Interrogative dirette

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Interrogative dirette
PROPOSIZIONI INTERROGATIVE
Le proposizioni interrogative possono essere indipendenti o subordinate a
seconda che esprimano una domanda in forma diretta o indiretta.
Si dividono perciò in:
a) interrogative dirette (proposizioni indipendenti);
b) interrogative indirette (proposizioni subordinate completive): vedi
l'apposita scheda.
Esse si suddividono ancora in:
semplici se consistono in una sola domanda;
disgiuntive se propongono più domande alternative fra loro.
PROPOSIZIONI INTERROGATIVE DIRETTE
A
Interrogative dirette semplici
N.B.: in quanto proposizioni principali, le interrogative dirette non
hanno bisogno di introduttore. Tuttavia il senso interrogativo è
spesso espresso da pronomi, aggettivi, avverbi o particelle che
fungono da ELEMENTI INTRODUTTIVI:
pronomi: quis? quid? = chi, che cosa?;
quisnam? quidnam?, ecquis? ecquid? =
chi, che cosa mai?;
numquis? numquid? = forse qualcuno,
forse qualcosa?;
uter? utra? utrum? = chi dei due?
aggettivi: qui? quae? quod? = che, quale?;
qualis? quale? = quale?;
quinam? quaenam? quodnam?; ecqui?
ecqua (ecquae)? ecquod? = quale mai?;
numqui? numquae? numquod? = forse
qualche?;
uter? utra? utrum? = quale dei due?;
cuius? cuia? cuium? = di chi?;
quot?; quam multi, ae, a? = quanti di
numero?;
quantus, a, um? = quanto grande?;
quotus, a, um? = che? in quale ordine?
quo? = per quale scopo?;
cur? quid? = perché?;
quando? = quando?;
quotiens? = quante volte?
quomodo? qui? = come?
avverbi di luogo: ubi? = dove? (stato in luogo);
quo? = dove? (moto a luogo);
qua? = per dove?;
unde? = da dove?;
particelle: -ne? (aspetta una risposta qualunque);
num? = forse che? (aspetta risposta
negativa);
nonne? = forse che non? (aspetta risposta
affermativa);
an? = forse? forse che?
avverbi:
MODI DEL VERBO: indicativo o congiuntivo (dubitativo o
potenziale).
Si riconoscono facilmente dalla presenza del punto interrogativo, oltre
che degli elementi introduttori sopra riportati.
Nella traduzione in italiano non presentano alcuna difficoltà: basterà
tradurle alla lettera, come puoi facilmente notare dagli esempi che ti
proponiamo.
N.B.:
1) L'avverbio qui? corrisponde a quomodo? e non devi confonderlo con
il pronome: solo l'attento esame della frase e il senso possono aiutarti
a non cadere in errore.
Es.: qui possum facere hoc? = come posso fare ciò?
2) Il pronome numquis? nonché il suo aggettivo si usano quando si
aspetta risposta negativa.
Es.: numquis te vidit? Nemo. = ti ha forse visto qualcuno? Nessuno.
3) uter? utra? utrum? se è usato come pronome regge il genitivo
partitivo; se è usato come aggettivo concorda con il sostantivo che
accompagna.
Es.: uter eorum pater tuus est? = chi di loro due è tuo padre?
Es.: uter consul ad Cannas mortuus est? = quale dei due consoli è
morto a Canne?
4) cuius? cuia? cuium? (= di chi?), essendo un aggettivo, concorda con
il sostantivo a cui è riferito;
Es.: cuia illa mulier est? = di chi è quella donna?
5) quot? è indeclinabile, significa "quanti di numero" e spesso è
sostituito da quam multi, ae, a. Ovviamente è sempre plurale.
Es.: quot (= quam multos) libros legisti? = quanti libri hai letto?
6) quotus, a, um? aspetta come risposta un numero ordinale; quando
quotus è seguito da quisque assume lo stesso significato di quot?
Es.: quota hora est? Tertia = che ora è? La terza;
Es.: quotus quisque philosophus? = quanti filosofi?
7) le interrogative introdotte da num o nonne si dicono retoriche in
quanto presuppongono già una risposta.
Es.: num hoc fecisti? = hai forse fatto questo? (certamente no!).
Es.: nonne verum dixi? = non ho forse detto la verità? (certamente sì!).
8) La risposta alla domanda si fornisce nel seguente modo:
a) se è positiva si usano gli avverbi affermativi ita, sane, profecto
oppure si ripete la parola su cui poggia il peso della domanda.
Es.: rediitne eius pater? Rediit. = è tornato suo padre? Sì.
b) se è negativa si usano gli avverbi negativi non ita, minime,
minime vero oppure si ripete il verbo della interrogativa
preceduto dalla negazione.
Es.: estne frater intus? Non est. = è dentro il fratello? No.
9) La particella an conferisce una certa enfasi ad una domanda anch'essa
retorica; essa si usa nelle argomentazioni a fortiori, cioè quando si
contrappongono due concetti, collegati per asindeto, di cui il primo
esprime un fatto che si è verificato a certe condizioni, il secondo un
fatto che, in condizioni migliori rispetto al primo, si verificherà a
maggior ragione.
Es.: an potuit Minerva navigium Aiacis deturbare, ipsa soror ac
coniunx Iovis Aenean ab Italia arcere non potero? = possibile!?
Minerva potè affondare il naviglio di Aiace, mentre io, sorella e
sposa di Giove, non potrò allontanare Enea dall'Italia?
10) La proposizione interrogativa diretta ha il verbo al congiuntivo quando
ha valore dubitativo o potenziale.
Es.: quid facerem? = che cosa avrei potuto fare?
Es.: quis dicat te strenuum non fuisse? = chi potrebbe dire che tu non
sei stato valoroso?
N.B.:
Gli interrogativi qui, quae, quod; qualis, e; quantus, a, um; quot; quam
multi, ae, a etc., sono usati anche con valore esclamativo. Le proposizioni
da essi introdotte si chiamano esclamative, sono anch'esse indipendenti e
differiscono dalle interrogative solo perché terminano con il punto
esclamativo.
B
Interrogative dirette disgiuntive
Sono costituite da due o più membri così introdotti:
primo membro:
secondo membro (e tutti gli altri membri):
utrum
-ne (-n)
-
an
an
an
Se il secondo membro è costituito semplicemente da "o no" lo si esprime
con annon.
Es.:
utrum mecum Romam venis an domi
manes?
venisne mecum Romam an domi
manes?
venis mecum Romam an domi manes?
= vieni con me a Roma o
rimani a casa?
venisne mecum Romam annon?
= vieni con me a Roma o no?