istituzioni - Filmitalia
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28 BOXOFFICE 15/30 gennaio 2005 ISTITUZIONI AIP, SFIDA DI SISTEMA L’AMMINISTRATORE DELEGATO CARLO BASSI CI RACCONTA I 12 MESI DI RODAGGIO DELLA SOCIETÀ NATA DALL’UNIONE DI FIERA MILANO E CINECITTÀ HOLDING. E CON L’OBIETTIVO DI PORTARE IL MIFED A VENEZIA, ANNUNCIA IL DIRETTORE DI FILMITALIA di Antonio Autieri e Stefano Radice L uci ed ombre nel primo anno di Aip. Audiovisual Industry Promotion, la joint venture paritaria tra Fiera Milano e Cinecittà Holding; dodici mesi che sono stati indispensabili ai due soci per conoscersi e per definire metodologie e obiettivi comuni di lavoro. I problemi, però, non sono mancati: dalle difficoltà del Mifed, alla polverizzazione delle risorse, fino al difficile rapporto con le associazioni. Il momento più duro, però, sembra alle spalle; Aip sta lavorando al progetto di trasferire il mercato milanese nell’ambito del Festival di Venezia e si prepara alle nuove sfide di Filmitalia, la divisione che si occupa di promozione del cinema italiano all’estero. Con L’amministratore delegato Carlo Bassi abbiamo analizzato i punti salienti di questo anno di Aip: «Per prima cosa bisogna ricordare che Aip è il frutto dell’unione di due realtà, Fiera Milano e Cinecittà Holding, che mai avevano lavorato insieme; Audiovisual Industry Promotion ha cominciato a “fare sistema” all’interno dell’industria cinematografica ed è la prima volta che capita in Italia. Fiera Milano è entrata in questo mondo, portando in eredità il Mifed di Milano, e ha stretto un accordo con Cinecittà Holding, che il cinema lo rap- Biennale Franco Bernabé, sulla riforma della Biennale stessa ndr), la Biennale decise poi di rinunciare al progetto. Con l’istituzione veneziana, però, abbiamo instaurato rapporti di partnership importanti che potranno dare vita ad accordi duraturi, come quelli a cui stiamo lavorando per portare il Mifed a Venezia». A che punto è il progetto? «Se, come ormai sembra, il Mifed si terrà al Lido durante il Festival di Venezia, inizierà l’1 settembre, ovvero il giorno dopo l’inaugurazione della Mostra del Cinema. Con il direttore della Mostra, Marco Müller, abbiamo fatto un sopralluogo al Casinò, che è stato completamente ristrutturato: a nostro avviso, si sfata il luogo comune che Venezia e il Lido non avessero uno spazio adatto per il mercato. L’idea a cui stiamo lavorando, e che è stata elaborata da Müller, è proprio quella di trasferire al suo interno le strutture del Mifed. Inoltre, stiamo pensando di allestire sette sale ad hoc per le proiezioni all’ultimo piano del Casinò: andrebbero ad aggiungersi alle Carlo Bassi fotografato con Giovanni Galoppi, presidente di Aip presenta istituzionalmente». All’inizio, però, il partner doveva essere la Biennale di Venezia. Esattamente. Fu l’ex presidente di Cinecittà, Pupi Avati, che fece in modo che anche la Holding entrasse a far parte di questa joint venture; per questioni “politiche” (ovvero lo scontro tra il ministro Urbani e l’ex presidente della sale Zorzi e Pasinetti. Che cosa ne sarà delle attività del Casinò durante il festival? Esclusa la sala stampa e l’utilizzo della sala Perla per le proiezioni, si trasferiranno all’Hotel Excelsior. Certo, il vero problema rimane quello della ricettività alberghiera del Lido e quello dei costi relativi agli hotel e non sono un problema da poco. Vorrei sottolineare, inoltre, che l’ipotesi di trasferire il Mifed a Venezia non ha mai trovato alcuna opposizione da parte del presidente della Biennale Davide Croff, del direttore della divisione cinema Gaetano Blandini ed è sempre stata sostenuta da un’indicazione precisa del ministro per i Beni Culturali Giuliano Urbani; noi ci stiamo muovendo in questa direzione». Ma come sono stati i rapporti tra i soci? «In questo anno si sono consolidati rapporti ottimi a livello personale; c’è grande comunione di intenti tra noi e i vertici di Cinecittà Holding. Non nascondo, però, che questo sia stato un anno di rodaggio impegnativo. Oggi i problemi sono superati; certe logiche cui Fiera Milano tiene molto, ad esempio il fatto che bisogna saper ragionare anche in termini di impresa, oramai sono acquisite. Noi stessi abbiamo fatto nostro un approccio e un atteggiamento culturale verso il mondo del cinema che prima non avevamo. Il rapporto che abbiamo istituito con il gruppo di persone che a Roma lavora in Filmitalia sta dando i suoi frutti; è anche grazie a loro che, malgrado il boicottaggio dell’Afma, quest’anno siamo riusciti a realizzare il Mifed». A Milano, però, durante il mercato i vertici di Cinecittà erano assenti. E questo mi è spiaciuto. Ma ha fatto parte del rodaggio aver fatto capire alla Holding che il Mifed è anche un loro patrimonio. Un apporto fondamentale lo ha dato Giovanni Galoppi, uomo dalla preparazione professionale e culturale non comune; ringrazio di avere come presidente di Aip un uomo come lui, che è un grande mediatore con il mondo di Cinecittà e con il mondo delle istituzioni in genere». Dopo Cannes, però, da Aip ha rassegnato le dimissioni il direttore di FilmItalia Gosetti. «Qualcuno ha cercato di dire che Gosetti sia uscito da Aip perché sarebbe stato costret- Carlo Bassi, amministratore delegato di Aip to a farlo. Niente di più falso. Vorrei ricordare che Gosetti ha condiviso la filosofia, il metodo di lavoro e gli obiettivi di Aip; il punto di rottura con lui si è realizzato quando abbiamo capito che il suo progetto di mantenere in vita il sito di news per operatori, cineuropa.org, contrastava non con la missione di Aip ma con i nostri conti; non era possibile che il 25-30% del nostro budget, 1,7 milioni di euro per la promozione (sarà lo stesso anche per il 2005), fosse attribuito a cineuropa.org. Il progetto era importante ma drenava una parte cospicua delle nostre risorse. Ci tengo a dire, però, che la rottura si è consumata in modo assolutamente civile. Come è andata avanti Filmitalia in questi mesi? Grande merito di tutto il lavoro svolto va a Carla Cattani, che è una eccellente conoscitrice di tutto quello che comporta il “fare promozione del cinema italiano” e che è un patrimonio per la nostra industria. Un grazie va anche a tutti gli altri membri di Filmitalia la cui professionalità si è dimostrata in ogni occasione in cui sono stati chiamati in causa». Sarà Claudio Gubitosi il nuovo direttore di questa divisione? «Lo confermo; la nomina ha trovato di comune accordo tutti i soci. Il direttore del Giffoni Film Festival entrerà in carica a fine mese». Come è stato il rapporto con le associazioni? «Aip fin dall’inizio ha voluto dialogare con tutti. In generale, però, abbiamo avuto difficoltà a rapportarci con loro. Con l’Anica fin da subito abbiamo instaurato rapporti cordiali ma, dal punto di vista operativo, la prima iniziativa comune sarà lo stand che avremo insieme al mercato del Festival di Berlino». Uno dei vostri principali interlocutori dovrebbe essere l’Unefa. «Il rapporto con l’Unione degli esportatori, è stato difficile e in salita. Appena ci siamo insidiati, gli esportatori ci hanno criticato perché, a loro dire, non volevamo realizzare gli Italian Screenings: quando poi li abbiamo organizzati a Cernobbio (Co), hanno partecipato a ranghi ridotti. Ci sono state difficoltà anche durante il Mifed? Mi sono sentito dire spesso dagli esportatori, sia prima che durante il mercato, che tutte le nostre idee in merito al Mifed non andavano bene: nessuno, però, ha elaborato una proposta concreta da mettere in relazione alla nostra. Recentemente, inoltre, Aip ha lanciato il progetto di realizzare ricerche di analisi dei nuovi mercati, per capire che prospettive ci possano essere per le nostre aziende (il primi Paese analizzato è la Cina, n.d.r.): anche in questo caso l’Unefa si è rifiutata di partecipare, dicendo che si tratta di un modo inutile di investire i soldi. Credo che per i nostri esportatori esista ormai un problema di “peso” nell’ambito del mercato: i film più importanti sono distribuiti da società straniere e questo si ri- percuote sul livello di rappresentatività che oggi gli esportatori hanno in Italia». E per quanto riguarda l’Ice? «Con l’Ice abbiamo lavorato benissimo per gli Italian Screenings e per il Mifed; ma qualche problema è sorto in seguito. Quando al festival di Venezia abbiamo annunciato un accordo di sistema, strategico ma non economico, con le Camere italiane di commercio all’estero abbiamo riscontrato una chiara ostilità dell’Ice: da allora hanno chiuso ogni contatto con noi. Gli unici con cui abbiamo sempre lavorato bene sono stati i membri dell’Api. Abbiamo avviato dei progetti che, per ora, non si sono realizzati, ma il rapporto è sempre stato franco e chiaro. Il vero limite dell’Italia, comunque, è che c’è un’enorme polverizzazione dei fondi per la promozione del cinema italiano. Oltre a Aip, infatti, ci sono anche l’Ice, l’Anica, l’Api, le associazioni e i festival; inoltre, l’eccessiva frammentazione crea confusione anche all’estero perché non ci presentiamo come un interlocutore unico. Il ruolo dello Stato nella promozione dovrebbe essere tutto indirizzato a definire opportunità per vendere di più il prodotto una volta realizzato; con accordi con altri Paesi, con facilitazioni e finanziamenti per la distribuzione o coproduzione, con sostegno al cinema italiano presso i circuiti di sale in Italia o all’Estero; con facilitazione (tipo Francia) per favorire quote di cinema italiano sulle reti tv». IL BILANCIO DEL 2004 E I PIANI DEL 2005 «Con i pochi fondi che abbiamo avuto a disposizione – ha dichiarato Bassi - nel 2004, oltre ad aver partecipato a tutti i più importanti appuntamenti come i festival di Berlino, Cannes e Venezia, siamo stati in Cina e in Turchia per la prima volta, abbiamo realizzato gli Italian Screenings, abbiamo ottimizzato la nostra presenza a Cannes, siamo stati presenti ai più interessanti festival internazionali strategici per la promozione del nostro cinema. E abbiamo chiuso l’anno con un leggero margine positivo che utlizzeremo nel 2005. Aip ha partecipato anche ai festival di Monaco, Locarno, Villerupt, Montreal, Toronto, Il Cario, Goa, Pusan, Buenos Aires». Per quanto riguarda il 2005, molte le iniziative in programma: 28/1-8/2 Retrospettiva su Sergio Castellitto al Lincoln Center di New York Festival di Berlino: spazio comune gestito insieme all’Anica Marzo-Aprile: iniziative a Mosca con il Ministerodei Beni e delle Attività Culturali Maggio: Festival di Cannes Maggio: Festival di Tokyo Settembre: Festival di Venezia Dicembre 2005: Restrospettiva dedicata a Laura Morante negli Stati Uniti Avviati lavori con la Turchia (a livello di distribuzione); confermata la presenza al festival di Shanghai