Deliberazione di C.C. n.31 del 27/06/2013

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Deliberazione di C.C. n.31 del 27/06/2013
CITTÀ DI ERCOLANO
(PROVINCIA DI NAPOLI)
ESTRATTO DAL REGISTRO
DELLE DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO COMUNALE
Delibera n. 31 del 27/06/2013 ad oggetto: Approvazione del Regolamento Comunale sui Rifiuti e
sui Servizi (TARES) con decorrenza 01.01.2013.- I.E.
Il Consiglio Comunale, convocato nei modi e nei termini di legge, si è riunito alle ore 22,55 presso l’Aula
Consiliare sotto la Presidenza del AVV OLIVIERO MARIO RHEMY - Presidente
In seduta PUBBLICA sessione STRAORDINARIA D'URGENZA di PRIMA convocazione.
Partecipa alla seduta il SEGRETARIO GENERALE DOTT FERDINANDO GUARRACINO
Dopo aver proceduto all’appello nominale, sono presenti ed assenti i Consiglieri Comunali, come appresso
indicati:
Presente
STRAZZULLO VINCENZO
ABETE NICOLA
ASCIONE ANTONIO
BIBIANO CIRO
BUONAJUTO CIRO
COZZOLINO CIRO
COZZOLINO MARCO
COZZOLINO SANTO
D'AGOSTINO ANTONIO
FIENGO GENNARO
FIENGO LUIGI
FORMICOLA BARTOLOMEO
FORMISANO ANTONIO
FORMISANO COLOMBA
GRIMALDI NICOLA
IACOMINO ANIELLO
SI
SI
SI
NO
SI
NO
SI
SI
NO
SI
NO
SI
SI
NO
SI
NO
Presente
MADDALONI MICHELE
MIRANDA GENNARO
OLIVIERO GENNARO
OLIVIERO MARIO RHEMY
PERNA GIAMPIERO
PRILLO MARIA GRAZIA
ROMANO PASQUALE
SANNINO LUCA
SCOGNAMIGLIO ROSARIO
SIMEONE LUIGI
SIMEONE RAFFAELE
SPINA NUNZIO
TARALLO SIMONE
TAVANI GIOVANNA
VITIELLO PASQUALE
Consiglieri Presenti: 19
Consiglieri Assenti: 12
SI
NO
SI
SI
SI
NO
NO
SI
SI
SI
NO
NO
SI
NO
SI
In prosieguo di seduta.
Il Presidente Oliviero Mario Rhemy pone in discussione il punto 3) all’ordine del giorno ad
oggetto “Approvazione del Regolamento Comunale sui Rifiuti e sui Servizi (TARES) con
decorrenza 01.01.2013”
Il presidente dà la parola all’assessore Liberti per illustrare la proposta.
L’assessore Liberti illustra il provvedimento come da stralcio del resoconto stenotipico allegato.
Successivamente intervengono i Consiglieri:
Grimaldi, che propone alcuni emendamenti al testo posto in discussione, Abete, di nuovo
l’Assessore Antonio Liberti, Formisano A., Simeone L., il quale ultimo propone una
sospensione dei lavori per concordare gli emendamenti a farsi.
A questo punto il Presidente pone in votazione la proposta di sospensione della seduta la quale
viene approvata all’unanimità dei presenti.
Alle ore 24.00 la seduta è sospesa.
Alle ore 0,55 del 28/06/2013 riprendono i lavori e il Segretario procede all’appello nominale
registrando n. 19 consiglieri presenti (Strazzullo Vincenzo, Abete N., Ascione
Antonio,Buonajuto Ciro, Cozzolino Marco, Cozzolino Santo, Fiengo Gennaro, Formicola
Bartolomeo, Formisano Antonio, Grimaldi Nicola, Iacomino, Maddaloni, Oliviero Gennaro,
Perna, Sannino Luca, Scognamiglio Rosario, Simeone Luigi, Tarallo Pasquale, Vitiello Pasquale)
e n. 12 consiglieri assenti (Bibiano Ciro, Cozzolino Ciro, d’Agostino, Fiengo L., Formisano C.,
Miranda, Oliviero M., Prillo, Romano, Simeone R., Spina, Tavani).
Il Vice Presidente constatato il numero dei presenti dichiara valida la seduta e la ripresa dei
lavori, assegnando la parola all’assessore Liberti per illustrare gli emendamenti da portare al
regolamento e che lo stesso ricapitola come appresso riportato:
a) All’art. 10: tra le varie riduzioni occorre aggiungere l’attività di : barbieri, parrucchieri e
servizi alla persona in ragione del 10%;
b) All’art. 27 :eliminare l’agevolazione prevista al secondo punto della lettera a)”i nuclei
familiari che risultano nullatenenti ….”;
c) All’art. 27 :lettera d) punto 2 la percentuale del 20% è ridotta al 10% nel mentre il
reddito ISEE passa da € 2.500,00 a € 3.500,00;
d) All’art. 27 :lettera e) la riduzione delle tariffe è incrementata dal 30 al 33%;
e) All’art. 27: lettera e) bis la riduzione delle tariffe è incrementata dal 30 al 33%;
f) All’art. 34: la previsione delle rate bimestrali passa a rate trimestrali; inoltre per quanto
attiene la decadenza del beneficio della rateazione l’utente decade in caso di mancato
pagamento di tre rate anche non consecutive;
g) All’art.36: punto 3: dopo le parole “l’avviso indica le somme da versare ….” Bisogna
aggiungere “comprensive di sanzioni e di interessi”
Il Vice Presidente pone in votazione gli emendamenti per appello nominale.
Il Segretario procede alla votazione per appello nominale e gli emendamenti vengono approvati
all’unanimità dei 19 consiglieri presenti (Strazzullo, Abete N., Ascione,Buonajuto Ciro,
Cozzolino Marco, Cozzolino Santo, Fiengo Gennaro, Formicola Bartolomeo, Formisano
Antonio, Grimaldi Nicola, Iacomino, Maddaloni, Oliviero M., Oliviero G., Perna, Sannino
Luca, Scognamiglio Rosario, Simeone Luigi, Tarallo Pasquale, Vitiello Pasquale) e n. 12
consiglieri assenti (Bibiano, Cozzolino C., D’Agostino, Fiengo L., Formisano C., Miranda,
Iacomino, Prillo, Romano, Simeone R., Spina, Tavani).
Il Presidente pone in votazione il regolamento così come emendato.
Il Segretario procede per appello nominale con le seguenti risultanze:
n. 19 consiglieri presenti e votanti;
n. 19 voti favorevoli ((Strazzullo, Abete N., Ascione,Buonajuto Ciro, Cozzolino Marco,
Cozzolino Santo, Fiengo Gennaro, Formicola Bartolomeo, Formisano Antonio, Grimaldi
Nicola, Iacomino, Maddaloni, Oliviero M., Oliviero G., Perna, Sannino Luca, Scognamiglio
Rosario, Simeone Luigi, Tarallo Pasquale, Vitiello Pasquale)
n. 12 consiglieri assenti (Bibiano, Cozzolino C., D’Agostino, Fiengo L., Formisano C.,
Miranda, Iacomino, Prillo, Romano, Simeone R., Spina, Tavani).
IL CONSIGLIO COMUNALE
DELIBERA
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
APPROVARE, tutta la parte narrativa che precede e che si intende riportata in tutte le sue
parti;
Di approvare il regolamento per la disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi
(TARES), composto di n. 44 articoli e relativi “allegati n°1 e 2”, così come emendato nel
testo unito alla presente deliberazione per costituirne parte integrante e sostanziale.
Di dare atto che il regolamento approvato con la presente deliberazione entra in vigore il
01/01/2013.
Di dare atto, altresì, che per quanto non disciplinato dal regolamento continuano ad
applicarsi le vigenti disposizioni di legge in materia di tributo comunale sui rifiuti e sui
servizi (TARES).
Di determinare le tariffe del tributo e delle relativa maggiorazione annualmente con
specifica deliberazione.
Di trasmettere, a norma dell’art. 13, comma 15, del D.L. 201/2011 e dell’art. 52 del D.Lgs.
446/97, la presente deliberazione e copia del regolamento approvato al Ministero
dell’Economia e delle Finanze, dipartimento delle finanze, entro il termine di 30 giorni dalla
sua esecutività, o comunque entro il termine di 30 giorni dalla scadenza del termine per
l’approvazione del bilancio di previsione.
Su proposta del consigliere Formisano A., dichiarare il presente atto immediatamente
esecutivo ai sensi e per gli effetti dell’art. 134 comma 4 D.Lgs. 267/2000, per alzata di
mano, con le stesse risultanze di voto espresse in precedenza.
COMUNE DI ERCOLANO
(Provincia di Napoli)
Approvato con delibera
del Consiglio Comunale
n.31 del 27/06/2013
REGOLAMENTO PER L’ISTITUZIONE E L’APPLICAZIONE
DEL TRIBUTO COMUNALE SUI RIFIUTI E SUI SERVIZI
INDICE
TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1. Oggetto del Regolamento
Art. 2. Gestione e classificazione dei rifiuti
Art. 3. Rifiuti assimilati agli urbani
Art. 4. Sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti
Art. 5. Soggetto attivo
TITOLO II – PRESUPPOSTO E SOGGETTI PASSIVI
Art. 6. Presupposto per l’applicazione del tributo
Art. 7. Soggetti passivi
Art. 8. Esclusione per inidoneità a produrre rifiuti
Art. 9. Esclusione dall’obbligo di conferimento
Art. 10. Esclusione per produzione di rifiuti non conferibili al pubblico servizio
Art. 11. Superficie degli immobili
TITOLO III – TARIFFE
Art. 12. Costo di gestione
Art. 13. Determinazione della tariffa
Art. 14. Articolazione della tariffa
Art. 15. Periodi di applicazione del tributo
Art. 16. Tariffa per le utenze domestiche
Art. 17. Occupanti le utenze domestiche
Art. 18. Tariffa per le utenze non domestiche
Art. 19. Classificazione delle utenze non domestiche
Art. 20. Scuole statali
Art. 21. Tributo giornaliero
Art. 22. Tributo provinciale
TITOLO IV – Riduzioni e agevolazioni
Art. 23. Riduzioni per le utenze domestiche
Art. 24. Riduzioni per le utenze non domestiche non stabilmente attive
Art. 25. Riduzioni per il recupero
Art. 26. Riduzioni per inferiori livelli di prestazione del servizio
Art. 27. Agevolazioni
Art. 28. Cumulo di riduzioni e agevolazioni
TITOLO V – MAGGIORAZIONE PER I SERVIZI INDIVISIBILI
Art. 29. Presupposto della maggiorazione
Art. 30. Aliquote.
TITOLO VI – DICHIARAZIONE, ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE, CONTENZIOSO
Art. 31. Obbligo di dichiarazione
Art. 32. Contenuto e presentazione della dichiarazione
Art. 33. Poteri del Comune
Art. 34. Accertamento
Art. 35. Sanzioni
Art. 36. Riscossione
Art. 37. Interessi
Art. 38. Rimborsi
Art. 39. Somme di modesto ammontare
Art. 40. Contenzioso
TITOLO VII – DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
Art. 41. Entrata in vigore e abrogazioni
Art. 42. Clausola di adeguamento
Art. 43. Disposizioni transitorie
Art. 44. Disposizioni per l’anno 2013
Allegati
All. 1: Sostanze assimilate ai rifiuti urbani
All. 2: Categorie di utenze non domestiche
TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1. Oggetto del Regolamento
1. Il presente Regolamento, adottato nell’ambito della potestà regolamentare prevista dall’articolo 52 del
decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, istituisce e disciplina il tributo comunale sui rifiuti e sui
servizi previsto dall’articolo 14 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (convertito con modificazioni
dalla legge 22 dicembre 2011, n 214), in particolare stabilendo condizioni, modalità e obblighi strumentali
per la sua applicazione.
2. L’entrata qui disciplinata ha natura tributaria, non intendendosi con il presente regolamento attivare la
tariffa con natura corrispettiva di cui ai commi 29 e seguenti del citato articolo 14 del decreto legge 6
dicembre 2011, n. 201.
3. La tariffa del tributo comunale si conforma alle disposizioni contenute nel decreto del Presidente
della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
4. Per quanto non previsto dal presente regolamento si applicano le disposizioni di legge vigenti.
Art. 2. Gestione e classificazione dei rifiuti
1. La gestione dei rifiuti urbani comprende la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei
rifiuti urbani e assimilati e costituisce un servizio di pubblico interesse, svolto in regime di privativa
sull’intero territorio comunale.
2. Il servizio è disciplinato dalle disposizioni del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dal
Regolamento comunale di igiene urbana e gestione dei rifiuti, nonché dalle disposizioni previste nel
presente regolamento.
3. Si definisce «rifiuto», ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lett. a), del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia
l'obbligo di disfarsi.
4. Sono rifiuti urbani ai sensi dell’articolo 184, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152:
a)
i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile
abitazione;
b)
i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla
lettera a) del presente comma, assimilati dal comune ai rifiuti urbani;
c)
i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d)
i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle
strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e
sulle rive dei corsi d'acqua;
e)
i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;
f)
i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da
attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e) del presente comma.
5. Sono rifiuti speciali ai sensi dell’articolo 184, comma 3, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152:
a)
i rifiuti da attività agricole e agro-industriali, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 2135 c.c.;
b)
i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle
attività di scavo;
c)
i rifiuti da lavorazioni industriali;
d)
i rifiuti da lavorazioni artigianali;
e)
i rifiuti da attività commerciali;
f)
i rifiuti da attività di servizio;
g)
i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla
potabilizzazione e da altri trattamenti delle acquee dalla depurazione delle acque reflue e da
abbattimento di fumi;
h)
i rifiuti derivanti da attività sanitarie.
Art. 3. Rifiuti assimilati agli urbani
1. Sono assimilati ai rifiuti urbani, ai fini dell’applicazione del tributo e della gestione del servizio, le
sostanze non pericolose elencate nell’allegato A provenienti da locali e luoghi adibiti a usi diversi dalla
civile abitazione, compresi gli insediamenti adibiti ad attività agricole, agroindustriali, industriali,
artigianali, commerciali, di servizi e da attività sanitarie, sempre che, per le utenze di superficie
complessiva, al netto delle superfici che non possono produrre rifiuti, superiore a 500 mq il rapporto tra la
quantità globale (in kg) di detti rifiuti prodotti e l’indicata superficie, non superi il 50 % del valore
massimo del corrispondente parametro Kd di cui alle tabelle inserite nell’allegato 1, punto 4.4. del
decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
Art. 4. Sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti
1. Sono escluse dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti le seguenti sostanze,
individuate dall’articolo 185 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152:
a) le emissioni costituite da effluenti gassosi emessi nell'atmosfera e il biossido di carbonio
catturato e trasportato ai fini dello stoccaggio geologico e stoccato in formazioni geologiche
prive di scambio di fluidi con altre formazioni a norma del decreto legislativo di recepimento
della direttiva 2009/31/CE in materia di stoccaggio geologico di biossido di carbonio;
b) il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato e gli edifici collegati
permanentemente al terreno,
c) il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di
costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e
nello stesso sito in cui è stato escavato;
d) i rifiuti radioattivi;
e) i materiali esplosivi in disuso;
f) le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), paglia, sfalci e potature, nonché
altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella
selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non
danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana.
g) i sedimenti spostati all’interno di acque superficiali ai fini della gestione delle acque e dei corsi
d’acqua o della prevenzione di inondazioni o della riduzione degli effetti di inondazioni o siccità
o ripristino dei suoli se è provato che i sedimenti non sono pericolosi ai sensi della decisione
2000/532/CE della Commissione del 3 maggio 2000, e successive modificazioni.
2. Sono altresì escluse dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti, in quanto regolati da
altre disposizioni normative comunitarie, ivi incluse le rispettive norme nazionali di recepimento:
a) le acque di scarico;
b) i sottoprodotti di origine animale, compresi i prodotti trasformati, contemplati dal regolamento
(CE) n. 1774/2002, eccetto quelli destinati all’incenerimento, allo smaltimento in discarica o
all’utilizzo in un impianto di produzione di biogas o di compostaggio;
c) le carcasse di animali morti per cause diverse dalla macellazione, compresi gli animali abbattuti
per eradicare epizoozie, e smaltite in conformità del regolamento (CE) n. 1774/2002;
d) i rifiuti risultanti dalla prospezione, dall'estrazione, dal trattamento, dall'ammasso di risorse
minerali o dallo sfruttamento delle cave, di cui al decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 117.
Art. 5. Soggetto attivo
1. Il tributo è applicato e riscosso dal Comune nel cui territorio insiste, interamente o
prevalentemente, la superficie degli immobili assoggettabili al tributo. Ai fini della prevalenza si
considera l’intera superficie dell’immobile, anche se parte di essa sia esclusa o esente dal tributo.
2. In caso di variazioni delle circoscrizioni territoriali dei comuni, anche se dipendenti
dall’istituzione di nuovi comuni, si considera soggetto attivo il Comune nell'ambito del cui territorio
risultano ubicati gli immobili al 1° gennaio dell'anno cui il tributo si riferisce, salvo diversa intesa
tra gli enti interessati e fermo rimanendo il divieto di doppia imposizione
TITOLO II – PRESUPPOSTO E SOGGETTI PASSIVI
Art. 6. Presupposto per l’applicazione del tributo
1. Presupposto per l’applicazione del tributo è il possesso, l’occupazione o la detenzione, a qualsiasi
titolo e anche di fatto, di locali o di aree scoperte a qualunque uso adibiti, suscettibili di produrre
rifiuti urbani e assimilati.
2. Si intendono per:
a) locali, le strutture stabilmente infisse al suolo chiuse da ogni lato o su tre lati verso l’esterno,
anche se non conformi alle disposizioni urbanistico-edilizie;
b) aree scoperte, sia le superfici prive di edifici o di strutture edilizie, sia gli spazi circoscritti che
non costituiscono locale, come tettoie, balconi, terrazze, campeggi, dancing e cinema all’aperto,
parcheggi;
c) utenze domestiche, le superfici adibite a civile abitazione;
d) utenze non domestiche, le restanti superfici, tra cui le comunità, le attività commerciali,
artigianali, industriali, professionali e le attività produttive in genere.
3. Sono escluse dal tributo:
a) le aree scoperte pertinenziali o accessorie a civili abitazioni, quali i balconi e le terrazze scoperte,
i posti auto scoperti, i cortili, i giardini e i parchi;
b) le aree comuni condominiali di cui all'articolo 1117 c.c. che non siano detenute o occupate in via
esclusiva, come androni, scale, ascensori, stenditoi o altri luoghi di passaggio o di utilizzo comune
tra i condomini.
4. La presenza di arredo oppure l’attivazione anche di uno solo dei pubblici servizi di erogazione
idrica, elettrica, calore, gas, telefonica o informatica costituiscono presunzione semplice
dell’occupazione o conduzione dell’immobile e della conseguente attitudine alla produzione di
rifiuti. Per le utenze non domestiche la medesima presunzione è integrata altresì dal rilascio da parte
degli enti competenti, anche in forma tacita, di atti assentivi o autorizzativi per l’esercizio di attività
nell’immobile o da dichiarazione rilasciata dal titolare a pubbliche autorità.
5. La mancata utilizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati o l’interruzione
temporanea dello stesso non comportano esonero o riduzione del tributo.
Art. 7. Soggetti passivi
1. Il tributo è dovuto da chiunque ne realizzi il presupposto, con vincolo di solidarietà tra i
componenti la famiglia anagrafica o tra coloro che usano in comune le superfici.
2. Per le parti comuni condominiali di cui all’articolo 1117 c.c. utilizzate in via esclusiva il tributo è
dovuto dagli occupanti o conduttori delle medesime.
3. In caso di utilizzo di durata non superiore a sei mesi nel corso del medesimo anno solare, il
tributo è dovuto soltanto dal possessore dei locali o delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso
abitazione, superficie.
4. Nel caso di locali in multiproprietà e di centri commerciali integrati il soggetto che gestisce i
servizi comuni è responsabile del versamento del tributo dovuto per i locali ed aree scoperte di uso
comune e per i locali ed aree scoperte in uso esclusivo ai singoli occupanti o detentori, fermi
restando nei confronti di questi ultimi gli altri obblighi o diritti derivanti dal rapporto tributario
riguardante i locali e le aree in uso esclusivo.
Art. 8. Esclusione per inidoneità a produrre rifiuti
1. Non sono soggetti al tributo i locali e le aree che non possono produrre rifiuti o che non
comportano, secondo la comune esperienza, la produzione di rifiuti in misura apprezzabile per la
loro natura o per il particolare uso cui sono stabilmente destinati, come a titolo esemplificativo:
a) le unità immobiliari adibite a civile abitazione prive di mobili e suppellettili e sprovviste di
contratti attivi di fornitura dei servizi pubblici a rete;
b) le superfici destinate al solo esercizio di attività sportiva, ferma restando l’imponibilità delle
superfici destinate ad usi diversi, quali spogliatoi, servizi igienici, uffici, biglietterie, punti di
ristoro, gradinate e simili;
c) i locali stabilmente riservati a impianti tecnologici, quali vani ascensore, centrali termiche,
cabine elettriche, celle frigorifere, locali di essicazione e stagionatura senza lavorazione, silos e
simili;
d) le unità immobiliari per le quali sono stati rilasciati atti abilitativi per restauro, risanamento
conservativo o ristrutturazione edilizia, limitatamente al periodo dalla data di inizio dei lavori
fino alla data di inizio dell’occupazione;
e) le aree impraticabili o intercluse da stabile recinzione;
f) le aree adibite in via esclusiva al transito o alla sosta gratuita dei veicoli;
g) per gli impianti di distribuzione dei carburanti: le aree scoperte non utilizzate né utilizzabili
perché impraticabili o escluse dall’uso con recinzione visibile; le aree su cui insiste l’impianto
di lavaggio degli automezzi; le aree visibilmente adibite in via esclusiva all’accesso e all’uscita
dei veicoli dall’area di servizio e dal lavaggio.
2. Le circostanze di cui al comma precedente devono essere indicate nella dichiarazione originaria o
di variazione ed essere riscontrabili in base ad elementi obiettivi direttamente rilevabili o da idonea
documentazione quale, ad esempio, la dichiarazione di inagibilità o di inabitabilità emessa dagli
organi competenti, la revoca, la sospensione, la rinuncia degli atti abilitativi tali da impedire
l'esercizio dell'attività nei locali e nelle aree ai quali si riferiscono i predetti provvedimenti.
3. Nel caso in cui sia comprovato il conferimento di rifiuti al pubblico servizio da parte di utenze
totalmente escluse dal tributo ai sensi del presente articolo, lo stesso verrà applicato per l’intero anno
solare in cui si è verificato il conferimento, oltre agli interessi di mora e alle sanzioni per infedele
dichiarazione.
Art. 9. Esclusione dall’obbligo di conferimento
1. Sono esclusi dal tributo i locali e le aree per i quali non sussiste l’obbligo dell’ordinario
conferimento dei rifiuti urbani e assimilati per effetto di norme legislative o regolamentari, di
ordinanze in materia sanitaria, ambientale o di protezione civile ovvero di accordi internazionali
riguardanti organi di Stati esteri.
2. Si applicano i commi 2 e 3 dell’articolo 8.
Art. 10. Esclusione per produzione di rifiuti non conferibili al pubblico servizio
1. Nella determinazione della superficie tassabile delle utenze non domestiche non si tiene conto di
quella parte ove si formano di regola, ossia in via continuativa e nettamente prevalente, rifiuti
speciali non assimilati e/o pericolosi, oppure sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti di cui
all’articolo 4, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori.
2. Non sono, in particolare, soggette a tariffa:
a) le superfici adibite all’allevamento di animali;
b) le superfici agricole produttive di paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o
forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura o nella selvicoltura, quali legnaie,
fienili e simili depositi agricoli;
c) le superfici delle strutture sanitarie pubbliche e private adibite, come attestato da certificazione
del direttore sanitario, a: sale operatorie, stanze di medicazione, laboratori di analisi, di ricerca,
di radiologia, di radioterapia, di riabilitazione e simili, reparti e sale di degenza che ospitano
pazienti affetti da malattie infettive.
3. Sono altresì escluse dal tributo le superfici con produzione di rifiuti assimilati agli urbani
superiori ai limiti quantitativi individuati all’articolo 3, comma 1.
4. Relativamente alle attività di seguito indicate, qualora sia documentata una contestuale
produzione di rifiuti urbani o assimilati e di rifiuti speciali non assimilati o di sostanze comunque
non conferibili al pubblico servizio, ma non sia obiettivamente possibile o sia sommamente
difficoltoso individuare le superfici escluse dal tributo, la superficie imponibile è calcolata
forfetariamente, applicando all’intera superficie su cui l’attività è svolta le percentuali di
abbattimento indicate nel seguente elenco.
Percentuale di
riduzione
superficie %
ATTIVITA’
Lavanderie a secco, tintorie non industriali
Barbieri, parrucchieri e servizi alla persona
Laboratori fotografici, eliografie
Autoriparatori, elettrauto, ripar. elettrodomestici, distr. carburante
Gabinetti dentistici, radiologi e laboratori odontotecnici
Laboratori di analisi
Autoservizi, autolavaggi
Pelletterie
Verniciatura, fonderie, ceramiche, carrozzerie, lucid. mobili, orafi
Metalmeccaniche, fabbri, lavorazione acciaio, tornitori, autodemol.
Falegnamerie, allestimenti, materiale pubblicitario, materie plastiche, vetro
resine
Tipografie, stamperie, incisioni, vetrerie, serigrafie
Imbianchini e tinteggiatori
Cantieri navali, marmisti, lapidei, manuf. in cemento, mater. edili
Macellerie
20
10
25
30
10
15
10
20
50
15
20
20
20
30
20
5. Per fruire dell'esclusione prevista dai commi precedenti, gli interessati devono:
a) indicare nella denuncia originaria o di variazione il ramo di attività e la sua classificazione
(industriale, artigianale, commerciale, di servizio, ecc.), nonché le superfici di formazione dei rifiuti
o sostanze, indicandone l’uso e le tipologie di rifiuti prodotti (urbani, assimilati agli urbani, speciali,
pericolosi, sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti) distinti per codice CER;
b) comunicare entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento i quantitativi di rifiuti
prodotti nell’anno, distinti per codici CER, allegando la documentazione attestante lo smaltimento
presso imprese a ciò abilitate.
Art. 11. Superficie degli immobili
1. La superficie delle unità immobiliari a destinazione ordinaria iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio
urbano assoggettabile al tributo è costituita da quella calpestabile dei locali e delle aree suscettibili di
produrre rifiuti urbani e assimilati.
2. Avvenuta la compiuta attivazione delle procedure per l’allineamento tra i dati catastali relativi alle
unità immobiliari a destinazione ordinaria e i dati riguardanti la toponomastica e la numerazione civica
interna ed esterna di ciascun comune di cui all’articolo 9-bis del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, la
superficie assoggettabile al tributo delle unità immobiliari a destinazione ordinaria iscritte o iscrivibili nel
catasto edilizio urbano, è pari all'ottanta per cento della superficie catastale, determinata secondo i
criteri stabiliti dal decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 138. Il Comune comunicherà
ai contribuenti le nuove superfici imponibili adottando le più idonee forme di comunicazione e nel rispetto
dell’articolo 6 della legge 27 luglio 2000, n. 212.
3. Per le altre unità immobiliari la superficie assoggettabile al tributo è costituita da quella calpestabile,
misurata al filo interno dei muri, con esclusione di quella parte con altezza minima di m. 1,50
.
4. La superficie complessiva è arrotondata al metro quadro superiore se la parte decimale è
maggiore di 0,50; in caso contrario al metro quadro inferiore.
5. Per i distributori di carburante sono di regola soggetti a tariffa i locali, nonché l’area della
proiezione al suolo della pensilina ovvero, in mancanza, una superficie forfetaria pari a 20 mq per
colonnina di erogazione.
TITOLO III – TARIFFE
Art. 12. Costo di gestione
1. Il tributo comunale sui rifiuti è istituito per la copertura integrale dei costi di investimento e di
esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati.
2. I costi del servizio sono definiti ogni anno sulla base del Piano finanziario degli interventi e della
relazione illustrativa redatti dall’affidatario della gestione dei rifiuti urbani almeno due mesi prima
del termine per l'approvazione del bilancio di previsione, e approvati dal Comune, tenuto conto
degli obiettivi di miglioramento della produttività, della qualità del servizio fornito.
3. Il Piano finanziario indica in particolare gli scostamenti che si siano eventualmente verificati
rispetto al Piano dell’anno precedente e le relative motivazioni.
4. E’ riportato a nuovo, nel Piano finanziario successivo o anche in Piani successivi non oltre il
terzo, lo scostamento tra gettito a preventivo e a consuntivo del tributo comunale sui rifiuti, al netto
della maggiorazione e del tributo provinciale:
a) per intero, nel caso di gettito a consuntivo superiore al gettito preventivato;
b) per la sola parte derivante dalla riduzione nelle superfici imponibili, ovvero da eventi
imprevedibili non dipendenti da negligente gestione del servizio, nel caso di gettito a consuntivo
inferiore al gettito preventivato.
Art. 13. Determinazione della tariffa
1. Il tributo comunale è corrisposto in base a tariffa commisurata ad anno solare, cui corrisponde
un’autonoma obbligazione tributaria.
2. La tariffa è commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di
superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base delle disposizioni
contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
3. La tariffa è determinata sulla base del Piano finanziario con specifica deliberazione del Consiglio
comunale, da adottare entro la data di approvazione del bilancio di previsione relativo alla stessa
annualità.
4. La deliberazione, anche se approvata successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il
termine indicato al comma precedente, ha effetto dal 1º gennaio dell’anno di riferimento. Se la
delibera non è adottata entro tale termine, si applicano le tariffe deliberate per l’anno precedente.
Art. 14. Articolazione della tariffa
1. La tariffa è composta da una quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del
costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per opere e ai relativi ammortamenti, e da
una quota variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, alle modalità del servizio fornito e
all’entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di
investimento e di esercizio, compresi i costi di smaltimento.
2. La tariffa è articolata nelle fasce di utenza domestica e di utenza non domestica.
3. L’insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa sono ripartiti tra le utenze domestiche e non
domestiche secondo criteri razionali. A tal fine, i rifiuti riferibili alle utenze non domestiche
possono essere determinati anche in base ai coefficienti di produttività Kd di cui alle tabelle 4a e 4b,
Allegato 1, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
4. E’ assicurata la riduzione per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche, prevista
dall’articolo 14, comma 17, del decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, e dall’articolo 4, comma 2,
del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, attraverso l’abbattimento della
parte variabile della tariffa complessivamente imputata a tali utenze in misura
percentuale
compresa tra il 10% e il 20%, del costo evitato di smaltimento finale dei rifiuti raccolti in maniera
differenziata nell’anno precedente (differenza tra i costi di smaltimento e i costi di recupero e
trattamento riferiti alla quantità raccolta in maniera differenziata).
Art. 15. Periodi di applicazione del tributo
1. Il tributo è dovuto limitatamente al periodo dell’anno, computato in giorni, nel quale sussiste
l’occupazione o la detenzione dei locali o aree.
2. L’obbligazione tariffaria decorre dal giorno in cui ha avuto inizio l’occupazione o la detenzione
dei locali ed aree e sussiste sino al giorno in cui ne è cessata l’utilizzazione, purché debitamente e
tempestivamente dichiarata.
3. Se la dichiarazione di cessazione è presentata in ritardo si presume che l’utenza sia cessata alla
data di presentazione, salvo che l’utente dimostri con idonea documentazione la data di effettiva
cessazione.
4. Le variazioni intervenute nel corso dell’anno, in particolare nelle superfici e/o nelle destinazioni
d’uso dei locali e delle aree scoperte, che comportano un aumento di tariffa, producono effetti dal
giorno di effettiva variazione degli elementi stessi. Il medesimo principio vale anche per le
variazioni che comportino una diminuzione di tariffa, a condizione che la dichiarazione, se dovuta,
sia prodotta entro i termini di cui al successivo articolo 32, decorrendo altrimenti dalla data di
presentazione. Le variazioni di tariffa saranno di regola conteggiate a conguaglio.
Art. 16. Tariffa per le utenze domestiche
1. La quota fissa della tariffa per le utenze domestiche è determinata applicando alla superficie
dell’alloggio e dei locali che ne costituiscono pertinenza le tariffe per unità di superficie parametrate
al numero degli occupanti, secondo le previsioni di cui al punto 4.1, Allegato 1, del decreto del
Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
2. La quota variabile della tariffa per le utenze domestiche è determinata in relazione al numero
degli occupanti, secondo le previsioni di cui al punto 4.2, Allegato 1, del decreto del Presidente
della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
3. I coefficienti rilevanti nel calcolo della tariffa sono determinati nella delibera tariffaria.
Art. 17. Occupanti le utenze domestiche
1. Per le utenze domestiche condotte da persone fisiche che vi hanno stabilito la propria residenza
anagrafica, il numero degli occupanti è quello del nucleo familiare risultante all’Anagrafe del
Comune, salva diversa e documentata dichiarazione dell’utente. Devono comunque essere
dichiarate le persone che non fanno parte del nucleo familiare anagrafico e dimoranti nell’utenza
per almeno sei mesi nell’anno solare, come ad es. le colf che dimorano presso la famiglia.
2. Sono considerati presenti nel nucleo familiare anche i membri temporaneamente domiciliati
altrove. Nel caso di servizio di volontariato o attività lavorativa prestata all’estero e nel caso di
degenze o ricoveri presso case di cura o di riposo, comunità di recupero, centri socio-educativi,
istituti penitenziari, per un periodo non inferiore all’anno, la persona assente non viene considerata
ai fini della determinazione della tariffa, a condizione che l’assenza sia adeguatamente
documentata.
3. Per le utenze domestiche condotte da soggetti non residenti nel Comune, per gli alloggi dei
cittadini residenti all’estero (iscritti AIRE), e per gli alloggi a disposizione di enti diversi dalle
persone fisiche occupati da soggetti non residenti, si assume come numero degli occupanti quello
indicato dall’utente o, in mancanza, quello di 3 unità.
Resta ferma la possibilità per il comune di applicare, in sede di accertamento, il dato superiore
emergente dalle risultanze anagrafiche del comune di residenza.
4. Le cantine, le autorimesse o gli altri simili luoghi di deposito si considerano utenze domestiche
condotte da un occupante, se condotte da persona fisica priva nel comune di utenze abitative. In
difetto di tale condizione i medesimi luoghi si considerano utenze non domestiche.
5. Per le unità abitative, di proprietà o possedute a titolo di usufrutto, uso o abitazione da soggetti
già ivi anagraficamente residenti, tenute a disposizione dagli stessi dopo aver trasferito la
residenza/domicilio in Residenze Sanitarie Assistenziali (R.S.A.) o istituti sanitari e non locate o
comunque utilizzate a vario titolo, il numero degli occupanti è fissato, previa presentazione di
richiesta documentata, in una unità.
6. Per le unità immobiliari ad uso abitativo occupate da due o più nuclei familiari la tariffa è
calcolata con riferimento al numero complessivo degli occupanti l’alloggio.
7. Il numero degli occupanti le utenze domestiche è quello risultante al primo di gennaio dell’anno
di riferimento o, per le nuove utenze, alla data di apertura. Le variazioni intervenute
successivamente avranno efficacia a partire dall'anno seguente.
Art. 18. Tariffa per le utenze non domestiche
1. La quota fissa della tariffa per le utenze non domestiche è determinata applicando alla superficie
imponibile le tariffe per unità di superficie riferite alla tipologia di attività svolta, calcolate sulla
base di coefficienti di potenziale produzione secondo le previsioni di cui al punto 4.3, Allegato 1,
del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
2. La quota variabile della tariffa per le utenze non domestiche è determinata applicando alla
superficie imponibile le tariffe per unità di superficie riferite alla tipologia di attività svolta,
calcolate sulla base di coefficienti di potenziale produzione secondo le previsioni di cui al punto
4.4, Allegato 1, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
4. I coefficienti rilevanti nel calcolo della tariffa sono determinati per ogni classe di attività
contestualmente all’adozione della delibera tariffaria.
Art. 19. Classificazione delle utenze non domestiche
1. Le utenze non domestiche sono suddivise nelle categorie di attività indicate nell’allegato B.
2. L’inserimento di un’utenza in una delle categorie di attività previste dall’allegato B viene di
regola effettuata sulla base della classificazione delle attività economiche ATECO adottata
dall’ISTAT relative all’attività principale o ad eventuali attività secondarie, fatta salva la prevalenza
dell’attività effettivamente svolta.
3. Le attività non comprese in una specifica categoria sono associate alla categoria di attività che
presenta maggiore analogia sotto il profilo della destinazione d’uso e della connessa potenzialità
quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti.
4. La tariffa applicabile è di regola unica per tutte le superfici facenti parte del medesimo
compendio.
5. Nelle unità immobiliari adibite a civile abitazione in cui sia svolta anche un’attività economica o
professionale alla superficie a tal fine utilizzata è applicata la tariffa prevista per la specifica attività
esercitata.
6. In tutti i casi in cui non sia possibile distinguere la porzione di superficie destinata per l’una o
l’altra attività, si fa riferimento all’attività principale desumibile dalla visura camerale o da altri
elementi.
Art. 20. Scuole statali
1. Il tributo dovuto per il servizio di gestione dei rifiuti delle istituzioni scolastiche statali (scuole
materne, elementari, secondarie inferiori, secondarie superiori, istituti d’arte e conservatori di musica)
resta disciplinato dall’articolo 33-bis del decreto legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito dalla legge 28
febbraio 2008, n. 31.
2. La somma attribuita al Comune ai sensi del comma precedente è sottratta dal costo che deve essere
coperto con il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.
Art. 21. Tributo giornaliero
1. Il tributo si applica in base a tariffa giornaliera ai soggetti che occupano o detengono
temporaneamente, ossia per periodi inferiori a 183 giorni nel corso dello stesso anno solare, con o
senza autorizzazione, locali od aree pubbliche o di uso pubblico.
2. La tariffa applicabile è determinata rapportando a giorno la tariffa annuale relativa alla
corrispondente categoria di attività non domestica e aumentandola sino al 100%.
3. In mancanza della corrispondente voce di uso nella classificazione contenuta nel presente
regolamento è applicata la tariffa della categoria recante voci di uso assimilabili per attitudine
quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti urbani e assimilati.
4. L'obbligo di presentazione della dichiarazione è assolto con il pagamento del tributo da
effettuarsi con le modalità e nei termini previsti per la tassa di occupazione temporanea di spazi ed
aree pubbliche ovvero per l'imposta municipale secondaria di cui all'articolo 11 del decreto
legislativo 14 marzo 2011, n. 23, a partire dalla data di entrata in vigore della stessa.
5. Al tributo giornaliero si applicano, sussistendone i presupposti e in quanto compatibili, le riduzioni e le
agevolazioni di cui agli articoli 25 (recupero), 26 (inferiori livelli di prestazione del servizio) e 27
(agevolazioni); non si applicano le riduzioni per le utenze domestiche di cui all’articolo 23 e per le utenze
non stabilmente attive di cui all’articolo 24.
6. Per tutto quanto non previsto dal presente articolo si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni
del tributo annuale, compresa la maggiorazione di cui all’articolo 29.
22. Tributo provinciale
1. Ai soggetti passivi del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, compresi i soggetti tenuti a versare il
tributo giornaliero, è applicato il tributo provinciale per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed
igiene dell'ambiente di cui all'articolo 19, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504.
2. Il tributo provinciale, commisurato alla superficie dei locali e delle aree assoggettabili al tributo
comunale, è applicato nella misura percentuale deliberata dalla provincia sull'importo del tributo
comunale, esclusa la maggiorazione di cui all’articolo 29.
TITOLO III – Riduzioni e agevolazioni
Art. 23. Riduzioni per le utenze domestiche
1. La tariffa si applica in misura ridotta, nella quota fissa e nella quota variabile, alle utenze domestiche
che si trovano nelle seguenti condizioni:
a) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo, non
superiore a 183 giorni nell’anno solare: riduzione del 5%;
b) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all'anno,
all'estero: riduzione del 5 %;
c) fabbricati rurali ad uso abitativo: riduzione del 10 %.
2. Le riduzioni di cui al comma precedente si applicano dalla data di effettiva sussistenza delle condizioni
di fruizione se debitamente dichiarate e documentate nei termini di presentazione della dichiarazione
iniziale o di variazione o, in mancanza, dalla data di presentazione della relativa dichiarazione
3. Le riduzioni di cui al presente articolo cessano di operare alla data in cui ne vengono meno le condizioni
di fruizione, anche in mancanza della relativa dichiarazione.
Art. 24. Riduzioni per le utenze non domestiche non stabilmente attive
1. La tariffa si applica in misura ridotta, nella parte fissa e nella parte variabile, del 5 % ai locali, diversi
dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente,
purché non superiore a 183 giorni nell’anno solare.
2. La predetta riduzione si applica se le condizioni di cui al primo comma risultano da licenza o atto
assentivo rilasciato dai competenti organi per l’esercizio dell’attività o da dichiarazione rilasciata
dal titolare a pubbliche autorità.
3. Si applicano il secondo e il terzo comma dell’articolo 23.
Art. 25. Riduzioni per il recupero
1. La tariffa dovuta dalle utenze non domestiche può essere ridotta a consuntivo in proporzione alle
quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero nell’anno di riferimento,
mediante specifica attestazione rilasciata dall’impresa, a ciò abilitata, che ha effettuato l’attività di
recupero.
2. Per «recupero» si intende, ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lett. t), del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, una qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di
svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per
assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all'interno
dell'impianto o nell'economia in generale.
3. La riduzione fruibile, in ogni caso non superiore al 40% della tariffa dovuta dall’utenza, è pari al
prodotto tra la quantità documentata di rifiuti assimilati - con esclusione degli imballaggi secondari
e terziari - avviata al recupero per il 10% del costo unitario Cu di cui al punto 4.4., Allegato 1, del
decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158 (rapporto tra i costi variabili attribuiti
alle utenze non domestiche e la quantità totale di rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche).
4. Sulla base della richiesta presentata, verranno applicate le seguenti percentuali di riduzione per
ciascuno dei locali o aree adibiti ai seguenti usi, nel caso in cui la quantità rifiuti avviati a recupero
sia pari almeno al 40% della quantità totale:
-
Attività artigiane: 10%;
-
Attività industriali: 20%;
-
Esercizi commerciali, attività di servizi: 40%;
- Ristoranti e simili ed altre tipologie di locali o aree non compresi nei punti precedenti e per i quali
non sia possibile far riferimento a criteri di analogia: 5%.
5. La riduzione deve essere richiesta annualmente dall’interessato, compilando l’apposito modulo,
entro il mese il 30 aprile dell’anno successivo, consegnando la documentazione indicata nel modulo
stesso. La riduzione opera di regola mediante compensazione alla prima scadenza utile.
Art. 26. Riduzioni per inferiori livelli di prestazione del servizio
1.Il servizio di igiene urbana del Comune di Ercolano è, attualmente, svolto con il sistema “porta a
porta” con deposito delle varie frazioni di rifiuto a numero civico. Qualora il Comune preveda una
diversa modalità di deposito e raccolta, ovvero con cassonetti stradali di prossimità Il tributo è
ridotto, tanto nella parte fissa quanto nella parte variabile:
a) in misura pari al 40% della tariffa se la distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella
zona perimetrata o di fatto servita supera 400 metri e fino a 500 metri;
b) in misura pari al 30% della tariffa se la suddetta distanza supera 500 metri e fino a 800 metri;
c) in misura pari al 20% della tariffa se la suddetta distanza supera 800 metri e fino a 1.000 metri;
d) in misura pari al 10% della tariffa per distanze superiori a 1.000 metri.
dal più vicino punto di conferimento, misurato dall’accesso dell’utenza alla strada pubblica
2. La riduzione di cui al comma precedente si applica alle utenze domestiche e alle utenze non
domestiche con superficie imponibile non superiore a 200 mq. La citata riduzione non si applica
alle altre utenze non domestiche, che sono tenute a conferire direttamente i propri rifiuti presso le
isole ecologiche comunali.
3. Il tributo è dovuto nella misura del 40% della tariffa nei periodi di mancato svolgimento del servizio di
gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento,
nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che
abbiano determinato una situazione riconosciuta dall'autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle
persone o all'ambiente.
Art. 27. Agevolazioni
1. La tariffa si applica in misura ridotta nella parte fissa e nella parte variabile alle utenze che si trovano
nelle seguenti condizioni:
a) esenzione totale limitatamente ai locali destinati ad abitazione principale ed occupati da:
- nuclei familiari assistiti in modo permanente dal Comune;
b) esenzione totale limitatamente alle abitazioni costituite da un unico vano, senza o con accessori nello
stesso vano, con una superficie complessiva non superiore a mq. 25. Tali caratteristiche devono risultare
dalla documentazione allegata dall’interessato o da verbale redatto da pubblico ufficiale in seguito ad
accesso all’immobile richiesto dal contribuente;
c) riduzione della tariffa del 30% per i locali destinati ad abitazione principale ed occupati da nuclei
familiari titolari di unico reddito, derivante da pensione, di ammontare non superiore alla pensione
minima.
d) riduzione della tariffa, nella misura seguente, per i locali destinati ad abitazione principale ed
occupati da nuclei familiari che versano in particolari condizioni di disagio economico-sociale, rilevate
mediante il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (I.S.E.E.), così come definito
dal D. Lgs. n. 109 del 31 marzo 1998 e successive modificazioni ed integrazioni:
- 30% in presenza di I.S.E.E. pari a zero;
- 10% in presenza di I.S.E.E. compreso tra zero e 3.500,00 euro.
e) riduzione della tariffa del 33% per i locali destinati ad abitazione principale occupati da
nuclei familiari in cui risiedono soggetti portatori di handicap con età uguale o superiore ai 65 anni
con invalidità civile non inferiore al 66,6% certificata dalle Aziende Sanitarie Locali. In caso di
soggetti portatori di handicap che presentino età anagrafica inferiore agli anni 65, l’invalidità civile
richiesta deve essere almeno pari al 74%.
e-bis) riduzione della tariffa del 33% per i locali destinati ad abitazione principale occupati da
nuclei familiari in cui risulti incluso un componente dichiarato invalido del lavoro con invalidità
certificata in misura almeno pari al 74%.
f) riduzione della tariffa del 5% per le abitazioni occupate da nuclei familiari che, pur
conservando la residenza nelle stesse, dimostrano di dimorare, per più di sei mesi all’anno e per
esigenze lavorative, in altro Comune sito nel territorio nazionale. Tale destinazione deve essere
specificata nella denuncia originaria o di variazione, con l’indicazione dell’abitazione di dimora
abituale e dichiarando espressamente di non voler cedere l’abitazione di residenza in locazione o in
comodato;
g) esenzione totale per locali ed aree occupate da organizzazioni di volontariato disciplinate
dalla legge n. 266/91, che sono iscritte nell’apposito registro tenuto dalla regione Campania, ai sensi
dell’art. 6 della su indicata legge.
2. Le esenzioni previste dalle lettere b), e), e-bis), f) e g) del comma 1 sono concesse, previa verifica
della regolarità dei pagamenti relativi agli anni precedenti, a decorrere dall’anno successivo alla
presentazione della domanda da parte dell'interessato da inviarsi a mezzo posta o da presentarsi
direttamente all’ufficio tributi; tale domanda deve essere redatta su modelli conformi a quelli messi a
disposizione dagli uffici comunali, completa di tutti i dati previsti, a pena di improcedibilità, corredata dei
documenti comprovanti il diritto. Le esenzioni previste dalle lettere a), del comma 1 sono concesse,
previa verifica della regolarità dei pagamenti relativi agli anni precedenti, a decorrere dall’anno
successivo alla presentazione della domanda da parte dell'interessato (nel caso della lettera a), punto 2,
la domanda deve essere ripresentata di anno in anno), indirizzata al Settore Servizi Sociali e da inviarsi a
mezzo posta o da presentarsi personalmente all’ufficio Protocollo; tale domanda deve essere redatta su
modelli conformi a quelli messi a disposizione dagli uffici comunali, completa di tutti i dati previsti, a
pena di improcedibilità, corredata dei documenti comprovanti il diritto. Entro il 28 febbraio dell’anno
successivo alla presentazione delle domande, il Settore Servizi Sociali trasmetterà all’ufficio Tributi tutte
le pratiche debitamente istruite, a mezzo verifica, controllo e redazione dell’apposito verbale di accesso
ai locali. Il contribuente dovrà espressamente dichiarare la propria disponibilità a consentire, nei casi
previsti dalle lettere a) e b), l’accesso all’immobile a dipendenti autorizzati dell’Ente.
3. Le riduzioni previste dalla lettera c) del comma 1 vengono applicate, previa verifica della regolarità dei
pagamenti relativi agli anni precedenti, a partire dal 1° gennaio dell’anno di presentazione della domanda
da parte dell’interessato, da ripresentare di anno in anno, da inviarsi a mezzo posta o da presentarsi
direttamente all’ufficio tributi; tale domanda deve essere redatta su modelli conformi a quelli messi a
disposizione dagli uffici comunali, completa di tutti i dati previsti e da presentarsi, a pena di
improcedibilità, dal 1° gennaio al 30 maggio di ciascun anno, corredata dei documenti comprovanti il
diritto. Le riduzioni previste dalla lettera d) del comma 1 vengono applicate, previa verifica della
regolarità dei pagamenti relativi agli anni precedenti, a partire dal 1° gennaio dell’anno di presentazione
della domanda da parte dell’interessato, da ripresentare di anno in anno, indirizzata al Settore Servizi
Sociali e da inviarsi a mezzo posta o da presentarsi personalmente all’ufficio Protocollo; tale domanda
deve essere redatta su modelli conformi a quelli messi a disposizione dagli uffici comunali, completa di
tutti i dati previsti e da presentarsi, a pena di improcedibilità, dal 1° gennaio al 30 maggio di ciascun
anno, corredata dell’attestato I.S.E.E., rilasciato dagli enti competenti. Entro il 30 Luglio successivo alla
presentazione delle domande, il Settore Servizi Sociali trasmetterà all’ufficio Tributi tutte le pratiche
debitamente istruite, a mezzo controllo della documentazione presentata. Qualora le agevolazioni di
cui alle lettere c) e d) di cui al presente articolo vengano riconosciute successivamente alla data di
emissione della imposizione, esse agevolazioni saranno detratte a conguaglio sull’ultima rata dovuta
per l’anno di riferimento.
4) Per il solo anno 2013 le citate agevolazioni di cui alle lettere c) e d) dovranno essere richieste con le
medesime modalità previste dal precedente Regolamento Comunale per la TARSU.
5. Il Comune può, in qualsiasi tempo, eseguire gli opportuni accertamenti al fine di verificare l'effettiva
sussistenza delle condizioni richieste per le esenzioni o le riduzioni. In caso di accettazione della domanda
di esenzione/riduzione, l’ufficio tributi provvederà alla cancellazione dai ruoli/lista di carico o
all’iscrizione a ruolo/lista di carico per gli anni successivi della tariffa ridotta, senza l’obbligo di notificare
all’interessato alcun avviso. E’ invece necessario, in caso di rigetto della domanda, la notifica del
provvedimento nei sessanta giorni successivi. Allorchè il diritto all’agevolazione viene a cessare, la tassa
decorrerà dal primo giorno in cui sono venute meno le condizioni per l'agevolazione, su denuncia
dell'interessato e/o verifica d'ufficio. In caso di accertamento d'ufficio per omissione della predetta
denuncia, saranno applicate le sanzioni di cui all'art. 76 del Decreto Legislativo n. 507/1993.
6. Le agevolazioni di cui al presente articolo, non cumulabili con le riduzioni di cui agli altri articoli, sono
iscritte in bilancio come autorizzazioni di spesa e la relativa copertura è assicurata da risorse diverse dai
proventi della tassa relativa all'esercizio cui si riferisce l'iscrizione predetta.
Art. 28. Cumulo di riduzioni e agevolazioni.
1. Qualora si rendessero applicabili più riduzioni o agevolazioni, si applica quella di maggior favore per il
contribuente.
TITOLO IV – MAGGIORAZIONE PER I SERVIZI INDIVISIBILI
Art. 29. Presupposto della maggiorazione
1. Alla tariffa relativa al tributo comunale si applica una maggiorazione a copertura dei costi relativi ai
servizi indivisibili dei comuni.
2. La predetta maggiorazione è dovuta dalle utenze domestiche e non domestiche, comprese le utenze
soggette al tributo giornaliero, in misura pari al prodotto tra l’aliquota vigente stabilita e la superficie
soggetta al tributo comunale sui rifiuti.
3. Alla maggiorazione si applicano le medesime riduzioni, agevolazioni e ed esclusioni previste per il
tributo comunale sui rifiuti.
4. La maggiorazione non si applica al tributo per le istituzioni scolastiche statali di cui all’articolo 20.
5. Il gettito della maggiorazione non può essere destinato, né in tutto né in parte, a coprire il costo del
servizio di gestione dei rifiuti urbani.
Art. 30. Aliquote
1. L’aliquota base della maggiorazione è stabilita, per ogni tipologia di utenza, in 0,30 euro per ogni
metro quadrato di superficie imponibile.
TITOLO V – DICHIARAZIONE, ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE
Art. 31. Obbligo di dichiarazione
1. I soggetti passivi del tributo devono dichiarare ogni circostanza rilevante per l’applicazione del
tributo e in particolare:
a) l’inizio, la variazione o la cessazione dell’utenza;
b) la sussistenza delle condizioni per ottenere agevolazioni o riduzioni;
c) il modificarsi o il venir meno delle condizioni per beneficiare di agevolazioni o riduzioni.
Le utenze domestiche residenti non sono tenute a dichiarare il numero dei componenti la famiglia
anagrafica e la relativa variazione.
2. La dichiarazione deve essere presentata:
a) per le utenze domestiche: dall’intestatario della scheda di famiglia nel caso di residenti e nel
caso di non residenti dall’occupante a qualsiasi titolo;
b) per le utenze non domestiche, dal soggetto legalmente responsabile dell’attività che in esse si
svolge;
c) per gli edifici in multiproprietà e per i centri commerciali integrati, dal gestore dei servizi
comuni.
3. Se i soggetti di cui al comma precedente non vi ottemperano, l’obbligo di dichiarazione deve
essere adempiuto dagli eventuali altri occupanti, detentori o possessori, con vincolo di solidarietà.
La dichiarazione presentata da uno dei coobbligati ha effetti anche per gli altri.
Art. 32. Contenuto e presentazione della dichiarazione
1. La dichiarazione deve essere presentata entro il 20 gennaio dell’anno successivo al verificarsi dal
fatto che ne determina l’obbligo , utilizzando gli appositi moduli messi gratuitamente a disposizione
degli interessati.
2. La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi qualora non si verifichino modificazioni
dei dati dichiarati da cui consegua un diverso ammontare del tributo. In caso contrario la
dichiarazione di variazione o cessazione va presentata entro il termine di cui al primo comma. Nel
caso di pluralità di immobili posseduti, occupati o detenuti la dichiarazione deve riguardare solo
quelli per i quali si è verificato l’obbligo dichiarativo.
3. La dichiarazione, originaria, di variazione o cessazione, relativa alle utenze domestiche deve
contenere:
a) per le utenze di soggetti residenti, i dati identificativi (dati anagrafici, residenza, codice fiscale)
dell’intestatario della scheda famiglia;
b) per le utenze di soggetti non residenti, i dati identificativi del dichiarante (dati anagrafici,
residenza, codice fiscale) e il numero dei soggetti occupanti l’utenza;
c) l’ubicazione, specificando anche il numero civico e se esistente il numero dell’interno, e i dati
catastali dei locali e delle aree;
d) la superficie e la destinazione d’uso dei locali e delle aree;
e) la data in cui ha avuto inizio l’occupazione o la conduzione, o in cui è intervenuta la variazione
o cessazione;
f) la sussistenza dei presupposti per la fruizione di riduzioni o agevolazioni.
4. La dichiarazione, originaria, di variazione o cessazione, relativa alle utenze non domestiche deve
contenere:
a) i dati identificativi del soggetto passivo (denominazione e scopo sociale o istituzionale
dell’impresa, società, ente, istituto, associazione ecc., codice fiscale, partita I.V.A., codice
ATECO dell’attività, sede legale);
b) i dati identificativi del legale rappresentante o responsabile (dati anagrafici, residenza, codice
fiscale);
c) l’ubicazione, la superficie, la destinazione d’uso e i dati catastali dei locali e delle aree;
d) la data in cui ha avuto inizio l’occupazione o la conduzione, o in cui è intervenuta la variazione
o cessazione;
e) la sussistenza dei presupposti per la fruizione di riduzioni o agevolazioni.
4. La dichiarazione, sottoscritta dal dichiarante, è presentata direttamente agli uffici comunali o è
spedita per posta tramite raccomandata con avviso di ricevimento A.R, o inviata in via telematica
con posta certificata. In caso di spedizione fa fede la data di invio. Qualora sia attivato un sistema di
presentazione telematica il Comune provvede a far pervenire al contribuente il modello di
dichiarazione compilato, da restituire sottoscritto con le modalità e nel termine ivi indicati.
5. La mancata sottoscrizione e/o restituzione della dichiarazione non comporta la sospensione delle
richieste di pagamento.
6. Gli uffici comunali, in occasione di richiesta di residenza, rilascio di licenze, autorizzazioni o
concessioni, devono invitare il contribuente a presentare la dichiarazione nel termine previsto,
fermo restando l’obbligo del contribuente di presentare la dichiarazione anche in assenza di detto
invito.
Art. 33. Poteri del Comune
1. Il Comune designa il funzionario responsabile del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi a cui sono
attribuiti tutti i poteri per l'esercizio di ogni attività organizzativa e gestionale, compreso quello di
sottoscrivere i provvedimenti afferenti a tali attività, nonché la rappresentanza in giudizio per le
controversie relative al tributo stesso.
2. Ai fini della verifica del corretto assolvimento degli obblighi tributari, il funzionario responsabile può
inviare questionari al contribuente, richiedere dati e notizie a uffici pubblici ovvero a enti di gestione di
servizi pubblici, in esenzione da spese e diritti, e disporre l'accesso ai locali ed aree assoggettabili al
tributo, mediante personale debitamente autorizzato e con preavviso di almeno sette giorni.
3. In caso di mancata collaborazione del contribuente o altro impedimento alla diretta rilevazione,
l'accertamento può essere effettuato in base a presunzioni semplici di cui all'articolo 2729 c.c..
4. Ai fini dell’attività di accertamento, il Comune, per le unità immobiliari a destinazione ordinaria
iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare, sino all’attivazione delle procedure di
allineamento tra dati catastali e i dati relativi alla toponomastica e la numerazione civica interna ed
esterna, come superficie assoggettabile al tributo quella pari all’80 per cento della superficie catastale
determinata secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23
marzo 1998, n. 138.
Art. 34. Accertamento
1. L’omessa o l’infedele presentazione della dichiarazione è accertata notificando al soggetto
passivo, anche a mezzo raccomandata A.R. inviata direttamente dal Comune e/o dal Concessionario
della Riscossione designato, a pena di decadenza entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a
quello in cui la dichiarazione è stata o avrebbe dovuto essere presentata, avviso di accertamento
d’ufficio o in rettifica.
2. L’avviso di accertamento specifica le ragioni dell’atto e indica distintamente le somme dovute
per tributo, maggiorazione, tributo provinciale, sanzioni, interessi di mora, e spese di notifica, da
versare in unica rata entro sessanta giorni dalla ricezione, e contiene l’avvertenza che, in caso di
inadempimento, si procederà alla riscossione coattiva con aggravio delle spese di riscossione e degli
ulteriori interessi di mora.
3. In materia di maggiore rateizzazione dei carichi iscritti a ruolo il Comune si avvale delle
disposizioni contenute nell’art. 36 della legge 28/2/2008, n. 31 di conversione del D.L. 31/12/2007,
n. 248, e delle modificazioni ivi disposte all’art. 19 del D.P.R. n. 602/1973 ed all’art 26 del D.Lgs.
n. 46/1999. In conseguenza, la concessione della rateizzazione delle somme iscritte a ruolo in caso
di temporanea situazione di obiettiva difficoltà del contribuente è conferita – in caso di affidamento
del servizio - all’agente della riscossione territorialmente competente. Il Comune si riserva la
facoltà di agire in proprio in caso di riscossione diretta e/o di impartire all’agente della riscossione
indirizzi e/o criteri per l’applicazione dell’istituto del maggiore rateizzo attraverso apposito atto
deliberativo di Giunta Comunale.
Qualora le somme complessivamente indicate negli avvisi, comprese le sanzioni e gli interessi
applicabili, siano superiori a € 500,00 e fino a € 2.000,00 il contribuente può richiedere, non oltre il
termine del primo versamento, una rateazione sino a 6 rate trimestrali, oltre agli interessi di cui
all’articolo 37.
Per importi compresi tra € 2001,00 e fino a € 10.000,00 il contribuente può richiedere, non oltre il
termine del primo versamento, una rateazione sino a 16 rate trimestrali, oltre agli interessi di cui
all’articolo 37.
Per importi superiori a € 10.000,00 puo’ essere concessa una rateazione non
superiore alle 36 rate trimestrali, oltre agli interessi di cui all’articolo 37.
L’utente decade dalla rateazione nel caso di mancato pagamento di tre rate anche non consecutive.
4. Gli accertamenti divenuti definitivi valgono come dichiarazione per le annualità successive
all’intervenuta definitività.
Art. 35. Sanzioni
1. In caso di omesso o insufficiente versamento del tributo risultante dalla dichiarazione si applica
la sanzione del 30% di ogni importo non versato. Per i versamenti effettuati con un ritardo non
superiore a quindici giorni, la sanzione di cui al primo periodo, oltre alle riduzioni previste per il
ravvedimento dal comma 1 dell'articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, se
applicabili, è ulteriormente ridotta ad un importo pari ad un quindicesimo per ciascun giorno di
ritardo.
2. In caso di omessa presentazione della dichiarazione, anche relativamente a uno solo degli
immobili posseduti, occupati o detenuti, si applica la sanzione amministrativa dal cento al duecento
per cento del tributo dovuto, con un minimo di 50 euro.
3. In caso di infedele dichiarazione si applica la sanzione amministrativa dal cinquanta al cento per cento
del tributo non versato, con un minimo di 50 euro.
4. In caso di mancata, incompleta o infedele risposta al questionario di cui all’articolo 33, comma 2, entro
il termine di sessanta giorni dalla notifica dello stesso, si applica la sanzione amministrativa da euro 100 a
euro 500. La contestazione della violazione di cui al presente comma deve avvenire, a pena di decadenza,
entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è commessa la violazione.
5. Le sanzioni previste per l’omessa ovvero per l’infedele dichiarazione sono ridotte a un terzo se, entro il
termine per ricorrere alle commissioni tributarie, interviene acquiescenza del contribuente con il
pagamento del tributo, se dovuto, della sanzione e degli interessi.
6. Si applica, per quanto non specificamente disposto, la disciplina prevista per le sanzioni amministrative
per la violazione di norme tributarie di cui al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472.
Art. 36. Riscossione
1. Il Comune riscuote il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi dovuto in base alle dichiarazioni inviando
ai contribuenti, anche per posta semplice, inviti di pagamento che specificano per ogni utenza le somme
dovute per tributo, maggiorazione e tributo provinciale, suddividendo l’ammontare complessivo in
quattro rate bimestrali, scadenti nei mesi di maggio, luglio, settembre e novembre, con facoltà di
effettuare il pagamento in unica soluzione entro il mese di luglio di ciascun anno
2. Il tributo comunale per l’anno di riferimento è versato al Comune mediante bollettino di conto
corrente postale, ovvero tramite modello di pagamento unificato di cui all’articolo 17 del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
3. Al contribuente che non versi alle prescritte scadenze le somme indicate nell’invito di pagamento
è notificato, anche a mezzo raccomandata A.R. e a pena di decadenza entro il 31 dicembre del
quinto anno successivo all’anno per il quale il tributo è dovuto, avviso di accertamento per omesso
o insufficiente pagamento. L’avviso indica le somme da versare comprensive di sanzioni ed
interessi in unica rata entro sessanta giorni dalla ricezione, con addebito delle spese di notifica, e
contiene l’avvertenza che, in caso di inadempimento, si applicherà la sanzione per omesso
pagamento di cui all’articolo 35, comma 1, oltre agli interessi di mora, e si procederà alla
riscossione coattiva con aggravio delle spese di riscossione. Si applica il terzo comma dell’articolo
34.
Art. 37. Interessi
1. Gli interessi di mora, di rateazione e di rimborso sono computati nella misura del vigente tasso
legale vigente.
2. Gli interessi sono calcolati con maturazione giorno per giorno con decorrenza dal giorno in cui sono
divenuti esigibili.
Art. 38. Rimborsi
1. Il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto dal contribuente entro il termine di
cinque anni dal giorno del versamento, ovvero da quello in cui è stato accertato il diritto alla restituzione.
Il rimborso viene effettuato entro centottanta giorni dalla data di presentazione dell’istanza.
2. Sulle somme rimborsate spettano gli interessi nella misura prevista dall’articolo 37, a decorrere dalla
data dell’eseguito versamento.
Art. 39. Somme di modesto ammontare
1. Ai sensi dell’articolo 1, comma 168, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, non si procede al versamento
in via ordinaria e al rimborso per somme inferiori a 12 euro per anno d’imposta.
2. Ai sensi dell’articolo 3, comma 10, del decreto legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito dalla legge 26
aprile 2012, n. 44, il Comune non procede all’accertamento, all’iscrizione a ruolo e alla riscossione dei
crediti relativi ai propri tributi qualora l’ammontare dovuto, comprensivo di sanzioni amministrative e
interessi, non superi, per ciascun credito, l’importo di euro 30, con riferimento ad ogni periodo
d’imposta. Tale disposizione non si applica qualora il credito derivi da ripetuta violazione degli obblighi
di versamento relativi ad un medesimo tributo.
Art. 40. Contenzioso
1. Contro l'avviso di accertamento, il provvedimento che irroga le sanzioni, il provvedimento che respinge
l'istanza di rimborso o nega l’applicazione di riduzioni o agevolazioni può essere proposto ricorso secondo
le disposizioni di cui al decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, e successive modificazioni.
2. Si applica, secondo le modalità previste dallo specifico regolamento comunale, l’istituto
dell’accertamento con adesione sulla base dei principi e dei criteri del decreto legislativo 19 giugno 1997,
n. 218, limitatamente alle questioni di fatto, in particolare relative all’estensione e all’uso delle superfici
o alla sussistenza delle condizioni per la fruizione di riduzioni o agevolazioni.
3. Si applicano altresì gli ulteriori istituti deflativi del contenzioso previsti dalle specifiche norme.
4. Le somme dovute a seguito del perfezionamento delle procedure di cui ai commi 2 e 3 possono, a
richiesta del contribuente, essere rateizzate, secondo quanto previsto dall’art.34 del presente
regolamento.
TITOLO VII – Disposizioni finali e transitorie
Art. 41. Entrata in vigore e abrogazioni
1. Il presente regolamento, pubblicato nei modi di legge, entra in vigore il 1° gennaio 2013.
2. Ai sensi dell’articolo 14, comma 46, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, essendo
soppressi, a partire dal 1° gennaio 2013, tutti i prelievi vigenti relativi alla gestione dei rifiuti
urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l’addizionale per l’integrazione
dei bilanci degli enti comunali di assistenza, sono abrogate tutte le norme regolamentari in contrasto
con il presente regolamento.
Art. 42. Clausola di adeguamento
1. Il presente regolamento si adegua automaticamente alle modificazioni della normativa nazionale
e comunitaria, in particolare in materia di rifiuti e in materia tributaria.
2. I richiami e le citazioni di norme contenuti nel presente regolamento si devono intendere fatti al
testo vigente delle norme stesse.
Art. 43. Disposizioni transitorie
1. Il Comune o l’ente eventualmente competente continuerà le attività di accertamento, riscossione
e rimborso delle pregresse annualità della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni
e/o della Tariffa per la gestione dei rifiuti urbani entro i rispettivi termini decadenziali o
prescrizionali.
2. Le dichiarazioni già presentate o gli accertamenti già notificati ai fini delle previgenti forme di
prelievo sui rifiuti conservano validità anche ai fini dell’entrata disciplinata dal presente
regolamento, sempre che non siano intervenute modifiche rilevanti ai fini della determinazione di
quanto dovuto.
Art. 44. Disposizioni per l’anno 2013
1. Per l’anno 2013 il tributo deve essere pagato in 4 rate scadenti nei mesi di luglio, settembre,
novembre e dicembre secondo le modalità previste dalla deliberazione di Consiglio Comunale n°24
del 28.05.2013.
Qualora il Comune di Ercolano dovesse approvare il Regolamento TARES e le
relative tariffe 2013 prima della scadenza di versamento delle rate in acconto su base
TARSU(delibera di C.C. n°24 del 28.05.2013) , si potrà procedere ad emettere – se ritenuto utile –
gli avvisi di pagamento sulla scorta delle nuove tariffe TARES così come saranno determinate –
sempre in n°4 rate – fermo restando che il versamento della maggiorazione dovuta allo Stato dovrà
essere effettuato con l’ultima rata del mese di dicembre 2013.2. Per l’anno 2013, il pagamento della maggiorazione per i servizi indivisibili è effettuato in base
alla misura standard di 0,30 euro per metro quadrato, senza applicazione di sanzioni e interessi,
sull’ultima rata di versamento.
ALLEGATO 1
Sostanze assimilate ai rifiuti urbani
Sono assimilate ai rifiuti urbani, ai sensi dell’articolo 3 del presente regolamento, le seguenti sostanze:
-
-
-
rifiuti di carta, cartone e similari;
rifiuti di vetro, vetro di scarto, rottami di vetro e cristallo;
imballaggi primari
imballaggi secondari quali carta, cartone, plastica, legno, metallo e simili purchè raccolti in
forma differenziata;
contenitori vuoti (fusti, vuoti di vetro, plastica, metallo, latte, lattine e simili);
sacchi e sacchetti di carta o plastica, fogli di carta, plastica, cellophane, cassette, pallets;
accoppiati di carta plastificata, carta metallizzata, carta adesiva, carta catramata, fogli di
plastica metallizzati e simili;
frammenti e manufatti di vimini e sughero,
paglia e prodotti di paglia;
scarti di legno provenenti da falegnameria e carpenteria, trucioli e segatura;
fibra di legno e pasta di legno anche umida, purché palabile;
ritagli e scarti di tessuto di fibra naturale e sintetica, stracci e juta;
feltri e tessuti non tessuti;
pelle e simil - pelle;
gomma e caucciù (polvere e ritagli) e manufatti composti prevalentemente da tali materiali ,
come camere d'aria e copertoni;
resine termoplastiche e termo - indurenti in genere allo stato solido e manufatti composti da
tali materiali;
imbottiture, isolamenti termici e acustici costituiti da sostanze naturali e sintetiche, quali
lane di vetro e di roccia, espansi plastici e minerali e simili;
moquette, linoleum, tappezzerie, pavimenti e rivestimenti in genere;
materiali vari in pannelli (di legno, gesso, plastica e simili);
frammenti e manufatti di stucco e di gesso essiccati;
rifiuti di metalli ferrosi e metalli non ferrosi e loro leghe;
manufatti di ferro e tipo paglietta metallica, filo di ferro, spugna di ferro e simili;
nastri abrasivi;
cavi e materiale elettrico in genere;
pellicole e lastre fotografiche e radiografiche sviluppate;
scarti in genere della produzione di alimentari, purché non allo stato liquido, quali scarti di
caffè scarti dell'industria molitoria e della plastificazione, partite di alimenti deteriorati
anche inscatolati o comunque imballati, scarti derivanti dalla lavorazione di frutta e ortaggi,
caseina, salse esauste e simili;
scarti vegetali in genere (erbe, fiori, piante, verdure, etc.) anche derivanti da lavorazioni
basate su processi meccanici (bucce, baccelli, pula, scarti di sgranatura e di trebbiatura e
simili), compresa la manutenzione del verde ornamentale;
residui animali e vegetali provenienti dall'estrazione di principi attivi;
accessori per l’informatica.
Sono altresì assimilati ai rifiuti urbani, ai sensi dell’articolo 2, lett. g), D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254, i
seguenti rifiuti prodotti dalle strutture sanitarie pubbliche e private, che svolgono attività medica e
veterinaria di prevenzione, di diagnosi, di cura, di riabilitazione e di ricerca ed erogano le prestazioni di
cui alla legge 23 dicembre 1978, n. 833:
-
rifiuti delle cucine;
rifiuti da ristorazione dei reparti di degenza non infettivi;
vetro, carta, cartone, plastica, metalli, imballaggi,
rifiuti ingombranti
spazzatura e altri rifiuti non pericolosi assimilati agli urbani;
indumenti e lenzuola monouso;
-
gessi ortopedici e bende, assorbenti igienici, non dei degenti infettivi
pannolini pediatrici e i pannoloni,
contenitori e sacche delle urine;
rifiuti verdi.
ALLEGATO 2
Categorie di utenze non domestiche.
Le utenze non domestiche sono suddivise nelle seguenti categorie.
1. Musei, biblioteche, scuole, associazioni, circoli, luoghi ed aree di culto i cui locali non sono
destinati al culto divino, arciconfraternite, scavi archeologici, scuole di ballo, sale da ballo, sale da
gioco e divertimento in genere
2. Cinematrografi e teatri,
3. Aurorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta, aree scoperte adibite a parcheggio,
noleggio auto
4. Campeggi, distributori di carburanti, impianti sportivi parchi giochi (relative aree pertinenziali),
aree scoperte ad uso diverso da quello dei relativi locali, autolavaggi, palestre, caserme
5. Stabilimenti balneari o ad uso elioterapico
6. Esposizioni, autosaloni, attività commerciali con superficie prevalentemente espositiva quali:
autosaloni, vendita di motoveicoli, mobili, macchinari, elettrodomestici e simili
7. Alberghi, pensioni, locande, agriturismi, residence, organizzazione di ricevimenti, feste,
spettacoli, corsi e convegni con somministrazione di pasti
8. Alberghi, pensioni, locande,Bed & Breakfast, agriturismi, residence, organizzazione di ricevimenti, feste,
spettacoli, corsi e convegni senza somministrazione di pasti
9. Case di cura, case di riposo, collegi, convitti e comunità in genere
10. Ospedali, cliniche
11. Uffici, agenzie, studi professionali, centri diagnostici, grandi aziende di pubblici servizi,
ambulatori ed analisi cliniche, assicurazioni, imprese di pulizia, attività di servizi in genere
non comprese in altre categorie
12. Banche ed istituti di credito
13. Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, colori e parati, materiali edile,
ottica, bomboniere, articoli da regalo, negozi di materiali elettronici, mercerie, casalinghi, detersivi,
gioielleria ed altri beni durevoli
14. Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze
15. Negozi particolari quali: filatelia, tende, tessuti, tappeti, cappelli, ombrelli, antiquariato,
finimenti equini
16. Banchi di mercato beni durevoli
17. Attività artigianali tipo botteghe: parrucchiere, barbiere, estetista, saloni di bellezza
18. Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, gommista, fotografo,
lavorazione coralli e preziosi in genere, lavorazione pelli, riparazione elettrodomestici e televisori,
lavanderia, tipografia, sartorie, tappezzerie, vetrerie, cornici
19. Carrozzeria, autofficina, elettrauto, autodemolitori
20. Attività industriali con capannoni di produzione, selezione indumenti usati, cantiere nautico
21. attività artigianali di produzione di beni specifici, Imprese edili, marmisti, lapidei, imprese
di autotrasportatori, infissi, fabbrica abbigliamento in genere
22. Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub
23. Mense, birrerie, hamburgherie, paninoteche
24. Bar, caffè, pasticceria, gelateria, yogurteria (con relative aree scoperte)
25. Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari, negozio di vendita
prodotti generi alimentari, negozio di vendita prodotti surgelati/congelati , enoteche,esercizi di
vendita prodotti alimentari non altrove classificati
26. Plurilicenze alimentari e/o miste
27. Ortofrutta, pescheria, fiori e piante, pizza al taglio
28. Ipermercati di generi misti
29. Banchi di mercato generi alimentari
30. Discoteche, night club, locali notturni
Premesso:
- Che l’art. 14 del D.L. 06/12/2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla L. 22/12/2011, n. 214,
ha istituito, a decorrere dal 01/01/2013, il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES);
-
Che l’art. 14, comma 46, del medesimo decreto, a decorrere dal 01/01/2013, dispone la soppressione
di tutti i prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura
tributaria, compresa l’addizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza;
-
Che in virtù delle predette disposizioni, con decorrenza dal 01/01/2013, cessa di avere applicazione
nel comune di Ercolano la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni (TARSU), ferme
restando le obbligazioni sorte prima della predetta data;
-
Che l’art. 52 del D.Lgs 446/97, disciplinante la potestà regolamentare dell’ente in materia di entrate,
è applicabile, a norma dell’art. 14, comma 45, del D.L. 201/2011, anche al tributo comunale sui
rifiuti e sui servizi (TARES);
-
Che l’art. 52, commi 1 e 2, del D.Lgs 446/97 stabilisce che: “le province ed i comuni possono
disciplinare con regolamento le proprie entrate, anche tributarie, salvo per quanto attiene alla
individuazione e definizione delle fattispecie imponibili, dei soggetti passivi e della aliquota
massima dei singoli tributi, nel rispetto delle esigenze di semplificazione degli adempimenti dei
contribuenti. Per quanto non regolamentato si applicano le disposizioni di legge vigenti.… I
regolamenti sono approvati con deliberazione del comune e della provincia non oltre il termine di
approvazione del bilancio di previsione e non hanno effetto prima del 1 gennaio dell'anno
successivo….”;
-
Che l'art. 53, comma 16, della Legge 23/12/2000, n. 388, come modificato dall’art. 27, comma 8,
della Legge 28/12/2001, n. 448, prevede che: “il termine per deliberare le aliquote e le tariffe dei
tributi locali, compresa l'aliquota dell'addizionale comunale all'IRPEF di cui all'articolo 1, comma 3,
del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, recante istituzione di una addizionale comunale
all'IRPEF, e successive modificazioni, e le tariffe dei servizi pubblici locali, nonché per approvare i
regolamenti relativi alle entrate degli enti locali, e' stabilito entro la data fissata da norme statali
per la deliberazione del bilancio di previsione. I regolamenti sulle entrate, anche se approvati
successivamente all'inizio dell'esercizio purché entro il termine di cui sopra, hanno effetto dal 1
gennaio dell'anno di riferimento”;
-
Che l’art. 1, comma 381, della L. 24/12/2012, n. 228, ha differito al 30/06/2013 il termine per
l’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2013 che è stato ulteriormente prorogato al
30.09.2013 con l’art.10 comma 4quater lett.b punto 1della L. n°74 del 06.06.2013;
-
Che in particolare l’art. 14, comma 22, del D.L. 201/2011, stabilisce che, con regolamento da
adottarsi ai sensi dell’art. 52 del D.Lgs 446/97, il consiglio comunale determina la disciplina per
l’applicazione del tributo, concernente tra l’altro la classificazione delle categorie di attività con
omogenea potenzialità di produzione dei rifiuti, la disciplina delle riduzioni tariffarie, la disciplina di
eventuali riduzioni ed esenzioni, l’individuazione di categorie di attività produttive di rifiuti speciali
alle quali applicare, nell’obiettiva difficoltà di delimitare le superfici ove tali rifiuti si formano,
percentuali di riduzione rispetto all’intera superficie su cui l’attività viene svolta ed i termini di
presentazione della dichiarazione e del versamento del tributo;
-
Che a norma dell’art. 13, comma 15, del D.L. 201/2011 a decorrere dall’anno 2012, tutte le
deliberazioni regolamentari e tariffarie relative alle entrate tributarie degli enti locali devono essere
inviate al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento delle finanze, entro il termine di cui
all’articolo 52, comma 2, del decreto legislativo n. 446 del 1997, e comunque entro trenta giorni
dalla data di scadenza del termine previsto per l’approvazione del bilancio di previsione. Il mancato
invio delle predette deliberazioni nei termini è sanzionato, previa diffida da parte del Ministero
dell’Interno, con il blocco, sino all’adempimento dell’obbligo, dell’invio delle risorse a qualsiasi titolo
dovute agli enti inadempienti. Con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto
con il Ministero dell’Interno, di natura non regolamentare sono stabilite le modalità di attuazione,
anche graduale, delle disposizioni di cui ai primi due periodi del presente comma. Il Ministero
dell’Economia e delle Finanze pubblica, sul proprio sito informatico, le deliberazioni inviate dai
comuni. Tale pubblicazione sostituisce l’avviso in Gazzetta Ufficiale previsto dall’articolo 52, comma
2, terzo periodo, del decreto legislativo n. 446 del 1997;
-
Che, in tale ottica, il Settore Finanza e Controllo ha predisposto l’allegato schema di regolamento per
la disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, redatto dal competente ufficio comunale,
costituito da n.44 articoli e due allegati rispettivamente distinti con i numeri “1 e 2”, uniti alla
presente deliberazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
-
Che in virtù di quanto disposto dall’art. 52 del D.Lgs 446/97 per quanto non disciplinato dal
regolamento allegato alla presente deliberazione continuano ad applicarsi le disposizioni di legge
vigenti in materia di tributo comunale sui rifiuti e sui servizi;
-
Che il regolamento entra in vigore il 01/01/2013, in virtù di quanto previsto dalle sopra richiamante
disposizioni normative;
-
Che le esenzioni/riduzioni previste nel regolamento comunale ai sensi dell’art. 14, comma 19, del
D.L. 201/2011, devono essere iscritte in bilancio come autorizzazioni di spesa e che la relativa
copertura deve essere assicurata da risorse diverse dai proventi del tributo di competenza
dell’esercizio al quale si riferisce l’iscrizione stessa;
-
Che con deliberazione del Consiglio Comunale n°24 del 23.05.2013 è stato formalmente
istituito il nuovo Tributo TARES nel Comune di Ercolano a datare dall’01.01.2013 nonché
definito il numero delle rate di versamento in acconto e saldo per l’anno 2013, ai sensi
dell’art.10, commi 2 e 3 del D.L. n°35/2013.-
Alla luce dei fatti sopra esposti e richiamata la nota prot. 25898 del 04.06.2013 sul tema in argomento, si
rende relazione istruttoria in merito alla presente proposta per la disamina e valutazioni del competente
Consiglio Comunale.Ercolano, 21 giugno 2013.Il Funzionario
D’Antonio Luigi
IL DIRIGENTE
dott.ssa Paola Tallarino
IL SINDACO
-
-
Vista la relazione istruttoria di cui al presente allegato A) che fa propria;
Ritenuto che il Consiglio Comunale deve procedere alla disamine dell’allegato regolamento comunale
in materia di TARES;
Considerato che sulla presente proposta di deliberazione vanno acquisiti i pareri favorevoli di
regolarità tecnica e finanziaria del Responsabile del servizio competente e del Responsabile del
Servizio Finanziario ai sensi del D.Lgs. 18/08/2000,n°267 nonché il parere dell’organo di revisione
economico-finanziario ai sensi dell’art. 239, comma 1, lettera b, del D.Lgs 267/2000, come
modificato dall’art. 3, comma 2-bis, del D.L. 174/2012
Visto il D.Lgs. 18/08/2000, n. 267;
Visto lo Statuto comunale;
Propone al Consiglio Comunale l’adozione del presente provvedimento e del seguente
DISPOSITIVO
1) Di approvare il regolamento per la disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES),
composto di n. 44 articoli e relativi “allegati n°1 e 2”, unito alla presente deliberazione per
costituirne parte integrante e sostanziale.
2) Di dare atto che il regolamento approvato con la presente deliberazione entra in vigore il 01/01/2013.
3) Di dare atto, altresì, che per quanto non disciplinato dal regolamento continuano ad applicarsi le
vigenti disposizioni di legge in materia di tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES).
4) Di determinare le tariffe del tributo e delle relativa maggiorazione annualmente con specifica
deliberazione.
5) Di trasmettere, a norma dell’art. 13, comma 15, del D.L. 201/2011 e dell’art. 52 del D.Lgs. 446/97, la
presente deliberazione e copia del regolamento approvato al Ministero dell’Economia e delle Finanze,
dipartimento delle finanze, entro il termine di 30 giorni dalla sua esecutività, o comunque entro il
termine di 30 giorni dalla scadenza del termine per l’approvazione del bilancio di previsione.
IL SINDACO
Dott. Vincenzo Strazzullo
CITTA’ DI ERCOLANO
Seduta Consiliare del 27/06/2013
STRALCIO
TERZO PUNTO ALL'ORDINE DEL GIORNO
"Approvazione del Regolamento Comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES) con decorrenza
1/1/2013"
PRESIDENTE
Assessore, prego, ne ha facoltà.
Assessore LIBERTI
Grazie presidente.
Come dicevo prima, l'atto precedente risulta essere il primo atto che poi a cascata provoca gli
atti successivi.
Dal primo gennaio 2013 è stata istituita la TARES, Tassa di Rifiuti e Servizi, e cessa di esistere
la TARSU.
Per questo, ovviamente, il Consiglio Comunale è chiamato ad approvare il documento che
regolamenta il funzionamento di questo tributo.
Noi abbiamo già istituito la TARES a fine maggio e con questo provvedimento, in qualche
modo, andiamo a regolamentare quelle che sono tutte le altre vicende, penso alle
agevolazioni, le riduzioni, i soggetti passivi e tutto il resto.
Ovviamente gran parte del regolamento è già contemplato dalla norma, gli spazi di decisioni
delle autonomie locali, del Consiglio Comunale sono quelli legati, come dicevo prima,
alle agevolazioni, alle riduzioni ed altri piccoli margini per cui la norma è abbastanza
chiara rispetto anche quelli che sono i soggetti passivi, i rifiuti elencati, anche le
superfici escluse e tutto il resto appresso.
Quindi, in qualche modo, noi stiamo adesso approvando il primo regolamento della TARES e,
come tale, sarà poi il provvedimento che ci rimarrà per i prossimi anni.
Ovviamente, come tutti i regolamenti, questo, avendolo istituito prima del bilancio la TARES e
quindi anche il regolamento entra in funzione dal primo gennaio 2013, e quindi
produrrà i suoi effetti dal primo gennaio.
È un regolamento, come dicevo prima, articolato che si basa sostanzialmente su quello che è il
dettato normativo più piccole sfumature.
Intanto, per esempio, una cosa che vale la pena citare ma che poi troveremo nella discussione
sul piano tariffario, è che noi abbiamo ridotto una delle agevolazioni che prima c'era,
in realtà non è che l'abbiamo ridotta, l'abbiamo già incorporata nella tariffa. Per
esempio, per quelli che sono gli occupanti nei locali fino a 25 metri quadri, era questo
mi pare, siccome già la tariffa era di per sé molto ridotta, usciva una tariffa molto
ridotta, abbiamo ridimensionato quell'agevolazione che era del 30% mi pare, c'era
un'altra cosa... quella per un solo componente, quella per un unico occupante
praticamente abbiamo ridotto sensibilmente perché già la tariffa che poi vedremo
successivamente risulta a maggior ragione... quindi l'abbiamo tolta però in realtà
l'abbiamo già compresa nella tariffa, per cui è come se la stessimo togliendo dal
regolamento ma sta già nella tariffa. Quindi questa è una delle poche cose che
troveremo di diverso.
Quindi, in questo l'atto che stiamo per approvare è il regolamento, lo strumento che poi
servirà ai cittadini, agli uffici per applicare pedissequamente la norma e il tributo.
Grazie.
VICEPRESIDENTE
Grazie assessore.
C'è il Consigliere Nicola Grimaldi che vuole intervenire, prego, ne ha facoltà.
Consigliere GRIMALDI
Siccome c'è stato poco tempo per leggere queste carte, qualcosa lo abbiamo letto poco fa nei
banchi.
Volevo chiederle circa il regolamento, prendiamo, per iniziare, l'articolo 25.
Nei vari articolati ci sono: "Riduzioni per il recupero", queste percentuali di riduzione sulle
tasse, sulle tariffe, sono qualcosa che deriva da qualche computo, da qualche
parametro o qualcosa che deriva in modo sic et simpliciter da norma? Ed,
eventualmente, quali sono gli elementi a base per determinare questo tipo di
percentuali.
Poi magari dopo passiamo a quelle che sono le riduzioni per i nuclei familiari eccetera. Se
possiamo fare uno scambio così per chiarire.
Dunque, abbiamo: "Agevolazioni", articolo 27, cioè le varie agevolazioni; io ho davanti a me il
quadro sinottico delle tariffe a partire dal 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012.
Nel 2012 avevamo, ad esempio, abitazioni private con un occupante il 33% di riduzione,
questa volta, se ho capito bene, visto che applicando la TARES, quindi il rapporto
parametri e metri quadri occupanti, già di per sé viene una tariffa abbastanza
adeguata, quindi è stato eliminato questo terzo della tassa di riferimento a quello che
era il vecchio tributo della TARSU.
Mentre quando ci troviamo in presenza di altri tipi di riduzioni, tipo ISEE 0, qui quanto è? Era
il 30%, adesso quanto è? 30%. Tariffa agevolata con ISEE inferiore a 2500 euro, è
rimasto lo stesso; questa è una proposta che serve per non squilibrare il quadro
finanziario perché credo che questi tipi di agevolazioni facciano parte di quella che è
la compiuta pertinenza ed agibilità del Consiglio Comunale, o no assessore?
Assessore LIBERTI
Certo.
Consigliere GRIMALDI
Però vedo che già si sono fatti un perdi conticini sull'intera questione.
Andiamo all'articolo 28.
Cioè: "Qualora si rendessero applicabili più riduzioni o agevolazioni, si applica solo quella di
maggior favore"? Potremmo aggiungere questa parola: "Solo quella di maggior favore
per il contribuente"?
Ci sono state variazioni rispetto a quelle che erano le agevolazioni del precedente
regolamento, assessore, ci sono state? Se ci sono state, se mi dice quali e le
motivazioni poste a base.
Assessore LIBERTI
È chiaro che ci si presenta al Consiglio con uno spirito sereno e costruttivo.
Questa è la proposta che sottoponiamo al Consiglio Comunale che è l'organo che deve entrare
nel merito e lo deve approvare, non necessariamente questo testo, questa è la bozza,
la utilizzo così, perdonatemi, ma per far capire che è un testo che viene sottoposto
all'attenzione dei gruppi consiliari e che poi dovranno entrare nel merito e votarlo,
modificarlo, se è possibile, quindi
tutto quello che si vuole fare in Consiglio,
ovviamente tenendo conto del dettato normativo, si può fare.
Convengo con lei rispetto alle ristrettezze dei tempi . Però volevo dire solo questo: rispetto
alle riduzioni di recupero, per esempio, l'articolo 25 che lei citava, io ho qui tutti e due
i testi, regolamento vecchio e regolamento nuovo. In realtà, la normativa sui rifiuti è
in continua evoluzione. Se lei prende l'articolo 15 del vecchio regolamento fa
riferimento al D. Lgs. 22 del 1997 e invece la riduzione del recupero qui fa riferimento
al D. Lgs. 3 aprile 2006, cioè c'è uno sbalzo temporale di circa nove anni, perché è
chiaro che la fase normativa si è evoluta e quindi anche il legislatore ha posto
l'attenzione su una serie di attività, tra cui quella di recupero, ha disciplinato meglio
le riduzioni e quindi anche il funzionario responsabile perché come per la TARSU
anche per la TARES la norma individua un responsabile specifico di questo tributo e
noi abbiamo individuato nel funzionario della TARSU anche il responsabile della
TARES. Quindi, le variazioni che vede sono intanto anche per effetto anche di questa
innovazione normativa.
Per quanto riguarda invece le riduzioni che citava prima, l'articolo 27 delle agevolazioni,
ripeto, questo è il testo che stasera il Consiglio è chiamato ad approvare e non a
ratificare. Cioè, c'è una proposta; in realtà, e io di questo me ne voglio far carico,
perché abbiamo avuto diverso tempo per discutere, ci siamo concentrati a discutere
di altro e non abbiamo approfondito purtroppo questo, è vero, forse non è colpa di
nessuno di noi perché ci siamo concentrati essenzialmente su quello che è il dato
finale e forse perché abbiamo dato per assodato... effettivamente era molto vasto e
c'erano ben tre argomenti, uno più complesso dell'altro, tra cui quello tariffario, cioè
finanziario, il regolamento e il piano tariffario. Quindi, in realtà abbiamo avuto poco
tempo per confrontarci, però quello che noi proponiamo al Consiglio è il testo che
tiene conto di tutte queste cose. Vede, non è che le agevolazioni che voi, come
Consiglio, potete modificare stasera, annullare, amplificare, raddoppiare, non vanno a
modificare il piano tariffario perché quello segue un percorso completamente
diverso, è un percorso parallelo, stiamo solo dicendo che se aumentiamo le
agevolazioni o le riduciamo, quello andrà a pesare o meno nel nostro bilancio
Comunale perché le agevolazioni, come funzionavano prima, funzionano anche
adesso, cioè ce ne facciamo carico noi nel bilancio. Quindi, se vogliamo aumentare
significa che metteremo una posta in più nel bilancio Comunale, se vogliamo
diminuire... e questo è il libero arbitrio del Consiglio Comunale che può decidere nella
sua piena autonomia.
Consigliere GRIMALDI
Sempre perché non abbiamo avuto tempo di poter organizzare qualcosa di più elaborato, però
è una bella discussione; noi avevamo lavorato al piano finanziario, assessore, stasera
non era essenziale e determinante approvare anche il regolamento e le tariffe.
Vogliamo guadagnare tempo, guadagnamo tempo, figuriamoci, sennò altrimenti perderemmo
tempo ad incassare prima le rate con la TARSU, tant'è che abbiamo approvato
qualcosa, quindi diciamocela tutta, visto che stiamo quasi in famiglia qua stasera.
È stata ridotta l'agevolazione per i nuclei familiari con presenza dei contribuenti con portatori
di handicap, era il 33% ed è stato portato al 30%; io propongo di riportarlo al 33%.
Assessore LIBERTI
Posso dire però perché è stata fatta questa cosa.
PRESIDENTE
Però facciamo intervenire pure gli altri in modo che apriamo la discussione, cerchiamo di
capire tutto quello che emerge.
Continui, Consigliere Grimaldi.
Consigliere GRIMALDI
Poi abbiamo sempre per lo stesso motivo, era quella lì con handicap da lavoro, che era nel
2012 la sublinea successiva, anch'esso dal 33% è stato portato al 30% e io proporrei
di riportarlo un'altra volta al 33%.
Nella parte... dunque, poi dopo vorrei essere chiarito nell'articolo 27, sempre agevolazioni, che
cosa significa "Nuclei familiari che risultino nulla tenenti e vivono in condizioni di
accertata indigenza" cioè esenzione totale; cosa significa e come si dimostra. Sto
nell'articolo 27 alla pagine successiva in alto dopo la lettera A, cioè i nuclei familiari
assistiti in modo... poi ci sono i nuclei familiari che risultino nulla tenenti e vivano in
condizioni di accertate... cioè come si dimostra, come... andrebbe un attimino
esplicitato un po’ meglio.
Per quanto riguarda... dunque, le riduzioni per distanza dai cassonetti, volevo ricordare, visto
che qui è contemplata la riduzione per distanza dai cassonetti, all'articolo 26:
"Riduzione per..." visto che con ordinanza 32 del 2008 sono state abrogate queste
agevolazioni in quanto è stato istituito il servizio porta a porta, i cassonetti non ci
sono più.
Io ho finito assessore.
VICEPRESIDENTE
Grazie Consigliere Grimaldi.
È iscritto a parlare il Consigliere Abete, prego, ne ha facoltà.
Consigliere ABETE
Io invece, Consigliere Grimaldi, sono convinto che bisogna necessariamente per forza
approvare prima il regolamento, per un motivo molto semplice, perché le
agevolazioni, le riduzioni che poi andremo a contemplare nella tariffa, discendono dal
regolamento. Se prima non citiamo la legge che prevede quelle agevolazioni, non
possiamo evidentemente approvare le tariffe, unicamente per questo motivo. Al di là
poi del merito del tempo a disposizione, è proprio una questione di ordine per la
legittimità del provvedimento.
Io invece avrei da fare una serie di osservazioni su altri articoli che, come dicevo in premessa,
molta attenzione è stata data sulla tariffa, perché ovviamente è la cosa più importante
perché si mette la mano nella tasca, e su certi altri tipi di argomenti... gran parte del
regolamento segue un po’ quella che la falsa riga del vecchio regolamento TARSU e
gran parte è stata fatta su quella che era la scorta che ci ha suggerito il Ministero,
quindi il 99% che non è discrezionale e che sta nel regolamento, praticamente
discende dalla legge.
Ora, io vorrei fare delle osservazioni in merito a quando parliamo del rateizzo, articolo 34:
"Accertamento" e al punto tre leggo testualmente: "In materia di maggiore
rateizzazione dei carichi iscritti al ruolo, il Comune si avvale delle normative vigenti.
In conseguenza, la concessione della rateizzazione delle somme iscritte a ruolo in
caso di temporanea situazione e di obiettiva difficoltà del contribuente, è conferita, in
caso di affidamento del servizio, all'agenda della riscossione territorialmente
competente. Il Comune si riserva la facoltà di agire in proprio in caso di riscossione
diretta o di impartire all'agenda della riscossione indirizzi o criteri per l'applicazione
dell'istituto del maggior rateizzo attraverso apposito deliberativo di Giunta", poi si
porta la griglia e il numero delle rate.
Allora, sembra di capire che il servizio se è affidato all'esterno deve essere l'amministrazione,
con un atto di Giunta, a dare l'indirizzo al concessionario della riscossione il numero
delle rate. Giacchè è ampia la discussione dal momento in cui ormai tutto è affidato è
all'ente, la riscossione spontanea, per cui è lo stesso ente che decide il numero delle
rate e la griglia. Allora io faccio questa considerazione: c'è stata tutta una battaglia
contro Equitalia, no? Poi man mano che andremo avanti, sembrerebbe che noi siamo
un po’ vessatori di Equitalia da questo punto di vista . Allora io, modestamente, vorrei
suggerire un pochettino di ampliare il numero delle rate se è possibile... allora voglio
fare una pregiudiziale: questo è un tributo sperimentale e come tutte le novità, tutte
le innovazioni si prestano ad una serie di considerazioni, una serie di accezioni, tutte
perfettibili e tutte migliorabili. Allora, la ristrettezza dei tempi, la necessità delle
risorse, allora, come dire, certe cose passano inosservate, quindi probabilmente ci
daremo appuntamento all'anno prossimo per fare una verifica, una casistica sul
territorio nazionale come si sono comportati tutti quanti gli enti, e nella distribuzione
dei costi, che andremo a vedere dopo per quanto riguarda la tariffa vera e propria.
Ritornando al discorso, io proporrei un rateizzo da 5 a 2.0000 in otto rate bimestrali, con
questa griglia; poi da 2.000 a 10.000 invece di 16, 24 rate; per importi compresi tra
10.000 e 50.000, 48 rate; e superiore a 50.000 mi auguro che non ce ne siano
contribuenti che abbiano questi debiti ma grandi aziende potrebbero anche trovarsi
in un'enorme difficoltà, cioè poiché non è più il concessionario che li deve dare i
rateizzi ma siamo noi, è opportuno sin da adesso dare già questo respiro: 50.000 in 72
rate. Figuriamoci che adesso arriva a 120 rate Equitalia, sempre in uno stato di
difficoltà, come dire, comprovata difficoltà finanziarie.
Ovviamente anche qui che cosa si intende: dobbiamo una semplice richiesta con una
dichiarazione di parte o devono esibire una documentazione?
Allora, comparandoci con Equitalia, Equitalia fino a un certo importo, fino a 50.000 euro, ha
previsto la semplice dichiarazione, dopo i 50.000 una documentazione, soprattutto se
si tratta di aziende, di bilanci, dichiarazioni dei redditi e altra documentazione fiscale
per poter dimostrare questa difficoltà finanziaria.
Al di là adesso dell'apertura per le rate, poi sta scritto: "Il contribuente - In tutte questa
possibilità - Lo può richiedere non oltre il termine del primo versamento" cioè
sembrerebbe troppo restrittivo perché io posso pagare la prima rata, una seconda
rata, poi non sono in condizione di poter pagare le rate successive e non posso
accedere al beneficio perché nel momento in cui mi si dice: "Non oltre il termine del
primo versamento" cioè praticamente è preclusa la possibilità ad un contribuente che
ne paga una, ne paga due e non... quindi togliere il termine: "Non oltre il termine del
primo versamento".
Non so se sono stato chiaro, è chiaro?
Quando dice: "Qualora le somme complessivamente indicate negli avvisi..." dice: "Non oltre il
termine del primo versamento".
Poi, ancora, alla fine dell'articolo 34, dice: "L'utente, decade dalla rateizzazione nel caso di
ritardo superiore a 15 giorni nel versamento anche di una sola rata" anche qui mi
sembra troppo vessatorio, cioè mutuando sempre l'apertura da parte del...
ulteriormente il governo Letta, allora io non dico otto rate, perché noi non arriviamo,
ma quanto meno due o tre rate consecutive anche se non consecutive, me non meno
di due o tre rate. Cioè uno che non paga entro 15 giorni un versamento perde il
beneficio... sono tutti comportamenti, considerato il momento di crisi in cui ci
troviamo, poi un'azione fortemente vessatoria potrebbe poi alla fine neppure indurre
il contribuente a pagare se non tiene niente da perdere, probabilmente con una
maggiore elasticità è possibile introitare queste risorse perché per quanto riguarda la
tariffa, voglio preannunciare, la pericolosità non sta tanto in quest'anno ma negli ani a
venire perché nei costi generali diversi di gestione vanno inclusi anche il tributo, la
quota di tributo non riscossa perché altrimenti non si pareggia il 100%, quindi noi
quando andremo a fare la riscossione coattiva eventualmente, facciamo attenzione ad
utilizzare tutti gli strumenti possibili perché nel momento in cui non si introita
nell'anno di competenza il 10 o 15% su 10.0000, dobbiamo coprire successivamente
1 milione, 700.000, 500.000... diventa pericoloso.
Poi, altro punto, è la riscossione, l'articolo 36, quando dice: "Il Comune riscuote il tributo
Comunale sui rifiuti e sui servizi dovuti in base alla dichiarazione inviando ai
contribuenti, anche per posta semplice inviti di pagamento che specificano ogni
utenza le somme dovute in rate bimestrali...".
Ora, come avviene il sistema di riscossione attuale: l'Equitalia manda una cartella ed è un
avviso bonario, tutto questo perché per far risparmiare il contribuente le famose
spese, 5,20 - 5,30 di notifica; adesso, quando noi mandiamo per posta semplice credo
di capire che anche qui è una sorta di avviso bonario, fate attenzione, è una sorta di
avviso bonario, poi cosa succede? Se non paga il contribuente adesso come avviene:
rimanda entro l'anno successivo, non più tardi dell'anno successivo, un'altra volta le
cartelle in quattro rate, non è questo il pubblica, il problema è quando dice: "Al
contribuente che non versa le prescritte scadenze le somme indicate nell'invito di
pagamento è notificato, a mezzo raccomandata andata e ritorno, a pena di decadenza
entro il 31 dicembre del quinto anno successivo dell'anno per il quale il tributo è
dovuto; avviso di accertamento per omesso o insufficiente pagamento".
Cioè cosa significa: come sta scritto qui si può verificare questa situazione: che un soggetto
riceve i bollettini, non li paga, poi l'ufficio ha cinque anni di tempo per fare la notifica
tramite accertamento del pagamento; dove sta il problema: che l'avviso indica le
somme da versare in un'unica rata entro 60 giorni con le semplici spese di notifica,
cioè significa che questo soggetto non paga l'anno successivo ma potenzialmente può
pagare dopo cinque anni le stesse risorse che doveva pagare i cinque anni prima? È
vero che l'ufficio si potrà attivare, ma nel momento in cui ci si ingolfa, o quanto meno,
non si incorre nella prescrizione dei termini potrebbe potenzialmente aspettare
anche i cinque anni e va da sé che... ma chi vuoi che paga a un certo punto entro un
anno se ha la possibilità di pagare le stesse risorse? Tanto è vero, la conferma, io
questo volevo capire, che in caso di inadempimento si applicherà la sanzione per
omesso pagamento e oltre... cioè solo dopo si pagherà... allora, andrebbe
probabilmente è nei cinque anni.
Allora io stravolgerei proprio l'articolo, cioè manderei direttamente i quattro bollettini come
fatto di notifica a pagare e poi eventualmente immediatamente con l'azione esecutiva
altrimenti le risorse potenzialmente potremmo non vederle se non dopo tre, quattro
o cinque anni; è chiaro, diventa un residuo ma con la sua gestione.
Capisco che mettere adesso... la soluzione per fare in fretta è dire: tutti sti emendamenti
rigettarli e andare avanti; però, voglio dire, capisco che poter adesso, se siamo
d’accordo, rimodulare tutto questo, se siete d’accordo, cioè se sono stato convincente
su certi atti, sederci un momentino e cercare eventualmente... cioè io l'ho interpretato
in questo modo l'articolo in questo senso: per un verso è quello di andare in contro ai
contribuenti, vista la situazione, attraverso le rate; e, eventualmente qui... perché
questo qui, torno a ripetere, ha mutuato un pochettino quello che era il vecchio
sistema di riscossione, però l'Equitalia impiega un anno, infatti chi non ha pagato il
2012 oggi si vede notificate le quattro rate dell'anno dopo perché ha una struttura e
un'organizzazione diversa. Se noi possiamo impiegare un anno mi sta bene, ma
quando scriviamo entro il quinto anno, l'ufficio dice: "Io ho tutti i termini decadenziali
per poterlo fare, lo faccio tra cinque anni" il contribuente paga lo stesso che ho pagato
io nell'anno? Mi sembra un pochettino poi troppo favorevole per il contribuente.
Erano solo queste osservazioni.
Ah, un'altra cosa: quando l'articolo, se non ricordo male, l'articolo 10 quando parla: "Di
esclusione per produzione di rifiuti non conferibili a pubblico servizio" alla fine,
quando parla di tutte quelle attività dove si fa attività e alcuni rifiuti devono essere
obbligatoriamente affidati allo smaltimento autorizzato, io non leggo qui barbieri e
parrucchieri che credo che nel vecchio regolamento c'erano. Adesso poiché questo
qui è stato fedelmente ripreso dal Ministero, mi sovviene un dubbio, non hanno più
diritto? Io credo di no, perché i prodotti dei parrucchieri e dei barbieri, cioè quelle
maledette lamette, loro non le possono smaltire perché è un rifiuto pericoloso, quindi
anche per questi, sarà pure minimo, il 5% o 10% della superficie o della tariffa che si
fa, secondo me va ripristinato perché hanno l'obbligo di affidarlo smaltimento di
questi rifiuti necessariamente a ditte specializzate, così come le tintorie, le macellerie;
non so se è stato un refuso o essendo stato ripreso in maniera pedissequa
probabilmente... non vorrei... io credo che vada messo, se poi sbagliamo se facciamo
l'emendamento, vuol dire che per quest'anno si beccheranno il 5% di beneficio e
l'anno prossimo ce lo togliamo perché non può non essere previsto, secondo me, se
affidano quel rifiuto allo smaltimento di aziende specializzate.
PRESIDENTE
Grazie Consigliere Abete.
È iscritto a parlare il Consigliere Formisano Antonio, ne ha facoltà.
Consigliere FORMISANO
Grazie presidente.
Io condivido a pieno le osservazioni del Consigliere Abete e vado oltre, perché anche quello
che diceva il Consigliere Grimaldi sull'articolo 27, sulle agevolazioni, è lì che ci
dovremmo un attimo impegnare anche a fare le ore piccole , se mi consentite, perché
questa è l'occasione per cercare di... veramente che l'atto diventa nostro, e non più
dell'assessore, giusto come diceva l'assessore, l'atto deve essere nostro. Quindi, anche
a fare le ore piccole facciamole ma discutiamo dei problemi che ha messo sul tappeto,
che sono importantissimi ai fini dei pagamenti e delle riscossioni, il Consigliere Abete;
ma sono altrettanto importanti poi anche ai fini della tariffe che andremo tra qualche
ora a discutere perché le agevolazioni ci consentiranno, direi, già di chiudere pure le
tariffe perché nel momento in cui ci raccordiamo sulle agevolazioni, sarà molto più
semplice arrivare alla determinazione delle tariffe.
Per cui, io propongo una sospensione per elaborare insieme le richieste che ha fatto
l'assessore Abete e insieme vedere le agevolazioni che vogliamo insieme, tutti
insieme, cioè dobbiamo tornare in aula che le agevolazioni le abbiamo concordate e
andiamo avanti.
PRESIDENTE
Grazie Consigliere Formisano.
È iscritto a parlare il Consigliere Luigi Simeone, ne ha facoltà.
Consigliere SIMEONE L.
Presidente, convengo in nome del PD, con quanto diceva il collega Formisano e su quelle che
erano le sollecitazioni che ci venivano fatte dal collega Grimaldi e Abete e quindi
penso che effettivamente fare una sospensione sia fondamentale e poi, come diceva il
collega Formisano, venire tutti quanti in aula uniti e compatti a votare il
provvedimento.
PRESIDENTE
Ci sono altri iscritti a parlare, qualcun altro?
A questo punto, non mi resta che dare la parola a nessuno e votare direttamente la
sospensione.
Facciamo un quarto d'ora? Tra 15 e mezz'ora, per alzata di mano, chi è favorevole?
All'unanimità, si sospende per 15 mezz'ora, grazie.
ALLE ORE 24.00 LA SEDUTA E' SOSPESA
III APPELLO ORE: 00.55
VICEPRESIDENTE
Consiglieri in aula.
Segretario l'appello, grazie.
IL SEGRETARIO GENERALE PROCEDE ALL'APPELLO NOMINALE
SEGRETARIO
19 presenti:
(Strazzullo, Abete, Ascione, Buonajuto, Cozzolino M., Cozzolino S., Fiengo G., Formicola,
Formisano A., Grimaldi, Iacomino, Maddaloni, Oliviero G., Perna, Sannino,
Scognamiglio, Simeone L., Tarallo, Vitiello)
12 assenti:
(Bibiano, Cozzolino C., D'Agostino, Fiengo L., Formisano C., Miranda, Oliviero M., Prillo,
Romano, Simeone R., Spina, Tavani)
VICEPRESIDENTE
19 presenti, seduta valida.
A questo punto, ritornando sulla discussione al terzo punto all'ordine del giorno, mi sembra
che ci siano degli emendamenti. Chi li illustrerà? Assessore, stesso lei illustrerà gli
emendamenti da fare al regolamento?
Ne ha facoltà, prego
Assessore LIBERTI
Io vi ringrazio Consiglieri di questa delega.
Allora, il primo emendamento è riferito all'articolo 10 e viene inserito: tra le varie attività che
sono soggette a una percentuale di riduzione di superficie anche le attività di barbiere
e parrucchiere e servizi alla persona pari al 10% della superficie; primo
emendamento.
Ha segnato segretario? Barbieri, parrucchieri, servizi alla persona il 10%, servizi alla persona
sia riferito a tutto questo.
Poi, altro emendamento all'articolo 27, agevolazioni, alla lettera A, il punto 2, dove c'è scritto:
"Nuclei familiari che risultino nulla tenenti e vivano in condizioni di accertata
indigenza" questo, questo rigo verrebbe eliminato.
Poi, sempre alla lettera successiva, D, lettera D, articolo 27; al secondo punto, dove dice meno
20% in presenza di ISEE compreso tra 0 e 3.500 euro viene modificato in questo
modo: "Meno 10% in presenza di ISEE compreso tra 0 e 3.500 euro"; quindi viene
ridotta la percentuale ma aumentato il valore dell'ISEE.
Poi, alla lettera E, la riduzione della tariffa, così come riportata nel testo, era del 30% e invece
viene ripreso il 33% che era la vecchia agevolazione del precedente regolamento.
Stessa cosa alla lettera E/bis, riduzione della tariffa al 30% diventa invece riduzione della
tariffa del 33%.
Poi, all'articolo 34, dove c'è scritto: "Accertamento", c'è un emendamento e poi una
raccomandazione del Consiglio. L'emendamento è che praticamente dove si parla del
rateizzo, si fa riferimento al numero delle rate e anziché essere rate bimestrali sono
rate trimestrali, tutte le scadenze; quindi rimane tutto il numero delle rate ma anziché
bimestrali diventano trimestrali.
Mentre invece il Consiglio fa espressa raccomandazione alla Giunta Comunale di verificare,
laddove è necessario e possibile, con un apposito atto deliberativo, che lo dice già nel
periodo precedente, di allargare ulteriormente le maglie per un maggiore rateizzo;
questo?
Poi, sempre all'articolo 34, penultimo comma del punto tre, dove dice: "L'utente decade dalla
rateizzazione nel caso di ritardo superiore a 15 giorni del versamento anche di una
sola rata" e invece verrebbe così modificato: "L'utente decade dalla rateazione nel
caso di mancato pagamento di tre rate anche non consecutive", vi guardo per avere
l'assenso.
E poi, articolo 36, penultimo comma, dove dice: "L'avviso indica le somme da versare in
un'unica rata entro 60 giorni..." vanno inserite le parole, subito dopo le somme da
versare: "Comprensive di sanzioni e di interessi"; quindi l'articolo verrebbe così
composto: "L'avviso indica le somme da versare, comprensive di sanzioni e di
interessi, in un'unica rata entro 60 giorni dalla ricezione" e poi tutto il resto rimane...
Consigliere ABETE
(INTERVENTO LONTANO DAL MICROFONO)
Assessore LIBERTI
Sta prima allora, un attimo solo.
Sì, parliamo dei vari rateizzi; allora, segretario chiedo scusa, l'emendamento all'articolo 34,
punto tre, quando... a parte mettere trimestrale anziché bimestrale, ma dobbiamo
anche eliminare le parole: "Non oltre il termine del primo versamento" qui e anche
nel rigo successivo, sta sia qui che nel rigo successivo, vanno eliminati in entrambi i
casi.
Mi pare non ci sia più nulla, vogliamo rivederle un attimo?
SEGRETARIO
(INTERVENTO LONTANO DAL MICROFONO)
Assessore LIBERTI
Ricapitolo un attimo gli emendamenti.
Il primo emendamento è di aggiungere all'articolo 10, tra le varie riduzioni, le attività di
barbieri, parrucchieri e servizi alla persona del 10%, questo è il primo.
Poi, il secondo è quello di eliminare all'articolo 27, "Agevolazioni", lettera A, il secondo punto:
"I nuclei familiari che risultano nulla tenenti... " questo va eliminato.
Poi sempre lo stesso articolo, lettera D, punto 2, anziché meno 20% diventa meno 10% e
l'ISEE anziché 2,5 diventa 3,5.
Punto E, lettera E, la riduzione delle tariffe del 33% anziché del 30.
Punto E/bis, del 33% anziché 30.
Articolo 34, le rate diventano trimestrali e non bimestrali e poi viene tolto: "Non oltre il
termine del primo versamento" sia del primo che nel rigo successivo; e invece il
periodo successivo: "L'utente decade dalla realizzazione in caso di mancato
pagamento di tre rate anche non consecutive".
E poi, articolo 36, al punto tre, dopo le parola: "L'avviso indica le somme da versare...
comprensivi di sanzioni e di interessi"; abbiamo finito.
SEGRETARIO
Va bene così per tutti? C'è il parere favorevole della dirigente, parare favorevole del
segretario; andiamo avanti.
VICESINDACO
Allora, pure con parere pure favorevole sia del segretario che dei dirigenti mettiamo a
votazione l'emendamento.
Per appello nominale, prego.
IL SEGRETARIO GENERALE PROCEDE ALLA VOTAZIONE PER APPELLO NOMINALE
SEGRETARIO
Approvati all'unanimità dei presenti.
Assenti:
(Bibiano, Cozzolino C., D'Agostino, Fiengo L., Formisano C., Iacomino, Miranda, Prillo, Romano,
Simeone R., Spina, Tavani)
PRESIDENTE
Pongo l'atto in votazione così come emendato?
Posso porre in votazione per alzata di mano?
Favorevoli, contrari e astenuti; all'unanimità.
Assenti:
(Bibiano, Cozzolino C., D'Agostino, Fiengo L., Formisano C., Iacomino, Miranda, Prillo, Romano,
Simeone R., Spina, Tavani)
Immediata esecuzione su proposta del Consigliere Formisano per alzata di mano: favorevoli,
contrari e astenuti; stessa votazione.
Assenti:
(Bibiano, Cozzolino C., D'Agostino, Fiengo L., Formisano C., Iacomino, Miranda, Prillo, Romano,
Simeone R., Spina, Tavani)
IL PRESIDENTE
f.to AVV OLIVIERO MARIO RHEMY
IL SEGRETARIO GENERALE
f.to DOTT FERDINANDO GUARRACINO
AFFISSIONE
conforme attestazione dell’Ufficio Messi, certifico che la presente deliberazione è stata affissa in data
odierna e vi resterà per 15 (quindici) giorni consecutivi.
Su
Ercolano, _____________
IL SEGRETARIO GENERALE
f.to DOTT FERDINANDO GUARRACINO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Su
conforme attestazione dell’Ufficio Messi, certifico che la presente deliberazione è stata pubblicata
all’Albo Pretorio informatico del Comune di Ercolano dal _____________ al _____________
Ercolano, _____________
IL SEGRETARIO GENERALE
f.to DOTT FERDINANDO GUARRACINO
immediata eseguibilità - art. 134, comma 4, D.Lgs. n. 267/2000
ESECUTIVITA’
La presente deliberazione è divenuta esecutiva ai sensi dell’art. 134, 3° comma del D.Lgs. 18.8.2000,
n.267, decorsi 10 (dieci) giorni dalla pubblicazione.
Ercolano, _____________
IL SEGRETARIO GENERALE
f.to DOTT FERDINANDO GUARRACINO
INVIO AGLI UFFICI
Trasmetto copia del presente atto, per gli adempimenti consequenziali, agli uffici:
Dirigente Finanza e Controllo
Ercolano, ________________
IL SEGRETARIO GENERALE
f.to DOTT FERDINANDO GUARRACINO
Copia conforme all’originale per uso amministrativo.
Ercolano, ________________
IL SEGRETARIO GENERALE
DOTT FERDINANDO GUARRACINO