Capire l`Australia

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Capire l`Australia
© Lonely Planet Publications
Capire
l’Australia
AUSTRALIA OGGI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1166
Gli argomenti più dibattuti: il clima impazzito, la politica
che ti pugnala alle spalle, la questione dei profughi e l’acqua
(troppa!). Come se la cava l’Australia?
STORIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1169
Un continente antico, un popolo antico e un’infinità
di situazioni nuove.
CULTURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1183
Dall’antica e affascinante spiritualità degli aborigeni, con le sue
manifestazioni artistiche, alla cultura multietnica dell’Australia
dei giorni nostri.
AMBIENTE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1193
Incendi, alluvioni e cicloni imperversano da nord a sud – per
i marsupiali non è una novità…
CIBO E BEVANDE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1205
Il cibo è la nuova religione dell’Australia. Luoghi di culto sono
i caffè, i ristoranti, i mercati dei contadini nonché pub ed
enoteche.
I PRODOTTI DELLA TERRA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1212
Le principali comunità del cibo in Australia.
SPORT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1216
È tramontata la stella dello sport australiano? Se tralasciamo
le prestazioni deludenti nel cricket, in realtà il paese continua
a ottenere risultati superiori a tutte le aspettative.
popolazione per kmq
1166
AUSTRALIA
NUOVA ZELANDA
ITALIA
≈ 3 abitanti
Australia oggi
Separatasi dall’antico continente Gondwana più di 45 milioni di anni
fa, l’Australia ha forgiato la propria identità geografica e culturale
sopravvivendo a millenni di isolamento. È una terra che, subendoli
continuamente, ha imparato a gestire incendi devastanti, lunghi periodi di siccità e disastrose inondazioni. Questa genesi tormentata è
emblematica della diversità che caratterizza la natura del paese: aspra,
resistente e affascinante. La resistenza è una caratteristica che connota
anche il popolo australiano, ben celata dietro l’umorismo irriverente e
l’atteggiamento amichevolmente informale che vi conquisteranno prima
ancora di accorgervene.
Argomenti dibattuti
Viaggiando in Australia, noterete che uno degli argomenti di conversazione preferiti riguarda i cambiamenti climatici e il meteo. Negli ultimi
anni, il tempo sembra essere completamente impazzito. Il continente è
sempre stato una terra di estremi − e il clima ha influenzato più di ogni
altra cosa l’iniziale sviluppo del paese, continuando in qualche modo a
essere un elemento determinante della psiche nazionale − ma recentemente una grave serie di eventi ha iniziato ad allarmare anche questo
popolo abituato a far fronte alle emergenze. A porre fine a un decennio
di siccità, culminato nel 2009 con i terribili incendi del Black Saturday
(‘sabato nero’) nel Victoria, è stata la disastrosa alluvione che ha colpito
l’Australia orientale alla fine del 2010. Il fenomeno si è protratto fino al
2011, con ulteriori inondazioni e con la devastazione del Queensland a
opera del ciclone tropicale Yasi di categoria 5 (lo stesso livello d’intensità
dell’uragano Katrina che distrusse New Orleans nel 2005). Ora i deserti
centrali sono verdi e il Lake Eyre, il lago più grande della nazione, è
colmo fino all’orlo, cosa che in media accade soltanto una o due volte in
Si fa/non si fa
Falsi miti
Saluti
»» Siate pronti a essere chiamati
‘mate’ (amico) da chiunque, che
vi conosca o meno.
»» Non presentatevi mai a mani
vuote a un barbecue − portate
birra, vino o delle salsicce.
»» Offrite sempre un giro di
bevute (‘shout’) al pub.
Gli australiani bevono più
birra di tutti Nella classifica
mondiale del consumo di birra
l’Australia si colloca al quinto
posto (104,7 l per persona all’anno) – in vetta c’è la Repubblica
Ceca (158,6 l).
»» A una persona che non si
conosce ci si presenta con una
stretta di mano e un sorriso
guardandosi negli occhi.
»» Riservate il ‘G’day’ alle
situazioni informali; altrimenti
dite ‘Hello’ o ‘Hi’.
»» Baciate sulle guance
soltanto chi conoscete già.
su 100 abitanti
in Australia
religione
(% della popolazione)
64
19
cristiani
agnostici
buddhisti
2
1
12
musulmani
hindu
altro
1167
2
80 parlano inglese a casa
2 parlano cinese a csa
2 parlano italiano a casa
2 parlano vietnamita a casa
14 parlano altre lingue a casa
un secolo; ma nel Western Australia continua a imperversare la siccità.
Se gli australiani sono perplessi, non c’è da stupirsene.
Nei singoli stati, naturalmente, prevalgono le questioni locali. Il
Queensland sta ancora tentando di riconquistare una dimensione
asciutta dopo le incredibili alluvioni che l’hanno inondato a poche
settimane dal ciclone Yasi.
Nel New South Wales è esplosa la protesta per le pessime condizioni
dell’economia, del sistema dei trasporti e delle infrastrutture in generale. Il governo statale laburista, in carica dal 1995, è stato estromesso
nel 2011, ma saprà fare di meglio il nuovo governo liberale di destra?
Nel Victoria le questioni più scottanti riguardano l’ambiente. Incendi
e alluvioni a parte, ora che la siccità ha allentato la presa, suscita grandi
controversie l’impianto di desalinizzazione in costruzione a Wonthaggi,
per il quale è prevista una spesa di 3,5 miliardi di dollari. Controverse
sono pure le centrali a carbone della Latrobe Valley, che forniscono l’85%
dell’elettricità del Victoria, ma contribuiscono in modo significativo alle
emissioni di gas serra dell’Australia.
In Tasmania, le organizzazioni ambientaliste e le autorità competenti
in materia di deforestazione ed energia idroelettrica si fronteggiano
da decenni. È più importante salvare le foreste o i posti di lavoro? Non
sarebbe possibile salvarli entrambi? Per il momento, il cosiddetto ‘peace
deal’ (accordo di pace) siglato nel 2010 tra l’impresa forestale Gunns e i
gruppi ambientalisti ha portato a una moratoria sull’abbattimento degli
alberi endemici della regione.
Il South Australia − lo stato più secco del continente − sta sperimentando le conseguenze delle abbondantissime precipitazioni che hanno
avuto luogo più a nord: il possente Murray, l’omologo australiano del
Mississippi, è tornato a scorrere ricco d’acqua dopo anni di degrado
Film
Lantana (2001) Una riflessione
sull’amore, la verità e il dolore.
Gli anni spezzati (1981) Il coraggio dei volontari australiani
nella prima guerra mondiale.
Interceptor (1979) Mad Max
(Mel Gibson) perde la pazienza.
Two Hands (1999) Il mondo del
crimine a Sydney.
Playlist (rock
australiano)
Flame Trees (Cold Chisel, 1984)
Piccola città, grande canzone.
Back In Black (AC/DC, 1980) Il
miglior riff di sempre?
Wide Open Road (The Triffids,
1986) Malinconia on the road.
Beds Are Burning (Midnight Oil,
1987) Una scomoda verità.
»» Popolazione:
22.585.475
»» Inflazione:
2,65%
»» Disoccupazione: 5%
»» Reddito
medio settimanale lordo
(lavoro a tempo
pieno): A$1272
»» Dominio
internet: au
»» Vetta più alta:
Mt Kosciuszko
(2228 m)
»» Lunghezza
del litorale:
25.800 km
Libri
Dirt Music di Tim Winton (Fazi,
2005) Avvincente, ambientato
nel Western Australia.
Oscar e Lucinda di Peter Carey
(Corbaccio, 1988) Vincitore del
Man Booker Prize.
Il fiume segreto di Kate Grenville (Longanesi, 2008) La vita in
una colonia penale.
1168
ambientale e fenomeni di salinizzazione del suolo – per il momento, la
fornitura d’acqua di Adelaide dovrebbe essere garantita.
Nel nord, il governo del Northern Territory ha annunciato l’adozione
di alcune misure con cui spera di arginare la criminalità giovanile ad
Alice Springs, come per esempio l’istituzione di ‘case sicure’ pronte ad
accogliere i giovani a rischio. D’altra parte, l’abuso di sostanze, le violenze
domestiche, la salute non garantita e l’alto tasso di suicidi nell’ambito
della comunità aborigena non soddisfano certo i requisiti ideali di una
nazione avanzata.
Più enigmatica è la situazione del Western Australia, tuttora colpito
da siccità, ma al tempo stesso talmente ricco di risorse minerarie da
poterle sempre considerare un solido pilastro dell’economia locale. Qui,
il reddito medio delle famiglie è più alto che nel resto del paese e lo si
vede nelle grandi case nuove di zecca, nelle barche scintillanti posteggiate sul prato di quelle stesse case e nell’atteggiamento determinato e
sicuro di sé delle persone.
Vita di città
L’Australia è un paese urbanizzato: circa il 90% dei suoi abitanti vive
in città. Le grandi metropoli continuano a espandersi e reinventarsi,
assorbendo e rielaborando influssi sempre nuovi provenienti da ogni
angolo del pianeta senza peraltro disprezzare ciò che è locale rispetto a
quanto viene da fuori, come accadeva 30 anni fa. L’orgoglio nazionale è
senz’altro in crescita, nel bene e nel male. Allo sviluppo delle arti e della
cultura gastronomica si affiancano infatti occasionali manifestazioni
xenofobe nei confronti degli immigrati. Detto ciò, questo paese non
ama le generalizzazioni e alla fine è il multiculturalismo a prevalere.
Feste
Australianismi
WOMADelaide World music ad
Adelaide.
Melbourne International Film
Festival Dedicato ai cinefili.
Sydney Gay and Lesbian
Mardi Gras Pittoresca sfilata in
Oxford St.
Big Day Out Mega festival musicale di più giorni in più città.
bludger pigrone
crack the shits esprimere
massima irritazione
crook malato o sottotono
dead set sì, questo è vero
flat out molto occupato o
sbrigativo
hard yakka lavoro duro
taking the piss inganno
divertente
bogan australiano chiassoso
shoot through partire
1169
Storia
Michael Cathcart
Michael Cathcart è l’autore del capitolo Storia. Docente
di storia presso l’Australian Centre della University of
Melbourne, Cathcart è conosciuto dal grande pubblico come
presentatore radiofonico della ABC Radio National e per
aver condotto una serie di documentari televisivi a carattere
storico trasmessi dalla ABC. Per ulteriori informazioni su
Michael, v. p1280.
L’Australia è un continente antico − alcune delle sue rocce sono state
datate all’eone Archeano, era geologica risalente a 3800 milioni di anni
fa. La popolazione indigena ha abitato queste terre da 50.000 anni. Se
questo è lo scenario, la ‘storia’ come la descriviamo in questo capitolo
può sembrare un momento effimero del suo passato... ma è una lettura
interessante! Dai giorni in cui solo una manciata di colonie di carcerati
punteggiava la costa la nuova nazione ha costantemente costruito le sue
radici, prima con l’esplorazione dei territori interni, poi con la corsa
all’oro e infine con l’indipendenza dalla corona britannica. Le guerre
in Europa e nel Pacifico, la Grande Depressione, il progresso industriale
e culturale, nonché lo sviluppo delle grandi città, sono stati gli eventi
salienti del XX secolo. È stato durante questi ultimi anni della sua storia, più che in ogni altro periodo passato, che l’impatto della moderna
Australia sia sul suo antico territorio sia sulle popolazioni aborigene è
emersa più chiaramente.
Per informazioni più dettagliate sulle forze e le tematiche che stanno
forgiando il paese ai giorni nostri, v. il capitolo Australia oggi (p1166).
Gli aborigeni
della Tasmania
furono separati
dalla terraferma
quando l’aumento
delle temperature
seguito all’ultima
glaciazione causò
l’innalzamento del
livello del mare.
Ecco perché le
loro lingue e culture sono molto
diverse da quelle
degli aborigeni
australiani.
Arrivano gli intrusi
All’alba la tempesta si era finalmente placata. Semiaddormentato, Zachary Hicks era di vedetta sulla nave britannica Endeavour quando qualcosa
lo svegliò all’improvviso. Hicks chiamò subito il capitano James Cook,
CRONOLOGIA
80 milioni di anni fa
Dopo essersi separata dal
megacontinente Gondwana
circa 120 milioni di anni fa,
l’Australia si stacca dall’Antartide
e va ‘alla deriva’ più a nord.
50.000 anni fa
I primi aborigeni sbarcano
nell’Australia settentrionale. Il
paese è popolato da marsupiali
giganti – tra cui un vombato delle
dimensioni di un rinoceronte – e
coperto da rigogliose foreste
e laghi ricchi di pesci.
1170
S to ria A rrivano gli intr u si
La più famosa
biografia di
James Cook è The
Life of Captain
James Cook di
J.C. Beaglehole
(1974). Lo stesso
autore ha curato
anche i diari di
Cook: Giornali di
bordo nei viaggi
d’esplorazione.
(TEA, Milano
2009). Sulla vita
del leggendario
capitano sono
disponibili anche
diverse biografie
online, tra cui l’eccellente http://
it.wikipedia.org/
wiki/James_Cook.
che si affrettò a salire in coperta, dove l’impatto con l’aria frizzante del
mattino fu immediatamente seguito da una visione miracolosa. Davanti
a loro si estendevano le morbide valli e le colline ammantate di foreste di
una terra che non compariva su nessuna carta nautica. Era il 19 aprile
del 1770. Nei giorni successivi Cook iniziò a disegnare la prima carta
della costa orientale dell’Australia. Senza saperlo, stava tracciando la
fine della supremazia degli aborigeni.
Due settimane più tardi, Cook sbarcò con un gruppo di uomini su
una piccola spiaggia. Non appena misero piede sulla terraferma videro
sbucare due aborigeni che brandivano minacciosamente le lance contro
di loro. Cook li fece respingere a colpi di moschetto. Per diversi giorni
gli aborigeni e gli intrusi europei si osservarono, mantenendosi a una
prudente distanza di sicurezza.
L’Endeavour apparteneva alla Royal Society, la più importante istituzione scientifica londinese. Tra i passeggeri imbarcati sulla nave guidata
da Cook figuravano artisti, scienziati, un astronomo e un facoltoso botanico di nome Joseph Banks. Esplorando il territorio degli aborigeni,
Banks e i suoi colleghi furono presi da un incontenibile entusiasmo per
l’incredibile quantità di piante sconosciute che si trovavano davanti agli
occhi. I vistosi fiori della banksia, dal caratteristico aspetto di spazzole
cilindriche rosse, bianche o dorate, sono stati battezzati con il nome del
loro scopritore inglese.
Gli aborigeni chiamavano quella zona Kurnell, ma Cook la ribattezzò
con un nome che suonava appropriato: ‘Botany Bay’ (baia della botanica).
Oggi la fertile costa orientale dell’Australia è punteggiata di luoghi dai
nomi che ricordano la spedizione di Cook, come Point Hicks, Hervey Bay
(dal nome di un ammiraglio inglese), Endeavour River e Point Solander
(dal nome di uno scienziato imbarcato sull’Endeavour).
Quando l’Endeavour raggiunse la punta settentrionale di Cape York,
l’equipaggio vide la vastità dell’oceano che si apriva a ovest e con esso
la rotta che li avrebbe riportati in patria. Su un isolotto montuoso
(‘Possession Island’), Cook innalzò la Union Jack, la bandiera del Regno
Unito e, tra fragorose salve di cannone, rivendicò il possesso della parte
orientale del continente in nome di re Giorgio III.
In realtà, Cook non intendeva sottrarre la terra agli aborigeni. Dai
suoi diari apprendiamo che li aveva quasi idealizzati: ‘Sono di gran
lunga più felici di noi europei’, scrisse, ‘ritengono di disporre di tutto
il necessario per vivere e non possiedono nulla di superfluo’. La sua
cerimonia patriottica aveva invece lo scopo di frenare le ambizioni
espansionistiche dei francesi e, soprattutto, degli olandesi, che nei due
secoli precedenti avevano esplorato e tracciato la mappa di buona parte
delle coste occidentale e meridionale. All’epoca di Cook la parte occidentale dell’Australia era infatti conosciuta con il nome di ‘New Holland’.
1616
1770
Il capitano James Cook è il
primo europeo a tracciare una
mappa della costa orientale
dell’Australia, che egli battezza
‘New South Wales’. Ritorna in
Inghilterra convinto di aver
trovato il luogo ideale per un
insediamento: ‘Botany Bay’.
CHRIS MELLOR/LONELY PLANET IMAGES ©
La rotta mercantile olandese
che attraversa l’Oceano
Indiano diretta in Indonesia
sfrutta forti venti denominati ‘i
Quaranta Ruggenti’. Tali venti
fanno approdare il capitano
Dirk Hartog sulla costa
dell’Australia occidentale.
» Statua del capitano Cook, Melbourne
Nascita di una colonia penale
1171
Il sito www.
portarthur.org.au
costituisce un ottimo riferimento
per chi desidera
visitare questo
luogo d’importanza storica che
nel 1996 fu teatro
di un tragico fatto
di sangue.
BENNELONG
Tra gli aborigeni dei quali il governatore Phillip si serviva come intermediari c’era un
eora di nome Bennelong, molto influente tra la sua gente, che poco per volta adottò gli
usi e i costumi dei coloni bianchi. ‘Rapito’ dal governatore, Bennelong imparò a parlare
e a scrivere in inglese e divenne il tramite attraverso cui la sua gente faceva valere le
proprie ragioni nei confronti dei britannici, sia in Australia sia nella madrepatria, che
raggiunse nel 1792; la lettera che nel 1796 scrisse a Mr e Mrs Phillip è il primo testo in
inglese scritto da un aborigeno australiano di cui si conosca l’esistenza.
Per molti anni dopo il suo ritorno a Sydney, Bennelong visse in una capanna costrui­
ta per lui sulla sottile striscia di terra oggi nota come Bennelong Point e sede della
Sydney Opera House. Era il capo di un clan con 100 membri e fungeva da consigliere
dell’allora governatore Hunter. Nonostante i resoconti dell’epoca facciano pensare
che fosse coraggioso, intelligente, amante delle feste, divertente e ‘tenero con i bam­
bini’, negli ultimi anni della sua vita Bennelong affogò i dispiaceri nell’alcol, che ne
minarono il fisico e il carattere. Quando morì, nel 1813, fu sepolto nel frutteto del suo
amico, il birraio James Squire.
1788
La First Fleet trasporta galeotti
e soldati inglesi nelle terre
degli eora, dove il governatore
Arthur Phillip fonda una colonia
penale chiamata Sydney.
1789
Gli aborigeni della regione
di Sydney vengono decimati
da un’epidemia di vaiolo.
Le cronache dei funzionari
britannici parlano di cadaveri
che marciscono in ogni
insenatura del porto.
1804
Nella Terra di Van Diemen
(Van Diemen’s Land, l’attuale
Tasmania), David Collins sposta
la neonata colonia penale
da Risdon Cove nel luogo in
cui sorge l’odierna Hobart.
S to ria N ascita di u na colonia penale
Nel 1788, 18 anni dopo lo sbarco di Cook, gli inglesi tornarono in Australia
con una flotta di 11 navi cariche di provviste d’ogni genere, armi, attrezzi,
materiali da costruzione e bestiame. Queste navi trasportavano anche
751 detenuti e circa 250 tra soldati, funzionari e le rispettive mogli. Il
comando di questa flotta eterogenea, passata alla storia con il nome di
First Fleet (prima flotta), era stato affidato al capitano Arthur Phillip, un
uomo di grande umanità e forte senso del dovere. Obbedendo agli ordini,
Phillip gettò l’ancora a Botany Bay. Tuttavia il paradiso naturale che aveva
tanto entusiasmato Joseph Banks riempì il cuore del capitano Phillip
di sgomento. Il terreno era paludoso, le acque salubri scarseggiavano
e la baia in cui avevano ormeggiato era esposta a venti impetuosi e a
terribili tempeste. Di fronte a questa situazione, Phillip decise di lasciare
la sua prigione galleggiante e di salire su una piccola imbarcazione per
cercare un posto migliore. Risalita la costa per un breve tratto, Phillip
provò un tuffo al cuore quando entrò in quella che gli parve la baia più
bella del mondo. In quella piccola e incantevole insenatura, abitata dal
popolo degli eora, sarebbe sorta la colonia penale britannica, che Phillip
ribattezzò con il nome del ministro degli interni inglese, Lord Sydney.
I nuovi arrivati iniziarono subito ad abbattere alberi per costruire
le loro baracche e nel giro di poco tempo avviarono i primi tentativi di
coltivazione. Phillip aveva ricevuto precise istruzioni di colonizzare il
territorio senza ricorrere alla violenza nei confronti delle popolazioni
1172
S to ria D alle catene alla libertà
Storia dell’Australia di Stuart
Macintyre
(CLUEB, Bologna
2010) e La riva
fatale. L’epopea
della fondazione
dell’Australia di
Robert Huges
(Adelphi, Milano
1995) sono due
buone introduzioni alla storia
australiana.
native, ma per esse la perdita della terra su cui vivevano da sempre segnò
l’inizio della fine. Centinaia di aborigeni morirono di vaiolo e gran parte
dei sopravvissuti finì per affogare la propria disperazione nell’alcol.
Nel 1803 i funzionari inglesi fondarono una seconda colonia penale
nella Van Diemen’s Land (ribattezzata in seguito Tasmania). Nel giro
di pochi mesi i galeotti considerati irrecuperabili vennero trasferiti
nell’orribile penitenziario di Port Arthur (situato sulla bellissima costa
incontaminata nei pressi dell’attuale Hobart), mentre altri detenuti
soffrivano le pene dell’inferno nella prigione di Norfolk Island (v. p148),
un’isola sperduta in mezzo al Pacifico.
La realtà delle prime colonie penali fu talmente ingloriosa che
per molto tempo gli australiani considerarono questo periodo come
un capitolo vergognoso della loro storia. Con il tempo le cose sono
radicalmente cambiate, al punto che oggi quasi tutti gli australiani
bianchi si dicono orgogliosi di avere un galeotto nel loro albero genealogico. Ogni anno si festeggia l’‘Australia Day’, la ricorrenza che
commemora lo sbarco della First Fleet nella Baia di Sydney, avvenuto
il 26 gennaio del 1788.
Dalle catene alla libertà
Nei primi tempi Sydney e le colonie più piccole dipendevano dagli approvvigionamenti spediti periodicamente via mare. Nella speranza di
poter contare in breve tempo su una produzione agricola locale, il governo assegnò ampi appezzamenti di terreno ai soldati, ai funzionari e ai
coloni. Dopo 30 anni di tentativi falliti, le fattorie iniziarono finalmente
a prosperare. Il più audace e determinato dei nuovi proprietari terrieri
fu John Macarthur che, insieme all’intraprendente moglie Elizabeth,
introdusse l’allevamento delle pecore merinos nella sua verde tenuta
nei pressi di Sydney.
Macarthur era anche uno degli esponenti più in vista dei ‘Rum
Corps’, un gruppo di potenti funzionari che per decenni tenne in pugno
i governatori (tra cui William Bligh, capitano del famoso Bounty) e si
arricchì a dismisura controllando gran parte dei commerci di Sydney, in
primo luogo quello del rum. Nel 1810 questa sorta di monopolio politicocommerciale fu spezzato dal nuovo governatore Lachlan Macquarie.
Uomo dal temperamento inflessibile, Macquarie tracciò la planimetria
dell’odierna Sydney, fece costruire magnifici edifici pubblici (molti dei
quali progettati da Francis Greenway, architetto di talento ed ex galeotto)
e contribuì a gettare le fondamenta di una società più civile.
Nel frattempo in Inghilterra si era sparsa la voce che l’Australia offriva
terre a poco prezzo e grandi opportunità di lavoro, un fatto che spinse
molti a emigrare in cerca di fortuna. Intanto il governo britannico
continuava a inviare sull’isola detenuti.
1820-30
Nella Terra di Van Diemen
scoppiano le Black Wars
tra aborigeni e coloni. Il
sanguinoso conflitto stermina
quasi completamente la
popolazione aborigena
della Tasmania.
1829
Il capitano James Stirling guida
una spedizione che fonda
l’insediamento di Perth, sulla
costa occidentale dell’Australia.
La terra circostante è arida e la
colonia stenta a svilupparsi.
1835
John Batman salpa dalla Terra
di Van Diemen alla volta di
Port Phillip, dove acquista
appezzamenti di terra dagli
anziani kulin. Nello stesso anno
viene fondata Melbourne.
Nel 1825 un gruppo di soldati e di detenuti fondò una colonia penale
nel territorio degli yuggera, nei pressi dell’odierna Brisbane, una regione calda e fertile che non tardò a richiamare numerosi coloni liberi.
In breve tempo Brisbane divenne un centro molto fiorente grazie allo
spirito imprenditoriale dei suoi abitanti, che svilupparono con successo
l’agricoltura, l’allevamento, la produzione di legname e lo sfruttamento
delle miniere.
Nelle ventilate praterie della Tasmania, intanto, gli allevatori di pecore
si stavano moltiplicando, tanto che negli anni ’20 scatenarono una
sanguinosa guerra contro gli aborigeni, portandoli quasi all’estinzione.
Non paghi di ciò, andarono in cerca di nuove terre dove pascolare le loro
greggi. Nel 1835 un colono giovane e ambizioso di nome John Batman
sbarcò sulla terraferma a Port Phillip Bay e decise di fondare sulle rive
dello Yarra River un nuovo insediamento. Pronunciando le famose
parole ‘Questo è il luogo ideale per un villaggio’, Batman annunciò la
nascita della futura Melbourne. Poi pensò bene di truffare gli aborigeni
‘acquistando’ le loro terre (la bellezza di 250.000 ettari) in cambio di
coperte, coltelli e di qualche cianfrusaglia di scarso valore.
Nello stesso periodo una società privata britannica fondò Adelaide,
nel South Australia. Orgogliosi di non avere legami con gli ex detenuti, i
fondatori della nuova colonia escogitarono uno stratagemma che permise alla società di vendere terreni a coloni ricchi e di usare il ricavato per
favorire l’immigrazione di lavoratori poveri dalla madrepatria. Quando
questi ultimi avevano guadagnato denaro a sufficienza per acquistare
terreni dalla società, il ricavato della nuova vendita andava a finanziare
un nuovo carico di migranti. A lungo andare questo ingegnoso sistema
degenerò in un caos di speculazioni e di fallimenti, al punto che nel
1842 la South Australian Company passò sotto l’amministrazione del
governo. Proprio in quegli anni a Burra, Kapunda e nelle Mount Lofty
Ranges vennero scoperti ricchi giacimenti di argento, di piombo e di
rame e l’insediamento cominciò a dimostrarsi proficuo.
Nel corso del XIX
secolo furono
compiuti alcuni
tentativi per
sostituire le
specie autoctone
di piante e animali
con varietà
europee, ritenute
‘superiori’. Risale
a quell’epoca
l’introduzione
dei conigli e delle
volpi che, come si
può immaginare,
non fu priva di
conseguenze.
Per una storia
dell’Australia che
non si arresta là
dove cominciano
gli oceani leggete
Storia dell’Oceania. L’ultimo
continente
di Francesca
Giusti, Vincenzo
Sommella e Santa
Cigliano (Donzelli,
Roma 2009).
Sempre in cerca di nuove terre
Di anno in anno la necessità di trovare acqua e pascoli per il bestiame
indusse i coloni a sconfinare dalle terre assegnate dal governo e a spingersi sempre più all’interno del territorio abitato dagli aborigeni. Questi
coloni divennero noti come squatter, perché occupavano abusivamente
le terre degli aborigeni che formalmente appartenevano alla Corona
britannica, difendendole anche con i fucili. Per tentare di regolamentare
questa situazione, intorno al 1830 il governo concesse agli squatter il
1836
Il colonnello William Light
sceglie il luogo in cui sorgerà
Adelaide sulle rive del fiume
Torrens, nelle terre del
popolo kaurna. A differenza
di Sydney, i coloni sono
immigrati liberi e volontari.
1851
La scoperta di giacimenti
auriferi nella parte centrale
del Victoria scatena una
corsa all’oro che porta in
Australia giovani coloni da
ogni parte del mondo. Intanto
le colonie orientali rifiutano
di sottostare al governatore e
instaurano una democrazia.
1854
I minatori protestano contro
gli alti costi delle licenze di
estrazione dell’oro nell’Eureka
Stockade, vicino a Ballarat.
Diversi insorti rimangono
uccisi, altri sono accusati
di tradimento. L’opinione
pubblica sostiene i ribelli.
S to ria D u e n u ovi insediamenti : M elbo u rne e A delaide
Due nuovi insediamenti:
Melbourne e Adelaide
1173
1174
S to ria L a scoperta dell’ oro e le prime rivolte
In alcune regioni
remote dell’Australia e in alcuni
centri abitati come
Alice Springs
e Darwin molti
aborigeni parlano
ancora le loro
lingue tradizionali
invece dell’inglese.
Numerose sono le
persone poliglotte
− sul continente
un tempo si contavano oltre 300
gruppi linguistici
aborigeni.
permesso di restare su questi ‘territori della Corona’ in cambio del
pagamento di un affitto simbolico. Gli aborigeni narrano ancora oggi
i terribili episodi di cui si macchiarono i coloni bianchi, come l’avvelenamento delle pozze d’acqua presso cui si rifornivano gli indigeni e si
abbeverava il bestiame o i massacri perpetrati per vendicare l’uccisione
di pecore o coloni. In tutto il paese è ancora vivo il ricordo dei leggendari
capi della resistenza aborigena, come Yagan di Swan River, Pemulwuy
di Sydney e Jandamarra, l’eroe fuorilegge del Kimberley.
Con il passare del tempo molti squatter raggiunsero un compromesso, stipulando accordi con le tribù locali. In base a questi trattati, gli
aborigeni accettavano di lavorare nelle ‘cattle station’ come mandriani
o servitori, ricevendo in cambio un salario molto basso, il permesso di
restare nelle proprie terre d’origine e la possibilità di adattare la loro
cultura al nuovo contesto sociale. In alcune zone remote dell’outback,
accordi di questo genere erano ancora in vigore nel secondo dopoguerra.
Fin dal loro arrivo nel continente, i coloni avevano fantasticato su
presunte ricchezze della nuova terra che aspettavano solo di essere
scoperte. Prima del 1813, anno in cui una spedizione di esploratori
attraversò le Blue Mountains, l’imponente catena montuosa situata a
ovest di Sydney, non pochi erano convinti che sul versante opposto delle
montagne avrebbero trovato la Cina! In seguito, esploratori, cartografi
e scienziati fecero a gara nel formulare le teorie più disparate sull’entroterra australiano. C’era chi parlava dell’esistenza di un grande fiume,
chi invece ipotizzava uno sconfinato deserto e chi – come l’esploratore
Charles Sturt (ad Adelaide, in Victoria Sq, sorge una bella statua che
lo ritrae) – era convinto che al centro del paese si estendesse un fantomatico mare interno.
Sebbene le spedizioni che si inoltrarono all’interno del continente
abbiano spesso dato esiti deludenti, gli australiani trasformarono in
eroi gli sfortunati esploratori che persero la vita in quelle lande selvagge
(i nomi di Ludwig Leichhardt e della coppia Burke-Wills sono tra i più
significativi). In questa logica si rifletteva la convinzione tipica dell’era
vittoriana, secondo la quale una nazione non poteva nascere senza un
combattimento e senza vittime, anche se in questo caso il nemico da
affrontare era il paese stesso.
La scoperta dell’oro e le prime rivolte
I trasporti di detenuti dalla Gran Bretagna all’Australia orientale cessarono negli anni ’40 del XIX secolo, con un tempismo quasi perfetto.
Infatti, nel 1851 alcuni cercatori d’oro scoprirono ricchi giacimenti
auriferi nel New South Wales e nella regione centrale del Victoria.
La notizia travolse gli abitanti delle colonie con la forza di un ciclone
e una folla di giovani uomini di ogni classe sociale e perfino alcune
1861
Gli esploratori Burke e Wills
sono i primi europei ad
attraversare il continente da
sud a nord. La loro spedizione
si tramuta in un dispendioso
fallimento che costerà la
vita a loro e a molti altri.
1872
L’ingegnere Charles Todd
costruisce una linea telegrafica
da Adelaide a Darwin, dove
viene collegata a un cavo
sottomarino che arriva fino
a Java, e da lì all’Europa:
l’era dell’informazione
elettronica è iniziata.
1880
La polizia cattura il famigerato
bandito Ned Kelly nella città
di Glenrowan, nel Victoria.
Kelly viene impiccato e da
allora è ricordato come
un eroe popolare.
1901
DAVID
UNAIPON
David Unaipon
(Ngarrindjeri;
1872–1967), il
‘Leonardo da
Vinci australiano’,
fu promotore e
difensore della
cultura aborigena,
scrittore e inventore. Depositò 19
brevetti provvisori
tra cui i disegni
per un elicottero,
progettato prima
della prima guerra
mondiale, basato
sul principio del
boomerang. Il suo
volto è ritratto
sulla banconota
da 50 dollari
australiani.
1915
Il 25 aprile le truppe congiunte
dell’Australia e della Nuova
Zelanda (ANZAC) si uniscono
all’esercito britannico
per invadere la Turchia.
Nella disfatta di Gallipoli
perdono la vita migliaia
di giovani australiani.
DANIEL BOAG/LONELY PLANET IMAGES ©
Le colonie australiane formano
una federazione di stati. Il
Parlamento federale s’insedia
a Melbourne, dove approva
l’Immigration Restriction Act
che comporta la cosiddetta
‘White Australia Policy’.
1175
S to ria L a scoperta dell’ oro e le prime rivolte
donne particolarmente avventurose partirono alla volta dei preziosi
giacimenti. Nel giro di pochissimo tempo, la corsa all’oro diede vita a
un’eterogenea società costituita da cercatori, avventurieri, appaltatori,
venditori illegali di alcolici, prostitute e impostori accorsi dall’Europa
come mosche sul miele. Il governatore britannico del Victoria si trovò
ad affrontare una situazione sempre più critica, caratterizzata da un
lato dal rimescolamento della tradizionale divisione di classe della
società vittoriana e dall’altro dall’urgente necessità di trovare un
sistema per mantenere l’ordine pubblico e regolamentare l’accesso ai
giacimenti auriferi. La soluzione adottata fu quella di obbligare tutti
i minatori ad acquistare una costosa licenza mensile, nella speranza
che i meno abbienti rinunciassero all’impresa per riprendere le proprie
occupazioni in città.
Il richiamo dell’oro si rivelò però troppo forte. In un primo tempo, l’euforia scatenata dalla speranza di potersi arricchire rapidamente permise
ai cercatori di sopportare i soprusi compiuti dall’esercito incaricato di
garantire l’applicazione delle norme sulle licenze governative. Tuttavia,
tre anni più tardi i filoni di Ballarat si esaurirono quasi completamente,
costringendo i cercatori a sfiancarsi in pozzi sempre più profondi e resi
umidi e malsani dalle infiltrazioni d’acqua. In queste terribili condizioni
e di fronte alla corruzione e alla brutalità di un sistema che mostrava
solo disprezzo nei loro confronti, i cercatori giunsero all’esasperazione
e, guidati dal carismatico irlandese Peter Lalor, issarono la propria
bandiera, raffigurante la Croce del Sud, giurando di difendere con ogni
mezzo i loro diritti e le loro libertà. Con le armi in pugno, barricati
all’interno di un recinto eretto a Eureka, i minatori attesero con ferma
determinazione la reazione del governo.
Domenica 3 dicembre 1854, prima del sorgere del sole, un distaccamento dell’esercito attaccò il recinto: lo scontro si concluse in soli 15
terribili minuti. L’attacco brutale e unilaterale costò la vita a 30 cercatori
e a cinque soldati. Tuttavia, nonostante questo terribile fatto di sangue,
il vento della democrazia era ormai nell’aria e l’opinione pubblica si
schierò compatta dalla parte dei minatori. Sotto la pressione popolare,
la giuria di Melbourne rimise in libertà i 13 ribelli ancora sotto processo,
per i quali era stata chiesta la pena di morte. Molti australiani considerano questi eventi una pagina gloriosa della loro storia: l’episodio noto
come ‘Eureka Stockade’ (Barricata di Eureka) viene rievocato ancora
oggi come la battaglia fondamentale per la nascita della nazione e per
l’affermazione della democrazia, un fatto che ribadisce il concetto già
citato, secondo il quale una ‘vera’ nazione non può che nascere dal sangue. In realtà, quelle morti furono drammaticamente inutili. Infatti le
colonie orientali avevano già avviato il processo che avrebbe condotto
all’elezione democratica dei rispettivi parlamenti, con il pieno appoggio
» Cadetti all’Anzac Day, Melbourne