Leggi l`articolo - Orchestra dei Popoli
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Agorà Editore Via Alberto Mario 20, 20149 Milano P.IVA 06844250156 CCIAA Milano 1122510 Direttore responsabile Gaetano Santangelo [email protected] Redazione Nicoletta Lucatelli (In scena, Rubriche) [email protected] Andrea Milanesi (Calendario) [email protected] Paola Molfino (Servizi) [email protected] Massimo Rolando Zegna (Libri, Cd e video) [email protected] Grafica e impaginazione Dario Codognato [email protected] Ivana Tortella [email protected] Hanno collaborato: Claudia Abbiati, Antonio Brena, Federico Capitoni, Gui Cherqui, Michele Coralli, Anna Maria Covelli, Franco Fayenz, Cesare Fertonani, Francesco Fusaro, Paolo Gallarati, Giovanni Gavazzeni, Federico Lazzaro, Patrizia Luppi, Raffaele Mellace, Piero Mioli, Gregorio Moppi, Arnaldo Mosca Mondadori, Gregorio Moppi, Marino Mora, Annamaria Pellegrini, Paolo Petazzi, Myriam Quaquero, Marco Riboni, Marina Rovera, Gildo Salerno, Francesco Arturo Saponaro, Nicoletta Sguben, Franco Soda, Rubens Tedeschi, Edoardo Tomaselli, Carlo Vitali Fotografie: Lucia Baldini (49); Pietro Cinotti (16); Jacques Croisier (12); Michele Crosera (17); Corrado Maria Falsini (9, 11); S. Flament (14); Ken Howard/Metropolitan Opera (9, 10); D. Jaussein (9, 10); Gianluca Marzo (28, 29); Masiar Pasquali (50); Press Photo/Gianluca Moggi (11); Laszlo Szito (44); Davide Vergnano (13); Alessandra Vinotto (47) Traduzioni: Nicoletta Lucatelli (9,10); Paola Molfino (12) Il compact disc Direttore della collana: Gaetano Santangelo Master e redazione booklet: Andrea Milanesi [email protected] Direzione, redazione, amministrazione e segreteria Via Alberto Mario 20, 20149 Milano tel. 024816353, fax 024818968 e-mail: [email protected] Abbonamenti tel. 02252007200, fax 02252007333 e-mail: [email protected] Internet www.amadeusonline.net Pubblicazione periodica telematica registrata presso il Tribunale di Milano il 9/5/2005 con il n. 352 e-mail: [email protected] Direttore responsabile: Riccardo Santangelo [email protected] Provider: Infocom Consulting s.r.l. Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 Dignità = fiducia P atrizio ha sette anni. Ha seguito tutte le lezioni dei corsi organizzati dal Conservatorio in collaborazione con don Virginio Colmegna e gli educatori della Casa della Carità (vedi Amadeus n. 259, 6/2011). Insieme ad altri 27 bambini e ragazzi rom ha iniziato a leggere la musica, a mantenere la posizione corretta, mentre con le sue piccole mani e la sua espressione seria riesce a concludere una breve melodia per la prima volta. Tiene il suo violino con fierezza e sorride. Oggi è l’ultimo giorno di questo primo anno di corsi di violino e fisarmonica. Quello che mi colpisce è la sua felicità e quella di sua mamma, che lo guarda piena d’orgoglio. La musica quest’anno ha aiutato le famiglie coinvolte nel progetto a ritrovare nuova dignità, in una città dove si sono susseguiti per tutto l’anno sgomberi su sgomberi. A partire da gennaio, quando sono iniziate le lezioni da parte di quattro giovani maestri del Conservatorio, con la supervisione dei docenti di ruolo, piano piano è cresciuta la fiducia. Ora gli allievi rumeni camminano attraverso i corridoi con naturalezza. Alcuni di loro affronteranno, l’anno prossimo, l’esame di ammissione al Conservatorio. Ma da oggi il gruppo si preparerà anche al concerto del prossimo 27 novembre. In quell’occasione la musica cercherà di dire tante cose. Una di queste, forse la più importante, è che qualunque pregiudizio razziale ci allontana da noi stessi e ci rende creature brute. Un sogno: mi piacerebbe vedere politici di destra e di sinistra insieme, in platea, a sentire come l’integrazione, attraverso la formazione e la cura, può essere una cosa possibile. Ma quel giorno si farà un ulteriore passo. Insieme al progetto dedicato ai giovani rom, il Conservatorio di Milano, con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, ha deciso di collaborare con un gruppo di detenuti del Carcere di massima sicurezza di Opera. In quattro anni, grazie al lavoro della cooperativa Opera in Fiore, è nato in carcere un laboratorio di liuteria e insieme a un maestro liutaio i detenuti hanno costruito undici violini. Osservo come lavorano il legno, attenti al minimo gesto, concentrati sulla forma che i loro strumenti di lavoro devono rendere perfetta.Ciascun detenuto mi mostra il suo violino. L’emozione nell’aria è grande. Il loro sogno è ascoltare il suono di questo lavoro silenzioso. Ho in mano uno di questi violini quasi finito e mi viene in mente il sorriso di Patrizio. Penso al concerto del 27 novembre: immagino che Patrizio potrebbe suonarlo. E penso come la musica, misteriosamente, può unire mondi e umanità lontanissime: Patrizio, piccolo rom, con il violino costruito da un detenuto che, dopo aver finito il suo lavoro di liutaio, sembra anche lui tornato bambino. Ammetto di essere felice di collaborare con il Conservatorio di Milano.Nel grande cortile del Conservatorio la cosa più bella è fermarsi, la mattina, ad ascoltare i suoni che escono dalle varie aule dove suonano gli studenti, come formassero insieme il suono di uno stesso motore pronto a partire. La musica, senza discorsi o strategie politiche, può andare dove vuole. Arnoldo Mosca Mondadori Casa della Carità, Carcere di Opera: il presidente del Conservatorio di Milano e l’integrazione possibile