“La sposa cadavere” di Tim Burton

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“La sposa cadavere” di Tim Burton
Con il patrocinio del
Comune di Bologna –
Quartiere Savena
Approfondimento
bibliografico a cura della
Biblioteca “Ginzburg”
Oratorio Don Bosco
via B. M. Del Monte, 12
40139 BOLOGNA
C.G.S. “Vincenzo Cimatti”
Progetto CINEMAINSIEME
in collaborazione col circolo ARCI Benassi
“Sorrisi per tutti… prima di Natale (6)”
Una rassegna di due film che ci conducono, con mano leggera, alle feste di Natale.
1. martedì 6 dicembre 2011 “Misterioso omicidio a Manhattan”
2. martedì 13 dicembre 2011 “La sposa cadavere”
di Woody Allen
di Tim Burton
2
martedì 13 dicembre 2011 ore 20:45
verrà proiettato, in sala audiovisivi dell’oratorio, il film
“La sposa cadavere”
di Tim Burton
SCHEDA
Titolo
La sposa cadavere (tit. orig.: Corpse
Bride)
distribuito da Warner Bros
Johnny Depp (Victor Van Dort) [dopp.
da Fabio Boccanera], Helena Bonham
Carter (Emily, la sposa cadavere)
[dopp. da Claudia Razzi], Emily Watson
(Victoria Everglot) [dopp. da Francesca
Fiorentini], Tracey Ullman (Nell Van
Dort/Hildegarde) [dopp. da Lorenza
Biella {Nell}, Graziella Polesinanti
{Hildegarde}], Paul Whitehouse
(William Van Dort/Mayhew/Paul il
maggiordomo) [dopp. da Renato
Cortesi], Joanna Lumley (Maudeline
Everglot) [dopp. da Aurora Cancian],
Interpreti Albert Finney (Finis Everglot) [dopp. da
Norman Mozzato], Richard E. Grant
(Barkis Bittern) [dopp. da Sergio Di
Stefano], Christopher Lee (il pastore
Galswells) [dopp. da Michele Kalamera],
Michael Gough (Elder Gutknecht)
[dopp. da Valerio Ruggeri], Jane
Horrocks (il ragno vedova nera/sig.ra
Plum), Enn Reitel (Maggot/Town Crier),
Deep Roy (gen. Bonesapart), Danny
Elfman (Bonejangles), Stephen
Ballantyne (Emil), Lisa Kay (ragazzo
solenne), ?ignoto01 (il verme) [dopp.
da Massimo Giuliani].
Fotografia Pete Kozachik
musiche Danny Elfman
sceneggiatura
John August; Pamela Pettler;
Caroline Thompson
regia Tim Burton; Mike Johnson
produzione
GB/USA,
2005
genere animazione
durata 1h 16'
Europa, XIX secolo. Il giovane e impacciato Victor sta per sposare la
fidanzata Victoria, ma durante le prove del matrimonio non riesce a
pronunciare la formula del voto coniugale. Costretto dal sacerdote ad
trama imparare a memoria le parole del giuramento, Victor vaga per la foresta
declamando la formula ed è qui che si imbatte in un ramoscello, simile ad
un dito, su cui infila la fede nuziale pronunciando la fatidica frase. Il
ramoscello si rivela essere il dito di una giovane promessa sposa ...
Concorsi e premi
Questo film ha partecipato a:
•
78 edizione Academy of Motion Picture Arts and Sciences Awards (premio Oscar) (2006)
concorrendo nell* categori* migliore film d'animazione.
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Recensioni.
ACEC
Soggetto: Per risollevare la propria deficitaria situazione, gli aristocratici spiantati Maudeline e
Finis Everglot decidono di far sposare la figlia Victoria con Victor, il figlio di Nell e William Van Dort,
ricchi imprenditori del pesce in scatola. Incappato nelle ire del pastore Galswell per aver
pronunciato male durante le prove la sua promessa, Victor comincia a vagare per la foresta che
circonda il villaggio. Qui impara bene la formula, fino ad appoggiare delicatamente la fede nuziale
sulla radice di un albero come tocco finale. Improvvisamente dal terreno emerge il cadavere di una
donna con indosso un abito nuziale e la fede al dito scarnificato. L'incontro con la Sposa Cadavere,
misteriosamente assassinata la notte delle nozze e da allora in attesa dell'arrivo di un promesso
sposo, cambia la vita di Victor. Trascinato nel mondo dei dei morti, il ragazzo trova un ambiente
più vivace e meno incline ai compromessi. Dopo varie peripezie, Victor sembra quasi sul punti di
sposarsi veramente nell'al di là. Solo la presenza di Victoria, discreta e gentile, gli fa capire che il
suo amore é un altro e il suo futuro da un'altra parte.
Valutazione Pastorale: La fiaba della Sposa Cadavere e dell'infelice sposo che lei trascina nell' Al
di là fa parte della cultura popolare russa. Tim Burton ha lavorato dieci anni per adattarla per lo
schermo sotto forma di film d'animazione in stop motion. Sul senso della scelta tecnica, conviene
riportare quanto ha detto Burton: "Dell'animazione stop motion amo la tattilità. C'è qualcosa di
meraviglioso nell'essere in grado di toccare fisicamente i personaggi e farli muovere, e veder
esistere il loro mondo". Da queste frasi si può agevolmente passare alla sostanza visiva
dell'operazione, e avere così la conferma che esiste la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie in
modo sensibile e intelligente. Al servizio cioé di storie che rendono bello e coinvolgente per lo
spettatore del Terzo Millennio quel clima
di favola in apparenza datato e superato.
Si tratta di saperne tirare fuori le giuste
motivazioni emotive in una cornice
fiabesca che stimola il meglio della
fantasia e l'idea di avventure impossibili
ma non per questo meno radicate
nell'inconscio dell'uomo. Si demitizza la
morte, si rappresenta un mondo dei morti
molto 'vivo' e uno dei vivi molto 'morto', si
da il giusto spazio finale alla prevalenza
dell'amore vero e duraturo. Certo molta
simbologia appare forse più comprensibile
ad
una
cultura
nord
europea/anglosassone,
ma
l'impianto
generaleé capace di parlare al cuore e alla
mente di ciascuno. Per questi motivi il
film, dal punto di vista pastorale, è da
valutare
come
raccomandabile
e
sopratutto poetico.
Andrea D’Addio (FilmUp)
Senza fare troppi giri di parole diciamo subito che "La sposa cadavere" è un altro, grandissimo film
di Tim Burton. Non vorremmo cadere nella trappola dei superlativi (bellissimo, eccezionale,
magnifico, etc etc), passiamo quindi ad un'analisi più specifica del lavoro. L'idea iniziale nasce da
un'antica fiaba ebraica russa. Di questa Burton prende giusto l'osso della trama, perfetta per
mostrarci i suoi mondi dark. Come un marchio di fabbrica è riconoscibile il suo gusto per le
ambientazioni gotico-vittoriano, dove gli edifici tendono all'imponenza e le ombre surclassano le
luci. E se il triste blue (che in inglese significa tristezza) domina il mondo dei vivi, giù negli inferi i
colori abbondano. Scheletri, corpi putrefatti, animali in libera uscita cantano e ballano come in
superficie nessuno osa fare. E se riescono a liberarsi di ciò che li tiene legati ancora alla terra è per
diventare farfalle (in greco. anima e farfalla si dicono entrambe "psiche") Burton, come è solito
fare quando tratta di fantasmi e maschere, si diverte a capovolgere il pensiero comune. Era
successo in Beetlejuice - Spiritello porcello (di cui cita la scena della cena con i mostri che
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appaiono dietro ai commensali) dove "gli sposi cadaveri" avevano più amore dei traslocanti
cittadini, era accaduto nei suoi due "Batman" dove Joker e Mister Penguin primeggiavano in
simpatia sull'uomo pipistrello e nuovamente per l'Edward dalle mani di forbice, visto da tutti come
un mostro, ma molto più umano di qualsiasi persona "normale". Ciò che dovrebbe essere horror
non spaventa, ma diverte. Al massimo, commuove…Burton e la sua fantasia ci riportano infatti
bambini, e così anche la più semplice storia d'amore finisce per farci scendere giù per il viso quella
tenera lacrima che solca le guance come su di uno strato di zucchero a velo. Spolveratelo, è
magia….
Roberto Nepoti (“La Repubblica”)
Tim Burton è davvero un tipo fuori del comune. Non solo appartiene alla categoria dei geniacci, ma
milita in quella, ancor più ristretta, dei geniacci che non sbagliano un colpo. Magnifico film a
pupazzi animati dove Johnny presta la voce al protagonista. Capolavoro del cinema d’animazione
in stop-motion (i movimenti sono ripresi un fotogramma alla volta), cui Burton e il suo co-regista
Mike Johnson hanno lavorato per dieci anni, il film riprende lo stile funerario (ma tutt’altro che
lugubre) di "Nightmare before Christmas"; tanto che lo si potrebbe considerare il secondo episodio
di una serie dedicata a Halloween (festa che Burton preferisce al Natale) cui è auspicabile un
seguito. La cosa incredibile, per chi
considera
l'animazione
un
genere
minore, è il fatto che ci sia più cinema
qui che nella maggior parte dei film dal
vivo: movimenti di macchina arditi,
inquadrature inventive, quella sagace
articolazione dei punti-di-vista che fa il
cinema d¿autore. Morti o no, La sposa
cadavere è puro divertimento anche per
il pubblico infantile, col suo contorno di
buffi trapassati e personaggini animali
(il verme nell’occhio di Emily, il cane
tutt’ossa) che non spaventano nessuno.
L'antica utopia della congiunzione fra
vivi e morti ha trovato raramente una
rappresentazione così rasserenante, e
perfino festosa.
Arrivederci a martedì 10 gennaio 2012, per vedere,
al circolo ARCI Benassi
“La rosa bianca” di Marc Rothemund.
BUONE FESTE
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C.G.S. “Vincenzo Cimatti” – presso Oratorio San Giovanni Bosco
via Bartolomeo M. dal Monte 14, 40139 Bologna tel.051467939
sito web: http://www.donbosco-bo.it
e-mail: [email protected]