la trombofilia - Ospedali riuniti di Trieste
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la trombofilia - Ospedali riuniti di Trieste
Servizio Sanitario Regionale AZIENDA OSPEDALIERO – UNIVERSITARIA Ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione ( D.P.C.M. 8 aprile 1993) OSPEDALI RIUNITI DI TRIESTE FACOLTA' DI MEDICINA E CHIRURGIA DAI MEDICINA INTERNA - Direttore prof. Gianfranco Guarnieri UCO Clinica Medica - Direttore: prof. Gianfranco Guarnieri SS Centro Clinico delle malattie trombolitiche - Responsabile: prof. Carlo Giansante LA TROMBOFILIA La trombofilia è la tendenza a sviluppare trombi. L’opposto, la tendenza a sanguinare, è chiamata emofilia. Le caratteristiche della trombofilia comprendono: trombosi all’età< 45 anni, trombosi ripetute, una storia famigliare positiva per trombosi, una localizzazione inusuale del trombo come ad esempio le vene cerebrali (vene del cervello), quelle mesenteriche (vene dell’addome), della milza, portali (tra l’intestino ed il fegato), del fegato e del rene. I fattori acquisiti comprendono, tra gli altri: l’età (quello più importante), il fumo, l’inattività fisica, l’uso di contraccettivi estrogenici, la gravidanza, l’immobilizzazione per malattia o per intervento chirurgico, lo scompenso cardiaco, i tumori ed il Lupus anticoagulante. I fattori genetici, la predisposizione genetica per la trombofilia significa che alcuni fattori della coagulazione sono modificati per mutazione genetica. I fattori genetici hanno una notevole influenza sulla probabilità di ammalarsi, sull’età in cui la malattia si manifesta e sulla stessa gravità della malattia. Il Fattor V Leiden è la causa più comune di trombofilia genetica. E’ chiamato Fattor V Leiden perché è stato descritto per la prima volta dal gruppo di studio della città di Leiden in Olanda. L’attivazione della coagulazione non è influenzata dalla presenza di questo fattore, invece l’inattivazione della coagulazione è alterata e la normale inattivazione ridotta. Questa riduzione può comportare la trombosi. Col 5% nella popolazione, il Fattor V Leiden è il fattore genetico più frequente per la trombosi. Comunque, ci sono differenze regionali: nel nord Europa è più frequente che nel sud; nella popolazione cinese e giapponese così come nei nativi dell’Australia e dell’Africa non è presente. Il rischio di trombosi aumenta da 5 a 10 volte per gli individui eterozigoti (la mutazione genica è ereditata da un solo genitore) dove il rischio aumenta da 50 a 100 volte negli individui omozigoti (mutazione ereditata da entrambi i genitori). Meno frequenti sono altre cause di rischio genetico come il Fattor V Cambridge e la Protrombina G20210A, SS Centro Clinico delle malattie tromboliche – Ospedale di Cattinara Strada di Fiume 447 – 34149 Trieste – tel. 040 – 399 4316 fax 040 – 399 4593 e-mail [email protected]; www.aots.sanita.fvg.it pag. quest’ultima descritta per la prima volta nel 1996. Altre forme rare riguardano 2 alterazioni del plasmino gene, della fibrinolisi, e deficienze della Proteina C, Proteina S e dell’Antitrombina III. Ragionevolmente, gli sforzi della ricerca in famiglie con trombofilia condurranno all’identificazione di altri fattori di rischio genetici. E’ importante che i pazienti con trombofilia sia seguiti costantemente in Centri specializzati; questo permetterà, man mano che nuove mutazioni siano state evidenziate, di scrinare opportunamente le famiglie. Come abbiamo già ricordato non è indispensabile che chiunque abbia presentato un evento trombotico sia studiato da test di laboratorio, questo invece va fatto nelle categorie a rischio sopra riportate. In questi pazienti, purché non abbiano assunto alcun anticoagulante (eparina o anticoagulanti orali) e l’evento acuto non sia recente (meno di 10 giorni) è opportuno eseguire: • Resistenza alla Proteina C attivata (ricercare il Fattor V Leiden se il rapporto e sotto il limite) • Lupus anticoagulante • Anticorpi Anticardiolipina IgG e IgM • Attività Antitrombinica • Omocisteina a digiuno • Attività del Factor VIII • Attività della Proteina C • Attività della Proteina S • Ricerca della mutazione della Protrombina 20210 Invece, se stanno assumendo anticoagulanti o l’evento trombotico è presente o recente è opportuno eseguire: • Resistenza alla Proteina C attivata • Anticorpi Anticardiolipina IgG e IgM • Omocisteina a digiuno • Ricerca della mutazione della Protrombina G20210A Vale la pena di sottolineare che la trombofilia è una condizione rara in rapporto ad altre condizioni a rischio, e la tabella seguente ne è testimonianza. pag. 3 Tabella 1. Trombofilia acquisita: Rischio relativo per Trombosi Venosa Profonda o Embolia Polmonare Frattura del femore o della tibia 80% Chirurgia dell’anca, ginocchio e prostata 50% Adenocarcinoma 20 volte Fattor VIII elevato 6 volte Contraccettivi orali 4-6 volte Trattamento ormonale sostitutivo 2-4 volte Omocisteinemia (deficienza vitaminica) 2-7 volte Né essere portatore d’una malattia genetica significa, sempre e comunque trombosi; la tabella seguente ne è testimonianza. Tabella 2. Prevalenza della trombofilia congenita: Fattore congenito Popolazione Generale Popolazione con trombosi Fattor V Leiden 3-8% 20-25% Protrombina G20210A 2-3% 4-8% AT III (deficienza) 1-2/5000 1-1.8% Proteina C (deficienza) 1/300 2.8-5.0% Proteina S (deficienza) sconosciuta 2.8-5.0% Iperomocisteinemia 11% 13-26% Tuttavia, un appropriato screening va eseguito perché la trombofilia congenita ha comunque la sua rilevanza nelle malattie trombotiche, e la tabella seguente ne è testimonianza. Tabella 3. Trombofilia congenita: rischio relativo di primo episodio di trombosi venosa profonda o embolia polmonare. Fattore congenito Fattore V Leiden (eterozigote) Fattore V Leiden (omozigote) Protrombina G20210A (eterozigote) Antitrombina III (deficienza) Proteina C (deficienza-eterozigote) Proteina S (deficienza-eterozigote) Rischio di Trombosi (volte) 3 18 2-4.8 10-20 6.5 1.6- 11.5 pag. 4 Il Trattamento Anticoagulante I pazienti che possono aver bisogno di assumere anticoagulanti orali comprendono quelli con una storia di trombosi venosa profonda, embolia polmonare, valvole cardiache artificiali, emiparesi, attacchi ischemici transitori, e fibrillazione atriale. Acenocumarol (Sintrom) e Warfarin (Coumadin) sono gli unici farmaci disponibili, al momento, come anticoagulanti orali e la loro corretta efficacia è verificata periodicamente con il tempo di Quick [link a Quick historia] (I.N.R.). Tuttavia questi anticoagulanti orali interagiscono con varie qualità di cibo, di vegetali e di farmaci così da rendere complessa il controllo stabile dell’anticoagulazione.