1 Claudia Attimonelli / Bass Culture Modulo: Cinema, fotografia e

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1 Claudia Attimonelli / Bass Culture Modulo: Cinema, fotografia e
Claudia Attimonelli / Bass Culture
Modulo: Cinema, fotografia e audiovisivi
Introduzione alla Lezione-laboratorio con Bass Culture, parte del modulo Cinema,
fotografia e audiovisivi.
Conosciamo più o meno approfonditamente il cinema e la fotografia, ma che cosa sono gli
audiovisivi?
Si tratta di un termine ripescato dal passato e fa riferimento all’interazione sinestetica
dell’apparato uditivo e di quello visivo di cui abbiamo avuto delucidazioni nel corso delle
lezioni del prof. Sborgia sulla fisiologia della visione.
Negli anni Sessanta il termine audiovisivi e audio-video ha conosciuto la sua massima
diffusione; esso pertiene all’ambito artistico che nasceva in quel decennio, la video arte,
cioè la performatività della televisione in qualità di installazione artistica. Adottando
immagini e suoni trasmessi con l’apparecchio televisivo e altre macchine e strumenti
venivano messe in scena, in maniera alterata, le contraddizioni che stavano emergendo
intorno alla sua funzione (Artista di riferimento, il coreano Nam June Paik).
L’audiovisivo nella contemporaneità si riferisce ad un ambito artistico più ampio e
contaminato sempre da molteplici linguaggi, esso si avvale delle nuove tecnologie
spingendo fortemente la loro funzione verso la messa in scena dei metalinguaggi.
Audiovisivi sono dunque i videoclip musicali, che associano delle immagini alla traccia
audio, senza che fra i due testi debba necessariamente esistere un rapporto di reciprocità,
descrittivo o didascalico. La massima alterità fra la traccia audio e la traccia video è la
direzione intrapresa negli ultimi anni in particolare nell’ambito della musica elettronica,
dove i videoclip slittano verso la videoarte e il regista emerge dall’anonimato sino a
conquistare il primo piano spostando il progetto musicale sullo sfondo; un esempio a tal
riguardo è il rapporto tra il regista Chris Cunningham e il musicista elettronico Aphex Twin,
essi hanno avviato una reciproca collaborazione: se inizialmente era il musicista ad
incaricare il regista di girare il video per un singolo in uscita, sempre più spesso il regista
fa riferimento ai musicisti per l’operazione inversa, Cunningham ha coinvolto Aphex Twin
nella realizzazione della traccia audio per un suo video (Trasmissione di riferimento, MTV
Brand New condotto da Massimo Coppola, dove s’inaugurò l’usanza di inserire prima di
tutte le informazioni tipiche dei videoclip, titolo del brano, nome del progetto e talvolta
etichetta discografica o titolo dell’album, il nome del regista del video).
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Un altro audiovisivo è la pubblicità, ai fini del nostro discorso specialmente quella legata
ad alcune note musicali di forte impatto o celebri o particolarmente adatte a catturare
l’attenzione del pubblico. Questo tipo di comunicazione pubblicitaria, nel momento in cui
adotta un singolo di un gruppo non ancora famoso o appena balzato ai primi posti in
classifica così come un brano già conosciuto o delle sonorità ripescate dal passato, ne fa
ascoltare alcune note, l’attacco o il refrain e lancia così il prodotto associandolo
definitivamente, o quasi, alla musica scelta. Il risultato è che alle volte si riconosce la
traccia musicale collegata alla merce pubblicizzata e non al nome del progetto o del
gruppo che ne ha scritto o elaborato la musica.
Infine annoveriamo tra gli audiovisivi la videoarte stessa che riceve sempre maggiore
spazio nelle esposizioni e gallerie di tutto il mondo, divenendo anche protagonista di
Festival dove si celebrano le ultime diramazioni in senso tecnologico da essa esplorate,
quali, ad esempio, il vjing (termine vj è stato coniato sulla falsa riga di dj, e pertanto
descrive il processo di selezione di immagini e video affiancato dalla musica).
Va detto che la crescita di interesse intorno alla videoarte è strettamente connessa con la
diffusione di software e supporti che rendono più accessibile la creazione e il montaggio
delle immagini in video.
Per approfondire questi ambiti abbiamo pensato a delle lezioni frontali sui videoclip e ad
un laboratorio con Bass Culture, una realtà importante a livello barese e non solo e che si
occupa della promozione, diffusione e organizzazione di eventi culturali che hanno la
musica come protagonista. „Dalla cultura del basso, dalle esperienze dal basso e dalla
bassa Italia (Bari) arriva Bass Culture”.
La scelta è caduta sull’associazione Bass Culture perchè riteniamo che il loro lavoro
incarni sul piano professionale l’idea veicolata in questo master e alla base degli studi
culturali e delle culture visuali. Come è stato già osservato entrambi i sintagmi funzionano
meglio in inglese che non in italiano perchè sono discipline nate in ambito anglofono, i
cultural studies e in seguito i visual studies principiavano dall’idea di fondo che, guardando
oltre la Cultura ufficiale, quella promossa e acclamata dal mainstream, vi fossero altre
culture, la cui dimensione sociale è stata per lungo tempo ignorata e sottovalutata, perchè
proveniente dal “basso”, dalla strada, dalle diaspore, dagli “orienti”; si tratta di quelle che
negli anni sono state chiamate controculture, quando, ad esempio, hanno come
antagonista la cultura ufficiale, o sottoculture - subcultures - quando si appellano o sono
vicine alle nozioni di race, gender, tribe, etnicity, identity-alterity. Con un termine
onnicomprensivo ma ricco della molteplicità insita in questi diversi linguaggi, definiamo in
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genere tutta la produzione alternativa a quella mainstream come il panorama
dell’underground.
Parole chiave: sinestesia, linguaggio, videoclip, traccia, vjing/djing, mainstream/underground, controculture,
sottoculture, neotribù.
Piccola bibliografia di riferimento
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Siti Web
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