L`omaggio di Papa Francesco al Santuario di Jasna Gora,LINEE
Transcript
L`omaggio di Papa Francesco al Santuario di Jasna Gora,LINEE
Migranti minorenni, Perego: «Più case e meno orfanotrofi» In vista della Giornata mondiale del migrante e rifugiato del 15 gennaio sul tema dei minorenni stranieri, pubblichiamo un intervento del sacerdote cremonese mons. Gian Carlo Perego, direttore generale di Fondazione Migrantes. Per gli eventi in diocesi clicca qui. Mi domando come i minori migranti possano abitare le nostre città, come possano essere raggiunti dalle nostre comunità, come possano sentirsi a casa. Mi domando come si pensi a loro, quando la maggior parte delle risorse sono impiegate in sicurezza, dimenticando la sicurezza sociale di questi ragazzi. Mi interrogo su cosa penseranno quei ragazzi non accompagnati dai familiari e provenienti da situazioni drammatiche, che si ritrovano nei Cas, strutture tutt’altro che familiari, centri e non case, più simili a orfanatrofi. “Vulnerabili e senza voce”. Con questi due aggettivi papa Francesco qualifica il mondo dei minori migranti di oggi. Le statistiche internazionali ci ricordano che sono oltre il 50% di tutti i rifugiati, in fuga con la famiglia o anche, in tanti, da soli. In Italia i migranti minorenni sono più di un milione e centomila: 1 immigrato su 5 in Italia è un minore, un bambino, un ragazzo. Minori sono anche il 20% di 107.000 italiani che hanno lasciato l’Italia nel 2015, abbandonando la scuola, gli amici, la parrocchia, il Paese. Sono oltre il 50% dei rom migranti in Italia dalla Romania, dalla Bulgaria, dal Montenegro, dalla Ex-Jugoslavia, ma anche senza un Paese, apolidi. A loro il Papa c’invita particolarmente a guardare in questa Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Loro sono un “segno dei tempi”, un tempo della storia della salvezza – ricorda papa Francesco – e un luogo nei quali ripensare e ridisegnare le nostre comunità pastorali, ma anche scuola, famiglia, città. Infatti, molti di questi minori migranti in Italia vivono in famiglie povere, in case sovraffollate. Non hanno spazi di gioco, se non all’oratorio vicino a casa. Spesso si assentano dalla scuola o addirittura l’abbandonano. Sono soli in casa la maggior parte delle ore del giorno. Mi domando allora come i minori migranti possano abitare le nostre città, come possano essere raggiunti dalle nostre comunità, come possano sentirsi a casa. Mi domando anche come si pensi a loro, quando la maggior parte delle risorse sono impiegate in sicurezza, dimenticando la sicurezza sociale di questi ragazzi. Mi domando quanto interessa il loro benessere gli inutili discorsi populisti e la riproposizione di centri come i Cie. Mi interrogo, inoltre, su cosa penseranno quei ragazzi non accompagnati dai familiari e provenienti da situazioni drammatiche dell’Africa subsahariana o del Corno d’Africa o del Medio Oriente o del Bangladesh o Pakistan e degli altri 80 Paesi del mondo sbarcati in Italia, che si ritrovano nei Cas, strutture tutt’altro che familiari, centri e non case, più simili a orfanatrofi. Il Papa invita a guardare a loro come se guardassimo ai nostri ragazzi, ai nostri figli. Per loro invita a creare percorsi di protezione e cura, a non dimenticare il bisogno di spazi di gioco. A questo proposito, desidero ricordare la particolare sensibilità di Francesco, il quale dopo la visita a Lampedusa, volle lasciare come segno concreto un contributo per costruire una ludoteca, pensando soprattutto ai ragazzi che sbarcavano e venivano accolti sull’isola. Ancora: per i ragazzi e gli adolescenti il Papa invita a costruire percorsi di integrazione, “collaborazioni sempre più efficaci e incisive”, in altre parole una “simpatia” che aiuta a valorizzare le loro storie ed esperienze dentro un nuovo tessuto di vita sociale e culturale. Il futuro del nostro Paese e della Chiesa in Italia passa anche dalla capacità di condivisione, di fraternità che riusciremo a ricreare attorno ai migranti, a partire dai più piccoli fra loro. La verità del nostro amore a Dio e al prossimo passa dalla capacità di amare questa “carne di Cristo”, che sono i nostri fratelli migranti. Ogni chiusura tradisce la fede e indebolisce la democrazia. Oggi ricordandoci, in particolare, il monito di Gesù, non a caso riportato da tutti gli evangelisti: “Chi avrà accolto anche uno solo di questi miei fratelli più piccoli, avrà accolto me”. Le ragioni della laicità venerdì sera ad Arzago “Le ragioni della laicità. Oriana Fallaci”. Questo il titolo dell’incontro in programma la sera di venerdì 13 gennaio alle 20.45 presso il salone parrocchiale di Arzago d’Adda. L’incontro, promosso dalle parrocchie di Arzago d’Adda, Calvenzano, Rivolta d’Adda e Vailate, vedrà intervenire Paolo Gulisano. La locandina A Tds il Trascendente da sguardi di fedi differenti Domenica 15 gennaio alle 18 presso l’oratorio del Maristella, a Cremona, si svolgerà il quarto appuntamento di Traiettorie di Sguardi. Titolo della serata “I Fiori di Bach”. Ospite dell’incontro la giornalista musulmana Lubna Ammoun, che interverrà insieme a un gruppo di giovani e al docente di storia e filosofia Samuele Lanzi. Una tavola rotonda dove varie fedi siederanno allo stesso tavolo, confrontandosi, in un dialogo aperto e costruttivo, sull’uomo e sul trascendente. Traiettorie di sguardi è il percorso rivolto ai giovani (20-30 anni) della diocesi di Cremona con lo scopo di indagare, attraverso vari linguaggi espressivi, le più significative aspettative di realizzazione dei giovani d’oggi. Il tema scelto per questa annata è “Il Sale della Terra – Giovani, per trasmettere il gusto della vita”: il sale è ciò che da sapore, ma anche ciò che preserva dalla corruzione, ciò che aiuta a custodire, a conservare. La comunità cristiana è sale quando vive e resta fedele alle beatitudini, quando è capace di pagare di persona la fedeltà a Dio e all’uomo. L’incontro del 15 gennaio muove dalla consapevolezza che tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore, nelle diversità, che non vanno negate, delle varie fedi. Brochure di Tds 2016/2017 Resoconto dei precedenti incontri Il vescovo Antonio apre il Convegno Agesci di Assisi Sarà il vescovo Antonio Napolioni ad aprire, la sera di venerdì 20 gennaio ad Assisi, il Convegno nazionale Agesci promosso nell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni di scoutismo cattolico. Insieme a prof. Silvano Petrosino, docente di Filosofia morale e Filosofia delle comunicazioni, e alla prof.ssa Serena Nocetti, docente di Teologia sistematica, il vescovo Napolioni parteciperà alla tavola rotonda dal titolo “Essere cattolici nella società ed educatori nella Chiesa nazionale e locale”. Il convegno del Centenario dello Scautismo Cattolico, dal titolo “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore”, è in programma dal 20 al 22 gennaio presso la Pro-Civitate Christiana “La Cittadella” di Assisi e vedrà la partecipazione, oltre ai membri di Consiglio nazionale Agesci, dei membri dei Comitati regionali allargati alle Branche e dei responsabili e assistenti ecclesiastici di Zona. A introdurre il Convegno, nel pomeriggio gennaio, sarà la lectio divina presieduta dal Bagnasco nella Cattedrale di Assisi, naturalmente anche del vescovo di Assisi, Sorrentino. di venerdì 20 cardinal Angelo alla presenza mons. Domenico Ad aprire ufficialmente i lavori sarà quindi in serata la tavola rotonda che vedrà la partecipazione proprio del vescovo di Cremona. Dopo essere stato in gioventù per sei anni capo della branca dei Lupetti, mons. Napolioni da sacerdote ha vestito i panni di assistente ecclesiastico Scout, ricoprendo anche le carica di assistente regionale delle Marche dal 1986 al 1992 e quella di assistente nazionale Agesci dal 1992 al 1998. La giornata di sabato proseguirà quindi riflettendo sull’identità pedagogica dello scautismo, sulle caratteristiche fondanti e sulle scelte maturate in un secolo di appartenenza ecclesiale, nell’ambito dell’educazione alla fede. Tematiche che saranno dibattute in gruppi di lavoro animati in modo dinamico e partecipato. In particolare sull’identità pedagogica dello Scautismo, e dello Scautismo cattolico in particolare, parleranno Gualtiero Zanolini, uno dei dodici componenti del Comitato direttivo mondiale, e padre Federico Lombardi, gesuita, scout, già direttore della Sala Stampa vaticana. Nel pomeriggio, invece, con Michele Pandolfelli saranno ripercorse le tappe dello scautismo cattolico guardando poi all’identità del capo scout e alla sua formazione. In serata veglia di preghiera. Nella mattinata del 22 gennaio la conclusione del Convegno dopo la messa presieduta nella Basilica di S. Francesco da mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve ed assistente ecclesiastico Agesci dell’Umbria. Una tre giorni in cui l’Agesci vuole ribadire e approfondire insieme la scelta dello Scoutismo come proposta di fede e di appartenenza ecclesiale. Per questo forte sarà il coinvolgimento dei vari livelli associativi, con la presenza dei responsabili di Zona in concomitanza con l’avvio delle novità relative al ruolo introdotte con la revisione dei percorsi deliberativi. In diocesi di Cremona l’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) è presente con 8 gruppi: Cassano d’Adda, Caravaggio, Fornovo S. Giovanni, Soncino, Cremona 2 (Cristo Re), Cremona 3 (S. Bernardo), Bozzolo e Viadana. Presenze suddivise tra le diverse zone della Lombardia. Presenti anche gli adulti del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Settimana dell'unità dei cristiani al via con un incontro a S. Abbondio Dal 18 al 25 gennaio si celebra, come sempre, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” è il motto biblico, ispirato al capitolo 5 della Seconda Lettera ai Corinzi, proposto quest’anno come occasione di riflessione. Anche in diocesi di Cremona non mancano occasioni di riflessione e preghiera, con la consueta veglia ecumenica presieduta dai rappresentanti delle diverse confessioni cristiane, che sarà presentata a breve. Ad aprtura della Settimana un ulteriore appuntamento cremonese, promosso presso la parrocchia cittadina di S. Abbondio. L’appuntamento è per la sera di mercoledì 18 gennaio, alle 21, presso la sala della parrocchia di S. Abbondio (ingresso da piazza S. Abbondio, accedendo dal chiostro). Tema dell’incontro: “Il cammino ecumenico: rivedere il passato, guardare al futuro”. Interverranno il pastore della Chiesa Metodista in Cremona, Antonio Lesignoli, e il giornalista di “Missione Oggi”, Mauro Castagnaro. L’incontro, aperto a tutti, e moderato dal prof. Mario Gnocchi del SAE (Segretariato per le attività ecumeniche) di Cremona, è promosso dal Gruppo missionario di S. Abbondio in sinergia con il SAE di Cremona. Per aiutare a vivere la Settimana, la Commissione episcopale e l’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della CEI, hanno predisposto una proposta di preghiera. Si tratta di una intenzione di preghiera con scadenza mensile: la proposta può essere utilizzata come aggiunta alla preghiera universale, in particolare l’ultima domenica di ogni mese. Libretto di preghiera dei fedeli Libretto di preghiera dei fedeli (per stampa) Sussidio della Settimana con introduzione teologico-pastorale Il tema della Settimana 2017 Il tema scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani risulta in stretta connessione con il quinto centenario della Riforma protestante, avviata da Martin Lutero con l’affissione delle 95 tesi sulle indulgenze, avvenuta il 31 ottobre 1517 a Wittenberg, in Germania. E non è un caso che il materiale per la preghiera sia stato preparato quest’anno proprio dalle Chiese cristiane tedesche, attraverso la Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Germania (Arbeitsgemeinschaft Christlicher Kirchen, ACK), l’organismo ecumenico in cui sono rappresentate tutte le tradizioni cristiane. Nell’Introduzione teologico-pastorale al tema di quest’anno, stilata dal Gruppo locale tedesco insieme alla Commissione internazionale, si sottolinea che al comitato preparatorio è apparso subito chiaro che i materiali per la Settimana avrebbero dovuto avere due accenti. Da un lato, la “celebrazione dell’amore e della grazia di Dio”, in particolare mettendo in rilievo quella “giustificazione per sola grazia” che è stata ed è al centro della teologia delle Chiese della Riforma. Dall’altro, un accento “penitenziale”, nel riconoscimento delle profonde divisioni di cui ha sofferto la Chiesa in seguito all’evento del 1517, offrendo al tempo stesso l’opportunità di fare ulteriori passi verso la riconciliazione. L’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani scrive: “Per mezzo di Cristo abbiamo anche avuto accesso, mediante la fede, a questa grazia nella quale rimaniamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio” (Rm 5, 2). E san Giovanni Crisostomo commenta: “Nota come Paolo precisa sempre tutti e due gli aspetti, ciò che viene da Cristo e ciò che viene da noi. Solo che da Cristo ci vengono molte e svariate cose: è morto per noi, ci ha riconciliati, ci ha dato accesso e ci ha comunicato un’ineffabile grazia; per parte nostra invece ci mettiamo solo la fede” (Omelie sulla Lettera ai Romani – 9,2-3). Il fatto che i cristiani possano ricordare insieme, oggi, un evento del passato che ha diviso i cristiani in Occidente con un senso di speranza e ponendo l’accento su Gesù Cristo e la sua opera di riconciliazione è un “notevole risultato”, come sottolinea ancora l’Introduzione teologico-pastorale, raggiunto grazie a cinquant’anni di dialogo ecumenico. Al via a S. Abbondio il terzo anno della Scuola di canto gregoriano Prenderà il via sabato 21 gennaio a Cremona il terzo anno della Scuola di canto gregoriano, nata nel 2015 dalla collaborazione tra il maestro Fulvio Rampi (direttore dei Cantori Gregoriani) e l’Accademia Corale Teleion di Poggio Rusco (MN), con gli importanti patrocini del Pontificio Istituto di Musica Sacra (Roma), dell’Associazione Italiana Santa Cecilia e dell’Unione Società Corali Lombarde (USCI). Cinque incontri in giorno di sabato (dalle 10 alle 19) da gennaio a maggio 2017 rivolti in particolar modo a direttori di coro, cantori, organisti, liturgisti ma anche a tutti coloro che desiderano scoprire il grande tesoro che la tradizione millenaria della Chiesa ha consegnato attraverso i secoli. Il corso, che si terrà anche quest’anno presso la parrocchia di Sant’Abbondio in Cremona grazie alla piena disponibilità del parroco don Andrea Foglia, ha già ricevuto oltre sessanta iscrizioni da tutto il nord e centro Italia, e si inserisce in un’ottica di promozione della pratica della musica e del canto liturgico in risposta ad una crescente richiesta di arte, bellezza e pertinenza liturgica da quanti, negli ultimi anni, hanno frequentato i seminari e i corsi estivi di studio del Canto Gregoriano organizzati dalla Accademia Teleion in collaborazione con i Cantori Gregoriani di Rampi. Maggiori e più dettagliate informazioni sull’organizzazione sul sito www.scuoladicantogregoriano.it. Brochure della scuola Nuovo vescovo di l'emiliano don Gianotti Crema: è Daniele È don Daniele Gianotti, 60 anni a settembre, sino ad oggi canonico della Cattedrale, vicario episcopale per la Cultura della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e docente di Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, già assistente ecclesiastico AGESCI per la zona di Reggio Emilia alla fine degli anni Ottanta, il nuovo vescovo di Crema. La notizia è stata ufficializzata alle ore 12 mercoledì 11 gennaio nelle conferenza stampa indette a Crema e Reggio Emilia. Sarà il 28esimo vescovo dal 1580, succedendo a mons. Oscar Cantoni, tornata a Como come pastore dopo ha guidato per undici anni anni la diocesi cremasca che, suddivisa in sei zone pastorali, conta 62 parrocchie e 100.800 abitanti. Biografia del vescovo eletto mons. Daniele Gianotti Il Rev.do Daniele Gianotti è nato a Calerno, Frazione di S. Ilario d’Enza, nella provincia di Reggio Emilia, il 14 settembre 1957. Entrato nel Seminario Minore Diocesano, ha frequentato la Scuola media inferiore e il Liceo classico “Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia. Nel 1976 è stato inviato a Roma e, come alunno dell’Almo Collegio Capranica, ha frequentato i corsi di filosofia e di teologia presso la “Pontificia Università Gregoriana”, ottenendo la Licenza in Teologia nel 1983 e il diploma in Teologia e Scienze Patristiche all’Istituto “Augustinianum” nel 1984. È stato ordinato Sacerdote il 19 giugno 1982 a Calerno, suo paese natale, da S.E. Mons. Gilberto Baroni, per la diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Mons. Gianotti ha svolto i seguenti incarichi pastorali: Segretario e poi Prefetto degli studi all’Istituto di Scienze religiose dal 1985 al 1999; Assistente ecclesiastico AGESCI per la zona di Reggio Emilia dal 1987 al 1989; Membro del Collegio dei consultori dal 1993 al 2000; Direttore dell’ufficio liturgico diocesano e Animatore della scuola diocesana di musica per la liturgia dal 1995 al 2000; Segretario del Consiglio presbiterale diocesano dal 1990 al 1999 e dal 2000 al 2005 Vicario Episcopale per la Pastorale. Dal 1985 è Docente presso lo “Studio teologico interdiocesano” di Reggio Emilia-Guastalla, Modena, Parma e Carpi e presso l’ “Istituto di Scienze Religiose” di Reggio Emilia. Dal 1988 è Canonico della Cattedrale e dal 1994 Prefetto degli Studi nel Seminario diocesano. Dal 1997 è Docente di Teologia Sistematica e di Patrologia allo “Studio teologico accademico bolognese”, Sezione seminario regionale, e agli Istituti Superiori di Scienze religiose di Bologna e di Modena; dal 1999 è Delegato vescovile per la Formazione permanente del clero giovane; dal 2000 è Incaricato vescovile per l’amministrazione della Cresima e Vicario Episcopale per la progettazione e la formazione pastorale; dal 2001 è Docente stabile straordinario di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e dal 2005 è Vicario Episcopale per la cultura. Ha collaborato inoltre con il Vescovo nella Visita Pastorale e come membro della Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso. Inoltre, è stato animatore della pastorale vocazionale, apprezzato conferenziere, animatore della formazione dei laici nella missione diocesana a Kibungo (Rwanda). Egli è stato uno degli ideatori del progetto “Hospice”, attivo dal 2001, casa ospedaliera che si occupa dell’assistenza dei malati terminali di tumore nella provincia di Reggio Emilia, e centro culturale e di riflessione sul tema della morte nella vita del cristiano. È anche autore di diverse patristico e liturgico. pubblicazioni di carattere Al cinema “Silence” di Martin Scorsese con la storia di due gesuiti in missione nel Giappone del XVII secolo Anche nelle sale cinematrografiche cremonesi “Silence”, il film di Martin Scorsese basato sull’omonimo romanzo dello scrittore Shūsaku Endo. La storia di due missionari gesuiti che intraprendono un viaggio ricco di insidie nel Giappone del XVII secolo per ritrovare il proprio mentore e indagare su presunte persecuzioni religiose. Dal 12 gennaio nei cinema italiani, la pellicola, che vanta nel cast Liam Neeson, Andrew Garfield e Adam Driver, a Cremona è in programmazione sia al ChineCaplin di via Antiche Fornaci che a SpazioCinema del centro commerciale CremonaPo. Il film, 159 minuti, è ambientato nel 1633. Due giovani gesuiti, padre Sebastião Rodrigues e padre Francis Garrpe, rifiutano di credere alla notizia che il loro maestro spirituale, padre Ferreira, partito per il Giappone per annunciare il Vangelo in quella terra, abbia rinnegato la propria fede. I due decidono dunque di partire per l’Estremo Oriente, pur sapendo che in Giappone i cristiani sono ferocemente perseguitati e chiunque possieda anche solo un simbolo della fede di importazione viene sottoposto alle più crudeli torture. Una volta arrivati troveranno come improbabile guida il contadino Kichijiro, un ubriacone che ha ripetutamente tradito i cristiani, pur avendo abbracciato il loro credo. I due religiosi saranno drammaticamente testimoni delle persecuzioni operate a danno dei cristiani giapponesi per mano dagli Shogun, impegnati a eliminare dal territorio ogni influenza del mondo occidentale. L’intervista del regista Martin Scorsese su L’Osservatore Romano (a pagina 5) Gemellaggio terremoto/20. Ascolto e vicinanza incontrando chi è rimasto nelle piccole frazioni Mercoledì 4 Gennaio 2017 Il sole a Pian di Pieca illumina paesaggi bellissimi e rende più sopportabile il forte freddo. Don Luigi Verolini il 28 dicembre ha accolto me e Paola a braccia aperte ospitandoci nell’oratorio dove ho potuto sfiorare la vita del “campo” , ho incrociato e toccato mani, ho visto sguardi e ho sentito storie cariche di dolore e di speranza, ho avuto in dono sorrisi e lacrime e sono stata accolta a tal punto da sentirmi a casa. Il nuovo anno è stato accolto in un clima di vicinanza gioiosa, nell’oratorio si sono riunite circa 80 persone e durante la preghiera di ringraziamento un pensiero particolare è stato rivolto agli “Angeli di Cremona”. Oltre alla vita quotidiana del campo, grazie all’aiuto di validissimi volontari locali, abbiamo conosciuto varie realtà della zona. Per diversi pomeriggi – guidati da Graziella e altre volontarie di Caldarola – io, Paola e Fermano abbiamo portato dei pacchi dono e un po’ di conforto ai pochi abitanti che, nonostante tutto, vivono ancora nelle ferite frazioni di Croce, Vestignano, Pieve Favera e Colle Valle Valcimarra. Il porta a porta non è stata un’ opera facile perché molte case sono inagibili e sono state abbandonate. In questi piccoli borghi segnati da cicatrici profonde gli abitanti si conoscono tutti per nome e si respira una sana e forte unione tra di loro. Alcuni si commuovono, altri non smettono di ringraziare, tutti chiedono di non essere dimenticati. A Colle Valle Valcimarra tutti i bambini attendevano il nostro arrivo con trepidazione (spero non mi abbiano scambiato per la Befana che stavano aspettando). Il terremoto li ha lasciati senza acqua ed elettricità, la chiesa (fortemente danneggiata) si affaccia sull’unica strada esistente e il freddo si fa sentire anche per i loro animali. Si teme quindi l’arrivo della neve che da giorni è annunciata. L’opera di ascolto e vicinanza è stata portata anche alle persone – per lo più anziani – che sono tutt’ora ospiti presso le strutture alberghiere della costa, nello specifico a Grottamare e Martinsicuro. Chiaro è il bisogno da loro espresso: in hotel stanno bene, ma temono per il loro futuro, non sanno nulla delle loro case e la maggior parte di loro non è più tornata al paese perché il viaggio richiede un’ora e mezza di macchina. Ci salutiamo con la promessa di rivederci presto e con la certezza di una presenza che non li faccia sentire soli. Nella giornata del 2 gennaio Agostino e Angelo ci hanno portato a Ripe San Ginesio per farci conoscere i “loro ragazzi” ospitati in un centro residenziale per disabili e che, a causa del sisma, hanno dovuto subire ben due trasferimenti. Per loro abbiamo preparato una merenda e tutti insieme ci siamo divertiti cantando accompagnati dalla chitarra. La condivisione di queste forti esperienze con i ragazzi del Liceo Vida è risultata costruttiva e significativa. I ragazzi di son Stefanito si sono dati da fare nelle molteplici attività a loro proposte, la loro carica e il loro entusiasmo hanno portato giovamento a tutte le persone che abbiamo incrociato in questo nostro seppur breve cammino. A Pian di Pieca splendeva il sole mentre R. mi diceva che erano giorni bui: ci siam guardate e abbiamo sorriso, perché il sole splende anche se a volte fatichiamo a scorgerlo. Cristina Pinelli operatrice Caritas Cremonese Speciale terremoto con il diario dei giorni precedenti Volontari per il gemellaggio con Camerino: ecco come fare Nuova direzione per La Vita Cattolica Dopo aver celebrato, lo scorso dicembre, i 100 anni di storia, il settimanale diocesano La Vita Cattolica inizia il 2017 con un rinnovato slancio, a partire dalla nuova direzione. Come già annunciato, il 31 dicembre 2016 mons. Vincenzo Rini ha lasciato, infatti, la guida del giornale, dopo più di 30 anni di servizio. Ne prendono il testimone mons. Attilio Cibolini e don Enrico Maggi. Nella seduta straordinaria del 19 dicembre 2016, il Consiglio di Amministrazione della società Nuova Editrice Cremonese (NEC), che pubblica il settimanale diocesano, ha deliberato quale direttore responsabile mons. Attilio Cibolini, già direttore del centro radio-televisivo diocesano, e direttore editoriale don Enrico Maggi, già incaricato diocesano per l’Ufficio per le Comunicazioni sociali. Il Consiglio di amministrazione della NEC nell’esprimere gratitudine e vivi ringraziamenti a mons. Vincenzo Rini per il più che trentennale servizio svolto con dedizione e professionalità, augura ai neonominati buon lavoro e una lunga e proficua collaborazione. La nuova direzione del settimanale diocesana si colloca in una più generale riorganizzazione dei media diocesani che, già unificati nella collocazione presso la Casa della Comunicazione, all’interno del Centro pastorale diocesnao di Cremona, saranno chiamati a una sempre maggiore sinergia per rispondere in modo efficace alle necessità comunicative attuali. Profilo dei nuovi direttori Mons. Attilio Cibolini è nato a Casalbuttano il 28 aprile 1946 ed è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1970. È stato vicario a Sant’Agostino, a Cremona, dal 1970 al 1982, quindi parroco a Cella Dati e vicario economo di San Lorenzo in Mondinari. Nel 1987 ha lasciato il ministero pastorale in parrocchia assumendo l’incarico di direttore responsabile dell’emittente radiofonica diocesana RCN. Dal 1999, inoltre, è alla guida di TRC-TeleRadio Cremona Cittanova, il centro di produzione televisiva che, tra le altre cose, ogni settimana realizza la rubrica televisiva “Giorno del Signore”. Consigliere nazionale dell’Associazione Radio e Televisioni cattoliche – CORALLO dal 1999, dal 2014 al 2016 è stato anche direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali. Il 10 marzo 2015, inoltre, il vescovo Dante Lafranconi lo ha nominato canonico del Perinsigne Capitolo della Cattedrale di Cremna. Dal 1° gennaio 2017 ricopre anche il ruolo di direttore responsabile del settimanale diocesano La Vita Cattolica. Don Enrico Maggi è nato a Sabbioneta il 29 ottobre 1963 ed è stato ordinato sacerdote il 9 giugno 1990. Dopo un’esperienza di quattro anni come vicario a Viadana S. Pietro, è stato inviato a Roma a perfezionare gli studi teologici e nel campo della comunicazione, conseguendo la licenza in Teologia fondamentale, il diploma in Comunicazioni sociali e la licenza in Scienze delle comunicazioni sociali. Nel 2000 il ritorno in diocesi come amministratore parrocchiale di Ca’ di Andrea, fino al 2002, quando il vescovo Lafranconi lo ha scelto come direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e portavoce del Vescovo e della Curia: incarico che ha mantenuto fino al 2007. Nel 2005 la nomina di parroco della comunità Santi Nazario e Celso in San Giuseppe, presso il quartiere Cambonino di Cremona. Nel 2013 in trasferimento a Pizzighettone, come parroco delle parrocchie di San Bassiano, S. Patrizio in Regona, San Pietro e di San Rocco in Gera. E dal 2014 anche della parrocchia di Roggione. Dal 1° settembre 2016 don Maggi ha lasciato il ministero pastorale in parrocchia per tornare ad assumere la guida dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali. Dal 1° gennaio 2017 ricopre anche il ruolo di direttore editoriale del settimanale diocesano La Vita Cattolica.