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REGIONE CALABRIA Assessorato all’Urbanistica e Governo del Territorio Ufficio del Piano QUADRO TERRITORIALE REGIONALE “CALABRIAINCAMBIAMENTO: GOVERNARE IL PRESENTE E PROGETTARE IL FUTURO” Documento di Avvio
Finalità e articolazione del QTR
Novembre 2007
REGIONE CALABRIA - Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio
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Gruppo di Lavoro
Arch. Rosaria Amantea – Responsabile Unico del Procedimento
Prof. Ing. Alberto Clementi - Coordinatore tecnico-scientifico del Gruppo di Lavoro
Prof. Arch. Giuseppe Fera – Direzione tecnico-scientifica
Prof. Arch. Giuseppe Scaglione - Direzione tecnico-scientifica
Prof. Ing. Alberto Ziparo - Direzione tecnico-scientifica
Arch. Maria Grazia Buffon – Responsabile Segreteria tecnica
Arch. Antonio Dattilo – Componente Segreteria tecnica
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Documento di Avvio
Finalità e articolazione del QTR
INDICE
1.
Premessa
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2.
Prestazioni del Piano
2.1 Organizzazione del territorio
2.2 Tutela e valorizzazione del paesaggio
2.3 Coerenza per le strategie di settore
2.4 Attivazione di progetti
2.5 Indirizzi alla pianificazione agli enti locali
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5
5
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7
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3.
Forme del Piano
pag.
8
4.
Metodologia di riferimento
4.1 Il contesto del Piano
4.2 Definizione dei temi e obiettivi
4.3 Costruzione del quadro previsionale
4.4 Valutazioni di sostenibilità
4.5 Discipline
pag.
pag.
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pag.
pag.
pag.
11
11
12
12
13
13
5.
Elaborati previsti
pag.
13
pag.
18
Allegato 1 “Programma a 100 giorni”
pag. 16
Allegato 2 “La costruzione dello schema di assetto territoriale.
Sistema insediativi e sistema relazionale”
Allegato 3 “Tutela e pianificazione del paesaggio”
pag.
21
Allegato 4 “Il controllo e la mitigazione dei rischi ambientali”
pag.
23
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QUADRO TERRITORIALE REGIONALE con valenza paesaggistica
FINALITA’ ED ARTICOLAZIONE DEL QTR
1. PREMESSA
Questo documento è finalizzato ad orientare le prime fasi di lavoro per la redazione del piano
all'interno di una programmazione complessiva delle attività per raggiungere i risultati auspicati nel
rispetto delle scadenze assunte (12 mesi per la presentazione del documento preliminare
comprensivo del quadro conoscitivo, schema delle scelte di pianificazione e valutazioni di
sostenibilità ).
Rinviando l’illustrazione della filosofia di fondo del piano al futuro Documento Programmatico, e
tenuto conto dell’Atto di Indirizzo per la elaborazione del Quadro Territoriale regionale
dell’Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio, si presentano di seguito le ipotesi di lavoro
circa le prestazioni attese dal piano (cap. 2), forma del piano (cap. 3), metodologia di riferimento
(cap.4) e gli elaborati previsti (cap.5).
2. PRESTAZIONI DEL PIANO
In base alla legislazione regionale vigente si può assumere che il Quadro Territoriale Regionale,
tenuto conto delle Linee Guida della Panificazione regionale di cui alla DCR 10 novembre 2006,
n.106, debba assolvere a cinque funzioni fondamentali:
- di organizzazione del territorio;
- di tutela e valorizzazione del paesaggio;
- di coerenza per le strategie di settore;
- di attivazione dei progetti di sviluppo sostenibile del territorio e delle città;
- di indirizzo alla pianificazione degli enti locali.
2.1. Organizzazione del territorio
Il Piano provvede all’organizzazione generale del territorio, ovvero alla definizione della sua trama
relazionale e all’articolazione in parti individuate da specifici caratteri identitari e da profili di
sviluppo coerenti con le potenzialità locali.
L’individuazione delle reti di relazioni e delle parti del territorio fa da cornice agli altri strumenti
pianificatori a livello locale e provinciale, anche al fine di promuovere ragionevoli forme di raccordo
tra i sistemi di governo del territorio ai diversi livelli, con particolare riferimento ai Piani Strutturali
comunali, ai Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale, al Quadro Territoriale Regionale a
valenza paesaggistica, ai Piani dei Parchi.
In particolare l’organizzazione del territorio ricomprende la definizione del sistema naturalisticoambientale, del sistema insediativo e del sistema relazionale della regione Calabria secondo
quanto previsto all’art. 5 della L.R. 19/2002 e s.m.i..
L'orientamento che si propone è di favorire la convergenza dei diversi strumenti di governo nella
prospettiva riassunta dalla formula “un territorio-un piano”, armonizzando le previsioni ai diversi
livelli in modo da ridurre i rischi di frammentazione e sovrapposizione contraddittoria delle
molteplici strategie di regolazione dello sviluppo.
Un ruolo importante a questo scopo è da attribuire al riconoscimento condiviso dei valori identitari
e delle potenzialità di sviluppo dei singoli territori, che dovrebbero essere recepite organicamente
dai diversi strumenti di piano.
Inoltre l’identificazione delle parti (o unità di riferimento per la pianificazione) dovrebbe essere
finalizzata agli obiettivi di gestione operativa che si intende perseguire, all’interno di un sistema di
governo del territorio orientato ai principi del partenariato interistituzionale e della sussidiarietà,
come espressamente previsto dal Protocollo “Un Patto per il governo del territorio” siglato il
23.09.2005.
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2.2. Tutela e valorizzazione del paesaggio
Il QTR assume la valenza di piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori
paesaggistici (art.135 del D.Lgs. 42/2004). Attua i contenuti della Carta Calabrese del Paesaggio,
sottoscritta il 22 giugno 2006, secondo i contenuti del previsto “Documento relativo alla Politica del
Paesaggio per la Calabria” - previsto dall’art. 8 bis della L.R. 19/02 - che dovrà integrare le Linee
Guida per gli aspetti paesaggistici.
Questa delicata funzione di tutela paesaggistica del piano, soggetta spesso a controverse
interpretazioni da parte delle regioni e del ministero per i Beni e le Attività Culturali, deve tradursi
in una riconoscibile e pertinente articolazione dei quadri conoscitivi e delle regolamentazioni degli
aspetti paesaggistici, onde evitare il rischio di una subordinazione dei contenuti paesaggistici a
quelli propri dello sviluppo urbanistico e territoriale.
Infatti, se ben esercitata, questa funzione consente di migliorare l’efficacia delle strategie di
paesaggio favorendo la convergenza delle politiche urbanistiche rispetto ai comuni obiettivi di
qualità fondati sul valore del patrimonio paesaggistico e ambientale, come espressamente
richiesto dalla Convenzione Europea del Paesaggio.
Diversamente, la separazione tra strumenti di governo del paesaggio e territorio, pur offrendo
potenzialmente la possibilità di una gestione specifica dei vincoli per alcune situazioni di
particolare pregio, indebolisce seriamente la prospettiva di miglioramento complessivo dei valori di
paesaggio in tutti gli atti amministrativi di trasformazione del territorio.
In definitiva si propone di assumere le qualità del paesaggio come valori fondativi del QTR,
all’interno di una prospettiva di reintegrazione delle qualità paesaggistiche e urbanistico-territoriali
che mantiene tuttavia la riconoscibilità e le interdipendenze dei quadri conoscitivi e interpretativi
adoperati rispettivamente per gli aspetti paesaggistico-ambientali e urbanistico-territoriali.
Un ruolo importante in questa prospettiva sarà svolto in particolare dai Piani Paesaggistici di
Ambito (PPd’A), concepiti come strumenti integrati di tutela e valorizzazione del paesaggio ai sensi
dell’art.143 del DL 42/2004, in grado di regolare le trasformazioni del paesaggio contestualmente
con le previsioni urbanistiche ed edilizie. Tali PPd’A saranno applicati soprattutto nei contesti di
maggior rilevanza ai fini della conservazione e trasformazione sostenibile dei paesaggi di valore.
2.3. Coerenza per le strategie di settore
Il QTR detta gli obiettivi generali delle politiche territoriali regionali, in coerenza con le scelte e i
contenuti della programmazione economico-sociale (L.R. n. 19/02 art. 17, comma 1). Questa
funzione è rafforzata dagli obiettivi di integrazione del paesaggio nelle politiche di pianificazione
del territorio, urbanistiche e in quelle di carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed
economico, nonché nelle altre politiche che possono avere incidenza diretta o indiretta sul
paesaggio, come richiesto dalla Convenzione Europea del Paesaggio. Il QTR diventa così un
quadro di coerenza programmatica per le diverse strategie di settore che hanno rilevanza ai fini di
un corretto sviluppo del territorio e della tutela del paesaggio.
Si tratta dunque di raccordare le strategie prefigurate dal QTR con quelle di settore, oggetto di
altre azioni o provvedimenti della amministrazione regionale, garantendo la compatibilità delle
reciproche previsioni.
A questo scopo si propone di concentrare il Piano su una griglia articolata di temi prioritari di
importanza strategica ai fini dello sviluppo competitivo, coeso e sostenibile del territorio regionale,
curando la integrazione delle strategie urbanistico-territoriali e paesaggistiche con le politiche di
settore e con i programmi di sviluppo socioeconomico al fine di assicurare piena operatività agli
obiettivi previsti.
Rispetto alla griglia dei temi prioritari si dovrebbe curare la coerenza dei diversi strumenti di
pianificazione alle diverse scale, e delle azioni di programmazione dello sviluppo.
In questa prospettiva andrebbero tempestivamente verificate ed eventualmente reindirizzate le
previsioni dei “piani strategici” in corso di elaborazione sia a livello comunale che di area vasta.
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2.4. Attivazione di progetti
Il Piano individua le azioni progettuali di rilevanza strategica per lo sviluppo sostenibile del
territorio nonché per la tutela e valorizzazione del paesaggio. Tali azioni progettuali vanno
considerate come ambito prioritario di concertazione tra gli attori istituzionali di governo del
territorio, e in particolare della Regione, delle Province, della Comunità montane, dei Comuni e dei
Parchi. In alcuni territori di interesse nazionale ed europeo, quali la “piattaforma meridiana” tra
Gioia Tauro e Reggio, la concertazione dovrà estendersi alle amministrazioni centrali e
comunitarie competenti.
Assumendo la prospettiva di “un territorio chiave-un progetto”, i progetti del piano dovrebbero
applicarsi prioritariamente alle aree critiche per lo sviluppo competitivo, coeso e sostenibile della
regione, in conformità con quanto previsto dalle Linee Guida della Pianificazione regionale e dal
Quadro Strategico Territoriale Regionale approvato dalla Giunta (DGR 824 del 28/11/2007) con
riferimento al Quadro Strategico Nazionale 2007-2013.
I progetti, costruiti attraverso il metodo dell'accordo tra i diversi soggetti istituzionali interessati, e
recepiti negli strumenti di pianificazione vigenti, diventano occasione prioritaria per il reperimento
e l’ utilizzazione dei finanziamenti a vario titolo disponibili sia presso la Regione che altrove.
Lo strumento principale per sviluppare un’attività organica di proposte progettuali è la istituzione di
“Laboratori progettuali” promossi dalla Regione nell’ambito del QTR e aperti alla partecipazione
delle istanze provinciali e comunali.
I Laboratori progettuali sono finalizzati in particolare alla predisposizione di pacchetti integrati di
proposte prioritarie , utili ad elevare la efficacia dei Programmi di Sviluppo Urbano e le ricadute
positive di sviluppo sui territori, nella prospettiva della programmazione POR 2007-2013.
2.5. Indirizzo alla pianificazione degli enti locali
Spetta al Piano la responsabilità di indirizzare opportunamente il processo di revisione della
strumentazione urbanistica locale attivato dalla LR n.19/02 e s.m.i. e dalla entrata in vigore delle
Linee Guida della Pianificazione regionale.
In particolare il piano, anche alla luce delle Linee Guida suddette, dovrebbe individuare alcuni
criteri di fondo quali “invarianti programmatiche” a cui dovrebbero obbligatoriamente fare
riferimento i Comuni nelle loro procedure di formazione dei rispettivi Piani Strutturali Comunali, a
partire da quanto previsto dalla LR 14/2006, art.65, comma 2.
Si propone di assumere tempestivamente alcuni criteri-invarianti in approfondimento delle Linee
Guida, per interagire efficacemente con i processi di elaborazione dei nuovi strumenti, in corso o in
programma per i prossimi mesi, e con i processi di attuazione dei piani comunali vigenti prima
della loro decadenza prevista dalla legge.
Tali criteri urgenti dovrebbero in particolare riguardare:
a. tutela delle aree di valore ambientale e paesaggistico;
b. dotazioni preventive di opere di urbanizzazioni indispensabili per realizzare nuovi interventi;
c. priorità della riqualificazione urbana;
d. messa in sicurezza del territorio dai rischi locali più rilevanti;
e. individuazione di progetti pilota (progetti urbani, di paesaggio, di territorio ) di qualità, con
ricadute territoriali positive relativamente alla utilizzazione dei fondi POR 2007-2013,
prevedendo anche incentivi di premialità per i programmi più efficaci.
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3. FORME DEL PIANO
La forma del QTR è caratterizzata dalla combinazione di tre apparati di base, a loro volta articolati
in ulteriori dispositivi di piano.
I tre apparati riguardano rispettivamente il sistema delle conoscenze, delle previsioni e delle
discipline, resi interdipendenti da un processo di pianificazione che rifiuta la sequenza deduttiva a
favore di un approccio di natura circolare orientato all’interattività dei diversi apparati.
Rispetto ai contenuti del QTR enunciati nell’Atto di Indirizzo, si assume che il primo apparato
corrisponda al “Quadro Conoscitivo” e alla “Valutazione di Sostenibilità”; e che il secondo e il terzo
apparato corrispondano invece allo “Schema delle scelte di pianificazione”, articolato in previsioni
e discipline.
Apparato 1/ Conoscenze
E’ costituito dall’insieme degli atti conoscitivi, interpretativi, valutativi che sostanziano il piano. In
particolare l’apparato “conoscenze” si articola nei seguenti due dispositivi QC e SVAL:
QC- Quadro Conoscitivo, distinto per gli aspetti territoriali e quelli paesaggistici. Utilizza il SITO,
sistema Informativo Territoriale e Osservatorio delle Trasformazioni territoriali di cui all’art.8 della
LR 19/02, nonché la “Carta Regionale dei Luoghi”, prevista dall’art. 17 della LR 19/02 e richiamata
dal Protocollo d’Intesa “Un patto per il governo del Territorio in Calabria” del 23.9.2005; l’ ”Atlante
dei Paesaggi” insieme all’Osservatorio regionale per il Paesaggio (LR 19/02, art.8-bis) e altre
indagini prodotte a vario titolo sulle dinamiche di trasformazione del territorio, sulle azioni in corso
o in programma, sugli scenari futuri, quali in particolare: “Le Linee metodologiche per la redazione
dei piani di utilizzazione degli arenili e dei Piani Spiaggia”; “Individuazione dei Centri Storici”;
Programma “Paesaggi & Identità”.
Il QC si avvale dell’assistenza e continua collaborazione del Centro Cartografico Regionale, per la
dotazione di sistemi cartografici aggiornati e la costruzione, in forma coordinata, di una cartografia
informatizzata con le informazioni fino ad oggi prodotte.
La predisposizione del sistema cartografico di base, adeguatamente georeferenziato come
previsto dalle Linee Guida, dovrà consentire alcune estrapolazioni specifiche da utilizzare ai fini
della più ampia comunicazione del Piano, in particolare per ciò che concerne le proposte
progettuali e le previsioni paesaggistiche.
SVAL- Sistema di valutazione integrata, comprensivo della VAS, valutazione ambientale
strategica, e della ValSost, valutazione di sostenibilità, articolata in valutazioni di compatibilità e di
coerenza (LR 19/02, art. 10). La valutazione non si esercita a posteriori, ma interviene già nelle
fasi di impostazione delle scelte del piano al fine di garantire la sostenibilità.
Apparato 2/ Previsioni
Rappresenta il nucleo chiave del QTR, definendo gli orientamenti strategici, gli schemi strutturali,
le progettualità di riferimento del piano.
L’apparato “previsioni” si articola nei seguenti tre dispositivi QTP, SCATP, LABPRO:
QPT- Quadro Programmatico Territoriale
Il QPT è mirato a conferire coerenza alle diverse strategie di settore applicate a territori
riconosciuti come rilevanti ai fini dello sviluppo competitivo, coeso e sostenibile dello spazio
regionale.
Lo caratterizzano due articolazioni :
- VG - VISIONE GUIDA, una immagine del territorio regionale al futuro che rappresenta lo
scenario voluto dalla amministrazione regionale di concerto con le altre amministrazioni di
governo del territorio e con rappresentanze qualificate del mondo delle imprese e della
società;
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AGTER- AGENDA TERRITORIALE STRATEGICA, definita come selezione dei temi di
intervento per i territori-chiave della regione, su cui far convergere una molteplicità di
strategie di diverso livello e settore in sintonia anche con le politiche di programmazione
dello sviluppo.
Esemplificativamente si può fare riferimento ai seguenti temi prioritari: innovazione e
competitività del territorio; infrastrutture per l’accessibilità e connettività; coesione
territoriale; sicurezza ambientale; turismo sostenibile; riqualificazione della costa; territori
fragili; valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico; qualità dei progetti
territoriali, infrastrutturali e urbani.
Per ciascuno dei temi si individuano gli obiettivi da raggiungere e gli indirizzi per il
coordinamento delle strategie, i territori interessati prioritariamente, i settori in gioco, il
soggetto promotore, i partners più significativi.
Va osservato che queste previsioni, che dovranno tener conto adeguato del Documento
Strategico Regionale 2007-13, possono avere ricadute rilevanti ai fini dell’orientamento e
controllo dei piani strategici sia comunali che di area vasta; pertanto dovrebbero essere
formulate al più presto per interagire efficacemente con le elaborazioni dei vari piani in
corso o in fase di avvio.
SCATP - Schema di Assetto Territoriale-Paesistico
Lo schema di assetto del territorio delinea la organizzazione dello spazio con riferimento ai sistemi
territoriali e ai sistemi di paesaggio, e alle loro articolazioni in strutture naturalistico-ambientali,
insediative e relazionali.
I diversi sistemi vengono individuati in base ai caratteri identitari, valori, alle dinamiche di
mutamento e rischi conseguenti. Per ciascun sistema si definiscono gli Obiettivi di Qualità nonché
gli obiettivi prestazionali da raggiungere, con le eventuali condizioni e vincoli per la gestione del
territorio.
Lo SCATP è articolato in tre componenti:
- STERR-SCHEMA TERRITORIALE, fondato sulla Carta regionale dei Luoghi e sul
riconoscimento delle unità territoriali da assumere come riferimento per le politiche
insediative e infrastrutturali, rispetto a cui lo STERR specifica gli obiettivi prestazionali e le
dimensioni di riferimento (Vedi Allegato 2).
- SPAE-SCHEMA PAESAGGISTICO-AMBIENTALE, fondato sull’Atlante dei Paesaggi da
assumere come riferimento per le strategie di tutela e valorizzazione del paesaggio,
rispetto a cui lo SPAE specifica gli obiettivi di qualità e le condizioni della trasformazione
(Vedi Allegato 3).
- SRET-SCHEMA DI COERENZA DELLE RETI, mirato a mettere in coerenza i programmi di
sviluppo delle reti infrastrutturali più rilevanti (mobilità e logistica, energia,
telecomunicazioni, acque, trattamento dei rifiuti, prevenzione del rischio ambientale).
LABPRO – Laboratori progettuali
Rappresentano un’ innovazione rilevante del QTR, il quale intende proporre strategie attive di
governo del mutamento territoriale, selezionando alcuni territori-chiave rispetto a cui si dovranno
impostare, in modo condiviso, le azioni più rilevanti di riassetto e sviluppo dello spazio regionale.
I laboratori costituiscono un ambito prioritario di concertazione tra Regione, Province ed Enti
Locali, all’insegna di un metodo innovativo di governance multilivello delle diverse istituzioni che
concorrono all’impostazione e realizzazione delle strategie di sviluppo locale in un’ottica di tutela
degli interessi regionali e sovralocali.
In particolare il ruolo dei “Laboratori Progettuali” si sostanzia nella sua capacità di attivare processi
di sinergie interistituzionali a sostegno di quelle parti di territorio calabrese che presentano
significativi fenomeni di accelerazione delle dinamiche in atto, e dove urgente è la definizione di
una visione organica di sviluppo del territorio che metta in coerenza le azioni ai diversi livelli
anche con il coinvolgimento di partner privati.
I “Laboratori Progettuali” dovrebbero in questo senso contribuire ad indirizzare correttamente piani
e progetti strategici, e ad individuare anche una serie di possibili, specifici Programmi d’area (artt.
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da 39 a 46 - LR 19/02).
Esemplificativamente si possono prevedere i seguenti laboratori progettuali urbano-territoriali, da
disegnare con una varietà di soluzioni organizzative:
• AREA DELLO STRETTO;
• PIATTAFORMA DI GIOIA TAURO;
• CITTA’ TERRITORIO DELL’ISTMO, con riferimento anche al CROTONESE e al
VIBONESE;
• COSENZA-RENDE-VALLE CRATI;
• PIANA IONICO-SIBARITICA.
Altre proposte di progetto potranno riguardare i sistemi:
Castrovillari-Pollino, Alto Jonio, Alto Tirreno, trasversale Silana, Locride, nonchè i centri storici, i
paesaggi compromessi e in particolare i paesaggi interessati dalla demolizione degli “ecomostri”.
Le strutture di riferimento potranno essere utilmente appoggiate presso l’Osservatorio regionale
del Paesaggio, e avvalersi degli accordi con i gruppi di lavoro già istituiti presso la regione.
Incentivi alla Progettualità locale
Tra i temi emergenti nelle aree interessate dai Laboratori , si segnalano inoltre:
• L’ individuazione di proposte-guida per rilanciare il tema urgente del progetto per lo spazio
pubblico, anche per mezzo di alcune nuove strumentazioni come il Progetto Urbano;
• la definizione di proposte volte a riconnettere sistemi urbani e ambienti insediativi della
costa e dell’interno, del mare e della montagna. Occorre introdurre scenari progettuali
capaci di offrire soluzioni di minor consumo di suolo, orientate in primo luogo alla
rigenerazione dell’esistente, e mirate in particolare alla costruzione di modelli sostenibili
per la riorganizzazione dell’offerta turistica.
Il ruolo dei Laboratori deve essere inteso come guida per nuovi modelli di progettualità locale, volti
anche ad assicurare coerenza tra disegno del Piano e più avanzate concezioni dello sviluppo
locale che dovrebbero caratterizzare la nuova stagione del Piano Strutturale in Calabria.
Sia ai fini dei Laboratori che dell’intero QTR può assumere un utile valore di documentazione la
produzione di uno specifico Atlante Fotografico, la cui elaborazione dovrebbe partire
congiuntamente all’avvio dei Laboratori.
Apparato 3/ Discipline
Il terzo apparato traduce le conoscenze e le previsioni in discipline di regolamentazione formale
degli atti, sia d’iniziativa regionale che degli altri soggetti che ai vari livelli e nei diversi settori,
concorrono alla gestione delle trasformazioni territoriali.
Questo apparato si articola in due dispositivi, il QTut, Quadro delle Tutele, e DAtt, le Disposizioni di
Attuazione del QTR.
QTut- Quadro delle tutele
Il Quadro delle Tutele condensa tutte le principali prescrizioni a carattere vincolante di cui
dovranno tener conto gli atti pianificatori e programmatori della Regione, ai diversi livelli di governo
del territorio.
In particolare riassume le tutele paesaggistiche e le tutele ambientali e idrogeologiche che
dovranno essere rispettate dai piani di livello provinciale, di area vasta e comunale.
DAtt- Direttive di Attuazione
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Attraverso le Direttive di Attuazione il Piano definisce le modalità attraverso cui esplicare le sue
funzioni di conoscenza, di valutazione, di previsione e regolamentazione degli assetti e strategie di
intervento.
In particolare le Disposizioni concernono le seguenti attività:
- REGIMI DI ATTUAZIONE, con le indicazioni relative ai quadri conoscitivi, al quadro
programmatico (visione guida e agenda delle strategie territoriali ), agli schemi di assetto
(territoriale e paesaggistico), ai laboratori progettuali.
- RACCORDI CON GLI STRUMENTI, quali i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali, i
Piani comunali, i Piani di settore, i Programmi di Sviluppo regionali.
- SISTEMI DI GESTIONE, con riferimento alla organizzazione delle strutture deputate a
sviluppare i diversi contenuti del QTR e a seguirne la attuazione.
- PIANO DI COMUNICAZIONE, mirato a far conoscere le proposte del piano diffondendole
nelle amministrazioni interessate nonché negli ambienti
rilevanti della società e
dell’economia e più in generale nell’opinione pubblica.
4. METODOLOGIA DI RIFERIMENTO
Lo schema di riferimento metodologico assume 5 fasi fondamentali del processo di elaborazione
del piano:
A. Analisi del contesto: quadri conoscitivi relativi alla interpretazione dei caratteri dei luoghi e dei
paesaggi; valori da prendere in carico; dinamiche delle trasformazione, rischi associati gli
scenari interni ed esterni al territorio regionale.
B. Identificazione dei temi strategici e obiettivi prioritari di intervento.
C. Costruzione del quadro previsionale, nelle sue componenti di Quadro Programmatico (visione
guida e agenda strategica), di Schema di assetto strutturale (sia territoriale che paesaggistico e
infrastrutturale) e infine di Progetti di territorio, di paesaggio e di città.
D. Valutazione di Sostenibilità e di Compatibilità delle previsioni avanzate.
E. Definizione operativa del sistema delle discipline ai fini delle tutele e degli indirizzi di attuazione
e gestione del piano.
Nell’ organizzazione del programma di lavoro si assume la necessità di una sequenza non
deduttiva, ma circolare e interattiva tra le diverse fasi. Si prevede, quindi, di avviare
contestualmente le fasi A, B,C e D.
Del resto la individuazione preliminare delle questioni strategiche (anche a seguito delle Linee
Guida), nonché una prima definizione della visione guida e delle ipotesi di assetto del territorio e
delle relative valutazioni, consentono di finalizzare efficacemente tutte le attività di produzione dei
quadri conoscitivi, evitando sprechi di tempo e di risorse.
4.1 Il contesto del Piano
Operazioni previste: indagini, interpretazioni, prefigurazioni.
4.1.1. Analisi degli assetti del territorio allo stato attuale. Definizione della Carta dei Luoghi.
Previsione delle dinamiche di mutamento e dei rischi conseguenti.
4.1.2. Ricostruzione delle condizioni di intervento. Stato delle pianificazioni locali e sovralocali.
Programmi in corso d'opera o in lista di attesa. Vincoli e condizioni da prendere in carico.
4.1.3. Le domande di intervento. Ascolto dei soggetti e presa in carico delle priorità segnalate.
4.1.4. Gli scenari territoriali di prospettiva. Prefigurazioni dei possibili assetti al futuro del territorio
regionale, con valutazione dei rischi e delle opportunità conseguenti.
4.1.5. Interpretazione e descrizione dei caratteri di paesaggio. Individuazione dei paesaggi
regionali e dei paesaggi di area vasta. Attribuzione dei valori. Prefigurazione delle dinamiche di
mutamento e dei rischi conseguenti.
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Definizione dell’Atlante dei paesaggi e del complementare Atlante fotografico.
Strumenti:
Sistema conoscitivo, SITO (riferito a 4.1.1.)
Consultazioni territoriali (riferito a 4.1.3.)
Osservatorio del paesaggio (riferito a 4.1.5.)
4.2.
Definizione dei Temi e Obiettivi
Operazioni previste: consultazioni, prefigurazioni
Forme di apprendimento istituzionale delle domande di cambiamento. Assunzione dei temi
prioritari del piano in termini d’ importanza e di urgenza. Definizione degli obiettivi generali da
conseguire.
Strumenti:
Comitato Interistituzionale.
Forum regionale con Consultazioni territoriali.
4.3.
Costruzione del Quadro Previsionale
Operazioni previste: prefigurazioni, progetti.
4.3.1. Visione guida per l'inquadramento territoriale e paesaggistico dello spazio regionale.
Obiettivi di fondo e Invarianti generali del Piano.
4.3.2. Agenda Territoriale Strategica. Selezione dei temi strategici. Individuazione dei territori di
riferimento. Definizione degli obiettivi, dei settori interessati, degli attori da coinvolgere.
4.3.3. Schema di assetto del territorio: individuazione operativa e perimetrazione dei sistemi
naturalistico-ambientali, sistemi insediativi, sistemi relazionali. Obiettivi prestazionali per le
diverse articolazioni territoriali individuate. Livelli di trasformabilità e modalità di intervento.
Indirizzi di gestione per i territori aperti, per gli insediamenti e per le reti infrastrutturali.
Individuazione di massima dei territori interessati da nuove centralità di rilevanza regionale
nonché da “Programmi d’area”, da P.R.A. (Programmi di Recupero degli Insediamenti Abusivi)
e da P.R.U. (Programmi di Riqualificazione Urbana).
4.3.4. Schema di assetto del paesaggio. Individuazione operativa dei paesaggi di livello regionale
e di area vasta. Obiettivi di qualità per ciascuno dei paesaggi ai diversi livelli. Individuazione
degli Ambiti di Pianificazione Paesaggistica.
4.3.5. Schema di coerenza delle reti. Bilancio dei fabbisogni a livello regionale. Statuto delle reti ai
diversi livelli (nazionale, regionale, provinciale). Programmi di sviluppo in opera e in previsione.
Obiettivi prioritari.
4.3.6. Laboratori progettuali. Selezione dei temi d’intervento prioritari per ciascun contesto scelto.
Ricostruzione dello stato di fatto e delle previsioni della pianificazione vigente ai diversi livelli.
Diagnosi dei problemi connessi agli strumenti in atto, dei programmi comunitari già finanziati e
in via di rifinanziamento (PSU-PRU, altri programmi.) . Analisi dei vincoli e delle condizioni
d’intervento. Ascolto delle domande di trasformazione. Scenari di riferimento. Proposte di
intervento e rappresentazione di scenari progettuali con adeguate forme di comunicazione.
Confronti con gli interlocutori rilevanti.
Strumenti:
Laboratori progettuali. Comitato Interistituzionale.
4.4.
Valutazioni di sostenibilità
Operazioni previste: analisi conoscitive, valutazioni.
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Aggiornamento dinamico delle conoscenze del piano. Dispositivi di monitoraggio e valutazione
degli effetti territoriali e ambientali delle previsioni del piano. Applicazione preventiva e in corso
d'opera.
4.4.1. Valutazione ambientale strategica
4.4.2. Valutazioni di sostenibilità
4.4.3. Valutazioni di compatibilità
Strumenti:
Nucleo di valutazione urbanistico-territoriale;
Osservatorio regionale per il Paesaggio.
4.5.
Discipline
Operazioni previste: regolamentazioni.
4.5.1. Quadro delle tutele. Norme di tutela dei paesaggi. Norme per la difesa del suolo e messa in
sicurezza del territorio. Normative per ambiti e per zone speciali, in particolare per terre di uso
civico e proprietà collettiva.
4.5.2. Direttive di attuazione. Indicazioni e prescrizioni per la realizzazione dei diversi atti del
quadro previsionale del QTR: visione guida, agenda strategica, schema di assetto territoriale,
schema di assetto paesaggistico, schema di coerenza delle reti, laboratori progettuali.
Direttive di raccordo con i Piani Strutturali Comunali (PSC - PSA), con il Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale (PTCP), con i Piani di settore. Definizione dei termini di dotazione e
adeguamento dei PSC-PSA e PTCP.
Strumenti operativi di attuazione: strumenti esecutivi; accordi di pianificazione; accordi di
programma; patti; conferenze di servizio. Procedure di riferimento.
4.5.3. Indirizzi per la gestione del piano.
4.5.4. Piano di comunicazione. Strumenti per l’informazione e divulgazione degli atti del QTR.
Marketing del piano.
5. ELABORATI PREVISTI
A
B
C
Relazione generale (quaderno A4)
Norme di attuazione (quaderno A4 )
Tavole di Piano:
Tav. 1 Visione al futuro
Tav. 2 Schema di assetto del territorio
Tav. 3 Schema di assetto paesaggistico
Tav. 4 Schema di coerenza delle reti
Tav. 5 Quadro dei Progetti
Schede Progetti d’area
Tav. 6 Regimi di tutela
D
Quadro conoscitivo
1 : 250.000
Fuori scala
1 : 250.000
1 : 250.000
1 : 250.000
1 : 250.000
( scale varie)
1:25.000
A1
Stato del territorio (tavole scala 1 : 250.000 ) e Carta Regionale dei Luoghi
1. Carta topografica di base
2. Caratteri di base
2.1. Uso del suolo 1: 250.000 (su dati Corine Land Cover regionale, a cura dell’ Agenzia per la Protezione
dell’Ambiente, anno 2001)
2.2. Classificazione economico-agraria del territorio 1 : 250.000 (su dati Carta dei suoli e Carta dei terreni
agricoli con le principali colture -1.25.000/1:100.000- a cura dell’Ass. reg. Agricoltura e dell’ARSSA,
anno 2002)
2.3. Carta dei fisiotopi, 1 : 250.000 (carta di sintesi: geologia,geomorfologia, idrogeologia, clivometria,
pedologia)
3. Sistema naturalistico-ambientale 1 : 250.000
3.1 Sistema della vegetazione 1 : 250.000
3.2 Rete ecologica regionale 1 : 250.000
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3.3. Individuazione dei sistemi naturalistico-ambientali 1 : 250.000
3.4. Unità naturalistico-ambientali 1 : 250.000
4. Sistema insediativo
4.1 Carta delle permanenze storiche significative
Stratigrafie : territorio al 1878_insediamenti e collegamenti/ assetti agro-silvo-pastorali
territorio al 1960_insediamenti e collegamenti/ assetti agro-silvo-pastorali
4.2. Sistema insediativo attuale ( capisaldi e relazioni insediative)
4.3 Centri storici
4.4. Mappa del degrado insediativo
5.Sistema relazionale
5.1. Sistema della viabilità stradale
5.2. Sistema ferroviario
5.3. Sistema dei porti, aeroporti, interporti
5.4. Sistema delle reti energetiche e telecomunicazioni
5.5. Sistema delle reti idriche
5.6. Sistema di smaltimento dei rifiuti
5.7. Sistema delle reti di prevenzione
6. Schema di assetto dell'esistente
6.1. Sistemi naturalistico-ambientali
6.2. Sistemi insediativi
6.3. Sistemi relazionali
7. Atlante dei paesaggi
7.1. Carta dei paesaggi ( identificazione )
7.2 .Carta del Patrimonio paesaggistico ( valori)
7.2.bis Centri storici ( valori)
7.3. Mappa del degrado paesaggistico
7.4. Scenari di mutamento e rischio paesaggistico
8. Mappe di rischio ambientale
8.1. Acqua e vulnerabilità delle falde
8.2. Suolo e sottosuolo
8.3. Habitat e biodiversità
8.4. Rischio sismico
A2. Stato del territorio sovraregionale ( tavole scala 1: 1.000.000 )
1. Sistema naturalistico-ambientale
2. Sistema insediativo
3. Sistema relazionale
B. Condizioni di intervento ( tavole in scala 1.250.000 )
1. Piani Regolatori vigenti. Mosaico
2. Piani di settore
3. Vincoli paesistico-ambientali aggiornati; vincoli idrogeologici
4. Progetti in corso di attuazione o programmati
5. Carta delle proprietà pubbliche e degli usi civici
C. Limiti e potenzialità ( tavole in scala 1.250.000 )
1. Carta degli areali di valore
2. Carta degli areali di rischio ( PAI- Abbandono, degrado )
3. Carta degli areali di conflittualità
4. Carta degli areali di vincolo
5. Carta di trasformabilità del territorio
Allegati al Piano :
I
Dossier Consultazioni Territoriali
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II
Studi di settore
1. Sistemi economico-produttivi locali ( dinamiche demografiche e profili evolutivi di agricoltura,
industria-artigianato,servizi e attività commerciali)
2. Turismo
3. Mobilità e logistica
4. Beni storico-culturali e centri storici
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Allegato 1
PROGRAMMA A 100 GIORNI
Proposta per l’ organizzazione delle prime uscite del piano
TEMI
1.Tutele di paesaggio
Destinata a rassicurare i referenti del paesaggio sia interni che esterni alla regione , questa prima
uscita consiste nella predisposizione della mappa aggiornata dei vincoli di legge esistenti riguardo
al paesaggio da girare ai comuni nella fase di predisposizione dei PSC
Elaborato : esemplificazione della mappa dei vincoli paesaggistici adeguata (su base
georeferenziata 1:25.000 )
Metodo : accordo tra Regione e Direzione regionale MiBAC ( Prosperetti)
2. Indirizzi per i piani strategici PS
Tenendo conto delle attività in corso, ci si propone di offrire primi indirizzi di metodo a cui gli attori
interessati dovranno far riferimento nell’ impostazione dei piani strategici. Si vuole dimostrare che
grazie ai Piani Strategici si può creare realmente valore aggiunto, conferendo coerenza ed
efficacia all’insieme di investimenti pubblici che si rivolgono allo stesso territorio e che dovranno
essere selettivi quanto sinergici.
Elaborati:
a. Mappa dei piani strategici in corso o in programma
b. Documento di indirizzo per la redazione dei Piani Strategici
Metodo : elaborazioni interne all’ufficio del piano
3. Indirizzi per i piani territoriali di coordinamento provinciali PTCP
Tenendo conto dello stato di avanzamento delle esperienze di impostazione dei PTCP, gli indirizzi
mirano a creare uno sfondo comune di riferimenti programmatici, metodologici e operativi tra
Regione e Province, al fine di facilitare il processo di costruzione di un sistema coerente e
transcalare di previsioni urbanistiche, territoriali e paesaggistiche.
Elaborati: Paper con criteri di indirizzo
Metodo : predisposizione degli indirizzi, dopo incontri preliminari con le Province
4. Anteprima Carta Regionale dei Luoghi
Prime risultanze della carta regionale dei luoghi, orientata soprattutto ad offrire ai Comuni e alle
Province materiali conoscitivi utili ai fini dell’avvio delle loro attività di pianificazione Elaborati :
Sistema Naturalistico-Ambientale; Sistema Insediativo; Sistema relazionale.
Metodo: confronto tra Ufficio del Piano e gruppo esterno incaricato per la Carta Regionale dei
Luoghi.
5. Laboratori di progetto
Il QTR concepito come quadro di coerenza per progetti territoriali e di paesaggio di valenza
strategica per il futuro della regione. Apertura di “cantieri progettuali” partecipati dalle istituzioni ai
vari livelli e da rappresentanze qualificate delle realtà locali.
Elaborati : Individuazione dei temi chiave. Prime ipotesi di progetti cardine.
Metodo: tavolo di progetto guidato dalla regione, assistito da laboratori tematici indirizzati da
professionalità esterne di livello internazionale o nazionale.
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Progetti urbani e di territorio prioritari :
a. nuova città integrata con il porto di Gioia Tauro;
b. direttrice Villa San Giovanni- Reggio Calabria in corrispondenza della dorsale ferroviaria;
c. direttrice Cosenza-Rende in corrispondenza del corridoio di collegamento
Progetti di paesaggio prioritari:
a. Riqualificazione dell’area di Copanello e della costa catanzarese;
b. valorizzazione della costa sibaritica associata alla nuova ss. Ionica
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Allegato 2
LA COSTRUZIONE DELLO SCHEMA DI ASSETTO TERRITORIALE.
SISTEMA INSEDIATIVO E SISTEMA RELAZIONALE
1. LO SCHEMA TERRITORIALE
All’interno della struttura generale prevista per il QTR lo Schema territoriale rappresenta il quadro
previsionale strutturale del futuro assetto del territorio regionale con particolare riferimento ai
territori urbanizzati.
Lo schema territoriale dovrà orientare la Regione nella definizione di politiche e strategie territoriali,
ovvero progetti ed investimenti anche a carattere settoriale relativamente a:
• trasporti ed infrastrutture a rete di rilevanza per il territorio regionale;
• servizi superiori di carattere direzionale, culturale, sociale e produttivo di rilevanza per il
territorio regionale;
• difesa del suolo, salvaguardia delle coste, mitigazione dei rischi ambientali, protezione e
riqualificazione dell’ambiente;
Inoltre lo Schema territoriale servirà anche a:
• definire gli orientamenti per la pianificazione provinciale e comunale;
• definire i regimi normativi e di tutela.
2. OBIETTIVI E CARATTERISTICHE DELLO SCHEMA TERRITORIALE
In quanto quadro di riferimento per la pianificazione a livello regionale, provinciale e locale lo
Schema territoriale dovrà rappresentare l’esito di un processo cooperativo di scelte condivise fra i
diversi enti territoriali.
La condivisione delle scelte sarà tanto più efficace e partecipata se, assieme alla costruzione della
visione a carattere generale del futuro assetto del territorio regionale, le diverse comunità locali
saranno in grado di cooperare nella definizione degli assetti dei territori di loro competenza.
In questa prospettiva lo Schema territoriale articolerà l’intero ambito regionale in Unità o sistemi
territoriali da definire in base alle loro caratteristiche morfologiche, funzionali, economiche,
sociali.
Come già evidenziato dalle Linee Guida uno dei principali temi da considerare è la oggettiva
debolezza ed insufficienza del sistema urbano calabrese, dovuto in buona parte alle ridotte
dimensioni demografiche. La Calabria è una regione di piccoli e piccolissimi centri, con circa 3
comuni su 4 al di sotto della soglia dei 5.000 abitanti e un solo comune, Reggio Calabria che
supera i 100 mila. Nei comuni al di sotto della soglia dei 5.000 abitanti al 2001 vi erano circa
700.000 persone, circa il 35% della popolazione residente, mentre nei comuni con oltre 50.000
abitanti vivevano circa 500.000 persone, pari a circa ¼ della popolazione totale 1 .
1 A titolo esemplificativo è utile il confronto con la Liguria, una regione con una dimensione abitativa simile a quella della
Calabria (1.600.000 abitanti circa) ma con livelli di sviluppo economico diversi, grazie anche alla forte polarizzazione
urbana. Al censimento del 2001 gli abitanti della regione in comuni al di sotto dei 5000 abitanti erano circa 240.000 pari
all’8,5% (contro il 35% della Calabria), mentre la popolazione residente in comuni al di sopra dei 50000 abitanti era di
circa 800.000 unità pari al 40% della popolazione regionale.
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Comuni fino a 2.000 abitanti
Fra 2.001 e 5.000
Fra 5.001 e 10.000
Fra 10.001 e 50.000
Oltre 50.000
TOTALE
172
155
47
31
6
409
In questo quadro caratterizzato dal prevalere della “piccola dimensione”, uno degli aspetti più
negativi riguarda l’ incapacità dell’armatura urbana di erogare un adeguato livello di servizi
superiori, tipici delle grandi concentrazioni urbane, e quindi di fungere da motore dello sviluppo, se
è vero che , come ormai tutti i documenti e gli studi in tal senso tendono a sottolineare, le città
sono oggi i luoghi privilegiati dell’innovazione tecnologica, della ricerca e dello sviluppo.
D’altro canto, la piccola dimensione delle città calabresi garantisce ancora ai suoi abitanti i
vantaggi tipici delle “comunità”: buoni livelli di relazione sociale, minori problemi di congestione e
traffico, forte senso dell’identità e coesione locale.
Obiettivo principale del QTR è di contribuire a creare la rete delle città calabresi, immaginando
la nostra regione come un sistema integrato di 2 milioni di abitanti, con un livello di servizi ed
infrastrutture adeguato a tale dimensione insediativa. Una rete urbana composta non da una trama
omogenea, ma da una maglia principale con pochi significativi nodi, che dovrà comprendere al suo
interno altre maglie più fitte, come una rete di reti.
La maglia principale è rappresentata dai più importanti nodi urbani regionali e dalle principali
infrastrutture di trasporto e dalle principali reti energetiche; le trame secondarie possono collegarsi
a quella principale con un numero diverso e variabile di nodi, a seconda del livello di integrazione
necessario in considerazione del ruolo specifico svolto dalla sottorete. Relazioni e forme di
integrazione fra le reti secondarie sono possibili ed auspicabili senza necessariamente dipendere
dal nodo o dalla rete principale.
Questa rete delle reti delle città calabresi dovrà fondarsi sul principio che le funzioni rare e di
livello superiore potranno necessariamente localizzarsi solo in alcuni nodi piuttosto che in altri. In
altri termini i diversi centri regionali dovranno necessariamente specializzarsi e le funzioni superiori
da essi erogate interesseranno territori vasti.
L’ integrazione fra sistemi e reti urbane diversamente specializzate, potrà garantire per ogni
servizio o infrastruttura quelle soglie demografiche necessarie in presenza di un forte incremento
del sistema relazionale, che dovrà garantire un adeguato livello di accessibilità ai diversi nodi di
servizi specializzati da ampie aree del territorio regionale.
Secondo, importante obiettivo, dunque, è quello di una politica dei servizi e delle attrezzature
del territorio mirata, che sappia cogliere le specificità e le potenzialità che ogni sistema
territoriale offre e puntare su specializzazione e integrazione fra funzioni e territori diversi.
Da quanto sopra emerge il terzo fondamentale obiettivo che è quello di un rafforzamento del
sistema relazionale onde garantire adeguati livelli di accessibilità a tutto il territorio ed in
particolare ai nodi principali erogatori di servizi.
3. COSTRUZIONE DI UN QUADRO CONOSCITIVO COERENTE
Il Quadro conoscitivo dovrà restituire un’ immagine di sintesi del territorio regionale e delle unità –
sistemi che lo compongono coerente con gli obiettivi sopraenunciati .
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Dovrà individuare e descrivere le Unità territoriali che compongono il territorio regionale ed i
sistemi relazionali interni ed esterni a tali unità .
Per ogni sistema o unità territoriale il quadro conoscitivo dovrà indicare:
• le dinamiche storiche (di lungo periodo) e recenti;
• l’assetto funzionale e morfologico attuale;
• le possibili dinamiche future in funzione di:
o variabili esogene , derivanti da politiche, strategie, investimenti, tendenze,
riscontrabili o prevedibili a livello internazionale e nazionale (politiche generali e
settoriali dell’UE, piani e programmi nazionali, analisi delle opportunità e delle
minacce);
o variabili endogene derivanti da politiche, strategie, investimenti, tendenze, attivabili
a livello regionale e locale.
Nell’ individuazione e descrizione delle Unità e dei Sistemi territoriali occorre tenere conto che
l’art.5 della Legge urbanistica calabrese divide il sistema insediativo in:
• ambiti urbani articolati in: aree urbanizzate, aree non urbanizzate, aree destinate
all’armatura urbana;
• ambiti periurbani, articolati in sistemi diffusi ed aree agricole abbandonate.
Attraverso ricerche preliminari verranno delineate le principali trame insediative, riconoscendo la
varietà e complessità dei contesti e dei differenti modelli insediativi, nonché la loro recente
stratificazione. Dall’osservazione aggiornata delle differenze può scaturire una lettura originale ,
più programmatica e interpretativa della Calabria contemporanea, orientata anche ad indirizzare
le scelte progettuali per il territorio.
Le principali articolazioni analitiche riguardano in particolare:
• reti
• forme e modi dell’abitare
• dinamiche dell’urbanizzato
• paesaggi sociali contemporanei
L’Atlante fotografico, ancor prima di quello cartografico, può essere un supporto di grande utilità
alla definizione di questo quadro di conoscenze.
A questi elementi è possibile aggiungere l’incrocio con la lettura dei quadri ambientali e
paesaggistici.
Risulta di particolare opportunità integrare alcune elaborazioni specifiche riferite alle aree di
trasformazione, ossia le aree, i contesti del territorio regionale all’interno delle quali sono stati -o
sono in corso di elaborazione- progetti e programmi di intervento di una certo rilievo ed importanza
di ricadute.
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Allegato 3
TUTELA E PIANIFICAZIONE DEL PAESAGGIO
1. TUTELA ESISTENTE.
VERIFICA, VALIDAZIONE E RAPPRESENTAZIONE DI
QUADRO NORMATIVO.
PRESCRIZIONI, GIA’ PRESENTI NEL
Il QTR muove inizialmente dalla ricostruzione delle discipline e delle norme vigenti, per procedere
ad una verifica di cogenza e della loro applicabilità. L’obiettivo è di pervenire rapidamente alla
rappresentazione su base cartografica del sistema dei vincoli e delle discipline di tutela esistenti, in
modo unitario e condiviso per tutta la regione.
Lavorando di concerto con la sovrintendenza regionale in rappresentanza del Ministero dei Beni
Culturali e in conformità con quanto già previsto dalle Linee Guida, si prevede di articolare le
seguenti fasi:
a. Verifica del regime di vincolo e delle discipline esistenti ai sensi delle normative di legge
indicata, e valutazione del grado di attuazione amministrativa presso la Sovrintendenza
(decretazioni, vidimazioni, validazioni e rappresentazioni, cartografie);
b. Integrazione con le proiezioni territoriali relative alle recenti disposizioni di legge
nazionale e regionale, al fine di ricomporre un quadro unitario;
c. Avvio dell’aggiornamento del sistema di rappresentazione dei vincoli e tutele, a partire
dalla mappatura a scala prevalente nell’ambito delle immagini esistenti (1:25.000), per
pervenire passare poi ad altre rappresentazioni a scala di maggior dettaglio con relative
validazioni;
d. Ricostruzione dell’apparato normativo, aggiornato rispetto agli ultimi provvedimenti
vigenti di cui al punto b;
e. Eventuale estensione del sistema di vincoli e tutele in relazione ai giudizi di valore sui
beni paesaggistici individuati nell’ambito del QTR.
2. VALENZA DI PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA DEL QTR
Questa sezione di lavoro è mirata alla costruzione del quadro paesaggistico del QTR. Si prevede
di realizzare adeguati apparati di archivio, di indagine, di approfondimento, di scenario, di
rappresentazione programmatica, di elaborazione normativa, anche tenendo conto di esperienze
già condotte di recente in altre regioni, dotate di quadro normativo analogo a quello calabrese.
Nell’elaborazione si terrà conto di quanto già prodotto dalle Linee Guida, nonché dalle strutture
tecnico scientifiche di riferimento dell’Ufficio. Oltre alla Sovrintendenza, il gruppo di lavoro “Carta
regionale dei luoghi”, il SITO, l’ Osservatorio regionale sul paesaggio, il Centro Cartografico
regionale, il gruppo di lavoro “Paesaggi e identità”, le istituzioni di ricerca scientifica.
Questo lavoro è teso anche a restituire immagini e contenuti significativi dell’assetto ambientale e
culturale regionale contribuendo alla redazione dell’Atlante dei Paesaggi calabresi.
Ma l’elaborazione è mirata soprattutto a produrre lo SPAE, schema paesaggistico-ambientale,
componente specifica dello schema generale di assetto paesaggistico-territoriale regionale, lo
SCAPT.
Il lavoro si concluderà con un apparato normativo e strategico che fornirà indicazioni, contenuti e
prescrizioni per l’azione sul paesaggio regionale, con particolare riferimento ai Piani Paesaggistici
dei diversi Ambiti calabresi (individuati all’interno della presente elaborazione) quali strumenti di
maggiore dettaglio (PPdA).
Si prevede di procedere secondo la seguenti fasi :
23
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a.
b.
c.
d.
e.
f.
Costruzione dell’archivio di studi esistenti e delle immagini più significative del paesaggio
calabrese;
Applicazione a scala regionale aggregata della metodologia, già indicata nelle Linee Guida,
per la lettura del paesaggio, consistente in: analisi tematiche e sintesi interpretative
(individuazione dei sistemi morfologici, unità ambientali, paesaggi regionali, paesaggi di area
vasta, paesaggi locali, coincidenti in prima ipotesi con gli ambiti di pianificazione
paesaggistica);
Definizione dell’ Atlante dei paesaggi regionali (identificazione dei contesti ai diversi livelli :
regionale, di area vasta, locale; attribuzione dei valori patrimoniali con riferimento anche ai
centri e alle aree di interesse storico culturale; mappe del degrado; scenari di mutamento e
valutazione del rischio conseguente) con
rappresentazioni sia cartografiche che
fotografiche;
Definizione degli obiettivi di qualità paesaggistica ai diversi livelli e determinazione degli
Ambiti di Pianificazione Paesaggistici ;
Costruzione dello SPAE, schema paesaggistico-ambientale, componente dello schema
generale di assetto paesaggistico-territoriale, SCAPT, con le specifiche rappresentazioni
delle tutele e delle altre aree di rilevanza paesaggistica;
Costruzione di un quadro di discipline, indicazioni, strategie e prescrizioni d’uso del
paesaggio regionale, che completano e ampliano il sistema di vincoli e tutele derivato dalla
normativa esistente e definiscono gli indirizzi per il conseguimento degli obiettivi di qualità.
In sede di avvio del lavoro si procederà all’acquisizione, compilazione e rivisitazione degli studi
esistenti presso la Sovrintendenza, presso il gruppo di lavoro “Carta del luoghi” e più in generale
presso gli archivi del Dipartimento, della Regione e delle istituzioni scientifiche di riferimento.
La rielaborazione di questi materiali di base, opportunamente integrati e aggiornati, potrà offrire le
prime immagini di riferimento per la interpretazione del paesaggio ai fini del QTR.
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Allegato 4
CONTROLLO E MITIGAZIONE DEI RISCHI AMBIENTALI
1. PROTEZIONE DAL RISCHIO AMBIENTALE
Il QTR definisce le discipline di mitigazione e abbattimento dei rischi nonché le strategie di
risanamento e riqualificazione del territorio regionale, individuando il sistema delle pericolosità
esistenti.
Poiché di recente la Regione si è dotata di uno strumento operante sullo stesso terreno, il PAI,
Piano di Assetto Idrogeologico, approvato dal Consiglio regionale, il QTR muove dalla
ricostruzione dello stato di attuazione del PAI per mettere a punto le proposte di conferma,
estensione ed integrazione che appaiono oggi opportune sulla base dell’esperienza acquisita.
Il lavoro sarà completato con le rappresentazioni a scala adeguata e con le discipline di
riferimento.
La documentazione presente presso le istituzioni tecnico-scientifiche del Dipartimento – e
segnatamente presso il Centro cartografico – e comunque presso gli altri uffici regionali,
costituiranno una base di riferimento privilegiata per lo sviluppo del lavoro.
Si prevede la seguente metodologia :
a. Costruzione dell’Archivio delle conoscenze, con particolare riferimento alla
documentazione del PAI;
b. Verifica della consistenza e dell’utilizzabilità della strumentazione contenuta nel PAI per
la realizzazione della mappatura dei rischi ambientali del territorio regionale;
c. Ampliamento e aggiornamento della documentazione citata e sua integrazione con altri
studi esistenti per la costruzione delle mappe di rischio ambientale (acque e vulnerabilità
delle falde, inquinamenti, suolo e sottosuolo con particolare riferimento a dissesti ed
erosioni, declino o perdita di habitat e biodiversità, rischio sismico, rischio idrogeologico,
rifiuti);
d. Definizione delle discipline di mitigazione e abbattimento dei rischi ( ampliamento e
aggiornamento degli apparati strategici e normativi del PAI), individuazione delle
operazioni di risanamento e riqualificazione con opportune rappresentazioni.
2. RISCHIO SISMICO
Sulla base delle esperienze già maturate anche all’intero della regione, il QTR definisce Linee di
indirizzo per la valutazione e mitigazione del rischio sismico all’interno dei PSC, così
articolate:
1. Introduzione. Importanza di un’ adeguata politica di mitigazione del rischio sismico nella
Regione Calabria con particolare riferimento alla conservazione dei centri storici.
2. Prescrizioni e indirizzi provenienti dalle Linee guida della pianificazione regionale e dalla
Legge urbanistica della Calabria.
3. Procedure, metodi e fonti di dati per la valutazione della Pericolosità sismica di base ed a
scala locale.
4. La valutazione di vulnerabilità del patrimonio edilizio pubblico e privato: metodi speditivi,
schedature.
5. La costruzione degli scenari di rischio.
6. La Struttura Urbana Minima: come individuarla, come realizzarla.
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7. Indirizzi e prescrizioni per un uso del suolo compatibile con le condizioni di pericolosità e
rischio (prudent land use).
8. Programmi operativi per la mitigazione del rischio sismico: obiettivi, strategie, azioni.
9. Il Piano comunale di Protezione civile: aree di emergenza, security lines.
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