Capire l`Australia
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Capire l`Australia
© Lonely Planet Publications Capire l’Australia AUSTRALIA OGGI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1166 Gli argomenti più dibattuti: il clima impazzito, la politica che ti pugnala alle spalle, la questione dei profughi e l’acqua (troppa!). Come se la cava l’Australia? STORIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1169 Un continente antico, un popolo antico e un’infinità di situazioni nuove. CULTURA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1183 Dall’antica e affascinante spiritualità degli aborigeni, con le sue manifestazioni artistiche, alla cultura multietnica dell’Australia dei giorni nostri. AMBIENTE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1193 Incendi, alluvioni e cicloni imperversano da nord a sud – per i marsupiali non è una novità… CIBO E BEVANDE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1205 Il cibo è la nuova religione dell’Australia. Luoghi di culto sono i caffè, i ristoranti, i mercati dei contadini nonché pub ed enoteche. I PRODOTTI DELLA TERRA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1212 Le principali comunità del cibo in Australia. SPORT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1216 È tramontata la stella dello sport australiano? Se tralasciamo le prestazioni deludenti nel cricket, in realtà il paese continua a ottenere risultati superiori a tutte le aspettative. popolazione per kmq 1166 AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ITALIA ≈ 3 abitanti Australia oggi Separatasi dall’antico continente Gondwana più di 45 milioni di anni fa, l’Australia ha forgiato la propria identità geografica e culturale sopravvivendo a millenni di isolamento. È una terra che, subendoli continuamente, ha imparato a gestire incendi devastanti, lunghi periodi di siccità e disastrose inondazioni. Questa genesi tormentata è emblematica della diversità che caratterizza la natura del paese: aspra, resistente e affascinante. La resistenza è una caratteristica che connota anche il popolo australiano, ben celata dietro l’umorismo irriverente e l’atteggiamento amichevolmente informale che vi conquisteranno prima ancora di accorgervene. Argomenti dibattuti Viaggiando in Australia, noterete che uno degli argomenti di conversazione preferiti riguarda i cambiamenti climatici e il meteo. Negli ultimi anni, il tempo sembra essere completamente impazzito. Il continente è sempre stato una terra di estremi − e il clima ha influenzato più di ogni altra cosa l’iniziale sviluppo del paese, continuando in qualche modo a essere un elemento determinante della psiche nazionale − ma recentemente una grave serie di eventi ha iniziato ad allarmare anche questo popolo abituato a far fronte alle emergenze. A porre fine a un decennio di siccità, culminato nel 2009 con i terribili incendi del Black Saturday (‘sabato nero’) nel Victoria, è stata la disastrosa alluvione che ha colpito l’Australia orientale alla fine del 2010. Il fenomeno si è protratto fino al 2011, con ulteriori inondazioni e con la devastazione del Queensland a opera del ciclone tropicale Yasi di categoria 5 (lo stesso livello d’intensità dell’uragano Katrina che distrusse New Orleans nel 2005). Ora i deserti centrali sono verdi e il Lake Eyre, il lago più grande della nazione, è colmo fino all’orlo, cosa che in media accade soltanto una o due volte in Si fa/non si fa Falsi miti Saluti »» Siate pronti a essere chiamati ‘mate’ (amico) da chiunque, che vi conosca o meno. »» Non presentatevi mai a mani vuote a un barbecue − portate birra, vino o delle salsicce. »» Offrite sempre un giro di bevute (‘shout’) al pub. Gli australiani bevono più birra di tutti Nella classifica mondiale del consumo di birra l’Australia si colloca al quinto posto (104,7 l per persona all’anno) – in vetta c’è la Repubblica Ceca (158,6 l). »» A una persona che non si conosce ci si presenta con una stretta di mano e un sorriso guardandosi negli occhi. »» Riservate il ‘G’day’ alle situazioni informali; altrimenti dite ‘Hello’ o ‘Hi’. »» Baciate sulle guance soltanto chi conoscete già. su 100 abitanti in Australia religione (% della popolazione) 64 19 cristiani agnostici buddhisti 2 1 12 musulmani hindu altro 1167 2 80 parlano inglese a casa 2 parlano cinese a csa 2 parlano italiano a casa 2 parlano vietnamita a casa 14 parlano altre lingue a casa un secolo; ma nel Western Australia continua a imperversare la siccità. Se gli australiani sono perplessi, non c’è da stupirsene. Nei singoli stati, naturalmente, prevalgono le questioni locali. Il Queensland sta ancora tentando di riconquistare una dimensione asciutta dopo le incredibili alluvioni che l’hanno inondato a poche settimane dal ciclone Yasi. Nel New South Wales è esplosa la protesta per le pessime condizioni dell’economia, del sistema dei trasporti e delle infrastrutture in generale. Il governo statale laburista, in carica dal 1995, è stato estromesso nel 2011, ma saprà fare di meglio il nuovo governo liberale di destra? Nel Victoria le questioni più scottanti riguardano l’ambiente. Incendi e alluvioni a parte, ora che la siccità ha allentato la presa, suscita grandi controversie l’impianto di desalinizzazione in costruzione a Wonthaggi, per il quale è prevista una spesa di 3,5 miliardi di dollari. Controverse sono pure le centrali a carbone della Latrobe Valley, che forniscono l’85% dell’elettricità del Victoria, ma contribuiscono in modo significativo alle emissioni di gas serra dell’Australia. In Tasmania, le organizzazioni ambientaliste e le autorità competenti in materia di deforestazione ed energia idroelettrica si fronteggiano da decenni. È più importante salvare le foreste o i posti di lavoro? Non sarebbe possibile salvarli entrambi? Per il momento, il cosiddetto ‘peace deal’ (accordo di pace) siglato nel 2010 tra l’impresa forestale Gunns e i gruppi ambientalisti ha portato a una moratoria sull’abbattimento degli alberi endemici della regione. Il South Australia − lo stato più secco del continente − sta sperimentando le conseguenze delle abbondantissime precipitazioni che hanno avuto luogo più a nord: il possente Murray, l’omologo australiano del Mississippi, è tornato a scorrere ricco d’acqua dopo anni di degrado Film Lantana (2001) Una riflessione sull’amore, la verità e il dolore. Gli anni spezzati (1981) Il coraggio dei volontari australiani nella prima guerra mondiale. Interceptor (1979) Mad Max (Mel Gibson) perde la pazienza. Two Hands (1999) Il mondo del crimine a Sydney. Playlist (rock australiano) Flame Trees (Cold Chisel, 1984) Piccola città, grande canzone. Back In Black (AC/DC, 1980) Il miglior riff di sempre? Wide Open Road (The Triffids, 1986) Malinconia on the road. Beds Are Burning (Midnight Oil, 1987) Una scomoda verità. »» Popolazione: 22.585.475 »» Inflazione: 2,65% »» Disoccupazione: 5% »» Reddito medio settimanale lordo (lavoro a tempo pieno): A$1272 »» Dominio internet: au »» Vetta più alta: Mt Kosciuszko (2228 m) »» Lunghezza del litorale: 25.800 km Libri Dirt Music di Tim Winton (Fazi, 2005) Avvincente, ambientato nel Western Australia. Oscar e Lucinda di Peter Carey (Corbaccio, 1988) Vincitore del Man Booker Prize. Il fiume segreto di Kate Grenville (Longanesi, 2008) La vita in una colonia penale. 1168 ambientale e fenomeni di salinizzazione del suolo – per il momento, la fornitura d’acqua di Adelaide dovrebbe essere garantita. Nel nord, il governo del Northern Territory ha annunciato l’adozione di alcune misure con cui spera di arginare la criminalità giovanile ad Alice Springs, come per esempio l’istituzione di ‘case sicure’ pronte ad accogliere i giovani a rischio. D’altra parte, l’abuso di sostanze, le violenze domestiche, la salute non garantita e l’alto tasso di suicidi nell’ambito della comunità aborigena non soddisfano certo i requisiti ideali di una nazione avanzata. Più enigmatica è la situazione del Western Australia, tuttora colpito da siccità, ma al tempo stesso talmente ricco di risorse minerarie da poterle sempre considerare un solido pilastro dell’economia locale. Qui, il reddito medio delle famiglie è più alto che nel resto del paese e lo si vede nelle grandi case nuove di zecca, nelle barche scintillanti posteggiate sul prato di quelle stesse case e nell’atteggiamento determinato e sicuro di sé delle persone. Vita di città L’Australia è un paese urbanizzato: circa il 90% dei suoi abitanti vive in città. Le grandi metropoli continuano a espandersi e reinventarsi, assorbendo e rielaborando influssi sempre nuovi provenienti da ogni angolo del pianeta senza peraltro disprezzare ciò che è locale rispetto a quanto viene da fuori, come accadeva 30 anni fa. L’orgoglio nazionale è senz’altro in crescita, nel bene e nel male. Allo sviluppo delle arti e della cultura gastronomica si affiancano infatti occasionali manifestazioni xenofobe nei confronti degli immigrati. Detto ciò, questo paese non ama le generalizzazioni e alla fine è il multiculturalismo a prevalere. Feste Australianismi WOMADelaide World music ad Adelaide. Melbourne International Film Festival Dedicato ai cinefili. Sydney Gay and Lesbian Mardi Gras Pittoresca sfilata in Oxford St. Big Day Out Mega festival musicale di più giorni in più città. bludger pigrone crack the shits esprimere massima irritazione crook malato o sottotono dead set sì, questo è vero flat out molto occupato o sbrigativo hard yakka lavoro duro taking the piss inganno divertente bogan australiano chiassoso shoot through partire 1169 Storia Michael Cathcart Michael Cathcart è l’autore del capitolo Storia. Docente di storia presso l’Australian Centre della University of Melbourne, Cathcart è conosciuto dal grande pubblico come presentatore radiofonico della ABC Radio National e per aver condotto una serie di documentari televisivi a carattere storico trasmessi dalla ABC. Per ulteriori informazioni su Michael, v. p1280. L’Australia è un continente antico − alcune delle sue rocce sono state datate all’eone Archeano, era geologica risalente a 3800 milioni di anni fa. La popolazione indigena ha abitato queste terre da 50.000 anni. Se questo è lo scenario, la ‘storia’ come la descriviamo in questo capitolo può sembrare un momento effimero del suo passato... ma è una lettura interessante! Dai giorni in cui solo una manciata di colonie di carcerati punteggiava la costa la nuova nazione ha costantemente costruito le sue radici, prima con l’esplorazione dei territori interni, poi con la corsa all’oro e infine con l’indipendenza dalla corona britannica. Le guerre in Europa e nel Pacifico, la Grande Depressione, il progresso industriale e culturale, nonché lo sviluppo delle grandi città, sono stati gli eventi salienti del XX secolo. È stato durante questi ultimi anni della sua storia, più che in ogni altro periodo passato, che l’impatto della moderna Australia sia sul suo antico territorio sia sulle popolazioni aborigene è emersa più chiaramente. Per informazioni più dettagliate sulle forze e le tematiche che stanno forgiando il paese ai giorni nostri, v. il capitolo Australia oggi (p1166). Gli aborigeni della Tasmania furono separati dalla terraferma quando l’aumento delle temperature seguito all’ultima glaciazione causò l’innalzamento del livello del mare. Ecco perché le loro lingue e culture sono molto diverse da quelle degli aborigeni australiani. Arrivano gli intrusi All’alba la tempesta si era finalmente placata. Semiaddormentato, Zachary Hicks era di vedetta sulla nave britannica Endeavour quando qualcosa lo svegliò all’improvviso. Hicks chiamò subito il capitano James Cook, CRONOLOGIA 80 milioni di anni fa Dopo essersi separata dal megacontinente Gondwana circa 120 milioni di anni fa, l’Australia si stacca dall’Antartide e va ‘alla deriva’ più a nord. 50.000 anni fa I primi aborigeni sbarcano nell’Australia settentrionale. Il paese è popolato da marsupiali giganti – tra cui un vombato delle dimensioni di un rinoceronte – e coperto da rigogliose foreste e laghi ricchi di pesci. 1170 S to ria A rrivano gli intr u si La più famosa biografia di James Cook è The Life of Captain James Cook di J.C. Beaglehole (1974). Lo stesso autore ha curato anche i diari di Cook: Giornali di bordo nei viaggi d’esplorazione. (TEA, Milano 2009). Sulla vita del leggendario capitano sono disponibili anche diverse biografie online, tra cui l’eccellente http:// it.wikipedia.org/ wiki/James_Cook. che si affrettò a salire in coperta, dove l’impatto con l’aria frizzante del mattino fu immediatamente seguito da una visione miracolosa. Davanti a loro si estendevano le morbide valli e le colline ammantate di foreste di una terra che non compariva su nessuna carta nautica. Era il 19 aprile del 1770. Nei giorni successivi Cook iniziò a disegnare la prima carta della costa orientale dell’Australia. Senza saperlo, stava tracciando la fine della supremazia degli aborigeni. Due settimane più tardi, Cook sbarcò con un gruppo di uomini su una piccola spiaggia. Non appena misero piede sulla terraferma videro sbucare due aborigeni che brandivano minacciosamente le lance contro di loro. Cook li fece respingere a colpi di moschetto. Per diversi giorni gli aborigeni e gli intrusi europei si osservarono, mantenendosi a una prudente distanza di sicurezza. L’Endeavour apparteneva alla Royal Society, la più importante istituzione scientifica londinese. Tra i passeggeri imbarcati sulla nave guidata da Cook figuravano artisti, scienziati, un astronomo e un facoltoso botanico di nome Joseph Banks. Esplorando il territorio degli aborigeni, Banks e i suoi colleghi furono presi da un incontenibile entusiasmo per l’incredibile quantità di piante sconosciute che si trovavano davanti agli occhi. I vistosi fiori della banksia, dal caratteristico aspetto di spazzole cilindriche rosse, bianche o dorate, sono stati battezzati con il nome del loro scopritore inglese. Gli aborigeni chiamavano quella zona Kurnell, ma Cook la ribattezzò con un nome che suonava appropriato: ‘Botany Bay’ (baia della botanica). Oggi la fertile costa orientale dell’Australia è punteggiata di luoghi dai nomi che ricordano la spedizione di Cook, come Point Hicks, Hervey Bay (dal nome di un ammiraglio inglese), Endeavour River e Point Solander (dal nome di uno scienziato imbarcato sull’Endeavour). Quando l’Endeavour raggiunse la punta settentrionale di Cape York, l’equipaggio vide la vastità dell’oceano che si apriva a ovest e con esso la rotta che li avrebbe riportati in patria. Su un isolotto montuoso (‘Possession Island’), Cook innalzò la Union Jack, la bandiera del Regno Unito e, tra fragorose salve di cannone, rivendicò il possesso della parte orientale del continente in nome di re Giorgio III. In realtà, Cook non intendeva sottrarre la terra agli aborigeni. Dai suoi diari apprendiamo che li aveva quasi idealizzati: ‘Sono di gran lunga più felici di noi europei’, scrisse, ‘ritengono di disporre di tutto il necessario per vivere e non possiedono nulla di superfluo’. La sua cerimonia patriottica aveva invece lo scopo di frenare le ambizioni espansionistiche dei francesi e, soprattutto, degli olandesi, che nei due secoli precedenti avevano esplorato e tracciato la mappa di buona parte delle coste occidentale e meridionale. All’epoca di Cook la parte occidentale dell’Australia era infatti conosciuta con il nome di ‘New Holland’. 1616 1770 Il capitano James Cook è il primo europeo a tracciare una mappa della costa orientale dell’Australia, che egli battezza ‘New South Wales’. Ritorna in Inghilterra convinto di aver trovato il luogo ideale per un insediamento: ‘Botany Bay’. CHRIS MELLOR/LONELY PLANET IMAGES © La rotta mercantile olandese che attraversa l’Oceano Indiano diretta in Indonesia sfrutta forti venti denominati ‘i Quaranta Ruggenti’. Tali venti fanno approdare il capitano Dirk Hartog sulla costa dell’Australia occidentale. » Statua del capitano Cook, Melbourne Nascita di una colonia penale 1171 Il sito www. portarthur.org.au costituisce un ottimo riferimento per chi desidera visitare questo luogo d’importanza storica che nel 1996 fu teatro di un tragico fatto di sangue. BENNELONG Tra gli aborigeni dei quali il governatore Phillip si serviva come intermediari c’era un eora di nome Bennelong, molto influente tra la sua gente, che poco per volta adottò gli usi e i costumi dei coloni bianchi. ‘Rapito’ dal governatore, Bennelong imparò a parlare e a scrivere in inglese e divenne il tramite attraverso cui la sua gente faceva valere le proprie ragioni nei confronti dei britannici, sia in Australia sia nella madrepatria, che raggiunse nel 1792; la lettera che nel 1796 scrisse a Mr e Mrs Phillip è il primo testo in inglese scritto da un aborigeno australiano di cui si conosca l’esistenza. Per molti anni dopo il suo ritorno a Sydney, Bennelong visse in una capanna costrui ta per lui sulla sottile striscia di terra oggi nota come Bennelong Point e sede della Sydney Opera House. Era il capo di un clan con 100 membri e fungeva da consigliere dell’allora governatore Hunter. Nonostante i resoconti dell’epoca facciano pensare che fosse coraggioso, intelligente, amante delle feste, divertente e ‘tenero con i bam bini’, negli ultimi anni della sua vita Bennelong affogò i dispiaceri nell’alcol, che ne minarono il fisico e il carattere. Quando morì, nel 1813, fu sepolto nel frutteto del suo amico, il birraio James Squire. 1788 La First Fleet trasporta galeotti e soldati inglesi nelle terre degli eora, dove il governatore Arthur Phillip fonda una colonia penale chiamata Sydney. 1789 Gli aborigeni della regione di Sydney vengono decimati da un’epidemia di vaiolo. Le cronache dei funzionari britannici parlano di cadaveri che marciscono in ogni insenatura del porto. 1804 Nella Terra di Van Diemen (Van Diemen’s Land, l’attuale Tasmania), David Collins sposta la neonata colonia penale da Risdon Cove nel luogo in cui sorge l’odierna Hobart. S to ria N ascita di u na colonia penale Nel 1788, 18 anni dopo lo sbarco di Cook, gli inglesi tornarono in Australia con una flotta di 11 navi cariche di provviste d’ogni genere, armi, attrezzi, materiali da costruzione e bestiame. Queste navi trasportavano anche 751 detenuti e circa 250 tra soldati, funzionari e le rispettive mogli. Il comando di questa flotta eterogenea, passata alla storia con il nome di First Fleet (prima flotta), era stato affidato al capitano Arthur Phillip, un uomo di grande umanità e forte senso del dovere. Obbedendo agli ordini, Phillip gettò l’ancora a Botany Bay. Tuttavia il paradiso naturale che aveva tanto entusiasmato Joseph Banks riempì il cuore del capitano Phillip di sgomento. Il terreno era paludoso, le acque salubri scarseggiavano e la baia in cui avevano ormeggiato era esposta a venti impetuosi e a terribili tempeste. Di fronte a questa situazione, Phillip decise di lasciare la sua prigione galleggiante e di salire su una piccola imbarcazione per cercare un posto migliore. Risalita la costa per un breve tratto, Phillip provò un tuffo al cuore quando entrò in quella che gli parve la baia più bella del mondo. In quella piccola e incantevole insenatura, abitata dal popolo degli eora, sarebbe sorta la colonia penale britannica, che Phillip ribattezzò con il nome del ministro degli interni inglese, Lord Sydney. I nuovi arrivati iniziarono subito ad abbattere alberi per costruire le loro baracche e nel giro di poco tempo avviarono i primi tentativi di coltivazione. Phillip aveva ricevuto precise istruzioni di colonizzare il territorio senza ricorrere alla violenza nei confronti delle popolazioni 1172 S to ria D alle catene alla libertà Storia dell’Australia di Stuart Macintyre (CLUEB, Bologna 2010) e La riva fatale. L’epopea della fondazione dell’Australia di Robert Huges (Adelphi, Milano 1995) sono due buone introduzioni alla storia australiana. native, ma per esse la perdita della terra su cui vivevano da sempre segnò l’inizio della fine. Centinaia di aborigeni morirono di vaiolo e gran parte dei sopravvissuti finì per affogare la propria disperazione nell’alcol. Nel 1803 i funzionari inglesi fondarono una seconda colonia penale nella Van Diemen’s Land (ribattezzata in seguito Tasmania). Nel giro di pochi mesi i galeotti considerati irrecuperabili vennero trasferiti nell’orribile penitenziario di Port Arthur (situato sulla bellissima costa incontaminata nei pressi dell’attuale Hobart), mentre altri detenuti soffrivano le pene dell’inferno nella prigione di Norfolk Island (v. p148), un’isola sperduta in mezzo al Pacifico. La realtà delle prime colonie penali fu talmente ingloriosa che per molto tempo gli australiani considerarono questo periodo come un capitolo vergognoso della loro storia. Con il tempo le cose sono radicalmente cambiate, al punto che oggi quasi tutti gli australiani bianchi si dicono orgogliosi di avere un galeotto nel loro albero genealogico. Ogni anno si festeggia l’‘Australia Day’, la ricorrenza che commemora lo sbarco della First Fleet nella Baia di Sydney, avvenuto il 26 gennaio del 1788. Dalle catene alla libertà Nei primi tempi Sydney e le colonie più piccole dipendevano dagli approvvigionamenti spediti periodicamente via mare. Nella speranza di poter contare in breve tempo su una produzione agricola locale, il governo assegnò ampi appezzamenti di terreno ai soldati, ai funzionari e ai coloni. Dopo 30 anni di tentativi falliti, le fattorie iniziarono finalmente a prosperare. Il più audace e determinato dei nuovi proprietari terrieri fu John Macarthur che, insieme all’intraprendente moglie Elizabeth, introdusse l’allevamento delle pecore merinos nella sua verde tenuta nei pressi di Sydney. Macarthur era anche uno degli esponenti più in vista dei ‘Rum Corps’, un gruppo di potenti funzionari che per decenni tenne in pugno i governatori (tra cui William Bligh, capitano del famoso Bounty) e si arricchì a dismisura controllando gran parte dei commerci di Sydney, in primo luogo quello del rum. Nel 1810 questa sorta di monopolio politicocommerciale fu spezzato dal nuovo governatore Lachlan Macquarie. Uomo dal temperamento inflessibile, Macquarie tracciò la planimetria dell’odierna Sydney, fece costruire magnifici edifici pubblici (molti dei quali progettati da Francis Greenway, architetto di talento ed ex galeotto) e contribuì a gettare le fondamenta di una società più civile. Nel frattempo in Inghilterra si era sparsa la voce che l’Australia offriva terre a poco prezzo e grandi opportunità di lavoro, un fatto che spinse molti a emigrare in cerca di fortuna. Intanto il governo britannico continuava a inviare sull’isola detenuti. 1820-30 Nella Terra di Van Diemen scoppiano le Black Wars tra aborigeni e coloni. Il sanguinoso conflitto stermina quasi completamente la popolazione aborigena della Tasmania. 1829 Il capitano James Stirling guida una spedizione che fonda l’insediamento di Perth, sulla costa occidentale dell’Australia. La terra circostante è arida e la colonia stenta a svilupparsi. 1835 John Batman salpa dalla Terra di Van Diemen alla volta di Port Phillip, dove acquista appezzamenti di terra dagli anziani kulin. Nello stesso anno viene fondata Melbourne. Nel 1825 un gruppo di soldati e di detenuti fondò una colonia penale nel territorio degli yuggera, nei pressi dell’odierna Brisbane, una regione calda e fertile che non tardò a richiamare numerosi coloni liberi. In breve tempo Brisbane divenne un centro molto fiorente grazie allo spirito imprenditoriale dei suoi abitanti, che svilupparono con successo l’agricoltura, l’allevamento, la produzione di legname e lo sfruttamento delle miniere. Nelle ventilate praterie della Tasmania, intanto, gli allevatori di pecore si stavano moltiplicando, tanto che negli anni ’20 scatenarono una sanguinosa guerra contro gli aborigeni, portandoli quasi all’estinzione. Non paghi di ciò, andarono in cerca di nuove terre dove pascolare le loro greggi. Nel 1835 un colono giovane e ambizioso di nome John Batman sbarcò sulla terraferma a Port Phillip Bay e decise di fondare sulle rive dello Yarra River un nuovo insediamento. Pronunciando le famose parole ‘Questo è il luogo ideale per un villaggio’, Batman annunciò la nascita della futura Melbourne. Poi pensò bene di truffare gli aborigeni ‘acquistando’ le loro terre (la bellezza di 250.000 ettari) in cambio di coperte, coltelli e di qualche cianfrusaglia di scarso valore. Nello stesso periodo una società privata britannica fondò Adelaide, nel South Australia. Orgogliosi di non avere legami con gli ex detenuti, i fondatori della nuova colonia escogitarono uno stratagemma che permise alla società di vendere terreni a coloni ricchi e di usare il ricavato per favorire l’immigrazione di lavoratori poveri dalla madrepatria. Quando questi ultimi avevano guadagnato denaro a sufficienza per acquistare terreni dalla società, il ricavato della nuova vendita andava a finanziare un nuovo carico di migranti. A lungo andare questo ingegnoso sistema degenerò in un caos di speculazioni e di fallimenti, al punto che nel 1842 la South Australian Company passò sotto l’amministrazione del governo. Proprio in quegli anni a Burra, Kapunda e nelle Mount Lofty Ranges vennero scoperti ricchi giacimenti di argento, di piombo e di rame e l’insediamento cominciò a dimostrarsi proficuo. Nel corso del XIX secolo furono compiuti alcuni tentativi per sostituire le specie autoctone di piante e animali con varietà europee, ritenute ‘superiori’. Risale a quell’epoca l’introduzione dei conigli e delle volpi che, come si può immaginare, non fu priva di conseguenze. Per una storia dell’Australia che non si arresta là dove cominciano gli oceani leggete Storia dell’Oceania. L’ultimo continente di Francesca Giusti, Vincenzo Sommella e Santa Cigliano (Donzelli, Roma 2009). Sempre in cerca di nuove terre Di anno in anno la necessità di trovare acqua e pascoli per il bestiame indusse i coloni a sconfinare dalle terre assegnate dal governo e a spingersi sempre più all’interno del territorio abitato dagli aborigeni. Questi coloni divennero noti come squatter, perché occupavano abusivamente le terre degli aborigeni che formalmente appartenevano alla Corona britannica, difendendole anche con i fucili. Per tentare di regolamentare questa situazione, intorno al 1830 il governo concesse agli squatter il 1836 Il colonnello William Light sceglie il luogo in cui sorgerà Adelaide sulle rive del fiume Torrens, nelle terre del popolo kaurna. A differenza di Sydney, i coloni sono immigrati liberi e volontari. 1851 La scoperta di giacimenti auriferi nella parte centrale del Victoria scatena una corsa all’oro che porta in Australia giovani coloni da ogni parte del mondo. Intanto le colonie orientali rifiutano di sottostare al governatore e instaurano una democrazia. 1854 I minatori protestano contro gli alti costi delle licenze di estrazione dell’oro nell’Eureka Stockade, vicino a Ballarat. Diversi insorti rimangono uccisi, altri sono accusati di tradimento. L’opinione pubblica sostiene i ribelli. S to ria D u e n u ovi insediamenti : M elbo u rne e A delaide Due nuovi insediamenti: Melbourne e Adelaide 1173 1174 S to ria L a scoperta dell’ oro e le prime rivolte In alcune regioni remote dell’Australia e in alcuni centri abitati come Alice Springs e Darwin molti aborigeni parlano ancora le loro lingue tradizionali invece dell’inglese. Numerose sono le persone poliglotte − sul continente un tempo si contavano oltre 300 gruppi linguistici aborigeni. permesso di restare su questi ‘territori della Corona’ in cambio del pagamento di un affitto simbolico. Gli aborigeni narrano ancora oggi i terribili episodi di cui si macchiarono i coloni bianchi, come l’avvelenamento delle pozze d’acqua presso cui si rifornivano gli indigeni e si abbeverava il bestiame o i massacri perpetrati per vendicare l’uccisione di pecore o coloni. In tutto il paese è ancora vivo il ricordo dei leggendari capi della resistenza aborigena, come Yagan di Swan River, Pemulwuy di Sydney e Jandamarra, l’eroe fuorilegge del Kimberley. Con il passare del tempo molti squatter raggiunsero un compromesso, stipulando accordi con le tribù locali. In base a questi trattati, gli aborigeni accettavano di lavorare nelle ‘cattle station’ come mandriani o servitori, ricevendo in cambio un salario molto basso, il permesso di restare nelle proprie terre d’origine e la possibilità di adattare la loro cultura al nuovo contesto sociale. In alcune zone remote dell’outback, accordi di questo genere erano ancora in vigore nel secondo dopoguerra. Fin dal loro arrivo nel continente, i coloni avevano fantasticato su presunte ricchezze della nuova terra che aspettavano solo di essere scoperte. Prima del 1813, anno in cui una spedizione di esploratori attraversò le Blue Mountains, l’imponente catena montuosa situata a ovest di Sydney, non pochi erano convinti che sul versante opposto delle montagne avrebbero trovato la Cina! In seguito, esploratori, cartografi e scienziati fecero a gara nel formulare le teorie più disparate sull’entroterra australiano. C’era chi parlava dell’esistenza di un grande fiume, chi invece ipotizzava uno sconfinato deserto e chi – come l’esploratore Charles Sturt (ad Adelaide, in Victoria Sq, sorge una bella statua che lo ritrae) – era convinto che al centro del paese si estendesse un fantomatico mare interno. Sebbene le spedizioni che si inoltrarono all’interno del continente abbiano spesso dato esiti deludenti, gli australiani trasformarono in eroi gli sfortunati esploratori che persero la vita in quelle lande selvagge (i nomi di Ludwig Leichhardt e della coppia Burke-Wills sono tra i più significativi). In questa logica si rifletteva la convinzione tipica dell’era vittoriana, secondo la quale una nazione non poteva nascere senza un combattimento e senza vittime, anche se in questo caso il nemico da affrontare era il paese stesso. La scoperta dell’oro e le prime rivolte I trasporti di detenuti dalla Gran Bretagna all’Australia orientale cessarono negli anni ’40 del XIX secolo, con un tempismo quasi perfetto. Infatti, nel 1851 alcuni cercatori d’oro scoprirono ricchi giacimenti auriferi nel New South Wales e nella regione centrale del Victoria. La notizia travolse gli abitanti delle colonie con la forza di un ciclone e una folla di giovani uomini di ogni classe sociale e perfino alcune 1861 Gli esploratori Burke e Wills sono i primi europei ad attraversare il continente da sud a nord. La loro spedizione si tramuta in un dispendioso fallimento che costerà la vita a loro e a molti altri. 1872 L’ingegnere Charles Todd costruisce una linea telegrafica da Adelaide a Darwin, dove viene collegata a un cavo sottomarino che arriva fino a Java, e da lì all’Europa: l’era dell’informazione elettronica è iniziata. 1880 La polizia cattura il famigerato bandito Ned Kelly nella città di Glenrowan, nel Victoria. Kelly viene impiccato e da allora è ricordato come un eroe popolare. 1901 DAVID UNAIPON David Unaipon (Ngarrindjeri; 1872–1967), il ‘Leonardo da Vinci australiano’, fu promotore e difensore della cultura aborigena, scrittore e inventore. Depositò 19 brevetti provvisori tra cui i disegni per un elicottero, progettato prima della prima guerra mondiale, basato sul principio del boomerang. Il suo volto è ritratto sulla banconota da 50 dollari australiani. 1915 Il 25 aprile le truppe congiunte dell’Australia e della Nuova Zelanda (ANZAC) si uniscono all’esercito britannico per invadere la Turchia. Nella disfatta di Gallipoli perdono la vita migliaia di giovani australiani. DANIEL BOAG/LONELY PLANET IMAGES © Le colonie australiane formano una federazione di stati. Il Parlamento federale s’insedia a Melbourne, dove approva l’Immigration Restriction Act che comporta la cosiddetta ‘White Australia Policy’. 1175 S to ria L a scoperta dell’ oro e le prime rivolte donne particolarmente avventurose partirono alla volta dei preziosi giacimenti. Nel giro di pochissimo tempo, la corsa all’oro diede vita a un’eterogenea società costituita da cercatori, avventurieri, appaltatori, venditori illegali di alcolici, prostitute e impostori accorsi dall’Europa come mosche sul miele. Il governatore britannico del Victoria si trovò ad affrontare una situazione sempre più critica, caratterizzata da un lato dal rimescolamento della tradizionale divisione di classe della società vittoriana e dall’altro dall’urgente necessità di trovare un sistema per mantenere l’ordine pubblico e regolamentare l’accesso ai giacimenti auriferi. La soluzione adottata fu quella di obbligare tutti i minatori ad acquistare una costosa licenza mensile, nella speranza che i meno abbienti rinunciassero all’impresa per riprendere le proprie occupazioni in città. Il richiamo dell’oro si rivelò però troppo forte. In un primo tempo, l’euforia scatenata dalla speranza di potersi arricchire rapidamente permise ai cercatori di sopportare i soprusi compiuti dall’esercito incaricato di garantire l’applicazione delle norme sulle licenze governative. Tuttavia, tre anni più tardi i filoni di Ballarat si esaurirono quasi completamente, costringendo i cercatori a sfiancarsi in pozzi sempre più profondi e resi umidi e malsani dalle infiltrazioni d’acqua. In queste terribili condizioni e di fronte alla corruzione e alla brutalità di un sistema che mostrava solo disprezzo nei loro confronti, i cercatori giunsero all’esasperazione e, guidati dal carismatico irlandese Peter Lalor, issarono la propria bandiera, raffigurante la Croce del Sud, giurando di difendere con ogni mezzo i loro diritti e le loro libertà. Con le armi in pugno, barricati all’interno di un recinto eretto a Eureka, i minatori attesero con ferma determinazione la reazione del governo. Domenica 3 dicembre 1854, prima del sorgere del sole, un distaccamento dell’esercito attaccò il recinto: lo scontro si concluse in soli 15 terribili minuti. L’attacco brutale e unilaterale costò la vita a 30 cercatori e a cinque soldati. Tuttavia, nonostante questo terribile fatto di sangue, il vento della democrazia era ormai nell’aria e l’opinione pubblica si schierò compatta dalla parte dei minatori. Sotto la pressione popolare, la giuria di Melbourne rimise in libertà i 13 ribelli ancora sotto processo, per i quali era stata chiesta la pena di morte. Molti australiani considerano questi eventi una pagina gloriosa della loro storia: l’episodio noto come ‘Eureka Stockade’ (Barricata di Eureka) viene rievocato ancora oggi come la battaglia fondamentale per la nascita della nazione e per l’affermazione della democrazia, un fatto che ribadisce il concetto già citato, secondo il quale una ‘vera’ nazione non può che nascere dal sangue. In realtà, quelle morti furono drammaticamente inutili. Infatti le colonie orientali avevano già avviato il processo che avrebbe condotto all’elezione democratica dei rispettivi parlamenti, con il pieno appoggio » Cadetti all’Anzac Day, Melbourne