Caro preside, mi rivolgo a Lei con questo termine un po` obsoleto

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Caro preside, mi rivolgo a Lei con questo termine un po` obsoleto
Caro preside,
mi rivolgo a Lei con questo termine un po’ obsoleto, ma per me particolarmente adatto alla sua
persona che sappiamo aliena da ogni forma di retorica. Trovo che dirigente non rappresenti a
pieno quello che Lei è stato per noi, cioè una pietra miliare di questa scuola, che con la sua
presenza assidua non ha fatto mancare a nessuno il suo appoggio e il suo incoraggiamento
costante a non perdersi d’animo, ad avere fiducia in se stessi , a cimentarsi e confrontarsi con il
nuovo, ad osare. Non intendo in questa circostanza soffermarmi su banali convenevoli, ma non
posso fare a meno di sottolineare come ogni congedo rechi in sé inevitabilmente un po’ di
tristezza, appena mitigata dalla convinzione di ognuno di aver lavorato bene insieme e di aver
raggiunto traguardi significativi in vari ambiti . Non possiamo, però, fermare il tempo e la
naturalezza degli eventi. Questo momento è giunto per Lei dopo una lunga carriera ( 41 anni e
quattro mesi, di cui 24 come dirigente scolastico; di questi 24, 17 li ha trascorsi qui al Liceo
scientifico di Cassino, dove ha insegnato per diversi anni con l’impegno e la dedizione che la
contraddistinguono.
Andando indietro con il pensiero agli anni che Lei ha trascorso in questo istituto come docente,
non posso non ricordare come si sia sempre sforzato di rendere il suo lavoro con gli alunni il più
proficuo possibile e come abbia scoperto in modo semplice e naturale che la migliore strategia era
amarli, calarsi nelle loro età e nei loro problemi, operando insieme a loro con energia e
determinazione.
Da quando , poi, nel lontano 1989 è diventato preside, dapprima operando nel Liceo Scientifico di
Zogno in provincia di Bergamo, poi in altre realtà scolastiche come il Liceo scientifico di
Monterotondo , l’IPF di Cassino, l’Istituto Magistrale di Cassino, ed infine in questo Liceo
Scientifico, si è guadagnata la stima, il rispetto e la benevolenza di tutti quelli con cui ha lavorato.
Certo, vivendo la scuola come dirigente, l’attività scolastica ha assunto per lei connotazioni diverse
dentro e fuori la scuola. Ma, forte delle esperienze maturate, dovunque sia stato, si è
continuamente posto degli obiettivi precisi da raggiungere, nella convinzione che la scuola è
composta di persone che con la loro professionalità, la loro umanità, il loro coraggio, la loro
volontà e determinazione , possono fare grande l’ambiente in cui lavorano, mettendosi
continuamente in gioco, mostrando disponibilità al cambiamento, formando una squadra coesa e
compatta.
Spesso l’abbiamo sentita riferirsi con orgoglio e soddisfazione alla grande famiglia del Liceo
Scientifico , composta di persone capaci di entusiasmarsi davanti a progetti importanti, di persone
che non si spaventano di affrontare il nuovo e che non si tirano indietro dinanzi a nessun tipo di
sfida
Del resto,fin da quando, nell’anno scolastico 1996/1997, è tornato in questo liceo come dirigente,
ha dato a questa scuola il meglio di sé, ha operato sempre con passione senza arrendersi di fronte
alle difficoltà. Da subito ha iniziato insieme a noi docenti un percorso volto ad assicurare agli
alunni le più ampie opportunità formative, coltivando i loro talenti e rispettando le personalità dei
più deboli e sensibili, il tutto senza trascurare la cura della vita quotidiana della scuola sul piano
organizzativo e gestionale. La sua azione, il suo “fare” instancabile sono stati continuamente
sorretti e supportati dalla sua onestà intellettuale, dal suo spirito di giustizia, dalla disponibilità al
dialogo nei confronti di docenti, alunni, personale della scuola e genitori.
Ci ha dato sempre il buon esempio, dedicando le sue giornate alla scuola, arrivando prima di tutti
noi al mattino, sacrificando a volte anche la sua famiglia.
Il lavoro è stato incessante , continuo, svolto, giorno dopo giorno, con coraggio e con pazienza ,
perché la pazienza è il presupposto necessario per ascoltare tutti e lei ha ascoltato tutti ; si è
sempre posto nelle condizioni di chi le stava davanti senza mai giudicare. Ha cercato di andare
incontro alle esigenze di tutti senza per questo intaccare le necessità della scuola e degli alunni.
Una sua peculiare caratteristica in tutti questi anni in cui è rimasto al Liceo scientifico è stata
quella di dare spazio a tutti , valutando opportunamente le proposte che le venivano fatte,
soddisfacendo i bisogni, incanalandoli verso un solo obiettivo, quello di migliorare
qualitativamente la scuola.
Noi docenti, ben supportati e guidati, abbiamo affrontato e vissuto insieme a Lei i profondi
cambiamenti verificatisi nella scuola italiana, abbiamo raccolto la sfida dell’autonomia scolastica,
impegnandoci, anche con una intensa attività di formazione, in uno sforzo condiviso per il
rinnovamento di metodologie e di tecniche operative, per l’acquisizione di competenze specifiche,
per la realizzazione di numerose iniziative sperimentali e progettuali. Proprio la progettazione, a
partire dai primi anni del nuovo millennio , ha ricevuto sotto la sua spinta un input straordinario in
ogni campo da quello scientifico a quello umanistico , da quello linguistico a quello grafico e a
quello delle nuove tecnologie, al fine di consentire agli studenti di confrontarsi positivamente con
altri studenti sia sul territorio nazionale che europeo.
Abbiamo risposto alle sue sollecitazioni culturali condividendo quasi sempre le sue scelte e i suoi
obiettivi. Abbiamo vissuto e sperimentato con lei un rapporto di lavoro non comune e, se pure
talvolta c’è stata qualche divergenza di opinione, questa è stata sempre superata grazie alla stima
e al rispetto reciproci e alla condivisione del “valore scuola”.
Non si può poi non ricordare che è a Lei che si deve la progettazione e la realizzazione del Premio
Pellecchia che, istituito dagli Organi collegiali nel 2001, è oggi una realtà riconosciuta a livello
nazionale.
Che dire, inoltre, delle battaglie da Lei affrontate per ottenere una sede definitiva: per lunghi anni
ha dovuto far fronte alle continue richieste di alunni e genitori , ha dovuto scontrarsi con le
lungaggini burocratiche, far finta di credere alle promesse vaghe dei politici di turno. Ma ,
finalmente, nel dicembre del 2009 ci è stata consegnata la tanto agognata sede e siamo
“approdati” qui in via Folcara e il Liceo Scientifico “G. Pellecchia”, scuola in continua crescita, ha
avuto la sede giusta, una sede che attualmente accoglie circa mille alunni. Gli alunni….Quante
generazioni di alunni ha visto passare in questa scuola , con richieste e bisogni sempre diversi. La
loro vita è stata in qualche modo anche la Sua, Preside; del resto, l’aspetto più bello del lavoro
scolastico è proprio questo: crescere con i giovani e grazie ai giovani. E’ questa convinzione che
dovrà ora aiutarla a superare la malinconia di questo momento, che è del resto un sentimento del
tutto naturale quando ha termine una così lunga e rilevante parte della vita.
E’, pur vero, però, che da settembre in poi inizierà un’altra parte significativa della sua vita, che
reclama i suoi diritti. E non è detto che questa parte sarà meno gratificante e significativa della
prima, perché sarà senz’altro caratterizzata da diversi interessi da coltivare, da nuovi orizzonti da
esplorare, da magnifici viaggi da condividere con sua moglie.
Per noi docenti, che in questi anni abbiamo imparato a fare gruppo e abbiamo sviluppato quel
senso di appartenenza a cui continuamente ci ha richiamato, è difficile pensare che tra qualche
mese non sarà più qui a dirigere i lavori, a scrivere circolari, a risolvere beghe di ogni tipo.
Ricorderemo sempre la sua disponibilità, mascherata talvolta da impazienza, da ripetuti inviti ad
andare al nocciolo della questione, ad esplicitare il soggetto della frase, disponibilità, però, sempre
tesa a risolvere i problemi di tutti .
Ci mancherà il Preside a cui siamo legati.
Insieme ai più vivi sentimenti di gratitudine da parte di tutti noi che a vario titolo operiamo in
questa scuola, le rivolgiamo dal profondo del nostro cuore questo augurio: che possa godere a
pieno di giorni sereni, di un futuro ricco di affetti vecchi e nuovi, portando dentro di Lei le migliaia
di volti dei suoi studenti e restando sempre nel cuore un uomo di scuola.
Homo doctus in se semper divitias habet
Fedro, Favole 4, 13
A nome del Liceo Scientifico “G. Pellecchia” di Cassino
Prof.ssa Anna Maria VIZZACCARO
Cassino, 15 Giugno 2013