SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI

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SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI
Allegato B)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI GIOVANI IN
SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
CARITAS TOSCANA
2) Codice regionale:
RT
1C00344
2bis) Responsabile del progetto:
(Questa figura non è compatibile con quella di coordinatore di progetti di cui al punto 2 ter né con
quella di operatore di progetto di cui al successivo punto 16)
-
NOME E COGNOME: TURRI DONATELLA
DATA DI NASCITA: 26/03/1977 LUCCA
CODICE FISCALE: TRRDTL77C66E715W
INDIRIZZO MAIL: [email protected]
TELEFONO: 05526770248
CURRICULUM VITAE E COPIA DOCUMENTO IDENTITA' E
CODICE FISCALE DA ALLEGARE ALLA SCHEDA PROGETTO
2ter) Coordinatore di progetti
(da individuare tra quelli indicati in sede di adeguamento/iscrizione all'albo degli enti di servizio civile
regionale):
-
DEBORA CEI
CARATTERISTICHE PROGETTO
3) Titolo del progetto:
DISAGIO E POVERTA’ MASSA CARRARA 2014
4) Settore di intervento del progetto:
Tutela dei diritti sociali e di cittadinanza delle persone, anche mediante la
collaborazione ai servizi di assistenza, prevenzione, cura, riabilitazione e
reinserimento sociale.
4bis) Codice identificativo dell'area di intervento:
AREA GEN.
5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto
con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:
Il progetto si sviluppa nell’area territoriale di Massa Carrara.
In particolare da una lettura dei dati dell’OSSERVATORIO REGIONALE DELLE
POVERTA’ promosso da Caritas Toscana in collaborazione con la REGIONE
TOSCANA (accordo di collaborazione Regione Toscana – Caritas Toscana
2013/2015 delibera GR 760/2013) si evidenziano i dati che seguono in
Allegato B)
relazione alle aree di intervento del progetto “DISAGIO E POVERTA’ MASSA
CARRARA 2014”.
SINTESI GRAFICA DEI DATI OSSERVATORIO REGIONALE CARITAS
LA DIOCESI DI MASSA CARRARA
La provincia di Massa Carrara, ove interviene la Caritas diocesana, si situa –
secondo i dati ISTAT, all'inizio della terza parte delle provincie italiane più
povere, ultima tra le provincie toscane.
Rispetto alle povertà segnaliamo:

Alto tasso di disoccupazione (11,70 contro un 8,4 nazionale, 6,5
regionale), nel 2013 le ripercussioni della mancanza di lavoro sarà acuita
dall'esaurimento degli ammortizzatori sociali.

Alti costi per gli affitti che portano tutti coloro che hanno redditi bassi o
non certi a faticare per mantenere fede ai gli impegni con i proprietari.

Alta percentuale di popolazione anziana

Bassa percentuale di popolazione straniera e extracomunitaria (rispetto
alle percentuali nazionali e regionali) che però vive per la maggior parte
in situazioni di estrema povertà.

Bassa capacità culturale ed economica nel fare impresa, perciò scarse
prospettive di sviluppo imprenditoriale autoctono.
Cosa fa la Caritas diocesana
I servizi offerti dalla Caritas diocesana negli ultimi due decenni si sono
caratterizzati soprattutto nell'assistenza ai più poveri:
a) pacchi alimentari, distribuzione di vestiario e materiali per la primissima
infanzia che sostengono circa un migliaio di famiglie
b) due mense che distribuiscono circa 150 pranzi giornalieri
c) un dormitorio che offre cena e ospitalità notturna per le 5 notti feriali a 9
Allegato B)
senza tetto
d) sostegno ad una decina di case famiglia per l'accoglienza di minori,ex
tossicodipendenti, ex carcerati che servono un centinaio di persone
e) apertura recentissima di una casa (9 posti letto) per l'ospitalità temporanea di
carcerati, famiglie di carcerati e di degenti oncologici ospedale Carrara.
Il principale servizio sul territorio
Il centro di ascolto diocesano di Massa -Carrara – Pontremoli ha una storia
relativamente giovane: dopo periodi alterni di funzionamento, esso è operante in
maniera stabile dal 2008, grazie all’attuazione di un progetto di servizio civile
nazionale. Da allora il centro attraversa una fase di continuo sviluppo e
strutturazione, che ha incluso il cambiamento di sede, il subentro di nuovi
volontari,
la
realizzazione
di
corsi
di
formazione
per
l’ascolto,
nonché
l’organizzazione di una rete di soggetti collaboranti.
Tale rete vede la compartecipazione di realtà diocesane quali le mense, i centri
di distribuzione del vestiario, il dormitorio, le Caritas parrocchiali e i centri di
ascolto vicariali già esistenti o in fase di costituzione; questi servizi, grazie
all’opera dei volontari, oltre che rispondere ai bisogni primari, donano prima
accoglienza, ascolto e accompagnamento alle persone in difficoltà.
Sono inoltre stati intessuti rapporti con le associazioni d’ispirazione cristiana
attive nel sociale, come ad es. la Misericordia, il Centro di Aiuto alla Vita, il
Sindacato Inquilini Casa e Territorio, Casa Betania, etc.; così come con le
istituzioni pubbliche, tramite il Servizio sociale, l’Ufficio immigrazione e la
Questura, anche se in maniera informale.
In prospettiva si rende necessario stabilizzare questo intreccio di relazioni, volto
alla condivisione di risorse materiali, umane e spirituali da indirizzare verso
l’aiuto del prossimo.
La rete dei servizi offerti
Per quanto attiene all’indagine qualitativa in oggetto, sono state realizzate
cinque interviste, rivolte a gruppi o associazioni che pongono la loro attenzione
su questioni focali:

Il Centro di ascolto diocesano, che permette di avere una visione
d’insieme sul disagio socio-economico provinciale, poiché raccoglie,
tramite l’ascolto, le diverse storie di coloro che necessitano d’aiuto,
accompagnandoli in un percorso di possibile fuoriuscita dalle relative
problematiche;

La Casa di accoglienza, gestita dall’associazione Volontari per l’Ascolto
e l’Accoglienza (A.V.A.A.), la quale offre ospitalità notturna (nove posti
letto) e ristoro per cinque notti a bimestre, in un percorso di condivisione
che vuole essere “esperienza dell’altro”;

L’ufficio diocesano Migrantes e l’associazione ad esso collegata, Casa
Allegato B)
Betania onlus, che si occupano d’immigrazione, tramite promozione
interculturale,
scolarizzazione,
mediazione
linguistica
e
consulenza
giuridica;

Il Centro di Aiuto alla Vita (C.A.V.), la cui finalità è di aiutare le donne
alle prese con una gravidanza difficile o indesiderata, offrendo loro
sostegno spirituale e materiale, al fine di prevenire l’aborto;

Il Sindacato Inquilini Casa e Territorio (S.I.C.E.T.), organizzazione
sindacale per la difesa e l’affermazione del diritto alla casa e all’abitare,
che fornisce informazioni su domande di accesso agli alloggi popolari,
contributi per l’affitto e gli sfratti, nonché tutela legale.
Prospettive future di impegno e servizi
Nel raffronto delle interviste emerge come stia cambiando la composizione degli
utenti che si rivolgono ai centri di ascolto: se, come in passato, la maggioranza è
costituita da persone straniere, tuttavia oggi la tendenza è quella di un aumento
dei richiedenti italiani, soprattutto adulti di sesso femminile, membri di famiglie
monogenitoriali.
La prima causa di povertà è la disoccupazione, a cui conseguono capacità
economiche inadeguate e talvolta insufficienti alla mera sussistenza: alle spalle
una crisi sistemica che investe l’area nazionale (ed europea), la quale vede
sommarsi alla recessione produttiva, la perdita di potere d’acquisto delle famiglie
e la depressione dei consumi.
Numerosi sono i nuclei familiari monoreddito che manifestano una crescente
difficoltà ad “arrivare alla fine del mese”, così come quelli che palesano una
cattiva gestione del denaro (contrazione di debiti per non diminuire il tenore di
vita, superiore alle reali possibilità).
Un’altra motivazione, di tipo sociologico, può essere individuata nella crisi del
modello familiare tradizionale, soprattutto a causa delle separazioni di coppia,
sempre più frequenti: nel caso di disagio economico, il rischio di solitudine viene
amplificato dalla mancanza di una vera e propria rete di supporto parentale.
Quest’ultima, come ricorda Migrantes, è spesso assente per le famiglie di
stranieri. Oggi, a dispetto degli sforzi d’inclusione sociale, la crisi può avere
effetto di smembramento del nucleo familiare, tramite il rimpatrio dei figli degli
immigrati, anche in età scolare: così il processo d’integrazione della seconda
generazione viene annullato.
Inoltre, secondo quanto riportato dal Centro di Aiuto alla Vita, vi sono coppie
che, pur non mettendo in discussione l’accoglienza di una nuova vita, dubitano di
riuscire da sole, e senza un sostegno economico esterno, a provvedere
adeguatamente alla famiglia.
Nell’insieme i centri di ascolto, dal punto di vista strettamente materiale,
Allegato B)
forniscono beni e servizi di prima necessità: dagli alimenti al vestiario, per ogni
età, da modesti interventi economici alla concessione di microprestiti, dalla
consultazione di offerte di lavoro e di affitti sino al riciclo di giocattoli, ausili per
l’infanzia, mobili ed elettrodomestici. Tutto ciò grazie ai donativi della comunità e
ai fondi raccolti attraverso l’8‰, oltre che all’instancabile lavoro dei volontari.
Fra questi, vi sono anche dei professionisti che forniscono consulenza gratuita,
quali medici, psicologi, avvocati, commercialisti e mediatori linguistici.
Un nodo cruciale rimane la questione casa. Come affermano sia l’associazione
A.V.A.A. che il S.I.C.E.T, le problematiche di marginalità legate a questo tema si
stanno facendo sempre più pressanti.
Da una parte, nel nostro territorio mancano case di accoglienza in grado di
ospitare a lungo termine su progetti specifici, dall’altra gli affitti continuano ad
essere troppo esosi (700 euro mensili la media), a fronte della scarsità di alloggi
a canone sostenibile e alla riduzione dei finanziamenti pubblici.
E’ indubbio che il primo elemento di forza e sostegno della rete dei centri di
ascolto Caritas, e dei soggetti con cui collaborano, sono i volontari, capaci di
donarsi al prossimo, mettendo in gioco risorse e abilità, nella convinzione che
entrare in relazione con l’altro sia lo scopo del loro cammino. E questi centri non
rappresentano solo un servizio, bensì un punto di osservazione da cui leggere le
contraddizioni del sistema sociale. Se l’ostacolo maggiore oggi avvertito è il
sentirsi impotenti di fronte alle “grandi richieste” quali, in definitiva, il diritto di
ciascuno al lavoro e alla casa, allora ciò deve incoraggiare il rafforzamento del
costruttivo lavoro di rete.
6) Obiettivi del progetto:
Il Progetto si allinea agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che
mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile,
affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché
l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti
nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società
civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità.
Queste finalità generali sono così riassumibili:
 Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di
animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile.
 Condivisione
coi
poveri
e con
gli
altri
partecipanti
al
progetto,
riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le
persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione.
 Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e
possibilità di approfondimento spirituale.
 Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per
Allegato B)
inventare nuove professionalità in ambito sociale.
 Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della
nonviolenza e della solidarietà.
 Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato
inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza.
 Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini
di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della
violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti.
OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO
a. Migliorare la qualità dei servizi di accoglienza e di ascolto partendo sempre
dalla centralità della persona e garantendo oltre ad informazioni
e
competenza, la costruzione di un rapporto di fiducia nel tempo.
b. Migliorare la rilevazione dei bisogni e la capacità di risposta della nostra rete
e l’analisi per riorganizzare i servizi sulla base dei bisogni emergenti.
c. Sostenere in particolare le famiglie in disagio sociale o colpite dalla crisi,
offrendo supporto per la gestione delle necessità quotidiane, alla funzione di
genitorialità all’ integrazione.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO
 Aumentare la capacità di ascoltare i bisogni dell’utenza che sta crescendo
in termini numerici, riorganizzando i servizi in rete.
 Attivare procedure di aiuto condivise in rete con i servizi pubblici e gli
attori del provato sociale del territori.
 Promuovere l’attivazione di percorsi personalizzati integrati e condivisi con
la rete dei servizi pubblici e del privato sociale di orientamento, proposta
e accompagnamento per indicare, progettare e sostenere la costruzione di
un futuro per le persone che ci interpellano a partire dai bisogni espressi.
 Elaborazione più completa del rapporto annuale accoglienza della Caritas
diocesana di Firenze denominato Profili fragili che contribuisca/confluisca
nel Dossier annuale Povertà regionale.
 Migliorare il sostegno alle famiglie sia per le emergenze materiali sia per
la gestione del rapporto educativo con i figli.
Colloqui di incontro e conoscenza degli utenti dei
cda che potrebbero essere ospitati nelle
accoglienze
OBIETTIVO
SPECIFICO 1:
AMPLIAMENTO DEI
SERVIZI OFFERTI
Potenziamento della capacità di accoglienza per
utenti.
Indicatori:
a) potenziamento dell’attività dei accoglienza
Allegato B)
DALLE SEDI
degli ospiti
OPERATIVE
b) inserimento di 2 nuovi volontari per
l’accoglienza
Riduzione
del
10%
dei
tempi
di
attesa
attraverso la riorganizzazione della rete e il
decentramento a Centri di ascolto periferici
aperti
in
giorni
ed
orari
diversi
(aumento
colloqui).
Sostegno e verifica alla stesura e attuazione del
proprio progetto di accoglienza per 6 o 12 mesi
Sostegno al Potenziamento e recupero delle
OBIETTIVO
capacità relazionali degli ospiti con i propri
SPECIFICO 2:
familiari e amici
ATTIVITA’ DI
Indicatori:
SUPPORTO AGLI
Sviluppo di percorsi individualizzati (sostegno a
OPERATORI DELLE
ricerca lavoro, ricerca casa, gestione economica,
SEDI OPERATIVE
rete relazionale), in base al bisogno rilevato per
15 singoli ospiti
Organizzazione e attuazione di fine settimana di
volontariato per ragazzi di gruppi parrocchiali
Attività di informazione durante gli incontri di tutte
le Caritas Parrocchiali
Indicatori:
N. fine settimana di volontariato per ragazzi
organizzati N. attività di informazione realizzate
durante gli incontri Caritas Parrocchiali
Differenziazione dei servizi offerti in funzione del
bisogno espresso e coinvolgimento attivo delle
persone
alla
costruzione
del
loro
progetto
personalizzato
- attivazione di tirocini formativi con borsa lavoro
per almeno 40 utenti
OBIETTIVO
SPECIFICO 3:
- Inserire in corsi di formazione professionale 15
utenti
ATTIVAZIONE DI
- favorire l’uscita dalle strutture di accoglienza con
PERCORSI DI
l’ attivazione di almeno 15 percorsi di autonomia
INCLUSIONE
abitativa e dunque l’aumento del tasso di ricambio
SOCIALE
nelle strutture.
-presa in carico medico/psicologica di 50 persone
Differenziazione dei servizi offerti in funzione del
bisogno espresso:
- Riduzione del 20% dei tempi di attivazione della
rete pubblica. (Servizi sociali, centri per l’impiego,
pratiche
pensionistiche
e/o
invalidità,
servizi
Allegato B)
comunali per minori, servizi scolastici, servizi
sanitari.)
- garanzia per almeno 50 utenti un sostegno
economico (pagamento delle bollette, sostegno
pagamento affitto) con attivazione della rete;
- soddisfare la fornitura abiti e alimenti per 150
richieste.
Ulteriori obiettivi specifici potranno essere individuati durante la fase di
realizzazione
del
progetto,
tenendo
conto
delle
priorità
che
si
presentano nelle singole sedi del progetto.
7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego
delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei giovani in servizio civile:
7.1 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste,
specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.
Numero
Professionalità
n. 10
operatori DIPENDENTI (full time e/o part time), con
funzioni di Responsabili che coordineranno le attività e il
personale coinvolto nelle sedi del progetto
n. 30
VOLONTARI generici, con funzioni di collaboratori che
garantiscono l’apertura delle sedi, accolgono gli utenti,
operano nelle singole attività previste dal progetto
n. 5
STAGISTI E/O TIROCINANTI delle Università che
partecipano al progetto attraverso un’apposita convenzione
stipulata con le singole Caritas che partecipano al progetto
n.10
VOLONTARI, con funzioni di collaboratori e formatori per le
attività di sostegno al progetto
7.2 Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile nell’ambito del progetto.
I giovani del servizio civile regionale, supporteranno il personale sopra indicato
nelle attività previste dal progetto, con particolare riferimento agli obiettivi
individuati come prioritari.
Allegato B)
ATTIVITA’ GENERALI DEL PROGETTO:
Apertura concordata dei centri
periferici per garantire la copertura
del territorio.
Attività
a1.1:Lavoro in
rete con i centri
Ascolto con utilizzo e
aggiornamento di schede utenti
di ascolto
condivise in rete con sistema unico
territoriale
dati centro di ascolto diocesano.
Fornitura di servizi base: tessera
mensa, richieste contributi.
Azione generale a1:
Rete centri di ascolto
Attivazione Servizio Segretariato,
accompagnamento formativo e
all’orientamento, procedure
pensionistiche, bonus farmacia,
Attività a1.2:
bonus ferroviari, concessione
Differenziazione contributi.
dei servizi
offerti: centro
diocesano e
nvio concordato ad altre strutture
centri territoriali della rete: ambulatori medici,
centri di distribuzioni per donne e
minori, servizi legali, distribuzione
pacchi viveri, distribuzione
vestiario.
Contatto con i servizi territoriali di
competenza per i residenti per
attivazione dei servizi e procedure
Azione generale a2:
Attività
Attivazione Rete
a2.1:Attivazione
territoriale pubblico
dei servizi
privato
territoriali
degli enti pubblici (Siast, Asl, Sert,
Centri di salute mentale, dormitori
pubblici, Questura, Centri per
l’impiego).
Accompagnamento per primi
colloqui e affidamento al pubblico.
Allegato B)
Inserimento nelle strutture di
accoglienza pubbliche o gestite dal
privato sociale in convenzione
senza dimora, malati cronici e/o
Attività a2.2:
Inserimento in
strutture di
terminali,tossicodipendenti, malati
in Hiv+ e Aids, donne con o senza
minori.
accoglienza
territoriali
Inserimento nelle strutture di
accoglienza gestite
autonomamente dal privato sociale
( ordini religiose, accoglienze
parrocchiali).
Compilazione accurate di tutti i
campi previsti dalla scheda
informatizzata per i nuovi colloqui
di ascolto di ascolto e revisione
Attività
b1.1:Cura e
revisione delle
schede di
ascolto e
accoglienza
Azione generale b1:
inserite nel
Miglioramento
database
rilevazione bisogni
generale
delle schede già aperte con
completamento dei campi
mancanti.
Completamento del quadro
inserendo anche dati relativi ai
bisogni espressi con inserimento di
informazioni su accoglienza nelle
strutture pubbliche o gestite dal
privato sociale in convenzione per
senza dimora, malati cronici e/o
terminali,tossicodipendenti, malati
in Hiv+ e Aids, donne con o senza
minori.
Attività b.1.2.
Elaborazione dei
dati quantitativi
e focus
qualitativi
Analisi dei dati e scelta dei focus
qualitativi da realizzare con il
supporto tecnico scientifico
dell’Osservatorio delle povertà e
risorse diocesano.
Allegato B)
ATTIVITA’ DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE:
OBIETTIVO
DESCRIZIONE
ATTIVITA’ SPECIFICA
GENERALE
Partecipa
coinvolgendosi
sempre
di
gestione,
OBIETTIVO
SPECIFICO 1:
AMPLIAMENTO DEI
SERVIZI OFFERTI
più
nella
costruzione
e
diffusione dell’attivazione
dei
servizi,
facendosi
a. Accoglienza
dell’utenza dei servizi
b. Colloquio di
orientamento
c. Invio ai servizi
carico in prima persona
della sua gestione.
DALLE SEDI
Manterrà
OPERATIVE
responsabile
informato
del
il
centro
sull’andamento
dei
percorsi
individuali
a. Inserimento dati
b. Report delle singole
attività
c. Partecipazione alle
attivati, ponendosi come
equipe di
interfaccia tra l’utente del
coordinamento
servizio preso in carico e
l’apparato
burocratico
circostante
Sarà
coinvolto
attivamente
nella
mappatura delle iniziative
esistente
parte
e
prenderà
all’ideazione
di
nuovi canali.
a. Analisi e lettura dei
dati
b. Collaborazione con la
Rete Regionale
dell’Osservatorio
Sociale
c. Riunioni di
coordinamento
istituzionale
Supporta
OBIETTIVO
l’attività
operatori
dei
un
degli
dell’orario di apertura
offerta
dei servizi
SPECIFICO 2:
assicurando
ATTIVITA’ DI
più ampia possibile.
b. Presa
SUPPORTO AGLI
OPERATORI DELLE
SEDI OPERATIVE
a. Ampliamento
servizi,
in
carico
dei
singoli casi
Raccoglie
utili
informazioni
a. Collegamento tra
all’orientamento
servizi pubblici e
dell’utenza e le mette a
disposizione
privati
dell’utenza
stessa e degli operatori
del centro
Aiuterà gli operatori nella
mappatura
e
nel
coinvolgimento delle altre
realtà
locali
svolgere
un
al
fine
di
servizio
b. Raccolta delle risorse
presenti sul territorio
Allegato B)
uniforme ed esaustivo
Attiverà
percorsi
di
OBIETTIVO
inclusione sociale, sotto il
c. Accompagnamento ai
servizi
SPECIFICO 3:
controllo dei responsabili
d. Ricognizione dei
ATTIVAZIONE DI
dei centri coinvolti, al fine
singoli utenti da
PERCORSI DI
di garantire un costante
inserire nei servizi
INCLUSIONE
supporto
SOCIALE
alle
persone
e. Partecipazione alla
prese in carico
stesura di percorsi
individuali
Contribuirà
alla
fattivamente
organizzazione
di
sensibilizzazione
e
d
animazione del
informative,
in
territorio
incontri,
attività
a. Incontri di
riunioni
accordo con le necessità
del centro ospitante e dei
suoi utenti
I giovani del servizio civile regionale potranno essere impiegati in
mansioni particolari, attinenti al progetto, che prevedono l’utilizzo di
mezzi dell’ente e lo spostamento temporaneo dalla sede di servizio per
particolari
necessità
(es.
servizi
domiciliari,
accompagnamento,
tutoraggio e rilevamento di bisogni specifici).
8) Numero dei giovani da impiegare nel progetto (min. 2, max. 10):
7
9) Eventuale numero ulteriore di soggetti da impiegare (non superiore al 50% di quelli
indicati al precedente punto 8) che l'ente intende autonomamente finanziare,
impegandosi ad anticipare alla regione le somme necessarie per l'intera copertura
delle relative spese prima dell'avvio dei giovani in servizio:
0
10) Numero posti con vitto:
0
11) Numero posti senza vitto:
12) Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30):
13) Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) :
30
5
14) Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio:
Partecipazione al percorso formativo previsto e ai corsi di formazione
Allegato B)
residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio
progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la
durata di alcuni giorni.
Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con
la Caritas e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinalemensile) e previsti con momenti residenziali anche fuori dal comune e dalla
provincia ove si svolge il proprio progetto.
Disponibilità
alla
partecipazione
ai
momenti
formativi
e
di
verifica
e
monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi.
Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di
formazione e sensibilizzazione.
15) Sede/i di attuazione del progetto (1):
N.
Sede di attuazione del progetto
Comune
Indirizzo (compresa eventuale partizione interna)
N. giovani per sede (2)
1
2
Centro Sociale dell’Annunziata
Centro Sociale Caritas
Centro di Ascolto Casa del
Fanciullo
Centro Caritas Massa
Centro di Ascolto San Caprasio
Carrara
Massa
Via Bassagrande , 47
Via Villaggio Castagnara, 62
1
1
Carrara
Via 7 luglio, 3
2
Massa
Aulla
Via Zoppi, 14
Viale XXV Aprile, 2
2
1
3
4
5
6
7
8
9
10
(1) le sedi devono essere individuate esclusivamente fra quelle indicate in sede di iscrizione/adeguamento all'albo degli enti di servizio civile regionale, riportando la stessa
denominazione e indirizzo (compresa l'eventuale ripartizione interna, es. scala, piano, palazzina, ecc) indicate sulla procedura informatica SCR.
(2) il numero complessivo di giovani di questa colonna deve coincidere con il numero indicato al precedente punto 8)
16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede):
Sede di
attuazione del
progetto
Centro Sociale
dell’Annunziata
Centro Sociale
Caritas
Centro di
Ascolto Casa
del Fanciullo
Centro Caritas
Massa
Comune
Indirizzo
Carrara
Via
Bassagrande ,
47
Massa
Carrara
Via Villaggio
Castagnara, 62
Dati OP
Corso di
aggiornamento*
Coppini Fiammetta
Nata a Prato, il 16/03/43
CPPFMT43C56G999D
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
CORSO
CRESCT
13.02.14
c/o CARITAS
TOSCANA
[email protected]
05526770248
Ganapini Giuseppe
Nato a Carrara il 01/07/48
GNPGPP48L01B832A
[email protected]
05526770248
Padre Bartoli Mauro
Nato a Fiesole, il 20/07/46
BRTMRA46L20D575F
Via 7 luglio, 3
[email protected]
05526770248
MARCHINI STEFANIA
Nata a MASSA, il 24/12/1981
Massa
Via Zoppi, 14
[email protected]
05526770248
Centro di
Ascolto San
Caprasio
Aulla
Viale XXV
Aprile, 2
Pasquali Moreno
Nato ad Aulla, il 09/04/50
PSQMRN50D09A496E
[email protected]
05526770248
In allegato CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale leggibili
* Se non svolto: si impegna a svolgerlo entro l'anno:
SI
NO
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale:
L’azione di promozione del servizio civile regionale rientra in un’iniziativa
allargata di promozione generale del servizio civile di Caritas.
La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di
sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della
nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio
civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani.
ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE REGIONALE
a) Attività informatica:
Sito Caritas Toscana http://giovanieservizio.caritastoscana.it
b) Attività cartacea:
Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile.
Pubblicazioni su riviste e giornali (Toscana Oggi, settimanale delle diocesi
Toscane)
In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile
(CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, presentazione pubblica del
rapporto annuale.
c) Spot Radio
Spot promozionali su Radio Toscana (www.rtn.it)
d) Incontri sul territorio
In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile
(CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, giornata regionale del servizio
civile in Toscana.
ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE
a) Attività informatica:
Sito delle singole Caritas diocesane.
b) Attività cartacea:
Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile.
Elaborazione di volantini e diffusione di Cd sulle attività
c) Spot Radio e TV
Spot promozionali su Radio Toscana (www.rtn.it) e Tele San Domenico
(www.tsdtv.it)
d) Incontri sul territorio
Incontri con parrocchie, scuole, associazioni del territorio
Il totale delle ore di sensibilizzazione e promozione del servizio civile
regionale ammonta a 42 ore.
18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto:
Le attività di monitoraggio sono rivolte a rilevare le attività di progetto che si
realizzano:
1. in riferimento a quanto previsto per il raggiungimento degli
obiettivi inerenti i beneficiari del progetto.
2. in riferimento a quanto previsto per i giovani che vi partecipano
Per quanto concerne il punto 1, le attività del progetto sono monitorate tramite
rilevazione svolta dagli operatori di progetto per mezzo di una scheda di
rilevazione compilata su base bimestrale.
Per quanto concerne il punto 1) si utilizzano gli strumenti seguenti.
Strumenti per i VOLONTARI
-
Tre questionari ai volontari
-
Colloqui individuali dei ragazzi con il responsabile servizio civile di Caritas
e gli op. Oggetti del colloquio: verifica del servizio; formazione generale
(Caritas) e specifica; la relazione nel gruppo. Frequenza: almeno 3 volte
l’anno con il responsabile servizio civile di Caritas, almeno mensile con gli
op;
-
riunioni di confronto e verifica al 6° mese per condivisione problematiche
trasversali emerse dai questionari. Partecipano i responsabili e i
formatori.
Strumenti per gli OPERATORI DI PROGETTO
-
Incontro di inizio servizio (entro il 1° mese) tra il referente di Caritas e
l’op al fine monitorare le fasi di inserimento/accompagnamento;
-
Questionario al 4° mese
-
Incontro al 6° mese: restituzione e confronto su dati questionari volontari
e questionari op. Partecipano anche i formatori.
-
Questionario a fine servizio entro 1 mese dalla conclusione del
servizio.
-
Incontro finale per condividere le valutazioni sugli aspetti più importanti.
Partecipano anche i formatori.
Strumenti per i FORMATORI
-
Questionario di fine percorso per la valutazione complessiva della
formazione generale, specifica e la formazione agli op.
-
Scheda registro presenze corsi formazione generale.
-
Scheda monitoraggio contenuti e metodologie dei corsi di formazione
generale.
19) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti
dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35:
NESSUNO
20) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive utilizzate per l'acquisto di beni o servizi destinati ai
giovani in servizio:
Ai giovani selezionati per il servizio civile l’ente CARITAS TOSCANA garantisce
i seguenti percorsi di formazione, sostenendo i costi di iscrizione e
frequenza.
a) Formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che consente al
Datore di Lavoro di assolvere gli obblighi previsti dal D.lgs 81/08 - art 37
in materia di prima formazione ed aggiornamento dei propri lavoratori,
così come individuati dall'art. 2 del Decreto Legislativo 81 del 2008 e
secondo i contenuti e la durata previsti dall'Accordo Stato Regioni del
21/12/2011.
b) Formazione su emergenze antincendio, per attività a rischio basso,
con lo scopo di ottemperare all'obbligo di formazione previsto dal D.Lgs.
81/2008 e dal D.M. 10 marzo 1998. Come dettato dal Decreto Legislativo
n. 81/2008, i lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e di
evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato
devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento
periodico.
c) Formazione di primo soccorso, mirata a fare acquisire le nozioni
relative al primo intervento interno e all'attivazione degli interventi di
pronto soccorso.
d) Formazione alimentaristi ex HACCP, volto a fornire le competenze
necessarie per individuare le più opportune procedure di prevenzione dei
rischi che si possono manifestare durante il processo produttivo di generi
alimentari oltre ad apprendere come eliminare i principali pericoli per la
salute dei consumatori.
1) Formazione per operatori interculturali, mirata a coinvolgere e
responsabilizzare i giovani sui temi dell’immigrazione, della diversità,
dell’accoglienza promuovendo una cultura orientata alla pace, alla
mutualità,
alla
convivenza,
promuovere
un
dialogo
basato
sulla
partnership, sul riconoscimento reciproco, attraverso l’incontro tra generi,
culture,
aiutare
gli
aspiranti
volontari
a
prendere
maggiore
consapevolezza di aspetti del proprio sé, che possono essere di aiuto
anche nell’incontro con l’altro, migliorando l’efficacia degli interventi di
aiuto.
I corsi sono tenuti da personale qualificato e prevedono il rilascio di un
Attestato di Frequenza, rilasciato da Agenzia Formativa Accreditata.
TABELLA DEI COSTI DI ISCRIZIONE INDIVIDUALE A CIASCUN CORSO
TITOLO CORSO
Durata CORSO
Costo
in h
ISCRIZIONE
1
Sicurezza nei luoghi di lavoro
8
140 €
2
Emergenze anticendio
8
240 €
3
Primo soccorso
8
160 €
4
Alimentaristi ex HACCP
16
360 €
5
Operatori Interculturali
30
450 €
70
1350 €
Totale
In allegato preventivo dell’agenzia formativa titolare del corso.
21) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
In ogni sede saranno messi a disposizione le seguenti:
Risorse tecniche e strumentali previste
Stanza colloqui, scrivania, sedie, cancelleria, penne.
2 computer con accesso internet, 2 stampanti, bacheca, pennarelli,
puntine
Viveri, alimenti per l’infanzia (forniti da Coop e Banco Alimentare),
vestiario usato, scarpe, bagno per docce e igiene personale, buoni
mensa. Stanza/magazzino e banco di legno per la distribuzione.
Automezzo per trasporto
Scheda cartacea regionale Caritas, scrivania, penne, schedari con
chiave a chiusura
Software Mirod-Lotus Notes, manuale di spiegazione della Caritas
regionale, computer con accesso internet
Computer accesso internet, programmi informatici elaborazione dati,
mailing list, telefono
Stanza colloqui, documentazione per parametri di riferimento quali:
individuazione Minimo Vitale INPS per l’anno in corso, parametri di
lettura ISEE. Accesso internet
Rubrica telefonica con i numeri di riferimento utili, telefono
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
22) Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durante l’espletamento del servizio,
certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
COMPETENZE
E
PROFESSIONALITA’
CERTIFICATE
DALL’ENTE
PROPONENTE IL PROGETTO
Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile Regionale è previsto il rilascio di
un attestato da parte di Caritas Toscana in cui vengono riportate la tipologia del
servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio.
Inoltre la singola Caritas diocesana responsabile del progetto rilascia – su
richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla legge – una ulteriore
documentazione più dettagliata e particolareggiata.
Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e
certificate da Caritas Toscana:
-
Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani
interessati alle attività organizzate dall’associazione.
-
Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla
cortesia
-
Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri
compiti e ai risultati da raggiungere
-
Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non
-
Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e
orari
-
Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità
-
Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza
-
Lavorare in team per produrre risultati collettivi
-
Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur
nell’ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi
-
Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi.
COMPETENZE E PROFESSIONALITA’ CERTIFICATE DALL’ENTE TERZO
“SOLIDARIETA’ CARITAS – ONLUS” (agenzia formativa riconosciuta
dalla Regione Toscana) come da convenzione allegata
COMPETENZE SPECIFICHE
-
Conoscere i principali aspetti della normativa sull’immigrazione.
-
Sapere promuovere attività socio-culturali per la sensibilizzazione del
territorio.
-
Saper progettare interventi di rete atti alla reintegrazione dell’immigrato nel
contesto sociale di origine.
-
Conoscere le condizioni sociali, politiche e culturali del Paese di provenienza
del profugo.
-
Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire
l’integrazione dei singoli e dei gruppi.
-
Essere in grado di accompagnare e supportare l’individuo nell’attività di
ricerca e studio.
-
Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di
socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale.
-
Possedere capacità di accoglienza e di ascolto di persone straniere (minori e
adulti) provenienti da qualsiasi paese.
-
Possedere capacità di relazione con persone di culture diverse.
-
Possedere capacità di accompagnare i minori stranieri nelle attività di
animazione e socializzazione.
-
Possedere capacità di accompagnare le persone straniere (minori e adulti)
nel processo di integrazione sociale.
-
Possedere capacità di mediazione culturale e di confronto.
-
Essere in grado di orientare al lavoro e ricercare opportunità lavorative per
persone disagiate.
-
Conoscere le modalità di assistenza legale per gli immigrati.
Formazione generale dei giovani
23) Sede di realizzazione:
NUCLEO GIOVANI E SERVIZIO CARITAS TOSCANA
VIA DEI PUCCI 2 – 50122 FIRENZE
Potranno essere individuate sedi diverse in caso di formazione
residenziale.
24) Modalità di attuazione:
LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL’ENTE CON FORMATORI DELL’ENTE
25) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
A partire dai contenuti previsti per la formazione generale il percorso di
formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie.
Metodologia
Per ogni obiettivo formativo viene considerato:
- la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo
- dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà
- dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà
- dal saper fare al saper fare delle scelte
- dallo stare insieme al cooperare
ed in relazione a questi livelli la dimensione:
- individuale della persona
- la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza
- la società, il mondo
attraverso:
- lezioni frontali (almeno il 50% del monte ore complessivo)
- elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e
riflessioni personali (almeno il 20% del monte ore complessivo)
- testimonianze e/o visite ad esperienze significative
Articolazione della proposta di formazione previste
totale nei primi cinque mesi dall’avvio del progetto: 42 ore.
La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da:
-
corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio.
-
incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2
giornate ciascuno.
Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al
12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto), verranno
proposti
anche
degli
approfondimenti
tematici
a
partire
dalla
verifica
dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio.
Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la
misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti
Nella fase di accesso al servizio: verifica attraverso scheda conforme a livello
nazionale per la valutazione del tirocinio osservativo e del successivo tirocinio
pratico .
Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione
dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo.
26) Contenuti della formazione:
A partire dai contenuti previsti per la formazione generale si propone una
formazione generale che preveda due fasi:
Una prima fase di 33 ore che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per
la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i
singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle
esigenze del gruppo.
Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà
dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata
settimanale).
La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante:
Moduli
 L’identità del
gruppo in
formazione
 Dall’obiezione di
coscienza al servizio
civile nazionale:
evoluzione storica,
affinità e differenze
tra le due realtà
 Il dovere di difesa
della Patria
 La difesa civile non
armata e
nonviolenta
 La protezione civile
 La solidarietà e le
forme di
cittadinanza
 Servizio civile
nazionale,
associazionismo e
volontariato
 La normativa
vigente e la Carta di
impegno etico
 Diritti e doveri del
volontario del
servizio civile
 Presentazione
dell’Ente
 Lavoro per progetti
 Il lavoro per
progetti
Sostenere l’esperienza
e la sua rielaborazione
Favorire l’attenzione
alla cura delle
relazioni
Sostenere la
motivazione
Sostenere
l’orientamento per il
futuro
Comprendere il
significato di
concorrere alla difesa
della patria
Favorire l’educazione
alla solidarietà, alla
cittadinanza attiva,
alla pace e alla
responsabilità
ambientale
Conoscere il sistema
del Servizio Civile
Nazionale
Conoscere la Caritas
come ente ecclesiale
La progettazione in
ambito sociale
Abilitare e sostenere
la comunicazione e
l’animazione del
territorio durante e
dopo il servizio
Tempistica
Modalità (1)
3+3
1F–5I
2
2F
2
2F
2
1F–1I
3
2 F – 1I
3
2F–1I
3
2F–1I
2
1 F – 1I
2
2F
4
3F–1I
2
1F–1I
2
1F–1I
33
20 F – 13 I
(1) F: lezione frontale; I:dinamiche non formali
Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della
proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione.
Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il
gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in
modo da programmare il restante percorso formativo.
Una seconda fase di 9 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e
tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle
risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti
affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle
esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari.
Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di
monitoraggio
interno),
verranno
proposti
anche
degli
approfondimenti
tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica
dell’esperienza svolta.
27) Durata (espressa in ore):
Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani
28) Sede di realizzazione:
La sede di realizzazione della FORMAZIONE SPECIFICA sarà presso le
SEDI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO.
Potranno essere individuiate sedi diverse in caso di formazione
residenziale.
29) Modalità di attuazione:
LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL’ENTE CON FORMATORI DELL’ENTE
30) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione specifica viene curata in collaborazione con le sedi di attuazione
intende fornire un bagaglio di conoscenze e competenze di carattere
teorico e pratico legate alle specifiche attività previste dal progetto ed ha come
obiettivo un positivo inserimento nel contesto del servizio in modo da garantire il
buon operato del giovane in servizio civile in riferimento al contesto in cui svolge
il servizio.
Metodologia

Accompagnamento ed affiancamento personale stabile del giovane
all’interno delle sedi operative per tutto il periodo del servizio;

Formazione sul campo;

Incontro
di
accoglienza
iniziale:
presentazione
della
sede
di
realizzazione del progetto, delle attività svolte, del ruolo e delle
responsabilità richieste al volontario;

Incontri settimanali:
di
verifica e programmazione insieme agli
operatori della sede di progetto al fine di confrontarsi sui casi, sulle
difficoltà incontrate, e per trasmettere i contenuti formativi necessari allo
svolgimento delle singole attività del centro, per il raggiungimento degli
obiettivi previsti dal progetto;

Incontri di supervisione mensile: in totale sono previste 12 ore di
verifica: fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio vissuto
emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro;

Partecipazione ad eventi formativi rivolti agli operatori dei centri;

Incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa
dell’esperienza dl volontariato.
Da realizzare attraverso:
- lezioni frontali;
- elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in
gruppo e riflessioni personali, gruppi verifica.
31) Contenuti della formazione:
Tempistica
Moduli
(ore di
intervento)
Modalità
(1)
Per riscoprire e valorizzare la persona: la
relazione d’aiuto con la persona in difficoltà
3
Il disagio sociale e la devianza
2
2F–1I
Il ruolo dell’operatore in servizio civile:
identità e compiti
3
Modalità di approccio nella relazione
d’ascolto: tecniche di relazione
2+3
La normativa sul trattamento dei dati (ai
2F+3 I
sensi de codice sulla privacy, DLgs. 196/03)
per la compilazione schede
L’ascolto e gestione di un colloquio (con
2
adulti, minori, famiglie…)
2+3
Il primo contatto nella relazione di aiuto alla
persona
2
2F - 3I
Le principali forme di contrasto al disagio e
all’emarginazione sociale (adulto, familiare,…)
3
Lettura dei bisogni e comprensione delle
problematiche.
4
Stili di vita e di condivisione fra le diversità
all’interno di un istituto o associazione
2+2
Il processo di superamento del disagio e
3F – 1I
dell’emarginazione: dalla prima accoglienza
all’integrazione sociale
3
Conoscenza e orientamento ai servizi sociali
territoriali: modalità di accesso.
4+2
4F – 2I
Il funzionamento delle strutture di
accoglienza: regole, metodologia, gestione.
2+1
La comunità educante: la vita comunitaria
3
2F – 1I
Per un approccio corretto al disagio: capirlo,
accoglierlo. tipologie di disagio.
4
La normativa di riferimento su immigrazione,
ricongiungimenti, richiedenti asilo
4+2
4F – 2I
La normativa di riferimento per la
concessione delle residenze, accesso alle
strutture di salute mentale, servizi dei centri
per l’impiego, riconoscimento invalidità e
7F – 3I
7+3
pensioni
3+1
3F – 1I
Normativa di riferimento di diritto carcerario
72
F: lezione frontale; I:dinamiche non formali
32) Durata (espressa in ore):
Il progetto prevede un percorso formativo specifico di 72 ore totali.
Altri elementi
33) Presenza di almeno una delle altre figure previste per la gestione del servizio civile
regionale (diversa dall'Operatore di Progetto) che nell'ultimo anno abbia frequentato il corso
di formazione o/e/o aggiornamento programmato dalla Regione Toscana (o si impegni a
parteciparvi entro l'anno in cui si realizza il progetto):
DEBORA CEI – COORDINATORE DI PROGETTO
CORSO CRESCIT 30/01/2014
c/o CARITAS TOSCANA – FIRENZE
si impegna a svolgerlo entro l'anno:
SI
NO;
34) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto alla formazione aggiuntiva
programmata dalla regione Toscana:
SI

NO
35) Attestazione che all'interno del medesimo bando sono stati presentati progetti per un
numero complessivo di posti inferiori al 50% di quelli richiedibili in base alla categoria
di appartenenza:
SI
NO

n° progetti presentati: ______
n° posti richiesti complessivamente: _________
36) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto ad almeno due manifestazioni,
eventi o attività di carattere regionale inserite nel sistema delle politiche giovanili della
regione Toscana:
SI

NO
37) Coprogettazione tra i seguenti enti (è necessario allegare l'accordo sottoscritto dagli
enti per la coprogettazione, da cui risulti l'ente capofila):
Denominazione ente
Codice RT
Categoria d'iscrizione all'albo SCR Ente pubblico o privato
Il sottoscritto ALESSANDRO MARTINI nato a SCANDICCI (FI) il 08.10.1959 in qualità di delegato
regionale/ responsabile legale dell'ente CARITAS TOSCANA dichiara che l'ente che rappresenta
è in possesso di tutti i requisiti previsti per l'iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale
(art. 5 comma 1 legge regionale n. 35 del 25/07/2006).
Firenze, 22 MAGGIO 2014
Il Responsabile legale dell’ente