Effetti della differente intensità di defogliazione in prefioritura

Transcript

Effetti della differente intensità di defogliazione in prefioritura
Laurea Magistrale in Scienze Viticole ed Enologiche
Effetti della differente intensità
di defogliazione in prefioritura
sull’attività vegeto-produttiva e
sulla qualità delle uve in Sicilia
(cv. Nero d’Avola, Vitis vinifera L.)
Relatore:
Studente:
Professore Di Lorenzo Rosario
Valerio Alagna
Co-Relatori:
Professore Lopes Carlos Manuel Antunes
Dottore Pisciotta Antonino
Anno Accademico 2011/2012
1
RIASSUNTO
INTRODUZIONE
L’equilibrio vegeto-produttivo ed il microclima nella zona del grappolo della pianta di vite
sono due parametri che influenzano in modo significativo le caratteristiche chimico-fisiche
e sensoriali dell’uva a maturità. I suddetti parametri possono essere modificati in maniera
significativa da una moderna pratica di gestione della chioma, ovvero la defogliazione
nella fasci produttiva.
L’obiettivo del presente studio è di comprendere in che termini un intervento di
defogliazione del tratto basale, eseguito in prefioritura con diverso grado di intensità,
possa modificare l’equilibrio vegeto-produttivo ed il microclima della chioma e quindi la
qualità del prodotto finale..
MATERIALI E METODI
La sperimentazione è stata condotta nella stagione 2012 a Sambuca di Sicilia in un
vigneto di proprietà dell'azienda Feudo Arancio. L'impianto del vigneto sperimentale è
stato effettuato nel 2003 con piante della cv Nero d'Avola allevate a controspalliera con
condizionamento dei germogli e con sistema di potatura a cordone speronato. Il regime
colturale è irriguo.
Nel suddetto vigneto sono stati utilizzati 12 filari per la prova sperimentale, 3 per ogni
trattamento. Per ogni filare sono state impostate tre repliche. La defogliazione è stata
eseguita manualmente in corrispondenza della fase fenologica di prefioritura (BBCH: 57).
I trattamenti sono stati i seguenti:
• LR-p: Asportazione di tutte le foglie dell’asse fino all’ultimo grappolo
• LR-l: Asportazione di tutte le femminelle fino all’ultimo grappolo
• LR-t: Asportazione di tutte le foglie dell'asse primario e delle femminelle fino
all’ultimo grappolo
• CTR: Non defogliato
I rilevi eseguiti hanno riguardato:
parametri eco-fisiologici analizzati: fotosintesi netta, conduttanza stomatica, traspirazione,
temperatura acino.
parametri vegetativi: quantità di superficie fogliare rimossa, superficie fogliare dopo la
defogliazione e alla raccolta, numero femminelle, lunghezza asse e femminelle,
descrizione della chioma (point quadrat).
parametri produttivi: numero di infiorescenze per germoglio, lunghezza del grappolo e
della/e ala/i, numero di acini e di acinelli, peso dell’acino, dell’acinello e del grappolo.
parametri qualitativi: zuccheri (Brix°), pH, acidit à titolabile (g/l di acido tartarico), contenuto
in antociani e flavonoidi totali.
indici: WUE, compattezza del grappolo, cm2/infiorescenza, cm2/grammo di uva, grammi di
zucchero per acino, per grappolo, per germoglio e per cm2 di superficie fogliare, resa per
germoglio.
RISULTATI E DISCUSSIONI
Nella varietà Nero d’Avola la rimozione delle foglie dell’asse e delle femminelle fino
all’ultima infiorescenza ha determinato una riduzione di superficie fogliare rispettivamente
del 33,8% e 14,3 %. Nel trattamento più severo è comunque rimasta una superficie
fogliare di 1032 cm2 per infiorescenza.
Tutti i trattamenti di defogliazione hanno determinato una forte crescita vegetativa. Questo
fenomeno ha fatto si che, alla raccolta, le tesi defogliate presentassero valori di superficie
fogliare totale maggiori rispetto a quelli della tesi controllo. In particolare, si è notato che la
capacità di crescita vegetativa è correlata linearmente con l’intensità di defogliazione.
I trattamenti di defogliazione non hanno determinato alcun incremento dell’efficienza foto
sintetica delle foglie rimaste.
La rimozione delle sole foglie dell’asse e quella delle foglie dell’asse e delle femminelle ha
portato ad una riduzione dell’allegagione dei frutti e quindi del numero di acini per
grappolo e della compattezza di quest’ultimo rispetto alla tesi non defogliata. Questo
risultato è sicuramente un effetto della carenza di source nel periodo immediatamente
2
successivo al trattamento di defogliazione. L’asportazione delle sole femminelle ha invece
determinato sui suddetti parametri un effetto opposto, e questo risultato sembrerebbe
dovuto ad una maggiore disponibilità di source per il grappolo in seguito all’asportazione
di organi vegetativi giovani e quindi ancora allo stadio di sink. Il peso medio dell’acino è
stato positivamente influenzato dai trattamenti di defogliazione in confronto alla tesi
controllo. La defogliazione totale (LR-t) ha determinato un contenimento della produzione
per germoglio. Tale risultato è dovuto sia ad un minor numero di acini per grappolo
rispetto alla tesi controllo. Viceversa in LR-l si è registrata una maggiore resa per
germoglio a causa del maggior numero di acini per grappolo rispetto al controllo.
Il contenuto zuccherino è stato positivamente influenzato dagli interventi di defogliazione
probabilmente per il concomitante effetto di due fattori: maggiore superficie fogliare alla
raccolta e presenza di una chioma meno vecchia dall’invaiatura in poi.
Il contenuto in antociani totali è risultato minore in tutti trattamenti di defogliazione in
confronto alla tesi non defogliata, probabilmente a causa di un’eccessiva esposizione dei
grappoli alla radiazione solare, e quindi alle alte temperature, che ha determinato una
degradazione di questi composti. Inoltre, in seguito alla defogliazione, si è verificato uno
sfasamento temporale tra la maturità tecnologica e fenolica dell’uva.
CONCLUSIONI
La defogliazione precoce potrebbe essere una tecnica efficace per il controllo della
produzione in cv molto produttive e per il miglioramento della composizione finale dell’uva
dal punto di vista sanitario e in termini di contenuto zuccherino. Tale tecnica ha inoltre
mostrato di poter determinare uno sfasamento temporale tra la maturità tecnologica e
quella fenolica dell’uva e questo risultato potrebbe essere utilizzato per diversificare le
tipologie di uve ottenibili da una stessa varietà in uno stesso ambiente.
La defogliazione deve però essere applicata con un’intensità diversa in relazione alle
condizioni climatiche della zona in quanto, in zone a clima caldo-arido, come quella in cui
si è operato, influenza in maniera significativa i processi di maturazione, con effetti,
peraltro evidenti, sui metaboliti che definiscono la maturità tecnologica e quella fenolica.
3