In mensa un piatto su 4 finisce nel cassonetto

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In mensa un piatto su 4 finisce nel cassonetto
In mensa un piatto su 4
finisce nel cassonetto
L'azienda sanitaria contro gli sprechi nelle scuole. Un premio per chi risparmia
E nei menu c'è ancora troppa carne: in arrivo la «giornata vegetariana»
di Andrea Selwa
Troppi sprechi nelle mense
scolastiche, troppa carne nelle
mense dell'azienda sanitaria e
troppo cibo spazzatura nei distributori automatici: ecco alcune linee operative indicate
dall'azienda sanitaria che - se
troveranno applicazione - ci
faranno guadagnare risorse e
salute. Almeno questa è la promessa dei tecnici della sanità
trentina. In realtà quello
sull'alimentazione nelle strutture pubbliche è solo uno dei
capitoli del piano del piano
provinciale della prevenzione
sanitaria 2015-2018 approvato
nei giorni scorsi dalla giunta
provinciale, ma contiene indicazioni che riguardano moltissime persone. A cominciare
dagli studenti e dai dipendenti
pubblici che usufruiscono delle mense.
Gli sprechi a scuola
Tutto parte da uno studio
condotto dalla Comunità della
Vallagarina - condotto nel
2014 su sei mense scolastiche che ha dato risultati sorprendenti: di tutto il cibo che viene
servito agli studenti, il 23% finisce nel cassonetto. Una piccola parte non viene servita (7%
per cento) e una percentuale
superiore (16%) rappresentali
cibo che resta, per vari motivi,
sul piatto dei ragazzi. L'esperimento - bilancia alla mano,
per pesare il cibo in uscita dal-
le cucine e quello che rientrava dalle mense - ha dato risultati chiari: su 12,6 tonnellate di
alimenti, 2,9 sono state buttate via: 891 chili non sono stati
serviti e oltre 2 mila chilogrammi sono rimasti nel piatto. Tropi, anche perché non si tratta
di una giornata sfortunata (anche i cuochi possono sbagliare) ma di un esperimento durato quattro settimane.
Mensa come Masterchef
L'azienda sanitaria - attingendo alle conclusioni della
Comunità Vallagarina - ipotizza una gara tra scuole con una
classifica per premiare chi riesce a ridurre gli sprechi e soprattutto una commissione
mensa con la partecipazione
di bambini e ragazzi, con
l'obiettivo di coinvolgerli
nell'educazione all'alimentazione ma anche di avere una
valutazione sulla propria mensa, con voti da 1 a 4 per le pietanze servite. Una sorta di Masterchef scolastica. Ma attenzione: il diritto di voto spetta
solo a chi ha assaggiato tutto il
menu. Secondo il piano
dell'azienda sanitaria queste
novità potrebbero essere introdotte gradualmente nelle
scuole trentine (a partire dalla
Vallagarina) dal 2016.
Troppa carne In tavola
L'azienda sanitaria dichiara
la lotta alla carne nelle proprie
mense: una questione ambientale e di salute, si legge nel pia-
no, dove non viene citato il risparmio. Ambientale perché
la produzione di carne (insomma l'allevamento) comporta
elevatissime emissioni di gas
serra (pari a quelli prodotti dal
traffico veicolare si legge nel
piano dell'azienda) e ingenti
consumi di acqua. Una questione di salute perché - si legge sempre nel piano - i consumi di carne raggiunti dagli italiani possono essere associati
con sovrappeso, diabete, malattie cardiovascolari e tumore
del colon retto.
Una giornata vegetariana
Che fare? L'azienda sanitaria ipotizza una giornata vegetariana nelle proprie mense
aziendali, in cui non verranno
serviti i 130 chili di carni bianche, i 50 chili di carne bovina e
i 140 chili di carne suina che
vengono consumati quotidianamente. Un risparmio - si legge nel piano - di 4,8 tonnellate
di anidride carbonica in un solo giorno, pari a quella prodotta da 980 automobilisti italiani. E un risparmio annuale di
74 milioni di litri d'acqua, pari
a 30 piscine olimpioniche da 8
corsie. Anche in questo caso
l'avvio del progetto avverrebbe gradualmente a partire dal
2016.
Cibo e bevande spazzatura
L'azienda lo chiama "cibo
spazzatura" e il riferimento è
ad alcuni alimenti e bevande
contenuti nei distributori auto-
matici. Vanno eliminati: la via
della salute, sono convinti
all'azienda sanitaria, passa anche da qui.
DATI E CIFRE
E'LA PERCENTUALE DI CIBO
PREPARATA NELLE MENSE
SCOLASTICHE CHE FINISCE NEL
CASSONETTO: IL7% PER CENTO NON
VIENE SERVITO MENTRE IL 16% RESTA
SUL PIATTO DEI RAGAZZI. QUESTO E' IL
RISULTATO DI UNO STUDIO CONDOTTO
NEL2014, PER QUATTRO SETTIMANE,
IN ALCUNE MENSE DELLA COMUNITÀ'
VALLAGARINA
E'LAQUANTITA'DICARNESUINACHE
VIENECONSUMATAOGNI GIORNO
NELLE MENSE DELL'AZIENDA
SANITARIA. TROPPA SECONDO IL
PIANODIPREVENZIONESANITARIA
CHE PREVEDE L'INTRODUZIONE DI
UNA GIORNATA VEGETARIANA. AL
SECONDO POSTO TRAI CONSUMI DI
CARNECI SONO LE CARNI BIANCHE
CON 130 CHILOGRAMMI EINFINELA
CARNE BOVINA CON 50 CHILOGRAMMI
DICARNECONSUMATAOGNI GIORNO
E' LACfLiANTITA' DI ANIDRIDE
CARBONICA PROVOCATA DALLA
PRODUZIONE DELLACARNECHE
VIENECONSUMATA OGNI GIORNO
NELLE MENSE DELL'AZIENDA
SANITARIA DELLA PROVINCIA DI
TRENTO. UNA QUANTITÀ' PARI SECONDO IL PIANO DI PREVENZIONE
SANITARIA - A QUELLA PRODOTTA DA
980 ITALIANI CHESI SPOSTANO
UTILIZZANDO L'AUTOMOBILE
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