Il Resto del Carlino Ospedale, pavimenti colorati e nuovi cartelli

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Il Resto del Carlino Ospedale, pavimenti colorati e nuovi cartelli
11 maggio 2016
Il Resto del Carlino
Ospedale, pavimenti colorati e nuovi cartelli
L‟OSPEDALE di Cona sveste i panni di „labirinto minossiano‟ ed aumenta il proprio
coefficiente di orientamento attraverso simboli e colori. Da ieri, e per i prossimi due mesi,
infatti, prenderà vita la cosiddetta prima fase dei lavori di miglioramento dell‟orientamento
e dell‟accessibilità al primo piano del Settore 1: un‟operazione complessiva che verrà a
costare 300mila euro (finanziati dalla Regione Emilia Romagna) e che sarà suddivisa in
nove interventi mirati. Si è cominciato, come detto, ieri con l‟installazione della
pavimentazione colorata interna degli snodi B e C: questo „mini‟ cantiere durerà dodici
giorni. Dal 23 maggio al 30 maggio sarà poi il turno dello snodo D che vedrà la
tinteggiatura dei muri in corrispondenza della pavimentazione colorata e la sostituzione
della cartellonistica (i numeri saranno scritti più in grande e ogni settore dell‟ospedale avrà
un simbolo di riferimento), mentre dall‟1 giugno al 7 giugno toccherà allo snodo E (in
questo caso, per l‟intera durata dei lavori, lo snodo E sarà raggiungibile solo dal Settore
2). PER TUTTO il mese di giugno, poi, verranno tinteggiati i muri in corrispondenza della
pavimentazione al piano terra e al primo piano, con relativa sostituzione della
cartellonistica. Sempre a partire dall‟1 giugno (per un totale di 25 giorni) verranno colorate
le pareti del parcheggio interno P7: inoltre, verranno posati nuovi segnali per la
facilitazione dell‟orientamento e, lungo il muro (in corrispondenza degli ascensori
panoramici che salgono fino al piano terra), saranno disegnate delle sagome raffiguranti
delle persone che indicano il percorso per raggiungere gli ascensori. Dall‟8 all‟11 giugno,
all‟esterno dell‟ingresso 2 verrà installata la pavimentazione tattilo plantare che partirà
dalla fermata dell‟autobus linea 6 e arriverà fino al Punto informazioni: inoltre, verranno
apposte alle porte due scritte „2‟ in nero su giallo. Dal 13 al 22 giugno sarà la volta degli
snodi E ed F: l‟intervento, atto a facilitare l‟accesso, prevederà la chiusura dell‟ingresso 2
per sei giorni, quindi l‟Azienda ospedaliera consiglia di parcheggiare la propria auto nel
parcheggio P3. Dal 23 giugno al 3 luglio la pavimentazione tattilo plantare verrà installata
anche all‟interno e all‟esterno dell‟ingresso 1. Ultimo intervento in programma, a partire
dall‟1 luglio e della durata di tre mesi, riguarderà il parcheggio P2: la pendenza della
rampa esterna sarà portata dall‟attuale 8% al 5% e verrà costruita, a fianco, una scalinata.
A settembre, si penserà alla seconda fase del progetto, dal costo di 1 milione di euro (in
questo caso non sono previsti fondi regionali), che porterà modifiche alla viabilità dei
parcheggi e ai piani superiori dell‟ospedale.
Sclerosi e insufficienza venosa, nasce un centro di diagnosi avanza
UN CENTRO di diagnostica avanzata della Ccsvi (insufficienza venosa cerebro-spinale
cronica) sarà aperto entro qualche mese a Ferrara, presso il Centro di Malattie Vascolari
diretto dal professor Paolo Zamboni, anche grazie alla donazione di 20.000 euro da parte
dell‟Associazione Ccsvi nella sclerosi multipla. Lo ha annunciato lo stesso Zamboni,
presente l‟altro giorno a Roma alla serata conclusiva della Settimana della
consapevolezza sulla Ccsvi, alla sua seconda edizione. Si tratterà del primo Centro
pubblico in Italia a utilizzare le nuove metodologie diagnostiche sviluppate di recente
presso l‟Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, e sperimentate, nell‟ambito dei
programmi spaziali governativi, dall‟astronauta italiana Samantha Cristoforetti durante la
missione spaziale internazionale dell‟anno scorso. «Si tratterà del primo centro nel quale
saranno disponibili tali nuove tecnologie diagnostiche, non invasive, meno operatore
dipendente, basate su misure oggettive, e quindi confrontabili nel tempo» ha detto
Zamboni. «SOPRATTUTTO quest‟ultimo punto rappresenta un reale vantaggio per i
pazienti e per i medici che li seguono – ha precisato il professore – poiché con il sistema
dei criteri Doppler inizialmente introdotto 7 anni fa non si era ottenuta la necessaria
riproducibilità diagnostica». Il centro sarà operativo, all‟inizio un giorno a settimana, entro
qualche mese, e ne sarà data notizia tempestivamente. «Sono molto orgoglioso che la
nostra associazione stia contribuendo alla nascita di un centro pubblico per la diagnosi di
Ccsvi tramite uno spettro di analisi unico nel suo genere e avanzato, che attualmente solo
il Centro di malattie vascolari dell‟Università di Ferrara può offrire», ha affermato Gabriele
Reccia, presidente della Ccsvi-Sm Onlus. «Aver lavorato tanti anni per questo obiettivo
che finalmente, dopo una dovuta fase organizzativa, prenderà il via non può che
avvalorare gli sforzi da noi compiuti per il bene del malato», ha proseguito: «Continueremo
su questa via, perché riteniamo la componente vascolare fondamentale nella soluzione di
quel grande puzzle che è la sclerosi multipla». IL TERMINE di insufficienza venosa
cerebro-spinale cronica (Ccsvi) si riferisce alla descrizione di un‟anomalia del flusso di
sangue in cui il sistema venoso, a causa di malformazioni che determinano un
restringimento delle principali vene cerebrali, non sarebbe in grado di drenare
efficacemente il sangue dal cervello e dal midollo spinale. Secondo gli studi del professor
Paolo Zamboni, la Ccsvi è fortemente associata alla sclerosi multipla.
Commissione sanitaria, i consulenti:
«Possibile la convenzione coi privati»
L‟ASSENZA dei vertici Ausl alla Commissione sanitaria è un sintomo: manca la volontà
politica di dare un futuro produttivo al San Camillo. Di valutare l‟avviamento di un‟attività di
chirurgia ambulatoriale privata convenzionata con il pubblico, che renda competitivo
l‟ospedale, sia al servizio del territorio e abbatta i costi della mobilità passiva dell‟azienda
sanitaria che sono lievitati. È la conclusione a cui è arrivata la maggior parte dei
rappresentati della Commissione sanitaria comunale convocata per ascoltare i medici del
network privato Codice Bianco, consulenti della Consulta popolare per il San Camillo che,
stando a quanto riferito ieri in Consiglio, hanno confermato i molteplici abboccamenti con
la dirigenza della Sanità ferrarese. «Non è vero che la Regione non può fare
accreditamenti – dice Luca Balducci di Codice Bianco network – c‟è una delibera regionale
del ‟13 che non lo esclude. L‟attività professionale di cui siamo portatori, soprattutto per
quanto riguarda l‟uso delle sale operatorie, necessita di convenzioni». Un‟affermazione
senza possibilità di confronto con i dirigenti Ausl che lunedì, ad appuntamento fissato,
hanno dato forfait. La dice lunga sulla vicenda che tiene banco da mesi e sulla quale si
tornerà prossimamente, spiega Manrico Mezzogori, presidente della Consulta popolare
per il San Camillo. E lo ribadisce Antonio Di Munno, consigliere del Faro-Fi, che ha chiesto
al sindaco se nella Conferenza territoriale sociosanitaria di domani farà fronte comune con
i comacchiesi. «In Ctss si parlerà di bilancio, che non è programmazione sanitaria ma ne
fa parte – dice il sindaco Fabbri – quanto agli incontri riservati della Consulta con i vertici
dell‟Ausl avremmo preferito esserne informati per tempo. È un peccato che l‟Asl abbia
deciso di non partecipare all‟incontro, era l‟occasione per fare chiarezza. Fatto sta che
oggi rischiamo di perdere dei servizi, alcuni dei quali potrebbero restare dove si trovano,
tanto più che da sempre è stata esclusa la collaborazione con il privato». Minacce da
rifiutare per Manrico Mezzogori. «Da un anno e mezzo anziché sostenere in blocco l‟intera
progettualità relativa al San Camillo – dice – Fabbri si è defilato per accettare un progetto
simile a quello del ‟98, che per certi versi era persino migliore. Un sindaco deve stare a
fianco dei suoi cittadini, noi non siamo un Comune qualsiasi, sul San Camillo abbiamo
ottenuto due accordi traditi dalla Regione». Ripercorre le tappe dell‟ipotesti pubblico
privato Giovanni Gelli di Cittadinanza Attiva. «In dicembre i piani d‟azione del dg dell‟Ausl
Paola Bardasi, alla voce San Camillo – spiega – parlavano di implementazione della
chirurgia ambulatoriale, tutti ricordiamo le note di Serra, che dichiarava la volontà di
lasciare libere le sale operatorie e le ex degenze chirurgiche per un eventuale progetto a
gestione privata, tema che le aziende sanitarie stanno trattando».
Riabilitazione post cardiochirurgica, l’ospedale del Delta centro di
riferimento
PRESENTATO ieri all‟ospedale del Delta dal sindaco di Lagosanto Maria Teresa
Romanini e dal direttore generale Paola Bardasi, la seconda fase di attuazione del
progetto di Cardiologia Preventiva e Riabilitativa a valenza provinciale dell‟Unità operativa
di cardiologia dell‟azienda Usl di Ferrara. L‟attività di cardio-riabilitazione, partita da un
anno, è studiata sulle esigenze a pazienti sottoposti ad intervento cardochirurgico (bypass
e sostituzione valvolare) residenti nella nostra provincia. I pazienti, a 7 giorni
dall‟operazione, vengono trasferiti dalla rete delle cardiochirurgie dell‟Emilia-Romagna alla
Cardiologia del Delta. «Si tratta di circa 150 persone all‟anno – spiega Giovanni Pasanisi,
responsabile del centro – ed il numero è in costante crescita». Il paziente viene
stabilizzato, si medicano le ferite chirurgichee si instaura la terapia farmacologica. Alla
dimissione riceve dal Centro studi biomedici applicati allo sport di Ferrara anche la
prescrizione di attività motoria specifica per il suo recupero. Oggi l‟assistenza riabilitativa è
stata completata grazie alla donazione dell‟associazione cardiotrapiantati di Comacchio
che ha consentito di allestire una palestra attrezzata con apparecchiature per la
riabilitazione cardio–chirurgica: due cardiocyclette ed un tapis roulant.
La Nuova Ferrara
Il Sant’Anna “facile” aspetta icone e colori
«La prima volta che ho messo piede al Sant‟Anna mi hanno portato in un corridoio che era
lungo varie volte quello di “Shining”», racconta il direttore generale dell‟azienda
ospedaliera, Tiziano Carradori. L‟effetto thrilling, in effetti, si coglie spesso nei meandri del
polo di Cona, un gigante suddiviso in tre settori, cinque „corpi‟ e quattro piani che poggia
su una superficie di 185mila mq. A perdersi nei labirinti alti e bassi, nei crocevia tutti uguali
tra corpi e settori in questi quattro anni di apertura del Nuovo Sant‟Anna, a Cona, sono
stati in tanti. Ieri sono stati presentati i lavori che dovrebbero migliorare orientamento e
accessibilità dell‟ospedale. Si tratta della prima tranche di un progetto definito solo per una
parte degli interventi programmati. I soldi ci sono: 300mila euro concessi dalla Regione per
le fasi iniziali, più 1 milione di euro disponibili grazie a un mutuo acceso dall‟azienda
ospedaliero-universitaria. Al primo piano, settore 1-corpo B, il linoleum è già stato rasato e
sono comparse le prime transenne. «Per la prima fase abbiamo programmato nove tappe
- ha annunciato ieri Carradori - entro il 3 luglio il cantiere sarà chiuso tranne che per le
rampe esterne di accesso all‟ingresso 2». Cosa cambierà al Sant‟Anna entro l‟estate?
Compariranno scritte grandi e colorate per segnalare la presenza di un servizio o di uno
snodo, cartelli all‟ingresso dei vari blocchi in cui è suddiviso l‟ospedale, icone per
migliorare l‟identificazione dei percorsi, tinteggiature di contrasto su pilastri, pareti e
pavimenti per distinguere meglio le aree sanitarie, segni per l‟orientamento sulle porte,
nuova segnaletica all‟esterno verso i parcheggi e gli ingressi per i visitatori, rampe per
l‟accesso dei disabili e dell‟«utenza fragile». I tre settori che si imboccano dal primo piano
saranno contraddistinti da figure come il sole (settore 1), la stella (2), la luna (3). A piano
terra il box informazioni sarà contrassegnato da una grande scritta blu, l‟ascensore sarà
affiancato dai numeri, in rilievo, dei piani raggiungibili (1, 0, -1), l‟intersezione fra corpi (B,
C, D, E) e settori sarà evidenziata da particolari tinte stese su pareti e pilastri (arancio per
il B, violetto-lilla per il C, verde per il D, azzurro per l‟E), sulle porte saranno stampati il
numero del piano e il disegno delle scale. All‟imbocco di settori e corpi compariranno
cartelli con l‟indicazione delle degenze e dei servizi raggiungibili su quel percorso. Per ipo
e non vedenti, all‟esterno, sarà allestita una doppia via “tattilo plantare”, con lastre di
gomma in rilievo applicate alla pavimentazione tra le fermate del bus 6 e gli ingressi 1 e 2.
I lavori sono già partiti al primo piano per gli snodi B e C, dal 23 maggio saranno applicati i
colori sulle pavimentazioni; l‟ intervento, al primo piano, si completerà entro la prima
settimana di giugno. Contemporaneamente si coloreranno i muri e si installerà la nuova
cartellonistica al piano terra e al primo piano. Nel parcheggio interrato, per quasi tutto
giugno, saranno differenziati i colori delle colonne per meglio individuare la posizione del
veicolo; sagome dipinte sui muri indicheranno la strada per gli ascensori. Nella seconda
metà di giugno il cantiere si sposterà vicino al Cup e al bar. Nei pressi delle aree
interessate dai lavori compariranno avvisi che condurranno l‟utenza verso i percorsi
alternativi. Nell‟ultima tappa, la nona, si allestirà la rampa esterna con scalinata al
parcheggio 2 per l‟utenza disabile (da luglio in poi). «Dobbiamo ringraziare il Criba (Centro
Regionale di Informazione sul Benessere Ambientale) che ha individuato le criticità - con il
contributo delle associazioni dei volontari e dei disabili (Comitato ferrarese Area disabili,
ndr) e dei comitati locali (Comitato consultivo misto Sant‟Anna, ndr) - ed elaborato poi le
opportune soluzioni», ha sottolineato Carradori. Un ringraziamento giunto anche
dall‟assessore comunale Chiara Sapigni. L‟architetto Chiara Nobili, in rappresentanza del
Criba, ha ricordato il lavoro compiuto dal team di specialisti per facilitare l‟orientamento
dell‟utenza «in un edificio di grandi dimensioni dalla pianta reticolare». Paolo Chiarini, del
Servizio tecnico, ha definito i tempi per ogni intervento e annunciato che una seconda fase
di lavori potrebbe aprirsi «dopo settembre». Infine una piccola nota polemica. Maurizio
Camattari (Comitato consultivo misto Sant‟Anna) ha mosso un appunto formale alla
direzione: «Ci aspettavamo di sedere al tavolo con i relatori perché questo progetto è stato
redatto (e bene) nel segno della condivisione. Noi vorremmo essere coinvolti anche per i
progetti futuri». L‟azienda ospedaliera risponde che «si è trattato solo di una scelta
organizzativa, tutti hanno avuto la possibilità di intervenire a fine conferenza». Per Fausto
Bertoncelli e Carlos Dana (Area Disabili) «la direzione del S. Anna ha compiuto scelte utili
ed efficaci, noi continueremo a sostenere questo metodo».
«Per la diagnosi Ccsvi un giorno alla settimana»
Il giorno dopo l‟annuncio che ha suscitato l‟interesse di migliaia di pazienti si definisce
meglio il progetto di insediamento al Sant‟Anna di un Punto di diagnostica avanzata della
Ccsvi (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale). «L‟apertura non è imminente ma è
prevista nei prossimi mesi - spiega Paolo Zamboni, il ricercatore ferrarese di Unife e
Sant‟Anna che ha descritto e scoperto la Ccsvi e dirige il Centro di Malattie vascolari
dell‟azienda ospedaliera - Per il momento non parliamo di un centro vero e proprio. La
notizia importante é che verrà dedicata in modo organico una giornata di ambulatorio alla
settimana al problema della Ccsvi». Per i pazienti non sono previsti grandi numeri perché
non si tratterà, almeno all‟inizio, di una struttura predisposta in modo specifico ed
esclusivo per eseguire la diagnosi di questa patologia, sulla quale sono tuttora in corso
studi e approfondimenti scientifici che si estendono all‟eventuale correlazione con
l‟insorgenza della sclerosi multipla. Un aspetto che finora ha diviso il mondo scientifico e
sul quale si attende l‟esito di ulteriori ricerche. Il passo del Sant‟Anna però è indicativo:
l‟ospedale si appresta ad ospitare il primo servizio pubblico specializzato nella diagnostica
avanzata della Ccsvi contando sull‟esperienza scientifica maturata dallo stesso Zamboni e
dalla sua equipe. La giornata di apertura dell‟ambulatorio Ccsvi si iscrive, precisa il
professore ferrarese, «all'interno di altri progetti di ricerca finanziati. In questo ambito
recluteremmo anche alcuni pazienti con questa problematica. Avranno così la possibilità di
essere sottoposti a test diagnostici innovativi che prevedono l‟uso di energia non
ionizzante, sistemi di indagine non invasivi e un sistema di lettura in post processing
(miglioramento della resa delle immagini, ndr) che abbiamo sviluppato in questi anni».
Alcune metodologie diagnostiche sono state sviluppate di recente e sperimentate,
nell‟ambito dei programmi spaziali governativi, dall‟astronauta italiana Samantha
Cristoforetti durante la missione spaziale internazionale che si è svolta nel 2015. La
struttura di riferimento sarà il Centro di malattie vascolari del Sant‟Anna. «Servirà qualche
mese di tempo, nel frattempo ci stiamo muovendo per acquisire finanziamenti ad hoc», ha
annunciato ieri il direttore generale del Sant‟Anna, Tiziano Carradori, a margine di una
conferenza stampa convocata per un programma già avviato di lavori edilizi. L'attivazione
del servizio potrà contare al momento sulla donazione di 20.000 euro da parte
dell‟associazione "Ccsvi nella Sclerosi Multipla", che da anni sostiene gli studi del
ricercatore ferrarese. La possibilità di effettuare «misure oggettive rappresenta un reale
vantaggio per i pazienti - osserva Zamboni - e per i medici che li seguono poiché con il
sistema dei criteri Doppler, inizialmente introdotto 7 anni fa, non si era ottenuta la
necessaria riproducibilità diagnostica».
Denatalità e infertilità, situazioni critiche in provincia
anche a causa della crisi economica
È stata presentata in Biblioteca Ariostea la ricerca e le indagini, svolte dal Gruppo Salute Donna di
Udi, su denatalità e infertilità nel nostro territorio, portate avanti allo scopo di evidenziare criticità e
proporre soluzioni alle Istituzioni preposte. «Vedendo i dati delle nascite ci siamo poste una serie
di interrogativi - ha dichiarato Luana Vecchi (nella foto) , referente del Gruppo - e abbiamo
realizzato che se non si fosse presa in mano la situazione, in futuro mancheranno addirittura due
generazioni: significa, in pratica, che verrebbero a mancare le persone su cui si basa tutto il
funzionamento della società». Le cause del fenomeno della denatalità sono da ricercarsi in diversi
ambiti: la crisi del mondo del lavoro, soprattutto in relazione al sempre maggiore impegno
economico che i figli richiedono, la mancanza di efficaci politiche di conciliazione tra professione e
politiche familiari, l'allungamento della fase di costruzione (e stabilizzazione) della vita affettiva e
lavorativa della donna, l'aumento dell'età media in si decide di avere figli e il conseguente aumento
dei problemi collegati alla procreazione. Il problema dell'infertilità e la conseguente possibilità di
ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, inoltre, richiederebbe l'esigenza una
migliore organizzazione del Centro di Fertilità dell'Ospedale di Cona, ampliandone l'attività e
introducendo il secondo livello di assistenza. Del resto, anche chi decide di avere figli, lamenta una
spesa molto elevata per il loro mantenimento, nonché disservizi e difficoltà nel settore pubblico.
"Anche se non vogliamo vederlo, anche qui a Ferrara si è registrato un aumento nell'indice di
povertà - ha continuato poi la Vecchi - e se non fossero sufficienti queste motivazioni, abbiamo
riscontrato anche un forte cambiamento psicologico, bisognerebbe modificare la cultura alla base,
non per tornare a essere "casalinghe e mamme", ma per scegliere consapevolmente di essere
mamme, nel pieno rispetto dell'autodeterminazione". Va respinta con forza pure l'ipotesi secondo
cui l'applicazione della Legge 194 influisca sul calo delle nascite: dai dati emerge una diminuzione
anche delle interruzioni di gravidanza, dunque è difficile trovare una corrispondenza diretta tra i
due indicatori. La natalità è un valore, e in quanto tale deve essere incentivato: le ragioni a favore
delle politiche nei confronti della natalità prescindono da appartenenze ideologiche o confessionali,
e riguardano tutti quelli che hanno a cuore uno sviluppo sociale armonico.
Sanità, appuntamento con Bonaccini
CENTO. In Sala Zarri, “Parliamo di Sanità con Piero Lodi”. È all'insegna dello slogan “#Centoèmigliore,
Assieme abbiamo fatto tanto. Continuiamo nel cambiamento”, che il centrosinistra (Pd, Civitas, Psi e
Cittadini Insieme), scende in campo stasera alle 21, con il candidato sindaco Piero Lodi e il presidente
della Regione Stefano Bonaccini. Una serata di confronto tra sanitari, cittadini e amministratori, dopo
l'appuntamento di sabato in cui si sono svolti, prima su 5 tavoli tematici differenti, poi cercando la
sintesi, gli Stati Generali del programma di coalizione: «Un pomeriggio straordinario - ha commentato
Lodi - in cui si è lavorato su tante idee per la nuova Cento! Una Cento concreta che guarda al 2021.
Assieme all'assessore regionale Patrizio Bianchi le conclusioni».
Medicina di gruppo. Il servizio piace ma va migliorato
BERRA Presentata nel maggio del 2012 ha iniziato a funzionare nella palazzina di via
Bellaria il 29 ottobre dello stesso anno la “Medicina di gruppo” ha fatto passi da gigante:
con questa trasformazione i servizi della medicina di base sono notevolmente migliorati,
come ad esempio la possibilità di avere una segretaria per le ricette ordinarie, evitando
attese dal medico, o avere la disponibilità di una assistenza infermieristica, una sinergia
con il medico stesso e, non ultimo, la possibilità di prenotare la visita . Ma dopo gli oltre tre
anni di attività ci sono ancora alcune cose da rivedere, primo fra tutti il sistema informatico,
troppo spesso in tilt: con l‟arrivo dell‟adsl, potrebbe fare il passo definitivo verso una
risoluzione dei problemi. Ma capita anche spesso che ci si deve rivolgere a più riprese al
medico per avere documenti prodotti in modo informatico e questo rappresenta una
situazione scomoda che deve essere colmata. Ma ad essere messo in evidenza da molti
utenti, è anche il “problema” dei buchi assistenziali che si verificano quotidianamente
rispetto al previsto orario. Nella presentazione del progetto si parlava di continuità
assistenziale sulle ore previste di ambulatorio, cosa che però non tutti i giorni succede,
con pause di mezzora molto frequenti. Il venerdì è quello preso di mira dai cittadini perché
la pausa (prevista da orario) è dalle 13 alle 16,30: quasi sempre durante questo spazio di
tempo si vedono cittadini sostare davanti alla palazzina, in attesa di apertura
dell‟ambulatorio, molti dei quali non sapendo che durante queste tre ore e mezza è chiuso.
Di recente si è aggiunto anche il buco del mercoledì pomeriggio: il medico di turno riceve
solo su appuntamento e quindi se non ci sono l‟ambulatorio rimane chiuso.
San Camillo, piace sempre
l’ipotesi pubblico-privato
COMACCHIO Alla commissione sanitaria convocata ieri pomeriggio nella sala del
consiglio comunale hanno partecipato anche i medici Luca Balducci e Luca Mambelli, in
rappresentanza del network “Codice Bianco-chirurgia ambulatoriale”, coi quali i vertici Asl,
la Consulta Popolare per il San Camillo, il presidente della provincia Tagliani ed il sindaco
Marco Fabbri in un paio di occasioni, si erano incontrati per valutare l‟ipotesi di gestione
pubblico-privata della struttura sanitaria San Camillo. «Spiace constatare l‟assenza dell‟Asl
– ha ammesso il sindaco -; sorprende ancor più tuttavia constatare che dal 2012 ad oggi,
rispetto a proposte avanzate in sede di Conferenza territoriale socio-sanitaria sia sempre
stato posto un veto a nuove convenzioni pubblico-private». Il tema caldo del futuro del San
Camillo è stato così al centro della seduta di ieri, convocata dopo il rinvio del mese scorso,
a seguito del gesto eclatante di Manrico Mezzogori al terzo piano della struttura sanitaria.
Ripercorrendo le tappe più recenti del processo di rimodulazione sanitaria locale e
provinciale, Giovanni Gelli, esponente di spicco della Consulta Popolare per il San Camillo
ha ricordato come la «dottoressa Bardasi durante la conferenza territoriale socio-sanitaria
di gennaio, mostrando le slide dei Piani di azione 2016/2018 alla voce San Camillo
parlasse di implementazione della chirurgia ambulatoriale. Ricordiamo le note nelle quali si
parlava del secondo piano del San Camillo – ha aggiunto Gelli – e si diceva che venissero
lasciate libere le sale operatorie per dare vita alla chirurgia ambulatoriale a gestione
privata». Nella sala consiliare erano presenti anche numerosi sostenitori della consulta,
oltre ai consiglieri comunali Di Munno (Il Faro/Forza Italia), Calderone, Bellotti (ex 5Stelle)
e Tomasi (L‟Onda) e ai rappresentanti delle forze politiche locali. Luca Balducci, medico
privato del network “Codice Bianco – Chirurgia ambulatoriale”, rispondendo
contestualmente ai quesiti posti dal consigliere Di Munno, ha assicurato che «ci interessa
una collaborazione su ipotesi di nuovo dimensionamento del San Camillo con le possibilità
di sviluppo, ponendo una barriera protettiva contro la mobilità passiva e magari anche con
possibilità attrattiva. Il nostro mestiere – ha evidenziato il medico – è mirato a questo con
prerogativa sociale, attraverso un‟offerta che parte da visite e prestazioni specialistiche al
prezzo del ticket o del tariffario regionale». Prima di aggiornare la seduta a data da
concordare tra le parti per impegni precedentemente assunti del sindaco, Manrico
Mezzogori, presidente della Consulta popolare per il San Camillo, è tornato sulla
problematica della mobilità passiva, esposta da Gelli, rilevando come «dall‟apertura di
Cona è aumentata inesorabilmente. Il Sant‟Anna vive da ospedale di caratura europea ed
è il contenitore che campa sulle altre strutture sanitarie della provincia ed è fuori legge con
200 posti letto in più rispetto ai parametri previsti per legge».
«Via il tumore e di corsa»
COMACCHIO È una maratona di quasi 400 chilometri, che attraversa quattro regioni,
Veneto, Emilia Romagna, Marche ed Umbria quella intrapresa da Domenico Corradin il 7
maggio scorso con meta finale Assisi. L‟uomo, un tecnico informatico dell‟istituto di
istruzione secondaria “Remondindi” di Bassano del Grappa è partito da Nove, cittadina in
provincia di Vicenza, nella quale vive con la famiglia e oggi attraverserà di corsa il territorio
di Comacchio. «Via il tumore e di corsa – commenta Domenico – è lo slogan che mi
accompagna in questa avventura che ho voluto intraprendere per lanciare un messaggio
di speranza, di fiducia, di coraggio, ma anche di amicizia a chi incontrerò nel mio tragitto.
La mia maratona è una metafora della vita, ispirata all‟esempio di San Francesco D‟Assisi.
Proprio nella città del santo patrono d‟Italia terminerò la mia corsa» A tappe di 25-35
chilometri al giorno, Domenico sta conducendo la propria battaglia personale, per
sensibilizzare tutti, «perché nessuno è allenato ad affrontare il dramma di un tumore. Ci
vuole allenamento in tutte le cose – ammette l‟uomo – e fiducia nei propri allenatori, in
questo caso i medici che mi stanno curando da un anno». Corradin proprio un anno fa, il 7
maggio 2015, ha subito un delicato intervento chirurgico per l‟asportazione di un tumore al
pancreas e da sportivo di lungo corso, avendo collezionato la bellezza di 18 maratone
disputate in Italia e anche all‟estero, ha deciso di ringraziare i medici, brindando alla vita e
alla salute ritrovata con una corsa, sino alla città natale di San Francesco. In omaggio al
santo, Corradin ha ribattezzato “Lupo” il carrello con le strumentazioni mediche che lo
segue d‟appresso per tenere monitorate le condizioni fisiche, come a voler evocare il lupo
ammansito da San Francesco. Oggi a Comacchio sarà accolto da don Ruggero che lo
ospiterà per la tappa odierna, insieme all‟accompagnatore Francesco Lupano.
Cardioriabilitazione. La svolta al Delta
LAGOSANTO Un particolare progetto di riabilitazione, unico nel suo genere, che vede
coinvolte più realtà sanitarie, con il fine ultimo di garantire un migliore, anzi nuovo stile di
vita, a 360°, ai pazienti che hanno subito un intervento cardiochirurgico. Il progetto, a
valenza provinciale, studiato ed attivato dall‟unità operativa di cardiologia dell‟ospedale del
Delta di Lagosanto, nello specifico dal dirigente medico Giovanni Pasanisi, è cominciato
ormai tre anni fa ed oggi si arricchisce di un nuovo, vitale tassello per chi ha subito un
intervento cardiochirurgico. In breve, come illustrato dal dottor Pasanisi, la cardio
riabilitazione al Delta, avviene prendendo in carico i pazienti che arrivano dalle
cardiochirurgie di Bologna, Modena e Cotignola. I pazienti arrivano al Delta, in genere al
settimo giorno post operatorio, per poi dopo un momento di stabilizzazione, medicazione
delle ferite chirurgiche e pianificazione della terapia farmacologica, la ripresa della normale
funzione respiratoria e con l‟aiuto di un fisioterapista attivare la corretta deambulazione,
ecco l‟accesso alla palestra cardio riabilitativa che è dotata di due speciali cyclette ed un
tapis roulant di ultima generazione. Il paziente durante questa particolare riabilitazione è
monitorato telemetricamente da tre diverse postazioni. «Con questo nuovo tassello del
progetto di cardio riabilitazione – ha concluso Pasanisi – si ha una migliore ripresa ed una
minore incidenza di complicanze, anche perché la vera terapia è l‟attività fisica». «Quello
che si è attivato all‟ospedale del Delta – ha illustrato il direttore generale dell‟azienda Usl di
Ferrara, Paola Bertasi – è un nuovo servizio che come azienda rappresenta un primo
esercizio strutturato di servizio provinciale». «Un progetto importante – ha detto il sindaco
di Lagosanto, Maria Teresa Romanini – per tutta la provincia Ferrara, multi disciplinare e
frutto di un lavoro intenso». «Un progetto – ha detto Biagio Sassoni, direttore della
Cardiologia di Cento e del Delta – che vuole anche arrivare ad avere una fattiva
collaborazione con la medicina territoriale».