Il Resto del Carlino Ospedale, pavimenti colorati e nuovi cartelli
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Il Resto del Carlino Ospedale, pavimenti colorati e nuovi cartelli
11 maggio 2016 Il Resto del Carlino Ospedale, pavimenti colorati e nuovi cartelli L‟OSPEDALE di Cona sveste i panni di „labirinto minossiano‟ ed aumenta il proprio coefficiente di orientamento attraverso simboli e colori. Da ieri, e per i prossimi due mesi, infatti, prenderà vita la cosiddetta prima fase dei lavori di miglioramento dell‟orientamento e dell‟accessibilità al primo piano del Settore 1: un‟operazione complessiva che verrà a costare 300mila euro (finanziati dalla Regione Emilia Romagna) e che sarà suddivisa in nove interventi mirati. Si è cominciato, come detto, ieri con l‟installazione della pavimentazione colorata interna degli snodi B e C: questo „mini‟ cantiere durerà dodici giorni. Dal 23 maggio al 30 maggio sarà poi il turno dello snodo D che vedrà la tinteggiatura dei muri in corrispondenza della pavimentazione colorata e la sostituzione della cartellonistica (i numeri saranno scritti più in grande e ogni settore dell‟ospedale avrà un simbolo di riferimento), mentre dall‟1 giugno al 7 giugno toccherà allo snodo E (in questo caso, per l‟intera durata dei lavori, lo snodo E sarà raggiungibile solo dal Settore 2). PER TUTTO il mese di giugno, poi, verranno tinteggiati i muri in corrispondenza della pavimentazione al piano terra e al primo piano, con relativa sostituzione della cartellonistica. Sempre a partire dall‟1 giugno (per un totale di 25 giorni) verranno colorate le pareti del parcheggio interno P7: inoltre, verranno posati nuovi segnali per la facilitazione dell‟orientamento e, lungo il muro (in corrispondenza degli ascensori panoramici che salgono fino al piano terra), saranno disegnate delle sagome raffiguranti delle persone che indicano il percorso per raggiungere gli ascensori. Dall‟8 all‟11 giugno, all‟esterno dell‟ingresso 2 verrà installata la pavimentazione tattilo plantare che partirà dalla fermata dell‟autobus linea 6 e arriverà fino al Punto informazioni: inoltre, verranno apposte alle porte due scritte „2‟ in nero su giallo. Dal 13 al 22 giugno sarà la volta degli snodi E ed F: l‟intervento, atto a facilitare l‟accesso, prevederà la chiusura dell‟ingresso 2 per sei giorni, quindi l‟Azienda ospedaliera consiglia di parcheggiare la propria auto nel parcheggio P3. Dal 23 giugno al 3 luglio la pavimentazione tattilo plantare verrà installata anche all‟interno e all‟esterno dell‟ingresso 1. Ultimo intervento in programma, a partire dall‟1 luglio e della durata di tre mesi, riguarderà il parcheggio P2: la pendenza della rampa esterna sarà portata dall‟attuale 8% al 5% e verrà costruita, a fianco, una scalinata. A settembre, si penserà alla seconda fase del progetto, dal costo di 1 milione di euro (in questo caso non sono previsti fondi regionali), che porterà modifiche alla viabilità dei parcheggi e ai piani superiori dell‟ospedale. Sclerosi e insufficienza venosa, nasce un centro di diagnosi avanza UN CENTRO di diagnostica avanzata della Ccsvi (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) sarà aperto entro qualche mese a Ferrara, presso il Centro di Malattie Vascolari diretto dal professor Paolo Zamboni, anche grazie alla donazione di 20.000 euro da parte dell‟Associazione Ccsvi nella sclerosi multipla. Lo ha annunciato lo stesso Zamboni, presente l‟altro giorno a Roma alla serata conclusiva della Settimana della consapevolezza sulla Ccsvi, alla sua seconda edizione. Si tratterà del primo Centro pubblico in Italia a utilizzare le nuove metodologie diagnostiche sviluppate di recente presso l‟Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, e sperimentate, nell‟ambito dei programmi spaziali governativi, dall‟astronauta italiana Samantha Cristoforetti durante la missione spaziale internazionale dell‟anno scorso. «Si tratterà del primo centro nel quale saranno disponibili tali nuove tecnologie diagnostiche, non invasive, meno operatore dipendente, basate su misure oggettive, e quindi confrontabili nel tempo» ha detto Zamboni. «SOPRATTUTTO quest‟ultimo punto rappresenta un reale vantaggio per i pazienti e per i medici che li seguono – ha precisato il professore – poiché con il sistema dei criteri Doppler inizialmente introdotto 7 anni fa non si era ottenuta la necessaria riproducibilità diagnostica». Il centro sarà operativo, all‟inizio un giorno a settimana, entro qualche mese, e ne sarà data notizia tempestivamente. «Sono molto orgoglioso che la nostra associazione stia contribuendo alla nascita di un centro pubblico per la diagnosi di Ccsvi tramite uno spettro di analisi unico nel suo genere e avanzato, che attualmente solo il Centro di malattie vascolari dell‟Università di Ferrara può offrire», ha affermato Gabriele Reccia, presidente della Ccsvi-Sm Onlus. «Aver lavorato tanti anni per questo obiettivo che finalmente, dopo una dovuta fase organizzativa, prenderà il via non può che avvalorare gli sforzi da noi compiuti per il bene del malato», ha proseguito: «Continueremo su questa via, perché riteniamo la componente vascolare fondamentale nella soluzione di quel grande puzzle che è la sclerosi multipla». IL TERMINE di insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (Ccsvi) si riferisce alla descrizione di un‟anomalia del flusso di sangue in cui il sistema venoso, a causa di malformazioni che determinano un restringimento delle principali vene cerebrali, non sarebbe in grado di drenare efficacemente il sangue dal cervello e dal midollo spinale. Secondo gli studi del professor Paolo Zamboni, la Ccsvi è fortemente associata alla sclerosi multipla. Commissione sanitaria, i consulenti: «Possibile la convenzione coi privati» L‟ASSENZA dei vertici Ausl alla Commissione sanitaria è un sintomo: manca la volontà politica di dare un futuro produttivo al San Camillo. Di valutare l‟avviamento di un‟attività di chirurgia ambulatoriale privata convenzionata con il pubblico, che renda competitivo l‟ospedale, sia al servizio del territorio e abbatta i costi della mobilità passiva dell‟azienda sanitaria che sono lievitati. È la conclusione a cui è arrivata la maggior parte dei rappresentati della Commissione sanitaria comunale convocata per ascoltare i medici del network privato Codice Bianco, consulenti della Consulta popolare per il San Camillo che, stando a quanto riferito ieri in Consiglio, hanno confermato i molteplici abboccamenti con la dirigenza della Sanità ferrarese. «Non è vero che la Regione non può fare accreditamenti – dice Luca Balducci di Codice Bianco network – c‟è una delibera regionale del ‟13 che non lo esclude. L‟attività professionale di cui siamo portatori, soprattutto per quanto riguarda l‟uso delle sale operatorie, necessita di convenzioni». Un‟affermazione senza possibilità di confronto con i dirigenti Ausl che lunedì, ad appuntamento fissato, hanno dato forfait. La dice lunga sulla vicenda che tiene banco da mesi e sulla quale si tornerà prossimamente, spiega Manrico Mezzogori, presidente della Consulta popolare per il San Camillo. E lo ribadisce Antonio Di Munno, consigliere del Faro-Fi, che ha chiesto al sindaco se nella Conferenza territoriale sociosanitaria di domani farà fronte comune con i comacchiesi. «In Ctss si parlerà di bilancio, che non è programmazione sanitaria ma ne fa parte – dice il sindaco Fabbri – quanto agli incontri riservati della Consulta con i vertici dell‟Ausl avremmo preferito esserne informati per tempo. È un peccato che l‟Asl abbia deciso di non partecipare all‟incontro, era l‟occasione per fare chiarezza. Fatto sta che oggi rischiamo di perdere dei servizi, alcuni dei quali potrebbero restare dove si trovano, tanto più che da sempre è stata esclusa la collaborazione con il privato». Minacce da rifiutare per Manrico Mezzogori. «Da un anno e mezzo anziché sostenere in blocco l‟intera progettualità relativa al San Camillo – dice – Fabbri si è defilato per accettare un progetto simile a quello del ‟98, che per certi versi era persino migliore. Un sindaco deve stare a fianco dei suoi cittadini, noi non siamo un Comune qualsiasi, sul San Camillo abbiamo ottenuto due accordi traditi dalla Regione». Ripercorre le tappe dell‟ipotesti pubblico privato Giovanni Gelli di Cittadinanza Attiva. «In dicembre i piani d‟azione del dg dell‟Ausl Paola Bardasi, alla voce San Camillo – spiega – parlavano di implementazione della chirurgia ambulatoriale, tutti ricordiamo le note di Serra, che dichiarava la volontà di lasciare libere le sale operatorie e le ex degenze chirurgiche per un eventuale progetto a gestione privata, tema che le aziende sanitarie stanno trattando». Riabilitazione post cardiochirurgica, l’ospedale del Delta centro di riferimento PRESENTATO ieri all‟ospedale del Delta dal sindaco di Lagosanto Maria Teresa Romanini e dal direttore generale Paola Bardasi, la seconda fase di attuazione del progetto di Cardiologia Preventiva e Riabilitativa a valenza provinciale dell‟Unità operativa di cardiologia dell‟azienda Usl di Ferrara. L‟attività di cardio-riabilitazione, partita da un anno, è studiata sulle esigenze a pazienti sottoposti ad intervento cardochirurgico (bypass e sostituzione valvolare) residenti nella nostra provincia. I pazienti, a 7 giorni dall‟operazione, vengono trasferiti dalla rete delle cardiochirurgie dell‟Emilia-Romagna alla Cardiologia del Delta. «Si tratta di circa 150 persone all‟anno – spiega Giovanni Pasanisi, responsabile del centro – ed il numero è in costante crescita». Il paziente viene stabilizzato, si medicano le ferite chirurgichee si instaura la terapia farmacologica. Alla dimissione riceve dal Centro studi biomedici applicati allo sport di Ferrara anche la prescrizione di attività motoria specifica per il suo recupero. Oggi l‟assistenza riabilitativa è stata completata grazie alla donazione dell‟associazione cardiotrapiantati di Comacchio che ha consentito di allestire una palestra attrezzata con apparecchiature per la riabilitazione cardio–chirurgica: due cardiocyclette ed un tapis roulant. La Nuova Ferrara Il Sant’Anna “facile” aspetta icone e colori «La prima volta che ho messo piede al Sant‟Anna mi hanno portato in un corridoio che era lungo varie volte quello di “Shining”», racconta il direttore generale dell‟azienda ospedaliera, Tiziano Carradori. L‟effetto thrilling, in effetti, si coglie spesso nei meandri del polo di Cona, un gigante suddiviso in tre settori, cinque „corpi‟ e quattro piani che poggia su una superficie di 185mila mq. A perdersi nei labirinti alti e bassi, nei crocevia tutti uguali tra corpi e settori in questi quattro anni di apertura del Nuovo Sant‟Anna, a Cona, sono stati in tanti. Ieri sono stati presentati i lavori che dovrebbero migliorare orientamento e accessibilità dell‟ospedale. Si tratta della prima tranche di un progetto definito solo per una parte degli interventi programmati. I soldi ci sono: 300mila euro concessi dalla Regione per le fasi iniziali, più 1 milione di euro disponibili grazie a un mutuo acceso dall‟azienda ospedaliero-universitaria. Al primo piano, settore 1-corpo B, il linoleum è già stato rasato e sono comparse le prime transenne. «Per la prima fase abbiamo programmato nove tappe - ha annunciato ieri Carradori - entro il 3 luglio il cantiere sarà chiuso tranne che per le rampe esterne di accesso all‟ingresso 2». Cosa cambierà al Sant‟Anna entro l‟estate? Compariranno scritte grandi e colorate per segnalare la presenza di un servizio o di uno snodo, cartelli all‟ingresso dei vari blocchi in cui è suddiviso l‟ospedale, icone per migliorare l‟identificazione dei percorsi, tinteggiature di contrasto su pilastri, pareti e pavimenti per distinguere meglio le aree sanitarie, segni per l‟orientamento sulle porte, nuova segnaletica all‟esterno verso i parcheggi e gli ingressi per i visitatori, rampe per l‟accesso dei disabili e dell‟«utenza fragile». I tre settori che si imboccano dal primo piano saranno contraddistinti da figure come il sole (settore 1), la stella (2), la luna (3). A piano terra il box informazioni sarà contrassegnato da una grande scritta blu, l‟ascensore sarà affiancato dai numeri, in rilievo, dei piani raggiungibili (1, 0, -1), l‟intersezione fra corpi (B, C, D, E) e settori sarà evidenziata da particolari tinte stese su pareti e pilastri (arancio per il B, violetto-lilla per il C, verde per il D, azzurro per l‟E), sulle porte saranno stampati il numero del piano e il disegno delle scale. All‟imbocco di settori e corpi compariranno cartelli con l‟indicazione delle degenze e dei servizi raggiungibili su quel percorso. Per ipo e non vedenti, all‟esterno, sarà allestita una doppia via “tattilo plantare”, con lastre di gomma in rilievo applicate alla pavimentazione tra le fermate del bus 6 e gli ingressi 1 e 2. I lavori sono già partiti al primo piano per gli snodi B e C, dal 23 maggio saranno applicati i colori sulle pavimentazioni; l‟ intervento, al primo piano, si completerà entro la prima settimana di giugno. Contemporaneamente si coloreranno i muri e si installerà la nuova cartellonistica al piano terra e al primo piano. Nel parcheggio interrato, per quasi tutto giugno, saranno differenziati i colori delle colonne per meglio individuare la posizione del veicolo; sagome dipinte sui muri indicheranno la strada per gli ascensori. Nella seconda metà di giugno il cantiere si sposterà vicino al Cup e al bar. Nei pressi delle aree interessate dai lavori compariranno avvisi che condurranno l‟utenza verso i percorsi alternativi. Nell‟ultima tappa, la nona, si allestirà la rampa esterna con scalinata al parcheggio 2 per l‟utenza disabile (da luglio in poi). «Dobbiamo ringraziare il Criba (Centro Regionale di Informazione sul Benessere Ambientale) che ha individuato le criticità - con il contributo delle associazioni dei volontari e dei disabili (Comitato ferrarese Area disabili, ndr) e dei comitati locali (Comitato consultivo misto Sant‟Anna, ndr) - ed elaborato poi le opportune soluzioni», ha sottolineato Carradori. Un ringraziamento giunto anche dall‟assessore comunale Chiara Sapigni. L‟architetto Chiara Nobili, in rappresentanza del Criba, ha ricordato il lavoro compiuto dal team di specialisti per facilitare l‟orientamento dell‟utenza «in un edificio di grandi dimensioni dalla pianta reticolare». Paolo Chiarini, del Servizio tecnico, ha definito i tempi per ogni intervento e annunciato che una seconda fase di lavori potrebbe aprirsi «dopo settembre». Infine una piccola nota polemica. Maurizio Camattari (Comitato consultivo misto Sant‟Anna) ha mosso un appunto formale alla direzione: «Ci aspettavamo di sedere al tavolo con i relatori perché questo progetto è stato redatto (e bene) nel segno della condivisione. Noi vorremmo essere coinvolti anche per i progetti futuri». L‟azienda ospedaliera risponde che «si è trattato solo di una scelta organizzativa, tutti hanno avuto la possibilità di intervenire a fine conferenza». Per Fausto Bertoncelli e Carlos Dana (Area Disabili) «la direzione del S. Anna ha compiuto scelte utili ed efficaci, noi continueremo a sostenere questo metodo». «Per la diagnosi Ccsvi un giorno alla settimana» Il giorno dopo l‟annuncio che ha suscitato l‟interesse di migliaia di pazienti si definisce meglio il progetto di insediamento al Sant‟Anna di un Punto di diagnostica avanzata della Ccsvi (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale). «L‟apertura non è imminente ma è prevista nei prossimi mesi - spiega Paolo Zamboni, il ricercatore ferrarese di Unife e Sant‟Anna che ha descritto e scoperto la Ccsvi e dirige il Centro di Malattie vascolari dell‟azienda ospedaliera - Per il momento non parliamo di un centro vero e proprio. La notizia importante é che verrà dedicata in modo organico una giornata di ambulatorio alla settimana al problema della Ccsvi». Per i pazienti non sono previsti grandi numeri perché non si tratterà, almeno all‟inizio, di una struttura predisposta in modo specifico ed esclusivo per eseguire la diagnosi di questa patologia, sulla quale sono tuttora in corso studi e approfondimenti scientifici che si estendono all‟eventuale correlazione con l‟insorgenza della sclerosi multipla. Un aspetto che finora ha diviso il mondo scientifico e sul quale si attende l‟esito di ulteriori ricerche. Il passo del Sant‟Anna però è indicativo: l‟ospedale si appresta ad ospitare il primo servizio pubblico specializzato nella diagnostica avanzata della Ccsvi contando sull‟esperienza scientifica maturata dallo stesso Zamboni e dalla sua equipe. La giornata di apertura dell‟ambulatorio Ccsvi si iscrive, precisa il professore ferrarese, «all'interno di altri progetti di ricerca finanziati. In questo ambito recluteremmo anche alcuni pazienti con questa problematica. Avranno così la possibilità di essere sottoposti a test diagnostici innovativi che prevedono l‟uso di energia non ionizzante, sistemi di indagine non invasivi e un sistema di lettura in post processing (miglioramento della resa delle immagini, ndr) che abbiamo sviluppato in questi anni». Alcune metodologie diagnostiche sono state sviluppate di recente e sperimentate, nell‟ambito dei programmi spaziali governativi, dall‟astronauta italiana Samantha Cristoforetti durante la missione spaziale internazionale che si è svolta nel 2015. La struttura di riferimento sarà il Centro di malattie vascolari del Sant‟Anna. «Servirà qualche mese di tempo, nel frattempo ci stiamo muovendo per acquisire finanziamenti ad hoc», ha annunciato ieri il direttore generale del Sant‟Anna, Tiziano Carradori, a margine di una conferenza stampa convocata per un programma già avviato di lavori edilizi. L'attivazione del servizio potrà contare al momento sulla donazione di 20.000 euro da parte dell‟associazione "Ccsvi nella Sclerosi Multipla", che da anni sostiene gli studi del ricercatore ferrarese. La possibilità di effettuare «misure oggettive rappresenta un reale vantaggio per i pazienti - osserva Zamboni - e per i medici che li seguono poiché con il sistema dei criteri Doppler, inizialmente introdotto 7 anni fa, non si era ottenuta la necessaria riproducibilità diagnostica». Denatalità e infertilità, situazioni critiche in provincia anche a causa della crisi economica È stata presentata in Biblioteca Ariostea la ricerca e le indagini, svolte dal Gruppo Salute Donna di Udi, su denatalità e infertilità nel nostro territorio, portate avanti allo scopo di evidenziare criticità e proporre soluzioni alle Istituzioni preposte. «Vedendo i dati delle nascite ci siamo poste una serie di interrogativi - ha dichiarato Luana Vecchi (nella foto) , referente del Gruppo - e abbiamo realizzato che se non si fosse presa in mano la situazione, in futuro mancheranno addirittura due generazioni: significa, in pratica, che verrebbero a mancare le persone su cui si basa tutto il funzionamento della società». Le cause del fenomeno della denatalità sono da ricercarsi in diversi ambiti: la crisi del mondo del lavoro, soprattutto in relazione al sempre maggiore impegno economico che i figli richiedono, la mancanza di efficaci politiche di conciliazione tra professione e politiche familiari, l'allungamento della fase di costruzione (e stabilizzazione) della vita affettiva e lavorativa della donna, l'aumento dell'età media in si decide di avere figli e il conseguente aumento dei problemi collegati alla procreazione. Il problema dell'infertilità e la conseguente possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, inoltre, richiederebbe l'esigenza una migliore organizzazione del Centro di Fertilità dell'Ospedale di Cona, ampliandone l'attività e introducendo il secondo livello di assistenza. Del resto, anche chi decide di avere figli, lamenta una spesa molto elevata per il loro mantenimento, nonché disservizi e difficoltà nel settore pubblico. "Anche se non vogliamo vederlo, anche qui a Ferrara si è registrato un aumento nell'indice di povertà - ha continuato poi la Vecchi - e se non fossero sufficienti queste motivazioni, abbiamo riscontrato anche un forte cambiamento psicologico, bisognerebbe modificare la cultura alla base, non per tornare a essere "casalinghe e mamme", ma per scegliere consapevolmente di essere mamme, nel pieno rispetto dell'autodeterminazione". Va respinta con forza pure l'ipotesi secondo cui l'applicazione della Legge 194 influisca sul calo delle nascite: dai dati emerge una diminuzione anche delle interruzioni di gravidanza, dunque è difficile trovare una corrispondenza diretta tra i due indicatori. La natalità è un valore, e in quanto tale deve essere incentivato: le ragioni a favore delle politiche nei confronti della natalità prescindono da appartenenze ideologiche o confessionali, e riguardano tutti quelli che hanno a cuore uno sviluppo sociale armonico. Sanità, appuntamento con Bonaccini CENTO. In Sala Zarri, “Parliamo di Sanità con Piero Lodi”. È all'insegna dello slogan “#Centoèmigliore, Assieme abbiamo fatto tanto. Continuiamo nel cambiamento”, che il centrosinistra (Pd, Civitas, Psi e Cittadini Insieme), scende in campo stasera alle 21, con il candidato sindaco Piero Lodi e il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Una serata di confronto tra sanitari, cittadini e amministratori, dopo l'appuntamento di sabato in cui si sono svolti, prima su 5 tavoli tematici differenti, poi cercando la sintesi, gli Stati Generali del programma di coalizione: «Un pomeriggio straordinario - ha commentato Lodi - in cui si è lavorato su tante idee per la nuova Cento! Una Cento concreta che guarda al 2021. Assieme all'assessore regionale Patrizio Bianchi le conclusioni». Medicina di gruppo. Il servizio piace ma va migliorato BERRA Presentata nel maggio del 2012 ha iniziato a funzionare nella palazzina di via Bellaria il 29 ottobre dello stesso anno la “Medicina di gruppo” ha fatto passi da gigante: con questa trasformazione i servizi della medicina di base sono notevolmente migliorati, come ad esempio la possibilità di avere una segretaria per le ricette ordinarie, evitando attese dal medico, o avere la disponibilità di una assistenza infermieristica, una sinergia con il medico stesso e, non ultimo, la possibilità di prenotare la visita . Ma dopo gli oltre tre anni di attività ci sono ancora alcune cose da rivedere, primo fra tutti il sistema informatico, troppo spesso in tilt: con l‟arrivo dell‟adsl, potrebbe fare il passo definitivo verso una risoluzione dei problemi. Ma capita anche spesso che ci si deve rivolgere a più riprese al medico per avere documenti prodotti in modo informatico e questo rappresenta una situazione scomoda che deve essere colmata. Ma ad essere messo in evidenza da molti utenti, è anche il “problema” dei buchi assistenziali che si verificano quotidianamente rispetto al previsto orario. Nella presentazione del progetto si parlava di continuità assistenziale sulle ore previste di ambulatorio, cosa che però non tutti i giorni succede, con pause di mezzora molto frequenti. Il venerdì è quello preso di mira dai cittadini perché la pausa (prevista da orario) è dalle 13 alle 16,30: quasi sempre durante questo spazio di tempo si vedono cittadini sostare davanti alla palazzina, in attesa di apertura dell‟ambulatorio, molti dei quali non sapendo che durante queste tre ore e mezza è chiuso. Di recente si è aggiunto anche il buco del mercoledì pomeriggio: il medico di turno riceve solo su appuntamento e quindi se non ci sono l‟ambulatorio rimane chiuso. San Camillo, piace sempre l’ipotesi pubblico-privato COMACCHIO Alla commissione sanitaria convocata ieri pomeriggio nella sala del consiglio comunale hanno partecipato anche i medici Luca Balducci e Luca Mambelli, in rappresentanza del network “Codice Bianco-chirurgia ambulatoriale”, coi quali i vertici Asl, la Consulta Popolare per il San Camillo, il presidente della provincia Tagliani ed il sindaco Marco Fabbri in un paio di occasioni, si erano incontrati per valutare l‟ipotesi di gestione pubblico-privata della struttura sanitaria San Camillo. «Spiace constatare l‟assenza dell‟Asl – ha ammesso il sindaco -; sorprende ancor più tuttavia constatare che dal 2012 ad oggi, rispetto a proposte avanzate in sede di Conferenza territoriale socio-sanitaria sia sempre stato posto un veto a nuove convenzioni pubblico-private». Il tema caldo del futuro del San Camillo è stato così al centro della seduta di ieri, convocata dopo il rinvio del mese scorso, a seguito del gesto eclatante di Manrico Mezzogori al terzo piano della struttura sanitaria. Ripercorrendo le tappe più recenti del processo di rimodulazione sanitaria locale e provinciale, Giovanni Gelli, esponente di spicco della Consulta Popolare per il San Camillo ha ricordato come la «dottoressa Bardasi durante la conferenza territoriale socio-sanitaria di gennaio, mostrando le slide dei Piani di azione 2016/2018 alla voce San Camillo parlasse di implementazione della chirurgia ambulatoriale. Ricordiamo le note nelle quali si parlava del secondo piano del San Camillo – ha aggiunto Gelli – e si diceva che venissero lasciate libere le sale operatorie per dare vita alla chirurgia ambulatoriale a gestione privata». Nella sala consiliare erano presenti anche numerosi sostenitori della consulta, oltre ai consiglieri comunali Di Munno (Il Faro/Forza Italia), Calderone, Bellotti (ex 5Stelle) e Tomasi (L‟Onda) e ai rappresentanti delle forze politiche locali. Luca Balducci, medico privato del network “Codice Bianco – Chirurgia ambulatoriale”, rispondendo contestualmente ai quesiti posti dal consigliere Di Munno, ha assicurato che «ci interessa una collaborazione su ipotesi di nuovo dimensionamento del San Camillo con le possibilità di sviluppo, ponendo una barriera protettiva contro la mobilità passiva e magari anche con possibilità attrattiva. Il nostro mestiere – ha evidenziato il medico – è mirato a questo con prerogativa sociale, attraverso un‟offerta che parte da visite e prestazioni specialistiche al prezzo del ticket o del tariffario regionale». Prima di aggiornare la seduta a data da concordare tra le parti per impegni precedentemente assunti del sindaco, Manrico Mezzogori, presidente della Consulta popolare per il San Camillo, è tornato sulla problematica della mobilità passiva, esposta da Gelli, rilevando come «dall‟apertura di Cona è aumentata inesorabilmente. Il Sant‟Anna vive da ospedale di caratura europea ed è il contenitore che campa sulle altre strutture sanitarie della provincia ed è fuori legge con 200 posti letto in più rispetto ai parametri previsti per legge». «Via il tumore e di corsa» COMACCHIO È una maratona di quasi 400 chilometri, che attraversa quattro regioni, Veneto, Emilia Romagna, Marche ed Umbria quella intrapresa da Domenico Corradin il 7 maggio scorso con meta finale Assisi. L‟uomo, un tecnico informatico dell‟istituto di istruzione secondaria “Remondindi” di Bassano del Grappa è partito da Nove, cittadina in provincia di Vicenza, nella quale vive con la famiglia e oggi attraverserà di corsa il territorio di Comacchio. «Via il tumore e di corsa – commenta Domenico – è lo slogan che mi accompagna in questa avventura che ho voluto intraprendere per lanciare un messaggio di speranza, di fiducia, di coraggio, ma anche di amicizia a chi incontrerò nel mio tragitto. La mia maratona è una metafora della vita, ispirata all‟esempio di San Francesco D‟Assisi. Proprio nella città del santo patrono d‟Italia terminerò la mia corsa» A tappe di 25-35 chilometri al giorno, Domenico sta conducendo la propria battaglia personale, per sensibilizzare tutti, «perché nessuno è allenato ad affrontare il dramma di un tumore. Ci vuole allenamento in tutte le cose – ammette l‟uomo – e fiducia nei propri allenatori, in questo caso i medici che mi stanno curando da un anno». Corradin proprio un anno fa, il 7 maggio 2015, ha subito un delicato intervento chirurgico per l‟asportazione di un tumore al pancreas e da sportivo di lungo corso, avendo collezionato la bellezza di 18 maratone disputate in Italia e anche all‟estero, ha deciso di ringraziare i medici, brindando alla vita e alla salute ritrovata con una corsa, sino alla città natale di San Francesco. In omaggio al santo, Corradin ha ribattezzato “Lupo” il carrello con le strumentazioni mediche che lo segue d‟appresso per tenere monitorate le condizioni fisiche, come a voler evocare il lupo ammansito da San Francesco. Oggi a Comacchio sarà accolto da don Ruggero che lo ospiterà per la tappa odierna, insieme all‟accompagnatore Francesco Lupano. Cardioriabilitazione. La svolta al Delta LAGOSANTO Un particolare progetto di riabilitazione, unico nel suo genere, che vede coinvolte più realtà sanitarie, con il fine ultimo di garantire un migliore, anzi nuovo stile di vita, a 360°, ai pazienti che hanno subito un intervento cardiochirurgico. Il progetto, a valenza provinciale, studiato ed attivato dall‟unità operativa di cardiologia dell‟ospedale del Delta di Lagosanto, nello specifico dal dirigente medico Giovanni Pasanisi, è cominciato ormai tre anni fa ed oggi si arricchisce di un nuovo, vitale tassello per chi ha subito un intervento cardiochirurgico. In breve, come illustrato dal dottor Pasanisi, la cardio riabilitazione al Delta, avviene prendendo in carico i pazienti che arrivano dalle cardiochirurgie di Bologna, Modena e Cotignola. I pazienti arrivano al Delta, in genere al settimo giorno post operatorio, per poi dopo un momento di stabilizzazione, medicazione delle ferite chirurgiche e pianificazione della terapia farmacologica, la ripresa della normale funzione respiratoria e con l‟aiuto di un fisioterapista attivare la corretta deambulazione, ecco l‟accesso alla palestra cardio riabilitativa che è dotata di due speciali cyclette ed un tapis roulant di ultima generazione. Il paziente durante questa particolare riabilitazione è monitorato telemetricamente da tre diverse postazioni. «Con questo nuovo tassello del progetto di cardio riabilitazione – ha concluso Pasanisi – si ha una migliore ripresa ed una minore incidenza di complicanze, anche perché la vera terapia è l‟attività fisica». «Quello che si è attivato all‟ospedale del Delta – ha illustrato il direttore generale dell‟azienda Usl di Ferrara, Paola Bertasi – è un nuovo servizio che come azienda rappresenta un primo esercizio strutturato di servizio provinciale». «Un progetto importante – ha detto il sindaco di Lagosanto, Maria Teresa Romanini – per tutta la provincia Ferrara, multi disciplinare e frutto di un lavoro intenso». «Un progetto – ha detto Biagio Sassoni, direttore della Cardiologia di Cento e del Delta – che vuole anche arrivare ad avere una fattiva collaborazione con la medicina territoriale».