Non chiamatela ludopatia. È una vera e propria malattia. Il gioco d

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Non chiamatela ludopatia. È una vera e propria malattia. Il gioco d
NOTA STAMPA
Non chiamatela ludopatia. È una vera e propria malattia.
Il gioco d’azzardo e le sue conseguenze al centro del nuovo
appuntamento con l’iniziativa “Leggi in Salute” di Sanofi
Sono oltre 32 milioni i giocatori d’azzardo in Italia, dei quali più di 800.000 preda del
gioco patologico. Un trend in costante crescita: circa tre i milioni di italiani a rischio
di cadere in questa “patologia” che presenta costi socio-sanitari stimati in oltre un
miliardo e 800 milioni di euro. Al GAP - Gioco d’Azzardo Patologico - è dedicato il
volume “Quando il gioco non è più un gioco” di Paola Binetti. Il libro è al centro del
nuovo appuntamento con l’iniziativa “Leggi in salute” di Sanofi, un “think tank” che
prende spunto dalla presentazione di testi letterari su tematiche di salute o politica
sanitaria per stimolare il dibattito e la ricerca di possibili soluzioni. L’autrice, i
rappresentanti del mondo delle Istituzioni e dell’associazione delle imprese del
gioco si uniscono agli specialisti per tracciare un profilo del problema e un
possibile approccio dal punto di vista legislativo e medico.
L’incontro si tiene martedì 9 luglio, alle ore 19.30 presso il Palazzo Santa Chiara a Roma.
Roma, 9 luglio 2013 - Fa perdere di vista famiglia e lavoro, isola dal mondo, diventa una
dipendenza difficile da combattere. Queste le caratteristiche del gioco d’azzardo patologico,
una vera e propria malattia dalle dimensioni ormai allarmanti. Secondo una stima del Dipartimento
Nazionale per le Politiche Antidroga sono oltre 32 milioni i giocatori, pari al 54% della
popolazione italiana. Di questi, 1.700.000 sarebbero i giocatori cosiddetti “problematici” e oltre
800.000 le persone cadute nella trappola del gioco patologico, che passano le giornate tra videopoker e slot-machines.
Parte da queste considerazioni la presentazione del volume “Quando il gioco non è più un gioco”
dell’Onorevole Paola Binetti nell’ambito del nuovo appuntamento con l’iniziativa “Leggi in
Salute” di Sanofi che si tiene martedì 9 luglio a Roma. Intervengono nel dibattito, a
dimostrazione della multidisciplinarietà necessaria nell’approccio a questo problema sociosanitario, Luigi Bobba, V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Luigi D’Ambrosio
Lettieri, XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, Federico Tonioni, Direttore del Centro
Psicopatologie da web del Policlinico Gemelli di Roma, e Italo Marcotti, vicepresidente di
Confindustria Sistema Gioco Italia.
L’attualità e la cronaca quotidiana raccontano quanto il rapporto tra gli italiani e il gioco d’azzardo
sia complesso e carico di rischi per il singolo e la società. Nel volume si legge: “Quando nel 1946
faceva capolino il Totocalcio gli italiani erano animati da forte voglia di riscatto e la schedina era
vissuta come un momento familiare. Oggi la situazione è profondamente diversa. Il gioco è
diventato più pericoloso perché supportato da un forte sviluppo tecnologico, che crea sempre più
occasioni e modalità di giocare e lo Stato prende sempre più ricavi da questo settore, anche se nel
contempo toglie spazio al gioco illegale e alla malavita che da esso ne consegue. Il business
cresce di anno in anno, e purtroppo molte persone si trovano in un tunnel dal quale uscire è
sempre più difficile”.
I numeri del fenomeno sono in aumento, tant’è che il Codacons, riferendosi alla cosiddetta
“ludopatia”, arriva a parlare di pandemia del terzo millennio. Il gioco d’azzardo si sta infatti
diffondendo in tutta Italia. Le cifre dicono che le persone affette da ludopatia sono per il 72%
maschi. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, la zona di maggior diffusione è il centro
Italia (41%), seguito dal nord (33%) e dal sud (26%). Quanto agli “investimenti” dei giocatori, le
statistiche messe a disposizione dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli parlano di oltre 70
miliardi di euro in “giocate” tra gennaio e ottobre 2012, con una netta predominanza degli
apparecchi per intrattenimento, pari a oltre 38 miliardi di euro.
Tra le opzioni per affrontare questa situazione, oltre a rivedere l’impostazione legislativa del
settore, nel volume scritto da Paola Binetti viene auspicata anche la possibilità di istituire un
osservatorio dedicato, che possa analizzare i dati raccolti, informare tempestivamente i diversi
stakeholder e aiutare la prevenzione delle forme patologiche, fornendo assistenza alle persone più
a rischio.
Questi i temi di dibattito nel nuovo appuntamento con l’iniziativa “Leggi in Salute” di Sanofi,
che dedica parte della discussione alla relazione tra le donne e il gioco d’azzardo, che registra
una progressione e presenta connotati sociologici e psicologici critici.
“Sanofi intende prendersi cura delle persone a 360 gradi, come dimostra il nostro impegno in
un’iniziativa come questa, che vede la partecipazione di diversi interlocutori impegnati a far fronte
ad una dinamica come quella del gioco d’azzardo patologico,” afferma Arturo Zanni,
Amministratore Delegato di Sanofi Italia. “L’iniziativa Leggi in Salute ha proprio questo significato:
mettere a fuoco, partendo da un libro, un tema di rilievo socio-sanitario sul quale favorire il dibattito
tra rappresentanti della realtà politica, scientifica e sociale, ipotizzando e proponendo soluzioni che
possano portare ad un miglioramento delle condizioni delle persone.”
Con questa iniziativa, Sanofi conferma ancora una volta il proprio ruolo di azienda impegnata non
solo a ricercare, sviluppare, produrre e distribuire farmaci ma anche come “cittadino
responsabile” nella realtà in cui opera, promuovendo nuove iniziative dalla parte dei cittadini.