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LA TECNOLOGIA DI TESLA E IL POTERE DELLE PIRAMIDI
Piramidi, obelischi e menhir generano un flusso costante di ioni negativi, utilizzabili per migliorare gli ecosistemi e
rinverdire i paraggi circostanti. Un'antica conoscenza usata dai costruttori delle Piramidi, e riscoperta da Nikola
Tesla.
Il Dr. Nikola Tesla ha riscoperto quello di cui erano a conoscenza gli antichi costruttori delle piramidi:
piramidi, obelischi e pietre erette generano un flusso costante di ioni negativi, utilizzabili per migliorare gli
ecosistemi e rinverdire i paraggi circostanti.
di Hrvoje Zuji? © 2009
Email: [email protected]
Sito web: http://www.scribd.com/hrvojezujic
Nikola Tesla (1856-1943) è stato con tutta probabilità il massimo, pressoché insuperabile inventore nei
campi dell’elettricità e del magnetismo. Nel 1977, in occasione delle Celebrazioni per il centoventesimo
anniversario della sua nascita, organizzate dall’Accademia Yugoslava delle Arti e delle Scienze, la casa
editrice Školska knjiga di Zagabria ha pubblicato Le mie invenzioni, l’autobiografia di Tesla, libro nel quale
l’inventore descrive (fra l’altro) la concezione originaria e lo scopo della costruzione della Wardenclyffe
Tower a Long Island, che per vari motivi non venne mai ultimata né resa operativa. Segue uno stralcio del
capitolo cinque del libro.
Un giorno, mentre girovagavo in montagna, cercai riparo da un’imminente tempesta. In cielo si
addensarono grevi nubi, tuttavia in qualche modo la pioggia tardava a cadere sino quando,
all’improvviso, vi fu il bagliore di un fulmine e, pochi momenti dopo, si scatenò un diluvio.
L’osservazione di questo fatto mi indusse a meditare. Risultava evidente che i due fenomeni
erano strettamente correlati da un rapporto di causa-effetto e, dopo una breve riflessione, giunsi
alla conclusione che l’energia elettrica implicata nella precipitazione dell’acqua era irrilevante,
essendo la funzione del fulmine assai simile a quella di un sensibile innesco. Vi era la possibilità
di conseguire fantastici traguardi. Se riuscissimo a produrre effetti elettrici della qualità
richiesta, sarebbe possibile trasformare l’intero pianeta e le condizioni di esistenza su di
esso. Il sole fa evaporare l’acqua degli oceani e i venti la trasportano in regioni lontane, dove
permane in uno stato di delicatissimo equilibrio. Se avessimo la facoltà di capovolgerlo dove e
quando desiderato, questo imponente flusso di sostentamento della vita potrebbe essere
controllato a piacimento. Potremmo irrigare aridi deserti, creare laghi e fiumi nonché fornire
forza motrice in quantità illimitata. Questo sarebbe il modo più efficiente di sfruttare il sole per
utilizzi da parte degli esseri umani. Il coronamento di tale obiettivo dipendeva dalla nostra
capacità di sviluppare forze elettriche del medesimo ordine di quelle presenti in natura.
[Il grassetto è aggiunto.]
Sembrava un’impresa disperata, tuttavia decisi di provarci e appena di ritorno negli Stati Uniti,
nell’estate del 1892...si diede inizio a un lavoro per me ancor più allettante, in quanto un mezzo
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dello stesso tipo era necessario per la riuscita trasmissione di energia senza l’uso di fili.
L’ingegneria della pioggia di Tesla
Il Dr. Nikola Tesla intuì con chiarezza che l’acqua è vita, elemento essenziale di origine e sviluppo della
vita sul pianeta Terra. Nelle zone aride le forme di vita sono alquanto rare. Solo l’acqua è capace di
rendere verde il deserto. Tesla intendeva fabbricare un dispositivo che creasse fulmini e in tal modo
generasse pioggia, che a sua volta avrebbe determinato un clima favorevole nelle aree desertiche.
Il fulmine è un fenomeno di scarica elettrica, la cui percepibile manifestazione acustica è il tuono. Ancora
oggi gli scienziati sono intenti a cercare di comprendere e spiegare determinati fenomeni correlati ai
fulmini.
I processi di condensazione nell’atmosfera inducono l’accumulo di elettricità nelle nubi. La polarizzazione
delle cariche all’interno delle nubi temporalesche determina un aumento del potenziale elettrico fra
determinate parti, il che ha come esito una scarica elettrica. Le scariche elettriche possono manifestarsi
all’interno di una nube, fra due nubi oppure fra una nube e il suolo. Quest’ultimo caso è quello che ci
interessa, un gigantesco cortocircuito fra il cielo e la terra.
Nel 1750 Benjamin Franklin scoprì che l’elettricità non è uniformemente distribuita su tutti gli elementi
della superficie di un conduttore (salvo che nel caso di una sfera); la sua distribuzione dipende dal grado
di curvatura degli elementi della superficie considerata. In linea generale, la densità di carica più elevata è
situata sui bordi, sulle parti sporgenti e acuminate piuttosto che su quelle tonde e piane. A livello statistico
il fulmine colpisce seguendo il percorso maggiormente conduttivo, vale a dire quello con la più elevata
densità di carica. Nel corso dei suoi esperimenti Franklin scoprì che quanto più acuminato e conduttivo era
il parafulmine, tanto più facile risultava attrarre un fulmine nel corso di una tempesta elettrica. Questo è il
motivo per cui egli progettò il suo parafulmine con la punta laminata d’oro.
Ad ogni modo, da allora imperversa il dibattito sull’eventualità che i parafulmini debbano avere un puntale
sferico oppure acuminato. Nel 1892 Nikola Tesla predisse che l’antenna da parafulmine ideale – ricevitore
ed emettitore di fulmini – doveva avere una punta arrotondata, non aguzza. Nel 1918 gli venne assegnato
il brevetto USA nr. 1.266.175 per il progetto di un dispositivo di protezione dai fulmini in virtù di una pecca
della teoria di Franklin: l’asta acuminata ionizza l’aria circostante, rendendo quest’ultima conduttiva ed
elevando in tal modo la probabilità di un fulmine. Un documento dal titolo “Lightning Rod Improvement
Studies” di C. B. Moore et al., pubblicato nel maggio 2000 sul Journal of Applied Meteorology, va a
ulteriore conferma della teoria di Tesla (vedere http://tinyurl.com/d7mcne).
Quindi mentre Franklin inventava il parafulmine, la soluzione tecnica per attirare fulmini naturali dalle nubi,
Tesla si proponeva di approntare un dispositivo che generasse fulmini in aree desertiche prive di copertura
nuvolosa e in tal modo provocare precipitazioni.
Nel tunnel di scarica di un fulmine naturale la temperatura è pari a circa 30.000°C, la carica elettrica
raggiunge 40 MV e la corrente elettrica si aggira attorno ai 110 kA. Si stima che l’energia di un fulmine
corrisponda a circa 40MWh. Si presumeva che la Wardenclyffe Tower di Tesla impiegasse un
trasformatore per creare alta tensione e, invece di fulmini naturali, producesse scarica ionica senza
fiamma ad alta energia. Come base di questo congegno Tesla prefigurava una piramide a otto facce con
un emisfero sulla cima. Per quale motivo?
Lo scienziato sosteneva che la Terra è un’armatura di condensatore sferica, mentre la ionosfera
rappresenta l’altra armatura. Recenti misurazioni hanno determinato che la differenza di tensione fra la
Terra e la ionosfera è pari a 400.000 volt. Le linee di forza della carica elettrica più i campi provenienti dal
Sole agiscono verticalmente sui lati della piramide. Equipotenziali magnetici manifestano una grande
densità del campo magnetico in cima o al vertice della piramide. La tensione del campo elettrico aumenta
di 100 V/m in concomitanza con l’altezza. Il campo negativo terrestre raggiunge la massima intensità e
densità in corrispondenza del vertice della piramide. Alla sommità della Piramide di Cheope (altrimenti
nota come la Grande Piramide o Piramide di Khufu) vi è una tensione pari a 14.600 V. (Vedere fig. 1).
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Figura 1: L’effetto della Piramide di Cheope sulla densità dei campi elettrici e magnetici.
La Piramide di Cheope dispone di una propria capacità elettrica, la prerogativa di accumulare un certo
quantitativo di carica elettrica. Se sulla piramide converge troppa carica elettrica, quella in eccedenza si
scarica presso la sommità. Secondo alcune voci, in origine il vertice della Piramide di Cheope consisteva
in un pyramidion in oro massiccio – un eccellente conduttore.
La tensione alla sommità della struttura dipende esclusivamente dall’altezza, e questo è il motivo per cui
Tesla predispose una torre, una struttura che si elevava in altezza; optò per una forma piramidale a otto
lati, ma poteva essere una piramide a quatto lati, una con innumerevoli lati, un cono, la tensione sarebbe
stata la medesima in ogni caso. La forma simmetrica della struttura ne avrebbe accresciuto la stabilità
statica e la resistenza a fenomeni sismici.
Per quale motivo Tesla fabbricò una sfera, di ventuno metri di diametro, sulla cima della torre piramidale?
Cosa si realizzò con tale iniziativa? Il fatto che la sfera fosse priva di punte comportava che la tensione si
sarebbe distribuita in modo uniforme sulla sua intera superficie. La tensione scaricata dal vertice della
piramide sarebbe stata acquisita dalla sfera, aumentando in tal modo la capacità elettrica complessiva
dell’intera torre. Invece di verificarsi presso un punto alla sommità della piramide, la scarica si sarebbe
prodotta presso numerosi punti su tutta la superficie della sfera. La conclusione è che aggiungendo la
sfera al vertice della piramide, la capacità elettrica del dispositivo sarebbe risultata accresciuta, il che
avrebbe aumentato la possibilità di generare fulmini di gran lunga più potenti.
La Wardenclyffe Tower di Tesla fu progettata per elettrificare l’atmosfera in un baleno e produrre un
temporale accompagnato da pioggia, nonché per fungere da mezzo per una comunicazione senza fili su
scala mondiale. Per nostra grande disdetta, la torre non venne mai ultimata; fu smantellata nel corso della
Prima Guerra Mondiale. Tesla non ebbe mai occasione di effettuare gli esperimenti che aveva pianificato a
Long Island, né di applicare l’ingegneria della pioggia in condizioni desertiche.
Ioni negativi ed effetti benefici connessi
Come funzionano i dispositivi d’avanguardia per il condizionamento dell’aria? Regolano umidità e
temperatura dell’aria e, inoltre, generano ioni negativi. L’influsso degli ioni negativi sulla salute umana è
noto da una sessantina d’anni, accompagnato da una grande mole di ricerche scientifiche.
Nell’organismo umano sono costantemente in atto processi biochimici di ossidazione e riduzione, il che
richiede che ioni caricati negativamente funzionino in modo appropriato. Tutti gli esseri viventi ricevono
dall’aria ioni caricati negativamente, attraverso la cute e gli organi respiratori. Quando in un locale vi sono
ioni negativi a sufficienza, ne consegue un incremento del contenuto di ossigeno nel sangue e la
normalizzazione del battito cardiaco, accelerando in tal modo l’eliminazione delle tossine. Grazie a un
migliore afflusso di sangue al cervello, la concentrazione e altre facoltà mentali ne risultano rafforzate, le
conseguenze dello stress vengono neutralizzate mentre tensione e mal di testa leniti. Gli ioni negativi si
legano con le tossine dell’organismo, vale a dire che fungono da antiossidanti, prevenendo in tal modo lo
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sviluppo di malattie degenerative.
In natura la condizione più favorevole per la ionizzazione dell’aria si presenta dopo temporali, acquazzoni
e rovesci, quando si verificano le scariche in atmosfera, ovvero quando nell’aria la quantità di ioni negativi
è significativamente superiore a quella di ioni positivi. Accresciute concentrazioni di ioni di ossigeno
negativi sono riscontrabili anche nei pressi delle cascate, nelle foreste di pini, in montagna, lungo la riva
del mare e anche nelle caverne (il che ha dato origine alla speleoterapia; vedere http://tinyurl.com/ap9nyg
).
Le piramidi come generatori di ioni negativi
Qual era la funzione delle piramidi? Produrre fulmini? Niente affatto. Le piramidi hanno funzionato per
millenni, e continuano a farlo, come generatori di ioni negativi. Allo scopo di ionizzare costantemente l’aria
circostante, le piramidi dovevano essere collegate a una fonte permanente di ioni negativi. Come si è
ottenuto tale scopo? Dove si trovano le linee ‘elettriche’ che conducono alle piramidi?
La Piana di Giza nasconde acque sotterranee in abbondanza. Grossi fiumi sotterranei che scorrono
attorno alle piramidi sono zeppi di ioni negativi e, tramite l’effetto piezoelettrico, ‘traspondono’ questi ioni
a ciascuna piramide, la quale quindi li accumula e scarica l’eccedenza presso la sommità. Tutte le
piramidi della piana sono costruite con pietra a elevato contenuto di cristallo, in grado di legare le cariche
elettriche derivanti dall’acqua quando questa, nel sottosuolo, esercita una pressione meccanica contro il
cristallo stesso. Se esponiamo il cristallo a deformazione meccanica, cariche elettriche orientate
compaiono in superficie – fenomeno noto come effetto piezoelettrico. Il cristallo rappresenta il convertitore
di energia meccanica in energia elettrica. In virtù del costante processo di carica e scarica della piramide,
che viene caricata elettricamente dai fiumi sotterranei, la piramide stessa si contrae e si espande,
determinando continui microterremoti.
Obelischi, chiese e moschee come ionizzatori
Gli obelischi funzionano in base a un identico principio. Sono pilastri fatti di pietra cristallina con un
pyramidion in oro, argento o rame posto sulla sommità, e sono siti al di sopra di acque sotterranee. Un
obelisco è di fatto uno ionizzatore d’aria.
Il succitato principio è stato applicato ad antiche chiese e moschee, costruite utilizzando pietra dall’elevato
contenuto cristallino. Campanili e cupole di chiese e moschee erano in massima parte fatte di rame,
argento od oro, e quasi tutte queste antiche costruzioni venivano situate al di sopra di corsi d’acqua
sotterranei – fonti naturali di ioni negativi. Anche all’interno di queste chiese e moschee è avvertibile una
proficua ionizzazione negativa.
Figura 2: Menhir bosniaci
Menhir come ionizzatori
I megaliti presenti in tutto il mondo rappresentano la forma più primitiva di ionizzatori. Questi menhir sono
fatti di materiale cristallino e sono situati al di sopra di corsi d’acqua sotterranei, tuttavia non presentano il
vertice aguzzo in materiale conduttivo e quindi la loro prerogativa di ionizzazione dell’aria ha una potenza
inferiore, carenza risolta erigendo un consistente quantitativo di megaliti in determinate aree, il che ha
incrementato la potenza complessiva.
I menhir bosniaci (figure 2 e 3) appartengono a tale gruppo, singolari e monumentali blocchi di pietra
ampiamente diffusi sul territorio della Bosnia-Erzegovina, zone meridionali della Croazia, Montenegro
occidentale e Serbia sud-occidentale. I menhir sono simboli di una comune usanza nazionale, e in quanto
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pietre tombali sono una traccia della cultura medievale di quelle regioni. Ad ogni modo, sono l’eredità e il
tesoro autoctono di un’antica civiltà di cui storici e archeologi ignorano tuttora identità e cornice temporale
(vedere figura 3).
Dubravco Lovrenovi?, PhD, membro della Commissione per la Tutela dei Monumenti Nazionali della
Bosnia-Erzegovina, stima che solo in tale nazione esistano oltre 100.000 menhir; anche se questi
solitamente sono sparpagliati e molti di essi sono stati spostati, mentre i tumuli annessi sono stati ricostruiti
varie volte, le pietre sono disposte secondo striscie o linee, la cui direzione è quasi invariabilmente da sud
verso nord.
Si stima che in realtà i menhir siano di gran lunga più numerosi di quelli bosniaci registrati a livello ufficiale.
Molti di essi sono andati persi, sono stati distrutti, utilizzati per altre costruzioni o semplicemente non
localizzati.
Figura 3: Posizione e densità dei menhir bosniaci
Tunnel e caverne come fonti di ioni negativi
Laddove obelischi e menhir bosniaci hanno un effetto esclusivamente esterno, una ionizzazione proficua è
avvertibile all’interno degli spazi vuoti di una chiesa, moschea o piramide.
A parte i corsi d’acqua sotterranei, la piramide utilizza un’ulteriore fonte di ioni negativi: una caverna
naturale, che intensifica il benefico effetto di ionizzazione della piramide stessa.
La Piramide di Cheope include una caverna (denominata “il Grotto”), situata alla sua base racchiusa nel
granito, mentre la Piramide del Sole di Teotihuacan, in Messico, fu eretta sopra una caverna scoperta solo
nel 1970. Qualsiasi piramide che non contenga una caverna è collegata, tramite un tunnel, a una caverna
distante. I tunnel al di sotto delle piramidi svolgono la funzione di caverne “artificiali”; trascorrervi del
tempo è assai salutare.
Gli esiti di misurazioni radar sulla Piana di Giza, effettuate dai geofisici egiziani Abbas Mohamed Abbas, Elsaid A. El-Sayed, Fathy A. Shaaban e Tarek Abdel-Hafez, sono stati pubblicati sul Journal of Geophysics
dell’Egyptian National Research Institute of Astronomy and Geophysics NRIAG (edizione speciale 2006,
pp. 1-16; vedere documento presso http://tinyurl.com/pbyltp).
A trecentocinquanta metri dalla Piramide di Cheope, in direzione sud-est, i geofisici egiziani hanno
registrato il segnale di un potenziale tunnel. I valori dielettrici delle strutture sotterranee sono riportati in
figura 4 (derivati dal documento di cui sopra, p. 13).
La capacità elettrica (C) di un conduttore che sia collocato nell’isolatore della costante dielettrica (?) è: C =
?C0, dove C0 rappresenta la sua capacità nel vuoto. Quanto più grande è la costante dielettrica del
materiale, tanto più grande la capacità del condensatore. Con un vuoto, ? = 1; con l’idrogeno, ? = 1.2; con
l’ossigeno, ? = 1.5; con il silicio, ? = 4.5; con il calcare, ? = 4-8; con l’acqua, ? = 81. Quanta più umidità è
presente nel tunnel (?1), tante più cariche elettriche può accumulare l’aria. Onde evitare che il calcare
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assorbisse tutte queste cariche negative dalla Piana di Giza (?2), gli originari costruttori del complesso
delle piramidi “isolarono” il tunnel con pietre (?3) inserite nelle pareti del tunnel.
Figura 4: Questo schema illustra la possibile presenza di pozzi nelle aree esaminate sulla Piana di Giza
Nella figura 4 (sopra) : pozzo riempito con materiali conduttivi
?1
?2:
?3
Piramidi egizie e bosniache come giganteschi oscillatori
I geofisici russi O. B. Khavroshkin, PhD, e V. V. Tsyplakov, PhD, in forza allo Schmidt Institute of Physics
of the Earth di Mosca, da molti anni analizzano microterremoti sulla superficie delle piramidi e hanno
elaborato numerose teorie sulle loro cause. Gli studiosi hanno effettuato misurazioni dei rumori sismici su
una sessantina di piramidi egizie (vedere, ad esempio, http://tinyurl.com/dn88sr); li ho incontrati
nell’agosto 2007, allorquando stavano effettuando misurazioni sulle piramidi bosniache.
Ai piedi del lato sud della Piramide Piegata di Sneferu, i geofisici hanno registrato un’armonica più forte
del microterremoto di 17 Hz, che rientra nella gamma degli infrasuoni (0Hz-20Hz) e non è percepibile
dall’orecchio umano (figura 5).
Come possiamo spiegare la ragione di questo continuo microterremoto? La centrale idroelettrica di Aswan
dista all’incirca 700 chilometri ed è difficile credere che la subarmonica registrata (F0 = 50 Hz / 3 = 16.67
Hz) derivi da generatori elettrici. Come ipotizzato dai geofisici, esiste forse la possibilità che la Piramide
Piegata di Sneferu sia in realtà una stazione radio che capta un segnale dalla pulsar PSR 1913+16, che
ha una frequenza pari a 16.95 Hz? (Vedere, ad esempio, http://www.cprm.gov.br/331GC/1184057.html.)
Siamo in grado di osservare che le piramidi egizie sono strumenti musicali accordati su frequenze di tono
diverse (figure 5, 6 e 7); nelle piramidi bosniache riscontriamo il medesimo fenomeno (figure 8, 9 e 10).
Figura 5: Spettro del rumore sismico ai piedi del lato sud della Piramide Piegata di Sneferu, nella regione
del Dahshur, Egitto
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costante die
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costante d
pi
costante die
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Figura 6: Spettro del rumore sismico proveniente dalla Piramide Rossa a Dahshur
Figura 7: Spettro del rumore sismico proveniente dalla Piramide di Micerino a Giza
Figura 8: Spettro del rumore sismico ai piedi della Piramide del Sole, in Bosnia, f 0 = 81 Hz
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Figura 9: Spettro del rumore sismico proveniente dalla sommità della Piramide del Sole, in Bosnia, f = 83
Hz, 132 Hz, 147 Hz e 165 Hz
Figura 10: Spettro del rumore sismico ai piedi del Tempio della Terra, in Bosnia, f = 13 Hz
Regolazione automatica del funzionamento delle piramidi
In base alle tabelle dei rumori sismici stilate dai geofisici russi, possiamo osservare che ciascuna struttura
di forma piramidale presenta caratteristiche di frequenza differenti. Questo aspetto è del tutto logico, in
quanto non esistono due piramidi che presentino dimensioni, materiali di costruzione o strutture
sotterranee uguali.
Risulta chiaro che ciascuna piramide concentra onde sismiche sfruttando una o più frequenze risonanti. A
seconda dell’elettricità atmosferica, la piramide modifica la quantità di cariche negative che assorbe da
caverne, gallerie e acque sotterranee, rilasciandole nell’atmosfera; quindi, in virtù dell’effetto
piezoelettrico, anche ampiezze e frequenze dei microterremoti subiscono lievi modifiche.
La corrente elettrica inizierà a fluire fra due elementi con carica diversa e la sua intensità dipenderà dalla
differenza di potenziale degli elementi stessi. Più elevata la tensione, più intensa la corrente, e viceversa.
In condizioni più soleggiate l’aria è più ricca di cariche positive, quindi, per neutralizzarle, la piramide
attrae più ioni negativi da caverne, gallerie e acque sotterranee. Dopo la pioggia, la differenza di
potenziale è inferiore e la pressione elettrica più debole, quindi la piramide riduce l’intensità della
ionizzazione.
Compendio
Una piramide cristallina, unitamente ai relativi fiumi, caverne e tunnel sotterranei, agisce come un
generatore di utili ioni negativi, dotato della facoltà di regolazione automatica dell’intensità.
Nel 1892 il Dr. Nikola Tesla ebbe l’idea di realizzare una macchina per la produzione di pioggia che
avrebbe creato condizioni favorevoli alla vita in alcune regioni. Si presumeva che tale macchina
funzionasse in base al principio di una forte ionizzazione dell’atmosfera, pressoché istantanea.
Mentre l’idea di Tesla era quella di ionizzare l’atmosfera tramite scariche elettriche, gli originari costruttori
delle piramidi possedevano una tecnologia in grado di ionizzare l’atmosfera in modo meno potente, ma
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continuo e quasi impercettibile.
A migliaia d’anni dalla loro costruzione, le
piramidi bosniache funzionano ancora in modo eccellente. Sono ricoperte dalla vegetazione e il territorio
circostante è caratterizzato da verdi vallate con abbondanza di benefiche cariche negative provenienti da
sotto le piramidi. La costante ionizzazione dell’atmosfera preserva gli ecosistemi locali. L’intera Valle
delle Piramidi di Bosnia ospita una rete di tunnel e fiumi sotterranei, come confermato da numerose falde
di acqua freatica.
Il fatto che attualmente le piramidi egizie si trovino in un ambiente desertico, privo di vegetazione, mi
induce a concludere che non stiano funzionando a dovere; si deve essere verificata qualche avaria nel
sistema.
Forse i tunnel sotterranei sono crollati; forse qualcuno ne ha deliberatamente chiusi alcuni, ostruendo in tal
modo il flusso di ioni negativi; forse alcune sorgenti sotterranee d’acqua si sono prosciugate o una grande
alluvione ne ha provocato una deviazione dei flussi. Il mistero permane.
A distanza di novantadue anni ricordiamo la torre di Tesla, con la sua forma piramidale e la sfera posta
sulla sommità. Tesla si trovava nella fase iniziale della ricerca relativa a una tecnologia che forse era già
stata elaborata e utilizzata da antichi costruttori delle piramidi. Confidiamo che il retaggio scientifico di
questo genio dimenticato, Nikola Tesla, ispiri alcuni ricercatori a realizzare la sua idea per risolvere il
mistero delle piramidi di tutto il mondo. ?
L’autore:
Hrvoje Zuji? è nato nel 1970 a Osijek, in Croazia. Laureato in Ingegneria Elettronica, è un ingegnere
abilitato alla progettazione e al controllo di installazioni elettriche. Dal 1998 è membro del gruppo di
ingegneri elettrici in forza all’Associazione Croata degli Architetti e Ingegneri Edili (http://www.hkaig.hr). Da
un quindicennio svolge ricerche su radiazioni geopatiche, bioenergia, biofisica, elettronica biomedica e
polycontrast interference photography. Hrvoje è un esperto di piramidi nonché ricercatore nelle aree di
confine della scienza; è coautore (assieme a Vilim Kanjski) di the Secrets of the Pyramids Revealed (ISBN
978-953-244-047-8). Per contatti via email: [email protected]. Visitate il suo indirizzo SCRIBD
presso http://www.scribd.com/hrvojezujic.
Articolo di Hrvoje Zuji?, pubblicato su Nexus New Times nr. 82 (edizione italiana).
Se questo articolo ha suscitato la tua curiosità, potrebbe interessarti anche La scoperta del più antico
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complesso di piramidi europeo di Philip Coppens, pubblicato su Nexus New Times nr. 80, che racconta
nei dettagli la scoperta delle antiche 'colline piramidali' della Bosnia.
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