nuovi scenari urbani per le città d`acqua

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nuovi scenari urbani per le città d`acqua
NUOVI SCENARI
URBANI PER LE CITTÀ
D’ACQUA
PERCORSI
D’ACQUA
2006-7
Lezione dell’arch. Rinio Bruttomesso
Milano, 7 marzo 2007
ARCHITETTO. DOCENTE DI URBANISTICA PRESSO LA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA.
DIRETTORE DEL CENTRO INTERNAZIONALE CITTÀ D’ACQUA DI VENEZIA, DALLA SUA COSTITUZIONE, NEL 1989.
CURATORE DELL’ESPOSIZIONE ‘CITTÀ D’ACQUA’ DELLA 9. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA DELLA BIENNALE
DI VENEZIA (2004).
PREMIATO ALLA 10. BIENNALE DI ARCHITETTURA DI BUENOS AIRES (2005).
CURATORE DELLA SEZIONE ‘CITTÀ-PORTO’ DELLA 10. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA DELLA BIENNALE DI
VENEZIA, TENUTASI A PALERMO (2006-2007).
HA TENUTO CONFERENZE E PARTECIPATO A CONVEGNI E WORKSHOPS SUI TEMI DELLA RIQUALIFICAZIONE DEI
WATERFRONT URBANI.
DIRETTORE DELLA RIVISTA ‘PORTUS’, SEMESTRALE INTERNAZIONALE SUI TEMI DELLA RELAZIONE PORTO-CITTÀ.
AUTORE DI LIBRI E SAGGI SUI TEMI DELLA RIVITALIZZAZIONE DELLE AREE URBANO-PORTUALI.
SOMMARIO: PERCHÉ OGGI SI PARLA COSÌ TANTO DI ‘CITTÀ D’ACQUA’?
PERCHÉ LA RELAZIONE TRA ACQUA E CITTÀ È DIVENTATA COSÌ IMPORTANTE, ‘STRATEGICA’?
COSA SIGNIFICA RIQUALIFICARE I WATERFRONT URBANI?
QUALI SONO GLI SCENARI FUTURI PER QUESTE CITTÀ ?
Vorrei iniziare il mio intervento con un’affermazione apodittica: le città d’acqua saranno le città
protagoniste del XXI° secolo.
Un’affermazione, questa, forse ad effetto e neppure facilmente dimostrabile, ma sorretta
certamente da numerosi indizi, da fatti concreti, da esperienze già compiute. Certo, prima di tutto,
occorre precisare cosa si intende per città d’acqua e poi indicare gli elementi che stanno alla base
di questa convinzione.
Dunque cosa sono, quali sono, come sono le città d’acqua?
Un urbanista italiano, Paolo Sica, anni fa, ha scritto queste parole:
“Esistono città sul fiume – Parigi, Londra, Roma, mille altre -,
e città sul mare – Napoli, Odessa, o Tokyo -;
e città sul lago – Costanza o Chicago -;
città sul lago e sul fiume – Ginevra -;
città su lagune – Amsterdam, Venezia -.
Esistono città che non hanno né fiume, né mare, né lago, né laguna.
Ma nessuna città manca di rapporto, magari segreto, con l’acqua”.
In questo senso tutte le città sarebbero città d’acqua. Ma volendo essere più rigorosi, anche se
meno poetici, possiamo individuare come città d’acqua, tutti quegli insediamenti urbani, di
struttura complessa e di dimensione significativa, che mantengono con l’acqua – nelle sue diverse
forme – una relazione visibile importante, che può presentare anche aspetti fortemente
problematici o addirittura negativi. Così definite, queste città possiedono, con la presenza stessa
dell’acqua dentro o accanto il tessuto urbano, uno straordinario valore aggiunto che, a seconda
dell’intelligenza e delle capacità dei loro cittadini, può giocare un ruolo decisivo non solo sul piano
dell’estetica della città, quanto in una dimensione strategica dello sviluppo urbano.
E proprio quelle città, di ogni continente, che sapranno giocare con consapevolezza, lungimiranza
e inventività questa carta del ‘valore aggiunto’ dato dall’acqua ‘urbana’, quelle città potranno
essere protagoniste sulla scena della grande competizione che si svilupperà tra le città, durante
questo nostro secolo.
Che vi sia stata già dagli ultimi decenni del secolo scorso una generale, convinta, anche se talora
contraddittoria, ‘riscoperta’ del valore dell’acqua nella città, è facilmente dimostrabile attraverso
l’elencazione dei numerosissimi progetti e interventi tesi a recuperare e a mettere in risalto questa
presenza.
Si è parlato di ‘water renaissance’, in ambito urbano, per definire quel complesso processo di
riqualificazione e rivitalizzazione delle zone di waterfront, che ha caratterizzato molte operazioni
di rinnovo, in numerose città del mondo.
Per ragioni di sintesi, evidenzio cinque principali elementi che saranno determinanti per rendere
vincenti le città d’acqua, scusandomi se, di ciascuno di essi darò solo una sommaria esplicitazione.
• Il primo è connesso alla natura, di molti di questi organismi urbani, di città-porto, vale a dire
di una città che possiede una struttura complessa come sempre di più lo sono i porti moderni:
una struttura strategica per lo sviluppo economico della città e del suo hinterland. Il porto, nel
suo assetto contemporaneo, è non solo - come l’aeroporto e la stazione ferroviaria - snodo
essenziale del sistema articolato del trasporto globale, sia di persone che di merci, ma – di più
– cerniera fondamentale dei traffici che si muovono tra acqua, terra e aria. Il porto, quando
esiste e funziona bene, è probabilmente il maggiore degli elementi che connotano il
funzionamento di una città d’acqua e ad essa danno, anche quando si tratti di città di medie
e piccole dimensioni, un carattere distintivo e inconfondibile.
• Il secondo elemento è senz’altro il waterfront, vale a dire quella porzione di tessuto della città,
che sta sul margine, a contatto con l’acqua. Il mero aspetto localizzativo (l’essere, appunto, a
contatto con l’acqua) si è spesso trasformato in una straordinaria potenzialità di sviluppo, non
solo per quella zona, ma per un’area molto più vasta (sulla terraferma, come sull’acqua). Il
waterfront ha spesso funzionato come un ‘magnete’, utilizzato per riqualificare zone
degradate e abbandonate oppure per rinnovare aree obsolete come in alcuni domini portuali;
ma la sua spinta è stata talora ancora più esaltante, provocando autentiche scosse telluriche
sull’intero assetto urbano e inducendo mutazioni a vasta scala, ben più estese della zona di
bordo, di confine con l’acqua. Gli interventi sui waterfront, se attentamente orientati e
condotti, al fine di evitare tragiche o ridicole ‘fotocopiature’ di rinomate operazioni
internazionali, possono contribuire efficacemente a migliorare l’assetto di importanti parti
della città, rinnovandone l’aspetto, perfezionandone il funzionamento e, spesso, costruendo
una nuova immagine per l’intera città.
• Il terzo fattore è legato allo sfruttamento intelligente e creativo dell’acqua come luogo per la
costruzione, sia per attrezzature di uso collettivo - di carattere amministrativo, culturale, di
tempo libero, etc. – sia per strutture destinate alla residenza. La collocazione di edifici in stretta
prossimità o addirittura posti sopra l’acqua evidenziano le forme dell’architettura, caricandole
spesso di significati anche simbolici che esaltano l’opera, arrivando ad attribuire un ruolo
emblematico per l’intera città. E in particolare l’abitare sull’acqua, quando non sia condizione
obbligata in mancanza di alternative, può diventare una prospettiva ricca di stimoli per
sperimentazioni e nuove modalità di vivere una città d’acqua.
• Il quarto fattore è rappresentato dalla possibilità di utilizzare l’acqua per sviluppare tutte le
potenzialità del trasporto urbano d’acqua, non certo per sostituire le modalità dei tradizionali
sistemi di trasporto pubblico e privato, ma per sperimentare – in termini di complementarietà
– quanto questo tipo di trasporto possa aiutare a combattere la congestione delle strade delle
nostre città. Ritengo che in questo campo molto possa essere ancora fatto, sfruttando
adeguatamente le più recenti innovazioni tecnologiche in questo settore, al fine di migliorare
la qualità della vita urbana.
• Il quinto elemento, infine, rimanda alla bellezza del paesaggio urbano che la presenza
dell’acqua dentro la città è in grado di suscitare e di enfatizzare. Una bellezza già percepita e
celebrata da molti artisti del passato, che hanno colto nella relazione tra acqua e città uno dei
fattori più esaltanti del fascino che circonda questi centri urbani. Un’acqua che, con la sua
essenza fisica – mare, fiume, lago, canali – trasforma, modifica, esalta i luoghi della città,
strutturando i suoi assetti urbanistici, in una combinazione tra natura e artificio che è tra le
massime espressioni della civiltà umana. Dopo molti errori del passato (degradando la
presenza dell’acqua o facendola scomparire del tutto) si assiste oggi a nuovi interventi,
tendenti a ripristinare – per quanto possibile – paesaggi precedenti agli scempi compiuti in
epoche recenti. La forma e la forza dell’acqua riappaiono allora, magari con nuovi significati,
quasi a sottolineare la versatilità del linguaggio espresso da questo elemento naturale.
Ma accanto a questi cinque elementi di ‘vantaggio’ su cui le città d’acqua possono contare per il
proprio successo, ve ne sono alcuni altri che possono rappresentare un ‘problema’, se non
addirittura un ‘pericolo’. Essi sono riferibili, da una parte, alle azioni di ‘aggressione’ che le acque
conducono sulle città, spinte da condizioni metereologiche estreme, dovute a mutamenti
climatici globali, di cui l’uomo non è certo privo di colpe, dall’altro, i pericoli vengono direttamente
da comportamenti insensati dell’uomo che devasta, inquina, spreca l’acqua urbana, provocando
danni che compromettono la bellezza e l’equilibrio delle proprie città d’acqua.
L’unico antidoto a questo atteggiamento autolesionistico non può che essere l’educazione per i
valori di rispetto di questa risorsa, una sempre più consapevole conoscenza e gestione dei diversi
aspetti della presenza dell’acqua nelle città, una intelligente e accurata progettazione della messa
in risalto di tale presenza. Solo così si potrà mantenere inalterato o, addirittura, accrescere quel
patrimonio di valori, di condizioni, di usi, di caratteri che l’acqua nella città costituisce e favorisce.
Ritorno all’affermazione iniziale: le città d’acqua saranno le protagoniste del XXI° secolo. E queste
non saranno solo le città d’acqua esistenti, ma anche quelle nuove, quelle che si stanno
costruendo e progettando in questi anni.
È la nuova Aquapolis, la maggiore sfida dell’uomo del XXI° secolo nel campo della costruzione della
città, dell’edificazione di inediti organismi urbani. Una sfida e un impegno che ha molti modelli cui
potersi rivolgere, cui ispirarsi, anche – perché no? – nella nostra storia urbanistica passata. Le nuove
e innovative tecnologie possono consentire anche l’apparentemente impossibile, il raggiungimento
di nuovi standard di costruzione, ma anche di migliori condizioni di vita. La città prossima e futura
avrà, come d’altra parte l’uomo dentro di sé, l’acqua come elemento essenziale della propria
costituzione e conformazione e sarà questa la garanzia che oltre che essere efficiente e ben
costruita, la nostra futura Aquapolis sarà anche bella e piacevole da vivere.
BIBLIOGRAFIA
BREEN A. AND RIGBY DICK, THE NEW WATERFRONT, THAMES AND HUDSON, LONDON, 1996
BRUTTOMESSO R. (EDITED BY), WATERFRONTS. A NEW FRONTIER FOR CITIES ON WATER, CENTRO INTERNAZIONALE CITTÀ
D’ACQUA, VENEZIA, 1993
BRUTTOMESSO R. (EDITED BY), CITTÀ-PORTO CITY-PORT, CATALOGUE OF THE SECTION OF THE 10TH INTERNATIONAL
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MARSHALL R. (EDITED BY), WATERFRONTS IN POST-INDUSTRIAL CITIES, SPON PRESS, LONDON AND NEW YORK, 2001
MEYER H., CITY AND PORT. TRANSFORMATION OF PORT CITIES. LONDON, BARCELONA, NEW YORK, ROTTERDAM, IB, UTRECHT, 1999