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Supplemento n. 3 al Volume V - N. 3/2008 CLINICAL CASES IN MINERAL AND BONE METABOLISM The Official Journal of the Italian Society of Osteoporosis, Mineral Metabolism and Skeletal Diseases VIII Congresso Nazionale SIOMMMS Perugia, 19-22 novembre 2008 Lettura: RUOLO DELLA NEOFORMAZIONE NELLA FISIOPATOLOGIA E TERAPIA DELL’OSTEOPOROSI Simposio: RANELATO DI STRONZIO La neoformazione ossea per una superiore efficacia antifrattura Supplemento n. 3 al Volume V - N. 3/2008 CLINICAL CASES IN MINERAL AND BONE METABOLISM The Official Journal of the Italian Society of Osteoporosis, Mineral Metabolism and Skeletal Diseases VIII Congresso Nazionale SIOMMMS Perugia, 19-22 novembre 2008 Lettura: RUOLO DELLA NEOFORMAZIONE NELLA FISIOPATOLOGIA E TERAPIA DELL’OSTEOPOROSI Simposio: RANELATO DI STRONZIO La neoformazione ossea per una superiore efficacia antifrattura VIII Congresso Nazionale SIOMMMS Perugia, 19-22 novembre 2008 Lettura: RUOLO DELLA NEOFORMAZIONE NELLA FISIOPATOLOGIA E TERAPIA DELL’OSTEOPOROSI Simposio: RANELATO DI STRONZIO La neoformazione ossea per una superiore efficacia antifrattura Supplemento n. 3 a CLINICAL CASES IN MINERAL AND BONE METABOLISM Vol. V - n. 3/2008 Editor-in-Chief Maria Luisa Brandi Direttore Responsabile Andrea Salvati Elaborazione testi a cura di Enzo Emanuele Autorizzazione Tribunale di Roma n. 185/2003 Il contenuto del fascicolo rispecchia esclusivamente l’esperienza degli Autori. Tutti i diritti riservati. È vietato riprodurre, archiviare in un sistema di riproduzione o trasmettere sotto qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per fotocopia, registrazione o altro, qualsiasi parte di questa pubblicazione senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. È obbligatoria la citazione della fonte. La massima cura possibile è stata prestata per la corretta indicazione dei dosaggi dei farmaci eventualmente citati nel testo, ma i lettori sono ugualmente pregati di consultare gli schemi posologici contenuti nelle schede tecniche approvate dall’Autorità competente. © Copyright 2009 Corso Trieste, 42 - 00198 Roma Tel. 06 8412673 - Fax 06 8412688 www.gruppocic.com Finito di stampare nel mese di gennaio 2009 da Litografica ’79 - Roma Lettura RUOLO DELLA NEOFORMAZIONE NELLA FISIOPATOLOGIA E NELLA TERAPIA DELL’OSTEOPOROSI Ranuccio Nuti Dipartimento di Medicina Interna, Scienze Endocrino-Metaboliche e Biochimica Università degli Studi di Siena che di estrema gravità (Figura 1). L’osteoporosi può essere quindi considerata come l’esito patologico di un’alterazione dei meccanismi di rimaneggiamento osseo, con grossolana compromissione della qualità dell’osso. Le alterazioni strutturali non coinvolgono soltanto l’osso trabecolare ma anche la componente corticale: si realizza ad esempio con l’invecchiamento un aumento della porosità corticale, tale da condizionare negativamente la resistenza meccanica, che si riduce proporzionalmente con l’aumentare della porosità, e la durezza tissutale a livello di tibia e femore aumentando così la suscettibilità alle fratture (Figura 2). Un importante ruolo è svolto anche dai “microcraks” (microdanni): la loro presenza è essenziale, unitamente a quella degli osteociti, per l’attivazione del processo di rimodellamento: peraltro con l’invecchiamento si assiste ad un aumento dei “microcracks” e questo evento non può che svolgere un ruolo negativo in termini di resistenza allo stress meccanico. Lo scheletro è una struttura metabolicamente attiva che va incontro durante tutta la vita ad un costante processo di rimodellamento. Questo processo può essere schematicamente suddiviso in due fasi tra loro complementari e integrate: – una fase di riassorbimento nel corso della quale il tessuto osseo mineralizzato viene riassorbito ad opera dagli osteoclasti; – una fase di neoformazione sostenuta dagli osteoblasti finalizzata alla costruzione di nuovo osso. Le cellule responsabili del complesso meccanismo di rimaneggiamento, gli osteoclasti e gli osteoblasti, sono strutturate in unità funzionali note come BMU (“bone multicellular unit”), presenti sia a livello trabecolare che corticale, anche se in quest’ultima area in misura minore. Durante il periodo infantile e adolescenziale è prevalente la fase di neoformazione osteoblastica e ciò consente la maturazione scheletrica ed il ragRIMODELLAMENTO OSSEO NELL’OSTEOPOROSI giungimento del picco di massa POST-MENOPAUSALE ossea con conseguente ottimizzazione della resistenza meccaPre-OB Pre-OC nica e dell’elasticità del tessuto osseo. Dopo la menopausa, nella donna, si assiste ad un incremenOB OC to del riassorbimento osteoclastico non più in equilibrio con i processi di neoformazione; peraltro, con l’invecchiamento si assiste Superficie Riassorbimento Inversione Sintesi Osteone ossea iniziale di osteoide incompleto ancora ad una prevalenza della fase di riassorbimento cui va ad associarsi una riduzione funzioOC= Osteoclasta OB = Osteoblasta nale della componente osteoblastica. L’esito finale di tutto ciò è Riggs BL et al. J Bone Miner Res. 2005;20:177-184 rappresentato da una sostanziale perdita di massa ossea, che nelFigura 1 - Ciclo di rimodellamento osseo in donne in post-menopausa con osteol’osteoporosi assume caratteristiporosi. Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 3 Uno dei farmaci di ultima generazione in grado di rispondere a questa esigenza terapeutica è il Ra15 nelato di Stronzio in quan250 to si è dimostrato in grado 12 8000 200 di stimolare la neoforma9 6000 Tibia zione ossea e contempo150 raneamente di inibire la fa6 4000 100 se di riassorbimento osteo3 2000 50 Femore clastico; esplicativo a questo proposito è il compor0 0 0 0 20 40 60 80 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 0 5 10 15 20 25 30 tamento della fosfatasi alEtà (anni) Porosità % Porosità calina ossea e CTX sierico che, rispettivamente, Brockstead H et al., 1993; Martin RB et al., 1989; Yeni YN et al., 1997 aumenta e diminuisce nel Figura 2 - Aumento della porosità corticale con l’avanzare dell’età e corrispondente riducorso dello studio SOTI. zione della resistenza e della durezza dell’osso. Grazie a questo specifico meccanismo d’azione il Sotto il profilo fisiopatologico è tuttavia da segnalaRanelato di Stronzio si è dimostrato in grado di rire che gli osteoblasti svolgono un ruolo di primaria durre in misura significativa il rischio di fratture di importanza anche nei meccanismi involutivi cui va vertebra e di femore in pazienti con osteoporosi incontro il tessuto osseo con l’aumentare dell’età. In post-menopausale, nel rispetto della qualità delaltri termini una ridotta attività osteoblastica neoforl’osso. L’analisi istologica condotta con micro-TC mativa contribuisce in misura determinante alla ritridimensionali ha potuto dimostrare che il trattaduzione della massa ossea età-correlata: ed infatti mento con Ranelato di Stronzio per 5 anni è in è stato dimostrato che il numero di CFU-Fs (colonygrado di migliorare la microarchitettura ossea in forming units-fibroblastic) produttrici di fosfatasi alquanto aumenta il numero di trabecole (+30%), ricalina, quale marker di attività osteoblastica, si riduduce la distanza tra trabecola e trabecola (-36%), ce nell’Uomo in misura inversa con l’aumentare delincrementa il volume osseo totale (+67%) e lo l’età (Nishida et al., J Bone Miner Metab 1999) (Figura 3). In quest’ottica il meccanismo patogenetico responsaRELAZIONE TRA ETÀ E NUMERO DI CFU POSITIVE bile dell’osteoporosi dovrebbe essere ALLA FOSFATASI ALCALINA considerato non soltanto come secon120 dario ad un eccessivo incremento del riassorbimento osteoclastico, ma con100 seguente anche ad una ridotta capaci80 tà neoformativa osteoblastica. L’approccio terapeutico all’osteoporosi 60 finalizzato alla riduzione del rischio fratturativo non deve quindi prevedere 40 esclusivamente il blocco del riassorbi20 mento osteoclastico, ma anche lo stimolo dell’attività degli osteoblasti. Co0 sì facendo è possibile ottenere un au0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 mento della resistenza ossea attraverEtà (anni) so un mantenimento della qualità CFU-Fs: unità formanti colonie - fibroblasti strutturale dell’osso, in termini di miNishida S et al., J Bone Miner Metab 1999 cro- e macro-architettura e turnover metabolico. Figura 3 - Relazione tra età e attività neoformativa del tessuto osseo. Numero di CFU-Fs positive ALP(+) Durezza GIIC (N/m) Ultimate Stress (MPA) Porosità (%) LA POROSITÀ CORTICALE AUMENTA CON L’ETÀ ED È ASSOCIATA AD UNA RIDUZIONE DELLA RESISTENZA E DELLA DUREZZA DELL’OSSO 4 Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 dai risultati del test di torsione sul callo osseo è emerso che il callo osseo formatosi nelle cavie trattate con Ranelato di Stronzio risulta più resistente Calcio/Vitamina D Ranelato di Stronzio + Ca/VitD 36 mesi 36 mesi rispetto a quello formatosi dopo PTH 1-34. Questi risultati sembrano supportare l’ipotesi che il Ranelato di Stronzio possa favorire il processo di consolidamento delle fratture, promuovendo l’apposizione di nuovo tessuto a livello del callo osseo e aumentandone il voAnalisi comparativa di biopsie: lume e la resistenza. Numero di trabecole (Tb.Nb.) = +30% ↑ Volume trabecolare In un secondo studio (Maimoun et al., Separazione fra trabecole (Tb.Sb.) = -36% J Bone Miner Res 2008) l’effetto del Volume osseo totale (BV/TV) = +67% ↑ Spessore corticale Ranelato di Stronzio è stato valutato Spessore corticale (Ct.Th.) = +12% sull’osteointegrazione di impianti meArlot M et al. J Bone Miner Res 2008;23:215-222 tallici: a questo proposito va ricordato che il processo di osteointegrazione Figura 4 - Il Ranelato di Stronzio, in pazienti trattate per 3 anni, stimola la formazione ossea a livello trabecolare e corticale. di un impianto è intimamente dipendente dai meccanismi di rimodellaspessore corticale (+12%) rispetto al gruppo conmento osseo. Dopo l’inserimento di impianti in titatrollo (Figura 4). nio a livello della tibia prossimale, è stato valutato L’effetto del Ranelato di Stronzio sulla resistenza l’effetto del Ranelato di Stronzio ad un dosaggio meccanica e qualità tissutale è stato confermato in corrispondente a quello della pratica clinica nell’Uodue recenti studi. In un primo studio (Habermann et. al., J Bone Min Res 2008) EFFETTO DELLA TERAPIA ANABOLICA SUL CONSOLIDAMENTO condotto su cavie osteoDELLE FRATTURE NEI RATTI OSTEOPOROTICI peniche sottoposte a frattura sperimentale della Volume osseo del callo (µCT) Volume del tessuto calloso (µCT) diafisi femorale l’effetto del 50 Ranelato in confronto al 35 45 N.S. +46% 40 +24.8% +32.4% 30 teriparatide (PTH1-34) e al ( P <0.05) (P<0.05) 35 (P<0.05) 25 30 placebo sulla neoforma+32% 20 25 (P<0.05) zione del callo è stato va20 15 15 10 lutato con micro-TC: è sta10 5 +6% 5 to così possibile dimostra(P<0.05) 0 0 re che sia il Ranelato di PTH Ranelato di Stronzio PTH Ranelato di Stronzio Stronzio che il teriparatide Habermann B et al., ASBMR 2008 producono un incremento significativo del volume toFigura 5 - Confronto tra effetto anabolico di PTH e Ranelato di Stronzio sul consolidatale del callo osseo (Ranemento delle fratture (formazione del callo osseo) in modello animale. lato di Stronzio +32,4%, teriparatide +6%; p = N.S.) e del volume del tessuto calloso (Ranelato di Stronmo: dopo 8 settimane le tibie sono state rimosse e zio +46%, p<0,05; teriparatide +31,9%, p<0,05) (Fisi sono effettuati Pull-Out test (misura della forza gura 5): in particolare per questo ultimo parametro necessaria per estrarre l’impianto dalla sede) e mil’aumento ottenuto con Ranelato di Stronzio è risulcro-TC. Dai risultati ottenuti (Figura 6) emerge che tato significativamente maggiore (+24,8%, p<0,05) il Ranelato di Stronzio migliora l’osteointegrazione rispetto a quello ottenuto con il teriparatide. Inoltre, dell’impianto in quanto induce un aumento signifiRANELATO DI STRONZIO: BIOPSIE 3D µCT NELL’OSTEOPOROSI Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 Volume (%) Volume (%) { { 5 tengano un costante equilibrio. Nell’osteoporosi questo equiForza Pull-Out (N) 50 librio tra riassorbimento e P<0.05 45 neoformazione va inesorabil+48.8% 40 mente a perdersi non soltanto 35 per un incremento dell’attività +31% 30 osteoclastica ma anche per 25 20 una ridotta capacità osteobla15 stica neoformativa. 10 Un razionale approccio tera5 peutico all’osteoporosi dovrà 0 prevedere quindi non solo un Controllo Ranelato di Stronzio blocco del riassorbimento Maimoun L et al., ASBMR 2008 osteoclastico ma anche e soprattutto una stimolazione Figura 6 - Il Ranelato di Stronzio migliora l’osteointegrazione di impianti, dimostrato della neoformazione osteocon l’aumento della forza di pull-out (forza massima per estrarre l’impianto sperimentale della sede di inserimento). blastica. Il Ranelato di Stronzio, attracativamente maggiore rispetto al controllo della forverso un’azione di fisiologico mantenimento del za di Pull-Out. metabolismo osseo documentato sino a 5 anni, perIn conclusione, se nel determinismo della fisiologica mette di ottenere nel trattamento dell’osteoporosi i resistenza meccanica dello scheletro la qualità delmaggiori vantaggi in termini di ripristino della fisiol’osso svolge un ruolo essenziale, è quanto mai imlogica architettura ossea e, conseguentemente, di portante che i processi di turnover metabolico manriduzione del rischio fratturativo. N (Newton) RANELATO DI STRONZIO E OSTEOINTEGRAZIONE DI IMPIANTI 6 Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 Simposio: Ranelato di Stronzio. La neoformazione ossea per una superiore efficacia antifrattura LA NEOFORMAZIONE COME OBIETTIVO TERAPEUTICO PER AUMENTARE LA RESISTENZA OSSEA Maria Luisa Brandi Dipartimento di Medicina Interna, Università degli Studi di Firenze Al fine di ridurre il rischio fratturativo associato all’osteoporosi postmenopausale, vi è la necessità di un approccio terapeutico in grado di contrastare la patologia nel suo complesso. L’obiettivo della terapia sarà dunque quello di favorire la formazione di massa ossea, di migliorare la struttura del tessuto osseo, mantenendo al contempo le qualità fisiologiche intrinseche dell’osso, sia in termini di turnover sia nel grado di mineralizzazione. Gran parte delle molecole sino ad oggi disponibili per la cura dell’osteoporosi ha dimostrato di agire esclusivamente in una direzione del metabolismo osseo, ossia soltanto sulla neoformazione o soltanto sul riassorbimento. Poiché i due processi metabolici sono intimamente accoppiati, accade però che l’azione preferenziale su una via si accompagni sempre ad un’azione complementare anche sulla via opposta. Infatti, farmaci anabolici, come teriparatide, che agiscono promuovendo l’apposizione di nuovo osso in maniera diretta e preferenziale, aumentano anche il riassorbimento. Allo stesso modo farmaci come i bisfosfonati, che esercitano la propria azione principalmente inibendo il riassorbimento osseo, inducono una diminuzione anche della neoformazione ossea. Il Ranelato di Stronzio scardina questa classificazione tradizionale perché ha dimostrato di stimolare la neoformazione e, contemporaneamente, di inibire il riassorbimento osseo. Attraverso questo meccanismo duale il Ranelato di Stronzio è in grado di riequilibrare la normale fisiologia del rimodellamento osseo e questo si traduce, dal punto di vista clinico, in una riduzione del rischio fratturativo, sia nel breve che nel lungo termine. Il meccanismo d’azione del Ranelato di Stronzio è stato valutato attraverso numerosi studi in vitro e in vivo. Per quanto riguarda l’azione antiriassorbitiva, gli studi in vitro hanno dimostrato che il Ranelato di Stronzio è in grado di ridurre la differenziazione de- gli osteoclasti, nonché di diminuirne l’attività fisiologica e di indurne la morte per apoptosi. Sul versante dell’azione anabolica, gli studi in vitro hanno dimostrato che il Ranelato di Stronzio è in grado di promuovere la neo-apposizione di nuovo osso stimolando la replicazione dei pre-osteoblasti e la loro differenziazione in osteoblasti maturi. Altri studi in vitro hanno dimostrato inoltre che il Ranelato di Stronzio è in grado di stimolare la sintesi di fibre collagene e l’espressione della fosfatasi alcalina ossea in cellule osteogeniche MC3T3. È interessante infine osservare che in coltivazioni in vitro di cellule mesenchimali stromali l’esposizione al Ranelato di Stronzio è in grado di indurre un fenotipo osteogenico e l’espressione di osteocalcina, probabilmente attraverso l’induzione della COX-2 e l’aumento della produzione di PGE (Choudhary et al., J Bone Miner Res, 2007). Tra le valutazioni effettuate in vivo, uno studio di Buehler et al. (Bone, 2001) ha confermato che il Ranelato di Stronzio, anche su modello animale di primate, agisce aumentando la formazione ossea e riducendo il riassorbimento e tali effetti sono valutati attraverso un aumento della superficie degli osteoblasti e una contemporanea riduzione della superficie degli osteoclasti (Figura 1). È stato dimostrato che il Ranelato di Stronzio stimola il processo osteoblastogenico e l’attività degli osteoblasti maturi attraverso meccanismi molecolari che coinvolgono il recettore di membrana Calcium Sensing Receptor ( CaSR). Infatti, in osteoblasti di ratto privi di questo recettore è stata osservata una sensibile riduzione della proliferazione degli osteoblasti stessi indotta dal farmaco (Chattopadhyay et al., Bone, 2005). Nel dettaglio, il Ranelato di Stronzio agisce da agonista per il CaSR e opera la trasduzione del segnale che a livello intracellulare determina un aumento della sintesi proteica e un aumento dell’attività osteoblastica. Si ipotizza inoltre che in questo processo siano coinvolti anche altri recettori dal momento che si registra un certo grado di replicazione cellulare farmaco-indotta anche nelle colture di osteoblasti isolati da cavie knock-out (cavie geneticamente prive) per il CaSR. Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 7 Infatti la citochina OPG, legandosi al RANK-L, blocca l’attivazione del recettore RANK e l’atIstomorfometria (osso alveolare della mandibola) tivazione degli osteoclasti. Superficie degli osteoblasti Superficie degli osteoclasti Brennan et al. (Calcif Tissue Int, 5 25 2006) hanno dimostrato che il 4 20 Ranelato di Stronzio aumenta in 3 15 modo dose-dipendente sia la 2 proliferazione degli osteoblasti 10 sia l’espressione di OPG, con 1 5 conseguente inibizione dell’o0 0 steoclastogenesi. Veicolo 100 275 750 Veicolo 100 275 750 Il Ranelato di Stronzio ha quindi Ranelato di Stronzio (mg/kg/d), 26 settimane di trattamento dimostrato di esercitare due tipi * P ≤ 0.05 di azioni (Figura 2); ** P ≤ 0.01 vs controllo Buehler J et al. Bone 2001;29(2):176-179 – un’azione diretta sulla formazione ossea, stimolando la repliFigura 1 - Il Ranelato di Stronzio in modelli animali aumenta la formazione ossea cazione e l’attività degli osteobla(dimostrato dall’aumento della superficie degli osteoblasti) e riduce il riassorbimensti attraverso il recettore CaSR to (dimostrato dalla riduzione della superficie degli osteoclasti). (ed altri recettori); – un’azione indiretta sul riassorbimento, riducendo l’osteoclaRANELATO DI STRONZIO: MECCANISMO D’AZIONE stogenesi attraverso l’aumento della sintesi di OPG. FORMAZIONE RIASSORBIMENTO Ranelato I noti trials clinici multicentrici Stronzio + OSSEA OSSEO SOTI (Spinal Osteoporosis TheRanelato Pre-OC rapeutic Intervention) e TROPOS Pre-OB Stronzio – Ranelato REPLICAZIONE (TReatment Of Peripheral OSteoStronzio + porosis ) confermano nella pratica DIFFERENZIAZIONE clinica quanto osservato negli Ranelato studi in vivo. Nella popolazione Stronzio – OB OB OB trattata con Ranelato di Stronzio APOPTOSI OC si è registrato infatti l’aumento dei livelli dei markers di forma+ SINTESI DI ATTIVITÀ COLLAGENE zione ossea quali fosfatasi alcaRIASSORBITIVA lina ossea (b-ALP) e peptide Nterminale del procollagene di tipo I (P1NP) e la contemporanea OB = Osteoblasta; OC = Osteoclasta. riduzione dei livelli del marker di Marie PJ. Osteop Int 2005;16(suppl 1):S7-10. Mentaverri R et al. ECTS-IBMS 2005 riassorbimento telopeptide CFigura 2 - Duplice azione del Ranelato di Stronzio: stimola la formazione ossea e terminale del collagene di tipo 1 riduce il riassorbimento osseo. (CTX) (Figura 3). Nuovi dati hanno inoltre dimoSecondo altre evidenze è stato dimostrato il seconstrato che il Ranelato di Stronzio è in grado di stimodo principale effetto del Ranelato di Stronzio sul turlare la formazione ossea anche quando il turnover osnover osseo, ossia sull’osteoclastogenesi. Com’è seo risulta fortemente depresso, come dopo una tenoto, la differenziazione e l’attività degli osteoclasti rapia con farmaci antiriassorbitivi. A tal proposito lo dipendono dal rapporto tra la concentrazione di studio di Busse et al. (J Bone Miner Res, 2007) ha OPG (osteoprotegerina, secreta dagli osteoblasti) e esaminato una popolazione di pazienti trattata per 32 quella del RANK-L (ligando del recettore RANK, atmesi con un bisfosfonato e successivamente con Rativante NF-kB), per l’attivazione del recettore RANK. nelato di Stronzio per ulteriori 12 mesi. Sulle pazienti 8 (%) (%) IL RANELATO DI STRONZIO AUMENTA LA FORMAZIONE OSSEA E RIDUCE IL RIASSORBIMENTO OSSEO NELLA SCIMMIA Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 becolare; + 30%, p<0,05) e dello spessore trabecolare (+10%, p<0,05), accompagnati da incrementi significativi delle interconnessio*** 1.2 *** Formazione ossea ni tra trabecola e trabecola ** (Figura 4). Questi dati di0.8 * bALP (ng/mL) * mostrano quindi che il Ranelato di Stronzio può far ri0.4 partire la formazione ossea anche in pazienti con turno0 ver ridotto. In conclusione, i dati derivanti dagli studi in vitro e in -300 s-CTX (pmol/L) vivo indicano che il RaneRiassorbimento osseo lato di Stronzio è in grado ** *** * *** -600 di ripristinare un corretto *** bilanciamento tra riassorbimento e neoformazione 0 3 6 12 24 36 Mesi ossea, favorendo l’apposizione di nuovo osso lamel*** P < 0.001; ** P < 0.01; * P < 0.05 vs placebo. Meunier PJ et al. N Engl J Med 2004;350:459-68 lare, privo di difetti o ritardi nella mineralizzazione. La Figura 3 - Conferma clinica del meccanismo d’azione del Ranelato di Stronzio. strategia terapeutica ideale per l’osteoporosi deve privilegiare oggi l’impiego di IL RANELATO DI STRONZIO CREA NUOVO OSSO farmaci che siano in grado ANCHE CON TURNOVER OSSEO DEPRESSO di incrementare la resistenVolume osseo Spessore trabecolare Volume za dell’osso, sia stimolanosseo (%) Spessore do la formazione di nuovo 12 trabecolare (µm) tessuto, sia migliorando la 11 100 microarchitettura ossea 10 96 pre-esistente. Rispetto a P<0.05) 92 9 P<0.05) farmaci ad azione antirias88 8 sorbitiva, come i bisfosfonati, il Ranelato di Stronzio 84 7 Prima Dopo Prima Dopo presenta il vantaggio di della terapia la terapia della terapia la terapia promuovere attivamente la Aumento del volume Aumento dello spessore neoformazione; rispetto ai osseo: +30% a 1 anno trabecolare: +10% a 1 anno con Ranelato di Stronzio con Ranelato di Stronzio farmaci anabolici come teriparatide invece, il Ranee un incremento del 48% delle interconnessioni trabecolari lato di Stronzio è in grado Busse B et al. J Bone Miner Res 2007;22(Suppl. 1):S484-S485 (Abs W477) non solo di stimolare la formazione ossea, ma anche Figura 4 - Il Ranelato di Stronzio stimola la formazione ossea anche in pazienti con turnover depresso. di inibire il riassorbimento. Si tratta quindi di un farmaè stata effettuata una biopsia a livello della cresta iliaco che risponde ai principali criteri per la cura dell’oca, prima e dopo il trattamento con Ranelato di Stronsteoporosi, in grado di stimolare gli osteoblasti e zio. I dati istomorfometrici evidenziano, dopo 1 anno contemporaneamente inibire gli osteoclasti, riequilidi terapia con Ranelato di Stronzio, incrementi signifibrando il turnover osseo a favore della neoformacativi della massa ossea (volume osseo/volume trazione. Differenza tra Ranelato di Stronzio e placebo IL RANELATO DI STRONZIO AUMENTA I MARKERS DI FORMAZIONE E RIDUCE I MARKERS DI RIASSORBIMENTO NELLE DONNE CON OSTEOPOROSI POSTMENOPAUSALE (SOTI) Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 9 Simposio: Ranelato di Stronzio. La neoformazione ossea per una superiore efficacia antifrattura RANELATO DI STRONZIO: EFFICACIA ANTIFRATTURATIVA VALUTABILE CON LA DXA Bruno Frediani Centro per l’Osteoporosi e la Diagnosi Strumentale Osteoarticolare, Sezione di Reumatologia, Università degli Studi di Siena Per quanto riguarda gli effetti del Ranelato di Stronzio sulla quantità e qualità del tessuto osseo, uno studio basato su rilievi bioptici effettuati a 36 mesi in pazienti trattate (Arlot et al., J Bone Miner Res, 2008) ha fornito chiare evidenze sull’azione anabolica del farmaco, in termini di mineral apposition rate sia a livello corticale che trabecolare. Le microTC tridimensionali hanno consentito in particolare di osservare notevoli differenze strutturali rispetto al trattamento con solo Calcio e Vitamina D, in termini di incremento del numero delle trabecole e dello spessore corticale e aumento del volume osseo totale (Figura 2). È interessante osservare inoltre che già studi precedenti (Amman et al., J Bone Miner Res, 2004) avevano dimostrato come il Ranelato di Stronzio fosse in grado di aumentare la resistenza ossea alla trazione, sia a livello vertebrale sia a livello della diafisi femorale. La qualità della mineralizzazione e le caratteristiche del cristallo non sono quindi alterate dal Ranelato di Stronzio, ma migliorano gli indici di neoformazione, le caratteristiche biomeccaniche, la densità e il volume osseo. L’osteoporosi è una malattia cronico-degenerativa del tessuto osseo, con pesanti costi sociali ed economico-sanitari, soprattutto nelle donne in post-menopausa. Il Ranelato di Stronzio ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica in relazione al suo peculiare meccanismo d’azione duale: è in grado, infatti, di inibire il riassorbimento e allo stesso tempo di favorire l’apposizione di nuovo osso. Per comprendere in maniera più approfondita il meccanismo d’azione di questo farmaco, occorre in primo luogo focalizzare quali siano i meccanismi di incorporazione, distribuzione e persistenza del Ranelato di Stronzio nel tessuto osseo. Per quanto riguarda l’affinità dello Stronzio per la matrice ossea, un recente studio di Farlay et al. (J Bone Miner Res, 2005) in scimmie trattate per 1 anno (dosaggio di 250/mg/kg) ha dimostrato, mediante microanalisi ai raggi X, che lo Stronzio è incorporato preferibilmente a livello dell’osso trabecolare, rispetto all’osso compatto. La captazione, inoltre, è CONTENUTO DI STRONZIO NELL’OSSO maggiore nell’osso neo-formato riDopo 3 anni di terapia lo Stronzio nell’osso raggiunge un plateau spetto a quello metabolicamente inerte. Contenuto osseo di Stronzio È interessante osservare inoltre coSr/(Sr+Ca) % NS me lo Stronzio non sia suscettibile 2 1.7% 1.4% 1.8% a fenomeni di accumulo; si lega in1.5 fatti solo debolmente ai cristalli di 0.4% idrossiapatite della matrice ossea 1 dai quali viene rapidamente rila0.4% 0.5 sciato. Il contenuto complessivo del 0 Anni farmaco a livello osseo varia dallo 0 1 2 3 4 5 0,4 all’1,8% e raggiunge un plateau intorno ai 2-3 anni di trattamento, Boivin G et al. Osteoporos Int 2007;18(suppl 1):S126 (abstract P302). dopo i quali resta stabile (sino a 5 anni) e in percentuale non superioFigura 1 - Il contenuto di Stronzio nell’osso varia da 0,4 a 1,8% e raggiunge un re al 2% (Figura 1). plateau intorno ai 2-3 anni. 10 Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 giunto ormai a 8 anni di terapia, ha chiaramente dimostrato come questo farmaco sia in grado di migliorare i valori della BMD in tutti i distretti, sia lomCa/VitD Ranelato di Stronzio + Ca/VitD 36 mesi 36 mesi bare che femorale, dal primo anno di terapia fino a 8 anni (Figura 4). È stato dimostrato, inoltre, che gli incrementi della BMD non corretta correlano altamente con la riduzione del rischio di frattura. Nello studio di Bruyere et al. (J Clin Endocr Metab, 2006) è stata esaminaAnalisi delle biopsie appaiate: ta in 3.614 pazienti la curva di regresNumero di trabecole (Tb.Nb.) = +30% sione logistica della variazione per↑ Volume trabecolare Separazione fra trabecole (Tb.Sb.) = -36% centuale della BMD a livello del collo Volume osseo totale (BV/TV) = +67% ↑ Spessore corticale del femore, rispetto all’incidenza di Spessore corticale (Ct.Th.) = +12% fratture vertebrali, dopo 3 anni di plaArlot M et al. J Bone Miner Res 2008;23:215-222 cebo o Ranelato di Stronzio. I risultati hanno dimostrato come le pazienti apFigura 2 - Il Ranelato di Stronzio migliora la microstruttura trabecolare e aupartenenti al quartile superiore di inmenta lo spessore corticale. cremento della BMD (>9,49%) abbiano presentato un rischio del 41% infeUno dei principali determinanti della fragilità scheleriore di incorrere in una frattura vertebrale rispetto trica è legato alla perdita di massa ossea che si vealle pazienti del quartile più basso (<1,01%). È inolrifica dopo la menopausa. Studi epidemiologici hantre interessante osservare che la quota di pazienti no evidenziato che una bassa densità minerale osche supera la minima variazione densitometrica sisea (BMD) è correlata ad un aumento del rischio di gnificativa sia pari al 45,7%, considerando la misuincorrere in fratture. Il valore predittivo della BMD per la riduzione del rischio di LE VARIAZIONI DELLA BMD SPIEGANO SOLO IN MINIMA PARTE frattura è tuttavia altamente LA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI FRATTURA controverso per i farmaci antiDA TERAPIE ANTIRIASSORBITIVE riassorbitivi (Figura 3). Questi A B farmaci infatti modificano la resistenza ossea attraverso l’inibizione del riassorbimento in modo più o meno potente a livello tissutale e le variazioni della BMD spiegano solo in minima parte la riduzione del rischio di frattura in seguito al loro utilizzo. Il Ranelato di Stronzio è in grado di aumentare la BMD sia per -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Percentuale di variazione nella BMD Variazione percentuale nella BMD il maggior peso atomico dello dorsale a 1 anno dorsale finale Stronzio (rispetto al Calcio), sia > 10,000 persone anno > 10,000 persone anno per la capacità del farmaco di 500-10,000 persone anno 500-10,000 persone anno stimolare l’apposizione di nuovo < 500 persone anno < 500 persone anno tessuto osseo. È importante sotDelmas PD et al. Bone 2004 tolineare a tal proposito che lo studio sulla variazione della Figura 3 - La variazione della BMD con terapie anti-riassorbitive spiega solo in miBMD con Ranelato di Stronzio, nima parte la riduzione del rischio di frattura. RANELATO DI STRONZIO: BIOPSIE 3D µCT IN DONNE TRATTATE Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 Rischio relativo di fratture non vertebrali Rischio relativo di fratture non vertebrali { { 11 VARIAZIONE DELLA BMD IN 8 ANNI DI TERAPIA CON RANELATO DI STRONZIO Variazioni % BMD Lombare 30 25 20 15 10 LDC 5 0 Anni 0 1 2 Variazioni % 3 4 5 6 7 8 BMD Femorale 12 9 LDC 6 3 Anni 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 * P < 0.001 Reginster JY et al. Osteoporos Int 2008;19(Suppl. 1):S131-S132 (Abs P311) Figura 4 - Il Ranelato di Stronzio aumenta la BMD a livello lombare e femorale sino ad 8 anni di terapia. L’INCREMENTO DELLA BMD (NON CORRETTA) È UTILE PER PREVEDERE L’EFFICACIA ANTIFRATTURATIVA DEL RANELATO DI STRONZIO NEL SINGOLO PAZIENTE Incremento BMD collo femore Riduzione del rischio di frattura dopo 3 anni Vertebrali cliniche1 Per ogni 1% dopo il primo anno di terapia -3% Per ogni 1% dopo 3 anni di terapia -5% Femorali2 -7% 1. Bruyere O et al. J Clin Endocrinol Metabol 2007;92(8): 3076-3081 2. Bruyere O et al. Curr Med Res 2007;23(12):3041-3045 Figura 5 - Correlazione tra incremento della BMD (non corretta) ed efficacia antifrattura del Ranelato di Stronzio. 12 razione al collo femorale, e al 58,2% considerando la misurazione al femore totale. Grazie a questi risultati è stato possibile correlare direttamente gli incrementi densitometrici alla riduzione effettiva del rischio di frattura, sia a livello lombare che femorale. Dopo 3 anni di trattamento con Ranelato di Stronzio, ogni incremento del +1% della BMD a livello del collo femorale è risultato associato ad una riduzione, rispettivamente, del -3% a 1 anno e del -5% a 3 anni del rischio di nuove fratture vertebrali cliniche. In modo analogo (Bruyere et al., Current Med Res & Opin, 2007), ogni incremento del +1% della BMD a livello del collo femorale verificato dopo 3 anni di trattamento con Ranelato di Stronzio è risultato associato ad una riduzione del -7% del rischio di frattura di femore (Figura 5). In conclusione, nei primi 3 anni di terapia solo una piccola parte di Stronzio si lega reversibilmente ai cristalli di idrossiapatite e dal terzo anno in poi viene raggiunto un plateau. Con il Ranelato di Stronzio l’aumento della massa ossea (non corretta per il maggior peso atomico dello Stronzio) correla significativamente con la riduzione del rischio di frattura a 3 anni a livello vertebrale e femorale. Questa correlazione assume notevole rilevanza clinica e riveste un sicuro interesse durante il monitoraggio delle pazienti trattate con Ranelato di Stronzio. Questa robusta evidenza fa sì che il Ranelato di Stronzio rappresenti una terapia di prima scelta nel trattamento dell’osteoporosi post-menopausale, per ridurre il rischio di fratture sia vertebrali che non vertebrali, incluso il femore. Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 Simposio: Ranelato di Stronzio. La neoformazione ossea per una superiore efficacia antifrattura RANELATO DI STRONZIO: SUPERIORE EFFICACIA ANTIFRATTURA IN TUTTE LE TIPOLOGIE DI PAZIENTI Carmelo Erio Fiore Clinica Medica II, Ospedale “Vittorio Emanuele”, Catania L’osteoporosi è una condizione secondaria alla riduzione della massa ossea e al deterioramento della microarchitettura ossea, con conseguente incremento del rischio fratturativo. La rilevanza epidemiologica dell’osteoporosi è tale che l’OMS considera questa condizione seconda solo alle malattie cardiovascolari come problema critico per la salute pubblica mondiale. Va ricordato infatti che le fratture osteoporotiche, e in particolare quelle di femore, rappresentano una delle più comuni e importanti cause di disabilità e costituiscono al contempo una delle maggiori voci nel bilancio della spesa sanitaria di molti paesi del mondo, con un trend in forte crescita. Le recenti Raccomandazioni Europee per la diagnosi e la terapia dell’osteoporosi hanno confrontato per le terapie disponibili le evidenze cliniche dei trials randomizzati e controllati, assegnando al Ranelato di Stronzio un livello di evidenza superiore rispetto ai tradizionali farmaci antiriassorbitivi. È importante a questo proposito sottolineare come il Ranelato di Stronzio si differenzi da altri farmaci per la terapia dell’osteoporosi in quanto determina un riequilibrio del turnover osseo in senso anabolico. Infatti, grazie ad un meccanismo d’azione duplice, che promuove la neoapposizione ossea inibendo al contempo il riassorbimento, stimola la formazione di osso nuovo sia a livello trabecolare che corticale. L’obiettivo terapeutico primario nel paziente con osteoporosi è rappresentato dalla riduzione dell’incidenza di fratture. In particolare, la gestione dell’osteoporosi deve avere come scopo prioritario la riduzione delle fratture con maggiore peso sociale (come le fratture vertebrali o femorali) e la diminuzione della morbilità correlata alla malattia (dolori lombari, perdita di altezza e riduzione della qualità di vita). Allo scopo di valutare l’efficacia antifrattura del Ranelato di Stronzio in relazione ai principali fattori di rischio per le fratture vertebrali (età, fratture prevalenti, BMD basale, anamnesi familiare di osteoporo- si, BMI basale e stato di fumatore) sono stati raccolti tutti i dati disponibili degli studi SOTI e TROPOS. Complessivamente, sono state indagate più di 5.000 pazienti (età media di 74 anni) affette da osteoporosi post-menopausale. L’analisi dei risultati ha dimostrato l’efficacia del Ranelato di Stronzio nel ridurre il rischio di fratture vertebrali indipendentemente dalla gravità dei fattori di rischio. Considerando il numero di fratture vertebrali pregresse, il Ranelato di Stronzio ha ridotto il rischio di frattura del 45% in pazienti con una pregressa frattura e del 33% in pazienti con due o più pregresse fratture, a fronte di una riduzione pari al 48% in pazienti con anamnesi negativa per pregresse fratture vertebrali (Roux et al., J Bone Miner Res, 2006). Il Ranelato di Stronzio si è dimostrato efficace nel ridurre il rischio di frattura vertebrale anche indipendentemente dai valori di turnover osseo basale, valutati mediante misurazione dell’isoenzima osseo della fosfatasi alcalina (b-ALP). Uno studio recente di Collette et al. (Osteoporos Int, 2007) ha valutato nel dettaglio l’efficacia antifrattura del Ranelato di Stronzio in relazione ai livelli di turnover osseo prima del trattamento. Nella popolazione esaminata, divisa in quartili in base al valore iniziale di b-ALP, il Ranelato di Stronzio ha dimostrato di ridurre il rischio di frattura vertebrale a partire dal quartile più basso (basso turnover osseo) sino al quartile più alto (alto turnover osseo) (Figura 1). L’efficacia del Ranelato di Stronzio non è risultata inoltre influenzata da altri fattori di rischio quali l’anamnesi familiare di osteoporosi o l’abitudine al fumo di sigaretta. Il Ranelato di Stronzio ha dimostrato di ridurre il rischio fratturativo anche indipendentemente dall’età delle pazienti. Nel gruppo dei pazienti più giovani, con età compresa tra 50 e 65 anni, il Ranelato di Stronzio ha ridotto il rischio di nuove fratture vertebrali cliniche del 54% a 3 anni e del 52% a 4 anni (Figura 2). Il Ranelato di Stronzio ha dimostrato di ridurre l’incidenza di nuove fratture anche nelle pazienti ultra- Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 13 IL RANELATO DI STRONZIO È EFFICACE INDIPENDENTEMENTE DAI LIVELLI DEI MARKERS DI FORMAZIONE OSSEA Figura 1 - Il Ranelato di Stronzio riduce il rischio di frattura vertebrale indipendentemente dal livello di turnover osseo. In pazienti osteoporotiche, il Ranelato di Stronzio riduce il rischio di frattura vertebrale sia nelle pazienti con basso turnover osseo, sia nelle pazienti con più alto turnover osseo (Q1-Q4). Collette J et al. Osteoporos Int 2007;18(Suppl 1):S127-S128 A livello non vertebrale, sulle fratture più invalidanti, la riduzione del rischio è risultata pari al 41% a 1 anno e al 31% a 3 anni (Figura 3). È importante inoltre osservare come anche nel lungo termine il Ranelato di Stronzio ha dimostrato di proteggere queste pazienti dal rischio di frattura. Dopo 5 anni di terapia, infatti, il rischio di frattura vertebrale si riduce del 31% (P=0,010) e il riIL RANELATO DI STRONZIO IN PAZIENTI GIOVANI (50-65 ANNI) schio di frattura non vertebrale RIDUCE IL RISCHIO DI FRATTURE VERTEBRALI CLINICHE si riduce del 26%. A 3 E A 4 ANNI Per quanto riguarda l’effetto del trattamento sulla morbilità dovuta all’osteoporosi, il Ranelato di Stronzio ha determinato un significativo beneficio clinico, riducendo del 20% il numero di pazienti con una riduzione di altezza di almeno 1 cm. Un miglioramento analogo è stato osservato anche per quel che riguarda l’incidenza di sintomatologia algica a livello lombare, con un aumento del numero di pazienti senza dolore di Roux C et al. J Bone Miner Res 2006;21:536-542 schiena pari al 31% a 1 anno, al 30% a 3 anni e al 28% a 4 anni Figura 2 - Efficacia antifrattura a livello vertebrale del Ranelato di Stronzio in padi terapia (Figura 4). zienti giovani con osteoporosi post-menopausale. ottantenni, categoria ad elevato rischio di frattura, per cui non esistevano dati specifici relativamente agli altri farmaci approvati per l’osteoporosi. A livello vertebrale, il Ranelato di Stronzio riduce il rischio di frattura del 59% già nel primo anno e del 32% a 3 anni di terapia. 14 Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 emerge un significativo miglioramento della qualità di vita, sia nella dimensione fisica che in quella emotiva, delle pazienti trattate con Ranelato di Stronzio. Alla luce dei dati degli studi clinici di fase III, il Ranelato di Stronzio ha dimostrato un’efficacia completa nel ridurre il rischio di fratture vertebrali e non vertebrali nelle donne con osteoporosi post-menopausale. L’efficacia del farmaco, dimostrata anche nelle pazienti ultra-ottantenni, associata al buon profilo di sicurezza alla dose di reale utilizzo nella pratica clinica (1 bustina da Seeman E et al. J Bone Miner Res 2006;21(7):1113-1120 2 g/die), rende il Ranelato di Stronzio una scelta di prima liFigura 3 - Efficacia antifrattura a livello non-vertebrale del Ranelato di Stronzio in nea nel trattamento dell’osteopazienti anziane. porosi post-menopausale, con comprovati effetti terapeutici non solo a breve ma anche a lungo termine. IL RANELATO DI STRONZIO AUMENTA IL NUMERO DI PAZIENTI SENZA DOLORE DI SCHIENA L’efficacia antifratturativa di questo farmaco si è dimostrata indipendente dai principali fattori di rischio per fratture, quali numero di fratture pregresse, valori basali di turnover osseo, età, BMD, storia familiare di osteoporosi, indice di massa corporea e abitudine al fumo. Inoltre, il Ranelato di Stronzio ha mostrato un’evidenza di efficacia non solo sul rischio fratturativo, ma anche sulla sintomatologia algica e sulla qualità di vita globale della paziente osteoporotica. Marquis P et al. Osteoporos Int 2008;19:503-510 In conclusione, i dati disponibili indicano che l’efficacia antiFigura 4 - Il Ranelato di Stronzio riduce il dolore di schiena nelle pazienti trattate, frattura del Ranelato di Strongià dal primo anno di terapia. zio è indipendente dalla presenza di fattori di rischio per L’effetto del Ranelato di Stronzio sulla Qualità di Vifrattura. La protezione antifrattura si estende a tutta (QoL) globale delle donne osteoporotiche è stato ti i distretti scheletrici e si associa ad un miglioravalutato mediante QualiOst, un questionario specimento stabile della qualità di vita della paziente fico per la patologia. Dall’analisi dei punteggi totali osteoporotica. IL RANELATO DI STRONZIO PROTEGGE I PAZIENTI ANZIANI (≥ 80 ANNI) DALLE FRATTURE NON VERTEBRALI Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 15 Simposio: Ranelato di Stronzio. La neoformazione ossea per una superiore efficacia antifrattura EFFICACIA A LUNGO TERMINE DEL RANELATO DI STRONZIO COME CONSEGUENZA DI NEOFORMAZIONE OSSEA Nella sua relazione il Prof. J.Y. Reginster (Università di Liège, Belgio) ha illustrato i recenti dati sull’efficacia antifrattura del Ranelato di Stronzio. sociale, quelle periferiche, il Ranelato di Stronzio dopo 3 anni di trattamento ha ridotto del 16% il rischio relativo per qualsiasi frattura non vertebrale. L’efficacia del Ranelato di Stronzio in termini di riduzione del rischio di frattura è stata confermata anche nel sottogruppo di soggetti ultra-ottantenni, dove il farmaco ha mostrato una riduzione del rischio relativo di fratture, vertebrali e periferiche, rispettivamente del 59% e del 41% a 1 anno; tale efficacia si è mantenuta a 3 anni con percentuali, rispettivamente, del 32% e del 31%. Sono stati recentemente pubblicati i dati relativi ai risultati a lungo termine (5 anni) dello studio TROPOS. Il Ranelato di Stronzio ha dimostrato la propria efficacia anche nel lungo termine, determinando una significativa riduzione di tutte le fratture non vertebrali pari al 15%, delle fratture non vertebrali maggiori del 16%, e di tutte le fratture vertebrali del 24% (Figura 1). L’efficacia del Ranelato di Stronzio sulla riduzione del rischio di frattura nelle pazienti con osteoporosi post-menopausale è stata dimostrata in due trials clinici internazionali di fase III, multicentrici, randomizzati, verso placebo, denominati SOTI (Spinal Osteoporosis Therapeutic Intervention) e TROPOS (TReatment Of Peripheral OSteoporosis). L’obiettivo principale dello studio SOTI è stato la valutazione dell’efficacia antifrattura a livello vertebrale; il trial ha coinvolto 1.649 pazienti, con età media di 70 anni e osteoporosi conclamata. Al quarto anno dello studio il gruppo in trattamento attivo è stato ulteriormente suddiviso in due gruppi: un gruppo ha continuato ad assumere Ranelato di Stronzio, l’altro gruppo è stato randomizzato a ricevere placeRANELATO DI STRONZIO: EFFICACIA ANTIFRATTURA bo. A 5 ANNI NELLO STUDIO TROPOS L’obiettivo dello studio TROPOS è stato la valutazione dell’efficacia antifrattura a livello non vertebrale; il trial ha coinvolto 5.091 pazienti, con età media pari a 77 anni, che hanno assunto ininterrottamente la terapia per 5 anni. In entrambi gli studi la dose giornaliera di Ranelato di Stronzio è stata di 2 g/die. Il Ranelato di Stronzio ha dimostrato di ridurre del 49% rispetto al placebo (p < 0.001) il numero di nuove fratture vertebrali dopo 1 anno di terapia (valutazione semiquantitativa delle fratture Reginster JY et al. Arthritis & Rheumatism 2008;58(6):1687-1695 con metodo di Genant). Per quanto riguarda le fratture Figura 1 - Il Ranelato di Stronzio riduce il rischio di tutti i tipi di frattura da osteopopiù invalidanti e di maggior peso rosi nel lungo termine. 16 Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 I dati sinora pubblicati, basati sull’Evidence Based Medicine, indicano perciò chiaramente come il Ranelato di Stronzio sia l’unico attualmente disponibile per cui esistono evidenze di efficacia a lungo termine (fino a 5 anni dall’inizio della terapia), sia sulle fratture vertebrali che sulle fratture periferiche, incluso il femore (Figura 3). In relazione al peculiare profilo di efficacia, il Ranelato di Stronzio è stato inserito nelle Linee Guida Europee del Reginster JY et al. Arthritis & Rheumatism 2008;58(6):1687-1695 2008 per la diagnosi e il trattamento dell’osteoporosi postFigura 2 - Efficacia antifrattura a livello dell’anca del Ranelato di Stronzio nel lungo menopausale come unico fartermine. maco che ha dimostrato di ridurre il rischio di frattura sia a Il Ranelato di Stronzio si è dimostrato efficace nel livello vertebrale che periferico, incluso il femore, lungo termine anche nella paziente anziana: il ritanto in prevenzione primaria quanto in prevenzioschio di fratture vertebrali in pazienti ultra-ottantenne secondaria (Figura 4). ni si è ridotto del 31% rispetto al placebo dopo 5 anIl Prof. Reginster ha concluso la sua relazione afni di trattamento. Gli stessi dati sono stati confermafermando che il Ranelato di Stronzio ha dimostrati per le fratture periferiche (riduzione del 27% a 5 to una significativa efficacia sia nel breve che nel anni). Di particolare rilievo i risultati ottenuti nel lungo termine (unico con dati sino a 5 anni) nel rigruppo trattato con Ranelato di Stronzio dopo 5 andurre il rischio di fratture vertebrali e non vertebrani: il rischio relativo per frattura femorale si è ridotto li (incluso il femore) nelle donne con osteoporosi del 43% nelle pazienti che assumevano il farmaco post-menopausale. In particolare, il Ranelato di (Figura 2). Stronzio ha dimostrato di essere efficace nel IL RANELATO DI STRONZIO RIDUCE IL RISCHIO DI FRATTURE DELL’ANCA A 5 ANNI EFFICACIA ANTIFRATTURA NEL LUNGO TERMINE (TRIAL RCT) Fratture vertebrali 3 anni 5 anni Fratture periferiche 3 anni 5 anni Ranelato di Stronzio Sì Sì Sì Sì Alendronato Sì No Sì No Risedronato Sì No Sì No Ibandronato Sì No – No Zoledronato Sì No Sì No Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 Figura 3 - Confronto tra efficacia antifrattura a livello vertebrale e periferico del Ranelato di Stronzio rispetto alle altre terapie per l’osteoporosi. 17 LINEE GUIDA EUROPEE PER LA DIAGNOSI E IL TRATTAMENTO DELL’OSTEOPOROSI POST-MENOPAUSALE Efficacia sul rischio di fratture vertebrali Efficacia sul rischio di fratture non vertebrali Osteoporosi Osteoporosi conclamataa Ranelato di Stronzio + + Alendronato + + ND + (incluso anca) Risedronato + + ND + (incluso anca) Ibandronato ND + ND +b Zoledronato + + ND +c HRT + + + + Raloxifene + + ND ND ND + ND + Teriparatide e PTH Osteoporosi Osteoporosi conclamataa + + (incluso anca) (incluso anca) a) Osteoporosi con pregressa frattura; b) Solo in un sottogruppo di pazienti (analisi post hoc); c) Gruppi diversi di pazienti con o senza pregressa frattura vertebrale. ND: non disponibile. J. Kanis et al. European guidance for the diagnosis and management of osteoporosis in postmenopausal women. Osteoporosis International 2007 DOI 10.1007/s00198-008-0560-z Figura 4 - Evidence Based Medicine. Confronto tra le evidenze cliniche dei trials RCT per le terapie dell’osteoporosi nelle nuove Raccomandazioni Europee. ridurre il rischio di frattura indipendentemente dalla severità dell’osteoporosi ed anche nelle donne molto anziane, mantenendo il proprio effetto clinico anche a cinque anni dall’inizio della terapia. 18 Tale profilo di efficacia completo è principalmente ascrivibile all’innovativo meccanismo d’azione di questo farmaco, in grado di promuovere la neoformazione ossea e, al contempo, di ridurre il riassorbimento operato dagli osteoclasti. Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 Supplemento n. 3 a Clinical Cases in Mineral and Bone Metabolism 2008; 5(3): 3-18 19 Cod. 105217 Data di deposito all’AIFA: 14/01/2009 Supplemento n. 3 al Volume V - N. 3/2008 CLINICAL CASES IN MINERAL AND BONE METABOLISM The Official Journal of the Italian Society of Osteoporosis, Mineral Metabolism and Skeletal Diseases VIII Congresso Nazionale SIOMMMS Perugia, 19-22 novembre 2008 Lettura: RUOLO DELLA NEOFORMAZIONE NELLA FISIOPATOLOGIA E TERAPIA DELL’OSTEOPOROSI Simposio: RANELATO DI STRONZIO La neoformazione ossea per una superiore efficacia antifrattura