L`omaggio di Papa Francesco al Santuario di Jasna Gora,LINEE

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L`omaggio di Papa Francesco al Santuario di Jasna Gora,LINEE
Migranti minorenni, Perego:
«Più case e meno orfanotrofi»
In vista della Giornata mondiale del migrante e rifugiato del
15 gennaio sul tema dei minorenni stranieri, pubblichiamo un
intervento del sacerdote cremonese mons. Gian Carlo Perego,
direttore generale di Fondazione Migrantes. Per gli eventi in
diocesi clicca qui.
Mi domando come i minori migranti possano abitare le nostre
città, come possano essere raggiunti dalle nostre comunità,
come possano sentirsi a casa. Mi domando come si pensi a loro,
quando la maggior parte delle risorse sono impiegate in
sicurezza, dimenticando la sicurezza sociale di questi
ragazzi. Mi interrogo su cosa penseranno quei ragazzi non
accompagnati dai familiari e provenienti da situazioni
drammatiche, che si ritrovano nei Cas, strutture tutt’altro
che familiari, centri e non case, più simili a orfanatrofi.
“Vulnerabili e senza voce”. Con questi due aggettivi papa
Francesco qualifica il mondo dei minori migranti di oggi. Le
statistiche internazionali ci ricordano che sono oltre il 50%
di tutti i rifugiati, in fuga con la famiglia o anche, in
tanti, da soli. In Italia i migranti minorenni sono più di un
milione e centomila: 1 immigrato su 5 in Italia è un minore,
un bambino, un ragazzo.
Minori sono anche il 20% di 107.000 italiani che hanno
lasciato l’Italia nel 2015, abbandonando la scuola, gli amici,
la parrocchia, il Paese. Sono oltre il 50% dei rom migranti in
Italia dalla Romania, dalla Bulgaria, dal Montenegro, dalla
Ex-Jugoslavia, ma anche senza un Paese, apolidi.
A loro il Papa c’invita particolarmente a guardare in questa
Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Loro sono un
“segno dei tempi”, un tempo della storia della salvezza –
ricorda papa Francesco – e un luogo nei quali ripensare e
ridisegnare le nostre comunità pastorali, ma anche scuola,
famiglia, città. Infatti, molti di questi minori migranti in
Italia vivono in famiglie povere, in case sovraffollate. Non
hanno spazi di gioco, se non all’oratorio vicino a casa.
Spesso si assentano dalla scuola o addirittura l’abbandonano.
Sono soli in casa la maggior parte delle ore del giorno.
Mi domando allora come i minori migranti possano abitare le
nostre città, come possano essere raggiunti dalle nostre
comunità, come possano sentirsi a casa. Mi domando anche come
si pensi a loro, quando la maggior parte delle risorse sono
impiegate in sicurezza, dimenticando la sicurezza sociale di
questi ragazzi.
Mi domando quanto interessa il loro benessere gli inutili
discorsi populisti e la riproposizione di centri come i Cie.
Mi interrogo, inoltre, su cosa penseranno quei ragazzi non
accompagnati dai familiari e provenienti da situazioni
drammatiche dell’Africa subsahariana o del Corno d’Africa o
del Medio Oriente o del Bangladesh o Pakistan e degli altri 80
Paesi del mondo sbarcati in Italia, che si ritrovano nei Cas,
strutture tutt’altro che familiari, centri e non case, più
simili a orfanatrofi.
Il Papa invita a guardare a loro come se guardassimo ai nostri
ragazzi, ai nostri figli. Per loro invita a creare percorsi di
protezione e cura, a non dimenticare il bisogno di spazi di
gioco.
A questo proposito, desidero ricordare la particolare
sensibilità di Francesco, il quale dopo la visita a Lampedusa,
volle lasciare come segno concreto un contributo per costruire
una ludoteca, pensando soprattutto ai ragazzi che sbarcavano e
venivano accolti sull’isola.
Ancora: per i ragazzi e gli adolescenti il Papa invita a
costruire percorsi di integrazione, “collaborazioni sempre più
efficaci e incisive”, in altre parole una “simpatia” che aiuta
a valorizzare le loro storie ed esperienze dentro un nuovo
tessuto di vita sociale e culturale.
Il futuro del nostro Paese e della Chiesa in Italia passa
anche dalla capacità di condivisione, di fraternità che
riusciremo a ricreare attorno ai migranti, a partire dai più
piccoli fra loro. La verità del nostro amore a Dio e al
prossimo passa dalla capacità di amare questa “carne di
Cristo”, che sono i nostri fratelli migranti.
Ogni chiusura tradisce la fede e indebolisce la democrazia.
Oggi ricordandoci, in particolare, il monito di Gesù, non a
caso riportato da tutti gli evangelisti: “Chi avrà accolto
anche uno solo di questi miei fratelli più piccoli, avrà
accolto me”.
Le ragioni della laicità
venerdì sera ad Arzago
“Le ragioni della laicità. Oriana Fallaci”. Questo il titolo
dell’incontro in programma la sera di venerdì 13 gennaio alle
20.45 presso il salone parrocchiale di Arzago d’Adda.
L’incontro, promosso dalle parrocchie di Arzago d’Adda,
Calvenzano, Rivolta d’Adda e Vailate, vedrà intervenire Paolo
Gulisano.
La locandina
A Tds il Trascendente da
sguardi di fedi differenti
Domenica 15 gennaio alle 18 presso l’oratorio del Maristella,
a Cremona, si svolgerà il quarto appuntamento di Traiettorie
di Sguardi. Titolo della serata “I Fiori di Bach”. Ospite
dell’incontro la giornalista musulmana Lubna Ammoun, che
interverrà insieme a un gruppo di giovani e al docente di
storia e filosofia Samuele Lanzi.
Una tavola rotonda dove varie fedi siederanno allo stesso
tavolo, confrontandosi, in un dialogo aperto e costruttivo,
sull’uomo e sul trascendente.
Traiettorie di sguardi è il percorso rivolto ai giovani (20-30
anni) della diocesi di Cremona con lo scopo di indagare,
attraverso vari linguaggi espressivi, le più significative
aspettative di realizzazione dei giovani d’oggi.
Il tema scelto per questa annata è “Il Sale della Terra –
Giovani, per trasmettere il gusto della vita”: il sale è ciò
che da sapore, ma anche ciò che preserva dalla corruzione, ciò
che aiuta a custodire, a conservare. La comunità cristiana è
sale quando vive e resta fedele alle beatitudini, quando è
capace di pagare di persona la fedeltà a Dio e all’uomo.
L’incontro del 15 gennaio muove dalla consapevolezza che tutte
le espressioni di autentica bellezza possono essere
riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il
Signore, nelle diversità, che non vanno negate, delle varie
fedi.
Brochure di Tds 2016/2017
Resoconto dei precedenti incontri
Il vescovo Antonio apre il
Convegno Agesci di Assisi
Sarà il vescovo Antonio Napolioni ad aprire, la sera di
venerdì 20 gennaio ad Assisi, il Convegno nazionale Agesci
promosso nell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni di
scoutismo cattolico. Insieme a prof. Silvano Petrosino,
docente di Filosofia morale e Filosofia delle comunicazioni, e
alla prof.ssa Serena Nocetti, docente di Teologia sistematica,
il vescovo Napolioni parteciperà alla tavola rotonda dal
titolo “Essere cattolici nella società ed educatori nella
Chiesa nazionale e locale”.
Il convegno del Centenario dello Scautismo Cattolico, dal
titolo “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore”, è in
programma dal 20 al 22 gennaio presso la Pro-Civitate
Christiana “La Cittadella” di Assisi e vedrà la
partecipazione, oltre ai membri di Consiglio nazionale Agesci,
dei membri dei Comitati regionali allargati alle Branche e dei
responsabili e assistenti ecclesiastici di Zona.
A introdurre il Convegno, nel pomeriggio
gennaio, sarà la lectio divina presieduta dal
Bagnasco nella Cattedrale di Assisi,
naturalmente anche del vescovo di Assisi,
Sorrentino.
di venerdì 20
cardinal Angelo
alla presenza
mons. Domenico
Ad aprire ufficialmente i lavori sarà quindi in serata la
tavola rotonda che vedrà la partecipazione proprio del vescovo
di Cremona. Dopo essere stato in gioventù per sei anni capo
della branca dei Lupetti, mons. Napolioni da sacerdote ha
vestito i panni di assistente ecclesiastico Scout, ricoprendo
anche le carica di assistente regionale delle Marche dal 1986
al 1992 e quella di assistente nazionale Agesci dal 1992 al
1998.
La giornata di sabato proseguirà quindi riflettendo
sull’identità
pedagogica
dello
scautismo,
sulle
caratteristiche fondanti e sulle scelte maturate in un secolo
di appartenenza ecclesiale, nell’ambito dell’educazione alla
fede. Tematiche che saranno dibattute in gruppi di lavoro
animati in modo dinamico e partecipato.
In particolare sull’identità pedagogica dello Scautismo, e
dello Scautismo cattolico in particolare, parleranno Gualtiero
Zanolini, uno dei dodici componenti del Comitato direttivo
mondiale, e padre Federico Lombardi, gesuita, scout, già
direttore della Sala Stampa vaticana. Nel pomeriggio, invece,
con Michele Pandolfelli saranno ripercorse le tappe dello
scautismo cattolico guardando poi all’identità del capo scout
e alla sua formazione. In serata veglia di preghiera.
Nella mattinata del 22 gennaio la conclusione del Convegno
dopo la messa presieduta nella Basilica di S. Francesco da
mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia-Città
della Pieve ed assistente ecclesiastico Agesci dell’Umbria.
Una tre giorni in cui l’Agesci vuole ribadire e approfondire
insieme la scelta dello Scoutismo come proposta di fede e di
appartenenza ecclesiale. Per questo forte sarà il
coinvolgimento dei vari livelli associativi, con la presenza
dei responsabili di Zona in concomitanza con l’avvio delle
novità relative al ruolo introdotte con la revisione dei
percorsi deliberativi.
In diocesi di Cremona l’Agesci (Associazione Guide e Scout
Cattolici Italiani) è presente con 8 gruppi: Cassano d’Adda,
Caravaggio, Fornovo S. Giovanni, Soncino, Cremona 2 (Cristo
Re), Cremona 3 (S. Bernardo), Bozzolo e Viadana. Presenze
suddivise tra le diverse zone della Lombardia. Presenti anche
gli adulti del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici
Italiani).
Settimana
dell'unità
dei
cristiani al via con un
incontro a S. Abbondio
Dal 18 al 25 gennaio si celebra, come sempre, la Settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani. “L’amore di Cristo ci
spinge verso la riconciliazione” è il motto biblico, ispirato
al capitolo 5 della Seconda Lettera ai Corinzi, proposto
quest’anno come occasione di riflessione. Anche in diocesi di
Cremona non mancano occasioni di riflessione e preghiera, con
la consueta veglia ecumenica presieduta dai rappresentanti
delle diverse confessioni cristiane, che sarà presentata a
breve. Ad aprtura della Settimana un ulteriore appuntamento
cremonese, promosso presso la parrocchia cittadina di S.
Abbondio.
L’appuntamento è per la sera di mercoledì 18 gennaio, alle 21,
presso la sala della parrocchia di S. Abbondio (ingresso da
piazza S. Abbondio, accedendo dal chiostro). Tema
dell’incontro: “Il cammino ecumenico: rivedere il passato,
guardare al futuro”. Interverranno il pastore della Chiesa
Metodista in Cremona, Antonio Lesignoli, e il giornalista di
“Missione Oggi”, Mauro Castagnaro.
L’incontro, aperto a tutti, e moderato dal prof. Mario Gnocchi
del SAE (Segretariato per le attività ecumeniche) di Cremona,
è promosso dal Gruppo missionario di S. Abbondio in sinergia
con il SAE di Cremona.
Per aiutare a vivere la Settimana, la Commissione episcopale e
l’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo
interreligioso della CEI, hanno predisposto una proposta di
preghiera. Si tratta di una intenzione di preghiera con
scadenza mensile: la proposta può essere utilizzata come
aggiunta alla preghiera universale, in particolare l’ultima
domenica di ogni mese.
Libretto di preghiera dei fedeli
Libretto di preghiera dei fedeli (per stampa)
Sussidio della Settimana con introduzione teologico-pastorale
Il tema della Settimana 2017
Il tema scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani risulta in stretta connessione con il quinto
centenario della Riforma protestante, avviata da Martin Lutero
con l’affissione delle 95 tesi sulle indulgenze, avvenuta il
31 ottobre 1517 a Wittenberg, in Germania. E non è un caso che
il materiale per la preghiera sia stato preparato quest’anno
proprio dalle Chiese cristiane tedesche, attraverso la
Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Germania
(Arbeitsgemeinschaft Christlicher Kirchen, ACK), l’organismo
ecumenico in cui sono rappresentate tutte le tradizioni
cristiane.
Nell’Introduzione teologico-pastorale al tema di quest’anno,
stilata dal Gruppo locale tedesco insieme alla Commissione
internazionale, si sottolinea che al comitato preparatorio è
apparso subito chiaro che i materiali per la Settimana
avrebbero dovuto avere due accenti. Da un lato, la
“celebrazione dell’amore e della grazia di Dio”, in
particolare mettendo in rilievo quella “giustificazione per
sola grazia” che è stata ed è al centro della teologia delle
Chiese della Riforma. Dall’altro, un accento “penitenziale”,
nel riconoscimento delle profonde divisioni di cui ha sofferto
la Chiesa in seguito all’evento del 1517, offrendo al tempo
stesso l’opportunità di fare ulteriori passi verso la
riconciliazione.
L’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani scrive: “Per mezzo di
Cristo abbiamo anche avuto accesso, mediante la fede, a questa
grazia nella quale rimaniamo e ci vantiamo nella speranza
della gloria di Dio” (Rm 5, 2). E san Giovanni Crisostomo
commenta: “Nota come Paolo precisa sempre tutti e due gli
aspetti, ciò che viene da Cristo e ciò che viene da noi. Solo
che da Cristo ci vengono molte e svariate cose: è morto per
noi, ci ha riconciliati, ci ha dato accesso e ci ha comunicato
un’ineffabile grazia; per parte nostra invece ci mettiamo solo
la fede” (Omelie sulla Lettera ai Romani – 9,2-3).
Il fatto che i cristiani possano ricordare insieme, oggi, un
evento del passato che ha diviso i cristiani in Occidente con
un senso di speranza e ponendo l’accento su Gesù Cristo e la
sua opera di riconciliazione è un “notevole risultato”, come
sottolinea ancora l’Introduzione teologico-pastorale,
raggiunto grazie a cinquant’anni di dialogo ecumenico.
Al via a S. Abbondio il terzo
anno della Scuola di canto
gregoriano
Prenderà il via sabato 21 gennaio a Cremona il terzo anno
della Scuola di canto gregoriano, nata nel 2015 dalla
collaborazione tra il maestro Fulvio Rampi (direttore dei
Cantori Gregoriani) e l’Accademia Corale Teleion di Poggio
Rusco (MN), con gli importanti patrocini del Pontificio
Istituto di Musica Sacra (Roma), dell’Associazione Italiana
Santa Cecilia e dell’Unione Società Corali Lombarde (USCI).
Cinque incontri in giorno di sabato (dalle 10 alle 19) da
gennaio a maggio 2017 rivolti in particolar modo a direttori
di coro, cantori, organisti, liturgisti ma anche a tutti
coloro che desiderano scoprire il grande tesoro che la
tradizione millenaria della Chiesa ha consegnato attraverso i
secoli.
Il corso, che si terrà anche quest’anno presso la parrocchia
di Sant’Abbondio in Cremona grazie alla piena disponibilità
del parroco don Andrea Foglia, ha già ricevuto oltre sessanta
iscrizioni da tutto il nord e centro Italia, e si inserisce in
un’ottica di promozione della pratica della musica e del canto
liturgico in risposta ad una crescente richiesta di arte,
bellezza e pertinenza liturgica da quanti, negli ultimi anni,
hanno frequentato i seminari e i corsi estivi di studio del
Canto Gregoriano organizzati dalla Accademia Teleion in
collaborazione con i Cantori Gregoriani di Rampi.
Maggiori e più dettagliate informazioni sull’organizzazione
sul sito www.scuoladicantogregoriano.it.
Brochure della scuola
Nuovo vescovo di
l'emiliano
don
Gianotti
Crema: è
Daniele
È don Daniele Gianotti, 60 anni a settembre, sino ad oggi
canonico della Cattedrale, vicario episcopale per la
Cultura della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e docente di
Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, già
assistente ecclesiastico AGESCI per la zona di Reggio Emilia
alla fine degli anni Ottanta, il nuovo vescovo di Crema. La
notizia è stata ufficializzata alle ore 12 mercoledì 11
gennaio nelle conferenza stampa indette a Crema e Reggio
Emilia.
Sarà il 28esimo vescovo dal 1580, succedendo a mons. Oscar
Cantoni, tornata a Como come pastore dopo ha guidato per
undici anni anni la diocesi cremasca che, suddivisa in
sei zone pastorali, conta 62 parrocchie e 100.800 abitanti.
Biografia del vescovo eletto mons. Daniele Gianotti
Il Rev.do Daniele Gianotti è nato a Calerno, Frazione di S.
Ilario d’Enza, nella provincia di Reggio Emilia, il 14
settembre 1957. Entrato nel Seminario Minore Diocesano, ha
frequentato la Scuola media inferiore e il Liceo classico
“Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia.
Nel 1976 è stato inviato a Roma e, come alunno dell’Almo
Collegio Capranica, ha frequentato i corsi di filosofia e di
teologia presso la “Pontificia Università Gregoriana”,
ottenendo la Licenza in Teologia nel 1983 e il diploma in
Teologia e Scienze Patristiche all’Istituto “Augustinianum”
nel 1984.
È stato ordinato Sacerdote il 19 giugno 1982 a Calerno, suo
paese natale, da S.E. Mons. Gilberto Baroni, per la diocesi di
Reggio Emilia-Guastalla.
Mons. Gianotti ha svolto i seguenti incarichi pastorali:
Segretario e poi Prefetto degli studi all’Istituto di Scienze
religiose dal 1985 al 1999; Assistente ecclesiastico AGESCI
per la zona di Reggio Emilia dal 1987 al 1989; Membro del
Collegio dei consultori dal 1993 al 2000; Direttore
dell’ufficio liturgico diocesano e Animatore della scuola
diocesana di musica per la liturgia dal 1995 al 2000;
Segretario del Consiglio presbiterale diocesano dal 1990 al
1999 e dal 2000 al 2005 Vicario Episcopale per la Pastorale.
Dal 1985 è Docente presso lo “Studio teologico interdiocesano”
di Reggio Emilia-Guastalla, Modena, Parma e Carpi e presso l’
“Istituto di Scienze Religiose” di Reggio Emilia. Dal 1988 è
Canonico della Cattedrale e dal 1994 Prefetto degli Studi nel
Seminario diocesano. Dal 1997 è Docente di Teologia
Sistematica e di Patrologia allo “Studio teologico accademico
bolognese”, Sezione seminario regionale, e agli Istituti
Superiori di Scienze religiose di Bologna e di Modena; dal
1999 è Delegato vescovile per la Formazione permanente del
clero giovane; dal 2000 è Incaricato vescovile per
l’amministrazione della Cresima e Vicario Episcopale per la
progettazione e la formazione pastorale; dal 2001 è Docente
stabile straordinario di Teologia sistematica alla Facoltà
Teologica dell’Emilia Romagna e dal 2005 è Vicario Episcopale
per la cultura. Ha collaborato inoltre con il Vescovo nella
Visita Pastorale e come membro della Commissione per
l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso. Inoltre, è stato
animatore
della
pastorale
vocazionale,
apprezzato
conferenziere, animatore della formazione dei laici nella
missione diocesana a Kibungo (Rwanda).
Egli è stato uno degli ideatori del progetto “Hospice”, attivo
dal 2001, casa ospedaliera che si occupa dell’assistenza dei
malati terminali di tumore nella provincia di Reggio Emilia, e
centro culturale e di riflessione sul tema della morte nella
vita del cristiano.
È anche autore di diverse
patristico e liturgico.
pubblicazioni
di
carattere
Al cinema “Silence” di Martin
Scorsese con la storia di due
gesuiti
in
missione
nel
Giappone del XVII secolo
Anche nelle sale cinematrografiche cremonesi “Silence”, il
film di Martin Scorsese basato sull’omonimo romanzo dello
scrittore Shūsaku Endo. La storia di due missionari gesuiti
che intraprendono un viaggio ricco di insidie nel Giappone del
XVII secolo per ritrovare il proprio mentore e indagare su
presunte persecuzioni religiose.
Dal 12 gennaio nei cinema italiani, la pellicola, che vanta
nel cast Liam Neeson, Andrew Garfield e Adam Driver, a Cremona
è in programmazione sia al ChineCaplin di via Antiche Fornaci
che a SpazioCinema del centro commerciale CremonaPo.
Il film, 159 minuti, è ambientato nel 1633. Due giovani
gesuiti, padre Sebastião Rodrigues e padre Francis Garrpe,
rifiutano di credere alla notizia che il loro maestro
spirituale, padre Ferreira, partito per il Giappone per
annunciare il Vangelo in quella terra, abbia rinnegato la
propria fede.
I due decidono dunque di partire per l’Estremo Oriente, pur
sapendo che in Giappone i cristiani sono ferocemente
perseguitati e chiunque possieda anche solo un simbolo della
fede di importazione viene sottoposto alle più crudeli
torture.
Una volta arrivati troveranno come improbabile guida il
contadino Kichijiro, un ubriacone che ha ripetutamente tradito
i cristiani, pur avendo abbracciato il loro credo.
I due religiosi saranno drammaticamente testimoni delle
persecuzioni operate a danno dei cristiani giapponesi per mano
dagli Shogun, impegnati a eliminare dal territorio ogni
influenza del mondo occidentale.
L’intervista del regista Martin Scorsese su L’Osservatore
Romano (a pagina 5)
Gemellaggio
terremoto/20.
Ascolto
e
vicinanza
incontrando chi è rimasto
nelle piccole frazioni
Mercoledì 4 Gennaio 2017
Il sole a Pian di Pieca illumina paesaggi bellissimi e rende
più sopportabile il forte freddo.
Don Luigi Verolini il 28 dicembre ha accolto me e Paola a
braccia aperte ospitandoci nell’oratorio dove ho potuto
sfiorare la vita del “campo” , ho incrociato e toccato mani,
ho visto sguardi e ho sentito storie cariche di dolore e di
speranza, ho avuto in dono sorrisi e lacrime e sono stata
accolta a tal punto da sentirmi a casa. Il nuovo anno è stato
accolto in un clima di vicinanza gioiosa, nell’oratorio si
sono riunite circa 80 persone e durante la preghiera di
ringraziamento un pensiero particolare è stato rivolto
agli “Angeli di Cremona”.
Oltre alla vita quotidiana del campo, grazie all’aiuto di
validissimi volontari locali, abbiamo conosciuto varie realtà
della zona.
Per diversi pomeriggi – guidati da Graziella e altre
volontarie di Caldarola – io, Paola e Fermano abbiamo portato
dei pacchi dono e un po’ di conforto ai pochi abitanti che,
nonostante tutto, vivono ancora nelle ferite frazioni di
Croce, Vestignano, Pieve Favera e
Colle Valle Valcimarra.
Il porta a porta non è stata un’ opera facile perché molte
case sono inagibili e sono state abbandonate. In questi
piccoli borghi segnati da cicatrici profonde gli abitanti si
conoscono tutti per nome e si respira una sana e forte unione
tra di loro. Alcuni si commuovono, altri non smettono di
ringraziare, tutti chiedono di non essere dimenticati.
A Colle Valle Valcimarra tutti i bambini attendevano il nostro
arrivo con trepidazione (spero non mi abbiano scambiato per la
Befana che stavano aspettando). Il terremoto li ha lasciati
senza acqua ed elettricità, la chiesa (fortemente danneggiata)
si affaccia sull’unica strada esistente e il freddo si fa
sentire anche per i loro animali. Si teme quindi l’arrivo
della neve che da giorni è annunciata.
L’opera di ascolto e vicinanza è stata portata anche alle
persone – per lo più anziani – che sono tutt’ora ospiti presso
le strutture alberghiere della costa, nello specifico a
Grottamare e Martinsicuro. Chiaro è il bisogno da loro
espresso: in hotel stanno bene, ma temono per il loro futuro,
non sanno nulla delle loro case e la maggior parte di loro non
è più tornata al paese perché il viaggio richiede un’ora e
mezza di macchina. Ci salutiamo con la promessa di rivederci
presto e con la certezza di una presenza che non li faccia
sentire soli.
Nella giornata del 2 gennaio Agostino e Angelo ci hanno
portato a Ripe San Ginesio per farci conoscere i “loro
ragazzi” ospitati in un centro residenziale per disabili e
che, a causa del sisma, hanno dovuto subire ben due
trasferimenti. Per loro abbiamo preparato una merenda e tutti
insieme ci siamo divertiti cantando accompagnati dalla
chitarra.
La condivisione di queste forti esperienze con i ragazzi del
Liceo Vida è risultata costruttiva e significativa. I ragazzi
di son Stefanito si sono dati da fare nelle molteplici
attività a loro proposte, la loro carica e il loro entusiasmo
hanno portato giovamento
a tutte le persone che abbiamo
incrociato in questo nostro seppur breve cammino.
A Pian di Pieca splendeva il sole mentre R. mi diceva che
erano giorni bui: ci siam guardate e abbiamo sorriso, perché
il sole splende anche se a volte fatichiamo a scorgerlo.
Cristina Pinelli
operatrice Caritas Cremonese
Speciale terremoto con il diario dei giorni precedenti
Volontari per il gemellaggio con Camerino: ecco come fare
Nuova direzione per La Vita
Cattolica
Dopo aver celebrato, lo scorso dicembre, i 100 anni di storia,
il settimanale diocesano La Vita Cattolica inizia il 2017 con
un rinnovato slancio, a partire dalla nuova direzione. Come
già annunciato, il 31 dicembre 2016 mons. Vincenzo Rini ha
lasciato, infatti, la guida del giornale, dopo più di 30 anni
di servizio. Ne prendono il testimone mons. Attilio Cibolini e
don Enrico Maggi.
Nella seduta straordinaria del 19 dicembre 2016, il Consiglio
di Amministrazione della società Nuova Editrice Cremonese
(NEC), che pubblica il settimanale diocesano, ha deliberato
quale direttore responsabile mons. Attilio Cibolini, già
direttore del centro radio-televisivo diocesano, e direttore
editoriale don Enrico Maggi, già incaricato diocesano per
l’Ufficio per le Comunicazioni sociali.
Il Consiglio di amministrazione della NEC nell’esprimere
gratitudine e vivi ringraziamenti a mons. Vincenzo Rini per il
più che trentennale servizio svolto con dedizione e
professionalità, augura ai neonominati buon lavoro e una lunga
e proficua collaborazione.
La nuova direzione del settimanale diocesana si colloca in una
più generale riorganizzazione dei media diocesani che, già
unificati nella collocazione presso la Casa della
Comunicazione, all’interno del Centro pastorale diocesnao di
Cremona, saranno chiamati a una sempre maggiore sinergia per
rispondere in modo efficace alle necessità comunicative
attuali.
Profilo dei nuovi direttori
Mons. Attilio Cibolini è nato a Casalbuttano il 28 aprile 1946
ed è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1970. È stato
vicario a Sant’Agostino, a Cremona, dal 1970 al 1982, quindi
parroco a Cella Dati e vicario economo di San Lorenzo in
Mondinari.
Nel 1987 ha lasciato il ministero pastorale in parrocchia
assumendo l’incarico di direttore responsabile dell’emittente
radiofonica diocesana RCN. Dal 1999, inoltre, è alla guida di
TRC-TeleRadio Cremona Cittanova, il centro di produzione
televisiva che, tra le altre cose, ogni settimana realizza la
rubrica televisiva “Giorno del Signore”.
Consigliere nazionale dell’Associazione Radio e Televisioni
cattoliche – CORALLO dal 1999, dal 2014 al 2016 è stato anche
direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali.
Il 10 marzo 2015, inoltre, il vescovo Dante Lafranconi lo ha
nominato canonico del Perinsigne Capitolo della Cattedrale di
Cremna.
Dal 1° gennaio 2017 ricopre anche il ruolo di direttore
responsabile del settimanale diocesano La Vita Cattolica.
Don Enrico Maggi è nato a Sabbioneta il 29 ottobre 1963 ed è
stato ordinato sacerdote il 9 giugno 1990. Dopo un’esperienza
di quattro anni come vicario a Viadana S. Pietro, è stato
inviato a Roma a perfezionare gli studi teologici e nel campo
della comunicazione, conseguendo la licenza in Teologia
fondamentale, il diploma in Comunicazioni sociali e la licenza
in Scienze delle comunicazioni sociali.
Nel
2000
il
ritorno
in
diocesi
come
amministratore
parrocchiale di Ca’ di Andrea, fino al 2002, quando il vescovo
Lafranconi lo ha scelto come direttore dell’Ufficio diocesano
per le Comunicazioni sociali e portavoce del Vescovo e della
Curia: incarico che ha mantenuto fino al 2007.
Nel 2005 la nomina di parroco della comunità Santi Nazario e
Celso in San Giuseppe, presso il quartiere Cambonino di
Cremona. Nel 2013 in trasferimento a Pizzighettone, come
parroco delle parrocchie di San Bassiano, S. Patrizio in
Regona, San Pietro e di San Rocco in Gera. E dal 2014 anche
della parrocchia di Roggione.
Dal 1° settembre 2016 don Maggi ha lasciato il ministero
pastorale in parrocchia per tornare ad assumere la guida
dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali.
Dal 1° gennaio 2017 ricopre anche il ruolo di direttore
editoriale del settimanale diocesano La Vita Cattolica.