Cronologia e indici - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano

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Cronologia e indici - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
225
Cronologia
Un anello matrimoniale, 31 maggio-1 giugno 1956.
Il ballo dello scemo, 20-21 giugno 1956.
Ritorno delle lucciole, 27-28 giugno 1956.
La buona pesca, 4-5 luglio 1956.
La favola e il povero, 21-22 luglio 1956.
Il bambino di Veronica, 23-24 luglio 1956.
L’osteria della “Mora”, 1-2 agosto 1956.
La gelosia, 20-21 agosto 1956.
Il figlio del pescatore, 29-30 agosto 1956.
La festa del canneto, 12-13 settembre 1956.
Agonia, 21-22 settembre 1956.
Fosso degli Schiavoni, 27-28 settembre 1956.
I sogni di Natale, 24-25 ottobre 1956.
Prima della fine, 16 novembre 1958.
Anna alla processione, 20 gennaio 1959.
La voglia di vino, 1 agosto 1959.
I consigli della moglie, 12 settembre 1959.
L’ostello di Gressoney, 28 ottobre 1959.
Tortura nel ’44, 24 dicembre 1959.
Diario di un giorno, 8 gennaio 1960.
La mano degli amici, 3 agosto 1960.
Prima della caccia, 10 settembre 1960.
Il ricatto, 27 settembre 1960.
La guerra di Grecia, 2 novembre 1960.
La rivelazione, 17 novembre 1960.
La fotografia, 9 dicembre 1960.
Il terzo bicchiere, 1 gennaio 1961.
Un uomo preciso, 17 marzo 1961.
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L’anarchico a teatro, 23 giugno 1961.
Un giorno molto caldo, 8 luglio 1961.
Il calendario della tartaruga, 2 agosto 1961.
Una morte violenta, 9 settembre 1961.
Il temporale sull’Adriatico, 14 settembre 1961.
Quelli del ’48, 3 ottobre 1961.
Appendice d’estate lungo l’Adriatico, 19 ottobre 1961.
Un mistero è un mistero, 3 novembre 1961.
Gli anemoni dello scrittore, 23 dicembre 1961.
Il lupo mannaro, 12 gennaio 1962.
Drac il russo, 19 gennaio 1962.
L’eredità, 6 febbraio 1962.
Una donna silenziosa, 1 marzo 1962.
Ragazza sbadata, 15 maggio 1962.
I libri “sporchi”, 9 agosto 1962.
Amici fino a ieri, 23 agosto 1962.
Il matrimonio molto felice, 30 agosto 1962.
La torre comunale, 2 settembre 1962.
Un figlio, 14 settembre 1962.
Il funerale dell’anarchico, 11 dicembre 1962.
Giorno di scuola, 28 dicembre 1962.
Le sorelle sarte, 5 marzo 1963.
Maledizione al castello, 31 marzo 1963.
La morte di Giobba, 24 aprile 1963.
Sabato a casa, 19 giugno 1963.
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Indice
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«Come un ago di calce». La scrittura di Luciano Anselmi
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Racconti
Un anello matrimoniale
Il ballo dello scemo
Ritorno delle lucciole
La buona pesca
La favola e il povero
Il bambino di Veronica
L’osteria della “Mora”
La gelosia
Il figlio del pescatore
La festa del canneto
Agonia
Fosso degli Schiavoni
I sogni di Natale
Prima della fine
Anna alla processione
La voglia di vino
I consigli della moglie
L’ostello di Gressoney
Tortura nel ’44
Diario di un giorno
La mano degli amici
Prima della caccia
Il ricatto
La guerra di Grecia
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La rivelazione
La fotografia
Il terzo bicchiere
Un uomo preciso
L’anarchico a teatro
Un giorno molto caldo
Il calendario della tartaruga
Una morte violenta
Il temporale sull’Adriatico
Quelli del ’48
Appendice d’estate lungo l’Adriatico
Un mistero è un mistero
Gli anemoni dello scrittore
Il lupo mannaro
Drac il russo
L’eredità
Una donna silenziosa
Ragazza sbadata
I libri “sporchi”
Amici fino a ieri
Il matrimonio molto felice
La torre comunale
Un figlio
Il funerale dell’anarchico
Giorno di scuola
Le sorelle sarte
Maledizione al castello
La morte di Giobba
Sabato a casa
225 Cronologia
Finito di stampare
nel mese di novembre 2006
Grapho5 - Fano
Luciano Anselmi
Luciano Anselmi
Gli anemoni dello scrittore
racconti (1956 - 1963)
Gli anemoni dello scrittore racconti (1956 -1963)
Luciano Anselmi (1934-1996), è nato e vissuto a Fano. Narratore, commediografo, giornalista (per «Il Mondo», «Il Resto del Carlino»,
il «Corriere della Sera»), ha curato una scelta
dall’epistolario di Marcel Proust (La Nuova
Italia, 1972) e pubblicato due diari, una raccolta di poesie, saggi su Proust, Simenon, De
Gaulle.
Tra i suoi romanzi: Gli anni e gli anni (Rusconi, 1976) e Piazza degli Armeni (Bompiani,
1982). Una parte dei suoi articoli ed elzeviri
sono raccolti in I gatti di Léautaud (1991) e
Cronache di un guidatore (1996). I suoi otto
brevi romanzi gialli sono compresi ne Il liocorno blu e altre inchieste del commissario Boffa
(Camunia, 1992); uno di questi, Il palazzaccio, è stato ripubblicato da Sellerio nel 2004.
a cura di Franca Mancinelli
Luciano Anselmi compone i cinquantatré racconti di questo libro tra i ventidue e i ventinove
anni pubblicandoli sul quotidiano «La Giustizia» e, in parte, vivendo una sorta di “vacanza”
romana o strano, precoce, provvisorio “esilio”,
senza rigori e privazioni, ma sicuramente nel
clima di un’inquietudine arresa ed indifesa che
ha sempre caratterizzato la sua umanità e la sua
scrittura. Ogni pagina è, insieme, inedita e preconizzatrice dell’opera che di lì a poco scandirà le
stagioni e i passi del suo percorso d’autore “plurale”, in perenne disagio, nella febbre solitaria e
solidale dell’inadeguatezza. Il tempo, la morte,
la guerra, la memoria, la storia, l’amore, le ombre del quotidiano, la provincia, i legami, le trame interiori, la rete dei nomi comuni e propri, la
luce ferita e lirica degli sguardi: in questi “fiori”
c’è tutta la tessitura che si organizzerà col passare
degli anni e dei capitoli che hanno i titoli e la
geografia dei suoi libri. Nelle “stampe” o giovanili sinopie è compreso il profilo di un’identità,
l’universo dello scrittore che sceglierà Fano e il
suo preciso perimetro per oscillare tra delusione
e passione, per illuminarsi al bagliore dei registri del suo stile, per fare della pagina l’esclusiva
residenza del dubbio, nell’incanto di un immediato precipizio, nel conforto di una conferma,
sempre sul ciglio di un insoddisfacente approdo.
Integro, anche nelle minime ingenuità, il complessivo teatro della prosa, la sua sintassi che,
spesso, ricorda le immediate adiacenze della pittura, il clima, gli ambienti, le percezioni, i toni,
il lessico e l’etica discreta dei dettagli. Ironico,
intimo, sensuale, ricco di quelle piccole musiche nascoste e perdute, il “film” di quest’opera
affida al presente anche la pronuncia di un’epoca, la grazia e l’opaco orrore di una società. A
Franca Mancinelli si deve la sapienza misurata
di un incedere prudente e discreto, la “guida”
dentro la maglia fitta del testo, sempre ad un
passo dal magistero dei “suoi” francesi, nella fedeltà scandita dalla perenne ricerca del senso e
della bellezza, nell’intermittente chiarore giallo
delle inermi “lucciole” di giugno, dopo Leopardi, prima di Pasolini.
Francesco Scarabicchi