Puntata 1x21

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Puntata 1x21
Puntata 1x21 – Un ritorno inaspettato
Erano passate un paio di settimane dallo scontro tra Esther e il padre di Marina. La quiete e la tranquillità erano tornate
all'ordine del giorno, nonché la gioia e la felicità delle due donne, che praticamente passavano ogni istante possibile
insieme. Esther praticamente si era trasferita a casa della Dottoressa.
Al Morandini era cominciata un'altra giornata. Le due donne arrivarono puntualmente alle 8 varcando l'ingresso del
pronto soccorso. Mentre si stavano avvicinando al bancone dell'accettazione Esther esordì “Marina, stasera mi sa che
dovrò fare un passaggio a casa mia … Non ho più cambi puliti da mettermi ...” “Non vedo dove sia il problema piccola,
stasera facciamo un lavatrice, così risolviamo la cosa … Anche se ad essere sincera mi fai impazzire quando sei svestita
...”, replicò la dottoressa ammiccandole con un sorriso un po' malizioso. Il viso di Esther arrossì di colpo e decisamente
imbarazzata “Dai Marina … Se mi dici queste cose ... Poi chi ci riesce a lavorare ...”.
Come al solito Terrygan era già operativa, “Buongiorno Esther ... Dottoressa Ranieri”, entrambe risposero al saluto quasi
contemporaneamente “Buongiorno Teresa”. “Esther, ti stava cercando Malosti” continuò Teresa, “Si, grazie ora vado.
Stamattina sono di turno in sala operatoria” ribatté l'infermiera, e, prima di andarsene, si avvicinò all'orecchio di Marina
bisbigliandole “A dopo tesoro … Già mi manchi”. Poi si diresse quasi di corsa verso lo spogliatoio.
La mattinata sembrava procedere molto lentamente, le ore non passavano mai. Esther aveva già assistito a due
interventi, ma la giornata ne prevedeva altri tre. Prima di procedere con il prossimo, il dottor Malosti le aveva chiesto di
occuparsi dei documenti pre-intervento e di sentire in accettazione per eventuali problemi.
“Terry scusa, i documenti per l'intervento del Signor Torri sai se sono pronti? Il dottor Malosti, se fosse possibile,
vorrebbe anticipare l'intervento”. Terrygan era sommersa da scartoffie tanto per cambiare, dopo qualche secondo riuscì
anche a rispondere “Dammi un attimo che controllo … Oggi non so bene cosa sia successo, ma il casino regna sovrano,
non riesco a combinare nulla ...”, “Sì, tranquilla io devo controllare i corsi delle infermiere in internet”. Terrygan stava
cercando di sistemare tutta la confusione che si era creata tra le cartelle da archiviare e quelle da distribuire, ma al
tempo stesso parlava anche con Esther ed esclamò “Ah proposito di corsi … Prima ha telefonato l'associazione delle
infermiere, non hanno ancora ricevuto il tuo modulo di adesione per il corso di aggiornamento di quest'anno ...”, Esther
rimase un po' interdetta e replicò “Ma io non ho ricevuto nessun modulo”, “Come non hai ricevuto niente? Te l'hanno
mandato via posta elettronica al tuo indirizzo personale” obiettò Teresa. Esther si illuminò di colpo e sorridendo
maliziosamente esclamò “Adesso capisco tutto … Vedi Terry è un po' che non passo da casa mia … Quindi è un po' che
non scarico la posta”. Terrygan si girò subito verso l'infermiera e disse “E se non stavi a casa tua, dove stavi?”, Esther
distolse lo sguardo dal computer che stava consultando, e guardò eloquentemente Teresa con un sorriso molto
allusivo... Alla fine l'ispettore si rispose da sola “Oddio ... Non lo voglio sapere … Ho già capito”.
Mentre Esther stava tornando in sala operatoria, nel corridoio incontrò Marina. “Ciao ...” “Ciao … Esther, è difficile
beccarti oggi, ti stavo cercando prima ma eri ancora in sala operatoria” esordì la dottoressa quasi in astinenza. “Si lo so,
guarda, oggi è proprio una giornataccia ... Spero che finisca presto …” l'infermiera prese fiato e proseguì “Senti Marina
… Stasera dovrei sistemare delle cose a casa mia ... E' un po' che non ci passo ... Devo annaffiare le piante, devo
controllare la mail e vedere se tutto è a posto… Non ti dispiace vero?” “No, ma ... Sono invitata spero?” replicò la
dottoressa. Esther finse di tentennare un po' e poi disse “Fammi pensare … Ma certo che sei invitata tesoro!”. Marina
sorridendo esclamò ”Che ne dici di una serata romantica … Non so, cena e film?” “Sarebbe perfetto … Ohi adesso è
meglio che vada se no chi lo sente Malosti! A dopo ...” rispose Esther andandosene quasi di corsa.
Finalmente era arrivata la fine del turno. Le due donne erano già uscite dal pronto soccorso, e stavano andando al
parcheggio. Marina si girò verso Esther e disse “Sai oggi è stata veramente lunga, non siamo riuscite neanche a
prendere un caffè insieme … Mi sei mancata tanto”, “Come sei dolce amore mio …” replicò Esther afferrandola sotto il
braccio poi continuò “Ora la serata è tutta per noi … Non ne vedevo l'ora”.
Arrivate a casa Bruno, Esther cominciò subito a sistemare le faccende, in modo da finire in fretta e dedicare più tempo al
suo amore. Marina le chiese “Piccola ti serve una mano?” “No tesoro mettiti pure comoda arrivo subito” rispose
l'infermiera. E così fu, in neanche 10 minuti aveva già fatto tutto. “Ora sono tutta tua”, Marina si avvicinò ad Esther e
l'abbracciò teneramente “Ah sì? Questa notizia mi fa molto felice sai” e dolcemente la baciò.
Dopo qualche coccola, le due innamorate cominciarono a preparare la cena, niente di sofisticato, un piatto di pasta col
sugo. L'amore che si respirava nell'aria bastava a rendere quella serata decisamente romantica, inoltre sulla tavola
avevano acceso una candela per creare una luce soffusa e molto gradevole, e per completare l'opera Esther aveva
messo un bellissimo sottofondo musicale. Per tutta la cena non fecero altro che guardarsi negli occhi, tenersi la mano,
ridere e scherzare. Una volta finita la cena, senza neanche sparecchiare, si spostarono sul divano, Esther prese una
morbida coperta in modo da rendere la cosa ancora più coccolosa.
Si misero tutte e due abbracciate sotto il panno, lo
stereo suonava le note dei Turtels “Happy together”.
Rimasero a guardarsi negli occhi per diversi minuti
senza dire neanche una parola. Marina alla fine ruppe il
silenzio dicendo “Esther … E' da un po' che ti volevo
chiedere una cosa ...” “Che cosa?” l'interruppe
l'infermiera, “Sono felice sai … E il merito è tutto tuo …
In queste settimane ho capito quanto tu sia importante
per me … E' un po' che ci sto pensando ... Magari sto
correndo troppo …” Marina prese fiato, poi
accarezzando il viso di Esther continuò “Ma io TI AMO
piccola … Ti amo tantissimo … e vorrei passare tutto il
mio tempo con te ... Stare sempre insieme …” la
dottoressa si interruppe un'altra volta, Esther aveva
http://www.umpire183.it/listing/Mixed/Happy_Together.mp3
Imagine me and you, I do, I think about you day and night, It's only right
To think about the girl you love, And hold her tight, So happy together
If I should call you up, Invest a dime, And you say you belong to me
And ease my mind, Imagine how the world could be, So very fine
So happy together
I can't see me loving nobody but you, For all my life,
When you're with me, Baby the skies will be blue, For all my life
Me and you, And you and me,No matter how they tossed the dice
It had to be, The only one for me is you, And you for me
So happy together, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
sul volto un'espressione interrogativa, non capiva cosa
voleva dirle la sua amata. Marina dopo l'attimo di
esitazione finì la frase e disse ”Che ne dici di andare a
vivere insieme? Io e te ...”. L'infermiera rimase
decisamente sorpresa dalla proposta di Marina, non
sapeva proprio cosa rispondere. Da una parte era
talmente contenta da toccare il cielo con un dito,
quando stava con lei si sentiva sempre completamente
felice, amata e finalmente serena; però dall'altra, come
faceva con suo padre, la sua famiglia, i dubbi
l'assalivano. Stava per rispondere ma uno strano
rumore interruppe l'idillio.
For all my life, Imagine me and you, I do, I think about you day and night
It's only right, To think about the girl you love, And hold her tight
So happy together, So happy together, How is the weather
So happy together, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For
all
my
life,
For
all
my
life
Dei passi si stavano avvicinando alla sala. “Esther sei in casa?” “Oddio … Papà?!”.
Il signor Bruno entrò nel soggiorno, e vide sua figlia con un'altra donna, sedute sul divano teneramente abbracciate sotto
un panno. L'imbarazzo era quasi palpabile. Giorgio non sapeva cosa dire e tanto meno Esther e Marina. L'uomo sospirò
e alla fine spezzò la tensione “Ehmm ... Sorpresa!!! Sono rientrato! Mi mancavi e avevo voglia di vederti figlia mia … ”. Il
viso di Esther era diventato un fascio di nervi, la sua preoccupazione era quasi esplosiva. Marina non sapeva né che
fare né che dire, così decise comunque di salutare il signor Bruno. “Buonasera Giorgio … Come sta? La sua tendinite?”,
“Ah Buonasera dottoressa Ranieri, di spalle non l'avevo riconosciuta … Beh … direi che mi sono ripreso bene … Poi mia
sorella mi ha rimpinzato … Minimo ho preso due chili ...”, replicò l'uomo con un sorriso imbarazzato. Marina ricambiò il
sorriso ed esclamò “Io però la trovo molto in forma! E poi avere appetito è un buon segno”.
Esther a stento si tirò su dal divano, molto lentamente e con la testa bassa andò verso il padre per salutarlo. Lo
abbracciò e all'orecchio gli sussurrò “Ciao papà, sono contenta di vederti!” “Figlia mia … Sai che questo non si direbbe
proprio, hai una faccia!” “No, sul serio papà sono felice” ribatté Esther cercando faticosamente di abbozzare un sorriso.
Marina non se la sentiva di rimanere, anche se Giorgio era stato delizioso con lei, aveva capito che in quel momento era
di troppo. Quasi con un po' di affanno, cercò di congedarsi, prese fiato ed esclamò “Esther forse è meglio che vada ...
Magari vuoi rimanere sola con tuo padre ...”. L'infermiera non sapeva cosa dire, da una parte voleva che Marina
rimanesse li con lei a stringerle la mano, ma dall'altra aveva bisogno di schiarirsi le idee, forse aveva bisogno di parlare
con suo padre, non lo sapeva neanche lei. Così accennò un gesto con la testa e poi disse “Grazie Marina … Ti chiamo
più tardi” “Non ti preoccupare … capisco benissimo cosa provi” la dottoressa rispose con tanta tristezza nel cuore.
“Giorgio, la saluto e mi raccomando, sempre in forma … ”, il padre di Esther si sentiva quasi in colpa per la fuga della
Ranieri tanto che rispose “Ma dottoressa va già via? Non sarà mica per me che se ne va, vero?”. Marina mentì
candidamente “Si figuri Giorgio ... E' che … Si è già fatto tardi, e domani il mio turno comincia presto … Arrivederci”, si
girò verso Esther e disse “Ciao … A domani … ” con un sorriso forzato. L'infermiera rispose al saluto “Ciao … Ci
sentiamo dopo” ma non riuscì a dire altro, l'accompagnò alla porta e prima di andarsene, Marina disse sottovoce “Andrà
bene, ricordati una cosa …. Io ti amo!”.
Esther tornò in soggiorno. Il padre stava cercando di sistemare le valige in modo che non fossero in mezzo ai piedi.
Ancora di spalle esordì “Allora, non c'è niente che mi vuoi dire?”. L'infermiera si aspettava quella domanda ma fu
comunque colta di sorpresa “Eh adesso che gli dico?” pensò. Tentennò ancora un po' e poi alla fine cercò di svicolare e
disse “Beh sai qui il solito tram tram, niente di che … E tu raccontami … Stai bene sul serio?” “Direi di si, il dolore è
praticamente scomparso poi lo sai com'è tua zia, non mi faceva fare niente, solo del gran riposo” replicò l'uomo, fece una
pausa e poi proseguì tornando alla carica “Ma dimmi di te figlia mia, sono stato via più di quattro mesi, non hai proprio
niente da dirmi?”. Esther sempre molto assorta nei suoi pensieri esitò un attimo, ma alla fine disse “Beh sì … Ad essere
sincera avrei bisogno di parlarti … Ti va un po' di the?”, l'uomo si girò verso la figlia e le sorrise poi le disse “Perché
no?!”.
In cucina, Esther era intenta a preparare la bevanda calda, mentre il padre si era seduto al tavolo della cucina. Giorgio
aveva intuito qualcosa, non era certo stupido, sapeva che non era facile per la figlia parlare, così non le fece pressioni
aspettando con pazienza che lei cominciasse. Esther portò la teiera in tavola poi prese le tazze e si sedette anche lei.
Cominciò a girare il cucchiaino rimescolando il the quasi a cercare l'ispirazione per cominciare a parlare. Sospirò a lungo
poi iniziò “E' un po' che ti volevo dire una cosa papà … Ma forse non ho mai trovato il momento giusto … Tu eri dalla zia
e io volevo parlartene di persona non per telefono … A dir la verità non so neanche se riuscirò a finire il discorso …
Quindi per favore non interrompermi ok?”, l'uomo esitò un attimo poi rispose “Va bene, starò zitto come un pesce fino
alla fine”. “Vedi papà … Io mi sono innamorata … E' stata una cosa totalmente inaspettata … Ma mi rendo conto solo
ora che prima non sapevo cosa voleva dire amare veramente e totalmente …”, i suoi occhi divennero lucidi, la sua
emozione stava diventando incontenibile, ciò nonostante continuò a parlare “Questo amore mi dà una felicità immensa
però mi spaventa anche molto ... E' così dolce, tenero, assoluto … Ma anche così diverso da come l'ho sempre
pensato”. Le lacrime le rigarono il volto. Sul viso del padre si cominciava ad intravedere un espressione preoccupata.
“Forse sono tutti questi timori di non lasciarmi andare completamente che mi frenano”, continuò l'infermiera tirando su lo
sguardo dalla tazza e rivolgendolo al padre “... Papà mi sono innamorata di … Marina … la dottoressa Ranieri”. Giorgio
non mostrò il benché minimo stupore, come se sapesse già tutto da tempo, e con un sorriso molto confortante ruppe il
suo silenzio “Posso parlare ora?”, Esther annuì. “Vedi bambina mia, da quello che mi hai detto non capisco perché stai
piangendo … A meno che quelle non siano lacrime di gioia?!” si avvicinò alla figlia e con una mano le asciugò le lacrime,
“Non devi avere paura, se sei innamorata e questo amore come mi hai detto ti completa, buttati, lasciati andare, ogni
istante che ti regala gioia e felicità è un momento prezioso … Tua madre mi ha dato tanto amore fino al giorno che è
venuta a mancare, io nel mio piccolo pensavo sempre di dargliene troppo poco, ma ti giuro che l'ho amata con tutto me
stesso … Ogni secondo della mia vita … Mi manca tanto sai … Ma non rimpiango niente, lei era tutto per me …”. Esther
si avvicinò ancora di più al padre e l'abbracciò forte forte, piangendo sulla sua spalla. “Grazie papà per aver capito ...”
“Esther, lo sai quanto ti voglio bene ... E questo non cambierà mai, quello che vorrei è che tu fossi sempre felice … Ma
ora basta piangere ok?” replicò l'uomo. “Il fatto è che prima, quando sei arrivato, Marina mi aveva chiesto una cosa … E
io non sono riuscita a risponderle … Mi ha bloccato la paura”, “Scusa, ma cosa ti aveva chiesto?” “Di andare a vivere
insieme”, il padre fece un'espressione quasi triste, ma riuscì comunque ad abbozzare un sorriso. “E perché non le hai
risposto? Tu la ami, da quel che ho capito anche lei ama te, qual è il problema … Ah, ho capito, è per me … Non mi vuoi
lasciare solo adesso che sto invecchiando vero?! Scusa, ma è un po' che ci stavo pensando, non è ora che prendi il
volo, sei già abbastanza grande mi sembra! Io me la saprò cavare benissimo” poi accarezzò il viso di sua figlia e si mise
a ridere. “Pensi di stare ancora qui con me per molto?” “Che vuoi dire papà?” replicò Esther con un tono sorpreso. “Che
secondo me è il caso che esci da qui in fretta e vai subito dalla tua dottoressa a darle la risposta ... Sei ancora qui?” ”Ti
voglio bene papà” “Dai sparisci”.
Esther afferrò la giacca e la borsa e uscì di corsa. Giorgio era un pochino triste, sua figlia se ne stava andando, ma si
sentiva orgoglioso, finalmente vedeva Esther felice come non l'aveva mai vista.
Intanto Marina era arrivata nel suo appartamento,
durante il tragitto non aveva fatto altro che
rimuginare su quello che era successo, aveva
molta paura, sapeva che Esther l'amava, l'aveva
già dimostrato in più occasioni, ma sapeva anche
che con suo padre aveva un rapporto particolare
gli voleva molto bene, e più di una volta le aveva
confidato di non essere pronta ad ammettere
tutto con lui, poi quel silenzio alla sua proposta
non la faceva certo stare tranquilla, forse aveva
esagerato sul serio, magari era troppo presto ...
Era un fascio di nervi. Aprì il mobile dei liquori e si
preparò un gin tonic. Poi accese lo stereo, Elvis
Costello ero perfetto, e si rifugiò nel divano
coprendosi con una coperta fin quasi sopra la
testa.
http://www.umpire183.it/listing/Mixed/She.mp3
She may be the face I can't forget, the trace of pleasure or regret
Maybe my treasure or the prize I have to pay
She may be the song that summer sings
Maybe the children autumn brings, Maybe a hundred different things
Within the measure of a day, She may be the beauty or the beast
Maybe the famine or the feast, May turn each day into a Heaven or a Hell
She may be the mirror of my dreams, A smile reflected in a stream
She may not be what she may seem, Inside her shell....
She, who always seems so happy in a crowd,
Whose eyes can be so private and so proud
No one's allowed to see them when they cry,
She maybe the love that cannot hope to last
May come to leap from shadows in the past
That I remember 'till the day I die, She maybe the reason I survive
The why and wherefore kind of life
The one I care for through the rough and ready years
Me, I'll take the laughter and your tears, And make them all my souvenirs
And when she goes I've got to be, The meaning of my life is
She....She,
Oh,
she....
Esther aveva preso in prestito la macchina del padre, e correva come una matta per arrivare più in fretta possibile da
Marina. Arrivata sotto casa della sua donna, parcheggiò alla meglio, e, di corsa, si diresse al portone. Mentre stava
arrivando, una persona stava uscendo, così colse l'occasione ed entrò, prese l'ascensore e salì. Una volta arrivata
davanti alla porta dell'appartamento, aspettò qualche secondo: era un po' affannata per la corsa. Alla fine suonò con
decisione.
La dottoressa saltò quasi sul divano: non si aspettava di certo visite! Appoggiò il bicchiere ancora pieno, e si diresse
verso la porta, controllando dallo spioncino vide Esther, un sorriso le comparve sul viso, ma subito dopo svanì pensando
“E se fosse successo qualcosa di grave?”, tirò un grosso sospiro e aprì la porta sforzandosi di non dar a vedere la sua
preoccupazione. “Esther?! Ciao … ” “Ciao Marina … Posso entrare ...” “Ma certo … Entra pure”. La dottoressa fece
strada e la condusse nella sala “Esther, perché non ti siedi?! Io mi stavo bevendo qualcosa, lo vuoi anche tu?” “No, ti
ringrazio Marina … Per favore puoi venire qui vicino a me devo dirti una cosa ...”. Un velo di terrore comparve sul volto di
Marina, temeva quello che voleva dirle l'infermiera, aveva una paura fottuta, alla fine si sedette di fianco alla sua
principessa. Esther le afferrò la mano ed esordì “Marina, sono venuta qui perché …” prese un po' fiato e poi proseguì
“Per rispondere alla tua domanda … Prima non ne ho avuto la possibilità … La mia risposta è si … Voglio vivere con te
amore mio … Ti amo …”. A Marina vennero gli occhi lucidi, tutti i suoi sogni stavano diventando realtà. Era talmente
felice che faticò a replicare “Dici sul serio tesoro? E con tuo padre?” “Ho parlato a lungo con lui e ha capito ancor prima
che parlassi, è lui che mi convinto a lasciarmi andare e a seguire in tutto e per tutto il mio cuore”, “Quell'uomo mi è
sempre più simpatico sai … Dai vieni qui … Ti amo cucciolo, non avevo mai amato così”, Marina abbracciò Esther stretta
stretta, poi la baciò con tutta la passione di cui era capace. Le due donne si abbandonarono l'una fra le braccia dell'altra
amandosi come non mai.