Lèdere a France Odeon un film da Jonathan Coe

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Lèdere a France Odeon un film da Jonathan Coe
Lèdere a France Odeon
un film da Jonathan Coe
GAIARAU
L
} ISPIRAZIONE è britannica - il romanzo di Jonathan Coe "I terribili segreti di Maxwell Sim" - ma
la genesi è tutta fiorentina. Oggi a France Odeon il regista francese Michel Léclerc ( autore, fra gli altri, del premio Cesar "Le noni des gens" ) presenta in anteprima mondiale il suo nuovo film "La
vie tres privée de monsieur Sim", frutto
di un anno sabbatico trascorso con la
compagna e sceneggiatrice Baya Kasmi in città. Racconta la storia di un uomo dal "cognome banale quanto una
scheda telefonica", che ritroverà se stesso grazie a un lungo viaggio (Odeon,
ore 18; 7 euro).
Ci parli della sua esperienza fiorentina.
«Quando Baya ed io abbiamo deciso
di trasferirci a Firenze con i nostri tre figli, nel 2012, avevo appena perso i genitori e mi sentivo depresso come Maxwell Sim. Avevo bisogno di rompere con
la vita parigina, lo stress, le ossessioni
francesi. E Firenze sembrava il posto
giusto per ritrovare un po' di serenità.
Ho adorato quell'anno e ne sento la nostalgia perché Firenze è una città fatta
apposta per gli artisti, ogni angolo stimola l'immaginazione. Inoltre, proprio
in Toscana abbiano conosciuto Coe».
Cosa l'ha colpita del suo romanzo?
«Ne ho subito amato il tono, grave e
leggero al tempo stesso, autenticamente tragicomico. Quella di Sim è una "depressione gioiosa": lui non si chiude in
se stesso ma va verso gli altri, cerca il
contatto, fa di tutto per risalire la china.
"È una storia grave e leggera
veramente tragicomica
Scritta durante un anno
bellissimo, vissuto a Firenze"
È la storia di un uomo che si perde, e a
forza di perdersi finisce per ritrovarsi
perché a volte, nella vita, bisogna passare da un profondo squilibrio per recuperare l'equilibrio. Ma è anche un libro sulla solitudine ultramoderna, su una società che ci mette a disposizione ogni
possibile strumento di comunicazione
ma, paradossalmente, ci rende sempre
più soli. Infine, è un romanzo sulle ne-
vrosi che ereditiamo dai genitori».
Che modifiche avete apportato alla
storia?
«Siamo rimasti fedeli allo spirito del libro. Lo stesso Coe lo ha riconosciuto, precisando di averlo trovato un film "molto
francese", mentre il romanzo era "molto inglese"».
In Italia il Parlamento è al lavoro su
una nuova legge sul cinema e gli addetti ai lavori sono convinti che il modello debba essere quello francese.
«È una legge che ha permesso di realizzare moltissimi film, autoriali o commerciali, perché prevede che una quota
di ogni biglietto acquistato sia reinvestita in produzioni nazionali. Lo trovo un sistema virtuoso, impostato su quella "eccezione culturale" di cui sono un fervente sostenitore».
Nel suo film recita anche Valeria Golino.
«Amo tutto di lei, la sensualità, l'humour, la voce, lo sguardo. Sin dall'inizio,
per quel ruolo, non ho immaginato che
lei. Inoltre la sua presenza ha dato un
tocco di "italianità" al film, così come le
isole Tremiti, dove è stato in parte girato».
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