letano («Bona Domus Templi de Barulo que habet in infrascriptis
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letano («Bona Domus Templi de Barulo que habet in infrascriptis
letano («Bona Domus Templi de Barulo que habet in infrascriptis terris Basilicate») (57). Per quelle calabresi la situazione è tutt'altro che chiara: si sa che nel 1210 la tenuta di S. Barbara viene concessa a Guglielmo di Orleans, definito «maestro delle domus templari di Sicilia» ed il cui nome è legato ad altre donazioni tutte in favore della domus di Messina (58); in un documento di Federico II del 1230 frate Ermanno de Petragors, è «precettore dei Templari di Sicilia e Calabria» (59). Da tali informazioni sembrerebbe di capire che, in un primo tempo, almeno fino al 1229, le magioni calabresi fossero legate a quelle siciliane e sottomesse ad un unico magister probabilmente risiedente in Sicilia; l'ipotesi di una provincia Calabria-Sicilia in quegli anni sembrerebbe suffragata dalla notizia, datata 1213, di un'altra provincia templare, Apulia-Tena di Lavoro, con a capo un magister che riunisce il Capitolo a Trani (60). Successivamente, però, nel 1262 Alberto de Canelli è insignito della carica di magister delle domus templari del regno (61); nel 1275 è Adymaro, luogotenente del «maestro delle magioni del regno di Sicilia» ad interessarsi della domus di Seminara; nel 1292 Rinaldo de Varena, magnus preceptor del regno di Sicilia riceve nell'Ordine del Tempio Giovanni di ineritone e Giovanni di Calabria nella domus di Barletta, la quale aveva un suo precettore presente alla cerimonia, per cui si potrebbe ipotizzare una unificazione delle circoscrizioni templari fino a comprendere l'intero territorio del regno (62). D'altra parte, dopo la guerra del Vespro, sembrerebbe plausibile che le magioni calabresi gravitassero intorno ad un centro del Mezzogiorno conti- (57) Cfr. Reassunto cit., c. 22v. La precettoria templare barlettana va identificata con S. Leonardo, e non con S. Maria Maddalena come affermato da alcuni, cfr. E TOMMASI, Fonti epigrafiche dalla «domus Templi» di Barletta per la cronotassi degli ultimi maestri provinciali dell'ordine nel regno di Sicilia, in Milita sacra. Gli ordini militari tra Europa e Terrasanta, Perugia 1994, pp. 171-174. (58) Cfr. BRAMATO, Storia dell'Ordine dei Templari cit., voi. I, pp. 75-76. (59) HUILLARD-BREHOLLES, Historia diplomatica Friderici secundi, voi. III, Paris 1852, pp. 239-241. (60) Cfr. BRAMATO, Storia dell'Ordine dei Templari cit., voi. I, p. 74. (61) Ivi, p. 125. (62) Ivi, p. 149, Bramato afferma, riguardo alle fondazioni templari calabresi, che «nel 1274 risultavano dipendenti dalla domus barlettana di S. Maria Maddalena», citando un documento inserito nei ricostruiti registri della Cancelleria angioina, un «mandatum prò fratribus Domus Militie Templi de Barolo de tuendis quibusdam bonis eorum in Calabria», che tuttavia farebbe semplicemente pensare all'esistenza di generici beni della casa di Barletta in Calabria piuttosto che a fondazioni calabresi dipendenti da Barletta. (Il documento è in RA XI, n. 268, p. 78).