e scossaline in rame Salvo imprevisti e/o condizioni atmosferiche avverse, l’ultimazione delle opere è prevista per fine giugno p.v. I ponteggi rimarranno per un periodo ulteriore, in quanto si provvederà alla tinteggiatura dei prospetti late- rali della Chiesa e del relativo campanile, che è stata affidata alla ditta VID artigiana di Cavenaghi Angelo. Breve cronistoria dall’inizio lavori. Nonostante le previsioni dei vari meteorologici di turno, che davano condizioni atmosferiche avverse, i lavori sono comunque potuti iniziare il 28 marzo 2011, grazie alle preghiere intercessorie del Parroco! Le stesse non sono valse, fino ad ora, anche se non si perde la speranza, ai fini di un ritrovamento di tesoretti celati nel sottotetto! Ahimé è stata trovata invece una trave di colmo marcia e travetti coperti di muffa. A oggi il tetto della Chiesa, limitatamente alla navata centrale, è stato ultimato. Nei giorni seguenti si provvederà alla sistemazione del tetto delle navate laterali per poi proseguire nelle rimanenti parti dell’intero fabbricato. Il termine previsto è la fine di giugno 2011, sperando che continuino le buone condizioni atmosferiche, grazie ai rapporti diretti del ns. Parroco con il Padre Celeste. Un grazie alla fondazione comunitaria della provincia di Lodi per il grande contributo offerto e ai numerosi parrocchiani per le loro offerte-donazioni. Dati tecnici: Progetto e Direzione Lavori: arch. Emilio Vignati, iscritto all’Albo degli Architetti della Provincia di Lodi al n. 47 Piano di Sicurezza e coordinamento per la sicurezza durante l’esecuzione : Edilproject di Lodi: Ing. Paolo Esposti e geom. Alfonso Gaboardi. Ditte interessate: - per il ponteggio: EUROPONT s.a.s. di Conti Carmelo & C. - per il restauro: Corrù geom. Raimondo di Cavenago D’Adda - per la tinteggiatura: ditta VID artigiana di Cavenaghi Angelo COSTI: e 135.000/150.000 Vignati arch. Emilio 7 Gli alunni stranieri, fanno ricca o povera una classe e gl’immigrati la società ? E’ oramai da qualche anno, che anche la scuola, come le città ed i paesi, le squadre sportive, i ns. oratori... appaiono come realtà multi colorate e di culture diverse. Ogni cultura infatti, è un modo diverso di vedere, di guardare, di affrontare e di vivere la realtà della vita, e mai come oggi, questo è assolutamente necessario. Spesso noi intendiamo l’aiuto e la risorsa dello straniero in termini puramente e soprattutto economici, mentre sarebbe molto più importante studiare e vedere come chi non appartiene alla ns. cultura affronti e veda i problemi dai suoi punti di riferimento. Anche in una classe scolastica, superata la curiosità iniziale, data dall’aspetto esteriore, quali il colore della pelle, il modo di vestire, una lingua diversa… il dialogo che necessariamente si instaura, anche in una classe, pone l’una di fronte all’altra le persone, come portatrici di valori diversi, con tradizione diverse, con linguaggi diversi, che vanno solo condivisi, capiti ed accolti. Alla base ci deve essere il rispetto reciproco e la sincerità nell’affrontare insieme le difficoltà dell’incontro e del conoscersi nelle rispettive culture e tradizioni. Se questo avviene nella scuola, questa si arricchisce, se avviene in oratorio questo diventa aggregativo, se avviene nello spogliatoio questo diventa uno sport stimolante, se avviene in una parrocchia è segno di universalità. Nel confronto tra l’occidentale e lo straniero, spesso i figli del ricco Occidente, appaiono stanchi e senza stimoli e demotivati, mentre i figli degli stranieri, hanno voglia di affermarsi, di emergere e di riuscire. 8 I nostri figli dell’ Occidente (cioè i nostri lodigiani–milanesi…) occupano il tempo libero nel divertimento e con la playstation, mentre i figli degli stranieri s’impegnano nello studio e molti hanno positivi risultati. I figli dell’occidente pagano l’affitto della casa dove abitano, gli stranieri, si fanno il mutuo e si comperano la casa dove abitano. Spesso negli stranieri vi è un forte desiderio di realizzarsi, che dovrebbe essere il desiderio ed il progetto di ogni giovane sia straniero che occidentale. Un pizzico di orgoglio, il confronto con gli altri, che partendo svantaggiati ci stanno superando e c’insegnano (mai visto uno straniero-immigrato che soffre di .. depressione!), sia motivo, non per dare addosso allo straniero (come stupidamente alcuni fanno) ma incitamento a fare del nostro meglio: dalla scuola al lavoro. Un indiano adolescente di 16 anni, alla domanda, come “occupi oggi il tuo tempo libero?” ha risposto: “medito, leggo e imparo, per conoscere e conservare le mie radici e costruirmi una vita migliore”. La parrocchia di S. Bernardo, è aperta a tutti quelli che la vogliono veramente frequentare, italiani e non, volentieri abbiamo dato il ns. oratorio per la festa della Vergine del Cisne (Equador), per il Signore dei miracoli (Perù), per un matrimonio stile africano togolese, per commemorazione di parenti defunti, nella realtà sportiva calcio e pallavolo (speriamo anche bocce e podismo), nel gruppo missionario giovani... dicono di trovarsi bene e di sentirsi ben accolti ed integrati, OK siamo sulla buona strada evangelica! don Peppino e un gruppo del g.m.g. di San Bernardo Proverbi Proverbi: dicono che sono la saggezza dei poveri e dell’esperienza della vita, e poi la saggezza è un frutto gustoso per tutti i palati, anche se i giovani, è naturale ma anche dispiace, ordinariamente non l’appetiscono. In questa pagina, sono presentati ed elencati tutta una serie di proverbi e detti su un tema e su un valore importante: L’ AMICIZIA. Dicono che l’amicizia è il maggior bene del mondo e che chi trova un amico, trova un tesoro! Ma dove sono e quali sono i veri amici? dove trovarli e come riconoscerli? Mi hanno detto che chi diventa ricco, perde gli amici, e anche che li perde chi diventa povero, ed allora cosa facciamo? Poi si sa: sul lavoro, non ci sono amici, ma colleghi, mi ha detto mio padre, forse dalla sua esperienza? Ma fortunatamente l’amico è anche colui che ti conosce veramente e profondamente, nel positivo e nel negativo, e nonostante questo ti vuole bene e vuole il tuo bene! Gli amici da passatempo, cambiano come il vento. Se sei amico dell’orso, tieniti vicino anche una scure. Per sapere se il tuo amico è leale, mangia con lui un quintale di sale. Ama il marito e l’amico tuo, anche e nonostante il vizio suo. L’amicizia è un gran tesoro,da apprezzare + dell’oro. Ogni luogo è un deserto, senza un amico certo . Amici veri nella giovinezza, diventano fratelli nella vecchiezza. Se vuoi vivere in letizia, trovati una vera amicizia. Chi cessa di essere amico, non fu mai amico. Non avere amici è grave, e il non essere amico è + grave. Si può essere amico di tutti e non avere nessun amico. Da certi amici, mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io. Te lo dico: se cadi in povertà puoi perdere l’amico. Un’amicizia riconciliata, può essere una piaga mal sanata. L’amico non dice “farò”, ma fa subito ciò che può. Chi vuol avere molti amici, ne provi pochi. Amico di ventura, poco dura. E’ facile trovare amici, difficile è mantenerli. Molti amici avrai, fin che soldi avrai. Un vero amico saggio, ti corregge con coraggio. Chi è amico in casi avversi, costui è da tenersi! Se non hai amici, non andare alle feste. Amicizia improvvisata, se ne va in una nottata. Amicizia oltraggiata, difficilmente recuperata. Meglio un cane amico, che un amico cane. I nemici più amari, li puoi trovare tra i tuoi cari. Il vero amico si getta in mare, per non farti affogare. Sia l’amico che l’amore, si conoscono nel dolore ! L’ora di Religione cattolica a scuola: perché? Se sei genitore che iscrivi tuo figlio/a ad una scuola del primo ciclo, fai una scelta che ha un valore educativo. Se sei uno studente e t’iscrivi alle scuole superiori, allora sei tu che scegli, ma insieme ai tuoi genitori. Motivazioni per la scelta dell’ora di religione cattolica, che evidentemente noi ti consigliamo: 1) L’insegnamento della religione cattolica, promuove il rispetto delle diversità ed è, in questo senso, risorsa e non ostacolo alle strategie di integrazione di tutti gli alunni. 2)Aiuta a conoscere ciò che appartiene alle radici culturali, spirituali e bibliche , giudaiche e cristiane del nostro popolo. Ognuno e ciascuno può riconoscere ciò che gli appartiene, perché nato o perché vive nella storia italiana. 3) La religione cattolica a scuola non è per convertire e per professare o testimoniare la fede cristiana, questo è uno dei compiti principali che le parrocchie devono svolgere con la catechesi in oratorio. In classe invece, nel confronto, nel dibattito, nel dialogo, l’insegnamento e la conoscenza della religione, sollecita tutti gli studenti, cristiani e non cristiani, a farsi consapevoli della propria identità religiosa ed insieme attenti a valori religiosi in cui gli altri si riconoscono. 4) Nella scuola e durante l’ora di religione, ciascuno impara a conoscere se stesso e gli altri, a capire il senso della vita, il valore della cultura e della conoscenza anche interpersonale, a stare con gli altri ed accettare gli altri, credenti o non credenti o atei o di altre esperienze religiose.. che non sono nemici da temere o da combattere, ma persone da rispettare e con i quali confrontarsi, rispettarsi e dialogare. Questi sono alcuni motivi, che devono essere alla base ed a sostegno per scegliere l’ora di religione cattolica. 9 TRE LIBRI per l’estate Giacomo Biffi “L’Unita’ d’Italia centocinquant’anni 1861-2011 - contributo ritato una conoscenza più approfondita della storia italiana, in ogni caso si tratta di una lettura stimolante e una buona base di partenza per un dibattito che è soltanto incominciato. edizione cantagalli 2011 Beppe Quintini di un italiano cardinale a una rievocazione multiforme e plebiscitaria” e 8,00. Giacomo Biffi, cardinale emerito di Bologna, non è nuovo ad uscite “controcorrente”. Il sottotitolo di quest’ultimo suo libro e contributo di un italiano cardinale ad una rievocazione multiforme e problematica, esprime già l’intenzione di “dire la sua” nel dibattito in corso, in modo come sempre originale ma intelligente e proprio. La tesi di fondo del libro è: l’Italia ha conosciuto un passato glorioso, in ambito culturale, anche e soprattutto prima dell’unità d’Italia. Il cardinale Biffi, parte dall’assunto che il termine stesso “risorgimento”, indica in qualche modo che l’Italia era morta ed adesso ci si adoperava a farla risorgere. “Un passaggio degl’italiani dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita”, e si chiede “ma fu veramente un risorgimento culturale, morale e spirituale del ns. popolo?” Scrive il Cardinale: fino allo sconquasso napoleonico, s’irradia ancora dall’Italia e su tutti i popoli una luce ammirata di civiltà, di genialità artistica e di scienza. Le ns. regioni non sono soltanto i musei degli straordinari capolavori del passato, sono anche laboratori attivi di varia umanità. Le genti italiche, una volta raggiunta la sospirata unità ed indipendenza politica, hanno solo cercato d’imitare un po’ tutti: i francesi ed inglesi ed a rassegnarsi all’attuale condizione di colonia culturale statunitense. E se ci fu un “risorgere“, questo è stato relativo e parziale. Anzi l’unificazione statuale è stranamente coincisa con un certo calo della ns. naturale creatività e sul piano dei valori, abbiamo perso anche un po’ del ns. smalto”. In particolare l’analisi del cardinale si concentra sul rapporto con la realtà cattolica, sostenendo che “è stato un dramma spirituale e morale che a motivare e condurre il processo unitario fosse un’ideologia deliberatamente antiecclesiale, mettendosi così in conflitto con i sentimenti più profondi del nostro popolo e con le sue tradizioni più radicate.” Forse la stimolante e pungente riflessione del cardinale, avrebbe me10 “Voci soffocate” un libro thriller, edizioni Watson, e18,00 Aprendo il libro “Voci Soffocate”, e sbirciando nei ringraziamenti, si legge: “Un omaggio doveroso è riservato al mio amico Don Peppino: non ci si stanca mai di incontrare persone straordinarie sul proprio cammino. Grande!” Il parroco di San Bernardo e Beppe Quintini, l’autore lodigiano del thriller, sono davvero due grandi amici. Il libro, pubblicato dalla Watson edizioni di Roma, è uscito nelle librerie il 18 Marzo e sarà presente al Salone del libro di Torino con la seconda ristampa. Il commento del giornalista Mattia Eccheli de “L’Adige” descrive così il libro: “L’alchimia dei luoghi, combinata con una trama ben architettata e ricca di colpi di scena, conferisce autorevolezza a questo romanzo d’esordio… che ha trasformato il Trentino nel palcoscenico di un avvincente thriller.” Mathias Novari, ex poliziotto lacerato dal proprio passato, e l’agente Marina Bruni, donna caparbia e determinata, sono i protagonisti di Voci Soffocate. Saranno loro, insieme agli altri personaggi del romanzo, a risolvere il mistero inquietante che avvolge un caso. Un sequestro finito in tragedia, intrighi politici e tradimenti si perdono nella nebbia invernale, e fanno da sfondo ad una corsa contro il tempo per decifrare l’enigma che cela la verità. Il libro è in vendita a Lodi in tutte le librerie. Se volete vedere il booktrailer, andate sul sito www.youtube.it e digitate “voci soffocate”; può essere che qualcuno di voi riconosca le scarpe di… uno di San Bernardo! Don Carlo Gnocchi “l’educazione del cuore” in vendita presso la libreria san Paolo di Lodi, via Cavour. Un altro segreto della santità di don Carlo Gnocchi , fu il suo ottimismo ed il suo entusiasmo, che ha saputo trasmettere nel libro “l’educazione del cuore”, un libro di ancora grande attualità, e che vorrei invitare genitori e giovani a leggere, con interesse, perché soprattutto oggi, c’è bisogno di fiducia e di speranza,ma non di utopia che poi è deludente. Per stimolarvi e spronarvi alla lettura di questo libro, vi presenterò alcune frasi significative, che vi danno lo spessore educativo del saggio: “C’è troppo panico, nel campo degli educatori cristiani. Davanti ad un mondo che sfoggia tutta la falsa ed inebriante opulenza della sua vita, molti s’impauriscono e si rannicchiano nel proprio guscio e si abbandonano alle geremiadi o alle invettive. Come è tetra l’aria di certi ambienti educativi, anche cristiani. Non vi risuonano altro che allarmi, non brillano nel buio che semafori rossi, e dicono “guardatevi! Il mondo è corrotto! Non c’è più onesta e purezza! Ma dove andremo a finire?” Nulla è più deprimente sull’animo giovanile, di queste apocalissi, anche perché nulla è più falso. Bisogna spalancare le finestre dell’anima al più solare ottimismo. Bisogna far sentire ai giovani, che i buoni non sono pochi, che la virtù ed il bene esistono ancora, anche se nascosti, anzi appunto perché nascosti, bisogna dare loro il senso corroborante della solidarietà nel bene. Siate sempre ottimisti, nella vostra opera di educatori o di genitori. Fate che i giovani crescano nel bene, nella gioia, nella capacità dell’accoglienza a tutti, non solo in quello ideale, ma in quello vivente ed operante nel mondo, giovani e persone dalle braccia spalancate. Anche nel mondo moderno, di oggi, perché dopo tutto questa è la verità. Chi di noi può essere pessimista? Bisognerebbe non avere occhi e non conoscere la storia intima di mille anime giovanili, che è storia di eroismi non indegni della prima generazione cristiana. Il nostro tempo, con le sue posizioni estreme, non ammette più compromessi o contaminazioni di principi. O con Cristo o contro Cristo. Cristiani a bagnomaria, non sono più possibili. Perché non provare ad essere ottimisti anche come cristiani ed educatori?” Ennio Apeciti sambe calcio intervista a fabio ASTI CAPITANO DEL SAMBE CALCIO Se la Juve ha il suo Del Piero, la Roma il suo Totti, il San Bernardo ha Fabio Asti… non solo un capitano.. una “bandiera” vera Fabio vuoi presentarti e descrivere come è iniziata la tua avventura nel Sambe? Caro Pietro, sono passati talmente tanti anni che ormai faccio fatica a ricordarmi quando ho iniziato a indossare le scarpette da calcio all’oratorio di Sambe. A parte gli scherzi, quest’anno è la mia venticinquesima annata con addosso la maglia granata e per uno juventino come me non è per niente facile indossare questi colori!!! Ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile e 13 anni fa ho iniziato la mia avventura con la prima squadra fino a diventare l’attuale capitano. …fino al fatidico giorno in cui ti è stata consegnata la fascia di capitano… cosa significa per te essere capitano del Sambe Calcio? Non può essere altro che motivo di orgoglio!!! Era il mio sogno fin dai tempi dei pulcini e quando si è realizzato è stata un’emozione unica ed indescrivibile. E’ una bella responsabilità perché bisogna essere delle guide positive verso i compagni di squadra e messaggeri di correttezza e lealtà su tutti i campi verso gli avversari. È vero che nel corso della tua carriera hai ricevuto diverse e allettanti offerte da altre squadre? Io penso che nella vita innanzitutto bisognerebbe essere realisti. Mi avrebbe fatto piacere sfondare nel calcio professionistico ma purtroppo madre natura non mi ha dato quelle doti per poterci riuscire. Di conseguenza è stato facilissimo per me scegliere. Il Sambe è casa mia, rispetta i valori umani con i quali sono cresciuto e quindi non mi è mai passata neanche nell’anticamera del cervello l’idea di poter cambiare squadra. Chi ti ha più aiutato nella tua crescita calcistica e cosa ti ha portato ellemme new Mode Romina innovazione&professionalità Parrucchiere Centro Benessere Via Polenghi Lombardo, 10 - 26900 Lodi Tel. 0371.428464 a scegliere sempre il San Bernardo diventando così una vera e propria “bandiera”? Innanzitutto un grazie di cuore lo devo ai miei genitori, i quali mi sono sempre stati vicino consigliandomi e non “obbligandomi” nelle scelte. Per quanto riguarda la crescita calcistica un grazie lo devo a tutti gli allenatori che ho avuto. Non mi piace fare dei nomi ma posso dire sinceramente che ognuno di loro mi ha dato qualcosa. Qual è il rapporto con i compagni e con l’allenatore? Con i compagni c’è un rapporto fantastico!! Nonostante la differenza d’età con alcuni, si è riuscito a costruire un gruppo veramente coeso. Con il mister ormai c’è un rapporto di stima reciproca che si è consolidato con il passare degli anni e spero prosegua per molti altri. Ormai è diventato un “sanbernardino” a tutti gli effetti. E con Don Peppino? Non ci sono aggettivi per Don Peppino. E’ il nostro Padre spirituale, Primo tifoso, amico….e molto altro ancora. Non mi immagino un Sambe senza Don Peppino e quindi “lunga vita” al nostro parroco. Toglici una curiosità… è vero che gli allenamenti sono così duri come si dice…? Sono leggende!!!!…se devo essere onesto quest’anno abbiamo faticato molto meno rispetto agli anni passati introducendo nuovi metodi di allenamento con il solo utilizzo del pallone. Penso che il maggior sforzo che il mister ci chieda sia a livello mentale. E’ un PERFEZIONISTA!!!! Hai mai provato a essere tu in prima persona l’allenatore? Ho allenato per qualche anno i pulcini del Sambe. E’ stata un’esperienza unica ed indimenticabile, ma la cosa che mi 11 fa più impressione è che alcuni di quei bambini che allenavo ai tempi, adesso giocano con me. E questo mi fa riflettere e pensare che forse sono diventato vecchio… Il campionato si sta avviando alla conclusione, vuoi fare qualche considerazione? E’ stata un’annata difficile (soprattutto a causa degli infortuni nella prima parte di stagione) ma positiva. Il nostro motto che ci ha accompagnato in questi 5 anni di Mister Acernozzi è “impossibile in nothing”!!!! Vuoi aggiungere qualcosa di tuo che ci siamo dimenticati di trattare? Assolutamente niente!! Ti dico solo che ti concederò la prossima intervista tra cinque anni!!! Tanto io ci sarò ancora e avrò la mia fascia attorno al braccio!!! L’ultima domanda che ti volevo fare – “sarai ancora il capitano del San Bernardo anche l’anno prossimo?” – ma mi hai già risposto: anche per il 2011-2012 sarà Fabio Asti … come Del Piero per la Juve e Totti per la Roma. PIETRO CERESA Azienda Agricola paolo corrù Vendita uova di giornata Tel. 0371.487.131 Cascina Primavera - Basiasco sos sponsor Chi fosse interessato alla sponsorizzazione delle realtà sportive (calcio, pallavolo o ciclismo o bocce...) rivolgersi in parrocchia. Grazie in anticipo!!! 12 SAMBE pallavolo Siamo ormai giunti alla fine della stagione pallavolistica 2010/2011 e stanno giungendo i primi verdetti riguardanti la nostra societa’ che ha presentato al via ben 6 squadre suddivise nelle categorie under 13 e 14, allieve, juniores,topjunior, open. Con vera soddisfazione la nostra squadra allieve ha ottenuto il primo posto assoluto fregiandosi del titolo di campione provinciale ed acquisendo il diritto di partecipare alla fase regionale che avrà inizio il 22 maggio. Un’altro risultato positivo viene dalla squadra juniores che dopo un campionato sempre di vertice alla fine per un solo punto non si e’ qualificata per la finale ed ha ottenuto solo un meritato 4° posto. Manca ancora poco alla fine del mese e qualcosa bolle ancora in pentola perche’ la squadra under 14 si e’ qualificata per la finale 1° e 2° posto che si effettuerà il 22 maggio nella palestra di Orio Litta e la squadra open, che dopo aver dominato la prima fase del campionato, sta in questa fase finale per infortuni e defezioni subendo il ritorno delle squadre avversarie. A queste due squadre un in bocca al lupo per queste ultime fatiche ed a tutte le atlete, agli allenatori, ai dirigenti un sentito ringraziamento per aver coltivato l’amicizia, lo spirito di gruppo ma sopratutto per aver “tenuto alto” il nome del San Bernardo. Samarati Gipo Agriturismo Luna Cascina Luna MARUDO tel. 0371.933148 - cell. 348.3972576 www.agriturismoluna.it [email protected]